martedì 10 settembre 2013

Smoke sales



(poi se mi date una mano a completare questa lista, magari, ve ne sarei grato. Ricordate, niente fiori, ma opere di bene. Questa potrebbe essere una, e questa un’altra...)


Ricevo da Simone Previti e volentieri pubblico una piccola lista:

(apro e chiudo una parentesi: rileggete la riga sopra. Che c’è scritto? Ricevo da Simone Previti. Simone Previti è lui, non sono io, quindi quello che segue, fino a indicazione del contrario, non l’ho scritto io. Non è per prendere le distanze, anzi! È solo per onestà intellettuale, e anche perché c’è sempre qualcuno che quando ospito post di amici non se ne accorge e poi fa osservazioni strane...)

1999
Algida (Unilever, e naturalmente...; n.b.: impossibile verificare in rete la data dell’acquisizione: mi date una mano?)

2000
Emilio Pucci (Arnault, Francia)
Fiat Ferroviaria (Alstom, Francia)

2001
Bottega Veneta (Francia)
Fendi (Francia)

2003
Peroni (Sudafrica)
Sps Italiana Pack Systems (Usa)

2005
Acciaierie Lucchini (Russia)
Benelli (Cina)

2006
Carapelli Sasso e Bertolli (Spagna)
Galbani (Francia)

2008
Osvaldo Cariboni (Alstom, Francia)

2009
Fiat Avio (divisione Fiat per il settore aerospaziale) (Usa,Inghilterra)

2010
Fastweb (Svizzera, aveva già parte delle azioni dal 2007)
Belfe (Sud Corea)
Lario (Sud Corea)
Boschetti alimentare (confetture) (Francia)

2011
Gancia (Russia)
Fiorucci (salumi) (Spagna)
Parmalat (Lactalis, Francia)
Bulgari (Francia)
Brioni (Francia)
Wind (Russia, prima Egitto)
Edison (Francia)
Mandarina Duck (Sud Corea)
Loquendo (leader nelle tecnologie di riconoscimento vocale) (Usa)
Eridania (zucchero) (Francia)

2012
Star (Spagna) Controlla i marchi RisoChef, Pummarò, Sogni d'Oro, GranRagù Star, Orzo Bimbo ed Olita
Ducati (Germania)
Eskigel (produzione gelati per varie catene di supermercati) (UK)
Valentino (Qatar)
Ferretti (nautica) (Cina)
AR Pelati (pomodori) (Giappone)
Coccinelle (Sud Corea)
Sixty (Cina) Proprietaria dei marchi Miss Sixty e Energie

2013
Richard Ginori (venduta a Gucci, Francese)
Loro Piana (Francia)
Pernigotti (Turchia)
Chianti Gallo Nero Docg (Cina)
Pomellato (Francia)
Scotti Oro (Spagna per il 25%)


Per il discorso acquisizioni bloccate è un po' problematico trovare informazioni, in aiuto mi è arrivata questa pagina di Wikipedia, con un elenco di acquisizioni bloccate. Una in particolare ci riguarda: nel 2006, l'Enel ha cercato di acquisire la Suez, azienda francese operante nel settore energetico. L'operazione è stata però bloccata dal governo francese, il quale, tramite l'intervento diretto del primo ministro Dominique de Villepin, ha portato avanti una controproposta riuscendo a fondere insieme nel 2008 la Suez con la GDF, società, sempre francese, specializzata nella gestione del gas naturale. La cosa simpatica è che l'Unione Europea non vedeva di buon occhio questo stop francese con tanto di intervento governativo, ma evidentemente alla fine qualcuno gli ha fatto cambiare idea...

Nel 2010 la "franceserrima" GDF Suez ha comprato il 70% dell'inglese International Power, acquisendo poi il restante 30% nel 2012. La multinazione è diventata così un colosso da 90 miliardi di fatturato ed è considerata "the world's largest independent power producer" .. nazzzzzionalisti!


(daje Simo’, te la sei meritata la cena ar tavolo co’ Ggiulia. A Pif ce penZa mi fijo, hanno tante cose da dirsi, loro...)

(ah, e comunque una cosa: l’informatica è un’ottima scerta. Per quella sei abbastanza preciso. Per l’economia bisognerebbe da esserlo mooooorto de ppiù... Ma sei ‘n’amico...)









Aggiungo qualche parola, e qui parlo io, io me, er cavajere nero.

Economisti molto preparati (ma forse non in economia internazionale, come spesso capita nel dibattito italiano) hanno sostenuto che dovremmo tenerci l’euro, perché questo, con la sua forza, ci protegge dal rischio di una massiccia acquisizione delle nostre imprese da parte dell’estero. I cosiddetti fire sales. Quindi, come dire, quanto più è costoso l’euro, tanto più noi saremmo protetti dalle incursioni dei capitani di ventura esteri, i quali, dovendo pagare caro l’euro, si guarderebbero bene dall’acquistare le nostre aziende (che poi sono tecnologicamente arretrate e popolate da cialtroni corrotti e improduttivi, una vera metastasi: accipicchia che sòle che si sono presi Unilever, Alstom, Arnault... Se il nostro capitalismo è fatto di piccoli cialtroni, evidentemente quello estero è fatto di grandi fessi!).

Sono di rigore due considerazioni.

Prima considerazione: IDE e conflitto di interessi

La prima è che i colleghi molto preparati fanno benissimo a preoccuparsi: il fatto che l’acquisizione massiccia di aziende italiane da parte estera sia un rischio concreto per il paese viene ammesso, oggi, perfino dall’onorevole Prodi (sul Messaggero del 17 agosto). Sentite cosa dice il decano degli economisti industriali italiani: “Un caso analogo riguarda i consumi di lusso: è vero che essi sono fabbricati in Italia in grande quantità ma molta parte del loro valore aggiunto si dirige verso le imprese straniere che hanno acquistato le nostre aziende e ne incassano perciò i margini commerciali e i profitti, in generale assai superiori ai ricavi che vanno alla produzione.” Fischia! Allora avevo ragione io, o meglio: ha ragione il Manuale della bilancia dei pagamenti, questo sconosciuto, quando mette gli investimenti diretti esteri in entrata al passivo.

E qui apro una parentesi: voi mi direte: ma c’è un espertone, un intellettuale della Magna Grecia, che continua a pontificare dal blog del Fatto Quotidiano che gli investimenti diretti esteri in entrata (afflusso di capitali con finalità di acquisizione di aziende italiane) sono cosa buona e giusta, che ci salveranno, che sono un’attività (asset), e non una passività (liability) nella posizione patrimoniale netta sull’estero del paese (cosa non direbbe un provinciale pur di sembrare originale!). La stessa cosa, del resto, fa il nostro governo: avete presente Saccomanni?

Qualsiasi fenomeno appaia contraddittorio (come ad esempio un economista che ignori la contabilità, o un membro del governo che si proponga di svendere le aziende del proprio paese), si ricompone in un quadro coerente se visto in prospettiva storica.

Leggete questo:

“Le voci "vasso", "vassus" e "vassi" nei secoli X-XI indicavano i domestici, soltanto più tardi indicarono i vassalli, perciò la denominazione "Campus vassorum" indicò un tempo la località dove risiedevano i dipendenti del signore e quindi gli artigiani, i coloni, le famiglie dei funzionari del Castello degli armigeri. Col tempo "campus vassorum" si trasformò in "Campus vassi" e per una certa assonanza: Campobasso, che solo per caso corrisponde alla posizione della città rispetto al castello.”
Ora, vedete, l’economista di Campobasso, guarda caso, è proprio un dipendente di un signore (Goldman Sachs) che dalla svendita del patrimonio italiano ha tanto da guadagnare (pensate solo ai compensi per le varie attività di consulenza e di intermediazione legate a quella cosa non semplicissima che è la vendita di un’azienda). Che un domestico, insomma, o addirittura (titolo onorifico) un maggiordomo del capitale internazionale sia fedele agli interessi del suo signore è cosa commendevole. Verremo scusati, a nostra volta, se noi però difendiamo i nostri, di interessi, quelli del nostro paese, e se a Scacciasestesso preferiamo (beninteso, in termini esclusivamente analitici) il prof. Prodi. Concludiamo con quest’ultimo che sì, la svendita delle nostre aziende è un problema (cosa che stiamo dicendo da qualche tempo, direi da prima di tutti gli altri, ma visto che nessuno ci è stato a sentire questo non credo sia motivo di vanto). E su questo gli economisti molto preparati, lo ribadisco, hanno senz’altro ragione.

Seconda considerazione: l’euro ci protegge?

La seconda considerazione è la seguente. La lista sopra riportata ha l’importanza che ha, cioè zero: è una mera collezione di aneddoti. Certo, osserviamo che le acquisizioni aumentano durante la crisi, ma questo dato ha effettivamente un qualche valore? Potrebbe anche essere solo che Simone ha avuto meno difficoltà a trovare notizie recenti che notizie remote, no?

No.

Le evidenze macroeconomiche ci dicono che le cose stanno esattamente come i dati riportati le lasciano intuire. L’entrata nell’euro prima, e la crisi poi, hanno determinato un’impennata delle acquisizioni di aziende italiane da parte dell’estero. Basta guardarsi le serie storiche, non è che ci voglia molto.

Questa è la serie degli IDE in entrata (i famosi afflussi di capitali) in milioni di dollari:


Due osservazioni: i valori negativi si riferiscono ad anni nei quali gli investitori esteri hanno smobilitato partecipazioni in Italia più di quanto non ne abbiano acquisite. Questo è successo in modo massiccio nel 2008. Ma anche tenendo conto di questa osservazione anomala, il tracciato è piuttosto eloquente. Il flusso medio di IDE in entrata è stato di 2593 milioni di dollari all’anno dal 1979 al 1998, e di 16912 milioni di dollari dal 1999 al 2011.

Qualcuno dirà: be’, però questi sono valori nominali, risentono dell’inflazione. Giusto: allora vediamo il rapporto al Pil:


Il quadro non cambia molto, ma in più si vedono alcuni eloquenti dettagli. Ad esempio, prima dell’euro il picco delle acquisizioni non si è avuto dopo la svalutazione del 1992, come dicono quelli dei fire sales, ma nel 1988, in pieno Sme “credibile”, quando cioè la lira era “forte” perché si manteneva in un rapporto di cambio rigido con l’Ecu, cioè col marco (lo abbiamo raccontato tante volte).

Ooooooops!

C’è qualcosa che non torna nel discorso di quelli che “la valuta forte protegge l’operaio dalla perdita di potere d’acquisto – si è visto come – e anche l’azienda nazionale dalla svendita”. E quello che non torna è sempre la stessa cosa: la mancanza delle basi dell'economia internazionale, e in particolare la scarsa conoscenza della letteratura teorica ed empirica sul commercio internazionale.

Mi spiego: qui c’è gente che continua a credere e a raccontare che l’euro sia stato messo su per rendere la vita facile ai turisti, o alle ditte di import/export. Ma noi sappiamo, e lo si sapeva anche prima, che i vantaggi dell’euro misurati in questa dimensione sarebbero stati irrisori: lo aveva detto lo stesso studio della Commissione Europea! Le transazioni commerciali risentivano (e risentono) del rischio di cambio in modo molto limitato perché i mercati finanziari consentono efficaci coperture a breve da questo rischio (del resto, metà del nostro commercio vi è ancora soggetto, no? E quando il sistema di Bretton Woods crollò non vi fu alcun crollo del commercio mondiale, no? E l’euro non  ha particolarmente spinto il commercio intraeuropeo, come ora tutti sanno, giusto?).

Compagni, rassegnatevi: l’euro che difendete (apertamente, o gesuiticamente, con distinguo vari, dai fire sales alla moneta comune...) è stato fatto per proteggere i movimenti di capitale a medio-lungo termine dal rischio di cambio, cioè per favorire la circolazione indiscriminata dei capitali all’interno dell’Eurozona. L’euro è un pezzo importante (anche se “locale”) del progetto di globalizzazione, che così, a occhio, non mi sembra esattamente una cosa “di sinistra” (per lo meno, non quella basata sul fatto che il capitale vada liberamente dove gli pare a far quello che gli pare in assenza di qualsiasi controllo dello Stato – ah, compagni, scusate se ho detto Stato: sono evidentemente anche un po’ nazionalista...).

Attenzione: come ho detto più volte, questo ovvio dato di fatto non esclude che ci potessero anche essere buone intenzioni e che ci siano magari anche stati sporadici buoni risultati. Ma il punto è che un progetto fatto per favorire la circolazione (cioè i deflussi e gli afflussi) di capitali crea evidentemente, in re ipsa, un ambiente favorevole all’acquisizione di aziende da parte di capitali esteri, e proprio non si vede come sia logicamente possibile sostenere il contrario! Attenzione: ovviamente la cosa vale nei due sensi, si intende: anche noi abbiamo avuto più facilità nell’acquistare aziende estere. Ma qui subentra la mens rea di Bruxelles: chissà perché, quando ci muoviamo noi per acquistare, se tentiamo di farlo nei paesi del Nord, son sassate nei denti (l’episodio citato da Simone è uno dei tanti, gli altri ve li ricordate).
E allora, per favore, basta con questa storia che l’euro ci protegge dai fire sales.

L’euro è i fire sales.

Perché quando acquisti un bene all’estero, i prezzi rilevanti sono due: quello della valuta estera, e quello del bene estero. L’euro, distruggendo la redditività delle aziende italiane (attraverso la chiusura dei mercati di sbocco, attraverso il collasso del mercato interno favorito dalle riforme a base di flessibilità, attraverso mille canali) ha fatto crollare il prezzo delle aziende italiane. Chiaro? Il prezzo delle aziende è crollato molto più di quanto il prezzo della valuta (l’euro) sia aumentato.

