lunedì 7 settembre 2015

Il dio Termine

Skanda ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "#pirreviù7: Colombo vs. Majone (ovvero: Ungheria v...": 

Gentile Professore, nei suggestivi capoversi in cui sottolinea i concetti di confine e frontiera, mi ha fatto balzare subito in mente un bellissimo pamphlet di Regis Debray, Elogio delle Frontiere, Add editore. In cui trovasi mirabile amplificazione di quanto da lei sottolineato.

Questo il folgorante incipit:
“Il dio Termine si trova all’entrata del mondo in funzione di sentinella. La condizione per entrarvi è l’auto-limitazione. Quello che diviene realtà, lo diviene sempre esclusivamente in quanto è qualcosa di determinato. Un’incarnazione senza residui del genere in un individuo sarebbe assolutamente un miracolo, una violenta eliminazione di tutte le leggi e di tutti i principi della realtà: sarebbe, di fatto, la fine del mondo”. 
Ludwig Feuerbach
Critica della filosofia hegeliana

Di fatto non si tratta propriamente di un libro ma di una conferenza tenuta in Giappone nel 2010. Tant’è.

Ho scoperto in questo agile volumetto un vademecum di riflessione da portare un po’ ovunque e da interrogare costantemente. Non dice nulla di nuovo (forse) a chi, come me, fa il mestiere di psicanalista, . Ma lo dice bene, in modo arguto, con continui e preziosi rimandi. 

Di cosa stiamo parlando? Del Limite, ma anche della Fontiera in tutte le sue accezioni. Dal cancello, al muretto, al bastione, alla membrana…tutto quanto parla di confine e, inevitabilmente, di sconfinamento, di oltrepassamento. Ma anche di violazione, di hybris.

Seguiamo l’autore: “Un’idea sciocca incanta l’Occidente: l’umanità, che sta andando male, andrà meglio senza frontiere”. Zac! Queste le prime due righe del libro, subito dopo la citazione di Feuerbach.

E qui ho capito che avrei amato senza riserve tutto il resto.

Perché maliziosamente controcorrente, politicamente scorretto, provocatorio e mai banale anche quando dice cose in apparenza scontate.

Ma andiamo avanti… a pag. 17 “I materialisti di casa mia … con un evviva la città mondo! si credono all’avanguardia. Temo non siano troppo in ritardo per un ritorno del rimosso. Si drogano in modo light, cantano l’erranza e la nuova mobilità planetaria, stravedono per i prefissi trans e inter, idealizzano il nomade e il pirata, esaltano la levigatezza e la fluidità nello stesso momento in cui, nel cuore dell’Europa, ricompaiono linee di divisione ereditate dall’Antica Roma o dal Medio Evo… Tutti a esaltare l’apertura, mentre l’industria della sicurezza decuplica il suo giro di affari”.

Orgasmo.

“Raramente si è visto, nella lunga storia della credulità occidentale, uno iato così forte fra lo stato del nostro spirito e lo stato delle cose, fra ciò che ci auguriamo e ciò che è…”

E poi via, dopo questo inizio, con capitoli del tipo “In principio era la pelle”, il senso della parola sacro, la promiscuità, la cultura dell’accesso, la membrana, nidi, nicchie, chiostri e portali, e chi più ne ha più ne metta…

Grazie professore per la qualità della sua opera che con fatica cerco di divulgare in ambito psicanalitico tra colleghi, amici e conoscenti.

Cordialità

Postato da Skanda in  Goofynomics alle 7 settembre 2015 14:22




(...sui miei colleghi ho messo una bella pietra sopra - con le note eccezioni. Chi è parte della soluzione non può essere parte del problema. Ma da settori disciplinari distanti e - quindi - culturalmente meno depressi possono arrivare stimoli decisivi. Quella che viviamo, mi ripeto, è una psicosi collettiva. Chi parla di "tecnocrazia" semplicemente non sa cosa sia la tecnica, è un analfabeta economico, come nota Majone. Tutti i tecnici erano contro, tranne quelli pagati per essere a favore: Gros, Pisani-Ferry, Emerson, ecc. Di che tecnocrazia parliamo? Devo studiare bene la storia della caccia alle streghe...)









