lunedì 22 ottobre 2012

Costi della politica (QED)

Vi ricordate di quel tipo strano che a giugno diceva che il vero costo della politica non è la corruzione, non sono gli stipendi dei parlamentari, ma sono le decisioni sbagliate? E insisteva (porello) dicendo che era interesse di certi gruppi di potere delegittimare lo Stato, per screditare in anticipo chi indicasse in un ridimensionamento e una regolamentazione del settore privato l'unica ovvia strada per tirarci fuori dai guai nei quali ci ha messo la finanza privata? E che da questo derivava la campagna a base di criccacastacoruzzionedebbito dalla quale siamo rintronati ad opera dei giornali pagati dalle banche?

Perché a voi, per esempio, che non siete complottisti, non saranno pizzicati i "sensi di ragno" quando a marzo Padoan fece la sua audizione. Ma a me invece pizzicavano, e qualcosa avevo cercato di dire. La letteratura scientifica sulla corruzione è così complessa. Come si fa a trarne conclusioni così semplici?

Vedete come la prendono sempre bella larga, partendo accuratamente sub limine? Solo dopo si capisce dove vogliono andare a parare. Ed è per questo che le parole sulla democrazia di Chicco Testa all'Ultima Parola sono particolarmente inquietanti (qui nella sintesi di byoblu).

Prima la buttano là, per vedere se la gente se ne accorge (e don Gallo se n'è accorto). Poi la ripetono, per vedere se la gente si abitua. Se si comincia così, cosa si dirà fra sei mesi? Perché quando vi avranno convinto dei costi della politica malata (che ci sono, vedi sotto), poi, non dubitate, passeranno a convincervi dei costi di quella sana: la democrazia costa troppo.

Non è mica una novità: è un dibattito che esiste da sempre. Guardatevi qui le preoccupazioni della Trilateral, condivise dall'OCSE (tanto per cambiare): la democrazia porta inflazione. Non è una grande sorpresa per noi: sappiamo bene che con la scusa di toglierci inflazione, ci hanno tolto democrazia. E d'altra parte, chi era a Pescara il 21 settembre ha sentito un relatore dire che in fondo non possiamo aspettarci che la democrazia oggi sia come quella degli anni '70.

Eh già: non ci son più le mezze stagioni, e anche la democrazia non è più quella di una volta...

Comunque, buone notizie: non siamo più soli!

Byoblu fa una cosa tanto semplice quanto efficace: andatevela a vedere. Così si capisce subito cosa voleva dire quel porello che a giugno parlava dei costi delle decisioni sbagliate (e a marzo diceva che la corruzione è sì un problema, ma...). Certo che la politica costa: nel grafico si vede... ma con la lente d'ingrandimento!





(mi state tutti chiedendo sangue, e sangue avrete. Però se non volete vedere il mio, aspettate un attimo. Il mio coautore francese mi ammazza se non gli rispondo. Devo anche darvi precisazioni su Pescara. Prometto che lo faccio in settimana. Non è stata una passeggiata...)

31 commenti:

  1. Lezione all'università dove un prof. Avv. Esperto in diritto portuale ci spiega l'euro, ci dice che la moneta crea inflazione, che l'alternativa all'euro è la carestia, e che il grosso problema dell'UME è che gli stati non hanno tutti il medesimo debito pubblico. E questo era solo il lato economico della spiegazione. Voglio vedere il sangue.

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  2. E' la storia della pagliuzza e del trave, e i conti sono facili da fare. D'altra parte è purtroppo vero che quando in un bilancio regionale i fondi ai gruppi consiliari eccedono quelli del diritto allo studio, nel momento in cui i secondi vengono tagliati mentre l'uso che e' stato fatto dei primi finisce sulle prime pagine, il gioco è fin troppo facile...
    Ma i costi della (cattiva) politica, oltre a quelli enormi denunciati da byoblu, sono anche altri, e immediati: degli esodati si parla ancora (poco) ma chi ha parlato dell'ondata di licenziamenti provocata dalla legge sul principio attivo nelle ricette del medico? Uno dei maggiori gruppi farmaceutici italiani ha di fresco annunciato mille esuberi, ed altri (forse messi peggio o già in crisi-ristrutturazione-cos'altro) seguiranno...
    In ogni caso, parlando di corruzione, gli stracitati 60 miliardi annui di costi connessi (ormai sulla bocca di tutti) la Corte dei Conti come li ha computati? Non credo che la questione sia marginale... Insomma, mi piacerebbe sapere come saltano fuori alla fonte (CDC), anche se la ricostruzione di Quattrogatti
    mi sembra molto plausibile...

