(si viaggia per apprendere...)
intamagnun ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Vediamo se così lo capite meglio...":
Professor Bagnai, come é possibile che un uomo di sinistra come lei va a pranzo con i capitalisti imprenditori invece di andare a pranzo con i proletari?
Postato da intamagnun in Goofynomics alle 20 febbraio 2015 17:58
Professor Bagnai, come é possibile che un uomo di sinistra come lei va a pranzo con i capitalisti imprenditori invece di andare a pranzo con i proletari?
Postato da intamagnun in Goofynomics alle 20 febbraio 2015 17:58
Mio caro, posso darti
almeno tre ottime ragioni.
1)
i “capitalisti
imprenditori” (interessante definizione) sanno i congiuntivi e mangiano bene,
soprattutto a Bologna: non vedo quindi particolari motivi per non frequentarli,
e se ti invitassero ti suggerirei di accettare;
2)
i “capitalisti
imprenditori” non mi hanno fatto un processo politico preventivo, come quello
che mi stai facendo te e che una scappata di casa ex-donaldiana mi fece quando
avevo in animo di partecipare a un evento organizzato da Ugo Boghetta, motivo
per il quale troncai a fare in culo tutti, incluso l’incolpevole Ugo (ma sai,
nel capitalismo, come nel comunismo, paga sempre il giusto per il peccatore):
perché vedi, caro, se dopo due libri come Il
tramonto dell’euro e L’Italia può
farcela qualcuno ha bisogno di chiedermi come la penso, è sufficientemente
stupido da essere inutile. Peraltro, la mia sensazione che Ugo si fosse circondato di persone inutili in quella circostanza venne sostanzialmente confermata;
3)
i “capitalisti
imprenditori”, a differenza di te e soprattutto (soprattutto, chiaro?
Soprattutto! Quindi stai molto in campana...) ... e soprattutto di me hanno ancora
qualcosa da perdere, e forse lo sanno. Quindi forse faranno quello che i “proletari
lavoratori” non fanno: ascoltarmi e contribuire al mio progetto di ripristino
della democrazia, nel comune interesse del paese, che secondo me (ma non
secondo te) non è quello di fucilare gli imprenditori, e secondo me (ma non
secondo chi ha fino ad oggi appoggiato quell’enorme disegno di compressione
delle libertà democratiche e deflazione salariale che è l’euro – cioè i
sindacati e i loro economisti) non è distorcere la distribuzione del reddito a
sfavore del lavoro dipendente – e della piccola e media impresa!
E a questo proposito,
permettimi di raccontarti cosa ho imparato a Bologna da un tuo nemico di classe
(ho compassione di te, la compassione di Fra Cristoforo, ma posso smettere
quando voglio perché non aspiro alla santità)...
Gennarino faceva il
portiere al Vomero. Esauriti i compiti più faticosi, nella sua guardiola, in
fondo all’androne di un palazzo gentilizio, dedicava il suo tempo ad attività
contemplative, quali la lettura della Gazzetta dello Sport. I suoi sensi vigili
rendevano questa laboriosa di esegesi compatibile con il compito di guardiania.
Ma non occorreva la sua ferina iperestesia partenopea per notare, due volte al
giorno, il transito della signora Rosa, la moglie del notaio Caracciolo, quello
del terzo piano: in uscita verso le 10, per andare a fare shopping in centro, e
in entrata verso l’una, onusta di buste griffate: oh, no! Perfino il
Nettuno di Piazza Maggiore, nel sentirla appressarsi, avrebbe spontaneamente
cambiato angolazione.
Che splendore la signora
Rosa!
Un metro e settanta di
femmina mediterranea, assistiti da un tacco otto, con gli annessi e connessi
che potete facilmente immaginare: ecco, fate da voi, smentendo il pregiudizio
che vi vuole, in quanto mediterranei, improduttivi...
