venerdì 26 agosto 2016

La legge della conservazione della notizzia (sic)

IL #MACHEDDAVERO DI QUALCUNO È SEMPRE IL #QED DI QUALCUN ALTRO



Come avrete visto, il Fatto Quotidiano dà notizia (in effetti, la notizia è uscita ieri sul cartaceo, ma mi è stata segnalata questa mattina da lettori dell'edizione online: tanto per ribadire che purtroppo i giornali "di carta" ormai li leggono giornalisti e politici) del fatto piuttosto ovvio che ci eravamo permessi di anticipare due giorni or sono, e che ieri aveva ricevuto autorevole conferma.

Traiamo da ciò un insegnamento, e un ammonimento.

L'insegnamento è il solito: basta un ripasso. L'intellettuale sa, perché osserva la struttura. La cronaca, poi, rampolla come foglia dal tronco della struttura. Se il tronco è di rovere, non darà foglie di banano. Punto.

(...lo si ricorda a beneficio degli uomini piccini, dei Serendippi e dei Pietri Yanez, cui occorrerà prima o poi rassegnarsi al fatto che il reale è razionale: se nessuno vi si fila è perché non ve lo meritate, dal momento che il vostro acrimonioso soffermarvi su dettagli irrilevanti per accreditarvi come esperti di materie che non comprendete vi rende sommamente ininteressanti...)

L'ammonimento non riguarda i bravi giornalisti del Fatto, cui Zingy ha riconosciuto indipendenza di giudizio (merce così rara!) e onestà intellettuale, ma i loro simpatici colleghi: quelli che volevano convincerci che il cambio non contasse (e si vede!), o addirittura che le rivalutazioni del cambio fossero espansive (e si vede!), o che la Spagna fosse un miracolo dell'austerità: insomma, tutti quelli che, privi di competenze specifiche, hanno accreditato come fatti delle loro opinioni puramente ideologiche. Ora, gentili amici dei media, siete costretti a cambiare orientamento, perché, come vi avevo anticipato, lo ha cambiato chi remunera il vostro lavoro e quindi legittimamente detta la linea editoriale degli organi sui quali vi esprimete. Linea editoriale che, come avevo altresì anticipato, sarebbe cambiata quando l'euro, come doveva accadere, da strumento di compressione dei salari di tutti i lavoratori europei, sarebbe diventato strumento di compressione dei profitti dei capitalisti della periferia europea (sì, insomma, di quei quattro bancarottieri cui per vostra sfortuna avete affidato il vostro destino... e in questo vi sono solidale, sinceramente, come lo sono con ogni lavoratore, compresi quelli alla compressione dei cui diritti avete molto spesso vigliaccamente plaudito).

Era inevitabile che ciò accadesse, e avevamo anticipato che ciò sarebbe accaduto attraverso la crisi bancaria, della quale qui parliamo dal 2011, quando voi ci snobbavate un po', sicuri del fatto che a voi non sarebbe mai toccato...

Gentili amici: sarebbe stato meglio se aveste cercato di dare spazio a voci alternative, di non conculcare e insultare chi portava fatti e risultati scientifici nel dibattito. Ne avreste guadagnato in credibilità, e non ci avreste costretti a giungere ad una amara e insidiosa conclusione, quella che la qualità dell'informazione è il principale problema della democrazia in Italia. Conclusione non solo amara, ma anche paradossale, perché se chi porta nel dibattito opinioni le presenta come fatti (regolarmente falsi), diventa difficile resistere alla conclusione che per salvare la democrazia occorrerà disciplinarla.

Ma come disciplinare la democrazia preservandola?

I presidi, in realtà, ci sarebbero, ma sono assenti. Il più illustre assente, va da sé, è l'organo di autogoverno: l'Ordine dei giornalisti, che ha assistito impassibile a cinque (e più) anni di menzogne (qui un classico esempio), rifiutandosi di prendere atto del semplice e incontrovertibile dato che un fatto non è un'opinione. Se dici che i tassi "schizzarono" - cosa che ogni tanto accade - ma il dato storico è che i tassi scesero, stai mentendo (per motivi che lo studio di Zingy lascia intuire), e quindi non stai proprio tenendo un comportamento del tutto conforme a quell'etica professionale che l'Ordine dovrebbe tutelare, nell'interesse di tutti i suoi iscritti. Non possiamo tuttavia biasimarne l'inerzia, perché così si sono comportate anche agenzie "indipendenti" (quali l'AGCOM, come ricorderete), sulle quali incombeva un più penetrante obbligo di intervento.

Bene, cari amici.

Da oggi in poi (in realtà, da dicembre scorso) quasi tutto quello che scriverete è già stato scritto qui, cinque anni fa. Tutti i vostri editoriali non saranno altro che una penosa caduta dal proverbiale pero, una imbarazzante ostentazione di candore e sorpresa, col contorno di qualche "io l'avevo detto" tanto spericolato quanto goffo.

Insomma: ogni vostro #macchedavero sarà un nostro #qed. È la legge della conservazione della notizzia. Perché le vostre sono notizzie. Per le notizie i lettori da tempo vengono qui, e il merito è vostro (e di questo vi ringrazio).

L'ammonimento, quindi, è più che altro un suggerimento: alla luce del fatto che il regime sta cambiando, fate almeno finta di essere intellettualmente onesti. Smettendo di alterare i fatti renderete un immenso servizio alla maturazione di una coscienza civile nel paese in un momento di grave tensione, dove i vostri messaggi populisti (l'euro come panacea, il mito irenico dell'Unione Europea) farebbero enormi danni. Non rischierete così di essere considerati come un ostacolo alla democrazia, ma anzi sarete, nei fatti, il principale motore del necessario rinnovamento della classe politica di questo paese. Negli ultimi decenni (che sarebbero quelle che voi chiamate decadi) avete più volte favorito il ricambio di questa classe politica con la storiella della corruzione, quella che si racconta in ogni rivoluzione colorata. Ma quanto è più rivoluzionaria (se pure meno colorata) la verità! Lo dice anche nostro Signore: la verità vi renderà liberi.

Ci siamo senz'altro capiti, e qualora non ci fossimo capiti, mi sembra evidente che alla legge della conservazione della notizzia non possa che applicarsi la prima legge della termodidattica: ci sono cose che se potessero essere capite non andrebbero spiegate.

Le vostre responsabilità sono oggettivamente enormi.

Pensateci.

Non è mai troppo tardi.

Buona fortuna.

95 commenti:

  1. Il bene dell'uomo non consiste nel vincere un altro uomo; è bene invece per l'uomo lasciarsi vincere volentieri dalla verità, poiché è un male per l'uomo essere vinto dalla verità suo malgrado. È infatti inevitabile ch'essa vinca, non solo chi la nega, ma anche chi la riconosce.

    Sant'Agostino

    http://www.augustinus.it/italiano/lettere/lettera_246_testo.htm

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  2. Ohhhh, che bel post (ma non avevamo dubbi)

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    1. Bellissimo, ma manca il link a questo (previsione delle crisi bancarie):
      http://goofynomics.blogspot.it/2011/11/la-risposta-giusta-alla-domanda.html

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    2. Tale uomo, tale pensiero, tale parola....in una parola (appunto) banale.... Per estendere un po' di più la mia censura... Un uomo che vorrebbe essere rivoluzionario oppositore del regime... che in realtà fa parte del regime e a sua insaputa lo dimostra ad "ogni piè battuto.... l'uomo è tutto qui .

