venerdì 5 aprile 2024

Chi di sussidio ferisce, di sussidio perisce

Cominciamo da un disegnino, questo:


Tutto questo rosso, il colore del sangue e degli ipocriti, trasferisce una certa inquietudine, vero? Non diminuirà quando vi avrò spiegato che cosa significa.

LOLE è Loss Of Load Expectation, definita come numero atteso di ore all'anno in cui una quota parte della domanda attesa di energia elettrica non è coperta dal sistema, per vincoli dal lato della produzione o del trasporto (la rete elettrica).

Lo standard di affidabilità (reliability standard) del sistema, fissato dal DM 28/10/2021, è definito come LOLE<3:


ovvero la rete viene considerata affidabile se il numero atteso di ore in cui non tutta la domanda viene soddisfatta resta inferiore alle tre ore in un anno.

La figura è riferita all'anno 2028 e indica che in tutte le regioni italiane si avranno valori di LOLE superiori a 100, cioè che nel 2028 la rete sarà pericolosamente inaffidabile, con elevato rischio di black out. Attenzione: è uno scenario, e dopo vi dirò quali siano le ipotesi e chi ne sia l'autore. Prima però permettetemi una considerazione. L'ultimo black out serio in Italia lo ricordiamo tutti: Uga aveva un mese esatto! Ventuno anni dopo la nostra vita dipende molto più intensamente da una fornitura stabile di energia elettrica, e questo perché siamo diventati tutti "digitali". Una quantità di funzioni di estrema rilevanza pratica, come comunicare, effettuare pagamenti, entrare in casa (o uscirne), utilizzare elettrodomestici ecc., dall'analogico sono state trasferite al digitale, il che ci rende enormemente vulnerabili a un distacco di corrente.

La figura qua sopra è tratta dal Rapporto Adeguatezza Italia 2023 di Terna, uscito a dicembre e ampiamente commentato sulla stampa specializzata. Vi consiglio di leggere l'originale, perché i commentatori, ovviamente, ne hanno colto i messaggi che i paraocchi dello Zeitgeist consentivano, o imponevano, loro di cogliere. Così, ad esempio, per Energia Italia il rapporto dice (e in effetti lo dice) che il sistema elettrico italiano "risulta essere a oggi ‘adeguato’" (oggi sì!), e poi sottolinea la "necessità di una più forte crescita delle rinnovabili in un momento in cui il cambiamento climatico pone davanti delle sfide importanti da affrontare". Quindi: ci vogliono più rinnovabili! Per Energia Oltre il sistema elettrico italiano è "adeguato, ma attenzione alle temperature estreme" (il colpevole è quindi il global warming, e in effetti il rapporto descrive molto bene i problemi che le temperature estreme creano: scarsa disponibilità di acqua, superamento delle soglie di temperatura ammissibili per l'immissione in natura delle acque di raffreddamento, ecc.). Uno sguardo un po' più libero lo offre la rivista più autorevole del settore, Staffetta Quotidiana, secondo cui "Terna conferma rischi da caldo/siccità e dismissione impianti a gas".

Ecco, qui ci avviciniamo al punto. La "dismissione della generazione economicamente non sostenibile" di cui parla la didascalia della Figura 17 qua sopra...

Perché in effetti qualcuno (tipicamente il mio nuovo amico Il Comico) potrebbe chiedersi: "ma perché mai, visto che stiamo procedendo a vele spiegate sul glorioso percorso delle rinnovabili, visto che le ingentirisorsedelpienneerreerre  finanziano la transizione ecologica, e che quindi nel 2028 si stima che la potenza rinnovabile raddoppi a 71 Gw dai 35 Gw e spicci attuali, perché mai dovremmo trovarci in simili difficoltà, con oltre 100 ore all'anno di fabbisogno elettrico non coperto dalla "bodenza di vuogo" rinnovabile installata?"

In effetti, lo scenario tecnico al 2028, rappresentato nella Figura 13, dice che non ci troveremo in difficoltà:


e ci restituisce l'immagine di un mondo in verde, con LOLE ovunque sotto soglia. Ma allora il catastrofico scenario della Figura 17 da dove salta fuori?

Salta fuori da questo:


All'aumentare delle FRNP (fonti rinnovabili non programmabili), in teoria aumenta la capacità installata complessiva, ma in pratica la capacità programmabile, cioè quella da fonti fossili, viene messa fuori mercato. Le centrali termiche dovranno essere dismesse perché quando operano a regimi ridotti e intermittenti il loro esercizio diventa antieconomico, non consentendo la copertura dei costi fissi. Nel medio periodo (al 2028) si stima che circa 15 Gw di capacità termoelettrica dovrebbero andare in decommissioning, il che, considerando che la CDP (capacità disponibile in probabilità) da rinnovabili all'epoca sarà intorno 10,6 Gw (Figura 8 del rapporto), spiega facilmente perché lo scenario tecnico-economico al 2028 ci dice che il LOLE esploderà. Fra chiusure già previste e chiusure prevedibili la capacità termica scenderà da circa 60 Gw a circa 40 Gw, quindi dismetteremo o dovremo dismettere più generazione termica di quanta generazione rinnovabile potremo installare, e buona notte ai suonatori!

Naturalmente ogni problema ha una soluzione.

Se sei un europeista, la soluzione ovviamente è aggravare il problema in base al noto schema "ci vuole più...": ci vogliono più rinnovabili, o bisogna disporne più in fretta (congestionando i mercati e aggravando i costi), o roba del genere (in effetti il Fit for 55 obbedisce a una logica simile)...

Tuttavia, se il problema è economico, è facile che la soluzione, nella mente di alcuni, prenda spontaneamente la forma di un sussidio.

La scelta, così, non sarà più fra pace o condizionatori, ma fra sussidiare la generazione termica o boccheggiare dal caldo.

E quindi sussidieremo l'inquinante generazione termica!

Del resto (e sotto ve ne do una testimonianza diretta) mica crederete che gli Usa abbiano investito tanto nel gas per non venderlo? E meno male! Dovendo scegliere fra due imperialismi, per restare a galla meglio non lasciare la via vecchia per la gialla...

Spero apprezziate l'ironia del paradosso: dopo aver sussidiato, per lo più a vostra insaputa, le rinnovabili attraverso il meccanismo degli oneri di sistema, una volta raggiunto il paradiso degli ingenui, quel mondo tutto rinnovabile dove in teoria sole e vento ci liberano dal Male e ci consegnano al Paradiso dell'energia gratuita, in pratica continuerete a sussidiare. Solo che questa volta invece del rinnovabile "pulito" dovrete sussidiare il termico, che è sì "sporco", ma senza la cui stabilità e programmabilità la rete elettrica diventerebbe pericolosamente inadeguata. Dovremo farlo perché il "ci vogliono più rinnovabili", nella totale assenza di un ragionamento complessivo sulla gestione delle reti, nel frattempo avrà messo fuori mercato un elemento essenziale per la stabilità delle reti stesse.

Potremmo insomma concludere che mentre un investimento genera un rendimento, un sussidio genera un altro sussidio, magari di segno opposto, perché ogni distorsione della razionalità economica, e qui ne abbiamo viste tante, è sempre foriera di squilibri e di sventure.

Le retorica del green, che per affermare se stessa ha usato l'arma del sussidio, verrà maciullata dalla stessa arma, che non potrà che rivolgersi contro di lei. Triste destino per i tanti "verdi" che imperversano nei parterres televisivi essere costretti a finanziare in bolletta l'odiato fossile!

Il merito immediato di tutto questo, ovviamente, è della geniale von der Leyen, eletta grazie ai voti grillini, e destinata all'oblio a una velocità ancora superiore a quella della sua mentore Merkel. Un'anatra (o altro volatile) zoppa che verrà tenuta ancora un po' sulla graticola aspettando che bruci (destino inevitabile delle candidature precoci, come ben sa chi si occupa di nomine).