E non mi riferisco solo al prezzo di quelle quotate in borsa: mi riferisco anche alle aziende non quotate, che a fronte di cali importanti del fatturato sono ben liete di accettare offerte di liquidazione sottoprezzo.
Un crollo della quotazione di un’azienda del 20% la rende del 20% più conveniente per l’investitore estero ma non aumenta la sua competitività di prezzo e quindi non le dà strumenti per resistere a offerte di acquisizione. Una svalutazione del 20% rende l’azienda più conveniente del 20% per l’investitore estero, ma al contempo rilancia la sua competitività di prezzo, la sua capacità di generare fatturato e profitti, e quindi di resistere. In Italia sta succedendo la prima cosa ma non può succedere la seconda.

Chi vuole l’euro vuole lo sterminio e la vendita a saldo di quello che resta delle nostre aziende. Visto che le aziende sono proprietà dei loro proprietari, che siccome hanno usato per acquistarle dei capitali sono dei capitalisti, se vogliamo pensare che il capitalista è cattivo ed è un nemico del proletario “a prescindere”, la svendita può anche essere vista come una cosa di sinistra, e così può essere visto l’euro.

Possiamo poi illuderci che il capitalista straniero sia necessariamente più bravo di quello italiano e che quindi per difendere il posto di lavoro di chi ce l’ha (magari fottendosene un po’ delle prospettive di chi non ce l’ha) il compito del sindacato debba essere quello di favorire le varie svendite (salvo poi pentirsene quando i lavoratori italiani vengono licenziati e gli stabilimenti chiusi, con il trasferimento in altri lidi di tecnologie e marchi). Mi avete raccontato centinaia di storie simili, e sono venuti qui anche sindacalisti a confessarci il loro disagio a fronte di questa linea, lo ricordate?

Io sarei per una visione lievemente più organica, anche perché, vedete, c’è un dettaglio.

Finché l’Italia usa una moneta straniera (l’euro), se un entità residente in Italia (ad esempio, un’azienda di proprietà estera) deve fare pagamenti all’estero (ad esempio per corrispondere alla casa madre estera dei profitti conseguiti in Italia), prima bisogna che la valuta straniera (l’euro) utilizzata sia entrata in Italia in qualche modo. Chiaro? Il deficit di pagamenti con l’estero determinato dalla necessità di rimpatriare i profitti all’estero deve essere compensato da un surplus da qualche altra parte. E come si corregge il saldo delle partite correnti lo sapete: con l’austerità.

Quindi chi vuole l’euro vuole un lavoratore licenziato dall’investitore che ha acquistato l’azienda italiana (perché questo accade spesso e volentieri), e tartassato, a valle, dallo Stato italiano, perché bisogna fare sacrifici per onorare i vari impegni con l’estero, fra i quali anche quello di remunerare il capitale del capitalista (estero) che ti ha licenziato.

Il danno e la beffa.

Sono sicuro che molti di voi si riconoscono in questa situazione. E quindi, purtroppo, non riusciranno più, come non ci riesco più io, a riconoscersi nella sinistra che in questa situazione li ha messi, ci ha messi. Preciso, a beneficio degli imbecilli, che questa non è una dichiarazione di voto per la destra, ma solo l'auspicio che prima o poi si apra a sinistra una riflessione seria, basata non dico sulla teoria economica, ma almeno sulla contabilità nazionale. Certo però che se partiamo dal presupposto che la contabilità nazionale è di destra perché l'ha usata Keynes che non era marxista non andremo da nessuna parte, o meglio non ci andrete voi...

 

(Certo, per unire questi due puntini bisogna sapere un po’ di economia internazionale, e rinunciare al manicheismo, una religione molto antica, come Belli spesso sottolinea nei suoi sonetti. Oggi la vedo molto praticata nell’Illinois. Attenti, ragazzi: esagerando col manicheismo rischiate di perdere - oltre al lavoro - anche la vista. Anzi, direi che la vista l’avete già persa: continuate ad attaccare chi difende gli interessi dei lavoratori, chi spiega qual è il meccanismo che li opprime. Be’, su, un po’ di invidiuzza vi si può anche perdonare. Però ora basta, eh? Va bene? Ricordatevi di Donald. Donald chi? Appunto...)

169 commenti:

  1. Nella società liquida la globalizzazione ha creato una forte interdipendenza tra tutti gli angoli della terra ed una governance debole all’interno dei contesti locali.

    Ormai la vita degli Stati risiede al di fuori della portata territoriale e gli Stati stessi non sono più sovrani delle loro scelte, si trovano in uno stato che Zygmunt Bauman definisce di "Double Bind", ovvero di contrapposizione tra due forze che spingono in direzioni diverse, ovvero:

    L’esigenza dei politici di farsi rieleggere
    La finanza che pretende profitti

    E’ all’interno di questo scenario che nasce l’attuale crisi politica, poiché i governi non sono più in grado di risolvere i problemi a livello locale e non generano risposte.

    Il risultato di queste due forze contrapposte si concretizza in un calo della fiducia da parte dei cittadini ed una loro/nostra frustrazione che sfocia, ad esempio, nella formazione di movimenti di vario tipo, che cercano nuovi modi di fare comunicazione.

    Bauman definisce la situazione in cui ci troviamo di "Interregno", ossia un periodo storico di transizione in cui c’è disgregazione, non si conoscono esattamente quali siano i modi di agire e come essi possano sostituire i criteri che ci hanno trascinato nella crisi.

    Il problema non risiede solo nella caduta delle ideologie, bensì nel disincanto.

    E NELL'EURO... PER QUANTO RIGUARDA L'EUROPA

    QUINDI NON HA PIù SENSO FARE DISTINZIONI TRA DESTRA E SINISTRA, SE MAI DOVREMMO FARLE TRA ONESTA' E DISONESTA' INTELLETTUALE.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il quindi mi pare campato in aria. Io non sono fra quelli che idolatra la parola sinistra, storicamente legata alla nascita rivoluzionaria del parlamento borghese, ma questa fine di destra e sinistra che esce sempre fuori come il prezzemolo mi infastidisce. Sul resto mi permetto di citare:

      Amico: Voi parlate, a quanto pare, un poco ironico. Ma dovreste almeno all'ultimo ricordarvi che questo è un secolo di transizione.

      Tristano: Oh che conchiudete voi da cotesto? Tutti i secoli, più o meno, sono stati e saranno di transizione, perché la società umana non istà mai ferma, né mai verrà secolo nel quale ella abbia stato che sia per durare. Sicché cotesta bellissima parola o non iscusa punto il secolo decimonono, o tale scusa gli è comune con tutti i secoli. Resta a cercare, andando la società per la via che oggi si tiene, a che si debba riuscire, cioè se la transizione che ora si fa, sia dal bene al meglio o dal male al peggio. Forse volete dirmi che la presente è transizione per eccellenza, cioè un passaggio rapido da uno stato della civiltà ad un altro diversissimo dal precedente. In tal caso chiedo licenza di ridere di cotesto passaggio rapido, e rispondo che tutte le transizioni conviene che sieno fatte adagio; perché se si fanno a un tratto, di là a brevissimo tempo si torna indietro, per poi rifarle a grado a grado. Così è accaduto sempre. La ragione è, che la natura non va a salti, e che forzando la natura, non si fanno effetti che durino, Ovvero, per dir meglio, quelle tali transizioni precipitose sono transizioni apparenti, ma non reali.

      Elimina
    2. Mi pare che la necessita' dei politici di farsi rieleggere stia trovando da sola la strada della soluzione: tra non molto in Italia ci saranno di nuovo i titoli ereditari.

      Elimina
    3. Ahimé, devo concordare con Bisanzio e anzi no, dissento! In realtà i titoli ereditari già ci sono! Al pari degli Sforza, dei Medici etc. abbiamo i Letta, probabilmente avremo i Berlusconi e questo al livello nazionale.
      Al livello locale poi non si contano figli, nipoti, fratelli, sorelle, cognati e quant'altro si voglia già collocati in comode poltrone con annesso ottimo stipendio.
      Poi dice uno si incazza.

      Elimina
  2. Cucine Berloni spa ai taiwanesi di Hcg (luglio 2013)

    RispondiElimina
  3. chissà cosa direbbero, gli amici del triste club FARiseo, noto anche come: "dal 1996 sevedeva il dividendo dell'euro perché gli operatori sono razionali e quindi anticipano gli eventi futuri blablabla" (cosa che, però, ti sanno dire sempre a posteriori), dopo aver visto il suo grafico, in cui gli IDE esplodono proprio in prossimità dell'introduzione della cara moneta unica..

    Ah no, aspetti, in questo caso nonsevedeva, è chiaro, o no? boh, chiederò a loro magari.

    riguardo alla precisione, dove devo migliorare? Sono volenteroso, cercherò di risolvere il mio probbbblema.

    Sono sicuro che er Palla si divertirà almeno quanto me..

    RispondiElimina
  4. http://www.coldiretti.it/news/pagine/473---4-luglio-2013.aspx

    PS: a professò, te sei scordato l'AS Roma (18 agosto 2011)!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero! Se so' comprati puro la magggica!!

      Elimina
    2. sciorino il link postato prima in modo tale da agevolare la consultazione delle informazioni.
      cosi salviamo un po di tempo al prof e a tutti gli altri!
      sti dati vanno tutti sbattuti in faccia domani sera.

      MARCHI DEL MADE IN ITALY CHE NON C’E’ PIU’

      2013
      • CHIANTI CLASSICO (per la prima volta un imprenditore cinese ha acquistato una azienda agricola del Gallo nero)
      • RISO SCOTTI (il 25% è stato acquisito dalla società alla multinazionale spagnola Ebro Foods)
      - Pasticceria Confetteria Cova (pacchetto di maggioranza) – LVMH (francia)
      2012
      • PELATI AR - ANTONINO RUSSO (nasce una nuova società denominata "Princes Industrie Alimentari SrL", controllata al 51 per cento dalla Princes controllata dalla giapponese Mitsubishi)
      • STAR (passata al 75% nelle mani spagnole del Gruppo Agroalimen di Barcellona (Gallina Blanca)
      • ESKIGEL (produce gelati in vaschetta per la grande distribuzione - Panorama, Pam, Carrefour, Auchan, Conad, Coop) (ceduta agli inglesi con azioni in pegno d un pool di banche).

      2011
      • PARMALAT (acquisita dalla francese Lactalis)
      • GANCIA (acquisita al 70% dall’oligarca russo Rustam Tariko)
      • FIORUCCI –SALUMI (acquisita dalla spagnola Campofrio Food Holding S.L.)
      • ERIDANIA ITALIA SPA (la società dello zucchero ha ceduto il 49% al gruppo francese Cristalalco Sas)


      2010
      • BOSCHETTI ALIMENTARE (cessione alla francese Financière Lubersac che detiene il 95%)
      • FERRARI GIOVANNI INDUSTRIA CASEARIA SPA (ceduto il 27% alla francese Bongrain Europe Sas)

      2009
      • DELVERDE INDUSTRIE ALIMENTARI SPA (la società della pasta è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl che fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata)

      2008
      • BERTOLLI (venduta a Unilever, poi acquisita dal gruppo spagnolo SOS)
      • RIGAMONTI SALUMICIO SPA (divenuta di proprietà dei brasiliani attraverso la società olandese Hitaholb International)
      • ORZO BIMBO (acquisita da Nutrition&Santè S.A. del gruppo Novartis)
      • ITALPIZZA (ceduta all’inglese Bakkavor acquisitions limited)

      2006
      • GALBANI (acquisita dalla francese Lactalis)
      • CARAPELLI (acquisita dal gruppo spagnolo SOS)
      • SASSO (acquisita dal gruppo spagnolo SOS)
      • FATTORIE SCALDASOLE (venduta a Heinz, poi acquisita dalla francese Andros)

      2003
      • PERONI (acquisita dall’azienda sudafricana SABMiller)
      • INVERNIZZI (acquisita dalla francese Lactalis, dopo che nel 1985 era passata alla Kraft)

      1998
      • LOCATELLI (venduta a Nestlè, poi acquisita dalla francese Lactalis)
      • SAN PELLEGRINO (acquisita dalla svizzera Nestlè)

      1995
      • STOCK (venduta alla tedesca Eckes A.G., poi acquisita dagli americani della Oaktree Capital Management)

      1993
      • ANTICA GELATERIA DEL CORSO (acquisita dalla svizzera Nestlè)

      1988
      • BUITONI (acquisita dalla svizzera Nestlè)
      • PERUGINA (acquisita dalla svizzera Nestlè)

      Fonte: Elaborazioni Coldiretti

      Elimina
    3. Mi sembra di vedere che anche gli iberici si sono dati da fare fino all'approssimarsi dello scoppio della bolla, chissà quanto ci metteranno a svendere a loro volta ai nordeuropei...

      Elimina
  5. Ar cavajere nero:
    L'espertone del Campus vassi conclude il suo cv sul FQ dichiarandosi una "coscienza in esilio", ma ha dimenticato di aggiungere una coscienza "in esilio da se stessa".
    Ma basterebbe leggere il suo incipit agiografico "sono nato... nell'ormai lontano 1961" per non leggere oltre.

    RispondiElimina
  6. Nel 2007 la Sergio Tacchini è stata venduta ai cinesi di Hembly,

    RispondiElimina
  7. Gruppo Coin (Ovs , Coin etc.) >BC parteners (UK)2011
    -il gruppo era gia' stato ceduto dalla famiglia coin al fondo Pai nel 2005-

    Marcolin (occhiali ,fashion ) > Pai parteners (Uk)2011

    Saeco (macchine caffè) > Philips (olanda)2009

    Safilo (occhiali fashion) > Hal investments (olanda)

    si tratti di aziende da centinia di milioni (coin quasi un miliardo) leader nei loro settori
    vocate all'esportazione...

