Un paio di giorni fa, affacciandomi alla cloaca nera, mi sono imbattuto casualmente in questo tweet degli amici di RadioRadio, fra i pochi con cui parlo volentieri perché mi hanno dato voce quando non erano costretti a farlo:
Mi è venuto spontaneo commentarlo:
citando un episodio di cui ero stato protagonista, verosimilmente dimenticato da molti dei pochi che lo conobbero all'epoca. Non da tutti, però, tant'è che Sherpa810 mi rispondeva così:
facendomi trasalire: quello che vedevo era un tweet di una mia chat! Com'era possibile?
Era possibile perché il 3 dicembre 2019 Claudio era andato a Omnibus a raccontare, appunto, quello che mi era capitato il 12 giugno di quell'anno, e lo aveva fatto con dovizia di particolari, al punto da fornire alla regia un mio Whatsapp, su mia autorizzazione conferitagli alle 19:13 del giorno prima (come risulta dagli archivi), che ovviamente mi ero dimenticato di avergli dato, e che sarebbe comunque stata superflua. Dell'intuito di Claudio mi fido abbastanza!
La gravità dell'evento però non sconvolse nessuno: i migliori amici dell'uomo (che si vuole informare) non fecero titoloni né allora né dopo per evidenziare che il testo di un Trattato così importante era stato scrupolosamente sottratto al vaglio parlamentare, prima di approvarlo in sede europea, facendo strame di quanto l'ordinamento prevede sulla partecipazione del parlamentari nazionali al processo legislativo europeo, disciplinata dalla cosiddetta "Legge Moavero", e in particolare dal suo articolo 5:
"Il Governo informa tempestivamente" non si traduce con "il Governo ti rinchiude in una stanza con un giovane e brillante consigliere parlamentare degradato al ruolo di bidello durante il tema di italiano delle scuole medie"...
Perfino i giornaletti de l'asinistra, quelli che tanto si erano commossi per le vicende del memorandum greco (approvato come poi qui è stato approvato il PNNR), o del TTIP (sottratto allo scrutinio parlamentare in modalità analoghe a quelle qui applicate alla riforma del MES), non avevano fatto nemmeno "pio" di fronte a cotanta enormità, del tutto ingiustificata. In effetti, quando Alessandro Rivera, un altro dei protagonisti di questa vicenda, in un incontro a margine di una delle mie tante visite al MEF, il primo aprile del 2019, mi aveva opposto l'obbligo di segreto professionale stabilito dall'art. 34 del Trattato, io ancora non sapevo, perché ancora non me lo aveva detto Alessandro Mangia, che me lo avrebbe detto il 7 gennaio del 2020, che per esplicita clausola della dichiarazione interpretativa stipulata in sede di ratifica:
a un parlamentare il segreto non poteva essere opposto!
Che questa cosa non la sapessi io era abbastanza grave: evidentemente non avevo studiato abbastanza. Che non la sapesse Rivera, però, era un po' difficile, o forse no, considerando i tanti "successi" collezionati nella sua carriera di civil servant.
Ma questo è il passato.
Una legge non assistita da sanzioni tranne quelle di tipo politico e reputazionale non è, nei fatti, una legge (non se ne dispiaccia l'ottimo Prof. Moavero Milanesi): praticamente tutti i rapporti fra il nostro Parlamento e il Parlamento europeo avvengono in violazione o disapplicazione di quella legge, senza che si sappia a che santo rivolgersi (alla Corte Costituzionale?... Lasciamo stare...), e quindi possiamo dire che la prassi regna sovrana (e va bene così). La sanzione politica di questa scorrettezza abominevole c'è stata: il voto del 21 dicembre scorso contro la ratifica. Questo conta, e il resto lo lasciamo alle nostre memorie.
Fatto sta che io il passaggio televisivo del 3 dicembre 2019, che peraltro faceva seguito anche a un passaggio parlamentare in cui Claudio, sempre consultandosi con me, mi aveva chiesto (il 29 novembre) di citare l'episodio, me lo ero perso, e questo mi ha dato spunto per rivedere e mettere in sicurezza un po' di cosette.
Ad esempio, la chat in cui quel Whatsapp era stato diffuso.