(del resto, il privilegio
della letteratura è quello di sollecitare più di altre forme di arte la
partecipazione attiva del destinatario: che è poi il motivo per il quale chi ha
letto tanti libri senza figure, si figura meglio di tanti altri quanto sta
succedendo nella realtà fattuale del mondo, avendo dovuto fare tante volte il
lavoro di figurarsi la realtà fittizia della letteratura, che però più che
fittizia è archetipica – se la letteratura è letteratura e non merda PPC
[piddina politicamente corretta] – dal che si evince che chi sceglie bene si
porta avanti col lavoro. Ma non divaghiamo troppo...).
Avete fatto? Vi siete
costruiti la vostra signora Rosa?
Scusandomi con le signore
del blog per l’inevitabile deriva sessista (ma del resto, se di storia di sesso
si tratta, bisognerà pure che chi scrive si metta dal punto di vista che
conosce meglio: sarebbe irriguardoso tentare di mettersi da quello di chi dopo
mezzo secolo di esistenza si conosce tanto poco...), e invitandole, laddove lo
ritengano PPC, ad invertire la polarità sessuale del racconto (do it yourself), procedo.
Insomma, ogni giorno la
signora Rosa usciva, i suoi tacchi risuonavano sotto la volta a botte dell’androne
gentilizio, dove un tempo avevano scalpitato nobili corsieri (dagli zoccoli
alla... be’, non voglio rovinarvi la sorpresa...), un sentore capiteux (perdonatemi: sarebbe
inebriante, ma in questo caso preferisco il francese) si diffondeva nell’ambiente,
e Gennarino seguiva, ipnotizzato, il percorso della splendida femmina, dell’animale
grazioso, ma non necessariamente benigno. Lubriche e rutilanti fantasie scuotevano
la pace interiore del nostro Gennarino: il calcio mercato? Scomparso. La
sconfitta in casa? Consegnata al più plumbeo e irreversibile oblio. Povero
Gennarino! La veneranda età dell’ultrasessantenne notaio Caracciolo apriva interminati
spazi alla sua immaginazione. Una femmina simile! Con un rudere simile? Duri
esercizi spirituali lo riportavano, a fatica, alla lettura delle sacre scritture,
quando lo scatto di una portiera di taxi, seguito dal ritmo inesorabile dei
tacchi otto, ne risvegliavano lo spirto guerrier: il rientro della signora
Rosa.
Anche un compito
apparentemente banale come la lettura di un giornale sportivo può diventare
fatica improba in condizioni sufficientemente avverse.
E così ogni giorno, due
volte al giorno, trecentosessantacinque giorni all’anno o giù di lì.
Ma non tutti i giorni
sono uguali. Un conto è dicembre, e un conto luglio. A luglio, si sa, il demone
meridiano si insinua con devastante perfidia nell’animo dei maschietti. E del
resto, scusate: ri-immaginatevi la vostra signora Rosa, che entra, ma in vesti
estive, convenientemente leggere, più provocanti per il poco che nascondono che
per il molto che mostrano (sempre nei confini di quella riservatezza che ruolo
sociale e moda impongono), con la splendida pelle lievemente imperlata di
sudore. “Mi pare di sentire odor di femmina!”, ricordate. Ecco. L’afrore della
femmina, variamente descritto in letteratura (pensate al sapore di riccio di
mare di Tomasi di Lampedusa: perché la femmina è l'acqua, e il maschio il
fuoco, il che potrà spiegarvi molte cose della vostra vita).
E Gennarino, una tigre
nella gabbia della guardiola.
Finché, un giorno, mentre
la signora Rosa ha già in mano il pomello della porta dell’ascensore, l’urto
delle passioni spinge Gennarino a quello che tanto vorremmo vedere nei nostri
politici, e, soprattutto, nei miei colleghi: un moto spontaneo di verità.
“Quanto me la farei!”
sgorga dalle labbra serrate di Gennarino. A voce riguardosamente bassa, e
rivolto a se stesso, e certo non con volontà di comunicare alla diretta
interessata questa intenzione,
che la distanza di classe renderebbe quasi blasfema.
Ma la frase cade nel
momento di silenzio fra il fruscio delle corde e il cigolio della porta dell’ascensore.