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  3. Ecco, però, se dovete cambiare linea editoriale, Fate Prestooo. Non attendete due decadi, pardon, due decenni e oltre
    Ma, soprattutto, cercate di migliorare la vostra dialettica onde rispondere al meglio alle legittime richieste di spiegazioni in ordine al vostro prossimo, molto prossimo, revirement. Insomma, cercate di evitare il free climbing sugli specchi e/o le tardive e poco credibili aspersioni di cenere sul capo
    http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2016-08-25/da-brexit-migranti-perche-economisti-sono-sempre-piu-impopolari-211140.shtml?uuid=ADU9U89

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  4. Sono enormi anche perchè non capiscono che stanno autodistruggendosi, perchè sono tempi dove la verità emerge in modo evidente e crudele; le balle non interessano più ed i professionisti delle balle perderanno i loro organi di fabbrica del falso. E nemmeno sarà possibile tenerli in piedi con il sostegno pubblico!

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  5. La verità è come la merda, viene sempre a galla.

    Ti lamenti tanto per non essere stato ascoltato, ma ti è andata bene! In passato, per gridare la verità, si rischiava ben di più.

    Resta da chiedersi come siamo arrivati a questo. Non mi sento di dare tutta la colpa alla Elite, ai poteri forti. Secondo me i giornalisti sono semplicemente il megafono del sistema, di cui tutti noi siamo parte attiva. Ci hanno detto quello che noi volevamo ci fosse detto per non mettere in discussione le regole del gioco, che è anche il nostro gioco. So che non la vedi così, ma ti invito a guardare questo video, basato su questo studio.

    Il passaggio principale è secondo me a 12:05. L'accentramento del potere, con il conseguente inevitabile controllo dell'informazione, non avviene SUL sistema ma NEL sistema.

    Da notare che l'autore conclude con un personale "dobbiamo abbandonare i dogmi". Grazie per averci aiutato a metterli in discussione.

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    1. Mi permetto di farti notate che di come la veda io tu non hai capito proprio nulla, forse perché avevi un'altra priorità: dirci come la vedi tu.

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    2. Che avessi urgenza di dire la mia è ovvio, vale per qualsiasi post scritto non in forma di domanda.

      Ma ho capito anche quello che vuoi dire tu, e lo condivido al 99%. Il mio commento è semplicemente un invito a cercare di invertire la causa con l'effetto, o almeno di ammettere che potrebbero essere invertite.

      Frasi come:
      "la qualità dell'informazione è il principale problema della democrazia in Italia"

      "Smettendo di alterare i fatti renderete un immenso servizio alla maturazione di una coscienza civile"

      potrebbero benissimo essere lette come

      "la qualità della democrazia è il principale problema dell'informazione in Italia"

      "La maturazione di una coscienza civile farà smettere di alterare i fatti"

      Dici che era inevitabile che la linea editoriale sarebbe cambiata. Certo! Ma secondo me era anche inevitabile che la linea editoriale sarebbe rimasta tal quale fino a questo punto. E in questa inevitabilità la colpa non può essere solo del giornalista, ma anche di chi legge.

      Non è solo il giornalista che deve (fare finta di?) essere intellettualmente onesto, ma anche il lettore lo deve essere. Senza l'onestà del primo, non ci può essere quella del secondo, e viceversa. Quando uno scrive, di solito è perchè c'è qualcuno che vuole leggere (e viceversa!).

      @Alberto49
      In relatà sesapeva e sevedeva anche prima di Galileo. Era semplicemente che nessuno voleva vederlo. Ma è Galileo che ha inventato il metodo scientifico, o è il metodo scientifico che ha inventato Galileo?

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    3. @dargen
      Dalbassismo? O ho capito male? Qualità della democrazia e coscienza civile sono emergenze spontanee? Penso che sia questo il punto.

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    4. Onestamente a me sembra che la stai buttado in caciara,utilizando un relativismo spicciolo per insinuare che la colpa sia delle vittime.

      La responsabilità dei media è palese, e non parlo solo dei giornalisti ma di tutto ciò che circola in televisione su giornali e le riviste, forse ignori il ruolo che essi hanno svolto dal dopo guerra, nel plasamare la società e la cultura , spesso modellandoli secondo le ambizioni di controllo della potenza egemone.

      I giornalisti in special modo,hanno la colpa di aver abdicato al loro ruolo di difensori della verita,tradendo la loro etica professionale per codardia,avidità o ignavia poco importa.
      La prima linea ha disertato e trovo ridicolo cercare di difenderla, in special modo con tutte le morti che ciò ha causato.

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    5. @dargen
      Bellarmino lo vedo tutte le sante domeniche al Gesù, lui lo sapeva ma anche altri, ma il problema era esattamente quello di oggi, solo che oggi non è esattamente come ieri! Sarai d'accordo o pure tu vuoi rimettere la Terra al centro.

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    6. @dargen

      Quello che osservi tu è a mio avviso condivisibile, una questione - quella della responsabilità o addirittura della colpa - per nulla banale. Dire che le responsabilità sfumino è dire qualcosa che evidenzia una capacità di vedere oltre l'aspetto meramente esteriore della realtà. Però c'è un punto che vorrei considerare: se la Verità con la "V" maiuscola è proprio un altro paio di maniche, la verità con la "v" minuscola è comunque difficile da afferrare e benché meno da esporre (per limiti di spazio, tempo e convenienza). Quando, come Alberto attraverso un post, ne provo a riportare alcuni tratti, lo faccio sempre presentando un punto di vista o alcuni, comunque mai tutti. Il fatto che Alberto scriva della responsabilità di una parte del nostro sistema democratico, criticando una delle sue facce, non significa che non vagli altri punti di vista. Anzi, al contrario, il pregio di Alberto è proprio quello di aver dimostrato di possedere una spiccata abilità a considerare più risvolti e prospettive assieme, l'equilibrio che ne può derivare. È il senso di Goofynomics. E il non senso di certe - odierne - scelte politiche.

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    7. Complimenti Nicola, sintonia nei contenuti ed ammirazione per il modo in cui riesci ad esprimerli.

      La categoria antropologica del piddino è punto focale di questo poderoso sforzo intellettuale orientato a mettere la Storia sul binario dell' emancipazione umana. Un arduo ostacolo in questo è stato individuato appunto nell' orgoglio di quella classe media (istruita)che vede regredire invece la libertà e il benessere raggiunti a causa di ciò che sostengono e appoggiano.
      Credo tuttavia che l' orgoglio sarebbe potuto convivere con un informazione ed una formazione (penso a secondaria e università) meno banale e meno ideologicamente orientata. Qui però il conformismo intellettuale ci riporta al punto 1, all' orgoglio, al timore di non raggiungere ambite posizioni, inimicarsi un méntore ecc.
      Caro Alberto, non c' è nulla di più gratificante di esserti vicino in questo corpo a corpo con la verità, la schiavitù dell' orgoglio e una coscienza imbavagliata. Spesso sembra un' impresa titanica, ma a volte l' obiettivo che ti muove mi pare invece così umile... Ma quel binario è l' unico in grado di sciogliere i paradossi della nostra esistenza.

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    8. 1) Ho conosciuto diversi organizzatori delle sedi locali dei Ted talks, e posso assicurare che molti di essi non sono menti eccelse: perlopiù seguono il mainstream modaiolo, ovvero ciò che è considerato colto-innovativo-figo. E i relatori vengono scelti dagli organizzatori locali

      2) L'approccio da "complex system theory", se può essere piuttosto interessante nell'ambito epistemologico, è un comodo modo di buttarla in caciara per ciò che riguarda i fatti sociali. In essi, in realtà v'è sempre una regia -che può anche essere uno thought collective (concetto diverso da collective thought)- che guida o innesca moti o le razioni delle masse: dal genocidio dei tutsie al sogno europeo, al '68, ai rilessi condizionati neolibberisti "privato bello-pubblico brutto", "stato corotto", ecc.

      3) Per cominciare a capirne i meccanismi, bisogna andare alle bbasi teoretiche, che per la modernità sono "Propaganda" del nipotino di Siegmund Freud e "Public opinion" di Walter Lippman (sì, proprio colui al quale fu intitolato il convegno dove Rüstow coniò il termine "neoliberalismo"). Poi, almeno una letturina veloce a Jacques Ellul ("Propaganda") e ai vari scritti di Costanzo Preve (il clero secolare universitario e della stampa) andrebbe data.