Ma il problema non è circoscritto a noi, non dipende solo dalla pessima qualità della nostra leaderhip, ha anche una dimensione più ampia, e coinvolge una nostra vecchia amica, la governance sovranazionale. Guardate ad esempio che letteraccia si è visto arrivare il direttore dell'International Energy Agency (l'OMS dell'energia) Faith Birol da due di passaggio:


"Perché fai propaganda, invece di fare il tuo lavoro?", gli chiede il presidente della Commissione Energia e Commercio, Cathy McMorris Rodgers. Saremo curiosi di vedere la risposta, e credo che in ogni caso convenga leggersi bene le domande poste da questa parlamentare statunitense (anche perché, come vi annunciavo sopra, spiegano molto bene perché lu grin s'ha mort, cioè perché non è nelle cose che noi si rinunci ex abrupto al fossile: non lo è per motivi fisici, e non lo è per motivi geopolitici).

Di questo e di altre cose parleremo al midterm, di cui è uscito il programma.


(...ecco: quando vi chiedevo qualche grafico significativo da commentare in effetti pensavo più a roba così. Ma evidentemente non riesco più a farmi capire...)

(...a poche settimane dalle elezioni europee a/simmetrie propone, a Roma, un incontro sui vari eurodisastri, e la risposta, devo dirvelo, è fiacca. Credo sia la prima volta che non andiamo subito in sold out. Sono sorpreso? Forse no. Il precedente del 28 luglio 2021 era stato, a modo suo, eloquente. Quando avevamo chiesto sostegno, non l'avevamo avuto, e se non l'avevamo avuto, verosimilmente, è perché non c'era, e che non ci fosse in quel caso potevamo aspettarcelo, ascoltando i colleghi più esperti che ci ammonivano su come certe battaglie fossero "minoritarie". In effetti, i numeri e l'evidenza di tutti i giorni, all'epoca, mostravano una schiacciante maggioranza di persone che correvano a fare (salvo poi pentirsene) quello che una minoranza non voleva fare. Non entro nel merito delle scelte: la mia battaglia, condivisa con pochi altri che conoscete e molti che non conoscete, era per tutelare la libertà di tutti, ma era, in tutta evidenza, una battaglia persa, perché era innanzitutto una battaglia di ragionevolezza in un mondo di persone possedute da una simmetrica e simmetricamente irrazionale paura. In tanta simmetria, purtroppo, erano i numeri a essere asimmetrici. La nobile difesa del nobile principio era quindi destinata a schiantarsi. Ovviamente si combatte perché ci si crede. Se fossi della razza di quelli che combattono solo per vincere non avrei mai aperto questo blog: ex post mi ha portato in Parlamento, ma ex ante poteva solo stroncarmi la carriera accademica! Quindi il punto non è tanto, per me, che la battaglia fosse "minoritaria" o maggioritaria. Le mie riflessioni erano concentrate su altri punti. Ad esempio: com'è possibile, mi chiedevo, che la nostra, di noi insider, e la vostra percezione di quale fosse un momento decisivo per manifestare, per manifestarsi, fossero così disallineate? Certo, voi non vedevate tutto quello che vedevamo noi, non potevate cogliere nelle sfumature del dibattito interno l'incrinarsi di certe certezze, non potevate vedere le crepe del dubbio, e quindi non potevate intuire che quello fosse il momento per insinuarvisi. Le nostre informazioni erano asimmetriche. Ma il punto era un altro: se non rispondevate alla nostra chiamata era perché evidentemente non vi fidavate di noi. Non ho difficoltà né a capirlo, né ad accettarlo. Non mi offendo di certo, anche perché ormai sapete che nemmeno io mi fido di voi: la prima forma di rispetto è la reciprocità! Del resto, stiamo appunto discutendo di quanto i fatti mi diano ragione... E poi c'è il tempo, che è un fattore importante, non solo nella sua dimensione puntuale (è sufficientemente ovvio che per segnalare l'importanza del tema europeo il momento giusto sono le elezioni europee: se il segnale non lo si dà probabilmente è perché non lo si vuole dare, e ci sta), ma anche nella sua dimensione estensiva. Passano gli anni e immagino che aumenti la stanchezza. E anche qui c'è reciprocità: sono stanco io, capisco benissimo che possiate essere stanchi voi! Forse potrebbe aiutarci a resistere la constatazione dei progressi che pure ci sono stati. La loro comprensione, tuttavia, è offuscata da tanti elementi oggettivi, inclusa la stessa durata del percorso, il tempo, appunto. Dato per assodato l'obiettivo, che è quello di liberarci, alcuni progressi, come il fatto che persone di cui pensavate che mai vi avrebbero avuto accesso ora sono all'interno delle istituzioni, per chi non ha vissuto quella fase, ma anche per chi l'ha vissuta, può sembrare un progresso meramente personale (er senatore d'a a Lega voleva a portrona), non politico (stiamo creando classe dirigente con esperienza di legislativo e magari anche di esecutivo). Questo, ovviamente, perché se non si sa come funzionano le istituzioni (ma per spiegarvelo abbiamo fatto tanto) non si può apprezzare l'importanza di avere con sé persone che sanno come funzionano e che hanno una reputazione all'interno di esse. Eppure, i risultati si vedono, o almeno che volesse vederli potrebbe facilmente farlo. Ad esempio, fra questo e questo:


sono passati 1611 giorni, 38664 ore, che non sono state facili per voi come non lo sono state per noi, ma che hanno portato dove volevamo che si arrivasse. Lo vedete o no il progresso fra queste due posizioni? Intuite o no che dietro c'è stato tanto lavoro paziente, tanta prudenza, ma tanta tenacia, per non perdere di vista l'obiettivo, e per ricordarlo al momento giusto a chi di dovere? Ricordate, o no, quando tutti davano il nostro migliore amico per Presidente della Repubblica? Capite, o no, che quella sarebbe stata una pietra tombale sul nostro anelito di libertà? Ecco, qui si situa una particolare insidia, che mina alla radice il meccanismo di rappresentanza: l'incapacità di ragionare per scenari alternativi, assistita dalla scarsa memoria storica, che porta regolarmente a dimenticare quale fosse lo scenario
ex ante più probabile, soprattutto in chi più ha strepitato per scongiurarlo. Difficile accontentare i professionisti dello strepito! Nel momento in cui scongiuri quello per cui strepitavano, fatalmente essi dimenticano cosa fosse... D'altra parte, pericolo scampato? Non ancora. Obiettivo raggiunto? Sì. Prezzo? Altissimo, per voi, lo so. Ma le nostre divisioni erano quelle schierate a Piazza del Popolo il 28 luglio del 2021, non altre, e con quelle abbiamo fatto quanto potevamo in questa che è e resta una guerra di logoramento. In un combattimento di questo tipo la nostra unica speranza, per influire sui rapporti interni ed esterni, era aspettare che il tempo ci desse ragione. E, mi spiace dirlo, con tutta la compassione che provavo per voi, purtroppo in termini politici se eravate troppo pochi, o vi palesavate - come state facendo - in pochi, la colpa non era degli altri, era vostra! A noi non restava altra tattica che quella del logoramento, l'alternativa essendo quella di diventare una meteora come un Pancho Pardi o una Sara Cunial qualsiasi! Massimo rispetto umano, ma la battaglia politica si combatte non abbandonando la posizione. Certo, questo esigeva tanta persistenza, e in tutti questi anni, dal 2011 a oggi, è nella vostra presenza, nella vostra vicinanza che ho trovato la forza e la motivazione di continuare a combattere, anche nei momenti più bui - che non sono stati quelli della mia vita parlamentare. Ve ne ringrazio. Di converso, immagino che anche voi abbiate trovato forza e motivazione nella mia presenza, che ora non potete più avere, perché se al momento buono vorrete contare su qualcuno che sappia come comportarsi e a chi rivolgersi, dovete dargli il tempo di fare l'uomo macchina, di entrare negli ingranaggi, possibilmente senza restarne schiacciato, e il tempo richiesto è tanto, tantissimo, e così per voi ne resta poco, pochissimo. Soffro nel non poter sempre ricambiare, restituendovi la motivazione che avete dato a me. Il dibattito fra noi si sfilaccia e si degrada, lo si vede dalla qualità dei commenti, che è direttamente proporzionale al tempo che vi dedico. Ma la soglia di tempo necessaria per attivare un dibattito che sia fruttuoso, che aiuti voi a capire, che mi arricchisca con le vostre segnalazioni, è sempre più inattingibile. In questo preciso momento dovrei fare altro, purtroppo. Recupererò domattina. Ma più di una vita non riesco a vivere, e forse questa esperienza, che tanto mi ha dato e nella quale ho cercato di darvi il massimo, è anche giusto che giunga, come sta fatalmente e fisiologicamente giungendo, a un termine. Da questa esperienza esco trasformato in un modo che mai avrei potuto sospettare: per il fatto di essermi così a lungo confrontato con voi, di aver dovuto gestire le vostre paure e le vostre rabbie, di essere stato partecipe delle vostre gioie, dei vostri dolori, delle vostre vicende familiari (dei vostri matrimoni, dei vostri battesimi,...), ne esco trasformato in animale sociale. Ma ora la comunità che riesco a seguire, cui riesco a dedicarmi, cui è giusto che mi dedichi, perché è mio dovere istituzionale, con cui mi sento più in contatto, e in un contatto più vero, progressivamente non siete voi, ma sono i miei elettori, i miei sindaci, i giovani del mio partito. Persone che spesso ignorano chi io sia - c'è anche qualcuno che guarda la televisione meno di me, vivaddio! - persone con cui ho condiviso infinitamente meno di quanto ho condiviso qui con voi, ma anche persone per cui posso fare qualcosa, qualcosa di concreto, nel mio nuovo ruolo, e farlo in tempi umani, e alle quali, in mancanza, spesso, di una comune visione ideologica, mi lega qualcosa di meno identitario ma più forte: la comune appartenenza all'umanità. Forse, è un'ipotesi, in questa fase della mia vita mi appaga di più bermi un bicchiere di vino con un pastore o un operaio che di me non sa niente (non sa chi sono, che lavoro faccio, e se lo sapesse non saprebbe in che cosa consista...) che estenuarmi per tenere unita, per alimentare una fiammella di speranza in voi, che invece, a sentirvi, sapete tutto, di me e del mondo, e venite a spiegarmelo. Non vi offendete, vero, se però a me interessa più quello che non so (ad esempio, quando e come si seminano le patate in montagna) di quello che già so e accanitamente tornate a insegnarmi (o anche di quello che mi accanisco a spiegarvi e risolutamente non volete comprendere)! Non posso affermarlo con certezza, ma ho qualche dubbio sul fatto che chi ha firmato la Pace di Vestfalia abbia anche dichiarato la Guerra dei Trent'anni (lo svedese senz'altro no, aveva sette anni quando è iniziata!). Forse una conseguenza talmente ovvia da sfuggire all'attenzione delle guerre lunghe è che difficilmente chi le dichiara può vederne la fine. Anche questo, che vale per voi come per me, è un dato da tenere in considerazione. Insomma, anche per l'energia politica c'è un problema di programmabilità - o, se volete, di intermittenza - e di costi! Certo, a fronte di risposte così scarse, non credo sia più ergonomico per me né di qualche beneficio per voi che io mi sbatta tanto per escogitare eventi di qualità, per portare avanti una battaglia culturale. L'esperimento che mi tentava, perché abbiamo visto che funziona, era quello di mostrare a una certa classe dirigente che cosa interessa "ar popolo", e quello di mostrare "ar popolo" che cosa sa la classe dirigente. In autunno era riuscito, sono certo che la strada sarebbe utile e feconda, ma se non volete percorrerla io non voglio costringervi. Ai miei amici, a quelli con cui condivido il cruccio per il nostro Paese conculcato, né più né meno di sempre, da potenze fisiologicamente ostili, dico sempre che non possiamo rimproverarci di non aver avuto successo dove Keynes aveva fallito! "Le conseguenze economiche di Mr. Churchill" restano la migliore descrizione della nostra situazione, ma non servirono, appunto, a evitare le conseguenze economiche di Mr. Churchill, così come non sono servite, oggi, ad aprire tante menti. Capisco quindi il vostro disamoramento e non vi chiedo di forzare la vostra natura. Almeno questo, a sessantadue anni, cioè quando sono stato costretto, l'ho capito: la natura va assecondata. D'altra parte, però, se riunirvi come community non vi interessa più, se a/simmetrie o questo blog non riescono più a motivarvi e a coinvolgervi, non posso che conformarmi a quel principio di realtà cui auspico che si conformino i miei avversari politici! Ne prenderò atto, e mi risparmierò tanto lavoro inutile. Volevo riscrivere ad Ashoka Mody per il Goofy13, ma prima volevo sentire il segretario della Farnesina per sapere la data del G20 dello sviluppo (che si terrà a Pescara), ecc. Dietro ogni evento c'è lavoro, e quel lavoro non si vede. Organizzare cose per un po' mi è piaciuto. Ma se non c'è risposta, posso fare altro: ricominciare a suonare, ricominciare a leggere, fare una passeggiata... Mi tocca perfino organizzare gli eventi che organizzate voi! Non più tardi di un paio d'ore fa Claudio mi ha detto di non sapere nulla di uno dei nostri prossimi incontri, forse perché quello di voi che mi aveva coinvolto mi vedeva più come suo segretario che come relatore! Succede anche questo, e succedono tante altre cose: possiamo anche prenderci un sabbatico. Succede anche che è tardi, e me ne vado a dormire. Questo post, per la parte in tondo, stampatelo: è il nuovo "I salvataggi che non ci salveranno". Potremmo chiamarlo "L'energia pulita che ci inquinerà". Tenetelo da parte, perché non ce ne saranno più molti. Lavorerò perché il midterm abbia la qualità di sempre, e poi passerò ad altro, come state facendo voi...)

56 commenti:

  1. Egregio Onorevole,

    non vorrei passare per l'avvocato d'ufficio di Terna, ma nel piano di sviluppo 2023 (https://www.terna.it/it/sistema-elettrico/rete/piano-sviluppo-rete), la società sembra essere conscia delle criticità da lei esposte e prevede delle contromisure da mettere in atto. Gli interventi principali sono due: la rete Hypergrid e lo sviluppo di nuovi accumuli.

    Qui sotto, trova qualche estratto significativo dal documento "Benefici di sistema e analisi robustezza rete":

    Sulla base delle richieste di connessione, si considera un incremento della potenza installata maggiore al Sud e sulle Isole (+50 GW) rispetto a quanto localizzato nelle zone Nord e Centro-Nord (+20 GW). L’evoluzione verso una sempre più sbilanciata produzione a fonte rinnovabile al Sud provoca un ulteriore incremento sui flussi in transito da Sud verso Nord.

    In questo scenario l’attuale infrastruttura non riuscirebbe a garantire una capacità di transito sufficiente tra Sud e Nord che permetta uno sfruttamento efficiente dell’energia prodotta prevalentemente al Sud. In assenza di interventi finalizzati all’aumento dei limiti interzonali, si rende necessario un importante taglio della produzione rinnovabile per garantire l’esercizio in sicurezza del sistema elettrico.

    Un’ulteriore sfida da affrontare arriva dalla copertura del fabbisogno di riserva, che risulta essere crescente al crescere della penetrazione FER e di cui Terna si approvvigiona nel Mercato dei Servizi di Dispacciamento (MSD). Tuttavia, le fonti rinnovabili non programmabili non partecipano pienamente all’MSD (anche per motivi strutturali) e conseguentemente la riserva è allocata principalmente sulle risorse convenzionali. La crescita attesa delle FER potrebbe comportare situazioni in cui la maggior parte del parco termoelettrico risulta spento in esito all’MGP, in particolare durante le ore centrali nei mesi primaverili quando la produzione dei sistemi fotovoltaici raggiunge valori elevati. In questo contesto, potrebbe essere necessario ridurre in fase di MSD la produzione FER al fine di “fare spazio” agli impianti termici che possono soddisfare il vincolo relativo al fabbisogno di riserva. Inoltre, ci si attende un contributo crescente nel soddisfacimento del fabbisogno di riserva da parte degli accumuli, contenendo tale approvvigionamento da fonte termoelettrica e consentendo, allo stesso modo, l’esercizio in sicurezza del sistema.