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  3. Per una volta, forse, il FQ dipana un dubbio...

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    1. "Nel 2004 la Banca Mondiale ha pubblicato un rapporto sui costi economici della corruzione nel mondo. L’analisi ha stimato che il valore delle tangenti pagate ammontava a 1 trilione di dollari, il 3% del Pil mondiale all’epoca. Tanto è bastato a qualcuno per immaginare un’analogia: se è il 3% del Pil del mondo, sarà anche 3% del Pil italiano: per l’appunto circa 60 miliardi. La stima è poi stata pubblicizzata come il costo totale (quindi non solo delle tangenti) della corruzione italiana.
      La cifra non è esatta per due motivi. In primo luogo, è ingenuo pensare che il tasso dei costi di corruzione rispetto al Pil non vari da paese a paese. In secondo luogo, 60 miliardi di euro sembrano essere troppi anche per l’Italia, se paragonati alle cifre dell’UE. La Corte Europea stima che i danni causati dalla corruzione raggiungono i 120 miliardi per l’intera Unione. Siamo un paese corrotto, ma probabilmente non abbastanza da contribuire a metà dei costi.". Questo il succo dell'articolo presente oggi nei blog del FQ...

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  4. Ma non c'è dubbio che le decisioni sbagliate a livello statale costano di più della politica, ma se le due cose si sommano è ancora peggio.

    I costi della politica sono legati a un senso più politico che economico è una questione di cattiva amministrazione delle risorse. A livello macroeconomico sono indifferenti Fiorito con i super stipendi ci comprava le auto,le case e le ostriche, insomma spendeva e creava reddito.

    Ma è un problema di qualità della Democrazia e di giustizia sociale se i soldi di quelli come Fiorito sono sottratti agli asili o alla ricerca.

    Per quanto riguarda Chicco Testa e Boldrin come scritto nel post precedente hanno fatto una figura di cacca,Boldrin non sapeva più cosa dire e Chicco Testa vuole la democrazia delle elitte per ovvi motivi il suo curricula parla chiaro.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Chicco_Testa

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  5. Scusate l'OT sfogatorio:

    vedere Boldrin a Omnibus mentre facevo colazione mi ha rovinato la giornata !

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    1. Sei scusato. Io però eviterei di criticare troppo certi personaggi. Si finisce semplicemente per legittimarli. Lo adotterei come principio metodologico. Ma so bene che sono il primo a non farcela...

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    2. ...peccato...a me ha fatto l'effetto der caffè e sigaretta e a giornata è diventata na favola ;-)

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Un'osservazione e un link:

    1) Nel confrontare i costi della corruzione in Italia e negli altri paesi, si dovrebbe prendere in considerazione il dato percentuale sul pil, non quello assoluto; come pure il differenziale rispetto ai paesi nostri concorrenti. Solo la differenza sarebbe un costo in termini di mancata crescita.

    2) Il FQ in un articolo nel quale si quantifica il costo della corruzione in Germania.

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    1. (1) Giusto, ma l'operazione che fa byoblu è diversa.
      (2) Anche questo, se uno si informa, non è una novità. Strano che venga fatto notare in Italia. Buon segno?

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    2. Il commento di un utente all'articolo del FQ: "Probabilmente è l'alto tasso di immigrati italiani.. sopratutto della 'ndrangheta ad aver fatto crescere la voce corruzione in deutchland.
      Si sa, la corruzione è in cima ai prodotti made in Italy, e gode ancora di una buona esportazione"

      Figuriamoci, non potrebbe mai essere colpa di un tedesco...

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    3. Sì, la Siemens e la VolksWagen, per non parlare della Thyssen-Krupp, sono guidate da italiani...

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    4. Uno dei begli effetti di UE e UME è di aver reso "presentabile" e quasi ovvio il razzismo, da osceno qual era fino a pochi anni fa.

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  7. A parte che il modo in cui hanno aggredito verbalmente Don Gallo ancora grida vendetta... Come si possono commentare, due, che hanno dato del demagogo e del populista a quel brav'uomo snocciolando slogan , loro sì, populisti, tutti castadebbitopubblicocorruzione? Sembravano Totò e Peppino, una scena penosa. Ecco l'ho detto, e pensare che non volevo fare commenti "cattivi", ho iniziato un percorso Zen, e non dovrei interromperlo: però hanno cominciato loro, la guerra.