Esattamente in quel secondo. E siccome l’acustica (lo sa bene chi come me da
musicista l’ha dovuta studiare, e chi come me da musicista ne è vittima) non è
una scienza esatta, le parole giungono nitide alla signora Rosa, che
impercettibilmente si irrigidisce, chiude la porta dell’ascensore, fa un
marziale dietro-front e col medesimo passo inesorabilmente ritmico si avvicina
allo sportello della guardiola.
Guardiola che a Gennarino
appare d’un tratto come un paradiso perduto, compromesso per sempre da un moto
che si sarebbe dovuto, ma, lo attestano i fatti, evidentemente non potuto,
reprimere.
Dall’uscio della
guardiola la splendida fiera profferisce un: “Gennarino, cosa avete detto?”
Gennarino balbetta,
tartaglia, zagaja (fate voi): “No, signò, io non ho detto nìente...”.
Implacabile, curule: “Gennarino,
cosa avete detto?”
Gennarino: “Nìente,
signora Rosa, ‘o vero...”.
Perentoria, mostrando una
contenuta ma non a lungo contenibile impazienza, scandendo le sillabe: “Gennarino,
cosa avete detto?”
Posto di fronte alla
violenza dei fatti, un uomo che non sia un economista trova in sé il coraggio
della verità. Gennarino alza gli occhi, squadra la signora Rosa, e a sua volta
scandisce: “Quanto me la farei!”
La signora Rosa accoglie
benigna e compassionevole l’omaggio reso alla sua proterva femminilità: ella stessa è conscia della bestiale violenza che il suo essere femmina esercita sul maschio, e non può quindi non compatire chi a questa inaudita, ferina violenza ha soggiaciuto. Rimira Gennarino, che è
sulla trentina, e ancorché umile garzone, sufficientemente bello della persona,
poi suadente: “Gennarino, ve lo volete togliere uno sfizio?”
Vedete quali e quante window of opportunities vi aprirebbe dire
la verità, gentili colleghi?
Gennarino trasecola, ma
ormai alea jacta est, bisogna tenere
botta: “Come, signora?”
“Venite domani alle tre
su a casa mia, con 500 euro”
“Come?”
“Con 500 euro”
“No, dicevo...”
“Gennarino: domani. Alle
quindici. A casa mia. Con cinquecento euro.”
Altro dietro-front, e quando
un Gennarino completamente abasourdi si
riprende, comincia a processare i dati, nella tromba delle scale si è già
spento l’eco dello scatto della portiera dell’ascensore, su, al terzo piano.
E ora, fottendocene delle
unità aristoteliche, siamo alle 15 di domani.
Per la precisione, alle
15:00:00.
Suonano alla porta del
notaio Caracciolo.
Apre la signora rosa in
guepière: “Gennarino, la cinquecìento euro la tenete?”
Gennarino ostende la
banconota violetta, la signora Rosa accosta la porta, e il resto potete
immaginarvelo (mani sopra la coperta, gentili congeneri: ricordatevi che
chi si tocca, come gli estremi, perde la vista...).
E restiamo a casa
Caracciolo. Si son fatte le 18, e la signora Rosa, lassata Gennarino sed non satiata dopo tanto chiavare, sente
chiavare l’uscio (riferimenti a Dante e a Flaiano superflui per gli happy few, inutili per gli altri).
Arriva lo sposo, il quale manifesta un minor disinteresse del solito per la
femmina che censo e caso gli hanno dato in sorte.
Le si appressa premuroso e:
“Rosa, è venuto oggi Gennarino?”
Interdetta, nella sua
castigata vestaglia, la signora Rosa non trova strategia migliore del dire la
verità (che poi, del resto, sappiamo essere se non precetto, esortazione
evangelica): “Sì, Pasquale”,
“Alle 15?”
