sabato 27 ottobre 2012

Le ricette veloci di Giampiero Friedman



(L'avete voluto il post tecnico? E mo' ve lo leggete. Da istwine, aka Bourka boy, ricevo e volentieri pubblico, dedicandolo non solo all'immortale bisteccone, ma anche e soprattutto a quelli che la moneta si crea con un clic del mouse...)


I PRINCIPI DELLA MONETA ENDOGENA
1 PARTE. UN BREVE EXCURSUS STORICO.

Al mondo di sicuro ci sono solo due cose, la morte e le tasse.

Questa citazione attribuita a Benjamin Franklin è poi diventata un classico dell’umorismo, benché non è detto che Franklin volesse far ridere. A parte questo, l’idea di Franklin rimane imprecisa, difatti al mondo di sicuro ci sono ben tre cose, la morte, le tasse e i monetaristi, consapevoli o inconsapevoli. Questa prima parte ha lo scopo di tracciare una breve storia della politica monetaria in modo tale da mettere a fuoco un concetto elementare: di monetarista è rimasto solo l’uomo della strada, ed è arrivata l’ora di rincasare.

Il metodo che utilizzerò è quello di citare economisti noti e meno noti, ortodossi e non, in modo tale da rendere evidente che, come si è imparato leggendo questo blog, nella vulgata dominante di vero non c’è assolutamente niente e quelle poche cose apparentemente realistiche necessitano quantomeno di una discussione. Per essere chiari, lo scopo non è quello di convincere qualcuno che in ambito accademico sono tutti d’accordo, sarei disonesto se negassi che esiste un dibattito, o meglio, che è esistito un dibattito anche feroce tra scuole di pensiero. Quello che non esiste invece e che esiste solo nella mente di quella trascurabile maggioranza onnipresente sul web e nei media principali è il semplicistico, la didascalia, lo slogan e tutti gli strumenti di cui si serve il sempreverde conformista. Scusate, prolisso ma doveroso. 

Introduzione


“[…] Our teaching about monetary policy must be completely revamped. Specifically, students must now learn something about “unconventional” monetary policies. Remember “conventional” monetary policy? The Federal Reserve shortens recessions by creating more bank reserves (“printing money”), which fuels a multiple expansion of the money supply and credit because banks don’t want to hold excess reserves. So they get rid of them making more loans and deposits, which also lowers short-term interest rates. Compare that to current reality: Banks are content to hold over $1.6 trillion in excess reserves, short-term interest rates are stuck near zero, and Fed policy often works on long-term interest rates instead. No, this is not your father’s monetary policy, and the old ways of teaching about it simply won’t do.”  (Blinder 2012)

Così scriveva il 1 Aprile 2012, Alan Blinder, un economista di tutto rispetto. Spero non scherzasse. Blinder qui si rivolge ai colleghi perché sa che in ambito accademico vi è un certo fermento, la crisi finanziaria e le politiche non convenzionali messe in atto in particolare dalla Federal Reserve statunitense e dalla Bank of England mettono a dura prova le teorie dominanti sulla politica monetaria e le sue implicazioni e molti economisti si stanno rendendo conto che qualcosa non torna. La diffusione delle teorie di Minsky per anni snobbate è un altro esempio di questo processo in corso. Ma guardiamo la chiusura perché è interessante: secondo Blinder questa non è la politica monetaria che ci hanno insegnato i padri e la vecchia maniera di insegnarla non funziona più.

“[…] It used to be that most academic research treated money (or sometimes base) as the exogenous policy instrument under the control of the central bank. This was an irritant to those of us working in central banks, because the instrument of policy had always been the short-term interest rate, and because all monetary aggregates (beyond base) have always been and remain endogenous. In recent years, more and more academics, in specifying their models, have treated the short-term interest rate as the policy instrument, thereby increasing the usefulness of their analyses for our thinking about monetary policy and allowing for more cross-fertilization of work done inside and outside central banks.” (Freedman 2003)

Così scriveva nel 2003, Charles Freedman, Deputy ­­­Governor della Banca Centrale del Canada per più di trent’anni, nelle sue Reections on Three Decades at the Bank of Canada (2003). Nel paragrafo da cui è tratta la citazione, l’autore racconta le varie fasi che la Bank of Canada ha passato, quindi la fase di inflation-targeting che hanno passato tutti (alcuni non riescono a uscirne, se ricordate quel patetico video della BCE), la presa di coscienza del fatto che non funziona e il ritorno al passato. Perché è importante questa citazione? Perché a giudicare dalle parole di Freedman (e non è l’unico, si legga a questo proposito Nicholas Kaldor – Il Flagello del Monetarismo), forse la politica monetaria dei padri non era più quella dei nonni. Ma forse non tutti sanno che anche i bisnonni avevano qualche problema a riguardo. Ce lo racconta brevemente Ulrich Bindseil che ha scritto un libro, Monetary Policy Implementation: Theory, Past, and Present (2004). Il libro va comprato, non si trova sul web (che io sappia), io non l’ho comprato e ne ho letto alcuni estratti da Google Books, ma fortunatamente Bindseil ha scritto anche alcuni paper in cui riprende le stesse tesi. Comunque, Bindseil è nientepopodimeno che Director General of the Markets Operations Department della Banca Centrale Europea ma è stato tra le altre cose Economista allo European Monetary Institute, alla Banca Centrale Europea e al Dipartimento Economico della Deutsche Bundesbank.

La politica monetaria pre-1914


Thornton, Wicksell, Bagehot, King sono alcuni nomi da tenere a mente se si vuole discutere della politica monetaria precedente alla nascita della FED. L’idea di fondo che questi signori portavano avanti era quella che la politica monetaria non fosse altro che fissare un tasso d’interesse, in particolare il tasso d’interesse a cui la Banca Centrale prestava alle banche (discount rate facility). Il dibattito era vivo, ma nessuno metteva in discussione la natura fondamentale della politica del banchiere centrale, semmai la discussione si riferiva (come adesso) a quale fosse il tasso d’interesse ideale. Wicksell, come Thornton, ad esempio sosteneva che bastasse fissare il tasso d’interesse in base a quello che chiamavano “rate of mercantile profit” per limitare l’espansione del credito e lo consideravano lo strumento più importante. Bagehot (1873) allo stesso modo, conscio del fatto che i mercati monetari fossero per loro natura instabili, considerava molto più efficace fare una politica di prezzo (il tasso d’interesse) piuttosto che di quantità (le riserve). Cioè Bagehot aveva capito che la domanda di riserve è poco elastica rispetto al prezzo (cioè, se ne hanno bisogno, ne hanno bisogno). Nelle parole di Bindseil:

“Bagehot’s insight into the inherent instability of the money market implies that any serious  setting of a quantitative operational target means extreme noise in short term interest rate. Since this noise is unlikely to be white, it also means noise in medium and longer-term rates – i.e. noise in all rates that are crucial for economic decisions. Such interest rate noise is unlikely to be compatible with a sensible control of prices and stable economic conditions in general.”

(N.d.r.: un “rumore bianco” è un errore statistico imprevedibile – tecnicamente, una sequenza di variabili aleatorie incorrelate. Quello che Bindseil vuole dire quindi è che porsi degli obiettivi operativi in termini di quantità di un particolare aggregato monetario, rischia di indurre una distorsione persistente nel livello dei tassi di interesse.)

Spostandoci in Inghilterra invece, Bindseil racconta:

“The technique used by the Bank of England in the last decades before WWI to set Bank rate and to steer short-term market rates at a level somewhat below Bank rate is described in detail in King (1936) and Sayers (1976). In fact the Bank of England aimed at achieving only a limited recourse to its discount facility, this being ensured through what would be called later open market operations. In fact, the Bank of England maintained normally a spread between the Bank rate and market rates of around 1% (see the tables in King, 1936, pp. 300, 312) – similar to what the Fed has adopted in 2003 after the reform of its discount window, and what many other central banks had adopted in the course of the second half of the 20th century. Other central banks, as e.g. the Reichsbank, instead accepted a permanent large recourse to their discount window and thus that market rates and the discount rate were in principle equal (see e.g. Reichsbank, 1910).  In any case, before 1914, all central banks quoted at almost any time at least one official discount rate at which they were prepared to discount eligible paper (see e.g. Bloomfield, 1959).

One may conclude that in 1914, there was no doubt, neither on the theoretical side, nor on the side of central bank practice, that central bank policy was interest rate policy, mainly in the form of setting the rate of the discount facility.”

La Reserve Position Doctrine (RPD)


Il primo a chiamarla così fu tale Meigs (1962), che nella sua tesi  - che aveva come relatore un certo Milton Friedman - definì la “reserve position doctrine”, ovvero quell’idea che tutti gli studenti si trovano a ripetere all’esame (ma senza capirla poi, infatti io mica la capivo, la ripetevo) che vuole che la Banca Centrale tramite le cosiddette operazioni di mercato aperto (acquisti e vendite di titoli) emetta moneta e quindi, tramite un meccanismo noto ai più come “moltiplicatore monetario” riesca bene o male a governare l’offerta di moneta. La teoria ha diverse varianti, ma la tesi di fondo è che la Banca Centrale sia in grado di controllare la quantità di moneta nell’economia e che quindi quest’ultima sia una variabile esogena. L’idea era più vecchia del 1962, si diffuse negli anni Venti e fece, per certi versi, una vittima illustre: John Maynard Keynes (per chi vuole approfondire, Bindseil dedica un piccolo paragrafo a Keynes in cui cerca di spiegare il perché di questo entusiasmo da parte dell’economista britannico). Non è un caso che Nicholas Kaldor (1982) lo rimprovera di aver, forse involontariamente, dato autorevolezza a un’altra teoria che va a braccetto con la Reserve Position Doctrine, ovvero la Teoria Quantitativa della Moneta, una teoria ancora più vecchia e discutibile su cui non mi soffermo perché più volte nominata e derisa qui nel blog. Difatti, sostanzialmente, l’idea era che la Banca Centrale fosse in grado e dovesse controllare l’offerta di moneta perché in caso contrario l’inflazione sarebbe stata fuori controllo, ma non solo, avrebbe avuto anche un potere maggiore sull’economia e sul sistema bancario se avesse seguito la dottrina giusta. Ma come si passò a quest’idea dopo anni di politica monetaria basata sul tasso d’interesse a breve termine?

“[…] What makes the episode extraordinary in the case of the Fed and distinguishes it from other national monetary histories of WWI and the early 1920s, was the ex post rationalization given to it, namely that the reasons for the inflation in the first six years of the Fed had not been the failure of the monetary authorities to hike short term interest rates, but excessive borrowing by the banks through the discount window, i.e. not rates were the problem, but quantities. This switch of paradigm seems to take place rather precisely around 1920, with discussion after this date highlighting consistently the quantity dimension. Two main events seem to explain the switch exactly in 1920 namely (i) the above-mentioned start of the tightening of monetary policy in November 1919 and its substantial impact on economic activity, and (ii) an academic event, namely the invention of the money multiplier by the American C.A. Philipps (1920).” (Bindseil 2004)

Come tante altre cose, l’idea nasce in USA ed in seguito ad una situazione economica difficoltosa. La FED era nata da poco, il 23 Dicembre 1913 e pare non avesse molta esperienza, o meglio, pare che, vista la giovine età, gli si potesse attribuire la colpa di tutto, in particolare dell’inflazione elevata degli anni successivi alla nascita. Così cominciò a diffondersi l’idea che fosse preferibile il controllo diretto degli aggregati monetari piuttosto che del tasso d’interesse a breve termine, ben prima che Friedman diventasse il padre spirituale della teoria (ma ci arrivo dopo, anzi gli dedico un paragrafo a sé). I fautori della Reserve Position Doctrine dunque sostenevano e sostengono che le Banche Centrali non abbiano alcuna responsabilità rispetto al tasso d’interesse a breve termine, di conseguenza nei decenni hanno proposto diversi possibili strumenti: si va dalla quantità di base monetaria emessa, all’ammontare di operazioni di mercato aperto quotidiane, alla base monetaria non presa a prestito dalla Banca Centrale, alle riserve in eccesso. Il discorso è piuttosto tecnico, ma quello che mi preme sottolineare è che ci fu una piccola rivoluzione nella politica monetaria e soprattutto nella retorica riguardante l’implementazione e l’utilizzo degli strumenti disponibili e che, nonostante la cosa poi si sia rivelata un fallimento teorico e pratico, questo modo di pensare è ancora diffuso e solo negli anni 90 ad esempio la FED passò a esplicitare un tasso a breve termine come target operativo (o meglio, mantenne per settant’anni la retorica sugli aggregati nonostante poi lo strumento principale fosse sempre il tasso d’interesse, a parte più o meno il periodo 1979-82).

Parlo di retorica perché poi di fondo si trattò di questo, ad esempio una delle cose che in USA si fece fu rimpiazzare, negli anni Trenta, l’OMIC (Open Market Investment Committee) con l’OMPC (Open Market Policy Committee) che poi divenne il FOMC (Federal Open Market Committee) nel 1935 e tuttora è chiamato in questa maniera nonostante la FED, come tutte le Banche Centrali attualmente, si limiti a segnalare il tasso d’interesse a breve termine. Se consideriamo il periodo pre-Volcker, la FED ad esempio pose in essere una politica di tipo RPD ma abbastanza libera sino al 1952 quando poi passò a un target di riserve in eccesso, arrivando poi al 1970 in cui il tasso d’interesse a breve termine ritornò ad essere considerato esplicitamente uno strumento di politica monetaria. Perché dico esplicitamente? Perché la FED e le Banche che in genere seguirono la retorica monetarista cercarono sempre di evitare ogni tipo di responsabilità sul tasso a breve, cosicché venisse considerato semplicemente una risultante delle forze di mercato. Questo è secondo alcuni studiosi, in particolare Charles Goodhart, una delle maggiori evidenze del fatto che si trattasse di pura retorica, lui difatti attribuisce al periodo Volcker le stesse caratteristiche dei periodi precedenti, dice infatti: if properly analysed, reveal that the Fed continued to use interest rates as its fundamental modus operandi, even if it dressed up its activities under the mask of monetary base control… there was a degree of play-acting, even deception…” (2001).

Apro una parentesi. La differenza tra la pratica e la retorica è la stessa che potete notare quotidianamente nelle parole del Governo Monti. Sostengono delle cose, ma praticamente non succede nulla di quello che sostengono. Così vale e valeva per le Banche Centrali, sostenevano di agire sugli aggregati monetari ma puntualmente non erano in grado di tenerli sotto controllo e quando tentarono di farlo con maggior enfasi, con Volcker nel periodo 1979-82, il fallimento fu totale e l’evidenza fu una e una soltanto: la moneta è endogena. Chiudo la parentesi.

(N.d.r.: apro una parentesi anch’io. La stessa cosa vale per la politica fiscale. Fatto salvo l’odierno delirio, tutti i governi di destra e di sinistra di tutti i paesi avanzati hanno sempre fatto politica fiscale anticiclica anche quando hanno detto di non farla, e i risultati, come sapete, si sono visti. Che poi gli strumenti adottati e le conseguenze redistributiva possano essere state anche moooolto diverse siamo d’accordo, ma all’idea che la politica fiscale sia inefficace o che il moltiplicatore sia minore di uno o negativo non ha mai creduto nessuno, anche perché il grafico che vi ho linkato lo conoscevano tutti. Quindi: retorica=”la politica fiscale è inefficace, il moltiplicatore non esiste”; realtà=”oh, qui le cose se stanno a mette male, cerchiamo di spendere un po’ di più – o di tagliare qualche imposta”).

Il problema di fondo della Reserve Position Doctrine era che non aveva una teoria completa ed esauriente su cosa fosse la moneta. Era tutto un tripudio di controlli sugli aggregati monetari, sulle riserve in eccesso, piccole variazioni nelle operazioni di mercato aperto e addirittura pesanti penalità su chi avesse preso a prestito dalla Banca Centrale, ma mancavano le fondamenta. I primi che scrissero ampiamente e con grande lucidità della questione furono alcuni economisti e giuristi britannici che nel 1959 rilasciarono un piccolo documento conosciuto poi come il Rapporto Radcliffe, da Lord Radcliffe che era a capo della commissione d’inchiesta sulla moneta. Bisogna ricordare che la retorica della RPD non influenzò mai più di tanto sino ad allora la Bank of England e questo, secondo Bindseil, spiega anche perché Keynes, sempre critico verso l’ortodossia della Banca, fosse così entusiasta della nuova teoria.

Il Rapporto Radcliffe sottolineava prima di tutto una cosa fondamentale: ciò che conta non è la moneta, qualunque cosa sia, ma ciò che loro chiamano “overall liquidity position”, cioè tutta una serie di asset finanziari liquidi o meno liquidi come depositi nelle banche di risparmio, azioni, titoli obbligazionari di varia durata, altre forme di depositi, i saldi in Banca Centrale ecc. Non solo, una volta definita, sarebbe stato possibile tenerla sotto controllo? Secondo il Rapporto Radcliffe no, ma vi erano altre intuizioni e altre discussioni teoriche ad esempio sulla superiorità del tasso d’interesse rispetto a una poco chiara idea di “offerta di moneta”, dubbi riguardo all’efficacia reale del tasso d’interesse, gli effetti della politica monetaria sui prezzi ecc. La sostanza del Rapporto, esplicitata dalle conclusioni era che:

“[…] when all has been said on the possibility of monetary action and its likely efficacy, our conclusion is that monetary measures cannot alone be relied upon to keep in nice balance an economy subject to major strains from both without and within. Monetary measures can help, but that is all" (Radcliffe Report 1959)

Cioè, a parte le grandi questioni teoriche, il Rapporto Radcliffe concludeva che la politica monetaria fosse solo uno strumento e neanche il più importante (che il Rapporto identifica nella politica fiscale) e tutta la retorica della RPD fosse appunto retorica, peraltro poco solida e attaccabile sotto ogni punto di vista. Un grande estimatore del Rapporto Radcliffe, seppur con riserve, fu Nicholas Kaldor che lo riprese e ne sottolineò la lucidità per i tempi, in particolare:

“In the same way the emphasis on the "whole liquidity position" in contrast to the "money supply" (and on the control of bank advances as distinct from bank deposits) must be puzzling to all those who believe that non-monetary financial institutions are merely channels in the investment of funds, incapable of "creating" money or credit in the manner of the clearing banks whose deposits alone provide media of payment.”

Di nuovo, il concetto era semplice. Qualunque cosa fosse la moneta, non poteva essere trattata in maniera così semplicistica come facevano i fautori della RPD, e qualunque fosse lo scopo della politica monetaria, non poteva essere il controllo dell’offerta di moneta, proprio perché quest’ultima era in continua evoluzione e del tutto fuori dal controllo delle autorità monetarie. Per fare solo un piccolo esempio, ma ci tornerò nella seconda parte, Kaldor racconta che:

Prima della seconda guerra mondiale vi era un rapporto obbligatorio minimo dell'8% tra la "cassa contante", più i saldi con la Banca d'Inghilterra, e il totale dei depositi a tempo e a vista. Ma in pratica si trattava di un pietoso inganno, perché la disposizione veniva abitualmente aggirata dalle cinque grandi banche commerciali mediante il semplice espediente di redigere i propri conti in giorni diversi della settimana, da lunedì a venerdì, in modo da esibire cinque volte alla settimana lo stesso contante, che veniva trasferito per ragioni contabili da una banca all'altra ogni giorno della settimana. La vera "base di riserva" (ammesso che sia esistita) non fu mai pubblicata anche se si sapeva che, per ragioni puramente prudenziali, le grandi banche commerciali cercavano di mantenere una "cassa contante" minima (compresi i loro saldi con la Banca d'Inghilterra) pari a circa il 2% delle passività. Dopo la seconda guerra mondiale il rapporto di cassa minimo dell'8% venne anche formalmente abolito e sostituito col rapporto di liquidità del 28%. Esso tuttavia comprende molte voci la cui offerta non è per nulla sotto il controllo della banca centrale (ad esempio le cambiali o le obbligazioni a breve), e presto ci si rese conto che questo nuovo "rapporto di liquidità" poteva essere manipolato quanto il vecchio rapporto di cassa. [...] (Kaldor 1982)

Non solo quindi si trattava di un concetto complesso da definire, ma anche volendo imporre dei limiti, questi venivano puntualmente aggirati (e lo sono tuttora), rendendo ancora una volta evidente il concetto base: la moneta è endogena.

Sino a qui vi sembra chiaro e logico? Ci si può ragionare su ma già da qui, anche se ho semplificato la storia ovviamente, ci si può rendere conto del fatto che ci fosse quantomeno una differenza nella profondità del pensiero dei critici della RPD e dei fautori della RPD. I primi avevano ben chiaro che quella rivoluzione degli anni Venti era pura retorica e che nonostante avessero anche l’appoggio di banchieri come Paul Warburg (presente? Approfondite pure la biografia di quest’individuo), le stesse banche commerciali aggiravano bellamente i controlli da essi stessi appoggiati, rendendosi automaticamente sostenitori involontari della teoria dei critici della RPD. Esattamente come Monti, mandando il paese in recessione, diventa sostenitore involontario delle tesi dei critici.

Se a voi sembra chiaro, ad alcuni personaggi noti non lo sembrava.

La tragedia di un uomo ridicolo


Ugo Tognazzi è protagonista, nel 1981 di un film intitolato La tragedia di un uomo ridicolo. Fate ben attenzione alla data, 1981. Cosa vi ricorda? Ebbene sì, il divorzio Tesoro-Banca d’Italia. C’entra qualcosa? No, nulla. Però mentre Primo Spaggiari soffre la sua ridicola tragedia, milioni di persone soffrono un’altra ridicola tragedia: l’implementazione, per la prima volta, del monetarismo di matrice Milton Friedman.

Milton Friedman si era convinto, negli anni 50, che ci fosse una correlazione tra PIL e quantità di moneta e dunque aveva studiato, dati alla mano, tutto il periodo precedente arrivando a una conclusione: se si riesce a governare la quantità di moneta si riesce a governare la crescita del PIL in maniera non inflattiva. Ebbene, lui sosteneva ci fosse un rapporto di causa ed effetto tra moneta e reddito, cioè, un rapporto di causa (l’offerta di moneta) ed effetto (il reddito), quindi agendo sull’offerta di moneta la Banca Centrale avrebbe influito sul PIL e se l’avesse fatto in maniera professionale, sarebbe riuscita anche a governare l’inflazione, che per Friedman era un mero fenomeno monetario. Ci mise un po’ a convincere le persone ma quando ci riuscì ebbe un successo enorme nelle istituzioni e per certi versi nell’ambiente accademico (prova ne è il fatto che Mankiw nel suo manuale la propone ancora così, ma ci torno dopo) e molti (no, non tutti) avevano in bocca le sue teorie e molti erano preoccupati dell’andamento degli aggregati monetari, l’inflazione era elevata e quindi, come negli anni Venti, cosa c’era di meglio di una teoria-salva vite, salva-nazione? (si scherza Barnard)

Una cosa va sottolineata, la visione di Friedman era molto più semplicistica in termini pratici di quella dei sostenitori della RPD degli anni Venti. Friedman vedeva la politica monetaria in maniera non troppo dissimile da come Galeazzi vede la gastronomia, secondo la parodia di Lillo&Greg.