      4) Se poi si vuole andare un po' oltre, non possiamo dimenticare l'ermeneutica archetipica (Jung,Von Franz, Neumann, Hillman), la mitografia eliadiana e i grandi classici: "Lao Tzu", l'"Arthasastra", l'"Han Fei Tzu", ma anche "Il Principe" e, financo, "Il Cortigiano".

      5) L'apologia del relativismo culturale non era solo tipica dei sessantottini, ma anche degli scritti epistemologici di von Hayek, nonché di quella solenne fesseria del di lui amico, ovvero "La società aperta e i suoi nemici" (da cui la Open Society dell'allievo di quest'ultimo). Da questo punto di vista Adorno e Horkeimer videro il sadismo come l'esito estremo della "Dialettica dell'illuminismo", e Leopardi scriveva:
      «È veramente compassionevole il vedere come quei legislatori francesi repubblicani, credevano di conservare, e assicurar la durata, e seguir l’andamento la natura e lo scopo della rivoluzione col ridur tutto alla pura ragione, e pretendere per la prima volta ab orbe condito di geometrizzare tutta la vita. Cosa non solamente lagrimevole in tutti i casi se riuscisse, e perciò stolta a desiderare, ma impossibile a riuscire anche in questi tempi matematici, perché dirittamente contraria alla natura dell’uomo e del mondo. […] E non vedevano che l’imperio della pura ragione è quello del dispotismo per mille capi, ma eccone sommariamente uno. La pura ragione dissipa le illusioni e conduce per mano l’egoismo. L’egoismo spoglio d’illusioni, estingue lo spirito nazionale, la virtù ecc. e divide le nazioni per teste, vale a dire in tante parti quanti sono gl’individui. Divide et impera» (Zibaldone)

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    9. @dargen, mi permetto di farti notare che non tutte le merde galleggiano, quelle di vegano, subdolamente, affondano. Ci sarà una morale in Archimede?

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    10. Questo post di Velo è da incorniciare!

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  6. Grazie al Professore per aver riproposto il migliore Pasolini (che probabilmente proprio questo ha pagato con la vita) e grazie anche @Wendell Gee per le sue parole sulla verita' e su Agostino.

    Aggiungerei che non sempre i cristiani se le sono ricordate, quando ad esempio "importando" le virtu' teologali (fede speranza carita') dalla cultura greca classica, le hanno ridotte da quattro appunto a tre omettendo la quarta, la verita'.

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  7. a proposito di giornalismo, o quel che resta del giornalismo, si parla per ora del duetto tra Vespa e Delrio i quali sottolineavano che il terremoto potrebbe essere un'occasione per riaprire i cantieri come è successo in Aquila, e di conseguenza porterà assunzioni, rilancio dell'economia, "farà PIL".
    Al di là dei risvolti, diciamo, poco umani di un discorso che vede una nota positiva dentro la tragedia che stiamo vivendo,
    io noto un'altra cosa: La ricetta giusta per rilanciare l'economia e aumentare il PIL è dunque quella di fare investimenti? Macheddavero?

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    1. IMHO Vespa e del Rio simpatizzano per la cosiddetta "Shock Doctrine" che poi è la distruzione creatrice di Schumpeter.
      Niente di sorprendente visti i personaggi.

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    2. Ma non ho dubbi che al momento opportuno verrà citato tra le giustificazioni di risultati economici infelici.

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    3. La soluzione è investire e non ci sono dubbi.
      È questione di scegliere se investire per ricostruire o per evitarlo.
      La differenza sono tante vite.
      Fa rabbia vedere come cercano di evidenziare un'opportunità in una tragedia senza denunciarne le cause provocate da mancanza di libertà decisionali per vincoli di bilancio extranazionali.
      Se esistessero giornalisti liberi veramente.... (loro sono solo una parte del problema e a fare gli eroi si resta disoccupati)

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    4. Adesso capisco perchè si danno tanto da fare i Siria dove distruggono tutto........lo fanno in previsione della ricostruzione che aumenterà il PIL di almeno 12-15 punti per i prossimi 10 anni. Siamo i soliti ignorantoni,non abbiamo capito niente e meno male che cìè il Prof. che ci apre gli occhi sul mondo reale.

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    5. Da che mondo e mondo le guerre nascono per risolvere problemi economici impossibili da risolvere in modo meno cruento.
      Resettato tutto poi si riparte e la sstoria prosegue fino alla prossima crisi ecc.

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  8. Sorge un problema però.Le proprietà dei quotidiani.Libero ha fatto una scelta "commovente" (o conveniente),Il Fatto lo sappiamo.Ma banche,Confindustria ecc...non lo permetteranno.Non permetteranno articoli in evidenza.
    Quindi il classico "tengo famiglia" di un giornalista di buona volontà trova forti appigli a cui aggrapparsi se non ha il via libera della direzione.Non credo di essere in malafede.
    ...alla luce del fatto che il regime sta cambiando, fate almeno finta di essere intellettualmente onesti.
    Son certo che molti mentono professionalmente per interessi di portafoglio e di sotto sotto potere ma la situazione dovrebbe davvero farli correre ai ripari.
    Lei,autorevolmente,li ha avvisati.

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  9. Buongiorno Prof, anche i giornalisti si riallineano. Sarebbe interessante capire se anche i piddini e i renzini si allineeranno prima o poi, o difenderanno l'euro e tutto ciò che ne deriva, fino alla morte. Buon fine settimana

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    1. A patto che tutti i sostenitori degli ultimi 16 anni scompaiano dalla faccia della terra e non mi importa come.

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  10. Spigatemi perché Zingales nell'articolo su Espresso a proposito del mercato del risparmio dice : " il mrcato del risparmio oggi è globale e difficilmente un paese , soprattutto piccolo, può risolvere il problema da solo. Certamente non lo può fare l Italia cheNPN HA IN DEBITO SOSTENIBILE E CHE NON CONTROLLA NEPPURE LA PROPRIA MONETA!!!!" e allora dove sta la onestà intellettuale di Zingales. Se così fosse sarebbe più chiaro!!

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    1. Benvenuto. Qui stiamo parlando dell'onestà intellettuale dei giornalisti, quindi sei lievemente off topic, ma la notizia è gustosissima! Mi servirebbe il link. Io ne do molti è chiedo che chi partecipa segua se possibile la stessa buona norma.

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    2. A questo indirizzo: https://issuu.com/bitnik/docs/espresso__dom__21_ago_2016__-_luigi trova la copia cartacea de L'Espresso. A pag. 25 c'è l'articolo a cui fa riferimento Ighi, dal titolo "Germania latitante".

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    3. Grande Zingy. Non lo prenderai mai in castagna. Qualunque cosa succeda, è capace di costruire il suo discorso in modo da renderlo automaticamente rileggibile, domani o dopodomani, da destra o da sinistra, in totale aderenza al senno di poi. C'è un problema di eccesso di risparmio da deflazione? Ma alzare l'inflazione quanto serve equivarrebbe a colpire con la più odiosa delle tasse i poveri pensionati, e si capisce che i politici non se la sentano! Il controllo della moneta darebbe più margini di manovra a livello di politica fiscale? Ma c'è il Giappone a dimostrarci che non basta!

      Come sempre, un montaggio di analisi e valutazioni perfettamente liquido, salvo rispetto all'ovvio (tale con l'unanime senno di poi): è colpa della Germagna gretta e spilorcia. Ma su ciò che consente ai malefici crucchi di tenere direttamente incravattata 3/4 d'Europa e asfissiare indirettamente l'economia di mezzo mondo, calma e gesso: ancora non è arrivato il fischio giusto.

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    4. @fabri,
      sai che spesso, dopo la lettura degli scritti paraculi di Zinghy, avrei voluto rimarcare ciò che hai esposto in modo eccellente.