27 commenti:

  1. Senza limiti non si potrà mai sviluppare creatività. Emozione senza regola non si stabilizza e produce solo entropia.

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  2. Trovo che il termine "tecnocrazia" abbia senso solo se utilizzato in senso etimologico, come "autosufficienza delle cause efficienti", ovvero mezzi senza fini, ethos senza episteme (Eichmann, Stangl e le foto famose). In questo senso è ciò che sta avvenendo. Eichmann era efficace ed efficiente nel perseguire un fine aberrante; così, oggi vi sono "tecnici" che seguono o propugnano teorie funzionali ad un certo fine "aberrante". In questo senso Milton Friedman era un "tecnico" (gli ideologi erano coloro che hanno "facilitato" la sua brillante carriera), ancora di più i suoi epigoni.

    La caccia alle streghe era funzionale ad imporre un'unica verità, quella "ufficiale": matto qui il commento che volevo fare al post precedente come esempio di moderna praxis del Malleus Maleficarum:

    Negli anni '60, c'erano tre giovani torinesi (tutti ancora viventi) che vennero "ingegnerizzati" dal centro ricerche FIAT per creare un "frame" che potesse indirizzare lo "spin" dei decenni a venire: quell'intelligencija monocolore della quale ora vediamo gli squallidi epigoni. I bersagli erano vari: i cattolici tradizionalisti alla Del Noce, gli antimoodernisti alla Pasolini, e gli esponenti della cultura con la C maiuscola come Tucci, Filippani-Ronconi (vabbè, qualche fesseria l'aveva fatta) o anche Zolla. Tale ostracismo era avvenuto anche fuori dall'Italia, basti pensare a Dumezil (come potrà testimoniare Martinet) o allo stesso Eliade.

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    1. Trovo molto corretta la definizione "tecnocrazia=autosufficienza delle cause efficienti", e senza dubbio non sarei stato in grado di elaborarla da me.
      Mi pare un elemento che pervade la nostra società, oltre le questioni economiche (penso ad esempio al mondo della tecnologia in senso stretto).

      Grazie a Skanda per l'interessante suggerimento di lettura.

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    2. Credo che la definizione in sé sia di James Hillman ("Il Potere", se non vado errato), anche se non era applicata precipuamente alla tecnocrazia

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    3. Filippani Ronconi avrà pure aderito alle SS in gioventù, ma il suo contributo agli studi sull'induismo e sulle culture orientali è innegabilmente piuttosto interessante. Del resto anche Scalfari era fascista e ora pare ricordarsene in modo operativamente subliminale: a ciascuno l'ardua sentenza su chi dei due abbia davvero compiuto un cammino. Idem, per certi versi, per Evola; quando acquistai la prima edizione del Tao te Ching e mi accorsi che era stata da lui curata e commentata restai turbato, come se avessi tratto in casa un eversore (il profeta della destra italiana...): eppure anche leggere Evola senza troppi pregiudizi offre spunti non indifferenti su come certe cose siano finite com'è accaduto, e come altre siano state invece smarrite, talora mistificandole. Peraltro, forse anche i più accaniti sostenitori politici del nostro autore ignorano che lo stesso, da qualche parte ne "Il cammino del cinabro", definisca Mussolini come soggetto facilmente suggestionabile e influenzabile (da cui parte della sua successiva delusione per il duce): ma come, il virile mascellone italico sbugiardato da quello che avrebbe dovuto esserne un cantore? Vogliamo ricordare anche l'adesione di Eliade alla Guardia di Ferro? Eppure anch'egli fu gigante di studi tradizionali, e uomo di estrema cultura difficilmente riducibile a schemi "prêt-à-porter". Mi chiedo quanto, a prescindere dalla loro effettiva e possibile "colorazione", l'aver relegato codesti autori nella Geenna degli indesiderati per appartenenza (quest'ultima forse da attribuirsi più ai loro giudici che a loro stessi - vedere ad esempio, mi par di capire, il caso De Benoist/Preve) abbia contribuito a far insorgere un'arena di estremi progettati per essere funzionali soltanto alla degenerazione del confronto serio,e in ultima analisi, abbia aperto le porte a quel liberismo - non solo economico - che è sogno indefinito di libertà confusamente istintuale, posticcia e contingente, eppur agghindata in tutta regola col vestito della ragione, del progresso, della giustizia, nonché dei buoni sentimenti.