Trattasi di uno dei 64 gruppi in comune con Claudio, cui se ne aggiungono almeno altri 37 cui Claudio non partecipa (come lui ne avrà cui non partecipo io), tutti creati per il coordinamento delle attività parlamentari a vario livello (con membri di Governo, senza membri di Governo, con gli alleati, senza gli alleati, circoscritte o non circoscritte agli uffici di Presidenza, circoscritte o non circoscritte a un ramo del Parlamento, congiunte con più Commissioni, dedicate a un particolare provvedimento - ad esempio la legge di bilancio - o a una particolare area tematica, ecc.). E qui sto parlando, ovviamente, della legislatura precedente, dalla quale non tutti i gruppi sono stati ereditati (alcuni sono stati rifatti tenendo conto dei nuovi ruoli e della nuova composizione dei gruppi, altri sono caduti in desuetudine, ecc.). Per dire, e per far capire che cosa fa un "capo dipartimento economia", dei 64 gruppi in comune con Claudio 35 li ho messi su io, 3 lui, e 26 sono stati tirati su da una ventina di altri soggetti vari (otto sono stati creati da membri di Governo, quattro da collaboratori, altri da colleghi parlamentari...). Quando qualcuno rimarca che c'è tanto lavoro che non si vede, ha ragione! E la parte più ingrata ma essenziale del lavoro è coordinare il lavoro degli altri, cosa che si fa prevalentemente per messaggio: il modo più pratico di tenere tutti allineati, di commentare la rassegna stampa, di condividere bozze di documenti, di darsi appuntamenti volanti nei ritagli del tempo di aula, ecc. Sono le tre ore al giorno che passo su Whatsapp di media, a "giocare" col telefonino (secondo i fascisti delle statistiche), spesso per alzare le palle che altri schiacciano: l'uomo macchina vive nell'ombra, e va bene così. Questo, del resto, è uno dei tanti motivi per cui la retorica del "proporzionale puro" con cui "erbobolobuonogiustoesando" eleggerebbe "erijorerappresentanteviscinoarderidorio" non mi convince particolarmente. Un simile meccanismo crea un sistema di incentivi che spinge a fare casino inutile (per avere visibilità sul "deridorio"), non lavoro utile.
Ma di questo parleremo in altre occasioni.
Ho così ripercorso la storia di quel gruppo ristrettissimo (quello che era finito sullo schermo di Omnibus):
scoprendo una cosa che avevo dimenticato: quel gruppo lì, che è ancora oggi il più attivo, era stato creato nel pomeriggio del 12 giugno 2019 in risposta a una condizione di emergenza: sapevamo che Conte si accingeva a approvare una riforma di cui non conoscevamo i contenuti e dovevamo gestire questa situazione incresciosa. Ricordo l'angoscia di quei giorni, la rabbia con cui sperimentavamo l'impossibilità di indirizzare il "nostro" Governo, di assicurare la fedeltà di Conte nelle sedi europee (difficoltà ampiamente esemplificata da questo episodio), l'imbarazzo dei funzionari, lo sforzo per mantenere freddezza di fronte a un dissimulatore pericoloso...
Ecco, nel pensare a quei momenti, alle riunioni nel salottino giallo di Chigi, ai sussurri scambiati in anticamera, allo sconcerto degli alleati, a tante concitate emozioni, al fatto che su quella roba lì, cinque anni fa, avevamo fatto cadere Conte (perché quello che i coglioni chiamano il Papeete in realtà era stato il discorso di Pescara, e dietro quel discorso c'era anche questo episodio, che aveva convinto alla fine, buoni ultimi, anche me e Claudio che si dovesse passare con gli "staccaspinisti", che erano la stragrandissima maggioranza, e direi la totalità dei membri di Governo...), nel pensare a tutto questo mi veniva da fare qualche riflessione sul tempo, sui frutti che porta, e sull'usura che procura.
Partiamo da qui.