Le ricette veloci di politica monetaria di Milton Friedman:


Ciò che Friedman non aveva capito è che la correlazione non implicava in nessuna maniera il nesso di causalità da lui supposto, semmai l’inverso, cioè dal reddito alla moneta, con quest’ultima che si adatta alle condizioni economiche del paese. A parte l’analisi stock-flussi che vedremo più avanti, era l’impianto logico di Friedman che risultava discutibile. Uno che si premurò di fare un’analisi sufficientemente approfondita del nuovo monetarismo fu il solito Nicholas Kaldor, il quale scrisse addirittura un libro, intitolato Il Flagello del Monetarismo. Kaldor se ne occupò perché visse dall’interno il periodo di maggior successo delle politiche monetarie e fiscali di stampo monetarista e anche perché gli chiesero di fare un’analisi per il Tesoro. Il monetarismo ne uscì distrutto sia a livello teorico che a livello pratico.

Dopo aver delineato il contesto economico in cui tornò in auge il monetarismo, ovvero un periodo di elevata inflazione da costi delle materie prime e progressiva sfiducia nelle politiche keynesiane, Kaldor racconta:

“[…] Fu in queste circostanze che le idee sull’inflazione da lungo tempo accantonate, secondo cui la sola causa della crescita generale dei prezzi va ricercata in una crescita eccessiva precedente dell’offerta di moneta (come sosteneva da molto tempo il professor Milton Friedman), vennero accolte in modo sorprendentemente rapido da politici, banchieri, giornalisti e altri leader dell’opinione pubblica, dapprima negli Stati Uniti, e successivamente nella maggior parte dei paesi industrializzati del mondo occidentale. Il solo gruppo che rimase relativamente immune (eccetto forse negli Stati Uniti) fu la maggioranza degli economisti di professione, che non potevano convincersi ad abbandonare l’economia keynesiana in cui credevano, e ritornare alle semplici e rozze nozioni della teoria quantitativa della moneta. Ma per tutti gli altri il “nuovo monetarismo” rispondeva ai bisogni del momento. Era semplice; offriva rimedi semplici e, cosa più importante, offriva la prospettiva di rovesciare lo squilibrio crescente tra il potere dei lavoratori e il potere del capitale, che era il risultato della situazione di piena occupazione mantenuta durante i decenni precedenti. Cosicché, in seguito alle elezioni generali che ebbero luogo verso la fine del decennio, salirono al potere sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti dei governi “monetaristi” di destra, e vennero formalmente adottate delle politiche “monetariste” da parte della maggioranza delle più importanti Banche Centrali. Queste ultime consistevano in una semplice regola: annunciare una serie di “obiettivi” minimi e massimi per l’offerta di moneta, e condurre la politica della banca centrale in modo tale da assicurare che la crescita effettiva dell’offerta di moneta rimanga fermamente all’interno di quegli obiettivi. Tuttavia, fin dall’inizio questa politica è andata incontro a difficoltà del tutto inattese. La prima difficoltà è stata la definizione stessa di “offerta di moneta” da sottoporre a regolazione. Non appena si dovettero annunciare degli obiettivi ufficiali fu necessario definire che cosa si intendeva con “moneta”, un problema che in  precedenza non era stato preso in esame in modo dettagliato, benché fosse noto che in un’economia con moneta creditizia (a differenza che in un’economia a moneta-merce, in ci la moneta consiste di monete d’oro e d’argento) sono possibili diverse definizioni di “moneta” che includono una serie di certificati di debito trasferibili (dello Stato o del sistema bancario) che potrebbero servire come mezzi di pagamento, e i cui movimenti non avvengono per nulla in parallelo gli uni rispetto agli altri.. […] Queste difficoltà inattese sono esemplificate nel miglior modo possibile dall’esperienza della maggiore banca centrale del mondo, il Federal Reserve System degli Stati Uniti.”

Segue spiegazione della procedura tradizionale di azione delle Banche Centrali, cioè come si è detto, agire sui tassi d’interesse e non sulla quantità di moneta. Poi continua:

[…] Tuttavia, secondo l’opinione dei nuovi monetaristi, questa era la politica sbagliata al fine di assicurare la stabilità dei prezzi. Per stabilizzare l’economia ed evitare l’inflazione c’è bisogno innanzitutto di garantire una crescita costante dell’offerta di moneta, non un tasso costante di interesse. Perciò la “nuova” politica della Federal Reserve, annunciata formalmente da Mr Volcker, presidente del Federal Reserve Board, il 6 ottobre 1979, consisteva nell’assicurare una crescita lenta e costante degli aggregati monetari M1 e M2 variando le riserve a disposizione del sistema bancario per mezzo di operazioni di mercato aperto, senza curarsi dei movimenti dei tassi d’interesse che a ciò si sarebbero accompagnati. Da quel giorno in poi cominciarono ad avvenire dei drammatici mutamenti, del tutto differenti da quelli attesi. L’offerta di moneta non crebbe affatto a un tasso moderato e costante, ma il suo andamento cominciò ad esibire una serie di contorcimenti. Il tasso d’interesse e il tasso di inflazione, benché entrambi fossero assai alti all’inizio, veleggiarono ad altezze senza precedenti nel giro di brevissimo tempo. Nel marzo 1980 il tasso d’interesse era salito al 18,6% e il tasso d’inflazione al 15,2% (in termini annuali, naturalmente) e poco più tardi entrambi erano al di sopra del 20%, il che non era mai avvenuto in precedenza negli Stati Uniti dai tempi della guerra civile, sia in tempo di pace che in tempi di guerra. E crebbero come funghi nuove forme per operare i pagamenti e nuovi strumenti per aggirare la politica della Federal Reserve, mediante l’invenzione di sostituti monetari di ogni genere, come i “now” accounts, i money market funds, il trasferimento degli affari alle banche non appartenenti al Federal Reserve System o alle filiali delle banche estere, e così via. La replica della Federal Reserve, di fronte a tutto ciò, fu che il fiasco delle sue politiche dichiarate era tutto da attribuirsi alle “scappatoie” nel sistema esistente, che dovevano essere chiuse. Il Congresso fece cosa grata agli amici presso la Federal Reserve assai prontamente, approvando il Monetary Control Act del 1980, integrato dall’appello all’International Banking Act e al Credit Control Act. Con ciò veniva estesa la riserva obbligatoria minima a tutte le istituzioni che raccolgono depositi, che fossero o meno banche membri del Federal Reserve System, così come a tutte le filiali delle banche estere negli Stati Uniti. Ma nulla di tutto ciò fu d’aiuto […]. L’esperimento monetarista americano è stato un terribile fallimento, come hanno ammesso pubblicamente Friedman e Meltzer nel 1982, anche se hanno insistito che l’errore è da attribuirsi alle autorità, incapaci a condurre in modo appropriato una politica monetarista, e non alla teoria che ne è il fondamento. […] Dopo un anno e mezzo di continui insuccessi e una volatilità caotica di ogni cosa – tassi d’interesse, tassi di cambio, tassi di inflazione – l’esperimento venne abbandonato e la Federal Reserve ritornò, in effetti, alla politica tradizionale di regolare i tassi d’interesse, ma con un orientamento maggiormente deflazionistico (in parte, presumo, per compensare la pressione inflazionistica dei disavanzi di bilancio federale), e quindi facendo soffrire (o beneficiando, a seconda dei casi) il resto del mondo delle conseguenze di un dollaro sopravvalutato.

[…] In Gran Bretagna, quando Mrs Thatcher salì al potere nel maggio 1979, il governo proclamò ufficialmente l’adozione formale del “credo monetarista” quasi con la stessa solennità con cui l’imperatore Costantino abbracciò il Cristianesimo come religione di Stato. Tuttavia nelle circostanze istituzionali inglesi le difficoltà furono ancora maggiori che negli Stati Uniti, come hanno mostrato gli eventi successivi. La Banca d’Inghilterra non era in grado di fissare la “base monetaria”, per non parlare del volume delle riserve obbligatorie delle banche, o di lasciare che i tassi d’interesse fossero determinati liberamente dal mercato. Venne invece fissato un obiettivo quadriennale per la crescita dell’offerta di moneta (secondo la sua definizione ampia M3, che include depositi bancari fruttiferi di interesse) con un profilo di restrizione graduale: un aumento del 7-11% nel primo anno, del 6-10% nel secondo anno, e del 4-8% nel quarto; e ci si affidò, per mantenere l’offerta di moneta entro la banda-obiettivo, alla graduale riduzione del disavanzo del settore pubblico (espresso come percentuale del reddito nazionale) e alla regolazione del tasso d’interesse a breve verso l’alto o verso il basso a seconda degli scostamenti dell’offerta di moneta in relazione all’obiettivo. (Il governo era convinto, del tutto erroneamente, a mio avviso, che il disavanzo del settore pubblico fosse la causa principale delle variazioni dell’offerta di moneta).
Ma tutto il piano cominciò a scricchiolare nel corso del primo anno di realizzazione e ad andare disastrosamente in pezzi nel secondo. La crescita dell’offerta di moneta risultò essere sempre eccedente rispetto alla banda-obiettivo fin dall’inizio, e salì al tasso quasi senza precedenti del 22% nel secondo anno finanziario (era in media del 10% all’anno nei cinque anni precedenti). Allo stesso tempo il disavanzo del settore pubblico eccedeva l’obiettivo del 2% del PNL nel 1980-1981 e dell’1% nel 1982, nonostante i tagli della spesa pubblica e il pesante aumento della pressione fiscale.
Il governo, singolarmente, non era dunque riuscito a realizzare gli obiettivi ch’esso stesso si era prefissato né in termini di crescita dell’offerta di moneta né di riduzione del disavanzo del settore pubblico. Ma ciononostante aveva avuto successo (ammesso che “successo” sia il termine appropriato) nel creare una profonda recessione economica, una recessione che va molto al di là di quelle che hanno conosciuto tutti gli altri paesi industrializzati dell’Occidente. La produzione manifatturiera è caduta del 13,5% nel solo 1980, un crollo maggiore di quello che si era avuto durante l’intero periodo della Grande depressione del 1929-1932. È ancora troppo presto per dire quanto il governo abbia avuto successo nei suoi obiettivi antiinflazionistici, dal momento che secondo i criteri ch’esso stesso ha scelto il risultato dovrebbe essere negativo. Ma ci possono essere pochi dubbi sul fatto che la crescita senza precedenti del tasso di cambio effettivo della sterlina (che ha ridotto la competitività industriale di circa il 40% nel 1978) deve aver svolto un ruolo fondamentale in tutto ciò, causando una grande caduta di nuovi ordini sia sul mercato nazionale che all’estero, e una riduzione delle scorte di grandezza eccezionale. La crescita della disoccupazione da 1,2 a 3,2 milioni – pari a 2 milioni, ossia all’8% della forza lavoro, in due anni – insieme alle numerose chiusure di fabbriche, avvenute o possibili, ha senza alcun dubbio indebolito fortemente il potere del sindacato, e ha in tal modo contribuito a rallentare il tasso di aumento dei salari recentemente contrattati. Ciò, tuttavia, è chiaramente una conseguenza della disoccupazione di massa dovuta alla recessione; non può essere dovuto a quanto è avvenuto, o sta avvenendo, sul lato dell’offerta di moneta, di qualunque cosa si tratti. I “risultati” sul fronte dei salari o del tasso di inflazione non forniscono nessuna conferma di validità al “monetarismo”, bensì l’esatto contrario, anche se ciò non impedisce ai portavoce governativi di attribuirsene il merito.”

Uno potrebbe pensare che Nicholas Kaldor al tempo fosse di parte, dopo tutto lui era uno dei principali esponenti della scuola di Cambridge critico verso l’economia keynesiana classica, figuriamoci contro il ritorno degli zombies. Ma Kaldor come anche i suoi colleghi a Cambridge e non solo, aveva avuto delle intuizioni che poi si rivelarono essere corrette. Solo per citare due esempi, nel 1984 Alfred Eichner (assieme a Formane e Groves) scriveva in un articolo intitolato The Demand Curve For Money Further Considered:

“First, the amount of bank reserves, and thus the monetary base, is not the exogenously determined variable assumed in both orthodox Keynesian and monetarist models but instead depends on the level of nominal income. This is because the central bank, in order to maintain the liquidity of the financial system, is forced to purchase government securities in the open market so as to accommodate, at least in part, the need for additional credit as the pace of economic activity quickens. With the amount of unborrowed bank reserves, and thus the monetary base, to a significant extent endogenously determined, it follows that the money supply is, to no less an extent endogenously determined as well. It is therefore a misspecification to assume that the money stock, or any of its components, is entirely exogenous, subject to the control of the monetary authorities, and then to derive a demand curve for money based on that assumption. In reality, the demand for and supply of “money” are interdependent, with no possibility in practice of being able to distinguish between the two.” (Eichner 1984)

Eichner e i colleghi avevano ben chiaro quello che Kaldor e colleghi dicevano, ma un altro che diede un contributo storico enorme fu Basil J Moore che nel 1988 scrisse un libro intitolato Horizontalists And Verticalists: The Macroeconomics Of Credit Money, che purtroppo non riesco a trovare ma che inizia così (grazie al Sellers):

“The central message of this book is that members of the economics profession, all the way from professors to students, are currently operating with a basically incorrect paradigm of the way modern banking systems operate and of the causal connection between wages, prices, on the one hand, and monetary developments, on the other. Currently, the standard paradigm, especially among economists in the United States, treats the central bank as determining the money base and thence the money stock. The growth of the money supply is held to be the main force determining the rate of growth of money income, wages, and prices.

… This book argues that the above order of causation should be reversed. Changes in wages and employment largely determine the demand for bank loans, which in turn determine the rate of growth of the money stock. Central banks have no alternative but to accept this course of events, their only option being to vary the short-term rate of interest at which they supply liquidity to the banking system on demand. Commercial banks are now in a position to supply whatever volume of credit to the economy their borrowers demand.” (Moore 1988)

La fine della RPD


Nonostante sia nata morta la RPD è un esempio di dogma difficile da sradicare. Sempre Bindseil racconta l’assurdo di una teoria che ha avuto un successo e una diffusione in ambito accademico e anche in ambito istituzionale (si pensi al caro vecchio Divorzio all’italiana) del tutto fuori luogo rispetto alla realtà dei fatti. Intorno agli anni 90 con la diffusione di alcune teorie “nuove” come quelle di Taylor e Blinder, parte del cosiddetto New Consensus, le Banche Centrali sono tornate ai vecchi fasti di un tempo, ovvero utilizzare come principale strumento il tasso d’interesse a breve termine, per dirla nelle parole di Romer (2000, 154) “The main change is that it replaces the assumption that the central bank targets the money supply with an assumption that it follows a simple interest rate rule“.

Perché le virgolette? Perché se uno vuol essere onesto deve sottolineare che di nuovo in queste teorie c’è solo un eccesso di ottimismo nel meccanismo di trasmissione della politica monetaria, ma di nuovo in termini pratici c’è poco e niente. L’abbandono della RPD da parte del banchiere centrale non ha, purtroppo, implicato anche l’abbandono dei principali vizi che ad essa si accompagnavano: l’inflazione come fenomeno puramente monetario, il moltiplicatore monetario, la possibilità a livello di retorica di controllare gli aggregati (la BCE è maestra in questo). Eppure il paradosso è evidente, una volta che tu indirettamente consideri endogena la moneta per forza devi abbandonare i corollari della teoria. Invece abbiamo visto che Blinder ancora nel 2012 si stupisce che qualcosa non torni e che il meccanismo si è inceppato (o non ha mai funzionato come pensava?).


Conclusioni


Lo scopo di questo testo era quello di fare un brevissimo excursus storico della politica monetaria. Perché era necessario prima di spiegare, eventualmente, più approfonditamente le implicazioni della moneta endogena? Perché ovunque ci si giri c’è qualcuno che ripropone quella che qui abbiamo chiamato RPD. Una teoria che, come abbiamo visto, era poco credibile negli anni Venti e lo è a maggior ragione nel 2012. Una costruzione teorica priva di fondamenta ma che aveva degli scopi ben precisi come Kaldor racconta e come vediamo quotidianamente. Voglio essere sincero, uno deve essere incline al ragionamento per capire determinate cose e per unire i puntini come si suol dire. Come ho detto all’inizio lo slogan non funziona in quest’ambito. Comunque, se mai ci sarà una seconda parte, vedremo che all’analisi concreta degli stock e dei flussi e dei T-accounts, l’ingenuità della RPD e dei suoi seguaci moderni (quelli che se incontrano un ragionamento per strada lo fotografano, per capirsi) lascerà un filo d’imbarazzo. 

Chiudo citando il solito Bindseil che da studioso e impiegato ha una spiegazione del perché non riusciamo a liberarci del monetarismo goffo, dice infatti:

“Academics developed theories detached from reality, without resenting or even admitting this detachment. Economic variables of very different nature were mixed up and precision in the use of the different concepts (e.g. operational versus intermediate targets, short-term vs. long-term interest rates, reserve market quantities vs. monetary aggregates, reserve market shocks vs. shocks in the money demand, etc.) was often too low to allow obtaining applicable results. The dynamics of academic research and the underlying incentive mechanisms seem to have lacked a permanent pressure on monetary economists to investigate the realities of day-to-day work of central banks. From today’s perspective, one could feel that academic economists unconsciously colluded in their distaste for requestioning the applicability of macro-economic models on day- to-day implementation of monetary policy, and their lack of willingness to study the actual features of money markets and monetary policy operations. As Goodhart (2001) puts it: “large parts of macro-economics are insufficiently empirical; assumptions are not tested against facts. Otherwise, how could economists have gone on believing that central banks set H [the monetary base] and not i? In so far as the relevant empirical underpinnings of macro-economics are ignored, undervalued or relatively costly to study, it leaves theory too much at the grasp of fashion, with mathematical elegance and intellectual cleverness being prized above practical relevance.”

“Central bankers failed to resist the reality-detached theories of academics, or even promoted them as they got convinced or as the theories served their aim to mask their responsibility for short term interest rate and thus for economic developments. It is an interesting, but difficult question to disentangle in how far exactly the adoption of RPD as official Fed doctrine on monetary policy implementation was deliberate “play-acting” to mask responsibility, and in how far it was just reflecting convictions. […] If we can imagine academic economists to have been honestly convinced by some theory we believe today to be wrong, the same should probably not be denied to central bankers. In sum, it appears difficult to estimate the general degree of conscious play-acting by central bankers in their supposed RPD practice, probably also since it varied considerably across individuals and time. It seems also noteworthy that both groups, academic economists and central bankers, showed little interest in studying well-documented historical experience (e.g. Bagehot, 1873, King, 1936, Sayers, 1976).”

State bene.


Bagehot, W. (1873/1973), Lombard Street , in: The collected works of Walter Bagehot, London: The Economist

Bindseil, U. (2004), Monetary Policy Implementation: Theory, Past, and Present, Oxford: Oxford University Press

Bindseil, U. (2204), The Operational Target of Monetary Policy and the Rise and Fall of Reserve Position Doctrine, ECB Working Paper Series N. 372

Blinder, A. (2012) “Not Your Father’s Monetary Policy”, NYTimes – Room for Debate, http://www.nytimes.com/roomfordebate/2012/04/01/how-to-teach-economics-after-the-financial-crisis/economics-101-not-your-fathers-monetary-policy

Eichner, A (1984) The Demand Curve For Money Further Considered, in Money And Macro Policy.

Freedman, C. (2003), Reections on Three Decades at the Bank of Canada

Friedman, M. (1960), A program for monetary stability , New York: Fordham University Press.

Goodhart C.A.E. (2001), “The endogeneity of money”, in: P. Arestis, M. Desai, and S. Dow (eds), Money, macroeconomics and Keynes , Routledge

Kaldor, Nicholas (1982), The Scourge of Monetarism , Oxford: Oxford University Press

King, W.T.C. (1936), History of the London Discount Market , London: Frank Cass
Moore, Basil (1988): Horizontalists and verticalists: The Macroeconomics of credit money . New York: Cambridge University Press

Phillips, C.A. (1920), Bank Credit , New York: Macmillan

Radcliffe G.B.E. et al (1959), Report of the Committee on the working of the monetary System , Presented to Parliament by the Chancellor of the Exchequer by Command of Her Majesty, London: Her Majesty’s stationary office

Reichsbank, (1900/1910), The Reichsbank 1876-1900, Translation edited by the National Monetary Commission, Washington: Government Printing office

Taylor, J.B. (1993), “Discretion versus policy rules in practice”, Carnegie-Rochester Conference Series on Public Policy , 39, pp. 195-214

Thornton, H. (1802/1962), An inquiry into the nature and effects of paper credit of Great Britain , Reprint 1962, New York: Kelley

Wicksell, K. (1936), Interest and Prices.  A study of the causes regulating the value of money, London: Macmillan, 1936. Translation of: Geldzins und Gueterpreise, Eine Studie ueber die den Tauschwert des Geldes bestimmended Ursachen, Jena: Gustav Fischer, 1898

179 commenti:

  1. Ricorda la storia dell'uomo che tentò di fermare l'auto lanciata in quinta usando il freno a mano. Grazie Istwine.

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  2. Ottimo Istwine, vogliamo la seconda parte!

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  3. Ci credo che Friedman ha avuto successo, con una teoria così "semplice"ha fatto diventare tutti esperti di economia, un'arma politica incredibile....
    È come chi diffonde l'idea svalutazione = inflazione, semplice e alla portata di tutti, quindi convincente,se pur assurda.
    Comunque complimenti ad Istwine per l'articolo, veramente bello e interessante, anche se la lingua dei padroni la odio.... Oltre a capirla poco..... :-(
    PS ma il concetto di moneta può essere definito come il "pi greco" dell'economia ? Conosciuto ma ancora incompreso.