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    5. È che le letture di Zingy mi fanno particolarmente riflettere: mostrano come si sta sul mercato senza confondersi con la manovalanza. In tanti ci provano, ma in pochi ci riescono bene come lui.

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    6. 100% onesto intellettualmente = vita grama, gloria postuma
      100% disonesto intellettualmente = gloria terrena, zero posterita'
      Fifty-fifty!

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    7. Visto che siamo in tema sismico.
      C'era un grande prof. di sismica delle strutture, più volte da me chiamato per l' analisi di alcuni fabbricati, che dopo la ampia relazione, tecnicamente ineccepibile e completa, con alcune misure di consolidamento consigliate , chiudeva la relazione più o meno sempre così: "IL FABBRICATO DOVREBBE RESISTERE AL SISMA DI MAGNITUDO (X,Y) NELLA SCALA RICHTER, PERO' IN CASO DI SISMA E' MEGLIO ABBANDONARLO IMMEDIATAMENTE, PERTANTO SI CONSIGLIANO IDONEE ED EFFICACI MISURE PER FACILITARE LA FUGA DEL PERSONALE"

      Ora al netto dell' effettiva possibilità di evacuare l' immobile (metafora di qualcos'altro), vi sembra che l' analogia con Zinghy sia abbastanza aderente, soprattutto dopo le ripetute scosse di avvertimento?

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    8. Direi di sì, associando le vie di fuga solo consigliate (agli altri) dall'esperto di sismica delle strutture a quelle effettivamente approntate (per sé) da Zingy nelle sue diagnosi macroeconomiche. In entrambi i casi, il presupposto sta nel padroneggiare gli strumenti analitici a un livello tale da saper preventivamente formulare scenari sufficientemente esaustivi e motivati dei possibili rischi.

      La differenza fondamentale, mi pare, è che mentre la relazione sul rischio sismico è un documento statico, gli equilibrismi di Zingy sono la risultante dinamica di un ciclo di feedback continuo rispetto a un oggetto di analisi in continua evoluzione.

      Comunque il vero tocco di classe di Zingy, secondo me, sta nella scelta di tempo: dopo aver abilmente disseminato le sue analisi di 'sentieri interrotti' (pseudo-QED), sa intuire prima degli altri qual è la prossima verità scomoda in via di irreversibile sgoganamento, dal che può riprendere il corrispondente sentiero, svilupparlo e dire: guardate, io questo possibile sbocco l'avevo anticipato, e in effetti si sta verificando!

      La combinazione magica è appunto: 'verità SCOMODA (ai piani alti) ma IN VIA (-> relativa originalità) di IRREVERSIBILE (-> non rinfacciabile) sdoganamento'. A differenza, da un lato, di chi a posteriori può esibire dei veri e propri QED, formulati compiutamente e in tempi non sospetti; e, dall'altro, di chi, totalmente incapace di anticipare le tendenze, si attarda a difendere l'ormai indifendibile senza averne mai colto e vagamente segnalato, neppure quando già se ne manifestavano i segni, le intrinseche criticità. In tal modo facendo spesso, anche agli occhi dei piani alti, più danni che altro.

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    9. Concordo, come mi capita spesso, con Fabrizio, e vi fornisco un esempio preclaro di intellettuale ortogonale a Zingy: il nostro amico Giampaolo Galli, che, con l'involontaria naïveté delle sue uscite, mette spesso in difficoltà quelli che contano...

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    10. @alberto49
      Silvio Albanesi? E' stato il mio docente di Sismica, un luminare. Volevo anche fare la tesi con lui ma mi ha detto che era meglio se facevo una tesi di Scienza delle Costruzioni (e aveva ragione). So che è venuto a mancare qualche mese fa, non era nemmeno tanto vecchio. Mi pare avesse uno studio a Roma.

      In realtà il consiglio è tecnicamente giustificato dal fatto che una buona struttura sismica è quella che durante un forte terremoto si danneggia il più possibile ma in maniera intelligente (danneggiandosi dissipa energia). Nel senso che accetti che sia da buttar via dopo il terremoto forte, basta che chi ci sta dentro abbia la possibilità di salvare la pelle: questo si intende per 'resistere'.

      Discorso diverso per strutture strategiche come ospedali, che anzi dopo un terremoto, o dopo una crisi finanziaria internazionale, se progettate bene devono rimanere completamente operative.

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    11. @dargen
      grazie; era al Federico II a Napoli.

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    12. Intendevi questo, Alberto?

      Il documento di Brian Nolan, Max Roser, Stefan Thewissen dice nel titolo:

      Stagnating median incomes despite economic growth: Explaining the divergence in 27 OECD countries

      Lui dice:

      Surprisigly, stagnating median income in most Oecd countries is not expalained by growing inequality

      A me le due frasi non sembrano esattamente la stessa cosa, ma si sa, ognuno vede le cose a modo suo, quando è un po' Naïve (o quando c'è un retropensiero dietro le parole a causa della sua apparente naïveté)!



      E si meraviglia pure?

      Anche gli autori avranno capito i motivi profondi? Non mi pare, leggendo il documento e le conclusioni:

      Concluding remarks

      The key messages from this analysis are first that median household income has lagged behind GDP per capita growth in most OECD countries, though generally less spectacularly so than in the USA. Second, a variety of factors have contributed to this divergence; there is not one universal explanation for the observed divergence. The decrease in household size, a largely neglected factor, is found to be the largest and most consistent contributor to the divergence. Inequality seems to play less of a role than is often assumed. Difference in data source and price adjustments matter less when pooled across countries, but show large variation across countries and time. Given that a gap between GDP per capita and median household income can arise from a variety of different factors, it is important to see the indicators together by assigning median income a central place in official monitoring and assessment of living standards over time.

      Magari leggendo IPF potrebbero capire!

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    13. Non serve leggere IPF. Basta accertarsi di non aver commesso errori di specificazione, con conseguente rischio di correlazioni spurie. Nella fattipecie, basta poter escludere che la diminuzione della dimensione della famiglia dipenda a sua volta dalla crescita della disuguaglianza (che in tal caso sarebbe la vera variabile indipendente). Ipotesi della quale, grazie alle collaudate economie di scala dei rispettivi processi mentali, Galli e le sue autorevoli fonti non hanno difficoltà a riconoscere l’intrinseca implausibilità.

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    14. @Fabri
      Se avessero letto IPF non avrebbero nemmeno iniziato la ricerca, o meglio avrebbero appunto indagato in modo corretto; li ci sono descritte tutte le cause del problema della stagnazione, anzi della diminuzione dei redditi mediani delle famiglie e di quello dell'aumento delle diseguaglianze!

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    15. Giusto. Solo che sarebbero arrivati a conclusioni non in linea con quelle contemplate dalle regole di ingaggio. Il che sarebbe stato deontologicamente poco appropriato.

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  11. Ero all'universita' nel 1976 (anno piu' o meno) ed il Prof. di economia commenta un articolo del Sole dimostrandone la totale inattendibilita' (argomento bancario, bilancio del banco di napoli) .
    Preso da entusiamo , conoscendo un giornalista del giornale locale, corro a trovarlo in redazione e gli riporto la cosa .
    Mi dice: "capisco ma non pubblico nulla, il tuo Prof non e' abbastanza attendibile e noto per avere autorevolezza".
    Il "chi lo dice" risultava gia' allora piu' importante della verita'.



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  12. Da un amico giornalista copio questo suo post:
    "I primi 5 quotidiani italiani hanno una diffusione complessiva di 1.172.422 su una popolazione di 60 milioni di persone.Cioè praticamente NESSUNO IN ITALIA LEGGE PIU' I QUOTIDIANI"
    Di sicuro loro si dovrebbero interrogare, visto che Repubblica o Corriere o Gazzetta dello sport da soli, un tempo viaggiavano sulle 800.000 al giorno, ed il crollo non è dovuto solo al web. Ma noi, non sarà che gli diamo a questo punto troppo peso? Forse dovremmo concentrarci su due cose: i titoli dei giornali, ché la gente comune quelli legge, e la tv, vero volano della propaganda.
    PS Nella cifra sono comprese anche le copie vendute on line.