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  8. A occhio direi che solo una parte della corruzione ha effettivamente un costo in termini di "mancata crescita": quella parte che finisce nelle tasche di soggetti che esportano il denaro. La corruzione a livello meno elevato invece mi aspetto che provochi solo una diversa redistribuzione della ricchezza interna della nazione, magari ingiusta ma senza influire sulla crescita.

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    1. Secondo me questa "ingiusta distribuzione della ricchezza" ha un enorme costo in termini di mancata crescita. Sia nel pubblico che nel privato si determina una sorta di selezione avversa dei soggetti che operano, un circolo vizioso dai costi molteplici.

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    2. Ok, ci sono distribuzioni di ricchezza che generano più crescita di altre, su questo non c'è dubbio, e la corruzione "ufficiale" contribuisce a distribuire male rispetto a questo obiettivo e su questo ancora non c'è dubbio... ma *quanto* male? Non è mica l'unico fattore che spinge nella direzione sbagliata: c'è la corruzione "legale" (lo scambio di favori e servizi che rientra nella legalità) e ci sono le politiche fiscali. Bisogna confrontare l'incidenza di tutte queste cose per capire quanto pesa la corruzione. Davvero la corruzione distribuisce peggio le risorse di quanto farebbe una politica fiscale "di austerità" o una politica supply-side in un contesto in cui c'è una crisi di domanda?

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    3. Senza dubbio gli effetti che una cattiva allocazione della spesa pubblica (corruzione) determina sull'economia in generale ci sono: la presenza di asili nido comunali accessibili a tutti potrebbero, ad esempio, avere un effetto positivo sul tasso di occupazione delle donne, così come investimenti per ammodernare le infrastrutture e le reti, per potenziare il trasporto pubblico, la ricerca di base (eccetera eccetera) potrebbero migliorare la produttività generale del sistema. Tutto questo è giusto e condivisibile, ma il succo del discorso goofynomico è che 40 anni di politiche economiche totalmente sbagliate hanno avuto un impatto di gran lunga maggiore, sia sulla distribuzione del reddito che sulla qualità e produttività della spesa pubblica, oltre che ovviamente sulla performance dell'economia nel suo complesso. Potrebbero essere proprio queste politiche macroeconomiche, nello specifico il mutamento profondo del ruolo dello stato nell'economia determinato dalla controrivoluzione conservatrice negli ultimi decenni, fra le cause di tutti quei fenomeni che vengono raccolti sotto l'etichetta castacoruzzione?

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  9. E' conclamato che cercano di indurre queste relazioni: i politici sono corrotti ed incapaci quindi servono i tecnici; se servono i tecnici allora e' inutile fare le elezioni (Monti non e' stato eletto dal popolo, ma si e' fatto eleggere senatore a vita; non era lui che diceva che il posto di lavoro fisso e' noioso?)

    E ancora: la cosa pubblica e' gestita male e fonte di sprechi, quindi privatizziamo tutto; un buon compratore teutonico si trova sempre

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  10. Il grafico mostrato da byoblu parla chiaro, ed un'immagine vale più di mille parole. Mi permetto di dare un modesto contributo facendo notare che:

    a) innanzitutto, i nostri democratici informatori ed i nostri democratici e dotti "tecnici" sembrano aver dimenticato una cosa: la democrazia, prima di essere un costo, è un principio. E come principio abbisogna di essere difeso. Qui risiede la ratio di norme e leggi come il finanziamento pubblico ai partiti (che garantiscono alle formazioni politiche l'autosufficienza economica anche se non sorrette da gruppi finanziari), e l'autodichia delle camere. Qui risiede la ratio,tanto per dirne un'altra, dell'evitare, ad esempio, ogni forma di election day, che costerà meno, ma consegna ad un'unica monolitica maggioranza, in un unico turno, tutto il potere, sia centrale che periferico, con buona pace del principio del "balance of powers".

    b) sulla base di quanto precede, appare chiaro lo scopo, dichiaratamente antidemocratico,di assoggettare a controllo i bilanci dei partiti, così come pretendere di disciplinarne l'organizzazione interna.

    c) il fatto che gli episodi di corruzione ci siano e siano noti, è segno (e questo non lo dice nessuno), di una società civile e di una magistratura operanti, e quindi è un buon segno. Fosse stata, l'Italia,il paese dei corrotti e del malaffare, saremmo ancora ai tempi dei "porti delle nebbie" che andavano tanto di moda 30 anni fa. Questo i media non lo dicono, anzi, strumetalizzano i casi di corruzione per sottolineare l'inutilità delle istituzioni democratiche.

