giovedì 4 aprile 2024

Un altro problema della sinistra (i salari)

I commenti sotto al post precedente rivelano un esilarante eccesso di beatitudine in questa eletta schiera di happy few: vedo molto "tu fai trionfalismo perché sei un politico de #aaaaalega e quindi siccome sei #aaaaacasta nun te ne frega ggnente che li salari nun aumenteno e ssi li salari nun aumenteno è normale che o'ccupazzione cresce...", ecc.

Ora, se, come ricorda Céline, pour que dans le cerveau d'un couillon, la pensée fasse un tour, il faut qu'il lui arrive beaucoup de choses et de bien cruelles, la mia umanità profondamente vissuta e sofferta dovrebbe spingermi ad augurarvi di non capire mai perché una simile reazione è fuori luogo. D'altra parte, i tours della vostra pensée (se c'è) non dipendono né da me né da voi, ma dalla logica dei fatti, ed è da quando sono qui che ogni giorno sfido la prima legge della termodidattica:


nel generoso, ma spesso vano, sforzo di farvi capire le cose prima che siano i fatti a farvele capire.

Mi rendo conto che per gli ultimi (ma anche per molti fra i primi) arrivati questo oggettivamente non sia più il blog di un economista "controcorrente" (cioè allineato alla letteratura scientifica e non al liquame fognario che popola i nostri studi televisivi e la nostra saggistica), ma il blog di un "politico" (sarebbe: di un parlamentare, per la precisione, ma la categoria di #aaaaabolidiga ha fritto l'encefalo un po' a tutti, è tardi e non voglio entrare in infinite precisazioni). Aggiungo che è oggettivamente difficile realizzare che mentre questo blog è rimasto fermo, il mondo gli è girato intorno, per cui le critiche che ora faccio da #aaaaabolidigo di destra sono e restano quelle che facevo da economista di sinistra, per il semplice motivo che i problemi sono gli stessi e le soluzioni sarebbero le stesse. Il riflesso pavloviano di chi arriva qui pensando di essere di sinistra, o che io sia di destra, posso immaginarmelo. Tuttavia, vi assicuro, nonostante che io abbia e voglia continuare ad avere un buon rapporto verso chi ha avuto parole cortesi per me, che la mia intenzione di mantenere buoni rapporti non potrebbe mai tradursi in "trionfalismo" (mah...)! A me non interessa il vostro consenso (non mi interessava quando eravate lettori, tantomeno ora che siete elettori: liberi voi di crederlo o meno...), come non mi interessa fare propaganda qui, nel blog che non c'è. Se dico che l'incremento del tasso di occupazione è una (positiva) anomalia statistica lo dico per il semplice fatto che esso lo è. Non faccio del trionfalismo perché io non so da oggi che laggente stanno male: lo so dal 2011, quando ho cominciato a sgolarmi perché a sinistra qualcuno capisse questo:


Quindi, come dire, esprimetevi, sentitevi liberi, qui siamo in un gigantesco e diffuso confessionale laico, dove voi, protetti non da una grata, ma dall'anonimato digitale, potete aprirvi, e quindi apritevi e chiaritemi: cosa diamine pensate di poter insegnare sulla deflazione salariale a uno che ve l'ha descritta tredici anni fa?

Il discorso, tuttavia, non si esaurisce qui, naturalmente, come sa chi il percorso l'ha fatto. E allora, se volete inveire contro er #aaaaabolidigo accomodatevi pure. Se invece volete capire che cosa sta succedendo, cominciate dal

Glossario

Retribuzione lorda: salari, stipendi e competenze accessorie, in denaro e in natura, al lordo delle trattenute erariali e previdenziali, corrisposti ai lavoratori dipendenti direttamente e con carattere di periodicità, secondo quanto stabilito dai contratti, dagli accordi aziendali e dalle norme di legge in vigore.

Occupati: vedi il post precedente.

Retribuzione lorda pro capite: retribuzione lorda divisa per il numero di occupati dipendenti.

Deflatore dei consumi: rapporto tra consumi nominali, cioè espressi ai prezzi correnti, e consumi reali, cioè espressi ai prezzi di un anno assunto come base.

Retribuzione lorda pro capite in termini reali ("potere d'acquisto dei salari"): rapporto fra retribuzione lorda pro capite e deflatore dei consumi.

Nota: si potrebbe anche usare un diverso indice dei prezzi al consumo (e magari se interessa vi faccio vedere che cosa cambia), ma preferisco usare queste definizioni di contabilità nazionale perché così, se interessa, possiamo tornare indietro fino al 1970 con dati più o meno coerenti in termini statistici.

I fatti

Indubbiamente gli ultimi anni hanno visto un tracollo del potere d'acquisto, ma:

1) non è la prima volta che succede;

2) in almeno un'altra occasione precedente questo tracollo è stato accompagnato da una diminuzione, non da un aumento del tasso di occupazione;

3) gli ultimi trimestri (quelli del Governo attuale) hanno visto un'inversione di tendenza.

