(posto qui la versione ipertestuale dell'articolo uscito oggi sul Fatto economico)
Da più di un anno il dibattito sul futuro dell’Eurozona è
ancorato alla data delle elezioni tedesche, il prossimo 22 settembre. Le
aspettative sono enormi, forse eccessive, ma una cosa è chiara fin da ora:
comunque vada, la montagna delle elezioni tedesche avrà partorito almeno un
topolino, Alternative für
Deutschland (AfD). Ma anche qualora le sue dimensioni restino contenute, il
movimento “anti-euro” fondato da Bernd Lucke (professore di macroeconomia
all’Università di Amburgo) rischia di intaccare pericolosamente le fondamenta
dell’unione monetaria.
Al di là del risultato, che dovrebbe portarlo a superare la
soglia del 5%, AfD ha già ottenuto una vittoria morale, infrangendo il tabù
dell’indiscutibilità della moneta unica. Non sorprende che ciò accada proprio
nel paese che dall’euro ha tratto i maggiori vantaggi. Questi vantaggi si
stanno rivelando un’arma a doppio taglio: sepolti dai debiti contratti con la
Germania per acquistare beni tedeschi, i paesi periferici dell’Eurozona cessano
di essere un mercato di sbocco per l’industria tedesca. E così nell’economia
tedesca, già minata da problemi strutturali (la questione demografica, la
crescente disuguaglianza), cresce il desiderio di “piano B”.
Inoltre, come spiegava Bastasin sul Sole24Ore del 22 agosto
scorso, l’accesso al Bundestag permetterebbe ad AfD di sollevare eccezioni di
costituzionalità nei confronti delle leggi federali e dei provvedimenti
governativi. Ricordiamo che nel giugno scorso la Corte ha esaminato la legittimità del piano di salvataggio disposto dalla Bce, il cosiddetto Omt, ritenendolo
lesivo degli interessi del contribuente tedesco. La sentenza deve ancora
arrivare, ma il dibattimento ha già creato apprensione: l’accesso di AfD al
Bundestag moltiplicherebbe iniziative di questo genere.
Data l’importanza di AfD nel panorama politico del paese
egemone, cioè nella vita dei cittadini dei paesi sudditi, è utile esaminare il
punto cruciale del suo programma, spesso banalizzato come proposta di un “euro
a due velocità”. L’opportunità, se non l’inevitabilità, di una segmentazione
dell’Eurozona ormai è chiara agli economisti più disparati (da Luigi Zingales,
a Joseph Stiglitz, all’ex commissario europeo Fritz Bolkenstein). Ma questa
segmentazione può essere realizzata in modi molto diversi.
Lucke si è espresso molto chiaramente in un’intervista alla Neue ZürcherZeitung del 10 maggio scorso. AfD non vuole il ritorno della Germania al marco:
vuole l’espulsione dall’euro dei paesi del Sud, con l’introduzione di monete
locali “parallele”, e il mantenimento in valuta forte (euro) dei loro debiti esteri.
Insomma: una sorta di “bimetallismo”, come al tempo del non compianto sistema
aureo, dove l’euro-oro resterebbe la moneta di regolazione degli scambi
internazionali. Una proposta opportunistica e scaltra: i paesi del Sud infatti
rimarrebbero schiavi dei mercati, perché i loro debiti resterebbero definiti in
una valuta della quale non avrebbero il controllo (l’euro). Tuttavia, la
svalutazione della propria moneta consentirebbe loro di procurarsi (via rilancio
dell’export) gli euro con i quali rimborsare il paese egemone. Lo ha calcolato anche
Daniel Gros su voxeu.org (29 maggio): svalutando abbastanza, un paese come la
Grecia potrebbe onorare i propri debiti in valuta forte, senza default e ovviamente
senza ridenominazione in dracme.