    RispondiElimina
  8. dimenticavo: l'acqua Sanpellegrino è Nestlé dal 1997!
    eravamo già ancorati al cambio ma non so se c'entra
    una questione prettamente gestionale.
    poi ci sono le cessioni IRI-> Italgel che passa alla Nestlé(1993) e quindi :Gelati Motta, Antica gelateria del corso, La Valle degli Orti e Gruppo Dolciario Italiano (Motta, Alemagna).

    PS:ALGIDA (1999) (fonte da verificare).

    RispondiElimina
  9. Alberto, immagino che il documento che vado a sottoporre sia già stato visto e stravisto, ma al tempo per un contributo che avevo inviato a 48 avevo utilizzato questa relazione della Corte dei Conti, utili sono (oltre a quelle iniziali) le pagine dalla 21 in poi, dove vengono intabellate tutte le aziende statali della galassia IRI fino al 1992 e successive dismissioni realizzate per "immergersi" a piè pari nella m..ehm, Euro. A sostegno delle argomentazioni sui fire sales avvenuti a fine anni '80 e da seconda metà anni '90, sono eloquenti le pagine 28 e 29, in cui nel paragrafetto 3.3 si evince: "Durante il periodo 1996-2000, il processo di privatizzazione italiano, come quello di molti altri paesi, raggiunse il suo picco massimo. I proventi derivanti dalle vendite raggiunsero un ammontare ragguardevole, pari a 80 miliardi di euro..."...

    RispondiElimina
  10. Il lungo elenco delle aziende vendute dovrebbe essere sufficiente a far riflettere, ma forse prendendo a caso un azienda (la Fiat Ferroviaria) ed entrando facilmente a posteriori sugli avvenimenti potrebbe essere più semplice.
    La Fiat Ferroviaria era una importante azienda italiana che dava lavoro a oltre 12000 all'epoca(visto lo sviluppo degli ETR oggi sarebbero decisamente molti di più)all'avanguardia nell'innovazione, tanto che fu proprio Fiat Ferroviaria a brevettare il primo pendolino ad assetto variabile (prototipo FIAT Y 0160) che portò alla nascita dell'ETR 400.
    Il successo del 'pendolino' fu tale che dall'Europa cominciarono ad arrivare i primi ordini. Credo che possiate immaginare dove venissero prodotti, quale fosse la manodopera e soprattutto dove venissero effettuati gli utili e pagate le tasse.
    Ora nel 2000 arrivarono gli 'investitori' francesi della Alstom...... e indovinate ora dove vengono ordinati i treni ETR in Europa? E quanta forza lavoro è rimasta in Italia nel settore della ex Fiat Ferroviaria (circa 3000) e l'utile della Alstom contribuisce a quale PIL?

    RispondiElimina
  11. Un piccolo siparietto che spiega tante cose e che mi sembra integrarsi bene con questo post. Come sai da tempo finanzio la stampa libera (leggi: compro Lotta Comunista). Questo significa che, di nascosto da mia moglie, acquisto anche preziosi incunabili contenenti la ristampa delle lettere di Marx alla cameriera o cose simili (Estiqqatsi pensa ...). Il fatto è che ogni volta che acquisto il giornale o il prezioso volume contenenti i documenti del sindacalismo statunitense dal 1890 al 1910 mi trovo a fare una chiacchierata su temi politici con l'aderente di Lotta Comunista che fa la propaganda porta a porta. In genere si tratta di persone preparate, serie, appassionate, oneste. Ora, da quando è nato Goofynomics, la cosa è diventata reciproca: loro mi martellano con Lenin ma io li martello con la mia propaganda (c'è Bagnai, un economista italiano, dice cose interessanti, ...).

    L'ultima volta è successo un macello. Il compagno di Lotta Comunista mi voleva spiegare la crisi dell'eurozona a base di debitopubblico, svalutazionecompetitiva e ironia sulla "liretta". Giuro. Non ci ho visto più. Mi sono un po' alterato e (sintetizzando) ho invitato il compagno a non tornare più a casa mia senza aver studiato "Il Tramonto dell'euro". Mi risulta che Marx l'economia classica la conoscesse. O no?

    Questi vogliono fare la rivoluzione e della crisi attuale e della contabilità nazionale conoscono la vulgata del Corriere della Sera!

    It's a long way to Tipperary, it's a long way to go ...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma poverini, sono così carucci i compagni di Lotta Comunista! Io me li ricordo sempre in giacca beige e cravatta marrone, di fronte all'ingresso di Economia e commercio, proporre timidamente il loro giornale... Mi facevano tanta tenerezza, ma sai, ho sempre avuto poco tempo da dedicare ai miei sentimenti, tranne uno, il narcisismo, e quindi, come dire, non è che, pur solidarizzando, potessi prestar loro quell'attenzione che tu, nella tua solare e mediterranea generosità, hai finora ritenuto di dovergli dare.

      Dimostrando infine a te stesso (ed è la dimostrazione più difficile) di essere un coglione! (detto in amicizia)

      Perché una cosa l'abbiamo capita: pei malati c'è la china, per (certi) marxisti non c'è medicina. E te lo dice uno che è stato l'unico a parlare di lotta di classe sul Manifesto nel famoso dibattito, cosa della quale si è accorto solo Bellofiore (in Illinois non ci hanno fatto caso).

      Elimina
    2. @Paolo Gibilisco
      Pure io continuo a finanziare, anche se da tempo ho deciso di ridurre di molto la mia quota - e così farò. Ultimamente ho impegnato per un'ora e mezza il mio fornitore porta-a-porta di giornale, il quale è stato diverse volte messo in difficoltà. Il tema (suo e della "linea") è debito pubblico e sindacato europeo etc etc, come ho scritto tempo fa in un commento a cui non posso rimandarvi non per narcisismo, che ci sarebbe, ma perché non ho (ancora)imparato a inserire link attivi.
      Non ho avuta l'intelligenza di consigliarli la lettura del libro anzi del Libro.
      Dunque, nella graduatoria di coloro che "cogliono" mi situo a un livello più alto di quello che il prof sembra già aver attribuito a te. Facciamocene una ragione.

      Elimina
  12. Però, detto proprio da Prodi, il Male-duce dell'Iri e re delle s-vendite, che la vendita delle aziende nazionali è un problema, mi fa leggermente inc...are. Ma è mai possibile che in tema di politica economica italiana debba prevalere tra i "nostri" politici la visione schizofrenica della realtà (ed è già grasso che cola che, dopo, dicano da sobri analisti cosa hanno fatto da ebbri vassi)?

    RispondiElimina
  13. Sorry to come bit and pieces...

    Crèdit Agricole acquista nel 2007 Cariparma e Banca Popolare FriulAdria . Nel 2011 acquista anche Carispezia.

    RispondiElimina
  14. Nella descrizione del quadro generale di sconfortanti macerie, impagabile la prospettiva storico - etimologica.

    RispondiElimina
  15. Grazie dei contributi. Oggi pomeriggio ho quattro appuntamenti: due giornalisti, un politico, e un collega straniero. Se son rose fioriranno. Voi però continuate ad allungare la lista, come state facendo, perché presto la userò, e godremo insieme.

    RispondiElimina
  16. Quando ho letto l'inizio di quello che è il testo che viene da lei, lei, il cavagliere nero, ho penZato: ah! Evidenti casi di individui effetti di "asimmetria acuta"! Ed infatti, leggendo sotto, si uniscono puntini, puntoni, spuntoni ecc.

    Volevo segnalare questo link perché casca a fagiuolo: c'è uno screenshot della tabella "Attività/Passività" redatta dalla Banca d'Italia che è a mio avviso chiara anche per i Piddini di quelli "Extreme" che più "Extreme" non si può.

    Spero possa tornare utile! Che poi, il link è ospitato sulla piattaforma che raccoglie i link ai vari blog come Claudio Borghi, Voci dalla Germania, Goofynomics, ecc.

    RispondiElimina
  17. Io non dimenticherei la Nuovo Pignone qui, se non funzione link attivo http://it.wikipedia.org/wiki/Nuovo_Pignone#Situazione_attuale.

    RispondiElimina
  18. Lo sentivo che c'è un motivo politico per cui continuo a mangiare Nutella, anche se eccedendo (sic) mi esplode la gastrite.
    (Non è una battuta)

    RispondiElimina
  19. Una domanda, Profe: ma il manicheismo è manuale, se ad esagerare dandoci dentro si perde la vista?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non conoscete la letteratura. Che peccato... Per Belli i cattolici sono quelli che si servono in vaso proprio (diciamo "a favore di natura"), i turchi sono (ovviamente) i sodomiti (cosiddetti "contro natura", o controcorrente), e i manichei sono gli onanisti, più comunemente detti segaioli. E in certi ragionamenti che si senton fare, di seghe ce n'è veramente tante. Guarda che Belli va letto, non è facortativo...

      Elimina
    2. Ma Belli è provinciale, io sono invece per gli europeisti à la Habermas

      Elimina
    3. ma pensi un po' se uno oltre a scoprirsi manicheo deve pure leggersi er libbro! Questo corso di studi goofynomici inizia a diventare impegnativo, vale molti più crediti, mi farò sentire con il rettore!

      Elimina
    4. Sarà forse per questo che a Foggia si dice farsi i manici?

      Elimina
  20. 1998 Lamborghini (Germania)
    2001 Standa (Germania via Austria)
    2006 BNL (Francia)
    2007 Cariparma (Francia)
    2007 Borsa Italiana (UK)
    2007 IES (Ungheria)
    2011 COIN (UK)
    2011 CR LA Spezia (Francia)
    2011 Findomestic Banca (Francia)
    2011 Bormioli (UK)

    RispondiElimina
  21. Cmq, in caso, ecco qui qualche nome che mi pare di non aver visto nella lista:
    - Coin, dal 2011 al fondo private equity britannico BC Partners
    - Standa, in cui la parte abbigliamento è finita a Coin nel 1998 mentre i supermercati sono finiti al gruppo austriaco Billa (controllata della tedesca Rewe) nel 2001
    - San Pellegrino (che controlla marchi quali Pejo, Vera, Levissima, Recoaro, Panna, San Bernardo, fatturato 900milioni) acquistata nel '97 dalla Nestlè
    - Buitoni, acquistata nel 1988 da Nestlè, che nel 2008 ha ceduto alcuni rami (pasta secca, pasta uovo e fette biscottate) al gruppo italo-svizzero NewLat Group SA
    - in merito all'Algida, pare da questo articolo de Linkiesta che sia stata acquisita a metà anni '60 dalla Unilever, ma non ne sono sicuro perchè in rete mancano i riferimenti...

    RispondiElimina
  22. 2013 (forse...):

    INTERNAZIONALE FC (IL calcio) > Thoir, Indonesia

    Caro prof, si riguardi e non si strapazzi ... comunque, con un quarto d'ora di adorazione Eucaristica alla sera può buttare nel cesso tutte le pasticche per dormire

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non proprio un'attività in utile però... non so quanto possa defluire in Indonesia o altrove dopo aver tappato i buchi di bilancio. A meno che Thoir non sia interessato solo agli incassi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi (in Italia e a casa sua, visto che è nel ramo) fregandosene dei conti della società per poi magari scaricarla dopo averla spremuta per bene.

      In verità l'unico a guadagnarci sarà Tronchetti Provera che avrà accesso al mercato indonesiano grazie alla futura partnership tra lo storico sponsor dell'Inter e la nuova proprietà. Da interista l'idea che capitali nazionali investiti in Indonesia possano generare profitti che (forse) tornerebbero in patria non riesce a consolarmi della perdita. Aò, ce sta 'a Fede! :)

      Elimina
  23. 'sticazzi che tirata!
    Il cavajere in grande spolvero... sta rifinendo la preparazione atletica per mercoledì?
    Scherzi a parte, provo a contribuire sull'argomento fire sales e legnate nei denti quando si prova a mettere gli occhi su qualcosa che sta a nord, mentre su quel che succede a sud a Bruxelles non gliene po' fregà di meno...
    Dunque, come esempi di acquisizioni italiane mi pare di ricordare Endesa (spagnola, quindi roba del sud). Come esempio di chiusura a una fusione straniera ricordo la vicenda Autostrade-Abertis (ma era comunque una faccenda tra gente del sud).
    Sui fire sales ricordo Husqvarna, acquisita da BMW nel 2007, masticata, sputata e ceduta a KTM cui interessa solo il marchio (in questo modo KTM controlla tutti i principali marchi europei del settore fuoristrada) e ha già annunciato lo spostamento della produzione in Austria.
    Ricordo anche le acciaierie Terni (AST) acquisite da ThyssenKrupp (e di cosa è successo dopo e per quali ragioni è inutile parlare), e la Dalmine s.p.a. (oggi Tenaris) e la Carlo Erba, tutti acquisti collocabili negli anni '90.
    Sulle legnate nei denti a nord ricordo quando Fiat aveva manifestato interesse per Opel, di cui GM aveva valutato la cessione. Vabbè, GM non è tedesca, ma quali siano gli interessi tedeschi legati al marchio è ben evidente: infatti sappiamo come si è schierata Frau Angela, sappiamo che alla fine non se ne fatto niente e sappiamo che GM qualche stabilimento Opel l'ha chiuso. Ma non in Germania, in Belgio...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusate: 'sti cazzi vuol dire "chi se ne frega". Capisco che nelle altre regioni italiane non si capisca, ma io bandirò dal blog chiunque usi il turpiloquio in modo inappropriato. E che cazzo!

      Elimina
    2. Domando scusa e rettifico:
      "Caspita che tirata!"