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  4. Salve prof..
    Volevo porre una domanda, anche se non so se questo è il post adatto..
    Discutendo delle sue teorie con uno dei suoi detrattori, mi diceva che secondo lui, i tassi d'interesse sui debiti privati ( mutui, fidi, o credito in generale) dipendesse in passato anche dalle stime dell'inflazione.. e questo era uno dei motivi per cui l'erogazione del credito aveva grossi problemi con un inflazione a 2 cifre..
    Secondo lui cioè, se uno nel 79 (inflazione al 20 e l'anno dopo al 18%) andava in banca per un prestito, gli avrebbero chiesto un tasso cmq uguale o superiore al 20%... secondo questa persona il ragionamento è che se so che quel che ti presto avrà meno valore quando me lo restituirai, il tasso d'interesse deve tenerne conto..
    Non sono riuscito a trovare informazioni per accertare questa cosa.. e volevo capire se poteva aiutarmi..

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    1. Post adattissimo!

      Ciccio caro, mi fai un po' sorridere con questa storia dei miei detrattori. So che è difficile rendersene conto, ma quello che racconto è tutto materiale standard, non è roba mia. Chi mi critica critica i manuali del primo anno, e quindi dimostra di essere un dilettante.

      Prendiamo ad esempio il tuo amico.

      Certo! Ovviamente i tassi di interesse tengono conto dell'inflazione. Va da sé che il creditore, all'atto della stipula del contratto, cerca di cautelarsi contro il rischio di ricevere moneta svalutata.

      Gli economisti razionalizzano questa ovvia premura nel modo seguente:

      i = r + p

      dove:

      i è il tasso nominale (quello contrattuale);
      r è il tasso reale (corrispondente alla remunerazione "normale" che il creditore vorrebbe ottenere);
      p è il tasso di inflazione (più esattamente, quello atteso).

      La teoria ortodossa, che il tuo amico difende se crede di attaccare me (ma in realtà temo che non capisca talmente un cazzo da non sapere bene cosa dice, però tu non dirglielo) sostiene che l'equilibrio reale non è influenzato dalle variabili nominali.

      Quindi se il tasso di interesse reale è 2, rimane 2 quale che sia l'inflazione attesa. Se questa è 3, allora i = 2+3=5. Se questa è 100, allora i = 2+100=102. Punto.

      L'erogazione del credito non ha alcun problema, perché se l'inflazione è correttamente anticipata, di fatto non esercita effetti redistributivi, perché non altera la remunerazione reale del capitale prestato. Il fatto che tu abbia un tasso al 20% quando l'inflazione è al 20% ti lascia del tutto indifferente. Molto peggio avere come oggi tassi al 6% con l'inflazione al 3%, no? Quello che conta è il tasso reale.

      E infatti con l'inflazione a due cifre le banche erogavano credito e l'economia cresceva. Oggi no. Cosa ne pensa il tuo amico? Ma lascialo stare, non credo capirebbe la domanda. E con i fatti, sai, certa gente non verrà mai a patti. Tu però hai detto una cosa giusta, giustissima. Solo che non crea nessun problema.

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    2. Nella trasmissione lei dice che l'inflazione non è ( come dicono i monetaristi) dipendente dalla moneta.. cioè lei (come Keynes) sostiene che "la moneta non è importante" e sostiene che invece l'inflazione sia una variabile politica..
      Ma come fa allora la politica ad anticipare l'inflazione..
      In fondo le stime non sempre ci azzeccano.. o no??

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  5. Mi unisco al coro di congratulazioni per istwine: ottimo, ottimo lavoro.

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  6. OFF TOPIC (I'm sorry)

    C.V.D. Silvio approfitta della condanna (ma la strategia è pronta da tempo) e parte lancia in resta contro Germania, Euro, BCE etc...

    e 'mo Bersani che glie dice??

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    1. Ma B. fa esattamente il gioco dei quisling che sono al governo!
      A parte il mal di testa per i suoi continui cambi di rotta (e non ditemi che trattasi solo di arteriosclerosi, tutt'altro), come non accorgersi, infatti, che parole di oggettiva saggezza uscite dalla bocca sbagliata hanno come inevitabile conseguenza quella di essere screditate agli occhi dei più.
      Ergo doppia fregatura, poveri noi.

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    2. Bersani gli risponde "noi siamo quelli dell'euro". E i piddini annuiscono, meccanicamente, stancamente, come quei poveri cagnoloni di pezza nei cruscotti di certe autovetture anni '70. Perché anche loro, come gli anatroccoli, come gli ortotteri, hanno bisogno del leader carismatico. Nessuna evidenza li dostoglierà. Dedichiamoci agli altri, che si perde meno tempo.

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    3. E chi sarebbero gli altri?
      Io c'avrò sfiga ma non ne vedo molte di persone che non seguano un leader carismatico.

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  7. E poi?... Mo' devi anna' avanti...

    Io però un'osservazione ce l'avrei, sull'inizio della storia. Secondo me, e mi pare che qualcuno abbia sollevato inizialmente il problema, c'è una sfumatura da considerare, cioè che le funzioni di intermediario degli scambi (liquidità) e unità di conto sono separate. Insomma, un po' quello di cui parlavamo qui o qui.

    Con il che voglio semplicemente osservare che la pecora, o il chilo di sale, verosimilmente in molte circostanze più che a "pagare" i beni acquistati servivano semplicemente a "misurare" le promesse.

    Il che rende ancora più idiota la nostalgia molisano-austriaca per la moneta merce, cioè per una cosa (un'altra) che non è mai esistita come i libri degli economisti la raccontano.

    Però... che c'entra questo col discorso di istwine? Tenendo anche presente che lui qui ha solo sollevato un punto, che io decriverei così (copio e incollo da una lettera a Basilisco):

    "Il concetto è semplice: nessuno ha mai creduto sul serio che la politica monetaria si facesse controllando l'offerta di moneta, perché la moneta è endogena e quindi non controllabile. La politica monetaria si fa controllando i tassi. Corollario (mio): chi ha insistito, nel tempo, sull'idea che si dovesse controllare la quantità di moneta, lo ha fatto perché voleva che i tassi andassero fuori controllo (ovvero: alti tassi, redistribuzione a favore della rendita, crollo degli investimenti produttivi e dell'occupazione e schiacciamento dei salari reali). As simple as that. Bello vedere come in fondo lo abbiano sempre saputo tutti da sempre, salvo chi non aveva interesse a... saperlo!"

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  8. Sì, ci son altri aspetti che son un po' meno immediati e trasparenti, ma sostanzialmente sì, la moneta è sempre stata fiat e la fiducia era data dal fatto che fosse l'autorità a darle valore. Poi la cosa cambia un po' e alcune cose non sono così semplici e dirette, basta leggere Alexander Del Mar, un gigante nella materia che è stato decisamente estromesso perché, come diceva Mundell era "too hot to handle". Mundell ci ha scritto un paper sull'estromissione dall'accademia di Del Mar. Il suo (di Del Mar) History of Monetary Crimes è un ottimo libro. Ma anche Tobin ne parlò bene: "one of the most important U.S. monetary economists of the 19th century," e pure Stuart Mill.

    Comunque, lo crede anche Kaldor che la moneta sia sempre stata fiat, fidati, probabilmente in quel passo sembra intenda altro, ma ho letto altri scritti suoi dove lui è consapevole di questo.

    Ad ogni modo, sto preparando la seconda parte dove tratto anche i sistemi di pagamento, che non sono altro che la fase ultima del concetto di garanzia data dall'autorità (la Banca Centrale).

    Dacce tempo, Guerà.

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  9. La moneta è sempre stata fiat! giustissimo.
    Istwine per quanto riguarda le polemiche MMT-Argentina, Forstater ha detto che il Governo Argentino, ha applicato solo in piccolissima parte il programma dell'MMT.

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    1. Sai, in parte hanno capito che continuando a propalare balle rischiano di fare una figura di merda (e il peggio deve ancora arrivare, perché a Randy devo ancora scrivere), e in parte, siccome sentono, come chiunque abbia narici, puzza di cadavere, stanno cercando di "sfilarsi" con eleganza, per evitare di essere travolti dal proprio truffaldino endorsement!

      Per la precisione: truffaldino non da parte loro, che in privato hanno sempre detto come stavano le cose (e qui molti ne sanno qualcosa, essendo dell'ambiente). Truffaldino per come è stato proposto qui in Italia, e per il fatto che loro, pur sapendo benissimo che gli venivano attribuite cose che non avevano fatto, hanno lasciato fare, con enorme scorrettezza scientifica.

      Spero capiate che qui tira tutt'altra aria: passo metà del tempo a chiarire che le idee che divulgo NON sono nuove e NON sono mie. Di nuovo, amici cari, c'è rimasto ben poco...

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  10. Interessante, proviamo a fare qualche passo in avanti. Come dice Alessandro la "moneta" fatta di sale o di pecore ha qualche problema è ingombrante e si svaluta, la pioggia scioglie il sale,le pecore si ammalano,e di conseguenza salta tutto il capitale. E più comoda la moneta di metallo prezioso? si il suo valore è riconosciuto da tutti non si deteriora ed è meno ingombrante,ma anche qui sorgono due problemi, la moneta in metallo con il passaggio di mano si consuma e di conseguenza subisce una sorta di inflazione (perde il suo peso e di conseguenza il suo valore intrinseco).La moneta di carta risolve il problema dell'usura l'oro che copre il valore intrinseco della moneta cartacea è ben conservato in lingotti nelle banche. Ma sorgono le prime riflessione come ebbe a dire keynes "perchè dobbiamo legare il nostro benessere materiale a un metallo e alla speranza di trovare nuovi giacimenti di oro?

    Silvio Gesell.

    di Gensell ho letto poco, le uniche informazioni mi vengono dalle riflessioni di keynes e da alcuni articoli che si trovano in internet. E' interessante anche se di difficile attuazione la sua riflessione sull'iposizione di apporre un bollo dopo un periodo di tempo sulle banconote (il problema è che l'onere dell'imposta ricade su chi possiede la moneta al momento della scadenza, e magari la ricevuta come forma di pagamento solo 10 giorni prima della scadenza). E' probabile che Gesell con l'imposta del bollo non solo voleva evitare il tesoreggiamento favorito dalla facilità di possesso della moneta cartacea, ma voleva in questa maniera far circolare la moneta nel sistema il più velocemente possibile. Se ho 100 euro e faccio girare il capitale 4 volte l'anno a un saggio di remunerazione del 3% il saggio totale sul capitale posseduto è del 12% l'anno.

    Tutto questo però a un senso però fino al 1971 da li in poi il problema cambia, con il venir meno della parità del $ voluta da Nixon, la moneta di carta che circola ha un effettivo valore solo sulla base fiduciaria, e viene accettata per due motivi essenziali, il primo perchè lo Stato la prende come mezzo di pagamento delle imposte, il secondo perchè la concessione di fiducia è tale che la prende anche il fornaio sotto casa e in misura maggiore della quantità che gli serve per pagare le sue tasse.

    Tradotto:la fiducia fa si che esista la più grande miniera mai trovata a memoria d'uomo ed è nelle tipografie delle Banche centrali, basta però essere d'accordo che quella miniera estrae un bene che costa poco alla collettività ma necessita di sudore umano per essere utilizzato.

    PS: mi sorge un dubbio, non è che l'inflazione è un fatto naturale nell'economia umana?

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    1. << PS: mi sorge un dubbio, non è che l'inflazione è un fatto naturale nell'economia umana? >>

      Certo che sì.
      E' semplicemente la trasposizione sul piano economico della seconda legge della termodinamica (la famosa Entropia che tutto deteriora).

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    2. Si Keynes parla di Gesell nel capitolo 23 della Teoria Generale introducendo la “stampigliatura”, tra l’altro facendo indirettamente dei complimenti ad Irving Fisher che approvò la suddetta tecnica per evitare la “preferenza per la liquidità”. Ma contemporaneamente critica Gesell dicendo “ma vi sono molte difficoltà cui Gesell non fece fronte. In particolare egli non si rendeva conto che la moneta non è l’unica cosa a possedere un premio per la liquidità, ma che differisce soltanto per una questione di gradi da molte altre cose , e che essa trae la sua importanza dal fatto di avere un premio di liquidità maggiore di quello di ogni altra cosa. Se quindi la carta moneta dovesse essere privata dal suo premio di liquidità mediante il sistema della stampigliatura , si introdurrebbero una serie di surrogati: moneta bancaria, crediti a vista, monete estere, gioielli e metalli preziosi in genere, e così via.”

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  11. Fuori Post.
    Prof. Le esportazioni tanto più sono maggiori più rappresentano sono un beneficio per l'economia o è sufficiente averle in equilibrio con le importazioni?

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    1. Non esiste una regola generale, ma è chiaro che squilibri persistenti fra esportazioni e importazioni creano problemi, e in effetti dopo la II Guerra Mondiale questo era piuttosto chiaro, come dimostrano i lavori della conferenza di Bretton Woods.

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  12. Quindi l'inflazione non e' determinata dalla quantita' di moneta ma solo dal costo del lavoro. Ma questo punto non lo capisco: e' il costo del lavoro che si trasferisce sul prodotto finale e determina l'aumento del prezzo o semplicemente si ha piu' disponibilita' di spesa e quindi c'e' piu' domanda ed i prezzi aumentano? No perche' se la seconda ipotesi fosse vera, significa una impossibilita' ontologica di miglioramento delle classi subalterne e allora ridivento comunista...

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  13. La storia che hai raccontata sullo sviluppo della moneta nelle economie per economizzare i costi di transazioni legati al baratto è da molti considarata inaccurata,una ricostruzione molto funzionale alla visione della moneta come neutrale e separata dall'attività economica: prima il baratto e poi la moneta. In realtà sembra che la moneta sia nata prima del mercato , come moneta segno astratta per motivazioni cerimoniali. Keynes appassionato studioso di numismatica, ha approfondito questa possibile origine della moneta presso i babilonesi...

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  14. Faccio ancora i complimenti ad istwine per il post ed anche se forse sono O.T., volevo dire a tutti che il libro del professore è già prenotabile, con il titolo : LA FINE DELL'EURO. Io ne ho già bloccate tre copie in una libreria qui a Brescia.
    A professò sto libbbbrro e più desiderato de l" aifone 5 !

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    1. Certo che, con tutto l'affetto che sai che ho per te (anche perché dobbiamo andare in cima al monte Amaro insieme), però sei proprio rintronato: ma secondo te io questo post che l'avevo scritto a fare? Grazie per il reminder, comunque... Magari ti do il numero telefonico della distribuzione, così lo ricordi a loro, che mi sembrerebbe cosa buona e giusta! A presto!

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  15. Scusate, sono cosciente di far precipitare il dibattito ma ho qualche domanda: non ho capito bene la differenza tra moneta endogena ed esogena, potete spiegarmi rispetto a cosa? sul fatto poi che il controllo quantitativo della moneta si è rivelato impossibile e la quantità non è casua di inflazione ok, ma se si riuscisse nell'intento di stabilire un controllo quantitativo della moneta, posto che l'inflazione andrebbe comunque per cazzi suoi il pil crescerebbe come vorrebbe Giampiero e anche donald immettendo moneta nel sistema? per ultimo in che modo il controllo del tasso di interesse a breve termine può essere considerato lo strumento principale della politica monetaria e con quali effetti sulla ricchezza?

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    1. Alessio, ne parlo nelle altre parti. Per ora ti dico questo: esogeno significa che l'offerta di moneta è sotto il controllo della Banca Centrale, endogeno significa che non lo è. Chi sostiene, a ragione, che la moneta sia endogena dice molto semplicemente che la quantità di moneta è determinata dalla domanda di essa. Come tu chiedi un prestito alla banca (e non è lei a lanciartelo nella cassetta delle lettere), così le banche domandano soldi alla BC e non è la BC a immetterne senza criterio e senza badare alla domanda. La parte attiva è sempre colui che domanda e l'offerta si adatta passivamente.

      Questa cosa dell'immettere moneta lascia il tempo che trova, proprio perché bisogna capire che tipo di moneta, a cosa serve, dove va.

      Comunque, vedrai che si capisce meglio nelle parti successive. Tanto con gli esempi tornerò a spiegare perché il monetarismo è illogico.

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    2. Resto sintonizzato, intanto ti ringrazio :)

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  16. Ecco perché Barnard ti chiama Bourka Boy! La MMT é distrutta in ogni suo concetto base da questa fantastica spiegazione. Ringrazio sia Istwine (ovviamente) che Torny Guerani per i loro approfondimenti e ovviamente il prof. che ci mette a disposizione tutto questo.

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  17. Ecco perché Barnard ti chiama Bourka Boy! La MMT é distrutta in ogni suo concetto base da questa fantastica spiegazione. Ringrazio sia Istwine (ovviamente) che Torny Guerani per i loro approfondimenti e ovviamente il prof. che ci mette a disposizione tutto questo.

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    1. Vorrei precisare, a onor del vero, che quello che è distrutto qui in dettaglio, e altrove solo per allusioni (perché avevamo di molto meglio da fare) non è la MMT, ma la spaghetti-MMT, cioè la cialtronesca, truffaldina, sconclusionata e dilettantesca interpretazione della MMT data da alcuni capipopolo italiani e alla quale i colleghi statunitensi si sono associati con una colpevole leggerezza (o con qualcosa di peggio) che al momento opportuno verrà loro messa in conto.

      Vorrei distinguere cioè la teoria (MMT) dalla sua rappresentazione distorta (spaghetti-MMT) e dallo spessore etico dei personaggi che hanno contribuito a distorcerla.

      Questo, per amor di precisione.

      Poi, se torni (senza y) indietro e ti leggi molti sconsolati scambi di battute fra me e istwine, forse ora ti saranno più chiari... istwine santo subito (dopo).

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    2. Spero solo che i ragazzi della spaghetti-MMT che seguono il suo blog e che spesso la linkavano nei loro blog si rendano conto di come sono stati raggirati dallo starnazzatore. Ma quello che è più grave è che lei sul fatto che questo personaggio renda tutto più difficile ha perfettamente ragione. Paragone l'ha invitato più volte in tv a "l'ultima parola" e chissà quante persone ha traviato con i suoi ragionamenti. Mi viene in mente quella signora, imprenditrice, che l'altra sera prese la parola e parlò di moneta sovrana e di studiare. Tutti i ragionamenti che Barnard ripete di continuo e che hanno già fatto danni terribili. Adesso chi glielo dice a chi ha capito la fregatura dell'euro e si è messo a seguire la spaghetti-MMT che l'hanno preso in giro esattamente come chi gli ha detto che l'euro era la sua salvezza? Dio ci aiuti perchè ne avremo bisogno....

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  18. Nel discorso di Istwine, la moneta è “qualunque cosa sia” ed il “Federal Reserve System” uno scenario allestito direttamente dalla Dea Ragione (invece che impiantato a forza di maneggi e sotterfugi da praticoni bancari, da Hamilton alla congrega di Jekill Island). Al di sopra di questi enormi “boh?” a che vale il fitto e diligente ricamo di una razionalità a libertà vigilata, gravata dalla minaccia di scomunica ed espulsione dall'Ortodossia e dalla carriera? A me sembra un racconto di fallimenti inevitabili, patiti da gente incaricata di stendere un velo di “scientificità” sopra una torbida questione di lotta politica e controllo sociale, ma che non può essere raccontata come tale. La lettura di questo articolo, ed anche la “l'integrazione” della moneta nei commenti, mi hanno alquanto depresso. Spero che il libro di Alberto si innervi diversamente sulla matrice storica.

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    1. Per chi non lo conoscesse (ma ve l'avevo presentato) elio, come direbbe mia nonna, è un austriaco, ma è tanto una brava persona. Quindi nun me lo toccate che mme ncazzo.

      Ciò posto, siccome stimo entrambi, vorrei accostare elio a istwine. A me non sembra che istwine abbia una visione astorica. Non mi sembra che descriva la Fed come un costrutto tecnico. Sicuramente non la pensa così e gli sono molto chiare le implicazioni storiche, politiche e di classe dei vari sistemi monetari, incluso il gold standard, quello vero (che piace, credo, a elio) e quello nel quale stiamo vivendo.

      La matrice storica, caro elio, io preferisco lasciarla agli storici, e per conto mio mi limito a osservare che gli andamenti di lungo periodo delle variabili macroeconomiche sono compatibili con una dinamica di lotta fra le classi sociali. In questa lotta il mito della moneta "merce", standard di riferimento "assoluto" in un mondo nel quale tutto è piuttosto relativo, è storicamente un'arma in mano ai padroni. Difficile dimostrare il contrario.

      Ma il punto dell'articolo di istwine non è questo, bensì quello di farci riflettere sulla distanza fra retorica e realtà dell'economia. Non so se sia questo quello che tu chiami "una storia di fallimenti che non può essere raccontata così". Io ritengo che non si possa parlare strettamente di "fallimenti" (o almeno lo si possa fare solo rispetto alle intenzioni dichiarate), e che però questa storia DEBBA essere raccontata così, perché solo raccontandola in questo modo ci si libererà dall'illusione che la moneta sia un dato tecnico. Insomma, l'operazione di istwine è vicina a quella di McCloskey.

      Dopo di che, per evitarti di sprecare 17 euro (ma sarei felice di potertelo inviare io), il libro si relazione alla storia come mi ci relaziono io: con pragmatismo, rispetto e umiltà verso una materia che non è la mia, ma che lascia tracce della cui interpretazione sono uno specialista.

      Sono stato utile? Comunque, se rinasco voglio essere inutile... ;)

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    2. Vedo che quando parliamo di cose che ti interessano ci onori della tua presenza, invece di stare tutto il giorno a cazzeggiare su Twitter con Claudio (vedi il lato femminile che affiora?). Preparatevi per la cena del venerdì 30/11: a Pescara è tutto un magnamagna di docentimassoniraccomandati...

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    3. elio, ma tu devi leggere tra le righe però. secondo te quando ho indicato di approfondire la figura di Paul Warburg a cosa mi riferivo? Io, al netto delle inesattezze dei greenbackers e degli austriaci, di citazioni false e concetti altrettanto falsi, conosco abbastanza bene la storia della FED e conosco anche relativamente bene i "crimini monetari" come li chiama Del Mar. Sono ben conscio che certi monopoli non si creano in due anni.

      Badate bene che però l'articolo era su altro. Io a fare un articolo sui retroscena monetari neanche mi ci metto perché è cosa ardua, e lì devi stare attento alle fonti (molto di più), non puoi sgarrare né semplificare. Ma non è detto che non li conosca o che non ne abbia letto. Quando ad Alessandro gli dico che non è tutto trasparente ed immediato mi riferisco esattamente a questo, e consigliare Del Mar è un modo indiretto di dirlo.