Aggiungo subito che siamo molto lontani dall'aver recuperato il livello dell'ultimo tracollo (quindi ancor più lontani dall'aver recuperato il penultimo) e che la strada sarà lunga e dolorosa, ma passa per la crescita, non per il salario massimo (quello che gli altri chiamano "minimo" perché non sanno come funziona il mercato del lavoro) né per il reddito della gleba.

E ora vediamo i dati.

Il monte salari (retribuzioni lorde totali) in termini nominali (a prezzi correnti) è qui:


Credo vediate bene in quali occasioni (tre) le retribuzioni complessivamente erogate sono scese e di quanto, e che sappiate tutti intuirne il perché (crisi Lehman, austerità, pandemia, con la diminuzione più prolungata causata dall'austerità e la diminuzione più visibile causata dalla pandemia.

Vedete anche che dopo la pandemia, alla fine (cioè a destra) del grafico la crescita dei salari nominali è particolarmente rapida, ma... in quel periodo era molto rapida anche l'inflazione! Se dividiamo per gli occupati dipendenti e poi ancora per il deflatore dei consumi (vedete sopra il glossario) otteniamo questo profilo delle retribuzioni pro capite in termini reali:


e qui è ben evidente che l'austerità aveva riportato le retribuzioni lorde in termini reali di fine 2012 al livello di quelle di inizio 1996, con un tracollo di circa 411 euro pro capite a trimestre (137 euro pro capite al mese), mentre l'inflazione post-pandemia (quella di cui parlavamo qui, se ricordate...), ha falcidiato ben 449 euro pro capite a trimestre (circa 150 euro al mese), fra il terzo trimestre del 2021 e il primo del 2023, portandoci ancora più indietro nel tempo. Dal primo trimestre 2023, cioè dall'entrata in vigore della prima legge di bilancio di questo governo, la situazione sta migliorando, sempre troppo lentamente (il recupero, in quattro trimestri, è stato di 72 euro al trimestre), ma meno lentamente dell'ultima volta (il recupero nei quattro trimestri successivi all'ultimo tracollo era stato di 6 euro pro capite a trimestre (cioè due euro pro capite al mese) nel periodo dal terzo trimestre 2013 al terzo trimestre 2014. Per un recupero percettibile bisogna aspettare gli effetti del "bonus Renzi", introdotto nel secondo trimestre del 2014.

Però...

Non avevate detto che il tasso di occupazione aumenta perché i salari sono diminuiti?

E allora come me lo spiegate questo?


I salari reali, il potere d'acquisto trasferito alle famiglie, sono diminuiti quasi altrettanto con l'austerità, ma allora il tasso di occupazione era anche lui in caduta libera. La correlazione fra tasso di occupazione e livello salariale è stata praticamente sempre positiva: al crescere dell'occupazione cresceva il livello salariale. Fra il 1996 e il 2021 la correlazione è di 0.34. Non è un risultato così strano: se al crescere della disoccupazione i salari diminuiscono, è normale che al crescere dell'occupazione i salari aumentino! Fra il 2022 e il 2023, invece, la correlazione diventa fortemente negativa: -0.66. Questa anomalia in realtà si concentra nel periodo di discesa del salario reale, fra il terzo trimestre 2021 e il quarto 2022 (correlazione: -0.77). Dall'inizio del 2023 la correlazione ridiventa positiva, cioè le retribuzioni ricominciano a obbedire alla legge della domanda e dell'offerta (correlazione: 0.89).

Perché al tempo dell'austerità il calo dell'occupazione (aumento della disoccupazione) portava con sé un calo dei salari (come in effetti dovrebbe essere), mentre al tempo della crisi energetica un uguale calo dei salari è stato associato a un aumento dell'occupazione (diminuzione della disoccupazione)? Perché al tempo della crisi energetica la curva di Phillips non ha funzionato? Un pezzo di questa spiegazione va cercato, probabilmente, nel fatto che al tempo dell'austerità quella che si muoveva era la curva di domanda aggregata, mentre al tempo della crisi energetica si è mossa senz'altro la curva di offerta di breve periodo. Il modello standard, però, quello che vi spiegai qui, non dà pienamente conto di questa dinamica, perché in quel modello una fiammata di inflazione fa diminuire, non aumentare, il Pil e l'occupazione. In termini tecnici la spiegazione va cercata probabilmente tenendo conto della dinamica degli scambi commerciali, ma insomma ora sono veramente cotto e non voglio rivoluzionare la scienza economica (accetto vostre proposte).

A me per ora basta aver portato a casa due punti:

1) se dico che una cosa è anomala, che non si è mai verificata, lo dico a ragion veduta, e infatti un aumento del tasso di occupazione in presenza di un crollo delle retribuzioni reali come quello visto fra 2021 e 2022 prima non si era mai visto;

2) se dico che la sinistra ha un problema, la sinistra ce l'ha, perché una ripresa delle retribuzioni, per quanto insufficiente, rapida come quella verificatasi sotto il Governo di destra sotto la sinistra non si era mai vista.

E questa non è propaganda: è un fatto, e non sto dicendo che il merito sia del Governo: sto dicendo che è così.