      Elimina
    3. Sempre su Opel pero' non e' andata esattamente come voleva Angela: inizialmente a FIAT fu' favorita il consorzio tra Magna (parti auto) e OAO GAZ (gruppo auto russo, controllata dalla banca di stato russa Sberbank) e a Opel fu' concesso un prestito-ponte dallo stato tedesco per evitare la bancarotta (alla faccia delle normative anti aiuto di stato) contro la promessa di concludere le trattative di cessione a questa cordata. Dopo un anno invece i manager di Detroit si rimangiarono le promesse, visto e riconsiderato che il grosso delle attivita' R&D di GM sono in Opel (per es. auto elettriche) e che nel settore auto era in corso una ripresina. Quindi Angela si ritrovo' a giustificare codesto prestito a fronte di 'na bella fregata ... peccato che non fu' abbastanza per affondarla.
      La vicenda e' succosa e piena di strascichi, visto che la cordata poi aveva intenzione di rivalersi legalmente per il mancato acquisto; poi ho perso di vista la storia ... qualcuno ha informazioni piu' complete?

      Elimina
    4. "...bandirò dal blog chiunque usi il turpiloquio in modo inappropriato. E che cazzo!"
      AHAHAHAH!

      Elimina
    5. Chiarissimo, grazie!
      Non si finisce mai di imparare...

      Elimina
  24. Per la Romi Sandretto pare ci sia una cordata di imprenditori piemontesi, o comunque italiani pronti all'acquisto, al TG3 Piemonte e sui
    media piemontesi in generale, se ne parla quasi quotidianamente, la cassa integrazione che la giunta regionale insieme ai sindacati è riuscita con grandissima fatica a prorogare fino al 13 settembre è appunto in scadenza...
    Comunque il Piemonte ha visto negli ultimi anni un massacro delle proprie aziende, ogni giorno buona parte del Tg3 è dedicata proprio alle aziende che chiudono e ai posti di lavoro che se ne vanno in fumo...

    RispondiElimina
  25. Ansaldo Sistemi Industriali, gloriosa azienda genovese, dopo la privatizzazione del 2000 fra una ristrutturazione e l'altra, cambia più volte proprietà (estera) fino a diventare giapponese nel 2012. E pensare che quando era parzialmente statale si poteva permettere di fare acquisizioni in Inghilterra e Stati Uniti come si può leggere sul sito ufficiale.

    RispondiElimina
  26. 2013 Spumante Gancia (85% Russia)
    2013 Berloni Cucine (94% Taiwan)
    2012 Panto Spa (Holding araba)
    2012 Marazzi Group (USA)

    RispondiElimina
  27. Un altro esempio nel settore dei prodotti igienici monouso:
    2013
    Artsana Sud S.p.A. acquisita da Ontex BVBA multinazionale con sede in Belgio
    Questo il link del Sole 24ore che segnalava la società di mediazione che ha assistito la Ontex, come dire: la notizia non è l'acquisizione ma la mediazione...... http://www.diritto24.ilsole24ore.com/avvocatoAffari/dagliStudi/2013/03/ashurst-con-ontex-nell-acquisizione-di-artsana-sud-da-artsana.html

    RispondiElimina
  28. Sul sito Rischio Calcolato c'è un articolo con annesso elenco di marchi italiani in mano straniera

    http://www.rischiocalcolato.it/2013/04/i-miracoli-delleuropa-unita-il-made-in-italy-in-mano-agli-stranieri-lelenco-completo.html

    RispondiElimina
  29. 1990: FIAT vende Telettra ad Alcatel (Francia). In particolare, proprio nel 1990 Telettra mette a punto un sistema di compressione digitale HDTV basato sull'algoritmo DCT (Discrete Cosine Transform), da cui nascerà cinque anni più tardi lo standard di compressione MPEG-2. Adieu.

    RispondiElimina
  30. 2007 Husqvarna da MV Agusta a Bmw...con questo bel risultato...
    http://motori.corriere.it/dueruote/13_gennaio_31/bmw-vende-husqvarna_0689e0bc-6bbf-11e2-bfdf-0d9d15b9395f.shtml

    http://www.repubblica.it/motori/auto/sezioni/attualita/2013/04/24/news/husqvarna_motorcycles_lettera_aperta_dei_dipendenti-57382687/

    RispondiElimina
  31. Per chi ha dei dubbi su cosa ci aspetta suggerisco questo artico (Repubblica) su Monte dei Paschi. Continuano a dircelo in faccia

    http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-il-piano-di-sangue-imposto-dallunione-bancaria-europea-al-monte-dei-paschi-di-62458.htm

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi è sfuggito qualcosa o l'unione bancaria in nome della quale si chiede il sangue dei senesi è la stessa unione bancaria a cui la germania si è finora opposta per evitare che qualcuno possa mettere il naso nei conti delle landesbanken.

      Elimina
  32. Nel 2008 Bosch acquista Freud Pozzo (600 dipendenti). Giampaolo Pozzo al momento della vendita dichiara "il futuro nell’area dell’euro non è proprio florido: la politica monetaria non ci aiuta."

    RispondiElimina
    Risposte
    1. mi sembra che la vendita la si possa definire una fuga di capitali dall'Italia: l'imprenditore italiano vende, ma i soldini non credo che vengano versati in Italia. Chennepenzate?

      Elimina
  33. Cellular line 2013 a Luis Vitton (FRANCIA)

    Husqwarna Motorcycle venduta a BMW (GERMANIA) nel 2007 che la cede alla società azionista di maggioranza di KTM (AUSTRIA) nel 2013 la quale chiude in Italia, per grande soddisfazione di chi invoca gli IDE! (QED)

    Per quanto riguarda le nostre acquisizioni estere bloccate ricordo Pirelli che voleva Continental (GERMANIA) ma la scalata fallì

    saluti

    RispondiElimina
  34. prof. chiedo scusa, nel post di prima ho dimenticato di aggiungere queste altre aziende italiane acquisite da gruppi stranieri:

    2010 FERRARI GIOVANNI INDUSTRIA CASEARIA SPA (ceduto il 27% alla francese Bongrain Europe Sas)

    2009 DELVERDE INDUSTRIE ALIMENTARI SPA (la società della pasta è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl che fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata)

    2008 ITALPIZZA (ceduta all’inglese Bakkavor acquisitions limited)

    2006 FATTORIE SCALDASOLE (venduta a Heinz, poi acquisita dalla francese Andros)

    RispondiElimina
  35. Segnalo da Faenza la cessione completa nel 2005 della CISA (serrature e lucchetti) alla Ingersoll-Rand Company Limited.
    La Cisa dei tempi d'oro offriva ai miei concittadini il modo per arrotondare lo stipendio famigliare "facendo lucchetti" a casa la sera.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Obbrobbrio!!! E lo dici anche? E la sicurezza sul lavoro? E il nero che sarà stato inevitabile? E le garanzie sindacali? E i diritti? Ovviamente scherzo!!! Chissà quanti tuoi concittadini si saranno potuti permettere una vita più serena grazie a questo sistema, magari grazie a questo lavoro extra adesso possono soppravvivere più tranquillamente e mantenere i figli che non avranno la possibilità di andare a fare gli stessi lucchetti se non in batteria e con contratto mini...

      Elimina
    2. Ti dico solo che, essendo un lavoro a cottimo, c'erano famiglie intere, bimbi compresi, che la sera di fronte alla televisione facevano i lucchetti per la CISA. Se qualcuno si trovava in difficoltà con il proprio lavoro, c'erano sempre i lucchetti per raccattare qualche soldo, alla bisogna, perché di lavoro ce n'era per tutti. Non è che fossero pagati a peso d'oro, intendiamoci, tutele zero, però i soldi che queste persone raccoglievano, a differenza degli euracci di oggi, valevano di più. Con buona pace di quelli de: "Il miracolo italiano e' avvenuto a cambi fissi. "

      Elimina
  36. Banca Nazionale del Lavoro - 2006 Bnp Paribas (Francia)
    Banca Antonveneta - Royal Bank of Scotland-Banco Santander-Fortis (2007)
    Nuova Pignone (fonderie di ferro di seconda fusione),dismissione controllo Eni 1993 (privatizzazioni) - General Electric (usa)
    Comparto tessile pratese (diverse ditte) - cinesi

    RispondiElimina
  37. Bella Prof!
    Certo che fra Li Compagni-Libbbbberisti e gli Spagnetti-Libbbbberisti, ce la mettono tutta per affondarci. Con una PPNE italiana negativa di 25 punti di PIL, invocare gli IDE mi pare un mezzo suicidio, ovviamente se si è dalla parte degli acquirente è un'ottima idea.
    Leggendo l'articolo dell'onorevole comBagno Romano, viene confermato anche il postulato di Istwine, infatti Prodi prima scrive quanto citato qui su goofy :

    "Un caso analogo riguarda i consumi di lusso: è vero che essi sono fabbricati in Italia in grande quantità ma molta parte del loro valore aggiunto si dirige verso le imprese straniere che hanno acquistato le nostre aziende e ne incassano perciò i margini commerciali e i profitti, in generale assai superiori ai ricavi che vanno alla produzione."

    Ma poi per compensare, smentirsi, ed in difesa dell'euro e degli acquirenti esteri scrive anche :

    "Demoliamo gli ostacoli burocratici e l’incertezza del diritto che fanno fuggire gli investimenti stranieri dal nostro territorio"

    Che dobbiamo fare, a sinistra oggi sono tutti così, se dicono una cosa buona poi ne dicono e fanno altre 3 sbagliate, sia mai che facciano qualcosa di veramente giusto.
    Intanto i ragazzi Amerikeni capitanati dal Nobel per la pace (dei sensi) Obama, preparano le PRIVATIZZAZIONI GLOBALI

    RispondiElimina
  38. ho buttato una raccolta molto parziale qui
    https://docs.google.com/spreadsheet/ccc?key=0Amc06Wgxgkg5dGswMGw3dmp1WGt1UHdyaElpUjhfLUE&usp=sharing

    sarebbe veramente ottimo avere un quadro aggiornato anche se quello che avevo mi faceva già abbastanza impressione

    RispondiElimina
  39. Più cerchi più ne escono...

    Wärtsilä Corporation finlandese nel 1999 ha acquistato "Grandi Motori Trieste" da Fincantieri




    RispondiElimina
  40. A dimostrazione che Alberto ha ragione, quando segnala che il problema è a sinistra, cito un articolo di carlo pelanda su Libero del 2/11/2010. Pelanda è uomo di centrodestra, liberale, ma con evidente senso dell'autonomia nazionale. E con capacità di analisi (fu lui a dire a Lerner che l'euro, come lo stavano facendo, era un'impresa da dilettanti). L'articolo viene scritto, mentre infuria il caso Ruby.

    Ci sono due nuovi dati di geopolitica economica che la stampa non ha chiarito e che la politica non ha ben compreso: (a) l�Italia � ormai governata dalla Germania e, in subordine, dalla Francia, perch� l�entit� del suo debito, combinata con il disordine politico, mette a serio rischio l�euro; (b) per bilanciare l�emergere della Germania come potere singolo europeo, la Francia ha la necessit� di prendere il dominio dei sistemi economici spagnolo ed italiano, strategia che Berlino contraster�, ma con il rischio peggiore per l�Italia che i due facciano un accordo di spartizione, simile a quello concluso pochi giorni fa con Mosca e che ha escluso Roma dai progetti euro-russi pi� importanti. In sintesi, l�Italia ha ceduto sovranit� economica ben oltre i limiti del �conferimento di sovranit�� stessa regolato dai trattati europei e sta rischiando sia di farsi occupare sia di perdere potenza geoeconomica proiettiva.

    Governo esterno. Prima di tutto va chiarito che la Germania ha interesse che l�attuale governo resti in carica per almeno due anni. Non per amore. Ma perch� tale � il tempo tecnico richiesto per rodare il meccanismo di governo esterno �diretto� del nostro bilancio pubblico. Per inciso, il bravo ministro degli Esteri Frattini ha dichiarato, in inusuali apparizioni televisive, che deve rispondere a domande dall�estero preoccupate per le voci di elezioni anticipate e non certo della vita sessuale del premier. Chiaro segno che l�Europa teme l�instabilit� e se ne infischia dell�immagine dell�Italia (anche sapendo che la Germania ed altri apparenti virtuosi sono in realt� un sistema consociativo opaco di tipo semimafioso come il nostro, le banche tedesche perfino peggio, con l�unica differenza che gli altri leader o scopano di meno o sono meglio protetti dai servizi segreti). Le cronache hanno riportato che Germania e Francia si sono opposte alla richiesta della Bce di applicare riduzioni automatiche dei debiti nazionali, cosa che sarebbe costata all�Italia tagli alla spesa di 40 miliardi annui, tali da affondarci sotto una marea di sangue nelle piazze. Ma non hanno ben descritto il vero accordo. Nella prima parte di ogni anno i governi nazionali prepareranno una bozza di legge di bilancio, la �finanziaria�, che verr� inviata a Bruxelles per correzioni e poi restituita alla nazione. Alle nazioni pi� indebitate verranno imposte condizioni pi� restrittive. In sintesi, abbiamo scansato l�obbligo di riduzione celere del debito in cambio dell�accettazione del vincolo a pareggiare il bilancio quanto prima (deficit zero). Ma tale accordo - il punto - implica un governo �diretto� esterno dell�Italia, la mano di Bruxelles, cio� Berlino, nei dettagli del nostro bilancio. Servir� un biennio per rodare questo meccanismo di governo esterno, poi sar� irrilevante qualsiasi maggioranza perch� senza sovranit�. Berlusconi e Tremonti non si sentano criticati perch� non potevano far altro nelle contingenze. Ma si sentano criticati i politici e le �lite intellettuali ed economiche che, agitandosi come galline senza testa, indeboliscono il governo invece di rafforzarlo proprio nel momento in cui c�� una crisi di sovranit�. Comunque Berlino non lo lascer� cadere anche perch� un Berlusconi debole � utile.