Quando, il 21 dicembre dell'anno scorso, intervenni in aula:
restituendo a tanti piccoli Efialte quanto gli dovevo, quando schiacciai la testa del serpente premendo il tasto rosso, non provai quella gioia, quel sentimento di liberazione, che cinque anni prima, se mi fossi potuto immaginare quel momento, avrei pensato di provare. La sensazione era quella nota a chi legge Proust:
Mais tandis que, une heure après son réveil, il donnait des indications au coiffeur pour que sa brosse ne se dérangeât pas en wagon, il repensa à son rêve, il revit, comme il les avait sentis tout près de lui, le teint pâle d'Odette, les joues trop maigres, les traits tirés, les yeux battus, tout ce que – au cours des tendresses successives qui avaient fait de son durable amour pour Odette un long oubli de l'image première qu'il avait reçue d'elle – il avait cessé de remarquer depuis les premiers temps de leur liaison dans lesquels sans doute, pendant qu'il dormait, sa mémoire en avait été chercher la sensation exacte. Et avec cette muflerie intermittente qui reparaissait chez lui dès qu'il n'était plus malheureux et que baissait du même coup le niveau de sa moralité, il s'écria en lui-même : « Dire que j'ai gâché des années de ma vie, que j'ai voulu mourir, que j'ai eu mon plus grand amour, pour une femme qui ne me plaisait pas, qui n'était pas mon genre ! »
Sì, va bene, avevo, avevamo vinto, ma poi? Tante passioni, tanti sforzi, a quale pro?
Nei 1653 giorni passati da quel 12 giugno 2019 avevamo lasciato per strada tanti amici che avrebbero voluto assistere a quel momento: da Antonio a Emanuele (e Marco ce l'ha fatta per un soffio), ma oltre a questi assenti giustificati avevamo perso per strada tanti... non so come definirli: grillini? Imbecilli? Vigliacchi? Sicuramente tanti deboli (di intelletto e di tempra) incapaci di capire che per schiacciare quel tasto il 21 dicembre, al 21 dicembre bisognava arrivarci, e che tante scelte da loro non capite una sola logica avevano: quella di resistere, di tenere la posizione.
Sì, per schiantare il MES (e Draghi) bisognava cuccarsi Draghi: un altro percorso non c'era, e se chi non lo capiva ex ante era giustificato, perché ex ante anche noi abbiamo avuto tanti dubbi e tante esitazioni, chi non vuole capirlo ex post è solo uno spregevole elminto. E la tristezza, in questo caso, non è tanto nell'aver perso per strada una simile viscida zavorra, quanto nel non essersi accorti di averla caricata a bordo, nell'essersi illusi di aver aggregato, parlando con razionalità e sincerità fin da quando avevo tutto da perdere nel farlo, persone ugualmente razionali e sincere. Non era così. Le contumelie degli sciocchi una certa usura l'avevano provocata. Era, più che altro, il dispiacere di non poter condividere il raggiungimento di un obiettivo anche con chi apparentemente lo aveva condiviso, ma non era arrivato, con la sua testa, a condividere i mezzi per conseguirlo. Questi mezzi non li avevamo scelti noi! Con una Lega al 40% le cose sarebbero andate in modo diverso, ovviamente. Questi mezzi li avevate largamente scelti voi, e c'era qualcosa di ingiusto, e anche di logorante, nel fatto che veniste a rinfacciarceli. Tanto per essere chiari, se avessimo lasciato libera di operare in Italia la maggioranza Ursula, anche la riforma del MES sarebbe passata subito in carrozza.
Usura, quindi, e incapacità di godersi, sia pure per un attimo, a livello emotivo, l'obiettivo raggiunto.
Certo.
Ma intanto l'obiettivo era raggiunto, e questo ci diceva che 1653 giorni dopo non eravamo nella stessa condizione di 1653 giorni prima: avevamo portato a casa, scegliendo l'unico percorso che la SStoria ci aveva reso praticabile, un obiettivo che voi ci avevate chiesto di portare a casa. Vi avevamo dimostrato che votare, e aspettare, serve. Anche perché, per dirla tutta, quella storia non era iniziata il 12 giugno del 2019, ma molto prima. La storia della riforma del MES per noi era iniziata con questo scambio di messaggi in un'altra chat di coordinamento con Bruxelles:
(ovviamente messa su dal solito noto), ma la nostra attenzione era molto risalente, risaliva a quella telefonata dal 2012 ("Professòòòòòòre!"), e insomma un po' di lavoro fatto lo trovate qui.
Dodici anni di lavoro per una vittoria di cui non ho potuto gioire quanto avrei immaginato, ma che indica pur sempre un progresso, il che, detto fra noi, mi rende incomprensibile l'atteggiamento di molti che vogliono negare che delle vittorie siano state conseguite, e che si abbandonano allo sconforto e al disfattismo.
Mi veniva anche da fare un'altra riflessione.