Chiaro, no? La proposta di Lucke (o di Gros) in definitiva è
quella di mantenere i paesi periferici schiacciati sotto la massa di debiti
accumulati per acquistare beni del Nord, dando però loro quel minimo respiro
che gli consentirebbe di rimborsarli fino all’ultima oncia di oro, pardon, di
euro. Una proposta iniqua e asimmetrica, nella quale il peso dell’aggiustamento
sarebbe definitivamente addossato all’incauto debitore, senza che l’incauto
creditore (che dal gioco ha tratto i maggiori profitti) debba metterci del suo.
L’esatto opposto della proposta di Stiglitz, o, per altri
diversi, del Manifesto di Solidarietà Europea: quella di lasciar uscire
dall’euro i paesi più competitivi, inducendoli ad addossarsi in modo simmetrico
e solidale, tramite la rivalutazione delle loro nuove valute (il “nuovo marco”)
una parte degli inevitabili costi dell’aggiustamento.
Il dramma culturale e politico del nostro paese è quello di
aver soffocato il dibattito sull’Europa sotto la cappa della sindrome TINA:
“There Is No Alternative”. Da quando l’euro è diventata “la linea del partito”,
è diventato disdicevole per un intellettuale “di sinistra” dubitare della
fondatezza di un progetto che centinaia di economisti denunciavano come
avventato. Il risultato è che oggi la classe dirigente italiana è del tutto
impreparata ad opporre nelle sedi europee una “alternativa per l’Italia” che si
opponga alla proposta opportunistica di AfD. Per riaprire il dibattito, il 23
settembre prossimo la Link Campus University e l’associazione a/simmetrie
organizzano a Roma un incontro con alcuni firmatari del Manifesto di
Solidarietà: sarà un’opportunità per approfondire una diversa proposta di segmentazione
dell’Eurozona, meno pericolosa per il nostro paese di quella avanzata da AfD
(per informazioni, asimmetrie.org).
Però... furbi sti politici di AfD: hanno tirato fuori un bel programmino con il tipico cinismo tedesco. Mantenendo in valuta forte i debiti esteri vogliono continuare il giochetto dell'euro mantenendo solo i vantaggi... e no!
RispondiEliminaVediamo se noi italiani continueremo a essere degli imbelli politicamente.
Forza Manifesto di Solidarietà.
P.S. a mio parere bisogna unire l'azione con Spagna e Portogallo. La Francia infatti continuerà a seguire sogni di gloria vanesi (economici filo Germania e bellici filo USA), salvo non emerga con forza la Le Pen...
I debiti si dovrebbe anche evitar di farli visto che il creditore prima o poi arriva.
RispondiEliminaPer evitare di fare debiti c'è una cosa molto semplice da fare: mentenere la propria valuta. Vedrai che a quel punto nessuno sarà più tentato di drogare la tua economia col credito, perché capirebbe di correre il rischio di svalutazione, e i rapporti economico/finanziari resterebbero fisiologicamente equilibrati.
EliminaIl creditore ha prestato soldi per realizzare profitti, e ne ha prestati troppi dopo aver rimosso le regole. Quindi a me non fa particolare tenerezza.
Il dramma è che ci sono serie possibilità che i fenomeni che prendono le "decisioni sbagliate" per nostro conto accettino di passare attraverso le forche caudine della strada indicata da AfD prima di fare davvero la cosa giusta che è una sola.....
RispondiEliminaAvrei una domanda da farle. Visto che il manifesto come lei ha sottolineato più volte (anche su twitter) ha un'idea diversa e più equa per tutti di uscita dall'euro, tra i firmatari del manifesto c'è Hans-Holaf Henkel che è anche il co-fondatore di AFD. Come mai un firmatario del manifesto poi in sede politca propone un'uscita diversa da quella che il manifesto propone??Mi scuso anticipatamente se è un tema che è già stato discusso, ma non riesco sempre a leggere tutti i commenti ai post.