Terrorizzata, ma al
contempo interdetta dalla totale assenza di pathos rusticano nella domanda, la
signora Rosa prosegue per la sua traiettoria, come per la loro proseguivano
quegli aristocratici, i piddini d’antan, che nel 1793 si recavano controvoglia
a Place de la Grève per essere accorciati (e le tricoteuses commentavano...): come prima per Gennarino la guardiola,
così ora per lei i trecìento metri quadri al terzo piano dell’immobile patrizio
si profilano nell’immedicabile rimpianto di un paradiso perduto: “Sì, tesoro”.
“E ti ha dato una
cinquecìento euro?”
Pallida, hagarde, la signora Rosa ammette con un
filo di voce: “Sì”.
E il notaio: “È un bravo
ragazzo, il nostro Gennarino. Questa mattina mi ha chiesto di prestarglieli, e
mi aveva promesso di restituirli entro le tre. Avrà avuto una crisi di
liquidità. Cortesemente, mi dai la banconota?”
La signora Rosa si
conforma lietamente al dettato del suo consorte.
E la morale della favola
qual è?
Ma, ce ne sono tante: da Boccaccio a Pareto, potremmo sbizzarrirci. Io
ne ho due: la prima è che pranzo volentieri con chi, come Carlo B., racconta
barzellette così dense di significato (la mia prosa supplisce solo in parte
alla sua abilità mitica: guardate che per un bolognese fingere di essere
napoletano è più difficile che per Tsipras fingere di voler uscire dall’euro!).
La seconda è sempre la solita: cari politici, dire la verità conviene, e
converrebbe non solo quando come nel nostro apologo è una scelta obbligata. Vi
converrebbe dirla finché siete in tempo, o per lo meno esigere che non vengano
dette grosse scemenze, e levarvi di torno chi fino a ieri le diceva e oggi
continua a pensarle.
Ma a questo sarà dedicato
il post successivo...
(...nel quale scorreranno fiumi di sangue. Imparerete cosa sono i
rendimenti decrescenti, cos’è la critica di Lucas, e imparerete anche la
differenza fra un camorrista e un economista: il primo fa allusioni, il secondo
citazioni...)
http://youtu.be/FWvcYUGj41o
RispondiEliminaProfe.
RispondiEliminaQuesta è vecchia però.
Come la finanza e la menzogna.
EliminaPerò.
EliminaCome l' ha raccontata lei non l' avevo mai letta (/sentita).
E' n' artista represso nel corpo di un triste economista...
E' vecchia, ma è raccontata alla grande.
EliminaSprattutto insegna come si fa e come si restituisce un debito. Alla fine c'è una redistribuzione perfetta del valore, tutti sono abbastanza contenti e nessuno ha perso nulla. Altro che game theory!
bel racconto ed istruttivo , del resto la donna che paghi prima è quella che ti costa meno... e visto che oggi è domenica oltre a rendere grazie a nostro Signore voglio esprimerle la mia riconoscenza per la sua ultima fatica letteraria...che dire libri del genere sono rarissimi , forse unici...voglio infine con molta presunzione congratularmi con me stesso per aver intuito da subito , le sue straordinarie doti... si sentiva che lei aveva il cuore caldo
RispondiEliminaEhi Prof. Che ci fa sul quotidiano la Nazione?
RispondiEliminaChe sorpresa! :-)
La sto leggendo adesso a pagina 6.
Sotto la sua foto ci hanno messo quella del Papa con la Merkel.....
Complimenti!
Questo è il link all'articolo:
EliminaSono soddisfazioni per noi piddinesi. Ma perchè nessun avvertimento? Ci voleva la tessera del circolo cacciatori? O mi è sfuggito..
EliminaProfeta in patria. Bravo Bagnai ;-)
EliminaZitto zitto il Prof. si infila nel sistema come un virus trojan..... lo "infetta" dal di dentro. ;-)
EliminaErik, l'ingresso era riservato, ma noi abbiamo provato a cercarti in edicola due volte, e tu non c'eri, sigh...
EliminaMi riempie di gioia. Sarebbe stata una felice sorpresa ed un immenso piacere incontrarvi.
EliminaMi hai fatto rischiare l'incontro con Prodi, che notoriamente mi blocca la digestione. Ma le tue api avevano bisogno di te...