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  13. Ammetto che prima di conoscere borghi e bagnai, e intendo le loro argomentazioni tecniche, credevo che lasciare l'euro sarebbe stato un errore solo perché lo dicevano i 'principali' giornalisti e politici. Ma siccome mi rendevo conto che le informazioni non erano coerenti (tipo: perché nessuno parla più di Keynes?) ho continuato e continuato e continuato ad informarmi. Maledetti tutti i menzogneri di massa perché in Italia ora ci sono quasi 4,7 milioni di poveri. Ci sono cose che non dimenticherò neanche tra 100 anni se sarò ancora vivo

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  14. Se le cose non funzionano non è colpa dell'euro che è solo uno strumento , ma di chi l'ha usato come strumento e di tutte le altre qusquiglie e quizzicaccole connesse , come ci si eleva di mezzo gradino si pontifica invece di informare , si sentenzia invece di giudicare , si fotte invece di collaborare e questo solo per un mezzo gradino il più delle volte superato più per fortunose coincidenze che per meriti , ma resta la intima certezza e la paura di ritornare nel nostro inferno quotidiano . I veri giornalisti , ma anche altre categorie scarsamente giudicabili e sono parecchie , li descriverei prendendo a prestito una ovvietà applicabile ai pallonari : 'ne conta 100 , te ne credi una ed è più contento lui di te '! a parziale difesa o meglio , giustificazione ,è che ci credono senza porsi nessun problema avendo perso da piccoli pur restando piccini , la domanda 'perchè?' .

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    Risposte
    1. Il fatto è che chi decide usa l'euro in modo arbitrario e non per collaborare. Non c'è un anelito di equità per non parlare di giustizia che sarebbe troppo... l'euro resta una grande 'sòla' perché senza sovranità monetaria siamo costretti a svalutare i salari. Mi sembra che gli effetti lo viviamo sulla nostra pelle no?

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    2. @tino
      "L'euro è solo uno strumento".
      Vero. Uno strumento adatto a cosa?
      In teoria potresti prendere un furgone a Trieste e andare fino a Reggio Calabria a marcia indietro. Non è impossibile.
      In pratica non ci riusciresti, perché un furgone (sorpresa!) è fatto per andare AVANTI.
      Un sistema di cambio fisso, come il gold standard, è fatto per ottenere gli aggiustamenti CON LA DEFLAZIONE SALARIALE.
      Puoi sempre inanellare una serie di ipotetiche azioni "correttive" per far andare a marcia indietro il meccanismo... ma se lo scopo fosse un altro si sarebbe usato un meccanismo diverso.
      Poi, naturalmente si fa sempre tutto "per il bene del popolo". Come no.
      Che io sappia l'unico leader europeo che disse che il suo popolo era una delusione e doveva andare in malora fu Hitler nei suoi ultimi giorni. Ma neppure lui con un discorso pubblico.

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    3. Ma cosa avrà avuto dire?
      Si capisce solo che a suo parere l'euro non è un problema.
      Il senso del resto non l'ho colto ma intuisco che, visto l'incipit, non era necessario.
      Prof.: le passa tutte queste perle o solo alcune a campione?
      Sono ancora molti quelli che le scrivono queste opinioni "non scientificamente provate"?

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    4. scusate , ma nonostante che seguo da molto e capisco piu o meno la matematica del Prof. ho proprio volutamente scritto che è uno strumento per additare il fatto che chi non sa ad un certo punto capisce solo il messaggio colpa dell' €uro , come colpa della pistola che ti ha ammazzato o del terremoto che ti ha distrutto mentre vedi i pini belli e vivi senza problemi, che la moneta a cambio bloccato sia perniciosa si sa e lo si è visto prima dell'€ e lo si vede con gli stati a moneta a cambio fisso con €uro o con altre monete .
      Vedrete che i gionalistucoli ,come colpo di coda finale, facilmente useranno la parola € come colpa di tutti i mali , dimenticando che è solo un misero strumento usato da chi vorrà alla fine restare nell'ombra della storia

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    5. @tino per semplificare, domanda secca, secondo te, usandolo in altro modo, si sarebbe potuto avere l'euro ma non l'austerita`?

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    6. nessun modo , è uno strumento creato per fare quello che sta facendo , ma la stessa cosa sarebbe successa con un carnevale di monete ma tutte a valuta fissa e costante tra di loro , è questo che voglio dire , domani o magnana por la magnana come dicono da queste parti , i giornalisti vespasiani ( non so se solo inchinati all'imperatore o altro ) diranno che la colpa è stata dell'€uro e tutti correranno felici tra le braccia di chi conierà altre mille monete . Quello che vorrei auspicare è di non fare la bulgarata , dove si che non hanno l'€uro e per anni sfottevano gli altri che non avevano piu nemmeno la loro moneta , senza però accorgersi del cambio fisso e congelato , cambia il nome ma resta lo strumento . Ora alla gente e non solo al bar , arriverà il messaggio 'colpa dell'€ tolto quello risolto tutto ' , i giornalisti rimasti svoltando di 180 + 180 ripeteranno poi alla nausea che la colpa è proprio della moneta , si fonderanno i centesimi in nome del nuovo corso ma pronti e proni ai vecchi cercheranno il capro espiatorio nel nuovo .
      Alla fine il sunto è solo questo , attenzione al messaggio semplicistico che cercheranno di far passare per continuare a non far capire .

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    7. Alla domanda secca rispondo io:

      se esistesse la volontà politica di cooperare, non saremmo in crisi, perché, anche a legislazione vigente, una serie di decisioni ingiustamente punitive, prese con la scusa di "applicare le regole", sarebbero tranquillamente cadute nel regime di eccezione e quindi avrebbero tranquillamente potuto non essere prese, in nome della solidarietà e della condivisione dei costi del progetto europeo.

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    8. @Yanez,
      non hai risposto.
      Da quello che hai detto si capisce questo: invece di rifiutare regole sbagliate, dobbiamo lamentarci del fatto che qualcuno le usi a proprio vantaggio (lecitamente) ... continuare a sperare che prima o poi si ravveda e, dopo aver visto la Luce, decida di non applicarle di sua spontanea volontà in nome della solidarietà ecc...

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    9. E' evidente che la volonta' politica di cooperare non esiste, Peter.

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    10. @ Bernardo Chellini

      Ho risposto ma adesso cerco di rispondere in modo ancora più chiaro:

      Domanda

      Usandolo in altro modo, si sarebbe potuto avere l'euro ma non l'austerità ?

      Risposta

      Sì, si sarebbe potuto avere l'euro senza l'austerità ma è mancata la volontà politica di cooperare. I Trattati prevedono ogni e qualsiasi tipo di clausola di salvaguardia in circostanze eccezionali e quindi, a legislazione vigente, una serie di decisioni ingiustamente punitive, prese con la scusa di "applicare le regole", sarebbero tranquillamente cadute nel regime di eccezione e quindi avrebbero tranquillamente potuto non essere prese, in nome della solidarietà e della condivisione dei costi del progetto europeo.

      Così è più chiaro?

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    11. Signor Yanez, la solidarietà nell'Unione Europea dovrebbe essere la norma, non l'eccezione: si chiama etica politica. Mai letto Aristotele, Ἠθικὰ Νικομάχεια, I, 1094 a-b? Se non c'è etica, significa che non la si vuole: è logico, come insegna lo Stagirita.

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    12. Certo che tino è imbarazzante, parlo per me, abbiamo visto dei troll, degli sparacazzate, dei provocatori, anche dotati, qui, tanti, ma qui siamo in presenza di qualcosa di più trash, imbarazzantemente ignorante e trascurato; post sgrammaticato per giunta. Non mi sembra opportuno nemmeno rispondere. Alberto, secondo me, lo ha fatto passare per rendere palese il peggio che c' è in giro, non vedo altra motivazione!

