giovedì 5 settembre 2013

Confidenze fra uomini (di sinistra)...

(devo dirvi la verità: provavo un sottile piacere nel rivolgermi a dei miserabili servi - del pregiudizio, dell'ideologia, delle rispettive parrocchie - in una lingua tanto aristocratica. Ma visto che qualcuno di voi ha voluto fare un lavoro socialmente utile, ben venga...)




Caro A.,

nell'attesa di buone notizie, ci tengo a precisare il senso del mio messaggio precedente. Riguardo alla “guerra”, era prevedibile che avendo io denunciato il tradimento intellettuale della sinistra italiana, essa avrebbe risposto contrattaccato. Ci sono voluti due anni (ah, quanto è lenta, sclerotizzata, polverosa, autoreferenziale la sinistra!...), ma gli attacchi cominciano e sono pesanti a volte: debbo dunque rispondere a mia volta, e comincio a essere un po' stanco. Gli argomenti sono gli stessi visti in Francia, quando la sinistra francese ha dovuto inseguire Marine Le Pen: ci sarebbe un'uscita dall'euro “da sinistra” (io avevo notato piuttosto un'entrata da sinistra) e un'uscita “da destra”, e, evidentissimamente, io sarei quello che vuole uscire da destra. L'uscita da sinistra consisterebbe, da quel che ho capito, in due cose: controllo dei movimenti di capitale, e indicizzazione dei salari per proteggere gli operai dall'inflazione. Dunque mi sembra di comprendere che io, secondo i collaborazionisti di sinistra, sosterrei la libera circolazione dei capitali, e sarei contrario all'indicizzazione dei salari!

Ti rendi conto?

Questi miserabili sono davvero ridicoli. Ho scritto un libro di 400 pagine per mostrare che la libera circolazione dei capitali è una parte importante del problema, in realtà la radice del problema, per poi spiegare come l'euro sia il principale strumento di questa libera circolazione, per affermare che bisogna rimettere delle regole, per dire di quali regole abbiamo bisogno, per fare una ricognizione del dibattito internazionale su queste regole. Non solo. Ho chiaramente spiegato nel mio blog e nel mio libro che l'indicizzazione non è stata la principale responsabile dell'inflazione degli anni '80, e che certo bisognerebbe a ogni modo pensare a reintrodurre (anche con l'euro) forme di protezione del potere d'acquisto dei lavoratori (se esistono in Belgio perché da noi no?) È tutto per iscritto, perciò quelli che mi attaccano accusandomi di “destrosità” mentono, mentono per assicurarsi la sopravvivenza politica, per dimostrare agli altri e soprattutto a sé stessi di essere “più a sinistra” dell'ultimo arrivato, questo Bagnai che nessuno conosceva, che senza usare il linguaggio liturgico del marxismo in due anni ha saputo spiegare la crisi a decine, centinaia di migliaia di italiani. È più che concorrenza: è blasfemia. Quindi mentono. E, lo ripeto, è soprattutto a sé stessi che mentono, questi poracci i cui nomi ti sono sconosciuti (Ferrero, Gianni, una sorta di spaghetti-Mélenchons), perché se capissero davvero cosa hanno fatto a chi si fidava di loro, perderebbero ogni rispetto di sé.

So che sei in grado di apprezzare due piacevoli dettagli di questi attacchi.

Il primo è che questi difensori del proletario credono davvero che la moneta “forte” possa proteggere il potere d'acquisto dei lavoratori! Questa è bella! Chiunque vede che l'euro altro non è che il “Reagan europeo” (definizione dello stesso Mundell), che il suo scopo era di favorire le “riforme strutturali” (tradotto: compressione dei salari) sotto i colpi di crisi previste, favorite dall'abolizione delle regole, per condurre i popoli europei all'obiettivo che l'oligarchia e i suoi cani da guardia si erano dati. Non è per caso che il Pil italiano è regredito ai livelli di 18 anni fa. Ecco come la moneta forte protegge il proletario, idioti, imbecilli, traditori! Ma ci credono. Sono costretti a crederci, perché c'è una cosa che la sinistra aveva e non ha più: l'autocritica.

E a ragioneE il motivo c'è!

Si può fare autocritica quando non si ha il potere. Ma quando lo si ottiene, l'autocritica è pericolosa: chi osa avventurarsi su questo terreno rischia di perdere la fettina di potere guadagnata a prezzo di tanti compromessi, di tanta prostituzione intellettuale (o d'altro tipo). Quindi, l'autocritica oggi non è più di sinistra, quindi non possono ammettere che la loro idea che una moneta forte protegga i bassi redditi è una stronzata siderale, quindi si trovano a difendere l'euro nel momento in cui le vere élite, quelle che si sono servite di questi poveracci per alleviare il disagio sociale (dando una tinta di “rosso”, cioè “rosa” ai governi tecnocratici che hanno fatto il macello), nel momento stesso in cui le stesse élite, dicevo, si preparano all'uscita.
Perché le élite hanno ben spremuto il limone, si son tenute il succo, e si preparano a lasciare la scorza (politica) a questi idioti...