    Gli interventi di sviluppo rete ricoprono un ruolo di fondamentale importanza per ridurre le limitazioni all’integrazione di produzione rinnovabile. Con particolare riferimento allo sviluppo di Hypergrid, l’aumento della capacità di transito interzonale associato porterà benefici evidenti sul volume di Overgeneration, riducendo la necessità di tagliare la produzione da fonte rinnovabile. I vantaggi di uno sviluppo infrastrutturale che comporta un innalzamento dei limiti di transito non permettono solamente di garantire maggiore trasporto di produzione dal Sud al Nord, ma garantiscono una maggiore flessibilità nell’allocazione della riserva, grazie all’aumento della disponibilità al mutuo soccorso tra le diverse aree.

    Un saluto,
    Fabio

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    1. Egregio Onorevole,
      in effetti, non serviva prendere le parti di Terna, le critiche erano rivolte altrove.

      Convengo anche io che i punti fondamentali sono due:
      - Terna (ossia la rete elettrica) sarà l'attore centrale di questa transizione "green";
      - Chi sosterrà i costi di questa transizione siamo noi cittadini (sempre che la BCE non voglia sponsorizzare!).

      Faccio anche notare, ma è cosa nota ai più, che in questa transizione gli investimenti servono a sostituire del capitale esistente (vedi le centrali termoelettriche, le caldaie a gas o le automobili con motore a combustione interna), non ad incrementarlo.
      Anche se non sono molto ferrato in storia, mi viene da dire che gli investimenti avutisi nella rivoluzione industriale sono serviti ad accrescere il capitale e la sua produttività. Non credo si potrà dire altrettanto della famigerata transizione green.

      Un saluto,
      Fabio

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    2. Hai ragione, questo è un ottimo punto, anche in chiave dialettica. I guadagni di "produttività" vengono fatti risalire ai minori costi delle rinnovabili in fase di produzione, ma a me pare manchi generalmente una visione complessiva, dell'intero ciclo di vita di questo capitale "sostitutivo e non addizionale", come evidenzi. Attenzione però sempre alla rivoluzione digitale, che rischia di far aumentare drasticamente il fabbisogno (il Bitcoin è solo un caso limite, ma anche l'Intelligenza artificiale non scherza: se il primo è una Malesia, il secondo è un'Olanda, e messi insieme rischiano di fare 'na Camboggia (cit.). Questo solo per dire che chi vuole un mondo green&digital (cioè l'UE) non sa che cosa vuole (non è la prima volta), e che oltre alla capacità "sostitutiva" occorrerà capacità aggiuntiva, perché l'AI sostituisce l'uomo, non la pressa idraulica...

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    3. Egregio Onorevole,

      aggiungo un ulteriore commento, prendendo spunto da una sua considerazione, ovvero che senza la corsa forsennata (e, aggiungo io, cominciata in ritardo) al rinnovabile, si sarebbe potuto dare alla tecnologia il tempo di adeguarsi al Mondo nuovo.

      Si è voluto, infatti, scommettere tutto sull'eolico e sul fotovoltaico, non considerando (almeno da noi e per adesso) anche altre tecnologie, come il nucleare e la biomassa.

      Inoltre, ci potrebbero essere (uso il condizionale perché non sono un esperto del settore) modi più efficienti di sfruttare, ad esempio, i venti (vedi https://x.company/projects/makani/).

      Un saluto,
      Fabio

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    4. Mi inserisco per un ulteriore (duplice) commento:
      - alla lista delle occasioni mancate va aggiunta la geotermia, in cui eravamo leader mondiali
      - la transizione da analogico a digitale è intrinsecamente energivora, nel senso che tutto, nel mondo digitale, richiede energia (banalmente: il pagamento alla cassa del supermercato), generando un fabbisogno che non incrementa automaticamente l'efficienza del sistema.

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  2. nel ringraziarla di cuore per quello che ha fatto, sta facendo e, sono sicuro, continuerà a fare per colpa di quello spirto guerrier ch'entro le rugge, nel mio, purtroppo non isolato, caso la mia assenza, la mia carenza di apporto fattivo, è dovuta a quello che io chiamo schiavismo indotto, riallacciandomi anche al thread precedente, cioè quella forma di ansia da prestazione che mi obbliga ormai da anni, a lavorare indefessamente anche il sabato e la domenica come se non ci fosse un domani. Formalmente sono uno schiavo, e nel mio settore non sono l'unico, che alimenta con il suo sudore i tiranni che hanno deciso di godersi la vita sulle spalle della brava gente. Vorrei supportarla anche con la mia presenza ma la mia coscienza ha delle priorità, però non molli, ne va della mia sanità mentale :)

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    1. Sicuramente non mi fermerò e probabilmente fai bene a non fermarti: anch'io conosco quella sensazione. Posso però dirti che prima mi sono accertato di potermela permettere, facendo le opportune analisi. All'elettrocardiogramma sotto sforzo lo spirto guerrier che entro mi rugge ha fatto desistere il cardiologo (visto che non mi stancavo e che recuperavo in fretta) e all'ecocardiogramma lo spirto guerrier della giovinezza ha evidenziato un "lieve ispessimento interventricolare", cosa che, dice Lascienza, "si riscontra normalmente negli atleti" (l'ipertensione nel mio caso è da escludere perché non c'è). Questo, aggiunto alla mia pressoché assoluta certezza di non essere soggetto a miocarditi benigne incorrelate, mi permette di abbandonarmi tranquillo allo "schiavismo indotto", o "imperativo categorico", che dir si voglia! Pensa invece che nel preparare questo convegno due mesi sono andati persi aspettando la risposta di un amico che, come ho poi scoperto, non poteva rispondermi perché era in coma farmacologico indotto dai medici a seguito di un infarto decisamente grave. E sai di che cosa abbiamo parlato, quando lui è stato di nuovo in grado di comunicare? Di Whatsapp. Vedi il nesso? Quindi fai quello che vuoi, ma... attento alla salute. Il cuore è importante in tutto quello che si fa....

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    2. la ringrazio, davvero; in fondo stima ed empatia seguono strade non palesi e mai banali, che esulano dalla conoscenza diretta. Quanto al tema del giorno, la mia opinione e che dai tempi del referendum sul nucleare che abbiamo delegato l'approvvigionamento del fabbisogno necessario, e continuiamo a perseverare svendendo asset, non finanziando la ricerca e obbedendo alle paturnie dei burocrati d'oltralpe. Al sud la scelta potrebbe anche avere un suo appeal ma il nord vorace dovrà fare i conti prima o poi con l'accresciuta fame energivora dei supercomputer, dell'AI e delle fabbriche robolobotomizzate

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  3. Ci sono sempre alternative. Basterebbe super aumentare i consumi e le centrali termoelettriche tornerebbero economicamente sostenibili.

    Auto volanti elettriche per tutti.

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    1. E anche questo è un buon punto: il delirio in cui siamo immersi ha diversi livelli di contraddizione interna! :)

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    2. qualche tempo fa mi sono imbattuto in questo articolo che mi è sembrato interessante, avendo studiato l'acquasupercritica in geotermia, ma non ho notizia dello stato dell'arte del progetto a cui era interessato anche l'Enea. Anche l'acqua supercritica prelevata dai vulcani potrebbe un giorno essere di qualche utilità, come mi pare che stanno tentando di fare gli islandesi https://www.expoclima.net/co2-supercritica-trasformare-il-calore-inutilizzato-dalle-industrie-in-elettricita

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  4. I grandi fondi USA (specie i tre più grandi) hanno fatto un grande investimento sul "green", preparando l'operazione foraggiando anni e anni di propaganda ambientalista e convincendo i politici di varie organizzazioni sovranazionali ad appoggiare quell'agenda. Ora si stanno godendo i benefici dei sussidi e dell'aumento di incassi causato dal fatto che i prodotti green costano di più a parità di efficacia (anzi, spesso con efficacia minore). Al momento giusto faranno tutti insieme exit e lasceranno il cerino in mano agli altri, puntando verosimilmente sul nucleare (che, sui mass media, quel giorno stesso diventerà immediatamente green e dovrà essere sussidiato ed adottato obbligatoriamente da ogni stato occidentale, di modo che il ciclo di trasferimento di ricchezza dai cittadini del mondo alle casse di pochi continui). Del resto, senza nucleare, non è pensabile sostituire anche solo in parte i fossili nella produzione di elettricità in quantità sufficiente per le esigenze delle economie avanzate. Pare insomma che i detentori dei grandi capitali abbiano capito che costa molto meno influire sulle scelte poltiche a livello sovranazionale per far emanare agli stati leggi che costringano i cittadini a tenere comportamenti inefficienti piuttosto che investire in prodotti efficienti e a buon mercato. Cosa che dovrebbe far rabbirvidire soprattutto i sedicenti liberisti.