RispondiEliminaGrazie
Questa discussione dobbiamo ancora farla, credo. Il Manifesto è formato anche da Jacques Sapir. Mi spieghi perché lo ha fatto, secondo te? Puoi andare a chiederlo in Valnerina, eventualmente. Henkel sa cosa ho scritto della politica tedesca (non esattamente quello che dice il Manifesto) e ha sollecitato la mia candidatura. Io conosco i suoi rapporti con AfD e non ho avuto difficoltà a firmare. Perché? Ah, già, perché avevo un'altra possibilità: mettermi insieme a 100 coglioni "giusti" e firmare un accorato appello nel quale l'euro non viene nemmeno nominato... Accipicchia, potevo pensarci prima...
EliminaPensa che io sarei per l'uscita unilaterale dell'Italia. Ma il significato politico è il seguente: posso mediare con persone anche molto diverse da me se partono dalla visione esatta del problema e propongono una strategia razionale (indipendentemente dal fatto che sia praticabile politicamente o meno: nemmeno gli accorati appelli italiani erano politicamente praticabili).
Comunque, ne parleremo più diffusamente quando sarà il momento.
Sottolineo anche che Henkel voterà AfD, ma non è dentro AfD (per la precisione). Se anche lo fosse, sarebbero fatti suoi: evidentemente è il partito che si avvicina di più, in Germania, almeno alla percezione del problema. Noi invece abbiamo qui i partiti degli accorati appellanti che rimuovono il problema. Io quindi il problema di chi votare non ce l'ho più da un pezzo.
EliminaGrazie per la risposta. Sono stato tratto in inganno da un articolo del sole 24 ore in cui sostenevano che fosse un fondatore (di Mollica ce ne sono tanti purtroppo anche su quotidiani più autorevoli), leggendo un articolo su voci dalla Germania mi sono accorto che avevo scritto una boiata sul co-fondatore, è solo un sostenitore, ma il commento ormai l'avevo scritto ed era in attesa di approvazione, l'ho letto ora. Si, le ragioni della sua adesione al manifesto sono state spiegate ampiamente nel post dedicato al manifesto stesso. Però anche se lei è per una uscita unilaterale, lei condivide lo stesso il manifesto perchè è una proposta solidale e simmetrica. Ovviamente la situazione di Henkel è differente perchè li il problema se l'hanno almeno posto. Quando se ne parlerà più approfonditamente sarò qui a leggere. Buon lavoro prof!!!!
EliminaSpero non ci sia il rischio di interferenze da parte di questo Lucke al manifesto o comunque, nella decisione definitiva dell'uscita dell'euro.
RispondiEliminaQuesto può dar addito a molti sprovveduti di ritenere voi degli incoscienti, sottacendo al popolo l'uscita segmentata dall'euro come vuole questo partito.
E allora bisognerà spiegarlo bene questo concetto come hai scritto poco fa.
Ottimo articolo!
Furbacchioni. Certo non sono sicuro ne riusciremo ad uscire bene.
RispondiEliminaIn questi giorni dopo la notizie della rimessa in vendita di cibo scaduto in Grecia con un bollino speciale qui è pieno di imbecilli che spacciano questa situazione come progresso.
Da spreco pubblico a spreco di cibo. Tra un po' sprecheremo anni, magari si fisserà un tetto massimo di 50 anni di vita per non sprecare quelli successivi.
Maledette anime belle...
Grazie prof, mi sono appena iscritto a partecipare all'incontro del 23, che ho visto sarà molto affollato!
RispondiEliminaSegnalo invece per il lettori del blog il post di ieri di Krugman. Pare che l'ex calciatore finlandese Olli Rehn si sia corrucciato con i francesi che hanno ridotto il loro deficit primario a botte di tasse invece di tagliare le spese. Secondo Krugman Olli is overstepping his bounds: France is a sovereign nation, so he has no business whatsoever telling the French how big their government should be. Il punto però è un altro, è qui che i capi del regime eurista hanno gettato la maschera. "It’s not about fiscal responsibility; it never was. It was always about using hyperbole about the dangers of debt to dismantle the welfare state". How dare the French take the alleged worries about the deficit literally, while declining to remake their society along neoliberal lines?"