D'altronde, abbiamo in Italia un eloquentissimo precedente storico: l'unione monetaria latina, nella quale entrammo del 1866 per favorire le importazioni di capitali francesi, avendo bisogno di denaro (dopo tre guerre d'indipendenza, e con un paese intero da “modernizzare”, con quale successo ti chiederai...). È sempre per favorire la circolazione dei capitali che si entra in un accordo di cambio scambio, perché il rischio di cambio sulle transazioni commerciali (a 60 giorni) è facile da gestire, mentre sul lungo periodo esso è ben più difficile da prevedere. Dovevamo costruire ferrovie, portare l'energia elettrica a intere città, ecc. Ecco perché ci servivano i vostri soldi (eravate ricchi) ed ecco perché dovevamo darvi in contropartita la certezza del tasso di cambio. Ma le conseguenza furono quelle che si sarebbero potute prevedere facilmente, sempre le stesse: perdita di competitività, politiche di austerità (con una tassa sul macinato che è rimasta nella memoria degli italiani), disagio sociale.  Piccolo dettaglio: nel meraviglioso mondo del gold standard, che l'euro vuole riprodurre, era politicamente ammissibile mitragliare gli operai che avevano la sconvenienza di lamentarsi. Fu ciò che fece il generale Bava Beccaris a Milano nel 1898, durante la “protesta dello stomaco” (come fu chiamata). Risultato: 80 morti, e per lui una medaglia e un posto da senatore. Provando così che la mitraglia era un'opzione politica praticabile. EppureCaso vuole che due anni dopo il capo dello stato, il re Umberto I di Savoia, soprannominato per evidenti motivi “re mitraglia”, ebbe a ricevere tre pistolettate, una delle quali al cuore. Anche quella era un'opzione politica praticabile.

Questa pseudosinistra che difende ancora l'euro, a volte in modo coperto, evocando monete comuni o parallele di cui non si capisce mai bene il senso, e terrorizzando la gente con lo spettro dell'inflazione, è adepta di Bava Beccaris, che lo sappia o meno. Non importa: che siano idioti o in malafede, i loro elettori li hanno giudicati e la loro vita politica giunge al termine. Ma la bestia ferita è sempre la più pericolosa. Certo, se la bestia è, come in questo caso, un insetto, si dovrebbe piuttosto dire fastidiosa...

Il secondo dettaglio è più sottile. La sinistra italiana, avendo perso, si mette nell'attitudine politica del perdente, ovvero: la minaccia. Lo sappiamo, è Leonardo Da Vinci (nientemeno) che ce lo disse nel XV secolo: la minacce sono l'arme dell'amminacciato. Dunque, queste povere marionette non cessano di puntare il dito contro la Germania (“Angela, se non fai come diciamo noi, vedrai...”), o contro i “capitalisti”. In particolare, l'indicizzazione dei salari (che, ripeto, sarebbe necessaria soprattutto dentro l'euro!) è visibilmente impiegata in una logica di minaccia: “capitalista cattivo, attento, perché se usciamo dall'euro che ci protegge, noi, i proletari, noi, gli economisti dei quartieri poveri, ti costringeremo a indicizzare i salari”. Ora, quello che distrugge politicamente questi rincorbelliti è il fatto che io mostro non solo che queste minacce sono una chiara ammissione di debolezza (esse infatti non hanno alcun valore politico, se non quello di dimostrare agli elettori che “abbiamo fatto qualcosa”), ma in più sono totalmente irrazionali, perché in principio in linea di principio (a) sarebbe nell'interesse stesso della Germania uscire da questa impasse, e (b) sarebbe nell'interesse stesso dei "cattivi" capitalisti indicizzare i salari (e di ciò vi sono esempi storici).

Che la Germania sia in crescente difficoltà è evidente a tutti oggi. Quando lo scrivevo due anni fa nessuno lo capì. Ora è chiaro: tanto meglio. La domanda ora è la seguente: si pensa davvero che la miglior cosa da fare per tentare l'impossibile, cioè per cercare una risposta cooperativa alla crisi europea, sia minacciare i tedeschi? Rinfacciargli i loro crimini e debiti di guerra, come faceva un “intellettuale” di sinistra qualche giorno fa su Repubblica? Chi può essere così stolto? Risposta: un intellettuale della sinistra italiana (specie se è un “sociologo”). Questa gente, questi poveretti che si considerano dei “raffinati politici”, davvero non hanno alcuna capacità politica.

E per quel che riguarda i salari, è un fatto conosciuto e accertato (per esempio in Italia, dopo la prima guerra mondiale) che in una situazione in cui si aumentano le aspettative di inflazione (anche a causa delle bugie dei “idioti di sinistra” che le sovrastimano per le ragioni tattiche sopra esposte), in una tale situazione l'indicizzazione dei salari è vista con favore dagli imprenditori, perché smorza le aspettative di inflazione. È molto semplice: poiché dato che dei criminali continuano a berciare ragliare che avremo inflazione al 20%, credi che sarebbe più facile per un imprenditore gestire un rinnovo contrattuale assicurando un'indicizzazione anche al 100% dell'inflazione effettiva, sapendo che sarà verosimilmente più contenuta, o cominciare una lotta senza quartiere con i sindacati? Non è teoria, è storia: dopo la seconda guerra mondiale fu il capo di Confindustria (la nostra Medef) a sostenere propugnare l'indicizzazione.

Ecco cosa detestano, gli idioti di sinistra. Detestano il fatto che ciò che presentano per ragioni di marketing come una minaccia, e come una cosa di sinistra, io lo presenti come una cosa razionale, accettabile da tutte le parti sociali.

È un paradosso.

Accettando l'euro, hanno rinnegato l'esistenza della lotta di classe, hanno affidato alle banche centrali “indipendenti” il lavoro dei sindacati, ovvero la protezione del potere d'acquisto dei lavoratori. Abbiamo visto i risultati. Ma nel momento in cui c'è un paese da ricostruire, in cui avremmo bisogno di riunire tutte le forze del paese, loro, che hanno solo bisogno di “apparire” di sinistra, dopo aver sostenuto per 30 anni un progetto politico fascista, si oppongono a ogni soluzione che non si presenti come una dichiarazione di guerra! Sveglia, miserabili idioti! C'è già stata una guerra, e l'avete fatta perdere ai poveri elettori che si sono fidati di voi. Nel momento stesso in cui sproloquiate di uscire da sinistra confessate che nel mondo da voi costruito non c'è alcuno spazio democratico, non c'è destra né sinistra, non c'è che il PUDE (Partito Unico Dell'Euro). Uscire è prioritario per motivi di democrazia ancor prima che di economia. Ma questo non potete ammetterlo, sarebbe ammettere il tradimento.