      Ma non son sicuro che vogliamo approfondire così tanto perché poi si entra nel pregiudizio e il discorso penso che andrebbe a puttane in un millisecondo.

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    4. Bravo Istwine comunque e sempre. Si percepisce l'intento di non affondare sul "critico-ideologico" e neppure potevi fare una ricostruzione concettuale ab imis (cioè un trattatello). D'altra parte è un inoltrarsi negli aridi tecnicismi dell'economia monetaria (aridi per i lettori "medi" e persino per il grosso degli economisti).
      Certo, ma non è un "appunto" (NB), per il più agevole comprendonio generale sarebbe utile dare una preliminare definizione paradigmatica (critica ma mediamente accettata) , una sorta di glossario, su politica monetaria, liquidità bancaria e sistemi di pagamento. Tanto per definire il campo di indagine in modo che avendo coordinate concettuali minime, l'intento divulgativo sia reso accessibile dal livello più "basso".
      Ma avercene di giovini come te! Però se non vieni a Pescara sei un infamone :-)

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    5. @Alberto
      Ora è più chiaro, grazie. Sai, molti degli argomenti di cui ho appreso in questo sito mi hanno profondamente persuaso e sicuramente “l'illusione che la moneta sia un dato tecnico” non mi appartiene, mi sembra anzi chiaro che essa costituisca il “nodo” meno pacificato di tutti. Soprattutto non mi sento affatto “austriaco”, né un auspicante del gold-standard: mi appare chiaro sia di quali politiche esso possa farsi strumento, sia il fatto storico che gli Stati lo abbiano dovuto abbandonare: se devi lottare mortalmente con un avversario che fa uso di “anabolizzanti” toccherà prenderli anche a te, anche se ciò dovesse minarti la salute. Quello che mi dispiace, è la cortina di distorsioni caricaturali che impedisce alle migliori menti critiche delle rispettive scuole di esercitare quel reciproco affinamento che ci si dovrebbe attendere da una scienza. Entro una serie di assunzioni pragmatiche ed evidenze storiche, credo che il tuo discorso regga magnificamente ed anche che abbia una una certa urgenza politica di affermarsi. Astraendo da quest'urgenza però, rimangono aperti dei nodi “filosofici” rispetto ai quali mi piacerebbe fosse instaurato un rapporto più intelligente. Un gold-standard “garantito dallo Stato” viene rifiutato già da Gary North - vedi questo scontro “intestino” con Huerta de Soto, piuttosto interessante: “Let the Euro Die... Soon” - http://www.garynorth.com/public/9702.cfm . Si tratta di uno scontro fra pazzi? Io credo sia interessante cercare di capire il senso e i limiti delle due diverse posizioni. E d'altra parte, se ci togliamo l'elmetto e ci concediamo alla speculazione filosofica, sarebbe interessante considerare anche il gold-standard guarnito Real-Bills di Antal Fekete (matematico, erudito e gentiluomo in tutte le circostanze a me note) la cui conoscenza storica specifica fa apparire certe facili formulazioni (tipo quella riguardante gli orafi rinascimentali e le loro ricevute in eccesso) favole per bambini - http://www.financialsense.com/contributors/antal-fekete/the-gold-problem-revisited. Per finire, ormai che deragliato, si potrebbe anche considerare la teoria del “freegold” del fantomatico FOFOA, partendo da un punto qualunque, per esempio questo: http://fofoa.blogspot.it/2010/09/just-another-hyperinflation-post.html

      Soltanto stronzate di gente fuori dal mondo e dalla storia? Su questo non sarei proprio d'accordo. Lo stesso “rilevatore di qualità” che mi ha imposto di soffermarmi stabilmente sul sito di Alberto, mi indica l'interesse - “filosofico”, speculativo - di queste articolate, sviluppate e fra loro non conciliate posizioni, che per lo meno ti costringono a riguardare continuamente alla storia, a cercare in essa indizi differenti. Quindi l'unica cosa che chiederei è di interfacciarsi - quando sia il caso, quando ciò non rappresenti una colpevole “diversione” - con queste faccende aurifere con una certa maggiore magnanimità di quanto visto finora.

      @istwine, leggo ora la tua risposta. Ok direi, penso che quanto scritto qui sopra chiarisca un po' meglio la mia critica, o meglio il senso della mia depressione.

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  19. Sì, ho sentito Terzi parlarne a Cesena (a microfoni spenti, con grande frustrazione di eco). Che ai preti i soldi siano sempre interessati non credo sia una enorme novità, ma più che sul significato cerimoniale (che secondo me non vuol dire una beata fava) io insisterei (come sopra) sulla necessità di "misurare" l'entità delle promesse. La funzione di unità di conto viene sottovalutata, oggi, perché tendiamo a darla per scontata, ma più ci rifletto più penso che in termini antropologici e storici la vera rivoluzione determinata dalla moneta sia legata a questa funzione, più che a quella di intermediario degli scambi/liquidità. Diciamo che è una sfaccettatura del discorso di Alessandro.

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  20. non serve a molto, secondo me, dimostrare che è impossibile controllare esogenamente la quantità di moneta. La questione da porsi è un' altra e cioè : "quali sono gli effetti reali e monetari di un intervento esogeno ?" . Anche prima del divorzio tra Banca d' Italia e Tesoro c'era un intervento esogeno, infatti la Banca Centrale prestava denaro non solo allo Stato ma anche al sistema bancario privato. Questo intervento esogeno che effetti aveva ? Che cosa succederebbe se adesso la Bce smettesse di prestar soldi alle banche private ?

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  21. Se può interessare per i prudentes romani la moneta è sempre associata all'istituto delle compravendita, la quale seguì la prassi delle permute e si impose per il suo comprendere, nella transazione, un valore costante e valido per tutti (la moneta, appunto). Quindi 2000 anni fa si concentravano più sulla funzione di intermediazione che di unità di conto, ma del resto all'epoca non esistevano economisti. D'altro canto i giuristi romani tendevano a isolare il più possibile il contratto di compravendita dalle permute in quanto la prima, a differenza delle seconde permette di individuare esattamente chi è il compratore e chi è il venditore- e perciò a calibrare più precisamente gli oneri e le garanzie spettanti all'uno e all'altro.

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  22. Non c'entra molto con il tema trattato, ma è pur sempre di attualità.
    Il professor Paolo Becchi nota che i media sono ormai totalmente asserviti al governo.
    Prova ne sia che da oltre un mese in Spagna e Portogallo «è in atto una violenta repressione del movimento di protesta che [...] affolla le piazze di Madrid al grido di “Rodea el Congreso”, che significa accerchia ed occupa il Congresso (35 arresti e 64 feriti solo nella giornata del 25). La stampa francese ed inglese storce un poco il naso, ma dà comunque la notizia. […] Quella italiana finge che non stia succedendo nulla. Per quale ragione? Non è forse la paura che qualcosa di analogo possa accadere anche qui da noi, quando il popolo italiano non potrà che divenire finalmente rivoluzionario, dopo essere stato ridotto alla fame? Che cosa unisce, del resto, le proteste in Grecia a quelle attuali, se non la diffusa insofferenza nei confronti di scelte politiche che per salvare una moneta stanno massacrando intere Popolazioni? Non c’è che una scelta radicale possibile: o abbandonare la moneta comune e con essa il progetto di questa Europa fondata sul potere del mercato finanziario, oppure la sottomissione agli imperativi della finanza con la totale perdita di ciò che resta delle nostra nazionalità».

    Abbastanza chiaro, direi.

    Mentre attendiamo di sapere quale strada prenderemo, qualcuno ha voglia di ridere (amaramente)?

    “Signori e signori, buonanotte” è un film del '76 che racconta in chiave surreale il degrado della politica e della società italiana. Surreale per quegli anni perché, 40 anni dopo, la realtà narrata dalle scenette che compongono il film è divenuta realtà oggettiva.

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  23. Le informazioni esposte in questo post completo di commenti sono una vera chicca. Ringrazio tutti.

    ps sono sorpreso (e un po' sconcertato) che la definizione di una unità di misura nella trattazione di questa materia, sia fonte di maldipancia [Alberto Bagnai 27 ottobre 2012 19:35 :
    «... Con il che voglio semplicemente osservare che la pecora, o il chilo di sale, verosimilmente in molte circostanze più che a "pagare" i beni acquistati servivano semplicemente a "misurare" le promesse. ...»]

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  24. Caro proffe ,
    per farle fare due risate le segnalo il fatto:
    oggi ho divulgato il verbo con un PIDDINO, e la risposta finale è stata che lei è un demiurgo! E così mi son trovato a dire che al limite è un po' stronzo ma proprio questa caratteristica non le permette di essere demiurgo! Se mai il contrario visto che con tutti gli avvisi al navigante tende ad allontanare i neofiti e restano solo quelli che si mettono in gioco per andare oltre il primo approccio, leggono e si informano e se ne sbattono se lei risponde male; "che poi ci ha tutti i diritti a farlo" ;-) Aho ma so de coccio proprio 'sti PDINI!

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    1. Senti, ma se lo rivedi gli chiedi la sua definizione di Demiurgo, così salviamo Schneider dalla depressione!

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  25. Alessandro G. "Partiamo dall'inizio, c'era il baratto e ci si scambiava i beni a seconda di quello che serviva ad ognuno. C'era però il problema che magari io volevo quella bella goccia d'ambra per regalarla alla mia signora [...] ma chi la vendeva non aveva il minimo bisogno delle pellicce di nutria che avevo amorevolmente scuoiato la sera prima dai loro legittimi proprietari."

    Questa sembra tanto una razionalizzazione a posteriori operata dagli economisti che si sono domandati come potesse funzionare l'economia in assenza di moneta. In realtà con tanti studi compiuti da storici ed antropologi non pare che sia stata scoperta una società che funzionasse con un baratto di questo tipo (il panettiere che paga il taglio di capelli con il pane, e il barbiere che paga il pane con il taglio di capelli, nell'esempio della BCE, con la conseguenza che il barbiere mangia una volta al mese, se va bene).

    Del resto basterebbe considerare il fatto che è un sistema assurdo e quindi concludere non può essere stato utilizzato. :)

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  26. Off Topic:

    Ieri sera mi trovavo nella stazione metro di Piazza Re di Roma, in compagnia dell'amico Piero Valerio (tempesta-perfetta.blogspot.com) quando passa vicino a noi Giorgio Cremaschi. Immediatamente Piero gli si avvicina:

    Piero: Allora, quando usciamo dall'euro?
    Cremaschi: eh, l'euro è un problema, ma uscire è complicato.
    Piero: l'euro è inostenibile, sa? Dobbiamo uscire!
    Cremaschi: è una fregatura...
    Io: guardi che tanto sarà l'euro a uscire da noi, e se non dite niente avrete perso un'altra occasione per guadagnare un po' di credibilità.

    Cremaschi si volta e se ne va.

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    1. Abbiamo sufficientemente commentato su Twitter la performance all'ultima parola dell'amico 30 denari. Alla fine le spalle le gireremo noi. Sono tutti dei cocopro. Compagni complici prodiani, che lo sappiano o meno. Preghino il loro vitello d'euro di non capitarmi fra le mani, perché il gemello sadico, con buona pace di Schneider, non sapete nemmeno dove sta di casa...

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    2. pero' c'è qualuno piu' vigliacchetto ma molto piu' furbo
      di cremaschi- e in effetti di denari ne ha parecchi -
      ovvero grillo ...(e chi gli cura il blog m5s...) che oggi pubblica nel blogroll un link a un articolo di tringali (WOW) su byoblu ...e in contemporanea pubblica un articolo
      sul caro amico debito pubblico !!!^^ stavolta firmato
      e chi troviamo :http://www.cnms.it/
      con tanto di spiegazione(semplificata) della crisi per gli insegnanti da divulgare...

      http://www.cnms.it/sites/default/files/Kit_debito_pubblico_basso.pdf

      che contiene un analisi giusta (nel sito si fa riferimento a 'oltre l'asterita' e altri articoli di cesaratto sul manifesto ecc...) e propone al paragrafo c6 2 possibili conclusioni per l'europa 1)GLI STATI UNITI D'EUROPA 2)CONTINUIAMO COSI' con l'austerita' (andate a vedere neanche il pd era arrivato a tanto )

      Insomma GRILLO e il M5s ha una posizione ufficiale sulla crisi che fa sembrare gustavo piga un tiepido europeista... ovvero l'unica solizione possibile sarebbe
      gli stati uniti d'europa... -_-

      Ma poi sapendo che i goofysti sono tanti e tendezialemnte incazzati ...pubblica anche fabrizio tringali (in un angolino che scomparira' entro poche ore!) Come dire NOI
      siamo PER GLI STATI UNITI D'EUROPA MA vogliamo bene anche ai Goofysti ! (votateci noi siamo per 'quello' ^ma anche^ per quell'altro...) non si diventata un grande artista
      per nulla...devi saperti arruffianarti il pubblico ma anche quell'altro pubblico...

      ps: lo posso quasi capire che questi sindacalisti non possano essere contro l'euro ma che (fingano)di non capire il problema dei movimenti dei capitali liberi e del commercio deregolamentato oltre che del mercato unico -cosa recentemente 'scoperta' anche da marchionne per il mercato europeo- non è scusabile...

      sono -nei fatti - molto peggio dello stesso marchionne...

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    3. @R°#
      Si vede che almeno Grillo un'occhiata a Goofy (o a qualche manuale di economia) dopo tanto tempo l'ha data (meglio tardi che mai...o no?).
      Magari entro una decina d'anni capirà anche che questa crisi non è figlia del debito pubblico. Chissà...

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  27. "Il colmo dell'assurdità",è che siamo ridotti a un tale punto di impotenza che quegli idioti dispongono liberamente dei nostri interessi. Ci hanno messo nella condizione di vendere di più all'estero; il che significa che saremo obbligati a consumare di meno qui in patria".
    J.London Il Tallone di Ferro

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  28. Il Demiurgo possiede, oltre che carattere intellettuale, anche competenze tecniche.

    Che il Demiurgo sia un tipo irascibile o pacioso, questo non ha alcuna importanza. E' Demiurgo chiunque sia capace di padroneggiare la cultura (le idee) e la tecnica (il saper fare). Egli e, dunque, un artigiano.

    Il piddino, che questa volta ha ragione, vede lontano, perché teme dei Demiurghi la potenza ordinatrice, alla quale dovrà rispondere del suo operato.

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    1. IL PIDDINO "dal discorso che ha fatto" e che ho sintetizzato un po' troppo forse nel riportarvelo estrapolandolo dal contesto, intendeva demiurgo come sinonimo di capopolo e non come figurativametne corretto "Personaggio di grande importanza storica, dotato di forti capacità creative e organizzative che gli consentono di dominare il suo tempo e dare vita a nuove realtà" come da treccani e nostra conoscenza deriva, indi mi sono adeguato alla sua lettura del termine, per dare risposta adeguata e confutante la sua tesi. Ovvero ho parlato come magnava lui :-D

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    2. Mah! Forse voleva dire demagogo?

      Approfitto di questo momento di sconcerto: grazie Istwine per l'interessante contributo.

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    3. Allora il termine che avrebbe voluto dire probabilmente è "demagogo"... una volta forse avrebbe parlato di "cattivo maestro" :)

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    4. Mi permetto...
      Il piddino aveva visto Niki Vendola parlare di Beppe Grillo in questi termini (minuto 1:22).
      Siccome Demiurgo non suona bene invece di aprire il vocabolario ha deciso che è una roba brutta, Vendola che se non altro ha una eccellente padronanza della lingua lo ha contestualizzato bene.
      Secondo me ha paragonato Bagnai a Beppe Grillo.

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  29. La moneta è esogena, endogena, o in parte esogena e in parte endogena come dice Echner - "It is therefore a misspecification to assume that the money stock, or any of its components, is entirely exogenous, subject to the control of the monetary authorities [...]"?

    Probabilmente è necessario definire cosa è esogeno e cosa è endogeno per dare una risposta.

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    1. Giorgio ha espresso il mio stesso pensiero.

      A me pare che la moneta che può essere considerata esogena sia quella emessa sotto il controllo del Tesoro e fatta passare attraverso il canale della spesa pubblica, o mi sfugge il più, Ist?

      Comunque per chi fosse interessato e non ama troppo l'inglese, ho pubblicato questo bel pezzo di Istwine su vocidallestero in italiano integrale.

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    2. Chissà se adesso, grazie alle tue parole e a quelle di istwine, qualcuno comincia a capire quanto è coglione quel povero coglione che ha diffuso l'idea che i problemi si risolvono creandomonetafiatconunclicdelmouse, salvo intervenire quando lamonetacrealinflazione ma linflazionesicombatteconletasse! Cominciate a capire, adesso? Non solo è una merda fascista, pagata per intercettare il dissenso, ma è anche un povero coglione che diffonde concetti vetusti e screditati da almeno due secoli. E la gente ci crede! Capite ora perché con istwine ci facevamo un sacco di risate? E perché io mi incazzavo pensando a quanto sarebbe stato più facile informare senza questa disinformazione? Capite il paradosso di uno che parla di "moneta moderna" ma poi crede che la moneta sia esogena e causi l'inflazione? Ovvio che solo dei fessi possano ancora andargli dietro. Ha trovato l'America, ma dura poco...

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    3. Endogena al sistema finanziario, quindi la moneta è un prodotto delle banche a seconda della domanda di credito che ricevono, dato aleatorio, e non esogena rispetto ad esso, nel senso che non è la BC a determinarne la quantità. Giusto?

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    4. Ma infatti il discorso è questo Alberto, una cosa complessa per quanto la si voglia semplificare o renderla terra terra, rimane complessa, perché tante sono le variabili in gioco. E la semplificazione porta solo a slogan deleteri. Anche perché se uno ha bisogno dello slogan, i classici "è tutto un magna magna" o "chi è più ricco è sempre più ricco e chi è più povero è sempre più povero", funzionano, sono veri e hanno anche una pesante evidenza empirica.

      Io poi peraltro diffido molto di chi è in grado di parlare dei propri sentimenti/problemi per tre ore di fila e pretende una spiegazione di dieci righe su questioni macroeconomiche che coinvolgono interi Stati. Suvvia, un po' di realismo. Se tu sei così complesso da rompermi i coglioni per tre ore, perché le vicende di un continente dovrebbero essere semplici? E non ci metterei neanche 731.000.000*3 ore a parlarne!

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    5. Ehm...

      There is no doubt that prior to the collapse of the Eurozone large speculative movements into German banks will be triggered. A conversion of these euro deposits into new German mark deposits would lead to an excessive increase of the German mark money stock and would risk creating inflation in Germany.

      http://www.voxeu.org/article/how-germany-can-avoid-wealth-losses-if-eurozone-breaks-limit-conversion-german-residents

      mi aveva un po' colpito questo passaggio...l'avra' scritto l'assistente cinese di de grauwe...(?)

      comunque in austria ad esempio hanno paura di importare
      ^inflazione^ dall'italia perchè c'è una corsa all'immobiliare per ricoprirsi dal 'rischio' italia
      come sapete alcuni blogger italiani ^austriaci^(pun intended) fanno da mediatori per l'acquisto di immobili in svizzera germania ...
      ^l'inflazione merce^ °^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

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    6. Ammetto che la diatriba tra moneta endogena ed esogena mi intriga poco.

      Mi intriga, invece, molto di più, Professore, conoscere la tua opinione su come si risolvono i problemi dell'economia.

      Perchè alla fine, indipendentemente dai tecnicismi che penso interessino a pochi, in economia esistono due grossi filoni di pensiero.

      Un primo filone che, sia pure impropriamente possiamo definire Keynesiano, ritiene che i mercati siano fondamentalmente instabili e, che, pertanto, possano e debbano essere stabilizzati con gli opportuni interventi di politica fiscale e monetaria.


      Un secondo filone, che possiamo definire sempre impropriamente liberista, che ritiene che gli interventi di politica fiscale e monetaria siano da evitare in ogni caso.

      Infatti secondo questa teoria alla lunga l'intervento di politica monetaria e fiscale è destinato ad aumentare l'instabilità e, nel migliore dei casi, non serve a nulla.

      Tu da che parte stai ?

      La risposta non è obbligatoria, se lo trovo scritto nel libro vuol dire che comprerò il libro.

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    7. Caro Catalano, non comprarlo il libro. Intanto, non è vero che pecunia non olet. E poi la risposta è molto semplice e l'ho già data sia qui che qui. Lo vedi com'era bello il mondo quando la gente la pensava come te o come Giampiero Friedman? Non preoccuparti, ci torneremo, e scorrerà tanto sangue. Un'altra cosa che probabilmente ci separa è la valutazione di quale sangue sia più opportuno che scorra. Io preferirei nessuno, ma chi vuole l'euro vuole il sangue, e allora bisogna scegliere.

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    8. E daje su, non ci credo che tu non lo abbia capito.
      p.s. Cambia la foto del profilo che er pupo sta a piagne.

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    9. @catalano
      Ma è una domanda vera o ci stai prendendo in giro tutti, prof. incluso?

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    10. @Catalano
      Sbagli a non dimostrare interesse.
      Siamo arrivati al cuore della questione ...per chi vuole capire attraverso l'appofondimento dell'economia politica.

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    11. "Perchè alla fine, indipendentemente dai tecnicismi che penso interessino a pochi, in economia esistono due grossi filoni di pensiero."

      Bello questo concetto. Mi permette di sottolineare una cosa: al di là dei tecnicismi c'è molto spesso il luogo comune. Voglio dire, ma tu come pretendi di discutere di cose come politica monetaria e fiscale se poi non sai neanche cosa sono concretamente? No perché sai quanto tempo si perderebbe in meno se qualcuno di questi pedanti soloni si prendesse la briga di studiare quello di cui parla? Come puoi tirare fuori sentenze del genere:

      "Infatti secondo questa teoria alla lunga l'intervento di politica monetaria e fiscale è destinato ad aumentare l'instabilità e, nel migliore dei casi, non serve a nulla."

      se non sai cosa c'è dietro sta benedetta politica monetaria, se non conosci gli strumenti, le dinamiche, i flussi dove vanno e da dove provengono, i meccanismi principali.

      So che è bello sentirsi parte del dialogo istituzionale sulle grandi questioni, ma quando evolve la cosa? O dobbiamo stare appresso ai "se stampi moneta crei inflazione" "il deficit spending spiazza gli investimenti" e cazzate simili solo perché loro son liberisti e gli altri keynesiani. Sarà, il dialogo è sterile. Di fatto io non ho mai visto nessuno che comincia a dialogare di schemi, tattiche, calcio mercato ecc senza sapere neanche le regole del gioco.