Ecco un altro irascibile accademico di provincia, dalla prosa impertinente, dalle teorie pittoresche...
Purtroppo è così, professore.
RispondiEliminaMa, a proposito di TINA, guardi un po' cosa è possibile reperire in rete...
http://arjelle.altervista.org/Economia/Pillole/bagnai_inflazione_svalutazione.htm
Volevo chiedere al Professore se poteva gentilmente spiegarmi se e come, tecnicamente, era possibile risolvere il problema scatenato dall'euro, vale a dire la rigidità imposta al cambio e quindi l'impossibilità di aggiustare gli squilibri nella bilancia del pagamenti con svalutazioni della moneta, con il conseguente accumulo perpetuo nel tempo di debito estero da parte dei paesi cronicamente in deficit etc etc.
RispondiEliminaAvevo sentito in un video caricato su youtube, se non mi sbaglio (cosa possibilissima), che lei accennava al fatto che si sarebbe dovuto imporre il pareggio proprio della BdP (piuttosto che del pareggio di bilancio) affinché ci potesse essere stabilità nell'eurozona.
Io la penso esattamente come lei sulla questione "euro" ed eventuale "uscita" dalla stessa eurozona, e trovo la sua attività divulgativa assolutamente essenziale nel dibattito pubblico. Mi avrebbe tuttavia fatto piacere valutare questa possibilità di una possibile stabilità derivante dall'imposizione del pareggio nella BdP dei vari Stati membri.
La ringrazio.
"Negli anni del boom, quando Paesi come Grecia, Portogallo e Spagna registravano disavanzi con l'estero sempre più grandi, le loro esportazioni arrancavano e il rapporto debito estero/esportazioni peggiorava, raggiungendo livelli che sono considerati segnali di allarme. Per Spagna e Portogallo la somma dei deficit passati rispetto alle esportazioni annue nel 2009 era arrivata al 300 e 400%, dove un rapporto del 250% è considerato la soglia oltre la quale possono insorgere problemi di finanziamento esterno."
RispondiElimina(Daniel Gros, 18 agosto 2013)
Il sig. Gros sarà anche una brava persona ma questa è una favoletta per puddini.
E dove li trovavano i soldi per indebitarsi in quel modo? Sotto i Tigli come gli zecchini di Pinocchio?
Poi, i nazionalisti siamo noi. Comunque é incredibile il fatto che la Germania sia l'unico Paese al mondo che per fare soldi deve rompere le bilance commerciali a tutti. Non credevo avrei mai potuto avere tanta nostalgia di un muro. La Germania mi piace così tanto che vorrei ce ne rifossero due!
RispondiEliminaVolevo segnalare che gli ultimi sondaggi danno AfD al 4%, in piena rimonta, Lucke punta al 7% ed è certo di entrare al Bundestag. I pirati e i Verdi stanno facendo volantinaggio contro la AfD accusandola di essere una formazione di destra. La CDU sembra aver perso qualcosa dopo il duello televisivo, ma resta largamente in testa, e la FDP resta sempre sul limite del 5%.
RispondiEliminahttp://www.handelsblatt.com/politik/deutschland/bundestagswahl-2013/umfrage-schub-afd-rueckt-an-fuenf-prozent-huerde-heran/8737534.html
Comoda così... come se pagassimo i debiti contratti negli anni '80 in lire... I tedeschi (intesi come nomenklatura politico-economica) vogliono la botte piena e la moglie ubriaca, hanno guadagnato fior di plusvalenze con la moneta unica e vogliono continuare a guadagnare anche con il ritorno alle monete locali. Con quei pavidi complici dei nostri politici che se mai dovessero appoggiare l'uscita dall'euro lo farebbero con i diktat del padrone tedesco in spregio continuo agli italiani ed alla Costituzione.