    d) il "taglio dei costi" non è una soluzione e non può esserlo per il semplice fatto che se paghi uno la metà costui accetterà più di buon grado la mazzetta. Dove c'è povertà c'è più crimine, è un dato di fatto. Se la morale del "taglio dei costi" funzionasse, e la povertà diffusa fosse la base dell'onestà, a Scampia non ci dovrebbe essere la camorra! Quindi, chi parla di tagli dei costi della politica usa ipocritamente la corruzione di alcuni per predicare una morale falsa ed ipocrita a vantaggio di altri.

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  11. dal lavoro che ha linkato: "As far as the latter causal link is concerned,
    there is little or no correlation between the acceleration of inflation and the devaluation, as pointed out by the economist Alberto Bagnai."

    forse certe cose c'era bisogno di dirle, visto il seguito che sta avendo non dovevano essere poi così scontate! :)

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  12. Sto guardando “L'Infedele”.
    Embè? È presto detto: la settimana scorsa, ospiti de “L'Infedele”, questi due qui:

    Daniele Bellotti (assessore lombardo al Territorio e all’Urbanistica, Lega nord) e Paolo Valentini Puccitelli (capogruppo Pdl nel Consiglio regionale lombardo)

    «avevano garantito di dimettersi prima del 21 ottobre, termine minimo per percepire il vitalizio: invece i consiglieri regionali della Lombardia restano ancora in sella e a maggioranza voteranno probabilmente una giunta Formigoni bis sempre fondata sull’alleanza litigiosa fra Pdl e Lega Nord [...]».
    I due avevano annunciato le dimissioni dei consiglieri in risposta all'ondata di scandali che ha travolto Formigoni.
    C'era, però, un piccolo particolare: «il 21 ottobre nel calendario dei privilegi della politica locale cadeva il termine di metà mandato superato il quale, secondo la legge regionale (n°12 /1995), avrebbero diritto a percepire il vitalizio all'età di 60 anni, a condizione di versare i contributi restanti per almeno altri due anni e mezzo».

    Mia moglie ed io ci siamo guardati e abbiamo preconizzato all'unisono che “col ciufolo che questi si dimettono prima di maturare il diritto al vitalizio”.
    E infatti...

    Siccome questo è un sito frequentato da persone raziocinanti, ho pensato di segnalare all'attenzione dei lettori i nomi dei due soggetti succitati. Così, se li vedete che tentano di farsi rieleggere, sapete con chi avete a che fare.

    Nota di colore. In studio c'è anche Giannino, Oscar. Indossa una giacca fatta con una stoffa con cui di solito si fanno i cappotti per i cani e le foderine per la Panda. Impagabile. È arrivato in studio reduce da un comizio che aveva raccolto, udite udite, 2000 persone. Dopo che è andato in onda un servizio sul comizio di Grillo in Sicilia, che ha radunato almeno il quadruplo di partecipanti, Giannino si è fatto pensoso.

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    1. Se Giannino si vestisse come un comune mortale farebbe una presenza ai suoi comizi, la sua.

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  13. A proposito di "castacoruzzzioneecc.ecc.", mi viene da pensare alla recente vicenda, tra le tante, del Monte dei Paschi. Mentre il circo mediatico si accaniva sul corrotto er Batman, la vergogna nazionale, che a quanto pare si è imbertato un milioncino di euri, il governo del Salvatore Nazionale ha prelevato due miliardozzi di eurini dalle nostre tasche di contribuenti per darli al MPS comprando un pari equivalente di obbligazioni spazzatura, emesse alla bisogna dalla banca, per ricapitalizzare una banca decotta, tecnicamente fallita, a causa di quell'operazione moooolto strana dell'acquisto di Antonveneta dal Banco Santander nel 2008 a dieci miliardi, quando Santander l'aveva comprata quattro mesi prima a sei vigola sei miliardi di euri e quando il suo valore di mercato era di tre.
    Allora facciamo due conti della serva: quanti er Batman ci vogliono per eguagliare i due miliardozzi graziosamente elargiti dall'Algido in una botta sola al MPS (senza considare poi che il governo si è impegnato a sottoscrivere l'acquisto di "altri strumenti finanziari" per uno virgola nove miliardi)? Duemila, a quanto pare. E se per stimmatigzarne uno l'indignato circo mediatico ha consumato vagonate di carta, per stigmatizzarne duemila (ammesso che si trovino) dovrà abbattere l'intera foresta amazzonica. No, meglio salvare la foresta amazzonica e stigmatizzare questo tipo di "vergogne". Magari gli alberi ringrazierebbero anche