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    12. Mi dispiace, credo di aver fatto incavolare il prof!
      Sarò di coccio sicuramente, ma ho capito che la moneta è endogena per come viene emessa col sistema attuale.
      Intendevo solo esprimere l'idea che con un sistema differente dove la creazione di moneta non fosse lasciata in mani private, si potrebbero evitare questi cicli finanziari.
      Comunque mi leggerò con attenzione la seconda parte di Istwine, e per ora mi scuso e mi taccio, senza offesa...;)

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    13. Donald. Se non ci fosse stato, non si sarebbe dovuto inventarlo. Il problema è capire cosa fare ora che si è inventato, anzi, improvvisato, da solo. Perché ho visto che c'è stata una moria di Re Magi, ultimamente. Pori cojoni, aspetta che abbia un attimo di tempo libero, poi voglio proprio capirla bene quella cosa che il vincolo esterno esiste solo nel gold standard...

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    14. In attesa della seconda parte, mi permetto di far notare che se la moneta fosse creata dal sistema bancario sulla base della domanda questo sarebbe un caso più unico che raro di scambio che contraddicendo la scritta che compare in cima al blog ha un solo lato.

      Tra l'altro quando sono andato io in banca a chiedere informazioni per un mutuo, l'impiegata molto carina e simpatica mi ha informato del fatto che era stata disposta la sospensione dell'erogazione di nuovi prestiti per alcuni mesi. In compenso ogni due settimane mi arriva una lettera di findomestic che mi propone un finanziamento al consumo, e nei negozi di elettronica si offendono se paghi in contanti e non a rate. :)

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    15. Ma non credo Carmen faccia parte degli sloganari, penso volesse dire, molto giustamente questo: ora le banche sono private, c'è chi le gradirebbe nazionalizzate com'era trent'anni fa. Tutto qui. Poi si può discutere su quale sia il sistema migliore, ma che vogliamo negare che le banche siano private e che creino il 90% dei mezzi di pagamento in circolazione?

      Oh poi, la discussione è lunga e io mi ritiro, come la penso l'ho detto vieppiù.

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    16. @istwine

      Penso di sapere cosa sia la politica economica.
      Ma non penso, ma forse sbaglio, che questo blog sia il luogo ideale per disquisire di effetto spiazzamento, retroazione monetaria, trappola della liquidità ecc. ecc.

      Qui, mi pare, che il tema centrale sia l'euro, che è mi pare sia un classico esempio dei danni che si possono produrre quando le autorità intervengono nell'economia con scelte errate a catena.

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    17. No, certamente non intendo questo, mi riferisco al fatto che si potrebbe ottenere un maggior controllo se le banche fossero nazionalizzate, e quindi l'erogazione del credito seguisse dei criteri di interesse pubblico invece che di profitto privato: tutto il sistema potrebbe essere molto meglio indirizzato e controllabile e non si rischierebbero ad esempio dei credit crunch come adesso.
      Ad esempio sono proprio contraria alla speculazione finanziaria e come credo tutti noi penso che bisognerebbe almeno tornare alla specializzazione bancaria.
      E sarebbe anche da approfondire, a mio modesto parere, un sistema simile a quello che vige nelle banche islamiche, dove invece che un interesse fisso, agli investitori è riconosciuta una partecipazione al profitto, e quindi anche alle perdite, dell'impresa in cui partecipano.

      Comunque ti ripeto volevo aspettare di finire di leggere il pezzo di Istwine, che ci offre questa ottima occasione per capire meglio le dinamiche della moneta. Probabilmente mi trovo su un piano diverso di approfondimento, ma intanto volevo solo ribadire il concetto, molto semplice, che l'emissione di moneta deve servire l'interesse pubblico, come nella situazione pre-divorzio per intenderci, e forse così facendo sarebbe più controllabile.

      E ti prego non darmi del Donald perché poi dormo poco bene e mi sogno di essere a Paperopoli con quell'antipatico di Gastone che mi precede sempre in tutto, mentre io non vorrei né correre né arrivare prima...:)

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    18. @Carmen

      Non capisco, forse ti sei sentita chiamata in causa dal mio sfogo antidonaldiano. Non è comunque colpa vostra se vi siete fatti abbindolare, io non ce l'ho certo con voi.

      @Catalano

      Ecco, tu sai cos'è la politica economica e sai cos'è questo blog. Abbiamo diffusamente parlato in questo blog delle persone che sanno di sapere.

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    19. Touche'.

      Spero di poter dimostrare che non rientro in quella categoria di persone.

      Mi preoccupa non poco, però, il continuo richiamo al sangue che dovrà scorrere.

      Io mi auguro che non scorra una goccia di sangue.

      Non è questo di cui ha bisogno un paese già esangue e fiaccato e, da ultimo, messo in ginocchio dall'oppressione fiscale da parte di un governo che scientificamente e sistematicamente bastona i ceti medio bassi e, in particolare, le famiglie numerose.


      Non ritengo, in buona sostanza, che l'uscita dall'euro, se avverrà, debba essere l'occasione per una cruenta resa dei conti tra le classi sociali.

      Vorrei sottolineare, infine, che l'eventuale ritorno alla Lira, che ritengo necessario,, non ci riporterà al paradiso perduto.


      Come ben sa chiunque abbia letto le avventure della lira del maestro Cipolla.




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  30. In effetti ora che me lo fai notare, Giorgio, io non condivido granché quello che ha scritto Alessandro, o meglio, forse non ho capito esattamente da che parte sta.

    Ma la tesi che non si evolva dal baratto perché scomodo quest'ultimo è infatti la tesi di Del Mar sostanzialmente. Ma non solo lui, anche di David Graeber mi pare. La necessità era quella di misurare, come ha detto Alberto. Non era una questione di comodità rispetto al baratto.

    O poi, attenzione, uno come Del Mar è un gigante nella storia, ma poi cade in un discorso tipicamente monetarista, cioè moneta = inflazione. Difatti viene considerato precursore di Friedman. Bisogna saper distinguere tra il Del Mar storico e il Del Mar teorico.

    Qui per esempio:

    http://www.the-american-interest.com/article.cfm?piece=1112

    e qui Graeber:

    http://www.nakedcapitalism.com/2011/08/what-is-debt-–-an-interview-with-economic-anthropologist-david-graeber.html

    Uno come Gesell, citato sotto, è anch'esso un gigante. Bisogna contestualizzarli, coglierne le intuizioni senza affidarsi ciecamente a tutto quello che hanno detto. Però se si pensa che figure come Gesell, Del Mar, Douglas, Tooke e altri son stati del tutto dimenticati, per far spazio a teorie illogiche e slegate dalla realtà storica, allora si coglie quanto fossero rivoluzionarie le loro idee, o se non volete questa parola, quantomeno originali. Lo stesso vale attualmente per figure come Moore ed Eichner nel campo della politica monetaria. Chi li studia? Eppure trent'anni dopo ci si rende conto che le Banche Centrali funzionano esattamente così e sempre più "insider" lo dicono e lo riconoscono, come dimostrerò nelle puntate successive.

    Per inciso, anche Wicksell e seguaci (Mises, Hayek) ebbero alcune originali intuizioni. Io personalmente rifiuto il metodo dell'accantonare a priori tutto. Bisogna saper scindere, ed avere una mente aperta, senza parteggiare per uno o per l'altro a priori.

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  31. Ah...Terzi a Cesena...te lo raccomando....

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  32. http://www.youtube.com/watch?v=jZO0CZNV7sM&feature=related

    Bertinotti al minuto 5:47 dice una lieve imprecisione.

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  33. A proposito di moneta endogena ed esogena, sui fallimenti della BCE si pronuncia criticamente perfino un banchiere centrale . L’intervista è in francese, ma la posizione del governatore è ben riassunta in questo articolo dello sbilifesto . Ma se una banca centrale non riesce a gestire i tassi di interesse, l’offerta di moneta (e quindi l’inflazione, secondo il suo statuto), non è neanche garante delle obbligazioni pubbliche, perché ci dobbiamo tenere una banca centrale?

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    1. eh, eh, e qui sta la questione che non si vuole affrontare : perchè la Banca Centrale ( sia in regime di divorzio che di "matrimonio" col tesoro ) presta soldi alle banche private ?

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    2. @Gaspare

      Ma cosa ti sghignazzi? Ah, ho capito perché blateravi di censura. Sei un signoraggista! Oh bravo. Allora sai che c'è? Hai tanti posti per andare a esprimerti. Qui siamo a un altro livello, non ci interessi. Ci dispiace. La Natura è matrigna, ma non l'abbiamo fatta noi, come del resto non abbiamo fatto noi le Banche centrali. Sì, è un bieco complotto contro di te. Il mondo è cattivo. Ciao.

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    3. dimenticavo : il motivo che fino ad ora mi ha spinto a interloquire con un coglione, ignorante, narciso come lei è che ha avuto la spudoratezza di usare espressioni come "coscienza democratica", "sensibilità civile" etc. Si sarebbe risparmiato il fastidio di leggere e censurare ( e dopo negare vigliaccamente di averlo fatto ) se non avesse usato termini di cui evidentemente non conosce il significato. Ma poi, scusi, chi glielo fa fare di star lì tutto il giorno a leggere centinaia ( è una sua stima ) di messaggi al giorno per censurarne poi la maggior parte ? Sarà per "coscienza democratica" ?...:-)))

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    4. Ma cosa dici, penoso dilettante? Vai sopra e vedrai che la tua domanda demenziale è stata pubblicata. Chi spinge te a parlare di cose delle quali ignori praticamente tutto? Torna a cuccia e lasciaci lavorare, perché qui lavoriamo. Facciamo un lavoro che tu non capisci, ma che non per questo è meno utile del tuo (che possiamo giudicare quale sia partendo dal linguaggio che usi).

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    5. [Questo commento è anche un test per verificare se, a grandi linee, ho compreso oppure se... beato me che nun capisco un cazzo!]

      Censura? Se Alberto non avesse pubblicato questa perla, che riporto integralmente di seguito, avrebbe fatto opera di igiene e profilassi, altro che censura!

      Ma vediamo il nostro in cosa si è prodotto:

      «Gaspare di girolamo 28 ottobre 2012 10:21

      non serve a molto, secondo me, dimostrare che è impossibile controllare esogenamente la quantità di moneta. La questione da porsi è un' altra e cioè : "quali sono gli effetti reali e monetari di un intervento esogeno ?" .
      »

      [Due punti, punto interrogativo... punto! Massì, fai vedere che abbondiamo... abbondandis adbbondandum. Anche lì era questione di moneta...]

      Discorso ineccepibile. Come se uno avesse esordito così, discettando di astronomia: «non serve a molto, secondo me, dimostrare che la figura della Terra è approssimativamente uno sferoide. La questione da porsi è un' altra e cioè : "quali sono gli effetti reali[?] e astronomici di una terra piatta ?»
      Prego?

      «Anche prima del divorzio tra Banca d' Italia e Tesoro c'era un intervento esogeno, infatti la Banca Centrale prestava denaro non solo allo Stato ma anche al sistema bancario privato. Questo intervento esogeno che effetti aveva ? Che cosa succederebbe se adesso la Bce smettesse di prestar soldi alle banche private?»

      Come dire: «Anche antecedentemente alla spedizione di Magellano, che circumnavigò per primo il globo terrestre, la Terra era piatta, infatti lo gnomone proiettava una bella riga dritta non solo sul terreno ma anche su pareti di edifici. Questa piattezza della Terra che effetti aveva ? Che cosa succederebbe se adesso togliessimo lo gnomone all'Orologio Solare Centrale?»

      Come supercazzola non è male.

      Qui si è mostrato, dimostrato, esemplificato e ripetuto più volte che la moneta esogena non esiste, è un'aberrazione concettuale. Non è l'offerta di moneta che crea la domanda, è l'attività del sistema economico che crea la richiesta di moneta. Nessuno può costringerci a contrarre un debito.

      Si può invogliare il consumatore o l'imprenditore a contrarre un debito - e abbiamo visto come va a finire quando lo si è fatto, vedi crisi mutui subprime in USA e gli eccessi del credito al consumo nei PIIGS o GIPSI che dir si voglia. Viceversa si trova sempre un modo per indebitarsi anche se la liquidità è scarsa. Ma con questo tipo di operazione non si controlla la massa monetaria semplicemente perché a priori non si può sapere quanti avranno deciso di indebitarsi.

      Sul restante contenuto dell'ultimo commento sorvolo. Per rispetto dei lettori del blog e di Alberto, non per altro.

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    6. complimenti, hai imparato benissimo la tecnica del travisamento. Non si tratta di determinare ( o di controllare ) la quantità di moneta si tratta di influenzare ( al rialzo ) la quantità di moneta. Conosci la differenza tra determinare o controllare e influenzare. No ? Ti faccio un esempio da quinta elementare. Un negoziante che abbassi improvvisamente il prezzo di un articolo non può certo prevedere esattamente di quanto aumenteanno gli acquisti di quell' articolo ma può ragionevolmente presumere che aumenteranno.

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    7. furbo il prof : censura 2-3 interventi civili perchè noon saprebbe cosa rispondere e poi però pubblica quello un po' piu' acceso. Secondo me è un genio della mistificazione.

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    8. Senti, caro, i tuoi interventi sono stati pubblicati sopra, e li ho pubblicati proprio per far capire il desolante livello di povertà culturale che incarni. Se c'è qualcosa che vuoi aggiungere, fallo qui sotto, completa l'opera, ma non aspettarti risposte alle tue non-domande. Qui siamo su un altro livello, un livello al quale non puoi accedere e non per mancanza di strumenti tecnici, ma per mancanza di strumenti culturali. Facci ridere, qual è l'ultimo romanzo che hai letto?

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    9. Correttore di Bozzi: "Non è l'offerta di moneta che crea la domanda, è l'attività del sistema economico che crea la richiesta di moneta. Nessuno può costringerci a contrarre un debito."

      Ok, può anche essere che io legga e non capisca un... ma il ciclo di Minsky descritto da Frenkel non è un esempio di offerta di moneta "esogena" (i capitali esteri che dopo la liberalizzazione del mercato finanziario interno e dei movimenti internazionali di capitali e la fissazione di un tasso di cambio tra la valuta nazionale e una internazionale più forte affluiscono in massa in un paese) che crea (o trova) la sua domanda?

      La bolla immobiliare in Spagna è stata creata dalla offerta di capitali tedeschi o dalla domanda dei costruttori spagnoli? La domanda dei costruttori spagnoli, se non ci fosse stato l'afflusso di capitali tedeschi, sarebbe stata ugualmente soddisfatta dal sistema bancario spagnolo?

      Ce li ricordiamo i mutui per il 100% del valore dell'immobile e a 40 anni che venivano offerti dalle banche nel 2007 poche settimane prima dell'inizio della crisi?

      La cosa paradossale di questa idea che le banche creino moneta a richiesta è che coincide non con la percezione degli imprenditori che in questa fase avvertono una drastica contrazione del credito bancario ma con la posizione della BCE e della Banca d'Italia che dicono che non è un problema di offerta ma di domanda: sono gli imprenditori che non chiedono finanziamenti e per questo l'M1 si riduce dall'inizio del 2011.

      Inoltre questa idea è in contraddizione, mi pare, con gran parte di quello che è stato scritto in questo blog sulle dinamiche della zona euro.
      Il greco endogeno magari ha sempre voluto comprarsi la mercedes ma finché il tedesco esogeno non gli ha prestato i soldi per acquistarla non ha potuto farlo. :)

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    10. Giorgio, dai tempo, non è tutto così netto come supponi, ci son diverse questioni. Il fatto che i prestiti creino i depositi, non significa che le banche siano sempre disposte a farlo (ma questo è il lato aziendalistico/microeconomico del modello, non il lato macroeconomico). Ma quando sono disposte a farlo non l'hanno fatto senza che ci fosse una domanda. I capitali arrivavano perchè qualcuno li domandava, non è che arrivano a caso. è una questione più logica che altro.

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    11. Fantastico il di Girolamo: mi ha smascherato, sono un rettiliano esperto nelle tecniche di travisamento. Se qualcuno ha capito cosa sta chiedendo, puoi spiegarglielo? A me non interessa molto...

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    12. A questo punto forse è meglio che venga data una definizione precisa dei termini moneta endogena e moneta esogena. Perché mi sembra che io la stia capendo in un modo e loro in un altro (devo dire che però a me sembrava chiara). Magari non abbiamo capito tutti, ma in modi diversi.

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    13. Alberto quando di Girolamo parla di travisamento credo ce l'abbia con me.

      Facciamo un esperimento concettuale: provate ad andare a vedere cubetti di ghiaccio agli eschimesi. Partite con un prezzo che ritenete ragionevole e poi cominciate a praticare sconti.

      Scommettiamo che non riuscirete a piazzarli neanche gratis? È la domanda che sostiene l'offerta, senza domanda l'offerta si estingue.

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    14. @CorrettoreDiBozzi

      Ci provo, il Prof. mi correggerà se sbaglio.

      A) Moneta esogena

      La quantità di moneta in circolazione (offerta di moneta) è perfettamente controllabile da parte delle Autorità monetarie.

      B) Moneta endogena

      La quantità di moneta in circolazione è determinata dal comportamento di banche e privati (famiglie e imprese).

      In pratica l’offerta di moneta è esogena, cioè controllabile dall’autorità monetaria, quando, in seguito a una manovra della BANCA CENTRALE, a partire da una certa situazione di equilibrio, il comportamento delle banche e dei privati è stabile o, per meglio dire, prevedibile da parte dell’autorità monetaria.

      Questo si verifica quando il c.d. il moltiplicatore monetario

      http://it.wikipedia.org/wiki/Moltiplicatore_monetario
      è una funzione stabile delle sue variabili (propensione dei privati a detenere circolante, quote di riserve di liquidità, obbligatorie e libere, detenute dalle banche).

      Detto in altri termini l’offerta di moneta è esogena quando la BANCA CENTRALE è in grado di determinare ex ante gli effetti che una sua manovra (ad es. variazione del tasso di rifinanziamento, operazione di mercato aperto ecc.) avranno sulla propensione degli operatori privati a detenere CIRCOLANTE e delle banche a detenere RISERVE (obbligatorie e libere).

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    15. Sono vivaista ornamentale e qui a Pistoia è successo più o meno questo.... le banche hanno inondato di capitali gli sventurati vivaisti che hanno comprato terreni e moltiplicato la loro produzione in maniera esponenziale. Perchè è successo questo? Il ragionamento è stato più o meno il seguente: oggi ho 10 piante e le vendo a x se domani ne ho 50 incasserò x*50. E via a contrarre debiti a interessi bassissimi tanto venderemo 5 volte di più. E qui casca l'asino... infatti la domande di piante non è cresciuta di 5 volte ma è rimasta più o meno la stessa e qual è stato il risultato? Fine della liquidità per le aziende che hanno contratto mutui e svendita dei prodotti nel tentativo di allocare la produzione in eccesso che verrà venduta solo per la quantità domandata. Sapete che alcune piante poco richieste non le vogliono neanche in regalo ma tocca distruggerle? Esogenamente si è cercato di creare domanda di un bene che naturalmente non è stato domandato. Credo che questa semplice regoletta valga un po' per tutte le cose moneta inclusa.

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    16. A Carmelo Catalano: bene, mi conforti riguardo la comprensione dei termini esogeno e endogeno (mi pare che la radice greca significhi proprio generare e quindi, nel caso di esogeno, essendo la genesi esterna si tratta proprio di controllare, come anche tu ribadisci, non di un qualche tipo di generica influenza).

      Domanda: ma il caso B esiste in natura?

      Dalla trattazione che ne ha fatto qui istwine e da tutti i discorsi sviluppati su questo blog, precedenti e successivi a questo articolo, mi pare di capire che in realtà la moneta esogena sia una "illusione" (meglio sarebbe dire "truffa a danno di molti e favore di pochi"). Ho capito male?

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    17. No, non hai capito male Correttore Di Bozzi, è Catalano che ha capito molto male (senza offesa). O meglio, è wikipedia italia che fa un po' schifo.

      Questa cosa del moltiplicatore monetario è una cosa che non ha senso in termini di sistemi di pagamento. Ma mi sa che dovrò fare una terza parte a sto punto. Ma ci torniamo, sicuro.

      --

      Marco, esattamente. E ti ringrazio per l'esempio.

      Per tutti: lo spiegherò meglio, e lo capirete meglio con esempi. Comunque esogeno è sotto il controllo, endogeno è fuori controllo in parole poverissime. Badate bene, questo vale anche per il bilancio statale, nonostante sti qui cerchino di pareggiarlo, il bilancio va in deficit, proprio perché i suoi movimenti non sono sotto il controllo non potendo prevedere né le entrate, né alcune delle uscite che dipendono dalle condizioni economiche (stabilizzatori automatici se chiamano). Non a caso i movimenti contro la contabilità nazionale, assieme ai movimenti per i bilanci settoriali, discutono del niente il più delle volte.

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    18. @ Correttore di Bozzi

      Dici che la fatica di ritagliare dei perfetti cubetti di ghiaccio non ha prezzo? :)

      @ Istwine

      Se i capitali arrivano da un paese con un tasso di interesse minore in un paese con un tasso di interesse maggiore (arbitraggio) perché possono farlo e perché non c'è un rischio di tasso di cambio, una domanda iniziale per questi capitali nel paese di destinazione probabilmente la trovano: tutta quella che corrisponde alla differenza tra le domande corripondenti ai due tassi di interesse.

      Dai, aspetto il prossimo post. :)

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    19. @ Marco,

      non so se ti può consolare ma con il microcredito nella ex-Yugoslavia è successa praticamente la stessa cosa (Bateman, Confronting Microfinance: Undermining Sustainable Development): ai contadini che avevano una mucca sono stati prestati i soldi per comprarne un'altra, il prezzo del latte è crollato e per ripagare il finanziamento i "beneficiari" hanno dovuto vendere tutte e due le mucche.

      Credo che gli economisti la chiamino "fallacy of composition".

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    20. @Giorgio
      Le mucche hanno un piccolo vantaggio rispetto alle piante... si possono anche mangiare e qualcuno che le compra lo trovi. E poi la proporzione è un po' diversa.... Qua sono arrivati decine di milioni di € e sono stati comprati centinaia di ettari di terra. Adesso chi se li ricompra? Le aziende più grandi sono le più indebitate e i più piccoli certo non hanno la possibilità di ricomprare certe superfici. Non so come la chiamano gli economisti ma di sicuro so che la liquidità che prima abbondava a Pistoia è praticamente scomparsa andando a finire nelle mani di chi ha venduto e delle banche che lucrano gli interessi. Chi ha venduto non lavora più e chi lavora non ce la fa ad andare avanti. E gli operai del settore? Migliaia di persone che anch'esse avevano contratto mutui per la casa magari che adesso devono sopravvivere in un settore in crisi che offre meno possibilità lavorative. Con tutto il rispetto per gli agricoltori della ex Jugoslavia qui il problema è molto molto più grande.