EliminaSe ricapitasse, passate al ritiro del miele, senza indugio. Anche Daniela ne sarebbe felice.
EliminaLa verità non sempre paga (su questa terra) infatti Rosa ci ha rimesso i 500 euro (però spero si sia divertita) e Gennarino se l'è spassata aggratis grazie a una doppia bugia.
RispondiEliminaSecondo me l'aneddoto non calza: siamo ai trucchetti e alle mezze verità dal sen fuggite. Il suo Gennarino è furbo;
l'altro Gennarino è sincero (e alla fine... sapete come finisce il film, no? Il capitale vince sempre).
Detto ciò non trovo nulla di riprovevole nel pranzare con l'imprenditore e anche a trovare un alleanza di buon senso per tutti.
Le guerre tra poveri, disperati, indigenti e pezzenti (in atto e in divenire) fa solo il gioco di quella ristrettissima élite con interessi completamente divergenti dal resto dell'umanità che campa sul divide et impera.
Ma perché poi deve essere disdicevole pranzare con gli imprenditori ? Sarà che a me i duri e puri mi sono sempre stati sui cojoni e mi hanno sempre destato più di un interrogativo poiché la storia insegna che molto e troppo spesso una volta al potere si sono comportati molto peggio.
RispondiEliminaSenza considerare, secondo me, che in questo momento la lotta non è di certo tra imprenditore e dipendente ma tra grossi capitali contro tutti gli altri.
Io le auguro di trovare quanti più finanziamenti possibili per cercare di continuare il lavoro di divulgazione che sta portando avanti, anzi, qualcuno, ed anche molto molto abbiente lo avrei anche io da presentarle, ma purtroppo per ora sta dall'altra parte.
Ma la speranza è l'ultima a morire, per forza
" e mi aveva promesso di restituirli entro le tre".
RispondiEliminaFinezza nella finezza.
Che poi alla fine la signora Rosa forse già sapeva del debito e forse ne ha approfittato per conoscere meglio il bel Gennarino...
Elimina...chissà
La furbizia è femmina.
Su canale 5 al talk show di questo pomeriggio, titolone in alto " dalla casta agli evasori: siamo un paese di disonesti?"
RispondiEliminaNon mollano a quanto pare, forza PUDE,
Per me, napoletano come Gennarino, la morale della favola è evidente e riguarda la naturale simmetria del "fottere": se vuoi fottere (mi scuso per il linguaggio prosaico e scurrile) una donna devi necessariamente fottere anche il marito.
RispondiEliminaSe fotti i lavoratori, chi stai simmetricamente fottendo??
Morale: non è male mangiare con i capitalisti, è male non mangiare.
RispondiEliminaMi raccomando Prof., solo "capitalisti imprenditori" nostrani DOCG.
RispondiElimina(Se la chiama Soros, cosa da non escludere oggi, non ci vada)
Mi sa infatti che Krugman ha preso una cantonata quando ha scritto che Varoufakis non apparteneva all'estabilishment finanziario (e che quindi doveva affidare il suo futuro al successo della trattativa piuttosto che al 'bail-out').
https://birdflu666.wordpress.com/2015/01/29/does-soros-control-syriza-new-greek-finance-minister-looks-like-controlled-opposition/
Prof. Bagnai non pubblichi link di siti complottisti.
Elimina@cellai Il sito di cui ai messo il link è inguardabile.
Sì, ho visto che è una chiavica, e avevo già esortato il Cellai. Ma lui insiste. Sai, io sono binario, non nel senso di triste e solitario, nel senso di zero e uno... Va detto che Soros finanzia un po' tutto il mondo. Io però se dovessi dire ne ho le palle piene di chi mi dice cosa c'è dietro, quando è tanto chiaro cosa c'è davanti!
Elimina43 Se la tua mano ti fa commettere il male tagliala: è meglio per te entrare nella vera vita senza una mano, piuttosto che avere tutt'e due le mani e andare all'inferno, nel fuoco senza fine.