Al contrario, i “liberisti” mi temono e si tengono a distanza per il momento, nell'attesa di fottermi al prossimo concorso (se ce ne sarannose ci riusciranno). In Italia diciamo: dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io. Abbastanza chiaro...

Che tristezza, che fatica... Ma sono sostenuto dalle decine di lettere che ricevo, di persone che mi ringraziano, e che rappresentano tutte le classi sociali: imprenditori, magistrati, contadini, commercianti, operai. Non mi sono mai sentito così vicino a questa cosa che credevo detestare così profondamente: l'umanità!

E per quel che riguarda il nostro lavoro di ricerca... continuiamo in privato! Rassicurati: sto lavorando...

43 commenti:

  1. Traduzione di elu ei (poi ne parliamo, ora impenno).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non solo ho imparato tante espressioni, per la vergogna ho persino imparato dopo 20 anni a fare la È!!!
      Se servisse manodopera schiavile per traduzioni inglese-francese in tutti i sensi (so che posso evitare errori così scandalosi avendo un po' più di tempo a disposizione), magari per a/simmetrie e ovviamente gratis, sarebbe un immenso piacere. Per me e per il mio curriculum. Nel caso, la mail che controllo è raf_my@hotmail.it

      P.s. scusi la libertà che mi sono preso nel tradurre i vari con, connard e connerie. È stato uno sfogo...

      Elimina
    2. Grazie elu ei per la traduzione!
      [Se posso permettermi, dato che tieni a migliorarti, ti faccio notare che va scritto senza accento quando si accompagna a stesso o medesimo, perché viene meno la necessità di distinguerlo dalla congiunzione omonima (ovviamente non è un errore, io però trovo questa forma più elegante e — non è una battuta — più economica)]

      Elimina
  2. certo che non è molto bravo nell'usare perifrasi....

    RispondiElimina
  3. Grande.
    E' proprio vero, è il potere acquisito, soprattutto quello dei podestà provinciali allo gnocco fritto con il mutuo sub-piddino nella banca del partito, che li spinge a negare la realtà ed a confabulare. E direi anche la disonestà, perché l'autocritica è roba da persone oneste.
    Ah, devo ancora capire cosa intendano per distinzione tra "sinistra economica" e "sinistra politica". Dev'essere quella roba per la quale l'euro poteva funzionare in attesa della grande rivoluzione proletaria.

    P.S. Peggio i dury&pury o i piddini? Gara dura.

    Sempre grazie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'epica disfida tra dury&pury versus piddini é uno scontro ex aequo (credo). Quanto al tuo "sinistro" dilemma, direi che la "sinistra economica" è quella che ancora finge di credere nella legge di Say e ce la mena col fatto che la colpa è nostra perché siamo pigri e improduttivi, mentre la "sinistra politica" è quella che ha realizzato un progetto economico fascista facendo finta di non accorgersene, ricorrendo agli espertoni sopracitati per nascondersi dietro un dito. E quel dito...no, meglio non essere scurrili. Dico solo che per capire alcuni concetti base dell'economia sarebbe bastato chiedere ad un economista serio.

      Elimina
  4. Merci a elu ei et a vous monsieur le professeur

    RispondiElimina
  5. l'euro non è un progetto fascista, è diversamente socialista, come i vari Ferrero che lo difendono (ricorda? La battuta è copyleft)

    RispondiElimina
  6. Er cavajere nero s'incazza...2.0!
    Noi soldati pronti alla battaglia!
    Ma non si preoccupi, non spariranno.
    Troveranno lavoro in qualche ditta di...cosmetici!

    RispondiElimina
  7. Quindi fessi più che malvagi.
    Eppure mi torna in mente il capitolo sulla memoria de' I sommersi e i salvati di Levi (per reggere il peso della vergogna è meglio immaginare di essere stati ingenui o ignoranti all'epoca piuttosto che vigliacchi o complici).

    Grazie anche per questo post!
    Stefano

    RispondiElimina
  8. Egregio professore,

    Sì, in effetti ci hanno messo un po’. Dapprima, nei suoi confronti c’è stata quella che definirei una ‘congiura del silenzio’. Poi, visto che non c’è silenzio che tenga di fronte a milioni di pance vuote, hanno dovuto prendere in considerazione come ammansire chi dimostrava che la linea ufficiale era ufficialmente sbagliata, e rischiava di convincere le ‘pance vuote’ che non era colpa loro se non avevano da mangiare.

    La reazione è stata pavloviana, direi. In un mondo ormai incapace di comprendere le sfumature (se non quelle di grigio, e non più di cinquanta), che si accontenta di spartire l’universo in destra e sinistra - corni alternativi di una macchina che produce sempre solo la stessa cosa, ovvero una sostanza nigra che trasforma l’oro in piombo - è perfettamente conseguente inquadrarla, a seconda dei casi, in uno che vuole ‘uscire da destra’, o ‘da sinistra’, dando a ciò valore fondativo e non solo topologico, ovvero quello che gli darebbe un fuggiasco da un cinema in fiamme. Gli insulti ovviamente che seguono sono diversi nella forma, ma speculari nella sostanza, ovvero lei è un eretico che non tiene conto della realtà – secondo i dotti farisei – del mondo destro sinistro.