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    21. @Istwine,

      Potresti, cortesemente, spiegare cosa avrei capito molto male?



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    22. A Giorgio... ma me stai a pijà pe' culo? Dico che gli eschimesi non hanno la necessità di raffreddare le bevande.

      Mo' mi verrai a dire che stavi scherzando: bel senso dell'umorismo del cazzo che avete voi ingegneri! (Non fate caso a quest'ultima affermazione, sto controllando se Eco della rete è vigile.)


      Comunque ci ho dormito sopra e credo di aver capito dove sta l'intoppo nella comprensione di questa faccenda della moneta endogena. Vi propongo queste definizioni che dovrebbero aiutare (o almeno lo spero):

      una variabile (di un sistema) si dice controllabile o esogena se alterandone il valore dall'esterno si altera permanentemente (effetto a lungo termine) il comportamento del sistema a cui appartiene. Il sistema non altera o altera in maniera irrilevante il valore di tale variabile, che tende quindi a rimanere al valore impostato dall'esterno.

      Una variabile (di un sistema) si dice perturbabile o endogena se alterandone il valore dall'esterno si altera momentaneamente (effetto a breve termine) il comportamento del sistema a cui appartiene. Il sistema reagisce ed altera in maniera rilevante il valore di tale variabile, che tende quindi a tornare ad un valore compatibile col funzionamento del sistema in quel dato momento, valore diverso da quello impostato dall'esterno.

      Ai docenti chiedo: possono funzionare come definizioni o mi sfugge qualcosa?

      Ai discenti chiedo: nel caso le definizioni siano corrette, vi aiutano a capire che i casi che portate ad esempio sono sempre e comunque esempi di perturbazione, mai di controllo, della massa monetaria (comunque la si voglia definire)?

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    23. Reinterpretando l'intervento di di Girolamo alla luce di queste definizioni può darsi che riusciamo a chiarirci le idee (noi sulle sue domande, lui sulle risposte preesistenti nell'articolo di istwine, sul blog e altri interventi - su carta e in video - di Alberto).

      Ci provo:

      «non serve a molto, secondo me, dimostrare che è impossibile controllare la quantità di moneta. La questione da porsi è un' altra e cioè : "1) quali sono gli effetti concreti [cioè andando oltre le astrazioni del modello] di un intervento di perturbazione della massa monetaria ?" . Anche prima del divorzio tra Banca d' Italia e Tesoro c'era un intervento di perturbazione, infatti la Banca Centrale prestava denaro non solo allo Stato ma anche al sistema bancario privato. [Ho il sospetto che questa descrizione non sia molto precisa, ma mi dichiaro incompetente in materia e lascio ad altri una eventuale correzione]
      2) Questo intervento di perturbazione della massa monetaria che effetti aveva ?
      3) Che cosa succederebbe se adesso la Bce smettesse di prestar soldi alle banche private ?»

      La domanda più interessante, se la interpreto bene, credo sia la 1, ma la risposta è stata data più volte dal padrone di casa in questo blog e altri scritti; difatti Bagnai usa più volte l'espressione lotta di classe (al contrario: la rivalsa dei capitalisti sui lavoratori). Il monetarismo (la moneta dichiarata variabile esogena, controllabile dall'esterno) è un'altra utile arma di aggressione in questo conflitto.

      Quindi caro di Girolamo gli effetti concreti sono che ce lo prendiamo nell'intercooler, come al solito. Avevi dubbi riguardo questo? Pensavi avessimo a che fare con dei compagni che sbagliano? No, vero? Ecco, neanche noi l'abbiamo mai pensato. Ok, te lo concedo, non proprio tutti noi: qualcuno quando sente lotta di classe al contrario risponde ancora complottista!, così... per riflesso condizionato.

      La risposta alla domanda 2 credo sia nella citazione di Alan Blinder (Blinder 2012) che istwine fa all'inizio dell'introduzione. Ovvero: la realtà sta decretando la fallacia del concetto di moneta esogena. Con le perturbazioni della massa monetaria non stanno controllando il sistema economico, non ottengono cioè i risultati che dicono di voler conseguire (ma, nel caso dell'UE, lo scopo è un altro, vedi risposta successiva).

      La risposta alla domanda 3 credo sia: salterebbero molti dei nostri creditori (soprattutto banche tedesche e francesi). Anche questo è stato più volte ricordato, qui sul blog e in almeno un intervento in tv di Alberto: i Mariucci - a capo di Governo e BCE - sono garzoni di bottega mandati a riscuotere i sospesi (quest'ultima cosa mi pare l'abbia capita anche Grillo).

      Come al solito: si sbajo coriggetemi!

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    24. Veramente pare che la temperatura interna degli iglù raggiunga i 17 gradi... la stessa temperatura che c'è in casa mia nelle giornate più fredde dell'inverno :)
      Però io non sono un esperto etilista: perché anziché mettere i cubetti di ghiaccio nel bicchiere con il whisky non si mette la bottiglia di whisky in frigorifero? :)

      A parte gli scherzi... ci tocca studiare... "Modelli empirici di aggiustamento e crescita", che si trova nei consigli di lettura al primo posto... ma anche in libreria (print on demand) :)

      "Un modello è una rappresentazione stilizzata [dalle mie parti dicevano semplificata] della realtà, elaborata a scopo di analisi e previsione di un fenomeno fisico, sociale, economico, ecc. ecc." (p.156) [...] "L'elemento forse più importante da focalizzare nell'analisi di un modello è la classificazione delle sue variabili in endogene ed esogene. Sono endogene le variabili il cui comportamento viene spiegato dal modello e che quindi sono "generate internamente" al modello. Le variabili esogene viceversa sono determinate esternamente al modello, ovvero sono variabili "indipendenti". In definitiva, capire bene quali sono le variabili endogene, e perché sono queste e non altre, equivale a capire a quale scopo è stato costruito un determinato modello e a quali domande può rispondere."(p.167)

      Morale (provvisoria): le variabili sono endogene o esogene a seconda del modello, anche implicito, che stai utilizzando. Se uno ha in mente un modello e un altro un altro possiamo andare avanti secoli a discutere su cosa sia esogeno e cosa endogeno :).

      Secondo problema (qui sono pigro e vado a memoria, tanto Eco ed altri sicuramente ne sanno più di me e caso mai correggono :) : quello del controllo di un sistema il cui funzionamento è descritto da un modello. Sono endogene le variabili il cui valore è determinato internamente al sistema (risultati o esiti), descritto dal modello. Sono invece esogene non solo le variabili il cui valore è determinabile a piacere (di controllo o decisionali) ma anche quelle che non sono affatto controllabili e che pure agiscono sul sistema (ambientali).

      Io posso pure alzare al massimo il riscaldamento ma data la (scarsa) coibentazione della mia casa e i (vetusti e pochi) caloriferi che mi ritrovo quando fuori ci sono meno di -5° non riesco ad ottenere più di 17°! :)

      Terzo problema: di che tipo di controllo si parla? Puntuale (20°), della tendenza (un po’ più di caldo, grazie), con un intervallo di riferimento (tra 18° e 22°), etc. etc. ?

      Sul sito di Stock&Flow c’è una sezione intitolata “la parola ai numeri”... tipicamente il grafico dello spread. Quando Monti si è insediato lo spread è sceso, e già si sapeva che la BCE acquistava (o non acquistava) i titoli di Stato italiani ma non si sapeva (e non si sa) cosa, quando, quanto e a che prezzo (il perché invece si intuisce :). Con almeno due variabili esogene rispetto ai mercati, Monti e la BCE, e una endogena, lo spread, ignorare la BCE esogena e il resto (misspecification) per concludere che Monti aveva fatto abbassare lo spread non mi è sembrata una cosa tanto degna della (loro) professione. :)

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    25. Errata corrige: nel mio messaggio precedente c'è un errore sul link lotta di classe. Scusate.

      ---

      Quindi Giorgio tu d'inverno, con 17°C in casa, anziché un bel tè caldo ti bevi whisky on the rocks? Così... giusto per affrontare molto male il freddo? No, vero?

      Ecco, gli eschimesi che devono resistere a temperature che scendono sotto i 40°C secondo te, a intuito, nell'iglù andranno a bere liquidi freddi o caldi? Non sono un etnografo, ma a spanne immagino la seconda che ho scritto.

      Riguardo la citazione tratta da Modelli empirici di aggiustamento e crescita mi permetto di affermare che forse non hai interpretato correttamente il senso di ciò che Alberto ha scritto.

      Il passo che citi io lo interpreto nella seguente maniera: possono esistere dei modelli che restringono l'attenzione ad una parte del sistema in esame (sottosistema, ma da non intendersi necessariamente nel senso di gerarchicamente determinato: rappresentati graficamente, questi modelli me li immagino come come grafi con molteplici cicli di retroazione; difficile quindi ordinarli secondo una gerarchia).

      Quindi una variabile che in un modello più generale è endogena, nel modello ristretto diventa esogena, perché dipende da una parte del sistema che nel secondo caso non viene modellata. Ma non significa che una variabile che nella realtà economica non può essere controllata diventa improvvisamente controllabile!

      Si può costruire una teoria e/o un modello dove la moneta è esogena, come hanno fatto i monetaristi. Ma poi succede che il sistema economico con la moneta non lo controlli comunque e fai solo danni a quella economia. Non sono ipotesi, è storia, come qualcuno di loro ha dovuto ammettere (lo scrive istwine: ma lo avete letto? Forse non con la dovuta attenzione.)

      Comunque qui abbiamo la fortuna di poterci rivolgere direttamente all'autore per sapere quale delle due interpretazioni è corretta o almeno si avvicina di più a ciò che voleva intendere.

      [Oh, io sugli ingegneri scherzavo... ma 'sto vizio di cavillare a pene di canide mi sa che ce l'hanno davvero!]

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    26. Che bolas! Scusate ancora, è saltato un "meno" nel messaggio precedente. Ovviamente erano -40°C (40 sotto zero).

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    27. Dimenticavo di rispondere all'obiezione ma le variabili esogene non sono necessariamente controllabili (invece le spigolature di Teoria del Controllo le trovo poco pertinenti in questo contesto).

      Giorgio caro ma forse nella tua furia precisazionista hai dimenticato da dove siamo partiti: i monetaristi, con affini e collaterali. Essi ritenevano che si potesse e dovesse controllare l'offerta di moneta («It used to be that most academic research treated money (or sometimes base) as the exogenous policy instrument under the control of the central bank.»).

      Dalle citazioni riportate nell'articolo e nei commenti (vedi la parole di Friedman e Blinder - quest'ultimo Vice Presidente del Board of Governors of the Federal Reserve System da giugno 1994 a gennaio 1996) emerge che di fronte alla realtà dei fatti persino loro hanno dovuto ammettere che sbagliavano.

      Non è mi chiaro quindi perché insistere nel ritenere l'offerta di moneta esogena e controllabile. Chi sostiene questa tesi è in ritardo di almeno 40 anni. Ma si sa che l'Italia è il paese dei a sua insaputa: pare ci sia una fioritura di monetaristi a loro insaputa.

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    28. Correttore di Bozzi, sei un bel tipo: hai introdotto una distinzione tra variabili controllabili e variabili (im)perturbabili e dici che "le spigolature di Teoria del Controllo" (qualunque cosa sia) sono poco pertinenti?

      Posso suggerirti a questo proposito il 4° capitolo del libro di Acocella, Elementi di politica economica, terzo nella lista delle letture consigliate?
      Mi hai ricordato che l'avevo lasciato in sospeso e in effetti è molto utile e chiaro, come lo sono anche il 10° e l'11° capitolo.

      Resto sempre in attesa di sapere perché gli eschimesi non possono volere un whisky on the rocks.
      Le bevande calde certamente riscaldano ma quelle alcoliche riscaldano anche quando sono fredde.

      Acocella, Elementi di politica economica:

      "Riepilogo [del 10° capitolo, pp. 258-259]

      4. La base monetaria comprende le attività finanziarie utilizzabili dalle banche per la costituzione della riserva obbligatoria. Le sue fonti sono costituite da "Estero", "Tesoro", "Operazioni di mercato aperto", "Banche". Gli impieghi sono presso il pubblico e presso le banche.

      5. I depositi costituiscono un'attestazione debitoria emessa dalle banche e assolvono al ruolo di moneta (moneta bancaria). La quantità di depositi che si crea nell'ambito del sistema bancario è un multiplo della base monetaria posseduta da questo e dipende, oltre che dall'azione del pubblico, dallo stesso comportamento delle banche.

      6. Le autorità monetarie possono influire sulla quantità di moneta bancaria e di moneta totale attraverso il controllo della base monetaria e del coefficiente di riserva obbligatoria. Tuttavia, la mobilità dei capitali in regime di cambi fissi può ridurre il grado di controllabilità della grandezza in questione.

      7. La manovra monetaria può avere effetti espansivi o restrittivi attraverso le variazioni del costo e della disponibilità (razionamento) del credito. Essa ha effetti asimmetrici [riduce senz'altro l'offerta di credito (e con ciò il credito effettivamente concesso) in fase restrittiva; fa aumentare l'offerta in fase espansiva, ma non necessariamente al nuovo e più alto livello dell'offerta corrisponde una pari domanda (e pertanto non necessariamente il credito concesso aumenta)]".

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    29. Fammi capire: dai passaggi citati, tratti da Acocella, tu capisci che la moneta è esogena? A me sembra che stia dicendo che la moneta è endogena o, come ha sintetizzato brillantemente Alessandro (Guerani): siamo TU ed IO a creare la moneta.
      Ma forse sono io che non comprendo più l'italiano...

      Le mie definizioni sono usa e getta, sono un tentativo di superare quello che a me sembrava un ostacolo nella comprensione di ciò che in questo articolo si vuole dimostrare: che l'idea di moneta esogena ha fatto il suo tempo e non ha mai corrisposto a ciò che accadeva nella realtà economica.

      Veniamo al resto: pensavo che, essendo tu ingegnere, avessi familiarità con la teoria del controllo (forse preferisci teoria dei controlli? In inglese comunque è control theory). Gli esempi facevano pensare a questo: «Terzo problema: di che tipo di controllo si parla? Puntuale (20°), della tendenza (un po’ più di caldo, grazie), con un intervallo di riferimento (tra 18° e 22°), etc. etc. ?»
      Continuo a ritenere che fare queste distinzioni non serva in questo contesto (cioè capire se la moneta è esogena o endogena).

      Infine Giorgio le bevande alcooliche riscaldano una beata fava, davo per scontato che lo sapessi:

      «L’alcol dà calore.

      Non è vero! In realtà la dilatazione dei vasi sanguigni di cui è responsabile produce soltanto una momentanea ed ingannevole sensazione di calore in superficie che, in breve, comporta un ulteriore raffreddamento del corpo e aumenta il rischio di assideramento, se si è in un ambiente non riscaldato e freddo o all’aperto.
      »

      Penso possa bastare. Perdonami ma io ci metto un punto, non ritornerò qui sulla questione.

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    30. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  34. @ Alessandro G.

    Proprio il mercato nero, l'iperinflazione, o anche quello che è successo nel crollo dell'URSS quando la moneta ufficiale è in pratica scomparsa, mostrano che in assenza di moneta ufficiale o quando la moneta ufficiale perde la sua credibilità, non si verifica un baratto diretto, quello che ho per quello che voglio avere, ma qualcosa d'altro sostituisce la moneta ufficiale: una valuta straniera, le sigarette, gli oggetti di valore, o perfino il letame o il carbone... in Ucraina si pagava con il letame perché tutti avevano un orto da concimare o con il carbone perché tutti avevano una casa da riscaldare.

    Poi, certo, mi hanno anche raccontato di un kombinat in Moldavia che fabbricava peluche e che pagava gli stipendi con quelli, in mancanza d'altro, ma il dipendente che li riceveva, per avere il pane, non cercava il panettiere desideroso di acquistare un peluche ma il potenziale acquirente che potesse pagare con una delle merci che avevano preso il posto della moneta ufficiale.

    In questi casi, assume il ruolo di moneta quella merce che può funzionare come mezzo di scambio perché è accettata generalmente, o che può conservare il suo valore in attesa di tempi migliori.

    Comunque tutti questi sono esempi di economie di mercato che cercano di continuare ad operare come economie di mercato quando viene a mancare per un motivo o per l’altro il mezzo necessario per il loro funzionamento, cioè la moneta ufficiale.

    Le economie delle società nelle quali non esisteva la moneta non erano economie di mercato. Anche in questo senso chiedersi come potesse funzionare una economia di mercato, immaginata come la forma naturale di organizzazione della società, in assenza della moneta è assurdo: corrisponde a immaginare che l’economia funzionasse come oggi anche quando non funzionava affatto così. E’ stata l’introduzione della moneta a consentire la creazione dell’economia di mercato attraverso un processo durato secoli.

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  35. Su come la funzione di unità di conto sia stata considerata troppo "la sorella debole" della famosa triade mezzo di pagamento, riserva di valore e unità di conto , è interessante l'articolo di Geoffrey Ingham "Babylonian madness: on the historical and sociological origins of money" all'interno del volume "What is money " a cura di John Smithin...

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  36. Finalmente ecco un vero "insider" delle questioni europee sull'euro e sull'eurozona che ora si è deciso a "cantare":

    http://politica.excite.it/silvio-berlusconi-conferenza-stampa-non-mi-ricandido-ma-resto-leader-del-pdl-V129858.html

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  37. Spero di esserci per la presentazzzzzione del libro a Roma prima di fuggire fuori dall'euro! Caro prof. è possibile sapere in anticipo il giorno e l'ora esatte, vorrei portar con me una copia con dedica. Grazie.

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  38. @Ecodellarete e agli altri.
    ogni tanto provo ad immaginare un mondo fuori dall'euro.
    come sarebbe?
    di sicuro ora come ora non si può fare perché siamo in pochi a comprendere i risvolti nazicomunisti!
    avremmo attacchi violenti da parte degli enti internazionali e dalle altre nazioni ("siete traditori, come nella II guerra mondiale!").


    perché se non si ha un appoggio popolare la cosa verrebbe dura.. lo stesso Berlusconi (RIP) è stato massacrato, disintegrato e tutte le colpe (premesso: per me è complice quindi colpevole) della crisi gli sono state girate.

    purtroppo la vedo ogni giorno che passa sempre più dura (ovviamente di questo passo usciremo ma sodomizzati)


    PS: non ci resta che sensibilizzare sempre più gente sugli effetti dell'euro in maniera da aprire un "fronte politico".. che posso aggiungere?

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    1. Scusa, ma 'sta cazzata chi te l'ha detta? "Se usciamo ci attaccheranno, saremo tagliati fuori" è l'apice del luogocomunismo più cretino. Per favore, invece di sparare cazzate a nastro, leggiamo i contributi della letteratura scientifica, o almeno le istruzioni per l'uso di questo blog.

      L'idea che un "default" (nel caso dell'Italia, una ridenominazione del debito) abbia come conseguenza l'isolamento perpetuo del debitore è una IDIOZIA TOTALE NON AVALLATA DA ALCUNA PRECEDENTE ESPERIENZA STORICA. Agli altri paesi NON converrebbe attaccarci per due semplici motivi:

      1) perché sono nostri creditori;
      2) perché hanno tutto l'interesse a mantenere "attraente" la prospettiva di entrare nell'Eurozona per i paesi che ancora devono spolparsi (quelli dell'Est).

      Se scatenassero una rappresaglia, oltre ad andare contro i propri interessi e contro il credo liberoscambista dell'Unione, farebbero sorgere molti dubbi nei PECO, che già ne hanno abbastanza. Quindi per favore QUI TERRORISMO NO. Potete farlo praticamente su OGNI ALTRO MEZZO DI INFORMAZIONE, ma QUI TERRORISMO NO, MAI E PER NESSUN MOTIVO.

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    2. Stavo riflettendo su questa prospettiva e non credo che quando avverrà, sempre che non si inventino qualcosa per fermare l'inevitabile, non credo che verremo alle mani. In primo luogo se usciamo noi escono gli altri (non sono cretini!!!),Francia, Spagna, Portogallo etc. Non credo che però noi saremo i primi, c'è gente più focosa!! E probabilmente sottobanco faranno uscire prima qualche stato piccolo. Poi guardate che l'italia, la spagna, ma anche la Francia, non sono buccia di giogga, come si dice dalle mie parti,cioè sono economie importanti e possono mettersi d'accordo per non farsi del male. Se esce un paese tra quelli citati tutto si rimette in discussione, soprattutto certi equilibri di potere.

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    3. Scusa Valsandra ma che sono i risvolti nazicomuisti? Va bene per i nazi, ma di comunisti in Italia che hanno capito "le conseguenze di Mr. Churchill" ovvero del vincolo esterno ne conosco.....nessuno, se non in questo blog. A proposito guarda quanto ha fatto bene l’Euro alla Grecia

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    4. Risvolti nazional-comunisti?

      Se ho intuito bene, quello che ha scritto Valsandra non è il solito terrorismo ma la prefigurazione di una possibile risposta di tipo politico a un paese che dovesse non solo uscire dall'euro ma per esempio anche rendere la banca centrale dipendente dal governo.

      Insomma una via di mezzo tra quello che è successo alla Russia dopo la rivoluzione e quello che è successo all'Ungheria recentemente.

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    5. la risposta di tipo politico sta arrivando. Guarda gli exit poll sulla Sicilia.

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    6. Il bello di un'uscita e' che, se il governo non fa cose stupide prima, un'eventuale abbandono dell'euro con conseguente ridenominazione del debito in lire attraverso norma di legge quasi certamente non andrebbe a costituire un default event e il debitore potrebbe legittimamente ripagare in valuta nazionale, anche nel caso di contestazioni e cause di fronte alle corti italiane. Anche per quei titoli emessi (certamente solo una piccola minoranza) per i quali i termini contrattuali prevedano una esclusiva competenza delle corti inglesi, e' dubbio che le corte inglesi riterrebbero non legittimo un pagamento nella nuova valuta secondo il tasso di cambio previsto dalla legge italiana.
      E' tutto molto piu' facile e lineare di quanto dicano tanti luogocomunisti. Del resto, non si dicev dell'Islanda che non avrebbe mai piu' potuto emettere debito, ed invece oggi se volesse potrebbe gia' quasi iniziare?
      Hanno le armi spuntate e lo sanno, puntano tutto sulla opportuna disinformazione propinata alla popolazione dai mass media e dai politici.