Elimina44-45 Se il tuo piede ti fa commettere il male, taglialo: è meglio per te entrare zoppo nella vera vita, piuttosto che essere gettato all'inferno con due piedi.
46-47 Se il tuo occhio ti fa commettere il male, strappalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, piuttosto che avere due occhi ed essere gettato all'inferno, dove si soffre sempre e il fuoco non finisce mai.
Passo a sostenitore puro (di asimmetrie).
Constato infatti che non sono piu' il solo ad aver perso la capacita' di cogliere la vena ironica di un intervento (ovviamente quando c'e', ed a me e' successo purtroppo di recente con un post di Alberto49).
Quando succede (parlo per me) vuol dire che si sta perdendo l'equilibrio mentale ed allora e' meglio per tutti tacere.
A proposito, l'omonimo della bella Jean, il 'complottista', e' da una settimana circa ospite di una prigione di sua Maesta' (ne avra' per un anno ancora): e' stato infatti condannato (in primo grado, ma con sentenza immediatamente esecutiva) per una sorta di 'procurato allarme' ed e' la prima volta che accade (in un Paese occidentale almeno) che un giudice (barrister) venga imprigionato per aver segnalato un presunto 'complotto' ad un ministro in carica.
L'avessi detto una volta sola... Certe cose, se potessero essere capite, non andrebbero spiegate, no? :)
Elimina@ Nicola con affetto.
Eliminawww.youtube.com/watch?v=qWTiIXjLmO4
Luca non ti preoccupare, a me capita più spesso di chiunque altro.
EliminaSecondo me intamagnun ha completamente sbagliato la domanda perchè non doveva chiedere al Professor Bagnai come é possibile che un uomo di sinistra va a pranzo con i capitalisti imprenditori invece di andare a pranzo con i proletari? ma piuttosto perchè l'IMPRENDITORE invita a pranzo il professor Bagnai! e non un suo dipendente...
RispondiEliminaForse sono amici di vecchia data
eppure a me mi viene da pensare alla raccolta di figurine che si faceva da piccini (l'album dei calciatori/questo celò,questo mi manca) oppure a certi politici che quando si dissolverà l'euro ci diranno che cè la "prova televisiva" che dimostra che loro(quel giorno/a quell'ora/su quel canale) sono sempre stati contro l'euro.
Questo o altri imprenditori non vanno a mangiare con i loro dipendenti ne tantomeno gli raccontano barzellette nè in bolognese nè in napoletano.
Probabilmente si tratta di un imprenditore che esporta e non di uno di quelli che delocalizza e/o importa e commercializza qui in Italia.
RispondiEliminaE se dà lavoro ad operai italiani (che si preoccupa anche di loro e non approfitta delle contingenze per demansionarli), sono imprenditori di tutto rispetto!
Forse c'è un refuso. Mi pare che la banconota fosse da 300€. Comunque queste banconote non le potremmo utilizzare per una elargizione quantitativa a favore di Re Nasone della Buona Compagnia dell'Europa che ormai sostituisce quella delle Indie. Poi a proposito del postator cortese, dovrebbe trattarsi di un maître e mez come diceva Totò ma di osteria, vista la compagnia che le propone, oppure di un piddonzo, sottogruppo dei piddini, che da recenti studi sembra essere il gruppo più numeroso all'interno della specie ma che, chissà perché, non riesce mai ad acquisire la guida del conglomerato. Ma che è il maggior tributario di figure di riempimento per governo, commissioni ecc.. Mi colpisce e mi induce a pensare la nota di toti tot, anche mio conterraneo oltre che di Gennarino, della simmetria del fottere. Io ero rimasto al classico binomio fottente/fottuto, ma lui apre uno spiraglio su una stanza degli specchi che rischiano di moltiplicare le immagini all'infinito per cui il fottente deve stare molto attento se non vuol chiudere lui il cerchio. Questa considerazione mi fa venire in mente il popolo greco che mi pare stia chiudendo il cerchio in questo frangente. È vero che risultano molto ostici a recepire la Verità predicata dal nostro Prof(eta), ma anche noi che la recepiamo e tentiamo di fare da apostoli, anche non autorizzati (a me per esempio non è toccato il dono delle lingue), troviamo molto spesso certi capatost ai quali non entra niente in testa e sembra che la abbiano solo per "sparter' é récchie" ( al secolo per divider le orecchie, notazione fonetica: nel napoletano la e ha tre suoni chiuso, aperto e della e muta francese, in questo caso provoca un allungamento del suono che la precede)
RispondiEliminaStanding Ovulation!