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    1. Nessuno, tranne i piddini, poteva immaginare che uno spettacolo così accurato come quello fornito dalla bimba con le treccine fosse spontaneo e gratuito: è chiaro che dietro c'erano molti soldi. Il punto è che chi ha molti soldi regolarmente perde molti soldi perché va a sbattere di solito a causa di una errata percezione del rischio, e a quel punto l'unica salvezza è ricorrere a chi i soldi li stampa o li mobilita con le imposte: lo Stato. Sono totalmente d'accordo sul fatto che la governance sovranazionale è diventata l'interlocutore più efficiente ed efficace dei grandi interessi economici: bussando a una sola porta fanno disastri che mai potrebbero fare se si sottoponessero al ciclo politico e al circuito democratico dei singoli paesi. Tuttavia, anche se è opportuno sottolinearlo qui, questa non è una novità, e non perché sia già successo coi vaccini e l'etiope, ma perché è già successo con l'euro...

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    2. Le bionde trecce, gli occhi verdi e poi
      Le tue calzette green
      E l'innocenza sulle gote tue
      Due arance ancor più green

      E la cantina buia dove non
      Non c’era più corrente
      E le tue corse, e l'eco dei tuoi no, oh no
      È tutto inquinante
      Dove sei stata, cosa hai fatto mai?
      Una donna, donna dimmi
      Cosa vuol dire sono green ormai?
      Ma quanti Junker ti hanno stretto, tu lo sai
      Per diventar quel che sei
      Che importa tanto tu non me lo dirai
      Infingarda!

      O carbon nero, carbon nero, carbon ne-
      Tu davi luce a tutti quanti, anche a me
      O carbon nero, carbon nero, carbon ne-
      Tu davi luce a tutti quanti, anche a me

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  5. Mi scusi tantissimo, non volevo spiegare nulla a Lei ma solo controbattere una recriminazione che mi pareva assurda. La ringrazio di tutto e non la scoccio mai più, vada come deve andare. Buon lavoro sempre

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    1. Aiuto! Che ho fatto? Magari volevi commentare un altro post?

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  6. Grazie per il nuovo amico, seguo il blog da almeno 10 anni, la prendo come un riconoscimento formale. Per inciso: tranne sulla questione energia, siamo solitamente d'accordo - ma questo è scontato: è facile essere d'accordo con il ragionamento scientifico.

    Tornando al senso del post, ammetto di averlo letto un po' di fretta ma tornerò a leggerlo nuovamente. Stranamente questa volta mi trovo d'accordo con lei e con il grafico rosso: quello sarà il futuro che probabilmente ci attenderà, ma si potrebbe evitare considerando un mix dei seguenti aspetti : 1) revisione dei mercati dell'energia. Non penso necessariamente a sussidi e capacity market, ma in generale a regole di funzionamento non basate su meccanismi ad asta e costi marginali 2) sviluppo sistemi di accumulo (non necessariamente elettrochimico) 3) altri sistemi di accumulo (es. V2G) 4) efficienza energetica 5) Nucleare (si, sono un ecologico che usa il cervello)

    Ps. Io non sono nessuno, solo uno de passaggio il cui lavoro per anni è stato quello di capire come gli accumuli elettrochimici potevano portare valore economico a chi li andava a installare in giro per il mondo.

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    1. In effetti ci sarebbe da chiedersi il perché di questa predilezione dell'UE per le aste (sono senz'altro un espediente retorico per convincere il consumatore che i suoi interessi sono tutelati: in che cosa si traduca in pratica questa tutela poi è tutto da discutere). Naturalmente il futuro comporterà il ricorso ad accumuli, che però ora sono una frazione infima del parco elettrico, e mi sembrano complessi da sviluppare perché hanno anche loro costi ambientali non irrilevanti (magari più percepiti che reali, ma li hanno: un esempio qui), il che crea un ulteriore livello di cortocircuito. Il V2G è bellissimo. Il nucleare richiede almeno dieci anni. Sintesi: l'impostazione data finora ci mette oggi nella necessità di ricorrere al termoelettrico per non finire a gambe all'aria.

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    2. Vero. Come tutti i dibattiti, anche in questo ci sono delle posizioni polarizzate, per cui da entrambe le fazioni si dicono fesserie (no al nucleare, chiudiamo tutto ciò che non è green, ma anche un generico "elettrico brutto e inutile" ).

      Sono d'accordo che non chiuderemo tutto entro il 2028, almeno il ccgt dovremo lasciarlo. Già togliendo di mezzo il carbone, avremo fatto un piccolo passo in avanti. Certo è che pensare alla questione come faceva il ministero della transizione ecologica nella sede romana di via Cristoforo colombo (c'era un timer che indicava non so bene cosa, probabilmente la fine del mondo) per cui o diventiamo tutti Greta entro 6 mesi i i nostri figli vivranno nel deserto e i nostri nipoti moriranno di fame, mi sembra un po' esagerato.

      Noto una piccola coincidenza, che poi magari è solo la bravura (o la fortuna) del personaggio di saper essere al posto giusto nel momento giusto: Cingolani a capo del ministero della transizione Ecologica in un momento storico come quello, e a capo di Leonardo, in un momento storico come questo..

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    3. Mi dicono che l'uomo è intelligente e per dimostrarmelo mi suggeriscono di guardare questo (non ho ancora avuto tempo di farlo, me ne scuso, ed è su materia non attinente).

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    4. Interessante. Simpatico e intelligente con idee chiare. Non ho capito che ce famo co tutta sta potenza de calcolo in Italia! Parlo di PA (comuni, regioni, pensioni, fisco etc). Magari qui qualche esperto me lo spiega.

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  7. molto più intensamente da una fornitura stabile di energia elettrica, e questo perché siamo diventati tutti "digitali".
    Se mi posso permettere, non è che lo siamo diventati noi , i procedimenti a livello burocratico e finanziario hanno voluto spostarsi, per aumentare la produttività verso quella direzione e il cittadino ahimè si è dovuto adeguare , vedi il blog digital e mai visto al tabacchino una copia di goofynomics cartacea ... Senza però investire per mettere in sicurezza un sistema dove a volte basta un piccolo sbalzo di tensione e alcune aziende cominciano ad avere problematiche importanti... con il resto che ne consegue .

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    1. Perdonami, questa precisazione non è che aggiunga molto al senso del post. Anche quando saremo diventati morti non lo avremo voluto noi, la decisione sarà stata presa altrove, ecc. Dovremo però (a dire il vero non noi, altri) tenere conto di questo stato delle cose, visto che le intenzioni non bastano.

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    2. Sono d'accordo. E' che da come è stato scritto ha generalizzato troppo , personalmente digitale o meno come si riusciva a vivere negli anni 80 e 90 in serenità, senza digggittal si potrebbe fare anche adesso , poi lo sa meglio di me il motivo di tale diggitalllizzzazzione forzata 😇

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  8. Mi spiace molto non esserci, Roma peraltro mi è molto più comoda di Pescara, ma ho preso un impegno prima di sapere di questo midterm.
    Sarò senz'altro ai prossimi eventi, un abbrwccioa chi ci sarà, Roma vale il biglietto già di per se, buon lavoro.
    Paolo

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    1. Mi sembrava di aver detto da subito dopo l'ultimo (in molti sensi) Goofy che le date sarebbero state 13 aprile e 16 novembre, ma è oggettivo che non ho avuto molto tempo di comunicarvelo. Il mondo però è ingiusto: qualche volta si paga per gli errori altrui (cosa che il mio staff sa benissimo, subendo ogni giorno le conseguenze dei miei errori).