      Comunque io non capisco come mai la popolazione sia contro l'inflazione. Quasi tutti hanno un mutuo, in tanti hanno debiti, perche' fare il gioco dei creditori? Vogliono portarsi dietro il peso del mutuo il piu' a lungo possibile invece di vedrlo scomparire mangiato dall'inflazione? Significa veramente voler fare i servi della finanza, cosa ancor piu' assurda se si considera che prima della privatizzazione delle banche, la maggior parte di esse erano al servizio delle imprese, con profitti sempre molto bassi grazie a tassi competitivi offerti e onesti salari ai lavoratoti.

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  39. “A differenza di quanto ripete la cronaca ufficiale, il debito esplosivo lo accumulano le famiglie e le imprese, non i bilanci pubblici”.
    Bene, anche Fassina si è reso conto della reale natura della crisi che stiamo affrontando. Ora gli resta da rendersi conto che il suo partito, il Pd, ha fatto di tutto e di più per sostenere un governo che piuttosto che “salvare” l'Italia la sta trascinando alla bancarotta; che persino il Fmi avverte di andarci piano con l'austerità fine a sé stessa; che seppur lentamente (“piano, piano, ma irresisti-iii-bilmente”, per dirla con Sylvie Vartan) sta emergendo tra la popolazione un sentimento di ostilità verso i politici e le misure di risanamento; e che il Pd non ha un futuro, dal momento che da un lato Fassina critica la versione che attribuisce tutti i mali dell'Italia al debito pubblico, e dall'altro vota in Parlamento il fiscal compact che da questa versione trae legittimazione.

    “Il governo Monti e l’impegno dei partiti a suo sostegno hanno avviato la ricostruzione morale, politica e economica dell’Italia. […] Noi siamo orgogliosi del contributo determinante dato all’operazione. Oggi, però, siamo in un’altra fase. Tutto qui”, conclude Fassina.

    Non so perché, ma a giudicare dalle ultime dichiarazioni di D'Alema e Bersani, ho l'impressione che siamo sì in un’altra fase. Peggiore, però.

    In Europa Monti «viene visto come una personalità che ha portato l'Italia fuori dal pantano e il destino dell'Italia alle cancellerie europee interessa perché temono un effetto contagio», dice D'Alema al CdS.
    E questo lo avevamo capito. È da un anno che lo sentiamo ripetere.

    «Alla domanda sull'opinione di Bersani che ha detto di vedere Monti più al Quirinale che di nuovo alla Bocconi, il presidente del Copasir ha risposto: "Sono del tutto d'accordo con Bersani"».
    Questo, invece, lo avevamo intuito. Anche perché fu fatta la stessa operazione con Ciampi, anch'egli uomo di “prestigio”, e assertore convinto del “più Europa”.

    D'Alema ha poi rivolto un pensiero a Pierferdinando: «oggi l'Udc appare come un partito indeciso, che non ha chiaro quale sia la sua mission. Penso che la strada giusta sia l'alleanza tra progressisti e moderati, un patto di legislatura per le riforme e la ricostruzione del Paese».
    E questo ce lo ripetono da 20 anni.

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    1. Suvvia, non siatemi naif proprio voi. La chiave del pistolotto della Fassina è in questa frase: "“L’agenda Monti”, così acclamata e così poco compresa da Matteo Renzi&C, non funziona. Non per colpa di Monti. "

      Come ho detto nell'introduzione al "Tramonto dell'euro", sono solo due linee di febbre da primarie. E infatti sono passate subito. Fatto lo sgambettino, come all'asilo, il bimbo torna al banco, sperando che la maestra, che poi saremmo noi, gli elettori, non se ne sia accorta.

      Ma temo che la maestra cominci ad averne le palle piene di questi cittini disfunzionali e schizoidi.

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    2. A proposito di moneta endogena, sono mesi che in tv si sente la frase che la BCE da i soldi alle banche e non ai cittadini, e mi chiedo io, ma perché a chi dovrebbe dare i soldi la BCE se non alle banche? Agli stati non li può dare di sicuro, per regolamento ma anche perché vorrei vedere con che criterio li dovrebbe ripartire tra i vari stati, e certamente non li può dare direttamente ai cittadini.

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  40. OT. MA DA LEGGERE.

    Ma non guadagnavano tutti di piu?

    I media italiani ci ricordano spesso che nell'industria automobilistica tedesca gli stipendi sono quasi il doppio di quelli Fiat. Peccato si parli molto poco dei 7.5 milioni di minijobber. L'aumento di 50 € diventa legge. Dumping salariale o reale possibilità di ingresso nel mondo del lavoro? Da Die Welt.

    http://vocidallagermania.blogspot.it/2012/10/ma-non-guadagnavano-tutti-di-piu.html#comment-form

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  41. professore la mia opinione è che se uscissimo (convinti) potrebbero succhiarci..
    ma questa me la tengo per me.
    il luogocomunismo risiede nella marea di persone disinformate che se vedessero lo spread salire di 20 (ok, sarebbe a mille.. ma noi sappiamo che durerebbe 2 secondi) andrebbero in piazza a difendere il loro destino di morte.

    e lei però deve pure immaginare le minacce che un premier, un ministro e una coalizione riceverebbero.. quanto fegato hanno avuto quelli del sud america a resistere?
    e chi tra di noi avrebbe questo coraggio?
    certo, non facciamo il mestiere di politici e quindi siamo salvati da questa incombenza.. io per primo (e lo esprimo per la seconda volta) me la farei addosso..

    ovvio che secondo me i loro bollori sparirebbero dopo 2" dopo che i tassi ritornerebbero ai minimi storici post 1981, dopo che si accorgerebbero che in sin dei conti siamo pur sempre un popolo con 60 ml di consumatori potenziali.. e che se aumentando la spesa e svalutando il PIL decollerebbe nel giro di 3 mesi!

    la gente prof è incazzata ma io ci parlo! e nessuno, dico nessuno CON CUI IO ABBIA PARLATO mette l'euro non dico al primo posto, ma nemmeno al decimo tra le cause di questa moria.
    forse hanno compreso che tagliare implica disoccupazione ma basta mettergli lo striscione del "cazzo, e il debito va pagato! maledetta corruzione!"

    un'ultima cosa: per curiosità mi leggo i commenti sulle notizie dei vari giornali girate su FB.
    in genere (dico, quello che ho visto velocemente) sono le donne ad "azzecarci meglio".
    ma sempre in generale sono i laureati con certe posizioni (commercialisti, avvocati.. per fare due esempi) i più "coglioni" in merito.

    nota personale: un ragazzo del M5S ha parlato a Siracusa ed ho visto 10" di video (uno, due, tre.. dieci!) prima di bloccare la visione.. disgustato.
    ovviamente parlava di corruzione, del fatto che la gente è ridicola perché va dai politici per avere un posto di 3 mesi quindi precario..
    commentando che il ragazzo è una testa "vuota" e con che faccia vuole presentarsi come "nuovo" , il mio amico (avvocato, persona capace nel suo mestiere, di fine intelligenza) mi ha insultato..
    e come in ogni sua espressione non pone mai l'euro e la UE come problemi.
    Anzi, la soluzione deve essere più "europa".
    e parliamo di un 34enne ex missino

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  42. Siamo soli. Grillo ci è ricascato http://www.beppegrillo.it/2012/10/la_spirale_del_debito_pubblico.html Costui non ci porterà da nessuna parte. Mai un accenno all euro, alle unioni monetarie tra Paesi forti e Paesi deboli con economie differenti che adottano la stessa moneta agganciandone il cambio, e strozzando cosi i Paesi più deboli dentro una spirale di indebitamento con l estero per finanziarsi le importazioni. Grillo è funzionale affinche questo stato delle cose persista e ci conduca alla rovina

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    1. http://www.youtube.com/watch?v=KWuBNaO1Cr8&feature=related

      Questo mi crea un dubbio sulla posizione di Grillo riguardo l'Euro. Anche se credo che lui non abbia capito alcuni concetti come la differenza tra il debito pubblico e quello privato, lo squilibrio della bilancia dei pagamenti, ecc.
      Infatti poi il suo discorso viene deviato sull'IMU e trascura il discorso sull'Euro.

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  43. Per un austriaco (baluba o meno) non esiste il valore intrinseco di una merce. Questa ha un valore d'uso (quello dell'oro molto più alto della carta stampata) ed ha, quando utilizzata negli scambi, un valore di scambio. Anzi, tanti valori di scambio, indicati collettivamente come 'potere d'acquisto'.

    E' così per i sesterzi di Roma, per una banconota della Banca d'Italia e per una della BCE. Tutte e tre avevano/hanno un valore d'uso e tutte e tre un valore di scambio. Il loro valore intrinseco non esiste.




    Quanto alla domanda se la moneta sia sorta come facilitatore degli scambi o come unità di conto, mi chiedo: a che pro si sarebbe usata la "moneta" per misurare qualche bene, se non per scambiarlo o proporlo come oggetto di scambio. Mi sembra logico pensare che siano state la necessità e il desiderio di scambiare i beni a far nascere qualche cosa accettata da entrambe le parti che potesse misurare il valore (di scambio) degli stessi.

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  44. Qui diamo voce a tutti, così chi viene da fuori si rende conto...

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  45. ovvio.. politiche nazi-fasciste (a me suona meglio "nazicomuniste" che "fasciocomuniste") con un'impalcatura ex urss (comunista! ahahaha).
    no?
    URSS=Unione delle repubbliche socialiste sovietiche..
    USUE Unione degli Stati Uniti d'Europa

    e il fatto che lì c'era un partito (comunista) e qua una commissione (mentre nei regimi nazifascisti c'è l'uomo forte.. qua c'è il gruppo) non dice nulla?
    esistono da tempo idee che vedono nella UE una specie di URSS (non è mia insomma, sorry)

    per come la vedo io, hanno confezionato un abito nazifascista con il bel marketing di sinistra (solidarietà, la pace tra i popoli, il sogno europeo)


    PS: l'intervista l'ho vista in diretta.. ho subito cambiato canale..
    A proposito, la Costituzione contempla le consultazioni con 4 mesi di anticipo?

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  46. Qua si pronuncia Bernanke.
    http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=y7Xh0hY3-sM

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  47. L'articolo è interessante professore. Propongo, se mi posso permettere, un approfondimento su due aspetti di cui in genere si parla poco: 1)le teorie sul significato della moneta (Cash-in-advance, money in the utility function, modelli di search); 2) le teorie sull'inflazione wickselliana e sulla monetary stance (utilizzando le taylor rules o Ramsey).

    Di Fabrizio Aldo

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  48. Scusate l'OT e anche l'ora, ma mi sono svegliato con l’ansia e adesso passo all’incazzatura e incredulità. Il Movimento 5 stelle è dato, secondo le previsioni, come primo partito in Sicilia al 24% circa. Altro che Syriza. Prepariamoci perché statisticamente le elezioni siciliane prefigurano quelle nazionali. Una dozzina di ragazzi inesperti, impresentabili, incapaci di parlare in pubblico, che non conoscono la storia, l’economia, la sociologia, siederanno all’assemblea più antica e più remunerativa d’Italia. Vi lascio con un passo del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa sempre attuale, un genio della letteratura, forse poco conosciuto.
    “Noi Siciliani siamo stati avvezzi da una lunghissima egemonia di governanti che non erano della nostra religione, che non parlavano la nostra lingua, a spaccare i capelli in quattro. Se non si faceva così non si sfuggiva agli esattori bizantini, agli emiri berberi, ai viceré spagnoli. Adesso la piega è presa, siamo fatti così. Avevo detto 'adesionè non 'partecipazionè. In questi sei ultimi mesi, da quando il vostro Garibaldi ha posto piede a Marsala, troppe cose sono state fatte senza consultarci perché adesso si possa chiedere a un membro della vecchia classe dirigente di svilupparle e portarle a compimento; adesso non voglio discutere se ciò che si è fatto è stato male o bene; per conto mio credo che parecchio sia stato male; ma voglio dirle subito ciò che Lei capirà da solo quando sarà stato un anno fra noi. In Sicilia non importa far male o far bene; il peccato che noi Siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di 'farè. Siamo vecchi, Chevalley, vecchissimi. Sono venticinque secoli almeno che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee, tutte venute da fuori già complete e perfezionate, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui abbiamo dato il 'la'; noi siamo dei bianchi quanto lo è lei, Chevalley, e quanto la regina d'Inghilterra; eppure da duemila cinquecento anni siamo colonia. Non lo dico per lagnarmi: è in gran parte colpa nostra; ma siamo stanchi e svuotati lo stesso."
    “Tutto questo non dovrebbe poter durare; però durerà, sempre; il sempre umano, beninteso, un secolo, due secoli ...; e dopo sarà diverso, ma peggiore. Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra.”

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  49. I teorici del circuito monetario sostengono da sempre che la BC non controlla la massa monetaria, la storia della moneta inventata da un click di mouse è una sua fantasia imputata ad altri.
    Prof. Perchè voi post-keynesian non parlate mai programmi di piena occupazione? Forse siete troppo impegnati nel vostro scontro accademico con il mainstream?

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    1. Senti, te lo dico con affetto: voi MMT-fanatici avete rotto il cazzo.

      Dopo aver tentato di far credere che la moneta endogena l'avevate inventata voi (!), con l'unico risultato di aver creato una torma di sbandati che ripete senza saperlo MV=py, adesso che vi è stato dimostrato che di moneta non capite una fava venite a dimostrarci che la piena occupazione l'avete inventata voi. Sei solo uno scemo, vai a studiare. Questa è zona DEDONALDIZZATA. Lo capisci? Tu non sei solo fastidioso: sei soprattutto INUTILE, scientificamente e politicamente. Forse anche umanamente, considerando che tutto quello che fai da qualche mese a questa parte è venire qui a volto coperto cercando di denigrare il lavoro che stiamo facendo. Torna da Donald, presto sarete in due. Una struttura di ricerca più snella, dalla quale ci aspettiamo innovazioni importanti, come l'acqua calda (a me servirebbe oggi, ho la caldaia rotta) e il filo per tagliare il burro.

      L'umanità attende trepidante, ma per esporre teorie così innovative vi consiglio in futuro di rivolgerti a Science, e di lasciare che noi qui si faccia il nostro umile lavoro.

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    2. Sentite, io non ho ben capito cosa volete. Buona parte delle cose che so e lo citerò nella seconda parte, le ho apprese da Scott Fullwiler, che rientra nel gruppo MMT (mai nominato da voi peraltro). Lui sì che è una fonte eccellente, ma le sue fonti son sempre le stesse: Moore, Eichner, Kaldor, Lavoie ecc.

      Detto questo, a tutti gli MMTboys, consiglio una lettura, questo blog:

      http://www.concertedaction.com/

      Oltre che essere uno che ne capisce, ha preso di petto più volte le particolari teorie della MMT. Leggete lui anziché chiedere sempre a noi. Consigliatelo anche al Barnard magari, una fonte in più non guasta se non si è religiosi.

      E sull'argomento non tornerò, spero.

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    3. Cosa vogliono? Semplice: rompere i coglioni. Questo paese è infestato da persone che non vogliono ammettere di aver sbagliato. Il primo è il loro capetto, ma gli esempi illustri non mancano. Quindi lasciamoli autoestinguere, come giustamente suggerisci. Chi non sa ammettere gli errori è comunque un cadavere politico, non serve se non a concimare il web per far crescere una rigogliosa messe di cazzate.

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    4. Ma come prof, come può dire questo:"Una struttura di ricerca più snella, dalla quale ci aspettiamo innovazioni importanti, come l'acqua calda (a me servirebbe oggi, ho la caldaia rotta) e il filo per tagliare il burro".
      Non occorre Donald, se permette sull'acqua calda ho delle competenze specifiche.

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  50. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Perché sono antifascista. Con Parguez non penso di avere particolari motivi per dibattere (se non per chiedergli perché appoggia un movimento fascista, ora che perfino i due sallucchioni born in the USA hanno smesso di farlo, dopo esser stati copiosamente insultati dal fascista). Quello che ho letto di lui mi è piaciuto, ma non mi sembra che attenesse al tema della piena occupazione. E tu non nasconderti dietro a un dito: sei donaldiano e basta. Aspetti la prossima parola d'ordine. Povero Donald: come sarà spiazzato quando uscirà il libro: già lo sento...

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  51. @ Alberto
    Non mi funziona il "Rispondi" sotto il commento, comunque volevo dirti che non stavo rispondendo a te, bensì a Guerani che ha detto che la mia frase sul non lasciare la moneta in mani private sembrava uno slogan donaldiano...
    non credo che vogliamo lasciare a Donald il matrimonio tra banca centrale e tesoro, e la nazionalizzazione delle banche, come prima di trent'anni fa.

    Lo so, non mi sento in colpa dall'essermi - in passato e per poco tempo, eh - lasciata abbindolare. Errare umanum est, e grazie al cielo (e a te, e a Istwine) non ho perseverato.

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    1. Qualche volta non funziona nemmeno a me, nel qual caso esco dalla pagina e la ricarico, poi funziona!

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    2. Ma Guerani, che, hai mangiato pesante?
      Direi che "tutti gli slogan non vogliono dire niente" è anch'esso uno slogan, una generalizzazione, e in quanto tale, come gli altri, può essere sempre attaccato.
      Infatti lo slogan è propriamente un grido di guerra, che dà inevitabilmente per scontate tante cose, e chi ha orecchie per intendere intenda. Poi l'importante è che dietro allo slogan ci siano dei ragionamenti più articolati, e dietro al mio slogan qualche ragionamento e qualche studio mi sembra che ci sia, non foss'altro per tutti gli articoli che consulto e traduco e per la mia frequentazione di questo blog sin dai primordi.
      E a proposito del tuo slogan sulle fondazioni bancarie e sulle banche tedesche pubbliche (che mi ricorda, scusami, l'argomento sulle Cajas pubbliche dell'orrendo Boldrin da Paragone, e perciò mi fa un poco rabbrividire) quello che conta mi pare che siano le regole a cui le banche sono sottoposte, il fatto se possano o meno fare investimenti sui mercati finanziari coi soldi dei depositanti - oltre che, cosa di somma importanza, se la banca centrale sia acquirente residuale o meno dei titoli del Tesoro - queste sono le cose che contano, non le nomine dei consigli di amministrazione da parte dei partiti.
      Comunque se vuoi dimostrare che vado per slogan, te la do vinta subito, perché nello spazio di un commento mi è difficile andare oltre. Il mio slogan preferito, anzi, te lo dico subito, è: ùTTalabiiii!!!!

      O se vuoi, al peggio non c'è mai fine...

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    3. Insomma, Guerani, ma chi ha detto "quello non c'entra"? Mi pare di aver detto sin dalle prime battute che "oltre" alla nazionalizzazione delle banche per me sarebbe necessaria la separazione tra banche di investimento e banche di credito (l'ho chiamata specializzazione bancaria).

      Ammetto di avere esagerato paragonandoti a Boldrin, ma mi è parso di leggere nelle tue parole una sfumatura di disvalore o quanto meno di inutilità del pubblico rispetto al privato, che io non condivido e che mi ha ricordato "colui".

      Non ho nemmeno detto che "basta" che la BCE sia acquirente residuale, anzi ho parlato anche di regole a cui le banche devono essere sottoposte, e quindi ben vengano i vincoli di portafoglio.

      E infine, non mi interessa porre controlli di tipo sovietico alla creazione di moneta da parte dei privati, sto solo dicendo – in sostanza - che lo stato dovrebbe potersi finanziare e fare la sua politica fiscale senza dipendere dai mercati, che il sistema bancario lo preferirei pubblico e/o quanto meno ben regolamentato con una netta separazione tra credito e investimenti finanziari, e un controllo sui movimenti di capitali, perché questo aiuterebbe a evitare i disastrosi cicli finanziari.

      Se questo è signoraggio o donaldismo, allora sì, sono signoraggista e donaldiana, ma tu sei Boldrin.

      E se fosse possibile seppellire l'ascia di polemica, "io" lo troverebbe confortante.

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  52. Ultimo post
    Prof. è uno spasso leggere le sue farneticazioni sul presunto fascista pagato(da chi? Scommetto dalla CIA) per sottrarre consenso. Noi inutili attivisti del popolo degli abissi, non sappiamo che farcene di arroganti professori di provincia e dei 100 nerd attivisti da tastiera che la seguono.
    Prof. Noi canteremo per voi, forse stonando un pò ma canteremo..canteremo mentre crepate e danzeremo sulla vostra sporca carogna. Prima di lei speriamo ovviamente speriamo di cantare e danzare per i vari Giavazzi, Boldrin, Scacciavillani, Monti, Prodi,Draghi, Ciampi ecc.

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    1. Sei un mito! E il bello è che siete tutti così! Per l'anniversario farò un'antologia delle vostre email. Da crepare... dal ridere! Ciao, zombie, torna a trovarci, tanto lo hai capito che se vuoi imparare qualcosa in Italia c'è solo Goofynomics. Perfino il tuo capo, da quando l'ha studiata, spara meno cazzate!

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    2. Questa perla l'avevo persa:

      "....canteremo mentre crepate e danzeremo sulla vostra sporca carogna...."

      me la segno (e rivedo il mio giudizio su Basaglia)

      Firmato il centounesimo nerd attivita da tastiera.

      P.S.: Cosa ci canterete, l' "Horst Wessel lied"?

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  53. Ottimo articolo anche se un po' prolisso :)
    vorrei solo segnalare a tal proposito quello che sta diventando la mia BIBBIA per le questioni monetarie.
    questa organizzazione in UK che analizza basandosi prevalentemente su quanto diceva Irving Fisher a seguito della depressione del 1929.
    Il problema su cui focalizzare l'attenzione sono le banche commerciali, e come giustamente viene riportato nell'articolo le politiche monetarie delle banche centrali al momento risultano essere poco efficaci, in quanto la maggior parte della massa monetaria viene creata dal sistema delle banche commerciali in maniera abbastanza sconsiderata.
    consiglio e tutti i SERI NON complottisti che pero' pensano ci sia un serio problema nel sistema monetario di visionare il loro sito, magari comprare il loro libro come ho fatto io e leggere la loro riforma...... Fucilatemi se volete ma secondo me loro hanno colto la questione in pieno ..saluti!
    http://www.positivemoney.org.uk/

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  54. di sicuro non è neutrale la moneta e mi basta sapere questo (per ora).
    la discussione endogena/esogena è interessantissima e ricordo una mia battuta sull' "offerta che si crea la sua domanda" anche nel campo finanziario.
    per come la vedo io, si è creato un sistema per sostenere la domanda con l'indebitamente privato (incremento dell'indebitamento).
    e per produrre questo bisognava fare scelte ben determinate come tassi bassi (che fanno percepire il "costo basso" - a mio modesto modo di vedere), afflussi di capitale finanziario (ovvero banche e istituzioni straniere).

    io, non ho visto tutta questa "instabilità" (pre crisi).. ho visto invece (e non capivo il perché) una situazione strana:
    gli stipendi erano sempre più bassi; i posti di lavoro buoni sempre di meno; lo sfruttamento sempre di più; i servizi peggiorare sempre di più ma c'era calma piatta.
    è bastato accendere la miccia per vedersi esplodere una bomba!

    domanda: ma una moneta definita "neutrale" ed "esogena" (domanda: sono la stessa cosa? nel libro di Bernanke non ricordo il termine "esogena/endogena") serve a giustificare l'incostituzionalità della loro indipendenza?