RispondiEliminanon so se possa interessare ma il prof è andato a cena anche con me a Varese..
RispondiEliminasì ok.. era più intento a guardare (scherzo!) la mia amica bionda e dagli occhi azzurri..
e va be', siamo masculi!
No, non scherzi: per essere bionda aveva un suo perché. Torno il 4 di luglio con un programma di musica napoletana. Tu puoi restare a casa, è noioso. Mi presti 500 euro?
EliminaAhahahah, sempre sul LAVORO prof!
EliminaIntamagnum, ma i vertici "confederali", che siano più a pranzo con i Monti di turno o con la base? Ed anche se andassero a cenare con la base, sai che perdita di tempo per quest'ultimi ascoltare delle autentiche "corazzate potiemkin" sulle cause della crisi e su come uscirne?
RispondiEliminaI vertici confederali non sono a pranzo, sono il pranzo, pori cojoni, come ricordai quest'oggi a TgCom24 (testata capitalista).
Eliminaa prof, se le presto 500 € e la mia amica mi sfratta poi come faccio?
RispondiEliminanon sono siciliano dentro (quindi nemmeno dentro) che poi minaccio in maniera convincente...
PS: non può spostare la data?
Cribbio, il 4 DOVREI essere a Cassino.. noooooooooooooooo
Ovvero, come trasformare una vecchia barzelletta in un capolavoro.
RispondiEliminaUlteriore e assolutamente superflua dimostrazione di come la stessa cosa in mani diverse possa portare a risultati molto diversi. Come lo stesso pallone sui piedi di Baggio o di Derticia. La stessa racchetta in mano a Federer o a Seppi. O lo stesso libro nella cartella di Bagnai o di Boldrin.
E soprattutto spiega bene la funzione del denaro per la veicolazione di beni e servizi e la differenza fra denaro e ricchezza.
RispondiEliminaCostantino Rover
Signora Germania, tu ti inquieti con me, ma è inutile. Perché il giorno in cui, presa dall’ira, farai baccano con qualcuna delle tue mille macchine e mi distenderai sulla terra, vedrai che dal mio corpo immobile si alzerà un altro me stesso, più bello del primo. E non potrai mettergli un piastrino al collo perché volerà via, oltre il reticolato, e chi s’è visto s’è visto.....................
RispondiEliminaE questa è la fregatura per te, signora Germania.
mi sa che il prof. novello Obi-Wan Kenobi, oltre che provare a tirare fuori dal lato oscuro della microeconomia qualche capitano imperiale piddino (compito improbo), sia andato sopratutto per cercare crediti.
RispondiEliminaCome saprete il comandante Ian Solo ama laute ricompense per dare un passaggio sulla Millennium Falcon (salvo poi immolarsi -cuore coraggioso- per uno sguardo della belle principessa Sheila).
Che la forza della MacroEconomia sia con noi.
PS: il trucchetto del prestito, da ignorante qual sono l'avevo visto nella versione televisiva del Decameron (che non ho letto), mi viene il dubbio che abbia origini più antiche, ne sapete qualcosa?
Post dell'anno, @intamagnum dai campi e dalle officine colpito e affondato! :D
RispondiEliminaLa morale:
RispondiEliminaNon prestare mai i soldi al portiere!
Gian Mario Marras
Se penso che senza l'€ lei avrebbe avuto il tempo e le energie per dedicarsi alla letteratura!
RispondiEliminaMa finirà e allora...
L'incipit e' degno del miglior Camilleri, per dire.