    Ho letto alcune di queste acute osservazioni, peraltro con pretese predittive che fanno sembrare Nostradamus un dilettante, e l’impressione che ne ho tratto è quella di chi, in mezzo all’uragano, si preoccupa se i pennoni perderanno un po’ di colore. A me, che di economia poco ne capisco, pare, a priori, che giudicare in maniera negativa con logica e razionalità l’intero ‘affaire euro’ sia segno d’ indiscutibile inclinazione verso i più indifesi, oltre che testimonianza di notevole lucidità epistemologica. Altri, disprezzano l’intero mosaico perché credono che una o due tessere non tengano. O sancta simplicitas!

    Ecco, egregio professore, se mi permette - e scusa la svicolatura filosofica - direi che proprio qui è il punto e la confusione di questi divisori del mondo in due parti in eterno conflitto ma complementari, un mazdeismo della moneta che meriterebbe miglior causa: sta, la loro confusione, nel credere che il moto incessante di questa macchina simmetrica valga per il cielo il mondo e l’uomo. Persino il sotto, il sopra e addirittura il prima e il dopo non esistono più (il Fogno europeo non è altro che un eterno presente da innamorati non corrisposti di impossibili eden).
    Con l’ovvia terza e susseguente del sillogismo – loro errore, si badi bene – che recita che il bene è il funzionamento della macchina, e il male non esiste più o, meglio, è al di fuori, quindi inconcepibile.

    Ora, lei ha dimostrato che quel vuoto assoluto che circondava la macchina perfettamente funzionante – summum bonum - non era tale, anzi, ha provato che la macchina perfetta, il guscio di noce dei mazdei dell’euro, non era altro che un elemento transitorio, un riflesso senza senso nella vita contraddittoria del pleroma: contraddittoria e quindi vitale, che non sogna, ma è misto di bene male e varia umanità.

    Egregio professore, ha distrutto il giocattolo perfetto in mano ai bimbi che credevano di aver creato un mondo perfetto e, quindi, irresponsabile, il che le ha procurato una stima senza pari da chi crede che nell’universo ci siano ben altre cose che la filosofia di chi gioca ad essere Dio; e il rancore indefesso, e secondo me inguaribile, dei defraudati dell’eden, i padroni del bene, e quindi i legislatori per diritto assoluto.

    Solita, vecchia differenza tra chi ama l’uomo per quel che è, e chi lo vorrebbe simile agli dei. Di solito, i primi consumano una pizza e una birra in santa pace con gli amici, e i secondi innalzano roghi. Sarò impazzito – come questo brogliaccio dimostra abbondantemente – ma io sento, sotto l’odore di rose e miele del buon euro, il puzzo di carne umana bruciata.

    Scusandomi per la prolissità, la saluto con stima, egregio professore.






    RispondiElimina
  9. Non sono vecchissimo, sono sulla sessantina, ho percorso anch'io un pò di strade tutte però sul versante, nel mio piccolo, dell'"impegno sociale" come si diceva una volta. fin da ragazzo mi sono impegnato nel movimento studentesco, poi nella cultura fondando insiema ad altri un circolo arci, poi con un esperienza breve ma intensa nel comparto alimentarista della cgil per una lotta, dentro le fabbriche di conserve alimentari dell'agro nocerino, al capolarato. Io mi sento di sinistra, ma la vivo, ormai, come una identità molto più ampia che abbraccia l'umanità delle persone al di là della ideologia, paravento per le scelte dei partiti della sinistra che di sinistra hanno mostrato ogni volta di non avere più niente da quando hanno abbracciato la globalizzazione liberista, svenduto i beni dello stato e ceduto ad altri la nostra sovranità e via di questo passo per partecipare poi alla costruzione della grande e ipocrita messa in scena della guerra al terrorismo, per la difesa di una democrazia che maschera gli interessi di una elitè finanziaria che produce armi , che si impossessa delle fonti energetiche, che gestisce il commercio alimentare e impone ai contadini del mondo le sue sementi, che sottrae autonomia e sovranità con istituzioni sovranazionali che ci ingabbiano con le loro regole. La sinistra vera c'è ancora ma non ha più etichette. Ha invece il volto semplice di chi ha i piedi per terra e non nega per partito preso la realtà dei fatti, di chi concretamente guarda all'interesse generale e tende la mano al di là degli steccati. Caro professore, mi associo ai ringraziamenti.

    RispondiElimina
  10. io nn la vedo complicata.. queste persone sono spesso fumose e falsamente ideologiche.
    e cmq, in generale, chi si accollerebbe la responsabilità di un genocidio bianco?
    francamente sarebbe una grossa responsabilità..
    meglio prendersela contro corruzione e l'altezza media degli italiani.

    RispondiElimina
  11. Lei è un duro!
    Questi post mi danno una carica tale da riuscire a passare attraverso un muro di cemento.
    Grazie come sempre per tutto quello che ha fatto e sta facendo.

    RispondiElimina
  12. En passant: il regicida era Gaetano Bresci.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ed era di Coiano, Prato.
      Non lontano da dove e' nato il prof.

      Elimina
    2. Tre colpi, di cui uno al cuore. Bel tiratore.

      Elimina
    3. Però scusate, si lo so che questa non è casa mia, ma siccome sappiamo con che razza di gentaglia si ha a che fare,(i lettori di Bagnai innegiano a Bresci, quindi sono per il napolitanicidio e via luogocomunando) eviterei di tirare in ballo "l'anarchico che venne dall'America"? L'argomento nel post e citato di sfuggita e inserito nel contesto. Poi magari sbaglio io ma ci andrei piano con certi argomenti.