    RispondiElimina
  41. Pelanda II

    Conquista geoeconomica dell�Italia. Il governo debole favorisce la penetrazione straniera nei cardini della nostra economia. Chi scrive amerebbe essere invaso da investitori di libero mercato, ma teme compratori che siano strumenti di dominio da parte di altri Stati. Parigi, dagli anni �90, punta a Finmeccanica, alle Assicurazioni Generali ed al settore energetico, recentemente al programma nucleare. Il governo Berlusconi 2001-06 respinse l�offensiva di Parigi, ma ora sta cedendo. Finora la Germania ha lasciato che inglesi ed americani aiutassero l�Italia a contrastare la Francia, ma ora sta tentando di controllare Unicredit e ci� segnala un ingaggio diretto. Berlino, tuttavia, preferisce accordarsi con Parigi lasciandole pi� roba in Italia in cambio del dominio incontrastato dell�Europa orientale. Le �lite che influenzano la stampa italiana dovrebbero allarmarsi perch� se non trovano una pezza tra poco l�avranno al culo, ma andr� peggio per i nostri lavoratori, per la nazione.
    In conclusione, c�� un problema di indipendenza che dovrebbe suggerire a politici ed �lite di compattarsi ed unire la nazione a sostegno del governo affinch� possa difendere la sovranit� residua, recuperare qualche spazio di autonomia e, almeno, stabilizzare il sistema. Per rilanciarlo, poi, ci vorr� un progetto nazionale (e liberale) del tutto nuovo. ��
    www.carlopelanda.com

    RispondiElimina
  42. Emilio Pucci (Francia - Gruppo Vuitton) 2001
    Lumberjack (Turchia) 2012
    Marazzi (USA) 2012
    Ruffino -Chianti, Brunello di Montalcino- (USA) 2011
    CIFA - leader macchinari calcestruzzo - (Cina) 2008
    Twiga Beach Versilia (Singapore) 2013

    In Toscana ci sono acquisizioni di aziende agricole rilevate da società di ogni genere con le sedi più improbabili, da quelle panamensi ai fondi d'investimento e assicurativi, si sta ricreando di fatto il latifondo, vocato all'esportazione, infatti si coltivano la vite e poi l'olivo.
    I piccoli proprietari soccombono.
    Ma lo sappiamo che per i liberisti di sinistra e il loro aedo TPSchioppa, la servitù della gleba (per noi) è desiderabile.

    RispondiElimina
  43. oltre alla ducati, nell'era euro l'audi ha acquistato l'itadesign giugiaro nel 2010 (tra l'altro nel 1998 aveva già acquistato la lamborghini).
    e penZare che i marchi di auto italiane fanno schifo solo agli italiani...a proposito, com'era quel detto? ah si, la mozzarella del vicino è sempre più blu!

    RispondiElimina
  44. considerando la luuunga lista di aziende ex italiane, e che goofynomics ha insegnato a guardare anche dalla opposta prospettiva, non faremmo prima ad enumerare le aziende italiane rimaste( per ora) tali , tipo Fiat , Pirelli, Marcegaglia ? (requiescat in pace Steno)

    RispondiElimina
  45. mi sa che facciamo prima se ci si divide per classi merceologiche.
    io ho cominciato con alimentare, e poco bancario.

    RispondiElimina
  46. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  47. 2013
    - Avio Aero a GE (USA)
    - Ansaldo Energia già al 45% in mano a fondo First Reserve Corporation dal 2011, in corso adesso la vendita del 55% al gruppo coreano Doosan http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-09-05/ansaldo-energia-bagarre-vendita-080129.shtml?uuid=AbOQBUTI

    2007
    - Spica di Livorno, poi gruppo Alfa Romeo, dal 1987 a Siemens, dal 2007 a Continental (Germany)

    Chissa quante di queste aziende pubblicizzate nel 2000 nell'opuscolo del ICE a Dusseldorf saranno ancora aperte o ancora di proprietà italiana.

    E' interessante come nel 2000 a dei clienti tedeschi venisse passato questo messaggio : "In Germania , è generalmente ritenuto che la Forza dell'industria italiana è nella creatività piuttosto che nella tecnologia. Studiando più da vicino lo sviluppo industriale del paese , si scopre che il "Made in Italia " ha fatto il suo successo in tutto il mondo per due componenti - alta creatività e di tecnologia avanzata. Dopo tutto, l'Italia è il quinto più grande nazione industriale del mondo .
    L'industria elettrica in Italia ha la sua straordinaria
    la crescita da inizio anni '70 e ha guadagnato in importanza con veemenza sui mercati mondiali. A causa di un cambiamento della situazione di mercato , le aziende fornitrici italiane
    oggi non solo l'organo di governo , ma anche partner di cooperazione delle imprese industriali nei settori della ricerca e dello sviluppo . In particolare sul mercato tedesco
    le aziende italiane hanno in questi ultimi anni
    sempre guadagnato quote di mercato . Il motivo principale non solo sono stati la svalutazione della lira nel corso degli ultimi
    Anni , ma l'alta qualità dei prodotti ." .... poi l'EURO "o tempora o mores" http://www.italien-on-line.de/archiv.online/invest/buyers_guide2000.pdf

    RispondiElimina
  48. La Bormioli Rocco ceduta nel 2004 al Banco Popolare di Lodi che la cede a sua volta nel 2011 al fondo Private equity vision capital, mentre nell'aprile 2013 il gruppo Bormioli acquista l'italiana Neubor Glass con sede a San Vito al Tagliamento (PN)





    RispondiElimina
  49. Voglio precisare una cosa che passa inosservata e sotto silenzio a molti. La situazione diventa gravissima quando viene venduta all'estero una azienda. Quando non viene delocalizzata saltano comunque decine e a volte centinaia di fornitori, che spesso chiudono, falliscono, o, se va "bene", licenziano una parte dei lavoratori.

    RispondiElimina
  50. Teko Telecom ("specialized in the design and production of mobile telecommunications network devices, San Lazzaro di Savena (Bologna)) acquisita a marzo 2013 da JMA Company

    RispondiElimina
  51. http://vocidallestero.blogspot.it/2013/09/ft-la-germania-verra-schiacciata-dalla.html#more

    RispondiElimina
  52. Leggere la lista e crepare di rabbia...so che frega n'cazzo a molti di questo spappolamento italico ma non è giusto...affatto.

    Bello schifo.

    RispondiElimina
  53. Gruppo Gianfranco Ferrè - Paris Group (Dubai)
    Calzature Lumberjack - Ziylan (Turchia)
    Coccinelle e Mandarina Duck - E. Land World Limited (South Korea), precedentemente di proprietá mista IT/UK.



    RispondiElimina
  54. A proposito di campobassisti... proviamo a fare anche un'altra lista? Quella di esponenti politici o responsabili di istituti finanziari che hanno in qualche modo avuto a che fare con Goldman Sachs?
    Inizio io:
    - Romano Prodi
    - Mario Draghi
    - Gianni Letta
    - Mario Monti
    - Massimo Tononi (sottosegretario all'Economia del secondo governo Prodi dal 2006 al 2008)

    RispondiElimina
  55. 21/12/2012 “MARAZZI GROUP” venduto agli Usa

    Nasce il primo gruppo al mondo nel settore delle piastrelle di ceramiche. Operazione da 1,17 miliardi di euro.

    SASSUOLO (Modena) - Marazzi Group passa in mani americane. La notizie nell'aria, e oggi l'acquisto del pacchetto di maggioranza è stato ufficializzato da Mohawk Industries Inc. Nasce così il gruppo leader al mondo nel settore delle piastrelle di ceramica. Una operazione da 1,17 miliardi di euro, circa 1,5 miliardi di dollari, regolati per cassa e azioni.
    Marazzi Group, controllato dalla famiglia Marazzi e dai fondi Permira e Private Equity Partners, porta in dote alla nuova società un fatturato consolidato 2011 dicirca 833 milioni di euro - circa 1,16 miliardi di dollari - con un Ebitda di circa il 15,5% (Ifrs). Autority permettendo, l'operazione sarà conclusa entro marzo 2013.

    “IL COMMENTO, DEL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA CERAMICA FRANCO MANFREDINI”:

    “La notizia dell’acquisto di Marazzi Group da parte di Mohawk è da valutare positivamente anche sotto l’aspetto produttivo, perché dimostra la capacità di attrarre investimenti esteri nel nostro Paese in presenza di aziende italiane in grado di essere percepite come eccellenti in termini di qualità, design e produzioni made in Italy. La società americana ha valutato che l’investimento è mirato anche ad una presenza diretta nel mercato Europeo, che ha ricercato attraverso una azienda italiana presente nel distretto ceramico più importante a livello europeo. Il futuro del settore ceramico italiano e delle sue aziende, e la loro capacità di risposta alla competitività internazionale, passa sempre di più dalla competitività del Sistema Paese nel suo complesso”.

    IL VECCHIO FONDATORE DELLE “CERAMICHE MARAZZI” SI RIGIRERÀ NELLA TOMBA.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. mi risulta che dopo la cessione di marazzi ceramica ci sia stata una (e te pareva)grossa ristrutturazione cognato camionista cosi detto padroncino "ala marasi e nes carga pio gninta"cosi tanto per fare un esempio piccolo piccolo

      Elimina
  56. Industrie Technofrigo dell'Orto in Gea Group nel 1994

    RispondiElimina
  57. Privatizzazione di SME - finanziaria dell'IRI proprietaria dei migliori marchi alimentari italiani
    Sembra che non ce'entri con l'elenco in premessa ma c'entra... eccome se c'entra!!!

    Specifico da subito, anche per evitare eventuali responsabilità, che la fonte di ciò che scrivo è il bellissimo libro di Gianluigi Da Rold - "Assalto alla dirigenza - il bottino delle privatizzazioni all'italiana".

    Questa è l'interessante storiella:
    Prodi (IRI) incontra il 29/04/1985 in via Filodrammatici (Mediobanca) Enrico Cuccia e Carlo De Benedetti. Viene firmato un "PRE-CONTRATTO" di vendita del 51% di SME per 397 mld da versare in 18 mesi (!!!) e l'acquisto del 13% per 100 mld di lire.

    Il colosso SME (appena risanato, tipo caso Bondi-Parmalat) viene quindi venduto a "trattativa riservata" a De Benedetti per 497 miliardi. Tutto però esce sui giornali (Il Manifesto). Craxi si incavola e Darida (Ministro Part.ni Statali), nonostante le pressioni del suo segretario De Mita, pro De Benedetti, respinge l'offerta per "non congruità dell'offerta". Si presentano, ffiutato l'affare, altre cordate: Italo Scalera 550 mld; Barilla-Ferrero-Fininvest 600 mld di lire. Spunta fuori anche la Cofima SPA di Giovanni Fimiani che offre 620 mld. De Benedetti fa partire "l'inchiesta SME" che arriverà fino agli annni 2000.

    Nel 1993 Franco Nobili, nuovo presidente IRI, decide di privatizzare in modo "pubblico" la SME, (((sulla spinta del "vincolo esterno" del debito pubblico))) dividendola però in tre tronconi:

    1) Cirio-Bertolli-De Rica (CBD)
    2) Italgel
    3) GS-Autogrill

    Come va a finire?
    Il 15 maggio '93 torna alla guida dell'IRI Prodi.

    esito:

    1) CBD
    Tal Lamiranda (FISVI) acquista CBD. Vende Bertolli a UNILEVER e Cirio a Cragnotti.

    Il 24/02/1996 Prodi (divenuto leader dell'Ulivo) riceve un avviso di garanzia dal procuratore di Roma, Geremia, sulla privatizzazione di Cirio. Geremia chiede rinvio a giudizio di Prodi con la motivazione che "Prodi fin dal 1990 aveva rivestito la carica di advisor director della Unilever NV (Rotterdam) e della Unilever PCI (Londra), che ... aveva gestito la trattativa attraverso la FISVI (Lamiranda) per acquistare la CBD senza che la stessa avesse i mezzi per realizzare l'operazione. Lo scopo era quello di far avere alla Unilever il ramo olio (Bertolli) per 233 mld". L'inchiesta fini con l'assoluzione.

    2) ITALGEL
    se la aggiudica Nestlè a trattativa privata per 703 mld di lire. Viene non considerata l'offerta di Gran Metropolitan pari a 850 mld.

    3) GS-AUTOGRILL
    Benetton si aggiudica il tutto per 740 mld. Nel giro di 3 anni Benetton vende GS supermercati a Carrefour per 5.000 mld di lire (Chiaro???!!!). A Benetton rimane Autogrill, Pavesi, Rist. Ciao, Motta, Alemagna e immobili per un valore di 1.500 mld. Per la procura di Perugia e quella di Salerno la cordata Benetton realizzò oltre 5.000 mld di lire dalla privatizzazione.

    In Italia tutto andò liscio.

    il Daily Telegraph scrisse: "Romano Prodi aveva avuto nei primi mesi del 1994, su un conto corrente bancario non conosciuto, versamenti per circa 4 mld di lire a favore di una società di consulenza, l'ASE (Analisi e Studi Economici) - di cui era titolare assieme alla moglie Flavia - da parte della Unilever e della banca d'affari Goldman Sachs" (che di privatizzazioni italiane se ne intendevano).

    Morale:

    Privatizzammo la SME per 2.000 mld circa e solo 1/3 della stessa rese agli acquirenti 7.000 mld.

    Ormai il gioco lo conosciamo...