Il famoso tweet di Claudio sul MES, pubblicato il 28 giugno del 2023, il 19 luglio, cioè 21 giorni dopo, aveva fatto un milione di visualizzazioni. Il tweet sull'OMS, pubblicato l'11 febbraio di quest'anno, è ancora a un milione oggi, cioè 56 giorni dopo (nella giornata mondiale della salute, peraltro). Insomma, il tema OMS viaggia a metà della velocità. Eppure, ad affacciarsi nella cloaca nera, per un po' sembrava che a nulla teneste più che a difendervi dall'OMS e dalla sua gestione della sanità globale!
Anche da qui, secondo me, ci sono un paio di lezioni da trarre, e sono contrastanti.
La prima è che non bisogna darvi retta: gli strepitanti sono una minoranza, per lo più nella stragrande maggioranza dei casi animata dall'unico desiderio di sottrarci voti, non di risolvere problemi, e quindi meglio non curarsene e non darle guazza. Tanto, se i numeri non ci sono, poi non si vedono: esattamente come non si stanno vedendo sotto al tweet dell'OMS (per carità, un milione è un milione, ma se hai molti follower e tieni fissato un post prima o poi ci arrivi:
Il punto è in quanto tempo ci arrivi: se ci sono numeri ci arrivi in fretta, come nel caso del MES, se invece i numeri sembra che ci siano, ma non ci sono, perché gli strepitanti sono i soliti quattro gatti per di più nemici, non ci arrivi in fretta).
La seconda è che bisogna darvi retta, bisogna dedicarvi tempo. La riforma MES riguarda il vostro portafogli, ed è una cosa abbastanza esoterica (single limb CACS, maggioranze qualificate, capitale sottoscritto e versato, SRF backstop: siete sicuri di sapere tutti di che cosa stiamo parlando?). L'OMS riguarda la vostra pelle ed è una cosa abbastanza esplicita: "al prossimo starnuto vi chiudiamo in casa e buttiamo la chiave" (banalizzo, ma insomma ci siamo capiti: lockdown è parola più intelligibile di backstop). Ci siamo spesso chiesti perché la riforma del MES catalizzasse tanta attenzione. Non ci siamo ancora chiesti, forse lo faremo domani dopo aver letto questo post, perché l'OMS, che in fondo è un pericolo più grave ma anche più arginabile (dato che non riscontra a livello mondiale l'unanimità che il MES aveva riscontrato a livello europeo) non riesce a mobilitare altrettanta attenzione, per di più in un pubblico che dovrebbe essere galvanizzato dal fatto di aver appena conseguito una vittoria importante, quella sul MES (ma galvanizzato non è: lo dimostrano i numeri del #midterm e quelli del tweet OMS). Credo che la risposta sia, appunto, che bisogna darvi retta, che bisogna dedicarvi tempo. Dietro al tweet sul MES c'erano oltre dieci anni di lavoro, fatto in particolare qui, in tante discussioni, poi in tutti gli incontri organizzati da a/simmetrie, in infiniti nostri incontri pubblici in giro per l'Italia. Il tema OMS nasce su Twitter, un Goofynomics sanitario non c'è (ci sono tanti bravi ragazzi, ma...), il lavoro sottostante in termini divulgativi è quindi relativamente inferiore, al di là degli strepiti di qualche Erinni strepitante spesso sul nulla... sul nulla e dal nulla nasce il nulla, o almeno il poco. E questa forse è un'altra spiegazione del perché certi temi appassionino più di altri: perché hanno radici più lunghe.
Ma forse ce n'è un'altra ancora: quello che ci ha riuniti qui è stata la coscienza di quanto fossero pericolose, oltre che odiose, le istituzioni europee, e il MES appartiene al loro infausto novero. Non è stato semplice, ahimè, forse perché ci si è investito poco (io ci ho scritto un libro e qualche post, ma evidentemente il core business era un altro) trasmettere la consapevolezza che il problema è un pochino più ampio, che le istituzioni che esercitano un potere invasivo sulle nostre vite, tanto più difficilmente arginabile quanto più indiretto e sottile, sono tutte quelle della globalizzazione, e quindi l'OMS, ma anche l'OCSE (che tanto ha da dire e consigliare ad esempio sui nostri figli o sulle nostre pensioni), l'IEA (che tanto ha da dire sul nuovo feticcio della sinistra, il clima), ecc.