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    1. Santander si è tenuta Interbanca, la banca corporate vero fiore all'occhiello di Antonveneta. Ad occhio e croce, quindi, Santander ha acquisti Antonveneta ad un prezzo molto vicino a quello di mercato. Mps ha preso Antonveneta SENZA Interbanca. Il valore era di circa 2,5 miliardi. Dagospia riporta indiscrezioni secondo le quali ci sarebbero state tangenti per 1,5 miliardi. In un paese "normale" (come direbbe D'Alema) sarebbe attentamente valutato anche il comportamento tenuto all'epoca da Bankitalia, presieduta da Mario Draghi.

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  14. Via youtube ho dato un'occhiata alla trasmissione di Paragone, quella in cui Boldrin ha fatto sfoggio di una incommensurabile cafonaggine, e Chicco Testa di una sorprendente disaffezione per la democrazia. Con tono perentorio, e sfidando il senso del ridicolo, Boldrin ha invitato Nino Galloni a studiare. Finge di non sapere a quale branca di liberismo appartenga, mentre tutti sanno che è un estimatore dei Chicago boys di Milton Friedman. Quelli che avallarono e festeggiarono i golpe in Cile e Argentina, per capirci. Comunque, se fossi in Boldrin, andrei cauto ad assumere certi atteggiamenti di saccente arroganza. Perché tra la popolazione monta il malcontento, e tra non molto i fanfaroni alla Boldrin avranno difficoltà a muoversi liberamente tra di essa.
    Da un paio d'anni mi aspetto che una sera, nel corso di questi talk show, il pubblico in sala si alzi compatto per prendere a ceffoni i cioccolatai del calibro di Boldrin e Chicco Testa. Secondo me, non tardiamo molto. E quando ciò accadrà potremo parlare di punto di svolta nella politica italiana.

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  15. Egregio Professore,

    seguo ormai da un bel po’ di tempo il blog anche se non ho mai partecipato attivamente alle discussioni. “Galeotto” fu il filmato del suo intervento tenuto a Chianciano Terme dal titolo "Euro: uscirne è di destra? Perché, entrarci è stato di sinistra?". Considerando l’effetto che ha avuto su di me (devo infatti ammettere che prima di ascoltare il suo intervento, percepivo l’adesione all’Euro come una specie di protezione verso l’esterno ed il primo passo verso una felice unione federale) consiglierei di inserire questo intervento nel vademecum “Initium sapientiae est timor mei"; .
    Se mi permette, vorrei introdurre alcune riflessioni di carattere personale e, possibilmente, avere una sua opinione. E’ sicuramente vero che la corruzione è il male minore rispetto alle scelte politiche sbagliate ma ritengo che questi aspetti rappresentino due facce della stessa moneta. Mi spiego meglio: l’assenza di un codice etico e morale ha, da una parte, favorito l’ascesa di veri e propri “ladri di polli” (una buona parte della classe politica) e, nello stesso tempo, ci ha messo nelle mani di soggetti che hanno la colpa (ben più grave) di rubare il nostro futuro, guidandoci verso scelte sbagliate. In questo caso, la casta non andrebbe identificata con la classe politica (considero i politici come dei servi privilegiati in parte complici ed in parte inconsapevoli della truffa dell’€) bensì con un gruppo di potere economico-finanziario che ha trovato un terreno fertile per imporre i propri interessi. Un discorso del tutto simile può essere ipotizzato per un’altra “moneta” (la democrazia) ovvero: da una parte, il controllo dell’informazione e dei mass media ha favorito l’omologazione della classe dirigente (il partito unico dell’€), dall’altra, il diffondersi del “luogocomunismo” ha reso particolarmente difficile l’emersione di elementi validi per una corretta valutazione delle scelte.
    Mi chiedevo (anzi lo chiederei a Lei) se l’idea di verificare empiricamente la relazione tra democrazia, scelte corrette e crescita economica, almeno sotto certe condizioni (escludendo economie socialiste ed in via di sviluppo) e utilizzando come proxy per la democrazia un’equa distribuzione del reddito potesse avere un senso. Sono a conoscenza dell’esistenza di alcuni lavori accademici a riguardo ma mi risulta che le conclusioni non siano statisticamente significative.
    Lungi da me il voler proporre un nuovo luogocomunismo positivo “eticademocrazzzziasviluppoeconomicooooo” ;-)))