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    13. Yanez, sei davvero encomiabile!

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    14. @tino @yanez

      L'euro è stato creato prima di creare un vero governo democratico europeo.
      C'è un motivo, in questo modo, come ci ha spiegato Monti, le decisioni possono essere prese al riparo dal processo elettorale.
      Il perchè è chiaro, le decisioni prese sono in maniera evidentissima contrastanti con il bene comune, impopolari. Ciò avrebbe spazzato via un governo europeo regolarmente eletto, mentre ora puoi spazzar via tutti i politici del tuo paese, si prosegue con i diktat. Ed è cosi evidente che chi non lo ammette ha seri problemi a capire le parole: "...al riparo dal processo elettorale".

      E siccome il controllo dell'euro è sotto la diretta influenza (forse dovrei dire controllo) di gruppi finanziari, ciò non consente alcuna decisione che possa favorire l'aumento dei salari, la spesa pubblica, l'aumento di tutele e garanzie dei piccoli privati e dei lavoratori. Tutto converge verso l'interesse spietato di chi può imporre la linea politica senza essere eletto dal popolo e senza che il popolo possa dimostrare la sua contrarietà con il voto.

      Ostinarsi a credere che un sistema antidemocratico possa funzionare in maniera equilibrata, significa non comprendere che esiste una volontà che viene regolarmente praticata con dimostrazioni ampie ed evidenti e questa volontà non può essere cambiata perchè ciò andrebbe contro l'interesse di chi la pratica.

      In parole povere, l'euro senza austerità esiste solo nella mente di chi non è in grado di capire chi .zzo comanda in Europa.

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    15. Quindi, Yanez, vista l'eccezionalità - secondo un certo tipo di informazione - del debito pubblico di paesi come Grecia e Italia, Germania, Francia, Olanda, Belgio e Lussemburgo, in base ai Trattati, si sarebbero dovuti fare carico del relativo ripianamento senza imporre alcun tipo di condizione capestro: è questo quello che stai sostanzialmente affermando? Oppure il meccanismo di cui parli scatta solo in casi eccezionali dovuti a cause di forza maggiore (ossia al sopravvenire di eventi esterni, indipendenti dall'agire umano), peraltro successive (non dunque antecedenti) all'entrata a regime dell'Euro, confinando in tal modo più con un moto di carità compassionevole proprio di certe scuole di pensiero che con quella rete di sostegno solidaristico gratuito, cioè senza limiti di portafoglio, con quel richiamo all'impegno di ciascuno e di tutti (nelle varie articolazioni degli Stati in cui vivono) "a rimuovere gli ostacoli politici economici e sociali che impediscono la piena realizzazione della persona", che sono invece propri, ad esempio, della prima parte della nostra Costituzione?

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    16. invio di nuovo il commento di ieri perchè non sono certo sia partito.. semmai Prof. cestini pure.

      Il nostro caro Yanez, che si crede fuuurbo, continua a ripetere alcune parole scritte da Alberto sul post del partigiano Joe, pensando che siano in contraddizione col non ritenere l'euro solo uno strumento neutro. Probabilmente è anche in cerca di materiale per il suo blog dove, visti i commenti in risposta, non mi sorprenderei di trovare una dissertazione sui poveri adepti che contestano le stesse parole se le scrive lui, mentre le prendono per buone se vengono dal Prof.
      Nella sua pochezza, proprio non capisce quanto chiarito da Frank in uno dei primi commenti: è l'euro che rende questa via, l'unica via (cosa che era chiara fin dagli anni '50), evidentemente perchè QUESTA doveva essere la via. Che senso ha tenersi l'euro che serve per fare questo, se non è questo quello che vogliamo?
      Dopo di che, qualcuno provi a spiegargli, se ci riesce, il solito concetto di condizione necessaria ma non sufficiente...

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    17. Signor Yanez, mi permetto di porle una domanda anch'io: mi spiegherebbe in cosa consiste esattamente il "progetto europeo", quali sono gli obiettivi? E quali i vantaggi per chi vi aderisce, tali da rendere accettabile una "condivisione dei costi"?

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    18. @ALBERTO49
      Hai ragione, bisogna fidarsi dei troll: nessuno è più attendibile di loro per identificarne un altro :-).

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    19. La sapete la favola de "Il pollo e l'OCA"?

      Mo Peter ce la racconta.

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    20. scusa '49 forse rispondo al 'volo' e non mi faccio capire , io chiedevo solo una cosa , se la colpa arriva solo e sempre con la parola €uro e non arriva come moneta l'aver voluto la moneta comune in un'aera valutaria non ottimale , cosa che nei primi tempi del blog era sempre specificato , si vedrà che salteranno sul cavallo semplicistico di €uro brutto e cattivo e alla fine , lanciate le monete dalla finestra . I responsabili fatta loro la tesi di Yanez che è mancata la volontà politica , l'€uro dovrà essere punito per quello che ha provocato defenestrandolo , per la stampa è la normalità o mi sbaglio ?

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    21. @49 purtroppo sempre insopportabilmente soporifero!

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    22. Si, ma nessuno come lui, con la sua apparente ingenuità, è in grado di farti capire in quale merdaio ci ha portati.

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  15. Per Yanez, che ci informa di quanto bene ci voglia l'UE. Un fondo nato per i popoli del nord e aggiustato, nella misura, per la potenza distruttiva dei disastri nordici (alluvioni locali): http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main//notizie/2016-08-27/fino-350-milioni-fondo-ue-solidarieta-081028?fn=swipefeed&id=N_PRPAMAIN/AD18W0AB&p=4

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  16. I distillati di sarcasmo sono i miei pezzi preferiti.

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  17. il bello è che le soluzioni sono due:
    1) un giorno tutti questi post con i commenti migliori, comprensivo di certi link (pensiamo alle altre opere, quelle di 48) saranno pubblicati in un mega librone (a mo' enciclopedico);
    2) troveranno il modo di non avere memoria, traccia e quindi il trionfo del garibaldismo.

    Beh, vedremo

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  18. Guarda che qui i troll professionisti in servizio effettivo e permanente vengono sgamati al terzo rigo, per quelli in prova basta mezzo rigo...

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  19. Vorrei segnalare le esternazioni dell'ex presidente Napolitano sul referendum sulla Brexit, uscite oggi al premio Capalbio (che si celebra a Pescia Fiorentina). Non riesco a ritrovare il video stucchevole che ho visto oggi a pranzo al tg3 toscana sull'amicizia italo tedesca tra i suoi due ministri degli esteri...ci provo con un link da una testata svizzera (non ho trovato on line giornali italiani che ne abbiano fatto argomento almeno dal titolo su google notizie).
    http://www.swissinfo.ch/ita/tutte-le-notizie-in-breve/brexit--napolitano--meno-delicatezze-con-dirigenti-gb/42402134

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  20. Il Post ha pubblicato un articolo sui costi per la "messa in sicurezza" degli edifici in Italia che mi pare equilibrato e condivisibile.

    D'altro canto io non sono del settore (non ho manco parenti geometri o architetti) per cui se qualcuno più esperto volesse dare un secondo parere sui contenuti mi farebbe un favore.

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    1. Sono del settore. Che senso ha, mettersi a dare un secondo parere sulle stime dei maggiori esperti sul campo? Protezione Civile, Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Associazione Costruttori Edili... potremmo interpellare il Mago Merlino... Finché avremo un 'vincolo esterno', un Fiscal Compact e tutte le relative politiche di austerità (espansiva, ovviamente!) non sarà possibile nessuna prevenzione di nessun tipo. A meno che, ovviamente, non si parli di 'restringere il perimetro dello Stato': vedi il tam tam sulla opportunità delle assicurazioni private. Le quali, peraltro, non fanno nessuna prevenzione; al massimo, potranno risarcire i morti...