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    4. Forse non è un caso - ma poi esiste davvero il "caso"? - che io abbia studiato le stesse materie di Eliade, di Tucci, di Filippani-Roncani e di Dumézil, del quale ultimo seguo indegnamente le orme: e quindi l'ostracismo l'ho vissuto sulla mia pelle, oltre che conoscerlo nell'aventure humaine di costoro. Sempre stranieri in Patria: in definitiva, è un destino che tutti noi ci siamo scelti. Soli sulle rovine.

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  3. Le prime frontiere dell'Uomo sono i confini del Sé (come scrive Lacan, uno de passaggio). Se saltano quelli è solo psicosi. Infatti.

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    1. "Quando una comunità si batte per salvare la propria pelle - il muro, la moschea o la tomba dell'antenato - ogni mezzo è buono: la lotta è all'ultimo sangue, perché non è più in gioco ciò che si ha, ma ciò che si è."

      R. Debray, Elogio delle frontiere

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  4. OT:Anche il vecchio Paolino con i consueti 2/3 anni di ritardo si accorge della stagnazione dei salari reali rispetto alla produttivita' con tutti gli annessi e connessi.
    http://krugman.blogs.nytimes.com/?_r=0

    Se non mi avesse bloccato su twitter (@antonio11031987 - Keith Fragoviak) gliel'avrei postato li ;)

    Dai diamanti non nasce niente....

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  5. Sullo stesso tema proposto dal bell'intervento di Skanda:

    "L'affettivismo, o la ragione che diventa utile idiota dell'affettività"

    "La Grande Crise de la Migration (GCM) est devenue un nouveau chapitre furieux de la crise européenne qui ne cesse de tordre, de malaxer, de déformer l’Europe et de la soumettre à des tensions inouïes. Mais ce chapitre-là n’est à nul autre pareil dans la pureté chimique de l’ingrédient spirituel qui écrase le reste, – nous avons nommé l’“affectivisme”, déjà bien identifié. Certes, BHL est le grand’maître, le porte-voix de l’“affectivisme”, et nul ne sait s’il en est la victime ou le manipulateur accomplissant son travail de Combattant Suprême surgi de Mordor. "

    http://www.dedefensa.org/article-la_raison_devenue_idiote_utile_de_l_affectivit__11_06_2012.html

    http://www.dedefensa.org/article-d_luge_biblique_et_affectivisme_postmoderne_07_09_2015.html

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  6. Promettendomi di leggere questo libro di Debray, autore che ha anche pubblicato un libro molto interessante "L'Europa Sonnambula", volevo lasciare nei commenti la vera notizia del giorno, ovvero la bestemmia del giorno --- Il nuovo lavoro di Giavazzi fresco fresco di giornata e scusate per la parola "lavoro"

    "The EZ crisis: A consensus view of the causes and a few possible solutions"
    http://www.voxeu.org/article/towards-consensus-causes-ez-crisis

    e cosa dice il nostro? non è stata una crisi di debito pubblico, ma un "sudden stop" in cui i crediti dei Paesi del Nord sono andati ad alimentare settori "non trade" e questo avrebbe innescato una crisi così massiccia.
    Le cause di ultima istanza della crisi dell'eurozona sono
    - fallimenti politici che hanno consentito che gli squilibri diventassero sempre piu grandi (sic!)
    - mancanza di istituzioni in grado di assorbire gli shock (....dai, lo ha detto veramente?...)
    - cattiva gestione della crisi (da parte di chi? della Troika? ma non erano i buoni..per Giavazzi contro la cattiva Grecia fannullona e sprecona?)

    Mi scuserà il prof se ho postato contenuti simili, mi prometto solennemente di fare il tifo per lei ai Macchianera Awards suggerendo agli amici di fare come ho fatto io (naturalmente ho già votato...)

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  7. Goofynomics miglior sito economico?
    Goofynomics miglior sito, punto.
    Nella maggior parte dei post l'economia è il 10% del contenuto, e questo ne è un esempio lampante.
    Ma se si vuole trovare un sito dove si ragiona e si impara, e non si assorbe semplicemente quello che ci viene colato dall'alto, da dove altro si può partire se non da qui?
    Non riesco più a discutere serenamente con i colleghi, gli amici o i familiari.
    Non ce la faccio.
    Ormai quando uno si è (un po') svegliato e vede le cose con un MINIMO più di razionalità, non sopporta coloro che si bevono le favolette e non VOGLIONO capire né ragionare.
    D'altra parte Qualcuno ce l'aveva detto: sono i brutti effetti che ha la ricerca della verità.
    "Io non sono venuto a portare pace, ma spada."
    Ormai o sto zitto o litigo.
    E grazie alla legge della termodidattica, abbiamo capito che tante volte conviene stare zitti.