    RispondiElimina
  58. Mi hanno detto che abbiamo ANCHE comprato molto all'estero

    Ė vero?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nel mio settore (farma e biotech) non c'e' scozzo

      Acquisizioni italiane:
      Rottapharm compra la tedesca Madhaus
      Kedrion compra Grifols (USA)

      Acquisti dall'estero

      Carlo Erba comprata da Pfizer (USA)
      NovusPharma comprata da Cell therapeutics (USA)
      Vicuron comprata da Pfizer (USA)
      Vis Farmaceutici comprata da Lundbeck (DK)
      Procos comprata da CBC group (giappone)
      Miteni comprata da ICIG (germania)
      Asta zeneca , stabilimento di milano, ceduta a ICIG (germania)
      Bristol Meyers Squibb, stabilimento di Sermoneta, ceduta a ICIG (germania)
      Profarmaco comprata da Cambrex (USA)

      E' tutta storia degli ultimi 15 anni

      Elimina
    2. Si. Io ho comprato un gelato a Parigi.

      Elimina
    3. Si, tante BMW, VW e Mercedes, fino ad arrivare ai succhi di frutta del Lidl.

      Elimina
  59. Ho l'impressione che il ruolo di quella fascia di economisti marxisti sia marginale nel quadro generale riferito all'euro.
    Penso che la battaglia vera sia da ingaggiare con i "liberisti di sinistra". O mi sbaglio?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fermo restando che er Nutella, il gufo Anacleto, e i marxisti dell'Illinois hanno l'importanza che i loro elettori gli danno, cioè zero, con chi prendermela lo decido io. Se uno mi attacca e per di più è anche inutile, poi paga pegno.

      Il resto è banale. È ovvio che senza prima rasare al suolo il PD non ci potrà essere vera democrazia in Italia. Ma questa cosa mi preoccupa di meno perché ci stanno lavorando (loro) molto bene.

      Elimina
    2. prof, visto il post, visto l'elenco, sia nel post che nei commenti, inquietante, visto che la Ferrero pare essere la sola azienda italiana a resistere strenuamente... mi chiedo se non sia il caso di trovare per er Nutella un altro soprannome...

      Elimina
  60. E aggiungo, per coloro i quali sostengono che l'euro previene dagli shopping fatti da stranieri,(come lo scarparo italiano che produce in Romania) che la Pernigotti e' stata acquistata dai turchi e la loro moneta, (ironia della sorte (lira) dal 2003 ad oggi si e' svalutata fino al 60% nei confronti dell'euro...
    Jean Sebastien

    RispondiElimina
  61. Inertcast Europe (Hi tech ) > PPG (usa ) 2006

    Brioni (fashion ) > kering (francia) 2012

    Sergio rossi (fashion) > kering (francia)

    Bailo vist (sport fashion) > albira (svizzera) 2012

    Gianfranco Ferre’ (fashion ) > Paris Group (Dubai)

    Napapijri (sport fashion ) > *holding usa* (svizzera)

    Bulgari > Francia (2012)

    Valentino (fashion ) > Qatar

    M Missoni (fashion ) > Qatar

    ps:notare che gli unici che si sono posti il problema di fare un elenco e dire 'abbiamo un problema ...' sono i *contadini* della coldiretti ...categoria non certo molto considerata in italia...
    http://www.coldiretti.it/news/pagine/473---4-luglio-2013.aspx


    RispondiElimina
  62. 2010: Italdesign Giugiaro passa per il 90.1% a Volkswagen AG

    1995: Pardini Alluminio - già acquisita dal gruppo Del Magro, viene ceduta a una multinazionale estera

    RispondiElimina
    Risposte
    1. se inziamo con il settore automotive e affini...

      Lamborghini > VW è stato gia' citato?...poi

      Bugatti > VW

      la pista di prova del nardo' (terreno enorme) è stata
      ceduta da Fiat a ...VW

      poi rigardo fiat e le privatizzazioni anni '90 ci sarebbero da aggiungere molte cose ...gallino ha fatto una buona sintesi su alcuni suoi libri ,sia del settore pubblico e privato...

      non vedo piu' il pulsante edit quindi correggo il nome 'intercast ' citato sopra :

      Intercast Europe (Hi tech ) > PPG (usa ) 2006

      Elimina
  63. Franco Tosi Meccanica
    Azienda tra le principali nel campo dell'energia insieme ad Ansaldo e Pignone.
    Nel 2008 passa per un 75% a Gammon India Limited.

    RispondiElimina
  64. (S)Vendita acciaierie di Terni:
    1994
    In quest’anno si scinde l’ILVA Spa. Dal progetto prendono vita due nuove società, operative dal 1° gennaio 1994. Si tratta dell’ILVA Laminati Piani, con stabilimenti a Taranto e Novi Ligure, e della Acciai Speciali Terni, con stabilimenti a Terni e Torino.
    Nella metà del mese di luglio dello stesso anno, l’IRI Spa firma l’accordo per la cessione della Acciai Speciali Terni alla KAI Italia Srl. Nella proprietà della Kai confluiscono, in modo paritetico, capitali italiani e tedeschi (Falck, Agarini, Riva e Fried. Krupp AG). Nel dicembre, dopo il nulla osta della Comunità Europea per l’acquisto della Acciai Speciali Terni, si conclude il processo di privatizzazione approvato in precedenza dall’IRI. L’intero pacchetto azionario viene trasferito alla KAI Italia Srl. Nel dicembre escono dalla proprietà Acciai Speciali Terni Falck e Riva, che vendono la loro quota.
    1996
    La Krupp possiede ormai il 75% del capitale, il rimanente 25% è posseduto dalla Tad Fin di Agarini
    1998
    La quota della Acciai Speciali Terni posseduta da Krupp Thyssen Stainless ammonta al 90%.
    1999
    Da questo anno il 90% della proprietà appartiene alla Thyssen Krupp Steel Italia Spa. Si completa il processo di fusione tra la Thyssen e la Krupp, due pietre miliari dell’industria tedesca, e ha inizio cosi la storia di una nuova impresa denominata ThyssenKrupp.
    2011
    Viene approvato lo scorporo della Stainless Global in un soggetto operativo indipendente, la Inoxum. Inizia così un percorso destinato a scorporare la Inoxum dalla ThyssenKrupp AG, con diverse opzioni, tra cui la vendita.
    2012
    Il 31 gennaio è stato ufficializzato un accordo relativo alla prevista fusione tra Inoxum e la finlandese Outokumpu, la cui esecuzione è condizionata alla approvazione delle competenti autorità europee antitrust. Si sottolinea, da parte dei firmatari, che il successo della fusione permetterà di realizzare un abbinamento perfetto tra due soggetti pienamente complementari tra loro. In questo contesto lo stabilimento di Terni, con ilsuo ciclo altamente integrato, diventa strategico.
    Nel novembre dello stesso anno, la Commissione Europea approva l’acquisizione diInoxum da parte di Outokumpu, subordinandola però alla cessione degli impianti di produzione di inox situati a Terni, al fine di evitare la costituzione di imprese aventi posizioni dominanti sul mercato europeo. Da questo momento, in attuazione della decisione della Commissione Europea Antintrust, inizia il processo di cessione dell’Azienda, la cui ragione sociale dal 1° dicembre è mutata in Acciai Speciali Terni
    Da: http://www.acciaiterni.it/file/ChiSiamo/Cronologia.pdf
    2013
    “Lo scorso sabato, a Cernobbio, durante il Workshop Ambrosetti, il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha chiesto a Joaquin Almunia, presidente della Comissione Europea, che venga fatta chiarezza sul futuro delle acciaierie di Terni. “Trovare un compratore che possa garantire una soluzione valida e che possa favorire la competitività dell'azienda”. Outokumpu, come sempre, gioca al rialzo, prendendo tempo e riservandosi il diritto di trattare con altre multinazionali senza svelare piani industriali e condizioni delle offerte.” Da: http://tuttoggi.info/articolo/57955/

    RispondiElimina
  65. DEA.
    Leader nel settore della metrologia.
    Nel 1994 passa a Brown & Sharpe.
    Oggi Hexagon Metrology.
    Regno Unito.

    RispondiElimina
  66. Segnalo che nell'Agosto 2013, Grafica Veneta, stampatore veneto in grande ascesa, nel tentativo di acquistare lo stampatore francese CPI, in difficoltà finanziarie (come un po' tutto il settore degli stampatori), ha lanciato un'offerta da 100 milioni di Euro e il progetto di creare un gruppo ai vertici in europa e nel mondo.

    Di fatto le istituzioni pubbliche francesi hanno bloccato un'acquisizione lanciata da un gruppo italiano con un'offerta molto piu' alta rispetto a quella garantita dal concorrente francese:

    http://gazzettino.it/nordest/padova/grafica_veneta_fallisce_acquisto_della_stamperia_francese_cpi/notizie/311280.shtml

    a quanto si legge lo stampatore italiano è rimasto alquanto deluso dal comportamento dei francesi...

    RispondiElimina
  67. (Vorrei godere anch’io, al momento giusto) mestamente segnalo…
    Luglio 2013
    Moda. La famiglia novarese Loro Piana ha ceduto l'80% dell'azienda al gruppo francese Lvmh (Luis Vuitton) per 2 miliardi di euro.
    Dicembre 2012
    Ceramiche. Marazzi (Sassuolo) 833 milioni di euro / 1,16 miliardi di dollari (USA)
    Maggio 2013
    Farmaceutici. DOC Generici è la terza società farmaceutica in Italia focalizzata nella produzione di farmaci generici. Nel 2012, l’azienda ha registrato un fatturato pari a 131,8 milioni di euro.
    Giugno 2013
    Motori aerei. Avio Spazio (Torino) potrebbe valere tra i 300 e i 400 milioni di euro. In corso un processo formale di vendita gestito da Bnp Paribas, Rothschild e UniCredit.
    Anno 2007
    Telecomunicazioni. Fastweb (Milano) 1999-2006. Maggio 2007 OPA Swisscom.
    Gennaio 2012
    Nautica -Yacht lusso. Gruppo Ferretti. Per 374 milioni di euro 75% da parte della Shandon Heavy Industry (Cina) che poi avrebbe già delocalizzato parte della produzione.

    Si, si uccidiamo e vendiamo la vacca che forniva tanto latte per tanti anni, così incassiamo subito un bel po’ di soldi. Si va alle Cayman e finalmente non dobbiamo più preoccuparci di quelle migliaia di operai sporchi e scioperati, che bello, che bello..

    RispondiElimina
  68. Una cosa che a prima vista non c’entra gran che, ma anche si.
    A proposito di globalizzazione, esternalizzazione, privatizzazione,‘esterizzazione’ conseguenti alla scarsità di denaro e scarsità di lavoro.
    Carenze che assomigliano molto al “6 politico delle superiori” più che a effettive mancanze.
    Mio cugino, comunista dichiarato che vota che più a sinistra non si può, senza fare nomi quello che va bene l’euro basta nazionalizzare le banche,
    mi domanda:<< ma a Cuba come è la situazione, c’è lavoro ? >>.
    Io rispondo: << non so bene come spiegartelo, senza offenderti, diciamo che la domanda è inconsistente >>.
    Lui replica: << non hai capito, provo con un’altra, ci sono i soldi per pagare chi lavora ? >>
    Io rispondo: << questa è ancora più inconsistente della prima !!! >>
    Mio cugino: << mi vorresti dire che sono io che non capisco ? >>
    Io rispondo: << diciamo che le cose stanno messe un po’ diverse da come lasciano che tu ti immagini >>
    La moglie di mio cugino: << ci stai dando del demente a tutti ? >>
    Io: << Cambiamo argomento, che non ho voglia di incazzarmi, tanto non è lontano il momento in cui capirete e vi incazzerete parecchio anche voi ! >>

    RispondiElimina
  69. 2006 Metroweb (proprietaria della rete in fibra ottica della città) ceduta dal Comune di Milano alla "inglese" Stirling Capital

    RispondiElimina
  70. Son tre giorni prof che tento di scrivere un post poi lo cancello, non perche dica chissa cosa ma non vorrei essere freinteso, sia da lei che da tutti gli utenti del blog.
    Il post in cui lei diceva che non è che uno leggendo e studiando poi può dire la sua come se fosse un esperto della materia mi ha lasciato un pochino perplesso.
    Io chiaramente non sono esperto in nulla ma perche mi dovrei negare la possibilità di farmi una opinione?Leggo tutti i giorni il blog , una vera oasi nel mezzo della merda di informazione che ci circonda, luogo ideale per dissetarsi dalla sete di sapere che ci affligge.
    Tornando al discorso iniziale, le vorrei far notare che spesso le discussioni sono tutte verso il tradimento della sinistra, sia verso l" elettorato che verso i lavoratori .
    Il perche lo capisco, la lingua batte dove il dente duole.....il problema è che il mio duole dalla parte opposta.Io credevo di essere di destra fino a quando non ho capito che la destra in italia non esiste.Berlusconi non è mai stato di destra perche io una destra che si allea con dei secessionisti non l" ho mai sentita. Una destra che promuove la disonesta come metodo di sopravvivenza, che è il rifugio di chi non vuol pagare le tasse o spera in un condono. Diciamo lassista su tutto il fronte infatti l" italia si è riempita di criminali di altri paesi che sguazzano nella non legge italiana, nella impunità per tutto e tutti, che parla del comunismo come il male supremo durante le campagne elettorali e che poi passate le votazioni si và in ferie dal compagno putin a parlare di affari. Una destra che come dice lei predilige il libero mercato ma che mai avrebbe dovuto accettare di vendere al mercato la nazione.Dicono che la colpa sia del berlusconismo.....sarà ma io ho il sospetto che la destra non ci sia mai stata e che quando c" era, se c" era non diceva e non faceva cose di destra. Ad oggi sono apolitico, anzi sono anche ateo perche il comportamento della chiesa negli ultimi anni mi ha veramente nauseato, ultimo il licenziamento dell amministratore delegato perche incapace di incarnare la povertà e ingaggio di uno più adeguato al tempo che ci attende, una manovra pubblicitaria sostenuta dai media da far vomitare.
    Riassumendo, mi trovo in un paese dove la sinistra è più a destra della destra, la destra non esiste e chi dovrebbe essere dalla parte dei più poveri per vocazione, votava monti.....che dire? Siamo nelle mani di gente che, grazie anche alla legge elettorale, non deve rispondere a nessuno delle proprie decisioni e che quindi và dove gli conviene andare, le scelte nefaste in materia economica vengono fatte perche sanno che non pagheranno loro tali scelte, sanno che nonostante tutto saranno sempre in sella e nonostante tutto, loro, se la caveranno.
    Ricorderò mai un politico che non parla al suo elettorato ma parla alla sua comunità?
    Questo blog è la prova conclamata che alcuni avevano capito, chiaramente questo sottintende che la politica non capirà, non può capire e non gli conviene capire.
    L" ottimismo non è il mio forte ma facendomi una idea della situazione attuale mi convinco sempre più che noi, nonostante 150 di repubblica non siamo una nazione, con tutto quello che questa parola rappresenta.