      La scelta di Roma è appunto una scelta di comodità, ma è anche una scelta molto costosa in termini organizzativi: non si trovano alberghi per i relatori, il catering costa cifre astronomiche, le sale non ne parliamo, ecc.

      Quindi direi anche basta così, e sono certo che sarete d'accordo con me: se vogliamo che l'esperienza di a/simmetrie continui, se vogliamo tenere accesa questa fiaccola, non possiamo dilapidarne le sempre più scarse risorse, e magari dovremo pensare a un diverso modello di attività, per esempio convertendoci ai webinar, e rinunciando a convegni "fisici".

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  9. Io sono costretto a rinunciare questa volta. Altrimenti sarei in prima fila. La risposta è fiacca forse perché per una giornata sola i più lontani sono svantaggiati. Altri sottovalutano il tema, sicuramente.
    Negli ultimi dieci anni ho dovuto rinunciare molte volte per questioni economiche che mi suggerivano di non distrarre risorse, seppur per cose molto importanti.
    Riguardo al tema seguo attentamente, ma la mia ignoranza nel settore mi convince ad astenermi da commenti.

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    1. Ti capisco perfettamente. Il problema di non distrarre risorse, del resto, ce l'ha anche l'associazione, per cui direi che da quest'anno con gli eventi a Roma, molto costosi in termini di tempo e di finanze, abbiamo chiuso. Non credo che l'associazione possa correre il rischio di operare sotto break-even. Sulla durata non saprei dirti. Certamente eventi di più di un giorno danno la soddisfazione di incontrarsi e di passare un po' di tempo insieme. Richiedono però spese di soggiorno ecc. (lato partecipanti) e ulteriori costi organizzativi (lato associazione). Secondo me conviene farsi la vita più semplice.

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    2. Devo dire con vergogna che anch'io non ci sarò per questioni logistiche (Ortona è oggettivamente più vicina a Pescara). Ma aggiungo anche di non aver capito che fosse "un FinDay": dico anche questo con vergogna, perché ero anche a Piazza del Popolo...
      Sicuro sarò a Solagna, spero di portare qualcuno.

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    3. Ovviamente se la partecipazione "fisica" agli eventi è molto inferiore al "break-even" delle spese convegnistiche (catering, ospitalità dei relatori, affitto della sala, ecc.) posso immaginare, e da socio chiederei all'associazione, di riflettere su come utilizzare le proprie risorse per perseguire tutti i propri scopi, che non sono, non ve ne dogliate, quello di organizzarvi due giorni di ricreazione all'anno, per quanto proficui possano essere. Lo Statuto è sul sito per un utile ripasso.

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  10. Risposte
    1. Esatto: che palle! Capisco quindi una certa "fatigue"...

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    2. Fortunatamente la realtà dei numeri ha la testa dura!

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  11. La garde meurt mais ne se rend pas!
    C'eravamo a luglio del '21, ci vediamo sabato.

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    1. Qui non si tratta di morire ma di vincere, ed è oggettivo, nel ringraziarti per la tua presenza (ti fai un favore, peraltro), che se si danno certi segnali tutto diventa molto più difficile. Ma la cosa non mi preoccupa più di tanto: sto capendo come concentrare e dove indirizzare le poche forze residue, e sicuramente il mio futuro non è nell'organizzazione di eventi...

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  12. Di questi problemi ne parla spesso l'"avvocato dell'atomo", al secolo Luca Romano. In poche parole, tutte queste rinnovabili non programmabili (solare ed eolico) destabilizzano la rete e fanno lievitare le bollette per i cittadini.
    La soluzione sarebbe sostituire le centrali termiche con le centrali nucleari, ma in Italia è un taboo.

    Sarebbe interessante invitare Romano a qualche panel di asimmetrie, ma il personaggio è del tutto refrattario a chi vota a destra quindi è tempo perso.

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    1. Comunque qui ci sta benissimo un "e sti cazzi?", a mio avviso. Di un ricercatorino ideologizzato possiamo farne tranquillamente a meno: avrete amministratori delegati (cioè gente che fa, non che racconta) a spiegarvi con maggiore cognizione di causa certi fenomeni.

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  13. Professore,
    conscio di non avere argomenti che potessero arricchire il dibattito, sia per il mio tipo di competenze che per il mio relativamente recente approdo al blog, la maggior parte delle volte mi sono astenuto dal pubblicare commenti che le avrebbero solo fatto perdere del tempo.
    Considerando che, come lei stesso ha detto, dopo il periodo COVID c'è stato un ricambio nella composizione della community, probabilmente la scarsità nei commenti di qualità dipende dal fatto che molti altri sono nelle mie condizioni.
    Tuttavia le posso assicurare che, almeno per quanto mi riguarda, il tempo che qui ci ha dedicato non è andato sprecato.
    Non le dico questo per cercare di influenzare in qualche modo le sue decisioni future ma soltanto per ringraziarla ancora una volta di quanto ha fatto, sta facendo e farà.
    So quanto il tempo sia prezioso, soprattutto per chi ha passioni, e il fatto di rinunciarvi per cercare di raddrizzare le sorti di questo paese suscita in me la massima stima ed ammirazione.
    Comprendo inoltre la necessità di curare l'elettorato del suo collegio perchè da quello dipende la possibilità di restare dov'è necessario essere
    se si vogliono cambiare le cose. E stare lì dove si prendono le decisioni richiede tempo che prima aveva a disposizione e che ora deve essere trovato sottraendolo a qualcos'altro.
    Sono sicuro che qualsiasi scelta sarà fatta allo scopo di incidere il più possibile nell'interesse del paese e quindi di tutti noi e pertanto sarà in ogni caso ben accetta.

    Cordialmente.

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    1. Non vorrei sembrare troppo arrogante! La qualità dei commenti c'è: ho passato tutto il giorno a studiare paper che mi avete indicato qualche post fa, lo scambio fruttuoso prosegue, se però si ha tempo di alimentarlo. Del resto, è parte della natura di un blog il non "autoalimentarsi", e quello che ha reso Goofynomics eccezionale rispetto al panorama dei blog di economisti è il tempo che gli abbiamo dedicato, a cominciare da me. Si autoalimentano solo piattaforme soggette a enshittification. Quindi so che il tempo dedicato al blog non è sprecato, solo che da quando questa storia è partita sono cambiate due cose:

      1) non ho più tempo, purtroppo, e:

      2) il consenso che non cerco e non mi serve (poi specifico) serve però a indirizzare il dibattito, e a voi indirizzare il dibattito servirebbe.

      Banalmente, se Claudio non avesse avuto la geniale idea di far vedere in modo tangibile che siete tanti tramite il FinDay, oggi ci saremmo beccati con tutta probabilità la riforma del MES. C'è un altro modo tangibile di far vedere che si è in tanti, ed è esserci, cosa che non vi ho mai chiesto, perché non è mai stato necessario. Ovviamente non succede quando ve la avrei chiesta, ma questa è banale legge di Murphy. Va da sé che non potranno non esserci conseguenze.

      Quanto al mio collegio, il mio desiderio di curarlo non è dovuto al fatto che "da quello dipende la possibilità di restare dov'è necessario essere", e questo per vari ordini di motivi:

      1) perché non so se ci voglio restare (per ora sì, ma sto invecchiando);

      2) perché con questa legge elettorale dato un certo consenso atteso l'elezione è sostanzialmente una cooptazione, quindi il mio "essere dov'è necessario" dipende molto di più dagli accordi fra i leader che dal consenso del mio elettorato (sad but true), per il semplice motivo che anche se volesse votarmi non potrebbe votarmi se non venissi candidato;

      3) per il Teorema di Bagnai sull'irrilevanza dell'emendamento: in una democrazia parlamentare nessun emendamento ha mai spostato un voto, semplicemente perché se le cose vanno bene i cittadini pensano che questo sia normale e sia loro dovuto, e non intuiscono quanta fatica e quanto impegno richieda la normalità.