RispondiEliminaIn Germania, orami da anni, viene perseguita una politica silente, ma molto efficace, di disincentivazione alla permanenza degli immigrati a bassa professionalità. Ad un ritmo di 700.000 unità l'anno chi ha da offrire solo la forza delle proprie braccia è costretto a tornare al paese d'origine per non soffrire la fame e l'emarginazione nei nuovi ghetti nei quali sono stati relegati dalla politica di aumento degli affitti e dalla competitività dei lavoratori Tedeschi grazie alla nota riforma dei minijob. Al posto dei manovali in Germania vogliono una nuova generazioni di immigrati dai paesi periferici, una generazioni di immigrati con la Laurea in materie scientifiche, già formati e pronti per l'industria, politicamente corretti, europeisti e pronti ad integrarsi in usi e costumi con il modello simil-tedesco preparato per loro. Ovviamente sino a quando saranno utili. Asimmetria totale.
RispondiEliminaQualcuno la chiama ingegneria sociale, un modo intelligente e incruento per restare un Paese moderno e avanzato, togliendosi dalle palle contemporaneamente manodopera squalificata e cittadini poco "disciplinati".
EliminaTutto è criticabile ovviamente, ancor più trattandosi della Germania, però continuo a preferire questo approccio imperfetto e fortemente opportunistico alle non-politiche italiane.
"un modo intelligente e incruento per restare un Paese moderno e avanzato, togliendosi dalle palle contemporaneamente manodopera squalificata e cittadini poco "disciplinati"."
EliminaPiù o meno quello che pensavano i nazisti valutando l'opzione di deportare gli ebrei tedeschi in Madagascar nel 1941 come prima versione della "soluzione finale".
Complimenti!
E così continueremmo a pagare la riunificazione della Germania e i debiti di guerra della Germania. Quale guerra? Una delle tante.
RispondiEliminaE così continueremmo a pagare la riunificazione della Germania e i debiti di guerra della Germania. Quale guerra? Una delle tante.
RispondiEliminaUna cosa del genere mi che sia gia' stata introdotta in Italia a dicembre da Grilli. Un decreto che fissa una clausola di salvaguardia per i titoli di stato. il 75% dei detentori possono deliberare la modifica di alcune clausole tra cui la valuta con la quale essere rimborsati. Questa ha fortemente ridotto il rischio per i possessori di vedersi rimborsare il credito in altra valuta diversa dall'euro. Spero di aver capito male tale decreto. Attendo smentite.
RispondiEliminaquesto dovrebbe riguardare solo i titoli di stato di nuova emissione. non sono neanche sicuro che si applichi a tutti o piuttosto solo ad alcune tipologie.
Eliminabisognerebbe leggerselo bene. ma sicuro i debiti contratti fino al 2012 sono esclusi da quella clausola. per questo è importante per loro obbligarci in altre maniere a ripagare in euro.
Guarda qui.
EliminaChiaro, no?
probabilmente vuole fare in modo di non far avere un grosso shock alla tetteschia dovuto alla rivalutazione del "neue deutschemark", e naturalmente lo schock lo vuole far assorbire a noi porcellini del sud;
RispondiEliminaun po' come con la Wiedervereinigung Deutschlands (riunificazione della Germania per noi europeisti)...aveva ragione il caro (e quanto caro) vecchio (e quanto vecchio) andreotti, meglio due germanie, nonostante i costi che procuravano ai loro fratelli orientali.
In sostanza:"Niente di nuovo sul fronte occidentale".
RispondiEliminaO quasi.
I Tedeschi confermano la loro miserabile miopia non vedendo il precipizio che hanno di fronte.
I loro crediti, comunque vada, verranno in grande parte non rimborsati.
Il reddito necessario dovrebbe essere prodotto da quelle aziende che loro hanno "espropriato" a paesi vicini e amici che quando prenderanno coscienza di quello che è successo negli ultimi 20/30 anni inevitabilmente si incazzeranno come delle iene.
Ad aggravare la situazione ci pensano gli USA, o meglio le poche enormi multinazionali come Microsoft che come abbiamo visto ha acquisito una enorme fetta di Nokia.