    Ringrazio&saluto,

    Massimo

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  16. Non so come sia stata calcolata la stima sul peso della corruzione, però molti lo spacciano come un dato della Corte dei Conti.
    In realtà credo non sia vero. La CdC prende semplicemente atto di una relazione pubblicata dal SAeT del Dipartimento della Funzione Pubblica, come specificato in questo articolo Il costo della corruzione in Italia: 60 miliardi di euro all'anno in cui vengono riportate alcune dichiarazioni del Procuratore M.T. Arganelli.
    Non mi è chiaro perché la dottoressa nel commentare il dato specifichi che 60 mld rappresentano il 50% della stima di un rapporto della Commissione Europea sull'UE-27 e sottolinei che di questo malloppo le forze dell'ordine sono riuscite a recuperare appena 75 mln nel 2011. Ma tant'è.
    A quanto pare, nel 2012, questo recupero dovrebbe alzarsi. "Ma quanto costano le ostriche a Roma, ahò?!"

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  17. Però il grafico dovrebbe essere di un certo Walter Impellizzeri che l'ha messo su facebook il 12 ottobre :)

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  18. Ho inviato il seguente messaggio tramite il sito del Quirinale (messaggio andato a buon fine, ho le ricevute); credo che di fronte a questo massacro economico e sociale sia obbligatorio lasciare almeno una testimonianza.

    Egregio Presidente Napolitano,
    lei è stato il principale regista dell'operazione Monti e sebbene in questo cambio di governo la forma è stata rispettata, la sostanza dei principi costituzionali è stata a mio avviso calpestata e tradita soprattutto grazie alla sua sciagurata volontà (basta guardare i disastrosi risultati in campo economico del governo tecnico per confermare che la sua scelta è stata una sciagura per il popolo italiano).

    Credo che lei sia il peggior Presidente della storia repubblicana e non manca di confermare questa mia convinzione ogni giorno che passa. Lei ha svenduto e sta svendendo la nostra sovranità statuale attraverso la sua indebita pressione a mezzo stampa, e non solo immagino, nei confronti dei cittadini, dei partiti e del Parlamento sovrano. Chi le da questo diritto? Dove trova legittimazione nella nostra Carta Fondamentale la sua continua richiesta di cedere sovranità all'Europa? Mi indichi l'articolo che le conferisce questo potere.

    La sovranità appartiene al popolo, non a lei Presidente e le cessioni di questa sovranità, come recita il secondo comma dell'art. 11 devono avvenire in condizioni di parità con gli altri Stati. Le sembra che questa condizione sia stata fino ad ora rispettata nel processo di integrazione europea? A fronte di quale contropartita per i cittadini Italiani dovremmo cedere la nostra sovranità e a chi soprattutto dovremmo cederla? Ad una commissione europea non eletta da nessun cittadino europeo, ma nominato dai vari governi, alla BCE, che con la sua ideologia monetarista sta distruggendo la vita di milioni di cittadini europei, alla Germania che ci sta annettendo attraverso una politica mercantilista di aggressione grazie all'introduzione della moneta unica che ha avvantaggiato solo gli stati forti del nord Europa? A chi? Mi dica presidente Napolitano, a chi?

    Se lei crede veramente nella democrazia perché non manda un messaggio alle Camere (questo potere sì conferitole dalla Costituzione) dove chiede l'apertura di un dibattito serio su questi temi?

    Infine può cortesemente indicarmi gli articoli della Costituzione dove le sarebbe riservato il potere di dare al Governo (addirittura in via preventiva al prossimo governo) e al Parlamento indirizzi di politica economica e fiscale? http://www.repubblica.it/politica/2012/10/23/news/napolitano_difende_monti-45142956/?ref=HREA-1

    Lei ha quasi 90 anni Presidente, qualsiasi siano le motivazioni di questo suo atteggiamento antidemocratico nei confronti del popolo italiano, compreso pressioni internazionali cui mi rendo conto siamo inevitabilmente soggetti (essendo una nazione uscita sconfitta dalla II guerra mondiale), abbia uno scatto di orgoglio e riconsegni la dignità democratica a questa povera ma stupenda ITALIA.

    Cordiali saluti

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