      Elimina
  13. “La sinistra ha smantellato nel tempo tutti i suoi punti di riferimento: Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao. Era rimasto il solo Norberto Bobbio ad illustrare la differenza strutturale con la destra. È stato fatto fuori anche lui e ciò che sopravvive è la sola ‘ideologia dell’Europa’ ove proprio la sinistra ci ha trascinati indicandola come una terra promessa e mentendo su tutta la linea. Avendo perso del tutto la bussola, questi signori fanno ormai da gendarmi ad una baracca i cui interessi sono in netto conflitto con quelli della classe popolare che la sinistra dovrebbe rappresentare e difendere” ''La maggioranza assoluta degli elettori si è espressa in una sorta di referendum contro i vincoli strangolatori europei. Quello che fa un po' pena è sentir dire a Pier Luigi Bersani e Rosy Bindi che «bisogna ridiscutere le regole europee», solo per catturare un sorriso di Grillo. Andatelo a dire a Bruxelles dopo avergli lustrato le scarpe puntellando Monti. Sarete presi a pedate.''L”ideologia’, dichiarata defunta, ritorna in forme impreviste, e alquanto fatue, come ideologia dell’Europa, come valore in sé! L”europeicità’ è diventata la nuova ideologia, soprattutto presso la ex-sinistra. Qui alligna ormai sempre più spesso il monito intimamente compiaciuto e pensoso: ‘Ce lo chiede l’Europa!’. Un tale ritornello, che serve a tappare la bocca a qualunque rilievo critico, è solo una parte dell’ideologia ‘europea’. Si finge infatti che l’epiteto ‘europeo’ (di cui si ignorano peraltro il contenuto e il significato, nonché l’ambito geografico) possa, e anzi debba, riferirsi – qualificando e promuovendo – a un qualche oggetto o fatto o comportamento. Per non parlare della ‘prospettiva’ che è tenuta sempre ad essere ‘europea’ (…) Non vi è soltanto comicità involontaria in questo modo di pensare e di esprimersi. Vi è anche una istintuale ideologia soft-razziale. Tutto ciò che non è ‘europeo’ è peggio.Poiché il problema più grave e più urgente è come uscire vivi dalla morsa dell’euro e dei ‘parametri di Maastricht’, è evidente che è su questo difficile terreno che una (eventuale) risorta sinistra dovrebbe cimentarsi, proporre soluzioni attuabili, battersi per attuarle. Certo, la cosa è resa difficile dalla circostanza (che è ben presente nella memoria dei più) che fu proprio la sinistra – o meglio ciò che allora si faceva passare per tale – a imporre l’entrata nell’euro come in una nuova e allettante terra promessa. (p. 34)
    La creazione della moneta unica europea (lo si dice spesso) fu un assurdo perché non è mai esistita una moneta che non avesse alle spalle uno Stato. Ed è vero; ma a rigore lo Stato c’è, di cui l’euro è proiezione e strumento, ed è la Germania! (…) La creazione della moneta unica ha coronato il processo storico onde la Germania è divenuta (con l’unificazione e i successivi sviluppi ‘europeistici’) il vero vincitore della Seconda guerra mondiale (p. 36-37)
    Dalla dichiarazione dei diritti del 1791 alle codificazioni istituzionali del Novecento (da Weimar al secondo dopoguerra) la ‘marcia dei diritti’ si è venuta svolgendo tra contrasti e conflitti che hanno lasciato segni e ferite indelebili. Ma sembravano, le costituzioni del secondo dopoguerra, aver determinato e stabilito un punto di non ritorno. Ora sappiamo che è possibile anche una marcia indietro, e che essa è incominciata. ‘Ce lo chiede l’Europa!’. Luciano Canfora sulla ''fusinistra''....

    RispondiElimina
  14. Salve Professore,
    prima di tutto la ringrazio per quello che fa.
    In secondo luogo la ringrazio personalmente per due motivi: primo, perchè mi ha dato gli strumenti per leggere la crisi del nostro paese; secondo, perchè mi ha fornito la propulsione necessaria per lo studio della macroeconomia.
    Sto facendo un Master program in "Mainland China Studies, Economics and Trade Division" in Taiwan. Sono quasi alla fine e sto scrivendo una tesi sui motivi che guidano aziende cinesi (Mainland China excl. Hongkong) in attività di fusioni ed acquisizioni nei confronti di aziende residenti EU27.
    Nella mia esplorazione di Eurostat, mi sono imbattuto nei dati sul tasso di cambio reale effettivo dei paesi EU17.(http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/submitViewTableAction.do). Qui mi sono accorto che usando la metodologia "Real Effective Exchange Rate (deflator: consumer price indices - 17 trading partners - Euro Area)" il tasso di cambio reale della Germania si è svalutato di una media di 2 punti percentuali rispetto al dato di riferimento (2005:100) negli anni successivi al 2005, e di una media di 2,5 punti rispetto all'Italia. Ma ciò che mi ha incuriosito è che se si cambia il "deflatore" da consumer price index a unit labor cost (Real Effective Exchange Rate/deflator: unit labour costs in the total economy - 17 trading partners - Euro Area) la svalutazione tedesca risulta essere di 8 punti percentuali rispetto al dato di riferimento, e di più di 9 punti rispetto all'Italia. La forbice si allarga ulteriormente se estendiamo il paniere dei trading partners a 47.
    Ma le vorrei porre una domanda di natura tecnica: a cosa è dovuta la differenza nell'ordine di grandezza della svalutazione nelle due metodologie, ovvero a seconda che ci si serva dell'inflazione o di unit labor cost per misurarla?
    Io ho pensato ad Hartz.

    RispondiElimina
  15. Sì Sì, prof, continua a detestarci come si vede dal blog :-) Quando sarà finita la buriana, avrai ancora dell'economia da insegnare e, come ora si usa dire, "molto altro".