      Mi dedico al mio collegio perché mi fa piacere, perché cerco di fare per bene fin nei più superflui dettagli il mio lavoro, perché persone analogiche hanno comunque qualcosa in più da comunicare di persone digitali. L'esperimento del goofy e del midterm, che probabilmente possiamo considerare chiuso, era stato quello di convertire una community digitale in una community analogica. A qualcuno questo ha portato qualcosa (esempio: una moglie, o un marito, a seconda dei sessi di vista), anche a me, non ve lo nascondo, ma non è detto che perché una cosa ha funzionato la si debba tenere in vita a ogni costo o non se ne possa immaginare un'altra.

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    2. Carissimo prof, a me quell'esperimento ha portato la migliore delle mogli, ma certo questo risultato straordinario appare poco significativo sulla scala secolare della vita di una nazione. Vorrei farle sapere però che è merito di questo luogo di confronto se sono riuscito ad arrivare, pian piano, dentro a una delle poche aziende che incidono sui temi importantissimi di cui si parlerà sabato. Sarò quindi presente con piacere ma avrò anche la possibilità concreta di utilizzare quello che ascolterò nel mio lavoro.
      Penso siano diversi quelli che hanno usato le nozioni, il savoir faire e soprattutto il metodo appreso nel Goofy-mondo per arrivare a prendersi delle responsabilità nel nostro paese. Sono certo che questa piccola rete verrà buona al momento giusto.
      E se sono tanti ad essere usciti da questa realtà, questa realtà non è però uscita da loro. Mi riferisco soprattutto ai millennials. Ci vorrebbe un fenomenologo più bravo di me per capire quali sono i motivi storici, psicologici o culturali o economici che gli hanno spezzato la schiena, ma di sicuro il mondo va avanti. Quindi prof, per carità, non si stanchi mai di insegnare ai giovani, ne avremo bisogno.
      Grazie,
      R.

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  14. Beh... Magari facciamo la fusione e così va tutto a posto... :-)

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  15. Professore, faccio mio il commento di Luciano Giombini qui sopra. I suoi post sono sempre utilissimi ma davvero non ho nulla di utile da aggiungere o commentare e taccio. La fase degli istwine, ma anche di quarantotto, del pedante è passata e forse era inevitabile. Analogamente, per mia indole, non sono mai venuto a un goofy evento ma non ho nemmeno mai lasciato indietro nessuna registrazione degli interventi ai goofy, sempre interessanti, sempre in grado di aprire prospettive e visioni. Per questo sono profondamente grato a lei e a tutto lo staff di A/Simmetrie e stamattina ho fatto quel che posso fare ma che era un po' tempo che dimenticavo di fare: un bonifico. Il sostegno al vostro encomiabile lavoro c'è anche quando non si vede e le pulci nelle orecchie lavorano. Forza e coraggio e grazie sempre.

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    1. Tocchi diversi punti significativi. In parte il non poter più aprire a contributi esterni, anche quando ne ricevo di interessanti, deriva dal non voler conferire a chi vuole condividere con noi le sue idee una indebita esposizione politica. Certo, questo non vale per quarantotto, che è stato sottosegretario nel Conte I, ma può valere per altre persone. Quanto al partecipare o meno ai nostri "compleanni" annuali, dipende evidentemente dall'inclinazione personale ed è stata una possibilità che vi ho voluto offrire, finché ne avete voluto approfittare, ma di per sé non è particolarmente essenziale. Spesso mi salutano e mi ringraziano persone che, pur seguendomi, non hanno la minima idea di che cosa sia un goofy: rispetto alla creazione di un movimento di opinione quegli eventi sono totalmente irrilevanti. Diverso è il discorso sull'associazione. Moltissimi sono quelli che mi suggeriscono di tenerla in vita, per il patrimonio di lavoro che ha fatto, per il significato che può avere, nell'asfittico panorama italiano, un think tank realmente indipendente. Però è indubbio che senza risorse nessun progetto può andare avanti.

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  16. Buongiorno professore. Ha la mia stima incondizionata già come competente per ciò che studia e fa e come uomo per ciò che prova.... La disillusione in chi ci circonda la capisco e la vivo quotidianamente anche io... Non è facile accettare di essere circondati da persone che non colgono o fanno finta di niente. Ed anche io sia per il mio lavoro che per il mio attivismo politico cerco poi di staccare la spina. Non coltivo hobbie particolari a parte leggere - e spesso leggo cose da attivista quindi non stacco - ma trovo conforto in cose semplici.... Ieri ho portato mio figlio a vedere il pianto romano, il mausoleo eretto in memoria della battaglia tra garibaldini e borbonici... La prima che aprì la strada alla conquista del regno delle due Sicilie... Conosco la storia ma mi hanno colpito alcune chicche che una guida volontaria del luogo.... Si chiama pianto romano perché l'altipiano su cui si erge apparteneva ad un indigeno del luogo tale signor Romano che ci piantava le sue vigne, le chiamate in siciliano... Le piante da cui ... Pianto romano... Curioso... E poi mi ha colpito un altro fatto. Li sono seppelliti i morti di tutte e due le fazioni belligeranti..... Caso unico se non raro.... Perché lo scrivo a lei e a voi del gruppo? Non lo so. Mi ha rilassato questo break e mi piaceva l'idea di condividerlo. Pensavo a come la guida narrava l'evento.... " Garibaldini che liberano il meridione dall'oppressione borbonica" invece di dire che i garibaldini stavano conquistando il meridione per il Regno sabaudo. La scala di Pippo....

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  17. I miei commenti sono stati perlopiù un ringraziamento per le sue attività e questo non fa eccezione. Capisco e appoggio le sue considerazioni finali. Il coraggio, la quantità e la qualità di queste pagine - e di quanto ne è promanato - non potranno mai essere dimenticati. Confermo che gli insegnamenti di questo blog e il suo esempio personale mi hanno regalato motivazioni e riflessioni indispensabili per passare ad altro, in particolare per trovare un lavoro più adatto alle mie reali necessità, formare una famiglia e dare altri figli al Paese, senza rinunciare né alla fatica di approfondire contenuti e prospettive coerenti, né alla consapevolezza di dover difendere nel tempo tutto ciò. Per queste ragioni, sono sicuro che la mia strada troverà comunque il modo di incrociare ancora la sua e quella di altri compagni di viaggio

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  18. Capisco che le cose possano avere una fine (ed è segno che siano servite) ma io rimango in ascolto o lettura di come vorrà esprimersi. Uno come lei deve esprimersi perché, pur non avendo il fisic du role, è nato per condurre.

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  19. Se l'importanza della partecipazione a un evento (e mi riferisco soprattutto al 28 luglio 2021, che richiedeva solo la voglia di esserci) potesse essere compresa, quella partecipazione non andrebbe richiesta. In fondo è un ovvio corollario, no?

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  20. Onorevole,
    intanto grazie: ho imparato molto di più in quattro anni di Goofynomics che nei miei trent'anni precedenti.
    Due brevi commenti:
    - è vero che la produzione di EE da fonte fossile viene messa "fuori mercato" dall'aumento delle FRNP, ma quello non è un mercato libero, come si sottintende normalmente, ma "drogato" dai sussidi, che pagano l'energia da fonte rinnovabile anche quando non vale nulla, cioè quando la produzione istantanea supera la richiesta, mentre costringono "gli altri" ad annaspare nella tempesta
    - le la tocca piano... Quando saremo giunti al "paradiso degli ingenui" avremo un doppio paradosso: pagheremo i sussidi alle FRNP (che normalmente sono assegnati per molti anni, tipicamente 20) - che sono la causa del problema - e pagheremo contemporaneamente quelli alle fonti fossili come "riserva calda", che sono la soluzione del problema. In realtà questo avviene già oggi, ma ancora a livelli accettabili e mascherati negli "oneri di sistema".