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    2. Oggi spot del TG1 a favore delle assicurazioni private. Ma chi vorrà assicurare case non a norma? E se crollassero tutte insieme, le assicurazioni potrebbero far fronte a spese catastrofiche? Poi non mi fido, da quando ho sentito un assicuratore negare con pretesti assurdi il rimborso delle spese sanitarie a un malato oncologico.

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    3. Con l'attuale cultura dell'arraffa tutto il prima possibile e al miglior prezzo, esacerbata dalla mancanza di moneta in circolazione, una 'messa in sicurezza' degli edifici avrebbe l'effetto di quella in chiesa.

      Già me li vedo (e li ho visti!) gli ingegneri che dicono 'Adesso ci mettiamo le fibre di carbonio', o che fanno modelli dinamici ultracomplessi quando il Pantheon, costruito con le X e con le V, ancora sta in piedi. In teoria basterebbe un minimo di buon senso nella prevenzione e nella costruzione. L'ingegneria sismica, sebbene in Italia sia giovane, in realtà non è poi così complicata.

      'Si potrebbe allargare la vetrina del negozio? (o la porta della sala?)'. 'Certo! Sopra ci mettiamo un bel travone di acciaio antisismico (?), anzi il muro diventa più solido'. Me lo ricordo il corso di sismica, non era al primo anno come il corso di Alberto, ma il Prof disse che non bisogna MAI toccare la struttura di un buon edificio in muratura, se non per migliorarlo sismicamente. E questo indipendentemente dal fatto che il progetto è 'a norma', che 'i conti delle verifiche portano'.

      Amatrice è una località turistica. Mica può essere che l'italiano benestante vive nello stesso tipo di casa costruita 150 anni fa per un contadinotto con esigenze completamente diverse!

      E ricollegandomi al post: responsabilità dell'ingegnere incauto e avido? Sicuramente, ma se il Sistema ti obbliga a vendere subito tutto quello che hai non c'è altra possibilità. E non è solo che fai cosi per lavorare, è anche che se ora lavori è perchè fai (hai fatto, hai imparato a fare) così. Il risultato è che si crea un flusso che punta nella direzione sbagliata, da cui è difficile togliersi sia perchè 'così fan tutti', sia perchè altrimenti, come farebbe notare Darwin, lavori la metà.

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    4. @Giorgio Bertani, che dice "Che senso ha, mettersi a dare un secondo parere sulle stime dei maggiori esperti sul campo?"

      Per esempio uno dei commentatori dell'articolo che ho linkato fa questo commento (qui):

      Un po' di numeri per discutere. Se nelle zone a elevato rischio sismico vive 1/3 della popolazione italiana (20 milioni su 60 milioni) allora si può stimare che 1/3 degli edifici residenziali sia ubicato nelle zone ad alto rischio. Gli edifici in Italia sono 30 milioni (dato Istat 2011), quindi nelle zone a rischio ci sarebbero 10 milioni di edifici. Assumendo un costo di intervento medio di 100000 euro per edificio, con 100 miliardi se ne riescono a sistemare 1 milione, cioè il 10% del totale. Mi sembra un po' pochino viste le percentuali di crolli che si sono registrate durante gli ultimi terremoti.

      A me sembra un modo di procedere sensato (in gergo si chiamerebbe Back of the envelope calculation e sono sicuro che è un concetto che conosci e applichi anche nel tuo lavoro) per avere un'idea dell'ordine di grandezza dei numeri di cui si discute.

      Con tutto il rispetto dire che "non c'è bisogno di calcolarlo tanto c'è il vincolo esterno" mi sembra un atteggiamento non molto diverso da dire "non c'è bisogno di calcolarlo, tanto poi in Italia ci mangiano i politici" o "inutile discuterne, tanto poi finisce tutto in mano alla Mafia".

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    5. @PaMar Avevo letto, nei giorni scorsi, anche l'articolo che hai linkato. Il senso del mio commento non è quello - luogocomunista - che descrivi. Le stime di intervento, sui grandi numeri, dipendono da una serie di approssimazioni e di vincoli, e hanno un valore molto indicativo. In ogni caso, gli organismi che hanno fatto quelle stime, sono affidabili. Al di là dell'affidabilità delle stime, quello che volevo dire corrisponde a questo: "Peccato che poi per adeguarle dobbiamo chiedere all'Europa i nostri soldi, e l'Europa questi soldi non ce li dà"

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    6. Aggiungo, per completezza: Secondo Renzo Piano “prima occorre pensare a scuole e ospedali“, “un dovere civile, politico e morale”. Quanto al patrimonio privato, “serve un programma di investimenti e incentivi, come quelli che sono stati dati per l’energia. C’erano gli Ecobonus? Si facciano i Bonus Casa. All’Italia serve una definitiva messa in ordine: energetica, sismica, idrogeologica”. Ma, purtroppissimo (Cc), leggo qui:"la ricostruzione (ove mai una legge futura la prevesse) si effettua in pareggio di bilancio e che l'assicurazione non è stata ritenuta praticabile, ancorché "volontaria" ESCLUSIVAMENTE PER NON DOVER ATTUARE NORMA PRECEDENTE CHE PREVEDEVA SUSSIDIO A CARICO DELLO STATO PER I PREMI DI POLIZZA...

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  21. Qualcuno più sopra chiedeva se le vittime fossero colpevoli; non credo, ma complici sì. Il prof. avverte che il post afferisce l'onestà intellettuale dei giornalisti. Manca. Punto. Considero però che, parafrasando, se il tuo stipendio dipende dal fatto di non scrivere una cosa, non la scriverai. E in questo caso gli stipendi sono importanti. Secondo me è un fattore sottovalutato. E credo che più si è pagati, più la catena sia corta. In secondo luogo che se nessuno comprasse i giornali forse, forse, gli editori e i giornalisti cambierebbero. In questo senso le vittime sono complici. Il post mi fa comunque particolarmente piacere perché la categoria mi è insopportabile e verifico con altrettanto piacere che il prof. Riporta che le notizie le prendiamo qui, e in blog simili, piuttosto che dai professionisti. Realtà per me consolidata.

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  22. ( non riesco a dormire e dunque...)

    1 ) vorrei ringraziare Il Velo per la splendida citazione di Leopardi. Andrebbe riportata sui libri di scuola ( dove invece non si parla d'altro che del famigerato "pessimismo" ). Me la segno.

    2 ) Vorrei riflettere sull'errore di Peter. Errore che consiste, a mio modo di vedere, nel ritenere che sia possibile la cooperazione tra esseri umani in mancanza di rapporti personali e affettivi. E' un errore che ho fatto spesso nella mia vita. Non è affatto una questione di egoismo, è un'impossibilità che deriva dalla struttura profonda, individuale e sociale, della nostra specie. E' per questo che le riunioni di condominio sono quello che sono e che sui posti di lavoro avviene quello che avviene. Da ciò però segue anche che non ci potranno mai essere partiti politici che funzionino come molti di noi immaginano. E nemmeno sindacati. Ciò però non mette in discussione la democrazia, se per democrazia si intende non tanto un metodo per prendere decisioni quanto un modo di convivere pacificamente. La mancanza di cooperazione non porta alla guerra ( altro errore molto frequente ), porta semplicemente all'indifferenza. La guerra nasce invece spesso da una cooperazione imposta.

    3 ) l'informazione. E' anch'esso probabilmente un triste retaggio dell'epoca illuminista pensare che basti pagare per ottenere delle "informazioni" ( vere ovviamente ). Niente affatto, la conoscenza, di qualsiasi tipo, può essere propiziata da degli incontri fortunati
    ( che sono sempre però, e non a caso, gratuiti ) ma è essenzialmente e per tutti frutto di impegno e fatica. Grazie, buonanotte.