    RispondiElimina
  16. Ciao Alberto, non commento quasi mai, ma ogni tanto bisogna farti sapere che ci siamo, anche se non abbiamo niente di utile da dire. Per due anni nel tuo blog persone di ogni genere hanno fatto domande di ogni genere. Ti hai sempre risposto con pazienza per far capire a quelli che volevano capire. Fa veramente rabbia che persone che fanno finta di non capire scimmiottino i tuoi argomenti scrivendo scemenze come se non avessero mai letto una parola di tutte quelle che hai scritto.Non so se dio riconoscerà i suoi, ma, grazie al tuo lavoro, noi siamo in grado di riconoscere loro.

    RispondiElimina
  17. Avvilente il teatrino che mettono in onda ogni sera sulla tv italiana.
    La domanda è sempre la solita: come se ne esce?
    La risposta è sempre la solita: con riforme strutturali!!!
    Poi segue litania sulla tassazione delle imprese fatta non si sà da chi se non da loro, segue liturgia della benzina che strozza i poveracci......sempre aumentata da loro.
    La messa finisce dando la colpa ai sindacati che hanno reso il mercato del lavoro troppo ingessato e serve più flessibilità.
    Premetto che il mio sogno sarebbe che per una volta uno dei soggetti che partecipano a questi teatrini( ho detto che è un sogno...ok) iniziasse a bestemmiare e dirle di tutti i colori alle madri e alle nonne di queste persone che altro non sono che feccia assunta partime , poi con altrettanta fermezza faccia notare che con tutta la flessibilità oramai messa a rigime i lavoratori sono solo numeri da ruotare a tempo determinato.
    Secondo costoro il problema dell" occupazione è che non si può licenziare, come dire che il lavoro ci sarebbe ma è colpa del lavoratore a tempo determinato che si ostina a lavorare in continuità.Mai che qualcuno domandi a questi emeriti coglioni che se manca la domanda( di lavoro e di ordini) la soluzione non può essere rendere precari anche chi precario non è.
    Se l" imprenditore è flagellato dal pensiero se chiudere e emigrare o chiudere e basta che vuoi che gliene freghi se può assumere in maniera flessibile o licenziare gli stessi operai che lui ha contribuito a formare.
    Ora sono tutti in trepidante attesa per le elezioni tedesche, sono ansiosi di sapere se cambierà il padrone o se il nuovo padrone avrà il luinzaglio più lungo, sperano di poter fare una pisciatina senza che il padrone li riproveri.
    E questi sarebbero li meiò......il top a cui possimo aspirare.
    Capisco il perche molti commentatori parlando della grecia dicevano che nessuno si voleva far intervistare e che era come se si vergognassero, certo, io mi vergogno di essermi fatto fregare in questo modo e da questi soggetti, mi vergogno di avere dei rappresentati che non mi rappresentano, mi vergogno che milioni di persone ancora non capiscono e magari non capiranno nemmeno dopo che li avranno asfaltati.
    Non capirò mai il perche una comunità pur comprendendo che i suoi rappresentanti non fanno il bene della comunità stessa, anzi minano alla radice la stessa esistenza della comunità si dimenino nel discutere se si muore meglio con la destra o con la sinistra, eliminando a priori la possibilità che sarebbe meglio non morire e magari vivere serenamente.

    RispondiElimina
  18. Finalmente so cosa intendete per il PUDE grazie per averlo specificato ! Io l'avrei chiesto, ma dato che non mi pubblicate quasi mai ci ho rinunciato ! Pero' sono sempre contrario all'indicizzazione fatta in percento come fanno da noi in Belgio, non tanto per il pericolo inflazione, ma perchè profondamente ingiusta, perchè fra l'altro va in favore proprio di tutti gli imboscati della sinistra che occupano i posti migliori, cioè meglio pagati, e dunque quelli che con l'indicizzazione in percento ci guadagnano molto di più ! Quanto al fatto che si critichi la Germania o la Francia cio' è dovuto semplicemente al fatto che questi due paesi hanno propagandato delle idee accettate da tutti, come l'europeismo, ma le hanno distorte a loro favore per l'incapacità e con la corruzione della nostra classe politica specialmente di sinistra.
    Pero' resto sempre un suo lettore e ammiratore e se non pubblica il mio commento je m'en moque comme de l'an quarante...quand je suis né !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissimo, non so se dipenda dal fatto che sei belga o che sei interista (onestamente, non mi intendo di calcio), ma il fatto è che per non sapere cos'è il PUDE devi essere nato nel 1840, ed essere quindi morto prima che esistesse Google. Mi viene da pensare che tu sia coetaneo di Ferrero. Per il resto, faccio per una volta eccezione alla regola di non pubblicare commenti vittimistici sul fatto di non venir pubblicati.

      Elimina
    2. Vedo che il mio username le da molto fastidio, peccato perchè significa oltrechè internazionale anche onesto !