Per ritornare a essere arbitri del nostro destino è tanto necessario liberarsi dal cappio europeo quanto dalla rete di questo soft power. Senz'altro un vaste programme, non lo discuto. Ma se siamo riusciti a liberarci del MES, potremmo anche liberarci dall'OMS. Le condizioni sono due: crederci, ed essere presenti.
Per questo motivo, chi ancora non l'ha fatto vada a sostenere il tweet di Claudio, e si ricordi che al #midterm c'è ancora posto: sta a voi dare il segnale, e il primo errore da non fare è pensare che "tanto lo darà un altro".
C'è anche un'altra differenza: l'OMS c'è da un bel pezzo, il MES si è insinuato tra le fessure passando quasi inosservato.
RispondiEliminaE in effetti, la questione portafoglio è un tema molto più delicato di un ipotetico organismo (burocratico) che vorrebbe controllare gli starnuti. Ottenevo dall'interlocutore occasionale molti meno "cazzomene a me..." parlando del MES, visto che nessuno o quasi sapeva cosa fosse, e delle sue conseguenze che di punture e lasciapassare.
Poi incidentalmente ho scoperto che de Leuro sono piaciuti tantissimo la stabilità dei tassi d'interesse (quando c'era) e il costo relativamente basso dell'energia, che tutte le cose disfunzionali di cui si è parlato in questi anni. Del resto, "c'ho il diesel"...
Ma sai che non capisco? O fai un uso dell'antifrasi troppo raffinato per me, o c'è qualcos'altro che mi sfugge. Il punto è che persone che si sono fatte sodomizzare in lungo e in largo da qualsiasi istituzione sovranazionale per decenni da un paio d'anni berciano sui social contro l'OMS, e quando poi qualcuno gli dà l'opportunità di materializzarsi, ecco che sotto il bercio niente! Sono anche piuttosto divertito, ma non ho fatica a crederti, del fatto che la gente abbia visto come vantaggio specifico dell'euro una cosa che era ovunque (i bassi tassi di interesse) e gli abbia attribuito una cosa che non dipende da alcuna valuta (il costo dell'energia dipende da chi la vende, non da che moneta usa chi la compra). Sì, dobbiamo ricordarci che il mondo è pieno di cretini, Fruttero e Lucentini ci avevano messo in guardia. In che modo poi il MES sarebbe passato inosservato se ne parliamo da oltre dodici anni? Attenzione: non credo che tu abbia torto, credo però che, se le cose stanno come dici, allora tutti (voi) dovreste rivedere certi atteggiamenti "semomijonisti". Non siamo milioni, i cretini sono milioni, e questo non dovremmo dimenticarcelo mai.
EliminaNo temo che il problema sia un serio editing del commento, che in genere faccio dopo con una modifica, ma non riesco a fare prima per la struttura del blog. C'è una frase che ho spinto sotto rivedendo parte del commento.
EliminaIn sostanza volevo dire che mentre io cercavo di spiegare i grossi problemi de Leuro, la disfunzionalità de Lunione, negli interlocutori occasionali fossero anche conoscenti/amici al massimo trovi le solite questioni: lavoro, denaro, mutuo per comprarsi casa. Ogni tanto spunta un cripto ortottero, ma commenti più elaborati di così non se ne trovano, OMS e altri organismi sovranazionali vanno al di là delle loro competenze.
Se poi vogliamo andare nel dettaglio del lavoro, ciascuno ha capito a pezzi su quello che gli riguarda, infatti mi stupivo di una persona che si era stupita dei prezzi dell'energia, in quanto il suo settore di attività dipendeva dall'energia per far funzionare i suoi frigoriferi.
Che noi stessi non semomijoni l'avevo già capito nel tempo, che fossimo davvero così pochi l'ho capito solo poco tempo fa.
Le istituzioni della globalizzazione? Certo.
RispondiEliminaComincerei dall'OCSE e dal PUMA con diramazioni varie a Palazzo Chigi (al di là e ben prima delle imbecillità sulla digitalizzazione).
E dalla sussidiarietà orizzontale.
Scusa, per farci capire: il PUMA sarebbe?
EliminaUn acronimo. Sta per: Public management Commettee ed è un organismo dell’OCSE. Oggi credo si chiami Public governance Commettee.
EliminaIn breve e tagliando con l’accetta: esiste dal 1961, ma a partire dagli anni ’90 ha lo scopo di favorire le riforme dell’amministrazione pubblica nel senso liberista incarnato appunto dai principi del New public management poi Public governance. Naturalmente ammantato di molte altisonanti parole e nobili scopi: stesso linguaggio della UE.