    RispondiElimina
  71. O.T. però...

    Da Rainews di oggi:
    «Istat: per l'Italia continua la discesa, Pil -2,1%

    L'Istat rivede al ribasso le stime preliminari e per il secondo trimestre del 2013 fissa allo 0,3% il calo congiunturale del prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato. Su base annua, il calo passa al 2,1%....La variazione acquisita per il 2013
    è pari a -1,8%.»
    (http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=181323)

    sempre da Rainews di oggi:
    «Confesercenti: il peggio è passato ma le ripresa non porterà nuovi posti di lavoro

    La recessione è agli sgoccioli: e se il 2013 si chiuderà con una contrazione del Pil dell'1,7%, nel 2014 dovrebbe finalmente materializzarsi la tanto attesa inversione di tendenza, con una crescita del prodotto interno lordo dell'1%»
    (http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=181324)

    Sono aperte le scommesse, -2,1% oppure -1,7% (ma se per due trimestri il valore acquisito è già del -1,8% come posso avere a fine anno solamente il -2,1% ?)

    RispondiElimina
  72. Probabilmente si potrebbe aggiungere anche:

    2003 : Stream e Telepiù a News Corporation (da cui nasce Sky Italia)

    RispondiElimina
  73. Nel 1997, la famiglia Costa e altri investitori hanno ceduto per 455 miliardi di lire il pacchetto di maggioranza della società, che da allora è parte di Carnival Corporation & Plc[8], gruppo statunitense che riunisce le maggiori compagnie nel campo delle crociere del mondo e si definisce come World's Leading Cruise Lines.

    RispondiElimina
  74. Maledizione che rabbia!!!

    PROFUMERIE GARDENIA 2007 - fondo private equity l-capital (francesi)
    PROFUMERIE LIMONI 2009 - bridge point (UK)
    BNL 2006 - Bnp paribas
    CARIPARMA 2010 - credit agricole
    OMNITEL 2003 - gruppo Vodafone (UK)
    SERGIO TACCHINI 207 - gruppo cinese

    Sono decine.....

    RispondiElimina
  75. "L'euro favorirà il processo di integrazione europea". Le nostre aziende se le sono integrate, e ora?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...integreranno anche noi però senza vasellina!

      Elimina
    2. ... e ora gli abitanti di Lampedusa dovranno trasformarsi, anche esteticamente, in perfetti prussiani

      Elimina
  76. Per quanto nata come costola italiana del gruppo svizzero Brown Boveri, la Tecnomasio Italiana B.B. è stata fatta a pezzi e ceduta agli stranieri: il settore ferroviario (stabilimento di Vado Ligure) è in mano a Bombardier (Canada)

    RispondiElimina
  77. Alcuni autisti di autobus fiorentini (ATAF) si erano trasferiti in germania, allettati dall'offerta tedesca: stesso stpendio (1800/1900€), buone abitazioni vicine al posto di lavoro, turno leggero, per consentire lo studio della lingua tedesca. Mi dicono che sono rientrati tutti (pare che qualcuno non sia partito, perché aveva capito): stpindio 1000€, abiazioni bruttine lo tane decine di km dal posto di lavoro, turni pesanti e poco tempo, per studiare. Naturalmente bisogna controllare queste notizie, per hé, come si sa, il "mediterraneo" è incline per natura alla menzogna. Potrebbe essere però che, talvolta, i virtuosi dimentichino di dire la verità

    RispondiElimina
  78. Mentre l'oste Saccomanni riesce a toppare pure con il bilancino del farmacista, arriva l'autunno e cadono le balle.

    Per il 2°trim. 2013 calo congiunturale rivisto allo 0,3%, attesa a breve revisione da parte del Tesoro su stime Pil 2013 (così come quelle immaginifiche, +1,3%, per il 2014): non -1,3% come da previsioni contenute nel programma di stabilità Monti-Grilli presentato alla Commissione nell'ambito dell'attuale semestre europeo, bensì un più realistico -2%. Coazione a ripetere...

    Ci aspetta l'ennesima decretazione d'urgenza per correggere i saldi, "perché noi rispettiamo gli impegni", (e se lo dice Giovannini, bravo!), segue approvazione legge di bilancio 2014 con certificato di qualita Francoforte. Prima o dopo la spremuta ecco una nuova maggioranza e governo-di-larghe-intese-ter-c'èlospreadtuvuoischerzare! Accorati appelli e cenone di capodanno.

    Quando sarà basta?






    PS_Ci sono pochi dubbi comunque: a meno che i pagamenti dovuti e promessi alle imprese non vengano "rimodulati", cioè ancora rinviati, per stare dentro questo maledetto 3% faranno la solita manovra depressiva a base di tasse e tagli; era già tutto scritto nel relativo decreto convertito in legge a giugno, art. 12. Però siamo usciti dalla procedura di infrazione (me cojoni!).

    Inoltre il Gruppo di Francoforte PRETENDE che dall'anno prossimo in avanti l'Italia consegua un impossibile avanzo primario strutturale pari al 5% del Pil, così da ridurre l'indebitamento come Fiscal compact comanda "anche in caso di shock temporanei dei tassi di interesse e bassi tassi di crescita economica". Questa volta la svendita delle residue partecipazioni pubbliche si farà: chi può ancora sostenere in buonafede che la crescita sia prioritaria rispetto alla tutela dei creditori esteri?

    RispondiElimina
  79. la privatizzazione delle farmacie comunali ha tolto una delle poche entrate sicure dei nostri enti locali per un tozzo di pane

    RispondiElimina
  80. Mi riconosco in questa situazione, e non smettero' mai di maledire la cosiddetta "sinistra"....

    RispondiElimina
  81. Buongiorno a tutti
    mi pare che non sia ancora stato citato il caso delle farmacie comunali di Bologna:

    "...nel 1999 la Celesio Holding tedesca quotata in borsa, vince attraverso la sua società Gehe l’appalto per la gestione delle farmacie comunali di Bologna e del centro di distribuzione, per 99 anni. Ma Il Comune rimane proprietario titolare della concessione governativa al 100% sulle farmacie e del centro di distribuzione. La situazione è però paradossale in quanto il Comune, legittimo proprietario non esercita il proprio ruolo.
    L’operazione di “privatizzazione” del ’99 è voluta dall’ex Sindaco DS Walter Vitali e gestita dall’ex assessore al bilancio Flavio Delbono e dall’ex direttore operativo Sante Fermi.
    Admenta Italia S.p.a. è la società della holding tedesca Celesio AG, la quale ha costituito successivamente una società col Comune di Bologna che è la AFM Spa dove l’80% è di Admenta e circa il 18% del Comune; il resto è in quota di altri comuni limitrofi. Con questa partecipazione il Comune ha trasferito la proprietà degli immobili delle farmacie comunali, valore commerciale circa 20 milioni di euro, a AFM Spa e decide in questo modo di rinunciare a percepire i canoni di locazione per 90 anni, circa 100 mila euro all’anno.
    In tutta questa complicata e strana operazione finanziaria il Comune di Bologna conserva tutt’ora la proprietà del marchio e non si capisce quindi perché permetta di togliere le insegne di “Farmacie Comunali” sostituendole con le nuove “Doc Morris” della società tedesca. Ma il Comune tace anche se scomparendo il marchio si vedrà arrecata una forte perdita visto che ha un valore economico rilevante.
    L’operazione di compravendita di fine anni ’90 fu seguita dal direttore operativo del Comune di Bologna, l’ingegner Sante Fermi, che a transazione compiuta, fu sorprendentemente… nominato amministratore delegato della società tedesca Gehe. L’operazione da 117 miliardi di vecchie lire fu applaudita dal sindaco Vitali che dichiarò “E’ un indubbio successo”… “l’ entità economica è superiore alle previsioni e il partner è di grande affidabilità”. “Non si può certo dire che l’ abbiamo svenduta” aggiunse poi Flavio Delbono, perché fu valutata 37 miliardi in più di quelli ipotizzati inizialmente. Il valore degli immobili e il mancato introito delle locazioni che il Comune quindi non percepisce, si avvicinano ad una cifra di circa 18 milioni di euro (35- 37 mld di vecchie lire) che guarda caso coincidono con la supervalutazione della concessione gestionale delle farmacie e del magazzino."
    Il resto della storia lo trovate qui

    RispondiElimina
  82. Ma come fanno questi a vedere la luce? Forse perché stanno in viale dell'Astronomia e usano Hubble?

    RispondiElimina
  83. Beh , a ben vedere ci si trova venduti , ma chi erano le persone che nei tempi erano vendute ? gli schiavi e noi ci hanno reso democraticamente e liberamente schiavi , girava una battuta in Russia ai tempi di Stalin penso che la sappiate in molti , alla domanda 'come state ?' la risposta era 'non ci si può lamentare !' il doppio senso era evidente ma li c'era Stalin e i gulag , qui ti lasciano la libertà ma non puoi lamentarti , perchè hai la libertà e non puoi lamentarti perchè sbagli se lo fai e non puoi lamentarti perchè dai fastidio . Il risultato è praticamente uguale a Stalin ma volete mettere l'eleganza

    RispondiElimina
  84. Il gallo nero non è un'azienda, è un consorzio. E' stata acquisita dai cinesi solo l'azienda agricola Casanova-La Ripintura del consorzio. Leggo che altre 2 aziende del consorzio sono passate in mani straniere: Ruffino (Constellation brand) e Castello di Gabbiano (Foster).

    RispondiElimina
  85. Non so se sia stato già citato.
    Ma, a proposito di vantaggi per la virtuosa tedeschia in Italia.....

    http://www.huffingtonpost.it/2013/05/28/treni-le-ferrovie-tedesche-entrano-nel-mercato-italiano_n_3345950.html

    RispondiElimina
  86. Sono un tipo banale (mi ci hanno convinto col "vincolo esterno") e quindi dirò banalità: dubito che si riesca a far capire a quelli che già sono convinti che il probblema numero uno sia il debbbitopubbblico (visto che se lo sentono dire e ridire in tutte le salse ogni santo giorno in ogni canale tele e radio ... oggi su RADIO24 un ascoltatore intervenuto addirittura si augurava l'ABOLIZIONE della spesa pubblica...) che importare capitali stranieri sia bellissimo ? Avete IDEe ?
    Grazie Simone, grazie Prof., ma quanto mi fate incazzare.

    RispondiElimina
  87. 2013: Avio ceduta a General Electic...mi pare che Avio manchi nel nostro deprimentissimo
    elenco. In una recente intervista, l'amministratore delegato di Avio Francesco Caio ha detto che “quel che importa non è l’origine o il 'passaporto' del capitale, ma la sua destinazione. L’accordo appena firmato per Avio sancisce il riconoscimento della sua centralità nella filiera aeronautica globale e offre alla società un futuro di sviluppo”

    RispondiElimina
  88. 2012

    COSTA SMERALDA - Fondo Sovrano del Quatar 650 Milioni

    2013

    AVIO - GE (Usa) 2 Miliardi

    CREVED GROUP - CVC Capital Partners (Uk) 1,1 Miliardi

    BERLONI - HCG (Cina) 18 Milioni

    fonte: Il Sole 24 Ore

    RispondiElimina
  89. SAREBBE BELLO CHE SUL SITO DI A/SIMMETRIE FOSSE PRESENTE UN LINK AD UN ELENCO AGGIORNATO CON TUTTI I MARCHI DEL MADE IN ITALY PASSATI IN MANI STRANIERE (ordine alfabetico o x data di cessione) A FUTURA MEMORIA.

    Impossibile negare l'evidenza, e' una Caporetto!

    RispondiElimina
  90. A me vengono in mente Omnitel e Infostrada. Era il 1999.
    Aziende piuttosto profittevoli, furono definitivmente cedute dal gruppo Olivetti a Mannesmann a seguito dell'OPAS su Telecom Italia, disastrosamente privatizzata da Prodi due anni prima.
    D'altra parte anche nel grafico si può notare un considerevole aumento degli IDE in entrata tra il '98 e il 2000.

    Omnitel: http://tinyurl.com/o6f9meu
    Infostrada: http://tinyurl.com/qbgutnh

    RispondiElimina
  91. Il titolo del post mi ricordava qualcosa
    British American Tobacco Italia S.p.A. nasce ufficialmente il 1°gennaio 2002, assumendo la configurazione attuale il 1°giugno 2004 a seguito della fusione con l’Ente Tabacchi Italiani S.p.A., per la cui acquisizione il Gruppo British American Tobacco si è aggiudicato la gara il 16 luglio 2003.

    Tale privatizzazione, del valore di 2,3 miliardi di Euro, ha rappresentato il più grande investimento mai effettuato in Italia da una società internazionale.