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    1. Non sai quanto ti capisco e quanto da questo punto di vista mi sento isolata. Anche io ho scelto il silenzio, da un po'.
      Una consolazione possibile è ascoltare molto Alessandro Scarlatti. Per esempio ora me ne vado a casa in bici e mi ascolto la suonata per flauto n.6 in Do maggiore con le cuffiette dell'iPhone. Infonde una tale gioia che rimetterebbe di buon umore Schopenhauer e Leopardi insieme... e secondo te su quale blog l'ho scoperta? Indovina un po'... ;-)

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    2. Pure io capisco entrambi, dolorosamente. Come trasformare però questa condizione in atteggiamento costruttivo? Come, quando la reazione più frequente è la negazione, il rifiuto, o la rabbia nei confronti di chi (io) anche solo insinua il dubbio che ci possano essere altre spiegazioni, altre letture della realtà?

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  8. Une nation, c’est une communauté, qui partage des images et des mythes. Les cou- pures de l’euro ressemblent à des billets de Monopoly, avec des images passe-partout, abstraites, sans référence à des lieux ou à des dates.
    La comparaison avec le dollar est instructive. Le dollar est un tableau qui raconte une histoire, par des dates, des personnages, des lieux, complétées avec les portraits des pères fondateurs, des devises empruntées aux humanités gréco-latines et surtout le «In God we trust». Le Dollar est une icône très riche de sens, et d’un imaginaire historique, qui montre que les Etats-Unis ont un destin qu’ils illustrent sur un billet qui est un article de foi. Foi en Dieu et foi en une destination. Leur religion biblico-patriotique est présente sur le «fiduciaire». On peut faire confiance.
    L’euro, au contraire, ne fait référence à rien ni à personne. Pour qu’il y ait une pro- jection dans l’avenir, il faut une mémoire du passé.

    Intervista a Règis Debray

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    1. "Il mammifero ansioso si ritaglia nella biosfera il suo habitat, il suo angolo di natura, attraverso simboli (...) E' facile indovinare perché, con una fedina pensale così macchiata, l'allegoria del ponte serva da leitmotiv nelle varie pezzature dell'euro. Questo simbolo monetario, questa icona etica, questo biglietto del Monopoli non ha che una scusante: è un segno di espiazione. Nascondete, o ponti sospesi nel vuoto, quelle frontiere che non voglio vedere."

      R. Debray, Elogio delle frontiere

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  9. Grazie per questo spunto di riflessione davvero interessante, non l'avevo vista sotto questa luce. Devo rifletterci un (bel) po'

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  10. Però una cosa non capisco: appurato che questi tapini verranno sfruttati dal capitalismo di cui Mammona Merkel è l'esempio più preclaro, cosa ne dovremmo fare esattamente (dato che fuggono motu proprio dalla loro terra)?

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    1. Nal senso che le armi dell'ISIS sono finite "Motu proprio" nelle loro mani? O che i suoi capi sono stati addestrati "motu proprio" dalla Blackwater?

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    2. Non e' questo il punto in discussione. Se la tua azienda ti dimezza lo stipendio perche' il disperato siriano deve letteralmente sfamare i propri figli, come la mettiamo? Ah si' grazie ai contratti nazionali si difendera' il salario... minimo. Quindi o si diventa amici e solidali, estremamente facile fra persone di lingue e culture diversissime, oppure ci si scanna. Terza opzione, l'emigrazione ricorsiva, ovvero scappo dove i poveracci non sono ancora arrivati (tipicamente perche' gli sparano). E non si illudano i "professionals", ormai l'automazione ne richiede sempre meno e sempre piu' high level.

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  11. Faites vos Jeux:
    http://www.wired.it/attualita/politica/2015/09/07/germania-i-siriani-accoglienza-selezione/

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  12. Il compianto James Hillman avrebbe probabilmente immaginato la narrazione del flusso migratorio attraverso la dialettica Puer/Senex. (J. Hillman, Saggi sul puer, Raffaello Cortina)
    Da ultima ruota del carro della nostra amputata e amputabile Sanità, mi limito a prendere atto dei nostri confini biologici, ad esempio la pelle, a cosa succede quando in un organismo saltano questi confini o ai meccanismi di difesa che scattano quando un corpo viene aggredito da agenti patogeni. Il sentimentalismo dell'apertura (ferite che sgorgano da un sangue così bello, la trasparenza, l'apertura, l'assenza di confini, la nebulosità di pareti) evocano il Terminus dei fili spinati e degli atti divisori cruenti.