Il punto di partenza è probabilmente il National performance review (che non conosco direttamente) di Clinton e Gore.
Qualcuno da quel comitato è arrivato in Italia giusto in tempo per la crisi dei subprime. Ma ovviamente la PA aveva iniziato a cambiare molto prima; già dalla riforma “Cassese” del 1993. Ora non posso aggiungere altro: devo saltare su un treno.
basterebbe ricordarsi (e non capisco come mai non se ne parli più) di quel fattaccio brutto avente come protagonista Francesco Zambon che era a capo dei ricercatori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nella sede veneziana che scrissero un rapporto sulla gestione della prima ondata della pandemia da parte del governo italiano. Si dovette dimettere....già solo questo la dice luuuunga su certe dinamiche osmotiche tra OMS e vertici politici sinistri. La storia dell' autotrionfalistico libretto di speranza ritirato all'epoca in fretta e furia dalle librerie poi fu la ciliegina sul Martini che il povero Zambon non potette mai gustarsi a pieno...
RispondiEliminaIo sono un resistente alla in(o)culatura ( me lo sono potuto permettere) e considero la vicenda "covid" più perniciosa di quella MES (e "cappotto termico") anche se so che mi costerà un patrimonio. Perciò capisco la rabbia inestinguibile che il "green pass" ha provocato in una certa parte de l' elettorato leghista quantomeno fino a quando rimarranno apicali in lega gente che "si godeva il cinema".
RispondiEliminaMa tutto questo preambolo per una "domanda tecnica" :cosa succederebbe se l' assoggettamento alla dittatura OMS ci venisse fatto ingoiare "via €uropa" come già prima MES e " cappotti" e " green pass"?
Mi limito a osservare che alla inoculata hai potuto resistere, allo svuotamento del conto in banca non potresti. Se ti basi sulle parole di uno (1) esponente del mio partito, che andrebbero comunque contestualizzate, per valutare l'azione politica che abbiamo svolto direi che non dimostri eccessiva lungimiranza, ma fondamentalmente fatti tuoi. Io non ho più lacrime nemmeno per chi certe cose non se le merita, figurati se ne ho per chi se le va a cercare! La risposta alla tua ultima domanda è appunto nella domanda: forse di questo post hai solo guardato le figure, ma c'è un unico partito che finora si è opposto all'UE portando qualcosa a casa (il rifiuto del MES) e mandando qualcuno a casa (l'inoculatore). Se ti preoccupa l'UE, capire che cosa fare sarebbe abbastanza ovvio. Se invece sei rimasto così esulcerato da una (1) battuta di uno (1) esponente politico dell'unico partito che resiste, al punto che il tuo obiettivo politico è abbattere la Lega anziché salvare te stesso, che vuoi che ti dica: hai il diritto di mettere la tua sensibilità davanti a tutto, non sta a me giudicarti. Di una cosa sono certo: un giorno capirai. La storia di questo blog è piena di persone che sono venute a Canossa. Mettiti in fila. Del resto, il mondo è pieno di grillini, e una delle definizioni di grillino, forse la più efficace e più vera, è questa: è grillino chi allo stare meglio preferisce che chi sta bene stia peggio. Vale anche in chiave politica: di amanti tradite che hanno fatto del fallimento della Lega (o peggio ancora di Goofynomics, che è cosa distinta) la loro ragion d'essere sono piene le fosse...
EliminaC'è da aggiungere che con il conto svuotato è anche più difficile resistere...
EliminaTutto come sempre molto utile, ma ti lascio con una domanda: io, più che farci un convegno di cui a quanto pare non frega cazzi a nessuno, che diavolo dovrei fare? Il programma lo avete visto? Darei per scontato che se si parla di futuro il Dibattito, in una delle sue due articolazioni (Goofynomics o a/simmetrie) sia lì, e infatti c'è, con voci originali. #tuttoqua
RispondiEliminaDomanda: la NATO può essere considerata parte del soft power globalizzante di cui forse sarebbe oppourtuno prendere le distanze.
RispondiEliminaSe per esportare tutti serve un importatore su Marte, per essere tutti dalla stessa parte della guerra, serve un nemico marziano?
Eventualmente "da cui". Sicuramente la NATO ha dovuto gestire il problema di trovare un significato alla propria esistenza dopo il crollo del regime sovietico. Mi pare che ci stia riuscendo e il merito è dell'UE.