    RispondiElimina
  92. 1984
    rex - electrolux (sve)
    castor - electrolux (sve)
    zanussi - electrolux (sve)

    1991
    ignis - whirpool (usa)

    2005
    sangiorgio elettrodomestici - fagor electrodomesticos (spa)

    2009
    gs supermercati - carrefour (fra)
    dì per dì - carrefour (fra)

    RispondiElimina
  93. Benelli (moto e scooter) acquisita nel 2005 da gruppo Qjian Jiang (Cina).

    RispondiElimina
  94. 1995
    Alumix venduta ad ALCOA (USA)
    ad EFIM restano sul groppone 2000 miliardi di lire di debiti accumulati negli anni precedenti

    Ad ALCOA sono concesse tariffe energetiche agevolate per 10 anni 1995 al 2005, continuate con diversi decreti sino al 2009

    Nel 2004 la Commisione Europea apre procedura di infrazione, per aiuti statali illeggittimi

    Nel 2009 connada definitiva di ALCOA a restituire all'Italia 270 milioni di euro

    Nel 2009 Alcoa sigla accordo con la saudita Ma'aden per la costruzione di un impianto sulla costa orientale dell'Arabia Saudita e un investimento di 11 miliardi di dollari

    2013 Alcoa chiude e ci lascia in eredità qualche disoccupato in più, ed un'area ci circa 10 ettari da bonificare

    Gli italiani tutti, sentitamente ringraziano

    RispondiElimina
  95. Forse una delle prime a passare di mano:

    - Vendita:

    SAIWA - dolciaria genovese:
    nel 1965 --> Nabisco(USA)--> 1989 BSN Gervaise Danone (FRANCIA)-->
    2007 Kraft Foods Inc.(USA), che acquistò anche la Nabisco.
    Risulta essere una controllata della Kraft.
    Lo stabilimento genovese venne chiuso in quanto quasi soffocato dall'edilizia circostante e trasferito nel Basso Piemonte, con una sorta di delocalizzazione nostrana e precoce (commento mio).

    Fonte: wikipedia Italia alla voce SAIWA.

    -Delocalizzazione:
    LINCOLN ELECTRIC, Serra Riccò (GENOVA)---> ottobre 2012 POLONIA.

    Filiale (qual è il nome giusto?) della statunitense Lincoln Electric, assemblava macchine saldatrici. Rimane in ITALIA lo stabilimento di AREZZO.

    Fonte:http://genova.ogginotizie.it/175031-lincoln-electric-chiude-a-genova-e-delocalizza-in-polonia/


    Per conoscenza: la magra realtà economica genovese è ancor più deperita nel 2012 con la chiusura della Centrale del Latte di Genova-Fegino, in precedenza proprietà della Parmalat e, ancor prima, azienda pubblica (credo).

    RispondiElimina
  96. Mah! Nell'articolo il sig. Prodi mi pare che si contraddica in maniera preoccupante. Prima ci dice che gli IDE sono un problema e che: "una ripresa dei consumi in queste condizioni rimetterebbe in crisi la nostra bilancia commerciale e metterebbe quindi a rischio ogni possibilità della stabile crescita di cui abbiamo bisogno per porre rimedio a tutti i nostri guai". Infine tra le tante cose che auspica spicca la contraddizione: "demoliamo gli ostacoli burocratici e l’incertezza del diritto che fanno fuggire gli investimenti stranieri dal nostro territorio". Cioè più IDE.

    RispondiElimina
  97. Va bene, abbiamo avuto questo elenco che non si può leggere fino in fondo. si comincia a urlare e sbattere la testa al muro e il PC in terra molto prima.

    Però io dico, e senza che questo debba significare una difesa dell'indifendibile: è vero abbiamo avuto il bell'esempio di Prodi & c, come da teblla degli affiliati alla Goldman Sachs, però non è che proprio tutte tutte queste aziende potevano avere la serpe in seno.

    Allora, se il contadino decide di vendersi la vacca, i motivi possono essere:
    - ha perso la testa per la rossa del tiro a segno
    - ha trovato una vacca migliore
    - si è scocciato e ormai di latte ne ha venduto a sufficienza per sistemarsi definitivamente e tutto il resto si fotta.
    - c'è stato qualcuno che gli ha suggerito di farlo, più o meno in buona fede ma con motivazioni credibili.
    - varie & eventuali, tra cui la mentalità del capitalista nostrano basato sulla mentalità del pochi, maledetti e subito, anche se non tutti possono essere uguali

    Quindi se da tutto questo rigirare il coltello nella piaga non vogliamo avere solo sofferenza ma farne qualcosa di istruttivo, non dovremmo cercare di trarre una lezione da esso che non sia solo "l'arrivo del capitale estero è sbagliato perché si prende i profitti e quando si stufa chiude baracca e burattini, si frega la tecnologia e lascia a noi il relitto industriale che è pure inquinante?
    Grazie.

    RispondiElimina
  98. In questo link c'è un interessante studio fatto da KPMG dal titolo:
    "Il mercato italiano e le operazioni estero su Italia"
    Ci sono molti dati che potrebbero essere di aiuto.

    http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2012/01/KPMG-MA-Estero-su-Italia-2012-01-12.pdf?adf349

    RispondiElimina
  99. Eccellenze alimentari italiane vendute all'estero:

    · PERNIGOTTI – la societa Averna, ha siglato un accordo per cedere l'intero capitale dell'azienda piemontese detentrice dello storico marchio dei dolci al gruppo Toksoz che ha sede a Istanbul
    · CHIANTI CLASSICO (per la prima volta un imprenditore cinese ha acquistato una azienda agricola del Gallo nero)

    · RISO SCOTTI (il 25% è stato acquisito dalla società alla multinazionale spagnola Ebro Foods)

    2012
    · PELATI AR – ANTONINO RUSSO (nasce una nuova società denominata “Princes Industrie Alimentari SrL”, controllata al 51 per cento dalla Princes controllata dalla giapponese Mitsubishi)

    · STAR (passata al 75% nelle mani spagnole del Gruppo Agroalimen di Barcellona (Gallina Blanca)

    · ESKIGEL (produce gelati in vaschetta per la grande distribuzione – Panorama, Pam, Carrefour, Auchan, Conad, Coop) (ceduta agli inglesi con azioni in pegno d un pool di banche).

    2011
    · PARMALAT (acquisita dalla francese Lactalis)

    · GANCIA (acquisita al 70% dall’oligarca russo Rustam Tariko)

    · FIORUCCI –SALUMI (acquisita dalla spagnola Campofrio Food Holding S.L.)

    · ERIDANIA ITALIA SPA (la società dello zucchero ha ceduto il 49% al gruppo francese Cristalalco Sas)

    2010
    · BOSCHETTI ALIMENTARE (cessione alla francese Financière Lubersac che detiene il 95%)

    · FERRARI GIOVANNI INDUSTRIA CASEARIA SPA (ceduto il 27% alla francese Bongrain Europe Sas)

    2009
    · DELVERDE INDUSTRIE ALIMENTARI SPA (la società della pasta è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl che fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata)

    2008
    · BERTOLLI (venduta a Unilever, poi acquisita dal gruppo spagnolo SOS)


    RispondiElimina
  100. In Francia ci sono concessioni idriche a uso energetico (per esercizio di impianti idroelettrici), di cui sono titolari le società francesi EDF - GDF SUEZ, scadute da un paio di anni (per una potenza istallata di circa 4 GW) e in scadenza a breve (per circa 1 GW), che più di un anno fa avrebbero dovuto essere oggetto di gare per l'aggiudicazione dei nuovi concessionari, gare a cui l'Enel (dove lavoro) ed altre società del comparto energetico (tra cui la tedesca EON) vorrebbero partecipare. Queste gare stanno continuando ad essere rimandate nel tempo senza certezza del quando e soprattutto del se verranno effettuate. L'opinione comune in Enel è che i francesi, comprensibilmente penso io, stiano facendo di tutto per evitare che asset così strategici vengano sottoposti alle leggi del libero mercato/ concorrenza. Nei dettagli non conosco gli artifici con cui stanno riuscendo a perseguire questo loro obiettivo, ma sono abili, non c'è che dire. Dubito che l'Italia riuscirà a spartirsi anche una sola fetta di quella torta, ad ogni modo se e quando questa situazione di stallo si sbloccherà, vi aggiornerò!

    RispondiElimina
  101. Gruppo Peroni (peroni, nastro azzurro ecc) 2003 acquirente gruppo Sab Miller (UK)

    RispondiElimina
  102. Birra Poretti, acquisita da Carlsberg (DK): il 50% nel 1982 e un altro 25% nel 1998.

    RispondiElimina
  103. Via Delle Perle (VDP), una delle griffes più importanti del comparto dell’abbigliamento carpigiano è stata acquisita dal fondo di investimento franco-svizzero Argos Soditic nel 2013
    Qui l'articolo.

    RispondiElimina
  104. Birra Moretti a Heineken nel 1996 (Olanda);
    Selenia a KKR (USA) nel 2005, poi Petronas (Malesia) nel 2007:
    - http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=newsarchive&sid=aw7a2bCKPS9Y&refer=europe
    - http://media.kkr.com/media/media_releasedetail.cfm?ReleaseID=333003

    RispondiElimina
  105. 2012 AVIO (area propulsione) quote di Finmeccanica cedute a General Electric
    L'a.d. Caio, per il buon esito dell’operazione, ha voluto ringraziare il governo (Monti) “che ha avuto un atteggiamento di grande attenzione, trasparenza, chiarezza e velocità nel farci capire quali erano gli impegni ritenuti essenziali per un’azienda strategica per il Paese”.

    Gli impegni ritenuti essenziali erano quelli di vendere il vendibile di questa azienda strategica per il paese.

    “L’operazione ha un’importante valenza finanziaria e industriale”, ha sottolineato Giuseppe Orsi, presidente e amministratore delegato di Finmeccanica. “Da un lato, rappresenta una prima rilevante tappa nell`ambito del piano di dismissioni annunciato; dall`altro, permette a Finmeccanica di valutare la propria presenza nelle attività spaziali di Avio S.p.A. e di assumere nel tempo le proprie determinazioni in merito”.

    Le determinazioni consistono nel vendere anche la sezione spazio. Oggi, settembre 2013, una società francese, la SAFRAN, si appresta a presentare la propria offerta; società che guarda caso è per il 30% controllata dalla Repubblica Francese. Questi francesi che non privatizzano, sono proprio stupidi.

    RispondiElimina
  106. Franciacorta Outlet Village di Rodengo Saiano passato di mano al colosso del private equity Blackstone - tra l'altro ha già preso e rilanciato il gruppo cui fanno riferimento gli alberghi Hilton, è in trattativa con Rcs riguardo le sedi di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport.

    Questo l'articolo comparso su BresciaOggi:

    http://www.bresciaoggi.it/stories/dalla_home/566584_il_franciacorta_outlet_village_passa_a_blackstone_per_126_mln/

    RispondiElimina
  107. Beh, possiamo aggiungere:
    Telecom Italia (Spagna)

    RispondiElimina
  108. sarebbe utile un confronto coi nostri parter europei:
    le loro aziende strategiche di energia, telecomunicazioni, banche, siderurgia, trasporti ferroviari ed aerei, sono pubbliche ed in che % ?
    non sono tutti asset a garanzia del debito?

    RispondiElimina
  109. Tecnogas e Lofra cucine: Dubai la prima, Iran la seconda nel 2011.
    Mistero : la nostrana De' Longhi acquisisce buona parte della teutonicissima Braun;
    dov'è la sola??

    RispondiElimina
  110. 'azz Prof, ha già sbloccato fino al 9 ottobre... io a fine settembre ne avevo postate 3 (di aziende) nel ramo abbigliamento... pensavo solo che non l'avesse sbloccato, dato che ora è impegnato col Gooficompleanno... invece temo sia andata persa.
    Le risulta? (enrico.p.emilio_at_gmail.com)
    Grazie

    RispondiElimina
  111. Ok, non ha trovato il vecchio commento, allora ci riprovo:
    Nel settore abbigliamento, altre eccellenze italiche che se ne vanno:
    - JECKERSON (2008, da fondi europei Stirling e Sirius)
    - ZAGLIANI (2009, da Labelux, Svizzera)
    - BELSTAFF (2011, da Labelux, Svizzera)

    RispondiElimina
  112. la conta dei marchi italiani passati in mani estere: http://www.wallstreetitalia.com/article/1651650/aziende/made-in-italy-in-svendita-437-marchi-all-estero.aspx

    RispondiElimina
  113. Ciao made in Italy.
    Ricordiamocelo con le sue parole:"L'Italia ha bisogno di competitività,produttività,di spirito".Certamente, ma non come li intende lui e l'amico di marchigiano, EVIDENTEMENTE.

    RispondiElimina
  114. Come cambiano i tempi....
    Oggi x lavoro sono a Bologna. Con le mie cose mi avvio in ufficio e passo davanti ad un piccolo negozio coop in centro. Seduti davanti alla porta due persone giovani che parlano fra loro. una che chiede l'elemosina, l'altra con un cane. Passando frettolosamente sento che parlano in italiano e la prima dice alla seconda: "l'hanno venduta ai cinesi". L'altra risponde: "se continua così in Italia non rimarrà niente"....

    RispondiElimina
  115. E adesso Maggiore venduta ad Avis, 141 licenziamenti.

    RispondiElimina
  116. Italcementi Group venduta ai tedeschi di Heidelberg Zement

    RispondiElimina
  117. 1) Pirelli Cavi oggi Prysmian ceduta dal 2005 a Goldman Sachs
    2) Pirelli steelcord ceduta a Bekaert nel 2014
    3) Pirelli & C. S.p.A. dal 2016 per il 65% in mano alla cinese ChemChina.

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.