Azienda emblema del forte e produttivo "nord", nord area euro.
Quell'altro nord europa, quello senza l'euro invece conquista inesorabilmente nuove fette di mercato del "sud", vediamo Ikea (anche se la sua sede principale è nei Paesi Bassi).
Vorrei cogliere l’occasione per ribadire l’enorme, globale problema costituito dalla questione delle tecnologie informatiche, monopolizzate da aziende, tutte, nordamericane che di fatto stanno prendendo il controllo totale dell’economia.
Se a qualcuno interessa possiamo approfondire, sono sicuro che per i più sarebbero enormi e amare sorprese. La dipendenza dall’informatica è potenzialmente devastante, ricordo che in Europa non viene sviluppato nessun sistema operativo, tranne qualche variante di Linux.
Microsoft, Apple, Vmware, Citrix, RedHat, Amazon, tanto per citarne alcune che per molti non suonano ancora familiari, sono tutte aziende statunitensi.
Torniamo a Nokia.
Osserverete che da tempo era in crisi, si infatti da quando il sistema operativo open source utilizzato nei suoi telefonini (symbian) è stato soppiantato da quello di google (Android) che è un'altra multinazionale americana che con Apple praticamente si dividono il mondo, nel settore.
Anche qui vediamo che il nostro problema, anche dal punto di vista economico, non è rappresentato dai BRICS, bensì sostanzialmente dagli USA, oltre che naturalmente dai suoi diretti partner come Canada e poi naturalmente Giappone, Korea e altri.
Voglio proprio vedere cosa succederà quando la Germania entrerà in crisi con l'esplosione delle sofferenze bancarie e con gli avvoltoi d'oltreoceano pronti a sbranarli !
IDE, IDE, daje a ride!
EliminaVediamo cosa ci racconterà l'amico Olli tra un paio d'anni, dopo che gli americani avranno spolpato Nokia per bene....
Con il permesso del padrone di casa, mi permetto di dire che, applicando gli insegnamenti di Goofy, sevedeva
RispondiEliminaE' proprio lo stereotipo tedesco: "...uscita ordinata...".
EliminaVuoi uscire dall'euro? Aspetta che controllo se sei sulla lista.
Ecco in questo si vede la differenza abissale tra l'amministratore tedesco e il 'pollitico italico' l'amministratore tedesco fondamentalmente fa di tutto per la , nei limiti del suo possibile , per la popoloazione tedesca e i risultati sono evidenti , il 'pollitico italico' non rischia mai e fa il poco per il suo pollaio . Ho conoscituto situazioni di 'pollitici' che hanno fatto un piccolo partito comprando le firme per accedere alle elezioni , presi una barcata di soldi di rimborsi elettorali e spariti nel nulla , tra l'altro se non erro attualmente latitanti . Concordo al 100% sulla macroeconomia del Prof , ma la domanda è ' se goveranti da una squadra del genere come sarebbe possibile in ogni caso avvicinarsi anche solo marginalmente a quello che la macroeconomia suggerirebbe ?' penso che sia chiedere veramente troppo a gente che arriva nelle istituzioni con la mentalità del 'mordi e fuggi che del doman non c'è certezza ' . Non è questione di corruzzzione o altro , è proprio essere distanti anni luce da una etica normale e dal voler e saper fare qualcosa . Un esempio di una banalità sconvolgente ma visibile a tutti , negli anni '60 per asfaltare una strada controllavano la temperatura dell'asfalto arrivato in cantiere sui camion e se non era corretta rimandavano il carico , ora si asfalta mentre diluvia e finito il lavoro si aprono in primi buchi , ma tutti sono contenti che così il lavoro non manca ..... ecco li il danno è minimo ma se gli stessi concetti e la stessa logica devastante è applicata sulla gestione statale globale è naturale che si arrivi dove siamo ora. è la logica 'Procurare un danno per poi ripararlo in qualche modo e proclamarsi salvatori della patria' e questo proprio perchè non avendo nessuna competenza e pochissima onestà ci si aggrappa alla proprio posizione creando il prima problema e poi ..... e poi tutto sfugge di mano , tanti piccoli stregoni-Topolini e alla fine dovrebbe arrivare Mago Merlino ad aggiustare le cose .