      Elimina
  19. da mia esperienza, mi permetto suggerirle riflessione.
    io l'umanità la amo. sono certo che ogni singolo uomo abbia il diritto a un vita serena e dignitosa, sempre. e che una sola vita è sempre tutto il mondo e va salvaguardata.
    ma quando poi mi ci trovo in mezzo, a questa umanità, nei supermercati, sulla spiaggia, o, dio non voglia, nei centri commerciali, questa umanità io la odio, non la sopporto, la detesto goduriosamente.
    mi sono chiesto perché, per anni. e poi questa estate, chissà come credo di avere capito: è la massa che detesto. quel mostro informe senza pensiero, senza scheletro, che sbava dietro il nuovo telefonino o che porta pantaloni tutti dello stesso taglio o capelli con la stessa cresta imbecille. è questa gente che ha ceduto e perduto il pensiero che odio.
    da lì in poi, ho guardato diversamente le persone, chiedendomi perchè fossero ridotte così e chi le volesse così. presi singolarmente, ti accorgi che c'è tanta, tanta possibilità di "ridestarli", più del leon di castiglia!
    io non credo che lei odiasse l'umanità, mi permetta, credo che sentisse questo mio stesso fastidio.
    e lo credo perché se così non fosse non avrebbe dato vita a tutto questo, fidando nel fatto che su vari piani, vari livelli di lettura, varie possibilità intellettuali, vario linguaggio e percezioni, tutti possono comprendere. a volte è l'interlocutore che deve fare lo sforzo di alzarsi al nostro livello di linguaggio, a volte noi che dobbiamo semplificare per lui. ma è la possibilità del contatto che ci ravviva.
    per questo, credo anche, lei mischia i linguaggi, tra il francese, l'italiano, la citazione colta, e il romanesco, la parolaccia o... er cavajere nero. è la forza di una comunicazione che cerca e vuole arrivare a più orecchie possibili perché comprendano come tutto quello che gli pare lontanissimo, questo disastro, in realtà sia sulla loro pelle.
    e credo che anche questo i suoi detrattori non tollerino, il fatto che il suo discorso sia a vasto, forse vastissimo raggio, che ha modalità che possono colpire la portiera e il giurista, capacità che a loro manca. a sinistra si parla ormai solo ai radical chic (vera rovina della sinistra!), a destra solo alle massaie (e ai "furbacchioni"). oltre al contenuto, c'è la fomra: lei ricompatta la comunicazione. e questo per loro è un problema.
    penso si debba rassegnare al fatto che ama l'umanità. poi magari preferisce frequentarla poco, come faccio io... ma questo non contempla che essa resti fuori dai suoi pensieri...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io non sopportavo le persone che non usano le maiuscole, ma poi ho capito che, sotto sotto, è possibile ridestarle. Oltre al contenuto, c'è la forma (ortografia)!
      Senza rancore, s'intende. Ma a leggere la tua prosa senza maiuscole si sente un senso di soffocamento. simile a quello di non trovare la chiave musicale all'inizio di un rigo.

      Elimina
  20. Non la faccio lunga:

    la sinistra ha gestito il crollo della propria identità politica nel 1989 proponendo un nuovo ideale: l'Europa e l'Euro.

    Non può ammettere pubblicamente di aver proposto per la seconda volta una ideologia bella in teoria e nefasta in pratica, in primis per il proprio bacino commercial-politico.

    Sarebbe un colpo esiziale.

    La destra aveva già digerito il primo fallimento e non ha saputo cogliere nuove opportunità, per pigrizia e ricerca di benefici personali (cosa comune anche alla sinistra).

    La nostra classe dirigente tutta persegue un fine squisitamente e meschinemente legato alla sistemazione personale, ne è la prova l'appartenenza degli ultimi due governi a quei circoletti internazionali filo business finanziario...

    Il concetto di interesse nazionale è scomparso tra le categorie del politicamente scorretto...

    Che fare?

    Secondo me occorre non aver cura delle categorie destra, sinistra, centro. Sono legate tutte a fallimenti passati, presenti e futuri.

    Occorre ragionare in termini di amor di Partia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il discorso su cosa siano destra e sinistra oggi è stato fatto centinaia di migliaia di volte. Esistono. Non sono quelle che avete studiato a scuola. Bellofiore per esempio ne dà un'analisi secondo me molto convincente. Il PD, ma anche SEL e RFC sono ovviamente a destra, perché accettano i postulati del social-liberismo. L'euro ne è parte integrante. Il rifiuto di riconoscere questa realtà si comprende in termini di tattica politica. Non sono scemi, sono solo allo sbando. Parce sepultis.

      Elimina
    2. Eh, prof, quello è un emiciclo.
      se uno si sposta troppo a sinistra, finisce per rientrare a destra... e viceversa.
      sarà pure per questo che in troppi nun ce stanno a capì più un ...

      Elimina
    3. Bellofiore parla di lotta di classe.

      Concordo.

      E' una "lotta", in senso buono spero, che personalmente intendo tra la classe di chi si illude che vi sia ancora una democrazia sostanziale - gli elettori (siano essi lavoratori dipendenti, autonomi, imprenditori, econometristi, disoccupati, pensionati, studenti ecc.) ed eletti + le élites che li manovrano con circoli e circoletti, giornali e regaletti.

      I primi impauriti da spread e zozzi di sensi di colpa, i secondi come salvatori della Patria, in quanto "eccellenza sociale".

      Per fortuna che i secondi sono molti di meno, anche se i primi vivono dentro uno stagno opaco e spesso putrido.

      Elimina
  21. Post Scriptum

    Per ragionare in termini post ideologici occorre capire che oramai è la stessa classe dirigente che ci governa che ragiona in tal senso, mentre chiede ai cittadini di non farlo.

    Ecco perchè il conceto di riformismo "strutturale" è oggi stato ribaltato dalla politica. Oggi il termine riforma serve per edulcorare la volontà di portare avanti una controriforma o una restaurazione.

    L'euro è lo strumento giusto.

    Il luogocomunismo sul debito e sull'improduttività serve solo per far venire sensi di colpa a chi sta per subire la controriforma, in modo che chini bene la testa.