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  13. Mettendo in un angolo la dietrologia, dopo le ultime notizie (fonte ilfattoquotidiano.it) sono previsti 4 milioni di Siriani in Europa, in contemporanea Sarkozi decide di bombardare la Siria. Forse perché 4 milioni non sono abbastanza per il loro progetto? Questa incredibile volontà di smantellamento delle identità culturali europee insieme a queste migrazioni di massa ci stanno portando, non verso un egemonia, ma verso una guerra intestina vera e propria. Non credo che ci voglia un genio ora per capire che sono le diversità e le differenze tra Stati insieme alla loro valorizzazione che ci hanno resi tutti (o quasi) paesi ricchi o meglio "occidentali". Questo è un vero e proprio suicidio (non solo economico) del nostro continente e si sta compiendo sotto gli occhi di tutti che rimangono spettatori passivi di questi assurdi cambiamenti. Mai come ora si può dimostrare come Lei Professore ha pienamente ragione: si va verso un conflitto (forse mondiale?) e nella ricetta gli ingredienti ci sono tutti ora manca solo mescolare e mettere a bollire. Eppure leggo ancora commenti idioti fuori da ogni logica in particolar modo sotto la video intervista fatta su Byoblu.

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  14. OT(?) a proposito di frontiere...
    http://www.lastampa.it/2015/09/07/edizioni/aosta/monte-bianco-nuova-lite-tra-italia-e-francia-sul-confine-GmMABdUoFNKRexFBJSPNYO/pagina.html

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  15. Da uomo di una destra che non esiste piu' il mio umile GRAZIE per la sua divulgazione INTELLIGENTE e COLTA e illuminante. Per me lei e' stato un faro nella nebbia. Ho sempre capito il senso di limite, di frontiera, di limes, perche' parte di me. Il concetto di limite e' poi parte della cultura di Fisici e Matematici.
    Se posso aggiungere qualcosa di banale forse: per me la rimozione e distruzione delle barriere e dei limiti, la dissacrazione cui sono dediti persino i papi, e' iniziata nel 67/68; l'ho odiata con tutte le forze del mio cuore proprio perche' avvertivo che avrebbe portato al caos. La' dove non esistono limitl non esiste la comunita' civile perche' l'uomo si sente ferocemente onnipotente e supponente, e nessuna civilta' puo' nascere quando manca la coscienza di se', dei propri limiti, e il timore ed il fascino e la curiosita' per cio' che c'e' ...oltre.
    La civilta' islamica per me muore perche' elimina il dubbio, non ammette che ci sia qualcosa oltre il corano, e quindi avvizzisce.
    Adesso i criminali delle elites finanziarie vogliono distruggere l'heimat per favorire il caos primordiale.

    Sono atterrito da questa follia.

    GRAZIE

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  16. Partirei dalla fine di questo contributo video dove il prof. Sapelli nel 2012 diceva ospite a La7: https://www.youtube.com/watch?v=K7T0_jtxyBg

    "..ma questi, quello che contesto è che siano tecnici"


    e prima ancora:

    "i vari Alesina e Giavazzi nel 2008 dicevano che la crisi non esisteva...Io avessi detto una cosa così non sarei più uscito di casa per la vergogna"


    Da notare, a margine, ma secondo me non meno importante dei contenuti che vengono espressi dal prof. Sapelli, il continuo interromperlo, e il sorrisino idiota che i 2 conduttori e De Bortoli scientemente tengono per tutta la durata dell'intervento, ove mirano a screditare e far passare per scemo e burlone una persona che sta pur sempre esprimendo una sua tesi, per altro piu' che fondata e serissima.

    Quei sorrisetti idioti e in malafede invece, provano fino all'ultimo a screditare chi sta parlando: ecco, queste cose andrebbero "prese per le corna" e bisognerebbe che chi si trova in questi frangenti più che spiacevoli, trovi il sangue freddo e la pacatezza di far notare ai presenti la profonda slealtà e maleducazione di tali comportamenti, per nulla improvvisati o innocenti.

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