RispondiEliminaChiaro, anzi chiarissimo, e soprattutto uno smacco alla faccia dei meschini diffamatori del prof.che hanno criticato la decisione di aderire al Manifesto di Solidarietà. P.s.: da oggi mi sa che dovò farmi chiamare Cris, la desinenza Tina del mio nome non mi piace per niente!!!
RispondiEliminaTecnologia tedesca... seguiranno accorati appelli.
RispondiEliminaChissà perché vedo molto probabile un ripiegamento dei fognatori esattamente su questa linea, visto che lascia loro uno spazio per non ammettere che hanno sbagliato tutto. E che questo spazio lo pagheremmo interamente noi.
RispondiEliminaTuttavia le proposte di Lucke e Gros implicano che ANCHE NELLA PIU' SCIAGURATA DELLE IPOTESI I PAESI DEL SUD EUROPA SE LA CAVEREBBERO SEMPRE MEGLIO COSI' CHE RESTANDO NELL'EURO.
Si sa quale è l'ammontare dei debiti contratti dall'Italia con la Germania per acquistare beni tedeschi ?
RispondiEliminaIl manifesto di solidarietà e la relativa segmentazione dell'eurozona (sia chiaro benefica considerando l'assoluta eterogeneità delle economia attualmente sotto l'euro) vuole essere una tappa intermedia nel processo che dovrà portare al ritorno ad una moneta nazionale e alla fine del divorzio BdI - Tesoro oppure si ritiene la nuova segmentazione una soluzione sufficiente?
RispondiEliminaSe già sul campo vi sono almeno 2 ipotesi (quella teutonica e quella "solidale") non torna il problema del consenso "politico", della divulgazione. Insomma mi pare di capire che non necessariamente sia sufficiente sedere sulla riva del fiume ed attendere il cadavere dell'euro passare ma si possono aprire scenari anche peggiori e da qui la necessità di fare presto (ridurre le conseguenze della crisi sociale ed occupazionale esistente) e di evitare ipotesi che non farebbero che aggravare ulteriormente la situazione. Insomma che fare? niente gesti eclatanti ok (leggo il blog già da qualche tempo). Sia chiaro il prof. Bagnai si è fatto e continua a farsi il mazzo (sia nell'attività più propriamente accademica che in quella divulgativa..non è una captatio benevolentiae..insomma non è un lavare la faccia ma lo penso..).Tuttavia considerando la situazione e gli scenari che già qualcuno apre non mi sembra peregrina la preoccupazione e la domanda? Mentre scrivo mi smebra che il senso della mia sia quello di "aprire il dibbbattttito.." e mi si gela il sangue..ma insomma il quesito sul consenso da creare io me lo pongo..sbaglierò..
Io ho deciso che l'unico prodotto tedesco che acquistero' sara' una bottiglia di birra HefeWeizen, ma non piu' di una volta al mese.
RispondiEliminaMa c'è scritto da qualche parte nella costituzione che non possiamo prendere decisioni per il bene dell'italia? E' apologia del fascismo, nazionalismo? C'è un articolo che dice che è giusto e bello darci le mazzate sui marroni e se qualcuno tentenna -perchè ha ancora bisogno del nostro mercato- gli chiediamo di avvolgere la mazza con un panno? non se ne può più..
RispondiEliminaIL BENE DELLA NAZIONE NON E' NAZISMO
Sul vendere la capacità di commerciare con l'estero, su QUELLO ho qualche dubbio di collaborazionismo.
Bisogna istituzionalizzare uno psicologo obbligatorio per rimuovere questo nostro trauma nazionale, così non si può mica andare avanti.
Con la paura manipolano la nostra capacità di razionalizzare, che se no sarebbe chiaro. O NO?