EliminaC'è qualcosa che si possa fare in più rispetto ad esserci e divulgare, sia sui social che, per quanto possibile, nella vita reale?
RispondiEliminaProbabilmente la differenza fondamentale fra MES e OMS è che il MES era percepito comune un grande pericolo potenziale (soprattutto con la sua riforma) da scongiurare a tutti i costi, mentre l'OMS esiste dal 1948 e sembra essere una delle tanti istituzioni "buone e giuste" nate dopo la guerra, quindi si ha la sensazione di poterci convivere e di doverla rispettare in qualche modo.
RispondiEliminaDetto questo il midterm non mi vedrà presente causa lavoro, ma alle elezioni di giugno vi riconoscerò (ancora una volta) il merito del lavoro svolto.
Sì, l'OMS forse viene vissuta come l'ONU, che è quella del Ruanda e di Srebrenica, ma ha fatto anche cose buone, e per qualcuno solo cose buone.
EliminaAggiungerei all'elenco anche la NATO.
EliminaIl solo fatto di avere qualche dubbio nei confronti di queste organizzazioni sovranazionali, ed esprimerli, scatena l'ira funesta dei fedeli adepti!
http://www.criticaradicale.nautilus-autoproduzioni.org/wp-content/uploads/1973/01/cesarano-collu_apocalisse_e_rivoluzione.pdf (La pagina 16 sembra scritta ieri.)
RispondiEliminaEgregio Onorevole,
RispondiEliminase non erro, la prima sessione dovrebbe essere proprio incentrata sull'Euro Digitale.
La mia segnalazione era principalmente legata al fatto che, con mia sorpresa, la questione della remunerazione delle riserve bancarie presso la BCE (di qualche post fa) è strettamente collegata alla remunerazione dei depositi di valuta digitale presso la BC.
Non tiro in ballo altre spinose questioni legate alle CBDC, che si ripropongo ancor maggiormente nel caso delle Identità Digitali.
Un saluto,
Fabio
Mi concentro ancora sulle conclusioni. I biglietti che ho preso sono due, per altrettanti partecipanti, come - in modo non esaustivo - i peccati che devo scontare e confesso: non avere votato Lega nel 2019 (leggevo già da un annetto, ma non ancora abbastanza per vincere certi pregiudizi, in negativo e in positivo) e non esserci stato a luglio 2021 (una rinuncia all'ultimo, per motivi simili a quelli per cui avevo considerato di non esserci questo sabato, ma stavolta me lo sono ricordato)
RispondiEliminaRipeto qui quello che ho scritto sotto: il 28 luglio 2021 per me è stata una lezione, che ho appreso e applicato immediatamente, evitando di sprecare troppe energie in quello che evidentemente era un ramo secco. Banalmente, se per schiacciare il pulsante il 21 dicembre scorso bisognava esserci, se quindi esserci diventa un ovvio obiettivo tattico, inseguire il poco o nulla non è una tattica superiore.
EliminaProfessore, off topic: sono un lettore “dagli inizi” ma non ho mai commentato perché, tolta qualche “risonanza” personale nelle dinamiche da lei descritte, non ho molto da aggiungere.
RispondiEliminaIn merito a goofynomics e midterm, solo una domanda se (e come) sarebbe possibile se non altro portare una testimonianza di partecipazione dall’estero (vivo nel sud eat asiatico), visto che per una combinazione di motivi personali e lavorativi (oltre che geografici) mi è difficile partecipare nella maggior parte dei casi, se non sempre (ma penso a tanti che hanno lasciato la patria ove il corpo fanciulletto giacque) ed essere parte attiva in questa community (che non esiste 😝).
Sempre grandi ringraziamenti per il lavoro svolto.
Sicuramente non ti chiedo di fare un volo intercontinentale per aiutarci a risolvere un problema che hai risolto. Per me il 28 luglio 2021 è stato molto utile: ho smesso di interessarmi di un problema che non vi interessava. Smesso relativamente, si intende (e al momento giusto lo vedrete), ma comunque messo in terzo piano sì. Non me ne sono trovato male: era effettivamente un ramo secco, lo hanno poi dimostrato i numeri.