    RispondiElimina
  22. Riforme strutturali = taglio dei salari + patrimoniale + legge elettorale ultramaggioritaria + svendita del patrimonio nazionale + trasformazione dell'Italia in giardino e bordello d'Europa & allevamento zootecnico di bestiame umano qualificato da allevare a nostre spese ed esportare in Germania a costo zero (anzi, ringraziando perché l'alleato germanico "dà un lavoro ai nostri ragazzi": una volta c'era l'Organizzazione Todt).
    Quanto al dibattito "uscire da destra, uscire da sinistra", con il contorno delle pregiudiziali di principio antidestra/antisinistra, serve soprattutto per restare fermi e farsi massacrare.
    Il compito principale è formare un fronte antieuro/antiUE con tutti, ripeto tutti coloro che hanno interesse a uscire dalla trappola: che vengano da destra o da sinistra conta zero, conta dove vogliono andare.
    Il primo assioma della scienza politica è che ti puoi scegliere il nemico, l'alleato no.
    Poi è evidente che nel fronte antieuro si dibatte anche aspramente, e che chi ha più filo tesserà.
    Nella Resistenza antifascista le formazioni partigiane giunsero a spararsi addosso (tra fazzoletti rossi e azzurri); nel Risorgimento le formazioni indipendentiste giunsero a mettersi le bombe sotto il sedere e a condannarsi a morte (cavurriani e mazziniani): però Francesco di Borbone non era un "diversamente indipendentista", e Pavolini non era un "diversamente antifascista": erano il nemico, e punto.

    RispondiElimina
  23. Purtroppo la putrefazione della sinistra si e' diffusa in Europa come il cancro, per metastasi (e non quelle che piacciono a Brancaccio).

    Il seguente aneddoto e' personale, ma credo sia significativo anche per altri. Vivo a Londra da circa un anno, trasferito per lavoro. Ieri mia figlia di 3 anni e mezzo ha infilato la gamba tra i raggi della ruota della bicicletta materna, procurandosi per fortuna soltanto un'escoriazione (ma questo l'abbiamo scoperto dopo, sul momento abbiamo temuto che la cosa fosse ben peggiore).

    Mezz'ora e 3 chiamate dopo, l'ambulanza ancora non si vedeva, per fortuna una pattuglia della polizia si e' fermata ed ha portato madre e figlia all'ospedale. Appena prima di partire, scrutando invano l'orizzonte, uno sconsolato bobby ha allargato le braccia e mi ha detto "Semplicemente, non ci sono piu' abbastanza ambulanze. Fino a qualche anno fa ne sarebbe arrivata una in 5 minuti, ma poi con i tagli...". Mia moglie mi ha poi detto che in macchina i poliziotti non smettevano piu' di scusarsi per i ritardi dei soccorsi.

    Passata la paura per la piccola dopo gli accertamenti di rito, ancora adesso ho l'immagine dello sconforto sul volto di un servitore del proprio Stato, quello di "from the cradle to the grave", che mi tormenta.

    Nel frattempo, il livello del dibattito "de sinistra" locale e' questo.

    Un congresso di partito straordinario per decidere se eliminare del tutto l'influenza dei sindacati nel Labour.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti oltre all'euro, ovviamente assente in UK, c'è il problema della visione monetarista (friedman) che domina le banche centrali ed i governi. Tagli e tagli pur di non utilizzare moneta=inflazione.
      Oltre la battaglia anti eurista dovremmo aprire anche quel capitolo.

      Elimina
    2. E' la stessa battaglia. Mettere in discussione l'euro significa mettere in discussione TINA.

      Elimina
  24. Alberto Bagnai è uno dei pochissimi intellettuali genuinamente di sinistra rimasti in Italia. Le idee politiche - di politica economica, sopratutto - per le quali Alberto si batte sono esattamente quelle per le quali hanno lottato generazioni di militanti, di sindacalisti, di lavoratori nel corso del novecento, inclusi i comunisti ed i marxisti che, per quanto riguarda il PCI e PSI, mai sono stati, nei fatti, marxisti rivoluzionari, quanto piuttosto keynesiani di sinistra. Le lotte, i sacrifici, l'incessante lavorare ai fianchi il capitalismo portato avanti da queste generazioni del popolo di sinistra ci hanno consegnato un paese tutto sommato civile, prospero e più giusto di quello che avevano ricevuto. I supposti eredi di questa storia, di contro, hanno ridotto l'Italia nello stato che è di fronte ai nostri occhi- e lo stesso vale per tutto l'occidente industrializzato. Quelli che accusano Alberto di essere di destra sono solo dei pezzi di merda, ignobili vermi peggio dei repubblichini di Salò, e finiranno nella pattumiera della storia. Scusate il linguaggio, ma io sono un lavoratore stipendiato (chissà per quanto ancora..), sono comunista, e non ne posso più di questa feccia.

    RispondiElimina
  25. Questa lettera e' ai livelli di PPP quando scriveva sul corriere. Peccato che ora stranamente in un periodo senza democristiani, il corriere non accetterebbe mai un tal pezzo di letteratura.

    RispondiElimina
  26. Professore, non potendo entrare nel merito della teoria macroeconomica che lei ci spiega ma sapendo che lei è appassionato di qualità totale, mi permetto di segnalare che forse nel 1866 era un po' troppo presto per parlare di "portare l'energia elettrica ad intere città" in quanto, ad occhio, questo avvenne una trentina di anni dopo.
    Saluti e grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...come del resto l'assassinio di re Umberto. Viceversa la sua espulsione per manifesto ingegnerismo sarà molto più rapida. Grazie, qualcosa di storia della tecnologia pensavo di saperlo anch'io. L'UML terminò (pensi lei) nel 1926, e ovviamente mi riferivo al processo storico nella sua interezza.

      Elimina
  27. La versione francese no per evidente mia difficoltà e poco tempo, ma questa m'ha preso...
    Sono commosso per il "pane al pane, vino al vino" chiaro e limpido.
    Grazie, grazie, grazie Prof. Spero che quel che a me ha fatto emozionare per il suo post e per il tradimento subito faccia riflettere la "dirigenza" di sx.

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.