Nulla di nuovo sotto il sole, è il caro vecchio imperialismo: concetto che gli odierni "sinistri" usano solo quando si tratta di quello amerikano, mentre i tedeski, per carità, sono mossi da spirito di fratellanza europea....
RispondiEliminaInsomma, la politica (economica) è la guerra continuata con altri mezzi.
Mi sa tanto di proposta sovrapponibile al "forse" futuro "European redemption fund"....altra soluzione che assicurerebbe ai bravi e virtuosi creditori di "rientrare" iin valuta pesante....
RispondiEliminaps: piccola considerazione sul ERF....ma chi ha scelto un nome del genere?Esiste pure il rischio che la gente, una volta compreso il significato di "redenzione", si si incazzi pure o per lo meno si senta offesa.....ingenuo fascismo Europeo...
Titolo del commento "scenari futuri".
RispondiEliminaMi sono imbattuto in questo link su youtube, "Quale futuro x l'Europa con on. Garavaglia e Prof. Claudio Borghi".
Pubblicato in data 21/ago/2013
sottotitolo:
Incontro pubblico del 10/1/13 a San Nicolò promosso dalla Lega Nord Piacenza e dall'assessore Pozzoli. Le tasse sorridono ai MONTI: Macroregione del Nord per rialzarsi Subito! Crisi
Per dirla in breve (durata 1.26.15) è una riunione di leghisti dove Garavaglia (ex senatore lega, ora assessore in regione Lombardia) propugna uno dei cavalli di battaglia leghisti, la macroregione del nord ed il 75% delle tasse del nord da spendere localmente con solo il 25% da dare allo stato per la perequazione.
(piccola nota, tempo fa, prima delle elezioni sentii Berlusconi alla tv (LA7) intervistato dalla Gruber dire che in fondo si poteva fare, i politici del sud erano pure d'accordo perché tanto la differenza era minima in quanto le tasse già spese localmente erano al 72% quindi si trattava di un aumento minimo. Cacchio, fare una battaglia epocale per un 3% in più, ma come direbbe il prof. "è la politicaaaa, er fumo negli occhi". Vabbe')
Poi c'è un bellissimo intervento di Borghi che gli spiega il paragone fra "EURO nell'Europa del nord VS quella del sud" e "Lira nell'Italia del Nord e quella del Sud".
Stessi problemi, moneta forte VS moneta debole, nord industrializzati VS sud asfittico, vantaggi e svantaggi per la parte industrializzata e per quella assistita (che nell'euro non c'è).
Piccolo appunto, il prof. è una autorità in economia, statistica etc. ma Borghi è ineguagliabile per come ti spiega le cose semplicemente per le nostre (mia specialmente) menti affaticate dal lavoro quotidiano. Peccato per l'audio pessimo ma quel pezzo dalle 0.09.55 fino alle 0.30.00 è una perla che dovrebbe essere pubblicata in ogni dove.
Poi si passa alla parte "macroregione" dove se ho capito bene alla lega non gliene importa niente se rimaniamo nell'euro, l'importante è fare la macroregione e con quella competere con la Germania.
Qui arriviamo al punto, avrei due domande per due possibili scenari per il prof. e per gli altri:
Scenario 1, rimaniamo nell'euro ma l'Italia si "spezza" in due (o tre) macroregioni. La "padania" con un nord che vorrebbe combattere ad armi pari (???) con la Germania, ed un sud (oppure un centro ed un sud) che rimarrebbero ad affondare.
Personalmente non vedo un grande vantaggio per la futura "padania" ma vado ad intuito. Sarebbero capaci di competere?
Scenario 2, ci sganciamo dall'euro (evviva). A questo punto torniamo all'annoso problema, nord produttivo e sud assistenziale. Come la mettiamo? Si risolverà mai? Faremo la Lira del nord e quella del sud? Tale prospettiva andrebbe approfondita.
Mi sembra che ci sia materia per discutere. Buonasera.