    Spero di poterla salutare di persona sabato!

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  21. Caro Onorevole, al netto della mia incondizionata stima nei suoi confronti e nel lavoro che svolge quotidianamente, mi trova quasi completamente contrario alla prima parte del suo post e quasi completamente a favore della seconda parte del post (forse è un'altra forma di "reciprocità"). Il blackout del 2003 è accaduto quando circa l'80% della produzione di energia elettrica era prodotta con il termoelettrico (gas+ carbone+olio combustibile) il 15/17% da fonte idroelettrica (rinnovabile programmabile) e la restante da fonte nucleare (franco/svizzera) mentre le fonti non programmabili (solare+eolico) erano inferiori all' 1(https://download.terna.it/terna/0000/0112/58.pdf). La questione prettamente quantitativa che si dovrebbe analizzare in questo contesto ma che faccio fatica a trovare nel "dibattito" dovrebbe essere la seguente: qual è l'andamento del consumo di "energia primaria" in TEP necessario a generare il PIL nel nostro paese? (o comunemente definita intensità energetica) dal 2000 ad oggi? Oppure un altro indicatore utile da analizzare dovrebbe essere questo: l'indicatore della dipendenza dell'economia nazionale dalle importazioni di diverse fonti energetiche per soddisfare il proprio fabbisogno è sceso dall' 85% del 2006 al 77% del 2021. Questi indici sono il risultato di una somma di fattori tra i quali la penetrazione delle fonti energetiche rinnovabili non programmabili e l'efficientamento energetico del settore industriale. Sicurante c'è un limite costo/benefici per uno scenario 100% rinnovabile, ma sono certo che l'asticella possa oscillare tra un 70% ed un 80%. E questo scenario "sostenibile" favorirà il ritorno del nucleare nel panorama produttivo italiano. Per la parte del post che mi trova quasi completamente a favore non resta che proseguire sul solco tracciato, magari ampliandolo a trattare argomenti più vicini ai territori per un coinvolgimento più diretto degli interessati ( ad esempio non ho visto nessun post sulla sospensione del superbonus 110% per le aree cratere ecc......). P.S. come successo l'ultima volta, ho acquistato il biglietto ma non so se potrò esserci fisicamente pertanto spero ci sia materiale on line da poter consultare!!!

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    1. Due osservazioni:

      1) forse qui, dove, come sai, siamo un pochettino sopra il livello medio, dovremmo dirci che non ha moltissimo senso ragionare di importazioni di fonti energetiche riferendosi solo al fossile e senza considerare l'importazione di quelle altre fonti energetiche che sono i pannelli (cinesi), le turbine eoliche (tedesche, prima che fallissero), e tutte le eventuali materie prime destinate a eventuali filiere nazionali del rinnovabile. Spero che i tuoi conti considerino questo aspetto...

      2) sì, ovviamente so che l'unica causa dei blackout non sono le rinnovabili, io nel 2003 c'ero, spero che tu non abbia letto questo post così! Mi ricordo anche (e se non te lo ricordi, è scritto su Wikipedia) che nel 2003 fra l'incidente e il blackout passarono 23 minuti. Oggi mi dicono che ce ne vorrebbero molti di meno: e all'aumentare dei punti di accesso alla rete, di cose che possono andare storte ce ne sono proporzionalmente di più.

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  22. Provo a dare una mia personale chiave di lettura alle 2 osservazione:
    1) I dati che ho citato fanno riferimento ai dati del Mase e dell' Enea sull'intensità energetica riferita all'andamento delle importazioni di energia rispetto alla ricchezza generata nel paese. Ma i pannelli cinesi come le pale eoliche come le turbine idroelettriche non sono fonti energetiche, non sono gas, petrolio o carbone ed infatti non sono conteggiate; essi sono dispositivi in grado di sfruttare le " fonti energetiche " presenti nel nostro paese per ridurre le importazioni energetiche, contribuendo inoltre all'evoluzione del sistema elettrico. Però seguo il ragionamento ed amplio il problema sul dove vengono prodotti oppure sulle "materie prime per eventuali filiere nazionali". Il problema industriale purtroppo si è già manifestato alla pari di quello che successe ad esempio con i microchip. Avevamo una filiera italiana sul fotovoltaico, sull' eolico, sul termodinamico ma la politica ha permesso che succedesse l'irreparabile ed adesso il 90% della produzione fotovoltaica ed eolica è cinese (non penso che le colpe siano tutte della politica ma qualcosa in quegli anni successe in concomitanza anche di un referendum...( ma queste sono mie illazioni!!!). Quello che non mi spiego invece è quello che è successo al mercato degli inverter italiani ma poi divago! Invece ciò che non si considera è il valore potenziale del dispositivo sia durante il suo periodo di attività (ad esempio la produzione e vendita di energia elettrica di un'impresa agricola che così integra l'attività primaria e si tutela dalle oscillazioni del "grano" ed avviene solo dove è installato l'impianto) sia per il dopo (recupero di materiali riciclabili). Ma l'adozione di impianti a fonte rinnovabile intermittente innesca anche investimenti nella rete elettrica (ammodernamento e potenziamento) e lo sviluppo della generazione distribuita con accumuli (principalmente accumuli idroelettrici esistenti da sfruttare - ho recentemente visto il progetto di Enel Green power per trasformare alcuni bacini idroelettrici esistenti nella provincia di Macerata in sistemi di pompaggio della potenza di alcuni MW - o nuovi accumuli idroelettrici al centro/sud) oppure piccoli sistemi di accumulo industriali con tecnologie al Nickel-Sodio ecc...
    2) :) non ho letto il post in quel senso anche perché nel 2003 avevo "solo" 24 anni e wikipedia non la uso più, grazie a quello che mi ha insegnato Lei! Cmq i sistemi di regolazione primaria, secondaria e terziaria e tutti i sistemi di sicurezza della rete potranno evolversi tecnicamente secondo vari scenari ed a seconda di quello che la tecnica mette a disposizione e la"politica" indirizzerà. Una volta ad un convegno di Terna dissero che le centrali a carbone erano attualmente gli unici sistemi a garantire il mantenimento dell' inerzia del sistema elettrico (le turbogas necessitano di almeno 15s per attivarsi in emergenza e sono troppo lente!!!)

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  23. Semi OT: domani c'è l'incontro Un' EUropa senza euro 6.
    Martedì c'è stato un incidente mortale in una centrale idroelettrica in Emilia.
    Oggi venerdì è stata appena recuperata la salma della settima e si spera ultima vittima: qualche ferito infatti versa ancora in gravi condizioni.
    Anche in nome di quella attenzione agli altri qui così spesso evocata sotto diversi nomi, mi piacerebbe poter pensare che queste persone saranno in qualche modo ricordate durante il convegno.
    Per indole sono allergica ai minuti di silenzio, credo abbiano poco a che vedere con il rispetto. Menzionare i loro nomi, la loro origine, la loro età, magari.
    Riflettere su quest'ultimo dato: è sempre stato affidato il compito dei cambi di impianto ai lavoratori più in là con gli anni (due trentenni, un quarantenne, quattro tra la fine della cinquantina e i settantatre anni)? O c'è il dato di un cambiamento nelle condizioni di produzione? O in quelle economiche, in cui si sommano pensioni ormai in parte a contributivo puro, sanità privatizzata e qualche inquietudine per i figli che cominciano a mordere, magari?
    La loro esperienza, unita chissà a buona salute e divertimento nello svolgere ancora il proprio lavoro, sarà stata senz'altro preziosa anche oggi: ma un tempo questa esperienza un'azienda l'avrebbe magari avuta tra il suo personale, oppure è sempre stato così?
    Siamo forse di fronte a un problema di trasmissione di abilità, conoscenze pratiche e memoria dovuto a nuove condizioni di lavoro e diversa organizzazione aziendale? E se sì, l'EU senza euro c'entra magari qualcosa?
    Ricordare queste persone non sarebbe dopotutto così fuori dal tema del giorno?
    Grazie.

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