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  55. Ah ah ah l'arroganza di Boldrin è nulla a confronto! Prof. Lei è un fottuto genio della satira, adesso chiamo Alain Parguez e gli consiglio di seguire il suo blog, così se nei prossimi mesi verrà ospitato dal presidente degli Stati Unitii, saprà che è stato tutto merito mio.

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    1. Ma los ai che ti voglio bene come a un figlio. Il giovane Alain è stato invitato dal ragazzo immagine del complesso militare-industriale? Non lo sapevo. Complimenti! Qualcosa vorrà dire. Spero che non mi capiti troppo presto, non saprei cosa mettermi, devo prima perdere tre o quattro chili. In ogni caso grazie per la sponsorizzazione.

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  56. Ecco fatto. Sono un “nerd attivista da tastiera”, inviso al “popolo degli abissi”, che segue un “arrogante professore di provincia”. E io che credevo di farmi una cultura. Sarà contenta mia moglie – deliziosa creatura – che segue anch'essa Goofynomics.
    Ma se il blog non gli piace, all'esponente del popolo degli abissi, perché lo segue?
    Aveva ragione lei, professore, quando disse che “tenere un blog è come pescare con la dinamite”

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    1. Seguo Goofynomic perchè ne condivido le analisi... ma se permetti, mi oppongo fermamente all'arroganza del prof. e alle sue manipolazioni MMT-Barnard.





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    2. Cacchio! Sei ancora qui! Dai, facci compagnia. A proposito di manipolazioni, cos'era quella storia del salvataggio dell'Argentina? E quell'altra storia che un paese importatore netto sta meglio di un esportatore netto, perché il primo importa merci vere ma esporta solo pezzi di carta IOUmonetasovrana? Queste non le chiami manipolazioni?

      Dai, sei un bravo ragazzo, io lo so che un giorno capirai. Ricorda, però: ne resterà uno solo, quindi fai più bella figura se ti metti subito dalla parte giusta.

      Ma noi non te lo faremo pesare: si fa più festa in cielo per un anatroccolo pentito...

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    3. Ti riferisci al piano Jefes?

      "E quell'altra storia che un paese importatore netto sta meglio di un esportatore netto, perché il primo importa merci vere ma esporta solo pezzi di carta IOUmonetasovrana?"
      Credo valga solo per le monete più "ricercate" sul mercato. Una via di mezzo non esiste?



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    4. Andrea: temo di no. Si chiama dilemma di Triffin. Quando Randy se ne accorgerà, sicuramente scriverà un bel post per dimostrare che anche Triffin era un MMTers. E così via, risalendo fino a Senofonte. Non posso prendere sul serio persone che ragionano così, perdonami, non ce la posso fare, e forse è meglio così!

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    5. @ Andrea (29 ottobre 2012 15:27)

      “se permetti, mi oppongo fermamente all'arroganza del prof....”

      Andrea, io permetto, ci mancherebbe, però il blog è di Bagnai. E io in questo blog mi ci trovo bene proprio perché il professore tiene lontani i seccatori, come Gaspare di Girolamo, ad esempio, il quale, curiosamente, adotta lo stesso stile dei troll che si incontrano su certi siti dove l'attività prevalente consiste nell'insultarsi a vicenda. E così, via via ho smesso di frequentarli perché Internet lo consulto per informarmi e per rilassarmi, non per litigare – di rogne, la vita ce ne offre in abbondanza, non c'è bisogno di andarsele a cercare. Anche perché, oltre che inutile, trovo abbastanza ridicolo lanciarsi insulti nello spazio.

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  57. @Girolamo
    e basta! apriti un blog se pensi che censurino le tue cavolate!
    "influenzare, dominare, controllare..", grazie per averci fatto capire che hai letto qualche norma sul diritto societario in tema di partecipazioni.

    Ad ogni buon conto ti do una cattiva notizia: può succedere che abbassando i prezzi la domanda si abbassi.
    sa, per i beni di lusso..

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  58. Filmato da rai educational sulle crisi del debito/credito

    http://www.youtube.com/watch?v=jKIcwlqhrU4

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  59. @Istwine
    grazie per l'articolo, attendo con avidità il prossimo.
    Saluti.

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    1. @Correttore di Bozze
      se pubblicano il mio "copiato" l'aspetto esogeno della monetea appare (per lo meno a me) più chiaro.

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  60. Vorrei porre una domanda (ma non sono sicuro che sia posta correttamente): quando e in che misura le banche (tutte?) "creano moneta" , invece che impiegare i depositi, le proprie emissioni di debito, il mercato interbancario o quant'altro?

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  61. @Bagnai ( solo per dovere di risposta )

    no, lei non è un rettiliano, è semplicemente un economista che cerca, secondo me scorrettamente, di far passare per scientifiche alcune sue personali convinzioni politiche. Lei da un lato si appella alla coscienza civile dei suoi concittadini, dall' altro spesso e volentieri ricorre all' insulto e alla denigrazione quando qualcuno mette in discussione l' impostazione politica del blog. Mi ha etichettato nelle piu' varie maniere, l' unica cosa che non ha fatto è rispondere a domande semplici come questa : quali dovrebbero essere, secondo lei, gli obiettivi di una Banca Centrale ?


    @ Istwine

    potrebbe cortesemente spiegare quali dovrebbero essere, secondo lei, gli obiettivi di una Banca Centrale ? Sono sicuro che una risposta in tal senso contribuirebbe molto a dissipare i dubbi e le perplessità di molti lettori del blog. Grazie in anticipo della risposta.

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  62. Alcune determinazioni utili (magari anche per qualcun altro)

    A proposito di : moneta

    «... Di solito la maggior parte della ricerca accademica trattava la moneta (o, talvolta, la base monetaria) come uno strumento di politica economica esogeno, sotto il controllo della banca centrale. Era irritante per quelli di noi che lavoravano nelle banche centrali, perché lo strumento di politica economica era sempre stato il tasso di interesse a breve termine, e perché tutti aggregati monetari (oltre alla base monetaria) sono sempre stati e rimangono endogeni. ... (Freedman 2003) ...

    ... Con la quantità di riserve bancarie depositate, e quindi la base monetaria, endogenamente determinate in misura significativa, ne consegue che l'offerta di moneta è, in buona parte, altrettanto endogenamente determinata anch'essa. E' perciò una affermazione sbagliata

    supporre che lo stock di moneta, o qualsiasi dei suoi componenti, sia una grandezza interamente esogena, soggetta al controllo delle autorità monetarie, e di conseguenza da questo presupposto ricavarne una curva di domanda di moneta. In realtà, la domanda e l'offerta di "moneta" sono interdipendenti, senza possibilità, in pratica, di distinguere tra le due." (Eichner 1984) ... »


    A proposito di : legge della domanda e dell'offerta : prezzo

    «... Vi ricordo un principio fondamentale dell'economia: la legge della domanda e dell'offerta. Su un determinato mercato, se si presentano molti acquirenti (eccesso di domanda) il prezzo dovrebbe salire, se invece c'è scarsità di acquirenti (eccesso di offerta, cioè difetto di domanda) il prezzo dovrebbe scendere. Sì, lo so, mi dite che sono tecnico: ma vi ho detto che non parlo a tutti. Parlo solo a quelli che preferiscono comprare una spigola a 12 euro al chilo presentandosi sabato alle 13 ...»


    A proposito di : produttività

    «La produttività non è esogena

    ... In parole povere, i dati ci dicono che sono le esportazioni a causare la produttività, non il contrario.»


    A proposito di : legge della domanda e dell'offerta : produzione

    «... Loro, gli omodossi, non si preoccupano di sapere chi comprerà quello che viene prodotto, perché partono dal presupposto (detto legge di Say) che l’offerta crei la propria domanda. Un presupposto già dubbio in teoria, e abbastanza screditato in pratica. Se l’offerta crea la propria domanda, perché la Thyssen-Krupp ha dovuto pagare 150 milioni di euro di mazzette per farsi comprare i propri sommergibili dalla Grecia? Il sommergibile basta produrlo, poi lo porti al mercato (in un cestino) e qualcuno lo comprerà, perché siccome per produrlo hai distribuito redditi, e chiunque ha soldi in tasca li spende subito (altra intuizione di quel geniaccio di un Fisher), ecco che tornerai a casa col cestino vuoto e le tasche piene.
    O no?
    No.
    ... »


    Quindi, in generale (si sbalio ... ... ...) :

    la moneta non è esogena (esogena : sotto il controllo di chi offre, ad es. banca centrale)
    il prezzo non è esogeno (esogeno : fissato univocamente da chi offre il bene in vendita)
    la produttività non è esogena (esogena : determina la domanda dei beni prodotti)
    l'offerta non è esogena (esogena : l’offerta crea la propria domanda)

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    1. Nel mio commento (Neri 30 ottobre 2012 09:04), mi accorgo che il link connesso con "A proposito di moneta" punta verso questo stesso post (dove le citazioni riportate sono in inglese.
      Dovrebbe puntare invece a I PRINCIPI DELLA MONETA ENDOGENA (versione full italian) dove le citazioni sono riportate in italiano.

      Mi rammarico dell'errore.

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  63. Ciao Marco,
    Non sono un professore nè un economista quindi non voglio insegnare niente a nessuno...diciamo che sono sono uno che cerca di informarsi più che riesce.
    in questo video viene spiegato in maniera supersintetica
    http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=fJqf5kNlVgg
    nel sito http://www.positivemoney.org.uk/ trovi molta altra documentazione, video e anche un documentario che hanno fatto.

    In sostanza le banche "creano" moneta ogni qualvolta concedono un prestito creando nuovi depositi.
    Esempio classico è il mutuo della casa. la partita contabile che si crea è una doppia registrazione nel passivo (deposito) e attivo (credito). Le banche in genere non concedono MAI un mutuo senza che tu apri un contro corrente presso di loro. in sostanza il meccanismo attraverso il quale viene creata massa monetaria è questo. Ovviamente ci sono dei limiti di capitale e riserva di liquidità da rispettare ed è per questo che in fasi recessive come quella in cui siamo ora e gli attivi bancari sono in sofferenza si ha una contrazione della massa monetaria in circolazione (meno prestiti) con conseguente e pesante condizionamento sul lato della domanda aggregata....... ho semplificato il tutto ma se ti interessa puoi andare sul loro sito (è in inglese) dove il tutto viene spiegato chiaramente ...guarda i documenti. il loro lavoro prende spunto da quanto inizialmente teorizzato da Irving Fisher (100% money) . ciao furio

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  64. sulla mia bacheca di FB ho scritto che "non è vero che studiare non serve.. non servono gli studenti"..
    ricercando il materiale per capire questa questione legata all' "esogenità" o meno della moneta mi sono imbattuto sulle spiegazioni dell'inflazione.
    ok, alcuni fattori che la influenzano sono legate ai costi esterni oppure alle economie di scala (bravi.. siamo pieni di grandi imprese!) ma soprattutto il problema è il costo del lavoro (le dinamiche).
    Oh, in 5 righe c'è scritto che difficilmente si può avere una moneta unica quando ci sono differenziali di inflazione e movimenti destabilizzanti dei capitali tra le varie arre.

    però... però ci sono dei però
    negli anni 80, secondo l'autore, di movimenti di capitali destabilizzanti non ce n'erano stati e dopo il 1992 i tassi di inflazione dei vari paesi si sono avvicinati.. quindi il progetto EURO si poteva fare.

    penso che i punti chiave fossero chiari sin dalla fine degli anni 90:
    che prezzo avremmo dovuto pagare con politiche restrittive sulla domanda?
    bastava l'avvicinamento dei tassi di inflazione a sistemare le cose o sarebbero serviti invece differenziali di medio periodo NULLI?
    Perché non c'erano movimenti di capitale destabilizzanti?
    la liberalizzazione dei movimenti non avrebbero portato a questo problema?

    infatti le banche tedesche e francesi hanno prestato molto ai PIIGS con gli effetti che ora conosciamo!
    E infatti i tassi di inflazione non si sono mai annullati.

    dico, capisco uno studente che deve studiarsi tutte queste pagine riassuntate per darsi la materia però tra i professori e studiosi?

    a rileggere quelle 5 righe bastava fare 1+1 (non io... ihih) e capire che saremmo arrivati alla deflazione invece!

    per inciso: la crisi del 1992 dipendeva dalla Germania che aumentò i tassi di interesse per favorire l'afflusso di capitali (visto l'unificazione) e non invece dal crollo della bilancia dei pagamenti via accumulazione differenziali di inflazione.
    E sempre per inciso, nel libro si spiega che il cambio 1 a 1 tra Ovest ed Est è stato un salasso per l'est

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  65. Non vedo pubblicato il mio commento di ieri sera. Ho posto delle domande troppo sciocche, sono finita in qualche vecchio post, o data l'ora mi e' solo sembrato di aver pubblicato?

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  66. forse ot
    a parte monta esogna ed edogena e relativa querelle,a parte click di mouse e stampanti di vario tipo e colore.
    Mi sembra che aldilà delle spiegazione e contrapposizioni accademiche.mi chiedo, in una economia capitalista a debito le aziende chiedono soldi in prestito pagando interessi(remunerazione del capitale) per investimenti che creano utili che permettono di pagare interessi etc.
    uno stato (noi) nel momento in cui investiamo in sanità infrastrutture scuola difesa etc. (investimenti che solo uno stato può fare)dovrebbe essere normale che non potremmo mai remunerare il capitale investito ,in quanto fino ad oggi ospedali scuole autostrade ponti esercito e polizia non mi pare possano generare
    utili.
    per cui pongo una domanda per risolvere questo dubbio notturno ma perchè uno stato dovrebbe farsi prestare da privati(vedi banche ) capitali su cui pagherà interessi che mai potranno essere restituiti(capitali e intressi)? perchè eventuali titoli immessi sul mercato ,i quali si dovranno essere remunerati, dovrebbero generare debito?
    non stiamo forse aprrocciando il tutto da una prospettiva sbagliata in fondo come spiega pippo compito dello stao e che la salita o la discesa siano sempre di più leggere ed accessibile anche ai meno allenai?
    come al solito post un po' confuso ma spero nel buon cuore del cavaliere nero

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  67. @Giorgio DM
    ottimo post!
    nei miei ho scritto che Friedman considerava il fatto che la domanda e offerta tendevano a mantenere su certi livelli un tasso naturale di interessi.
    per questo i "giochetti" monetaristi alla fine non pagavano.
    e per questo la moneta era da considerare esogena (rispetto a ciò che hai scritto è ancora più chiara la cosa)

    RispondiElimina
  68. @Girolamo
    sei de coccio!
    a casa altrui si seguono le regole altrui.
    E prima di parlare non solo bisogna vedere come è aumentato il debito pubblico post 1981 ma anche VERIFICARE la bilancia delle partite correnti dal 1980 ad oggi
    in editoriale
    http://www.ecodellarete.net/

    picco della bilancia nel 1996 e poi CROLLO.. crollo per via di una rivalutazione del 30% (da 2200 lire a 1670 di ora (1936.27 tenendo conto del 16% di inflazione accumulata tra il 1999 e adesso).

    scienza? direi semplice visione dei dati!

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  69. Stavo rileggendo "la riforma monetaria" di Keynes e mi balza all'occhio questa frase apocalittica, senza tempo:
    "Non s ricorda una lunga guerra o un grande sconvolgimento sociale che non sia stato accompagnato da una mutazione nella moneta legale; in ogni paese che ha una storia, c'è una cronaca quasi ininterrotta, che risale alle più antiche memorie dei fatti economici, di peggioramenti progressivi nel valore reale delle cose aventi potere liberatorio che, successivamente, hanno costituito la moneta. Inoltre, questo progressivo peggioramento del valore della moneta non è un fatto casuale; esso è il portato di due grandi forze propulsive: le ristrettezze pecuniarie dei governi e la preponderante influenza politica della classe dei debitori" (p.11).
    Ecco, io direi che fin dai tempi di Solone, moneta è tutto ciò che consente di rimettere i debiti, invece quest'euro pare la leva per ampliarli. Però ora dov'è "la preponderante influenza politica della classe dei debitori"?

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  70. C'è una cosa che non capisco dell'articolo.. in sostanza credo si possa riassumere sostenendo che prima del monetarismo di Friedman la banca centrale non faceva altro che impostare il tasso d'interesse, mentre col monetarismo si comincia a sostenere che la moneta sia esogena e che quindi la banca centrale possa controllarne l'offerta generale di moneta agendo sui vari gradi di libertà a disposizione quali: variazione base monetaria ( tramite operazioni sul mercato aperto), variando il coefficiente di riserva.. in questo modo, secondo lui, variando l'offerta di moneta si poteva agire sul reddito..
    Quello che non capisco è se nel monetarismo di Friedman consideri o meno tra le altre variabili ANCHE l'azione sul tasso d'interesse..
    Sopratutto, vorrei capire se oggi le principali banche centrali ( in primis FED e BCE) stanno usando appieno il modello monetarista..

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  71. @CorrettoreDiBozzi
    nel mio copia incolla c'è scritto che Friedman trovò una relazione tra offerta di moneta e reddito.
    e parla pure della crisi del 1929 come crisi di liquidità.
    inoltre, pensava che il tasso di interessi naturale del sistema non poteva essere influenzato dalle politiche monetarie se non nel breve periodo (quindi questo aspetto è "esterno" a chi voglia controllare).
    non rimaneva allora che far crescere con "calma" e senza scossoni l'economia controllandone l'offerta (visto la relazione con il PIL).

    PS: penso che gli stessi che seguono l'MMT se la presero con l'offerta di moneta perché questa cresceva con il debito pubblico... ahahahahahahhahahahahahahaha

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  72. Gentile Professore,
    la inviterei a citare anche gli scritti di Hyman Minsky, un economista troppo spesso fuori dal mainstream, in merito alla formazione endogena della moneta. Egli critica la teoria tradizionale della distribuzione del reddito di matrice marginalista ed assume che l’offerta di moneta è endogena,come anche il tasso di interesse è, almeno parzialmente, endogeno).
    Il capitalismo non è semplicemente un processo di produzione di merci a mezzo di merci (teorie del sovrappiù); né un meccanismo impersonale e sincronico di organizzazione degli scambi sui mercati (teoria neoclassica); esso è piuttosto un processo di generazione di (più) moneta a mezzo di moneta. La moneta (credito) è un mezzo di finanziamento (finance), oltre che un mezzo di scambio o una
    riserva di valore. L’accesso al finanziamento (bancario) dipende dai margini di sicurezza dell’unità (ossia dalle quasi rendite attese, dai margini di liquidità, ecc.).
    Il potenziale di credito delle banche non è fissato dalla base monetaria. L’offerta di moneta (in senso lato) è funzione dell’interazione di imprese, banche, salariati e mercati finanziari. La moneta ha natura strettamente endogena: è un tipo di “obbligazione” che compare sul mercato mano a mano che
    vengono finanziati gli investimenti o la produzione corrente.
    Allorché la domanda di moneta preme sull’offerta, non solo aumenta la velocità di circolazione della moneta, ma si moltiplicano le innovazioni finanziarie (quasi-moneta).
    L’offerta di moneta dipende dalla domanda, ma non è illimitata. Essa è funzione diretta e crescente del tasso di interesse, ma si sposta a destra quando la congiuntura o le autorità inducono banche e intermediari a creare nuovi strumenti (l’offerta di moneta diviene temporaneamente infinitamente elastica).
    Così se la Banca Centrale, nel corso di una fase di boom economico, adotta una politica monetaria restrittiva (aumento dei tassi), le banche (che vedono aumentare il costo-opportunità delle riserve) e gli altri intermediari finanziari creano nuovi strumenti finanziari (meno liquidi e più onerosi). È questa
    emissione di quasi-moneta che fa sì che nelle fasi di boom la quantità di moneta in circolazione lieviti.
    La definizione stessa di ciò che viene considerato moneta varia nel corso del ciclo economico e dipende dalla convalida delle autorità monetarie. Queste ultime possono ripristinare un controllo sugli aggregati monetari solo in prossimità del punto di svolta superiore (e quindi col rischio di scatenare
    una crisi).
    Penso che a questo punto concordiamo che l'Euro sia stato un fallimento della democrazia e che siamo a richio bolla sul debito.

    Saluti

    Evandro Menna

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    1. Scusi, sa, io a questo punto secondo lei dovrei ringraziarla per aver colmato una lacuna nella mia cultura, invece la esorterei a colmare una lacuna nella sua e a leggere quello che scrivo (partendo dalle istruzioni per l'uso), così capirà quanto il pensiero di Minsky sia centrale nella riflessione che faccio sulla crisi. Provi, magari le interessa!

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  73. Finito di leggere e - nell'improbabile caso abbia capito - auspico una seconda parte.
    Solo una precisazione da maestra piddina, che non investe né l'autore, né l'obiettivo dell'articolo.

    In Gran Bretagna, quando Mrs Thatcher salì al potere nel maggio 1979, il governo proclamò ufficialmente l’adozione formale del “credo monetarista” quasi con la stessa solennità con cui l’imperatore Costantino abbracciò il Cristianesimo come religione di Stato.

    Kaldor, almeno su questo si sbaglia: non solo il cristianesimo non divenne formalmente religione ufficiale dell'impero (lo divenne nel 380 con Teodosio), ma dalle fonti pare che Costantino, se mai si convertì realmente, lo fece solo in punto di morte.

    Fatto che evidenzia un paradosso: il primo concilio ecumenico della cristianità venne presieduto (e diretto) dalla massima autorità religiosa del paganesimo (rimase per tutta la vita pontefice massimo).

    Sul giochino dell'hoc signo, consiglio la mostra che si tiene in questi giorni a Milano, per capire la genialata, manco avesse avuto photoshop...

    Schneider (mithraico)

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