EliminaGrazie per la risposta. Come molti, se non tutti, penso si debba cercare di portare quanto piu' supporto possibile, in un modo o nell'altro (il Fin-day per esempio). Se e' vero che posso aver risolto il problema a livello meramente personale, come molti altri, ho ancora famiglia e amici in Italia che non hanno potuto o voluto muoversi, e che sono soggetti alle tante inefficienze dovute alla eurofollia cui ci siamo sottomessi. E spero ancora di rientrare anch'io, un giorno!
EliminaQuantomeno, saro' in Italia per le europee per portare il mio voto alla Lega.
Quando la sento parlare di collegi elettorali e uomini macchina si conferma in me un pensiero che Le avevo già espresso: se ai lettori storici (come me, del resto) fosse davvero importato, avremmo fatto tutti la tessera della Lega entro la prima metà del 2019.
RispondiEliminaIl "post sull'OMS" me lo conferma: non "tira" perché ci sono troppi galli nel pollaio, che preferiscono cantare che "farsi la tessera".
Che poi, come dice lei, dimostra che non "ci" interessa abbastanza.
Sul dedicarci tempo, sì (sempre ringraziando e restituendo con piacere l'attenzione con i mezzi a disposizione), ma più che altro perché personalmente ho difficoltà a mantenere il focus e gestire le distrazioni, e ho sempre trovato utili i post dove si collegano i punti e si mettono in fila le cose a distanza di tempo.
RispondiEliminaPiccolo off-topic: mi è venuta in mente la battuta sul terzetto di stamattina mentre facevo tutt'altro e mi stavo sbellicando... ho sempre pensato che rispondere con ironia all'irruenza è il modo migliore per ridicolizzare la maleducazione
Un off topic laterale se così si può dire.
RispondiEliminaForse (ma ne dubito almeno nel breve periodo) "il clima sta cambiando"
Questo è uno studio del 2023 non foraggiato da nessuno (almeno così dichiarano gli autori) dove viene dimostrato una forte causalità fra aumento della temperatura e conseguente aumento della CO², cioè detto in un altro modo, pare essere l'aumento della temperatura a far aumentare la CO² e non viceversa, come dicono gli adepti alla neoreligione climatica.
https://www.mdpi.com/2413-4155/5/3/35#
Abstract
The scientific and wider interest in the relationship between atmospheric temperature (T) and concentration of carbon dioxide ([CO2]) has been enormous. According to the commonly assumed causality link, increased [CO2] causes a rise in T. However, recent developments cast doubts on this assumption by showing that this relationship is of the hen-or-egg type, or even unidirectional but opposite in direction to the commonly assumed one. These developments include an advanced theoretical framework for testing causality based on the stochastic evaluation of a potentially causal link between two processes via the notion of the impulse response function. Using, on the one hand, this framework and further expanding it and, on the other hand, the longest available modern time series of globally averaged T and [CO2], we shed light on the potential causality between these two processes. All evidence resulting from the analyses suggests a unidirectional, potentially causal link with T as the cause and [CO2] as the effect. That link is not represented in climate models, whose outputs are also examined using the same framework, resulting in a link opposite the one found when the real measurements are used.
Tradotto con il traduttore di Google
L'interesse scientifico e più ampio per la relazione tra la temperatura atmosferica ( T ) e la concentrazione di anidride carbonica ([CO 2 ]) è stato enorme. Secondo il nesso di causalità comunemente assunto, l'aumento di [CO 2 ] provoca un aumento di T . Tuttavia, recenti sviluppi mettono in dubbio questo presupposto, dimostrando che questa relazione è del tipo “uovo o gallina” , o anche unidirezionale ma di direzione opposta a quella comunemente ipotizzata. Questi sviluppi includono un quadro teorico avanzato per testare la causalità basato sulla valutazione stocastica di un potenziale collegamento causale tra due processi attraverso la nozione di funzione di risposta all'impulso. Utilizzando, da un lato, questo quadro ed espandendolo ulteriormente e, dall'altro, le serie temporali moderne più lunghe disponibili di T e [CO 2 medi a livello globale ], abbiamo fatto luce sulla potenziale causalità tra questi due processi. Tutte le prove risultanti dalle analisi suggeriscono un collegamento unidirezionale, potenzialmente causale, con T come causa e [CO 2 ] come effetto. Questo collegamento non è rappresentato nei modelli climatici, i cui risultati vengono esaminati anche utilizzando lo stesso quadro, risultando in un collegamento opposto a quello trovato quando vengono utilizzate le misurazioni reali.