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    1. @chissacosera
      l'errore che descrivi al punto 2) l'ho commesso piu' volte anch'io, dandone (mai esplicitamente) la colpa ai miei genitori, che non mi hanno mai educato alla naturale spietatezza dei rapporti umani nell'ambito neutro. Eppure erano entrambi adolescenti in tempo di guerra, mio padre che gia' allora riparava radio era stato denunciato da qualche simpatico vicino come possibile spia, arrestato e poi rilasciato perche' non trovarono trasmettitori di sorta. Forse l'esposizione a tanta e tale bruttezza ha provocato il desiderio di nascondere, purgare, censurare.

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  23. Qualcosa mi dice che:

    a) il Professore è ormai un “opinion leader” universalmente riconosciuto (anche se, per molti, “obtorto collo”: problema loro);
    b) si stanno inventando tutte le pezze possibili ed immaginabili per tenerci dentro.

    Buona lettura.

    http://www.lastampa.it/2016/08/28/italia/cronache/la-mossa-della-flessibilit-ue-per-un-grande-piano-antisismico-Xyj3ggkkFv44HzlkI6G84N/pagina.html

    “La mossa della flessibilità Ue per un grande piano anti-sismico
    Le spese per finanziarlo non sarebbero computate nel rapporto fra deficit e Pil

    roberto giovannini

    roma

    Per adesso è soltanto un’idea, ma non è detto che non possa presto diventare realtà. Ovvero, il progetto di trovare le risorse per finanziare un massiccio piano pluriennale di recupero e ristrutturazione antisismica del patrimonio immobiliare più a rischio chiedendo all’Unione Europea di far scattare una specifica clausola (prevista dai trattati Ue) che esenta questo tipo di investimenti dal computo del deficit ai fini del Patto di Stabilità.

    Si tratta di un progetto che per adesso è stato soltanto delineato nelle stanze del governo, e che è stato già caldeggiato dal viceministro all’Economia Enrico Zanetti e dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Ma che secondo molti potrebbe essere davvero la soluzione più praticabile per trovare qualche decina di miliardi nel bilancio pubblico senza dover tagliare altre voci «sensibili» politicamente o socialmente di spesa o di investimento. Soldi che potrebbero essere spesi nell’arco di dieci anni o più per realizzare (o incentivare fiscalmente i privati, il che più o meno è la stessa cosa) il cosiddetto retrofitting sismico. Una serie di soluzioni tecniche e costruttive in grado di far superare scosse di terremoto notevoli anche a edifici di costruzione tradizionale. Come in effetti sono circa i due terzi delle costruzioni del Belpaese, edificate prima dell’entrata in vigore nel 1974 delle primissime (e molto blande) norme antisismiche. Ricordiamo che in ogni caso più di un terzo della popolazione (quasi 22 milioni di italiani) vive sul 44% del territorio nazionale che viene giudicato ad elevato rischio sismico.

    Non esistono calcoli precisi su quanto costerebbe davvero attuare un massiccio piano di seismic retrofit. Secondo Mauro Dolce, dirigente della Protezione Civile, soltanto per l’adeguamento sismico degli edifici pubblici servirebbero la bellezza di 50 miliardi di euro. Una stima del 2013 del Consiglio nazionale degli ingegneri nel 2013 calcola un costo di 93,7 miliardi per tutti gli edifici privati. Un altro studio dell’Oice, che propone di agire solo sugli edifici nelle aree ad elevato rischio sismico, dice che sarebbero invece sufficienti «solo» 36 miliardi.

    Dunque, servirebbero comunque molti soldi. Che difficilmente potrebbero essere reperiti nel pur cospicuo bilancio pubblico senza dover sacrificare altre spese. Una soluzione possibile per risolvere questa difficile equazione, si ragiona al ministero dell’Economia, sarebbe dunque quella di scommettere sulla clausola di flessibilità sugli investimenti prevista dai trattati europei. La Ue consente come noto di derogare alle regole sulla gestione dei conti definite dal Patto di Stabilità in tre casi. Se effettuano riforme strutturali; se sono coinvolti in un ciclo economico sfavorevole. Ma i paesi possono chiedere e ottenere una deroga anche se la spesa pubblica (che a quel punto non verrebbe computata nel deficit) viene impegnata virtuosamente per realizzare investimenti.

    .../...

    RispondiElimina
  24. .../...

    La clausola degli investimenti (la cosiddetta golden rule) è stata prospettata molte volte in passato come una soluzione per disporre di risorse per rilanciare l’economia da politici e governanti italiani. Ma non si è mai finora sfondato il muro del «no» delle istituzioni comunitarie. È un fatto che finora le richieste decisamente vaghe e generiche formulate dall’Italia non siano praticamente nemmeno prese in considerazione a Bruxelles.

    Diverso, spiegano al governo, sarebbe il discorso per il caso del rischio sismico e gli investimenti necessari a ridurlo. La richiesta alle istituzioni comunitarie - che dovrebbero dare il via libera - si baserebbe innanzitutto sulla necessità di affrontare un grave e specifico problema dell’Italia (quello dei terremoti, che non interessano l’Europa “ricca”). Secondo, verrebbe presentato un progetto dettagliato pluriennale con un cronoprogramma della spesa e degli interventi mirati per cercare di porre rimedio a questo problema.”

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  25. @yanezzz anche nel mio condominio se ci fosse stata la volontá di cooperare e condividere avremmo tirato giú i muri divisori oppure ci saremmo trasferiti in una comune. Invece va bene cosí ci teniamo le pareti e condividiamo le spese condominiali.
    Cmq faccio notare che pure lui pare si arreso, dá la colpa alla non voglia di cooperare, ma tant é...

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    1. Nel mio condominio funziona allo stesso modo, separazione con regole identiche per tutti e c'è un fondo pari al 20% del bilancio annuale, formato in circa 10 anni e mantenuto aggiornato; ora c' è un condomino che possiede da solo circa 100 millesimi, ha il seminterrato intero del fabbricato e che rappresento io perchè si fida di me e della mia onestà bipartizan, che ho abituato a partecipare in modo sollecito e secondo le regole a tutte le spese sostenute.
      Ovviamente ci sono anche problemi di sollecitudine nel pagamento delle quote, soprattutto in questi tempi di crisi, ma il condominio funziona bene lo stesso e interviene in questi frangenti senza frustare il reprobo o attuare misure di ritorsione nei suoi riguardi (che sarebbero costose per lu e per noi), nello spirito di solidale partecipazione in ragione del futuro incerto, come diceva Jim, che viveva psicologicamente "on the road"!

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  26. Vivo nella zona sud delle marche e la mia compagna ha casa sua in un piccolo paesino dell'entroterra maceratese, nel comune di Ripe San Ginesio. Pochissimi abitanti a 100 chilometri da Amatrice in linea d'aria. Ci sono state lesioni a diverse abitazioni e hanno montato una piccola tendopoli. Insomma, ci sono terremotati anche oltre i comuni che vedete in televisione ed in un raggio di 100 chilomentri a quanto pare. Tutto questo per sottolineare che l'informazione sta facendo molto spettacolo focalizzando solo su alcuni punti e alcune questioni. Praticamente ha già fatto le sue scelte su cosa e come informare. Un brutto teatrino soprattutto se visto da chi sta sotto una tenda in questo momento. Ci stavamo anche chiedendo come mai a Ripe San Ginesio proprio le abitazioni costruite in epoca europeista siano risultate le più fragili a conti fatti. Poi quest'idea che noi si abbia bisogno di un dirigenza esterna dal nord perchè non saremmo in grado di gestirci il nostro territorio francamente rasenta il disgusto, anche perchè il paesino è pieno di stranieri, inglesi, norvegesi, australiani.

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  27. Scusate il link "crudo" ma sono sul cellulare: http://bigstory.ap.org/611ff828b5ed44d5ad56ab46e0781e52

    Pare che le trattative UE/USA per il TTIP siano fallite (fonte: Associated Press)

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