Accetto vostre interpretazioni, ma basate sui fatti, non sulla vostra presunzione che chi vi parla voglia convincervi di qualcosa: il mondo in cui vivo è già sufficientemente complesso perché io voglia aggiungervi questo ulteriore livello di complessità...

33 commenti:

  1. Poi ci vorrà qualcuno che risolva:
    a) la sicurezza sul lavoro con l'abolizione del subappalto. Le stragi del cantiere Esselunga di Firenze, sui binari di Brandizzo e lo stillicidio quotidiano dopo due giorni spariscono dall'attenzione;
    b) i veleni sul lavoro, nell' ambiente, negli alimenti. La CO2 è "un falso scopo" per nascondere pfas, etc.

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    1. Non mi è chiarissimo il legame subappalto-morti sul lavoro, non ho statistiche su quante vittime fossero impiegate in imprese subappaltatrici. Lo dico in modo assolutamente neutro. Una cosa che certamente causa danni è la fretta, e qui però la riflessione da fare si dovrebbe estendere ad altri ambiti, credo.

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    2. Un razionale ci può essere. Il subbappalto estremo lima i margini, soprattutto per gli ultimi della catena (sì, talvolta sono proprio catene a parecchi anelli) e quando i soldi scarseggiano si passa sopra a molte cose. Lo dico perchè di subbappalti ne ho visti molti nella vita lavorativa e finisce sempre in un modo di lavorare a più basso standard qualitativo, anche per quanto riguarda le precauzioni.

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    3. In ambito pubblico e aziende dei settori speciali, l'ultimo codice degli Appalti (D. lgs 36/2023) ha posto rimedio a questo tipo di eccessi. L'appaltatore deve garantire l'applicazione del CCNL di settore, o equipollente, non solo per i suoi dipendenti, ma anche per i lavoratori in subappalto. Anche gli obblighi in materia di pagamento di imposte e tasse e di contributi previdenziali in capo all'appaltatore si estendono ai subappaltatori. La stazione appaltante può inoltre prevedere dei costi minimi per la sicurezza del lavoro, che non possono essere compressi in alcun modo sull'intera catena di fornitura. Infine, appaltatore e subappaltatore sono responsabili in solido per le attività del subappaltatore.
      Questo quel che dice la carta per il pubblico. Il nuovo codice degli appalti è diventato pienamente efficace dal 1° gennaio di quest'anno. Per quel che mi riguarda, non ho esperienza specifica nell'ambito Lavori, che a intuito è quello che fa più morti.
      In ambito privato, che è regolato dal diritto commerciale e non da quello amministrativo, sospetto fortemente che basterebbe aumentare il numero di Ispettori del Lavoro e potenziare le strutture degli Ispettorati, e fare lo stesso per le ASL che sono deputate ai controlli in materia di sicurezza, per vedere un decremento delle morti bianche, come suggerisce anche questo giudice della Corte di Cassazione, ex-capo di Ispettorato.

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  2. Osservando i dati mensili dell'indice dei prezzi separati in energia e alimenti noto che, mentre il primo è crollato, il secondo si mantiene stabile (o in leggera crescita). Questo mi porta a pensare che probabilmente quella che è partita come inflazione da offerta possa aver incorporato anche una componente di domanda che è quella che (nella mia mente) aiuta a spiegare la crescita dell'occupazione anche nel periodo più recente, senza smentire Phillips.

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  3. Aumento improvviso della burocrazia (ESG).

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    1. Non credo che questo fenomeno (che sarà catastrofico per le nostre imprese) abbia una diretta relazione visibile coi dati che vi ho presentato. Secondo te dove dovremmo individuarla?

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    2. Un po' per logica, perché per le certificazione serve tanto lavoro. Un po' per esperienza lavorativa e parlando con gente che lavora in grandi aziende.

      Che poi sia catastrofica ha senso ma prima di fallire le aziende cercheranno di ottemperare agli obblighi quindi assumono.

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    3. Questa è un'affermazione grossa. Per esperienza, posso dirti che ESG è ancora fuori dal radar di moltissime PMI, che costituiscono la stragrande maggioranza del tessuto economico italiano; sono solo le medio-grandi e grandi aziende quelle che si stanno muovendo, anche con assunzioni, più spesso con formazione interna. Moltissime aziende semplicemente si rivolgeranno a consulenti esterni. Sicuramente ESG, per chi cerca un posto o una nuova mansione, è un cavallo su cui puntare, fino a che reggerà, per ottenere "facili" posti di lavoro nel prossimo futuro; che oggi abbia influenza rilevabile su posti di lavoro e retribuzioni... mah.

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  4. sempre da mente semplice quale sono, ma anche da ingegnere, noto con stupore misto ad appagamento, che il settore edilizio ed immobiliare, affossato lentamente, fino a scomparire, dalla stretta creditizia post Lehman, ha avuto un'improvvisa quanto euforica ripresa dal 2021 in poi e continuerà fino a quando il rapporto osmotico tra imprese e banche continuerà a rimanere in vita; analogo discorso può essere esteso al settore turismo, di cui mi occupo in maniera estensiva, ma qui entrano in gioco dinamiche occupazionali più complesse (stagionali, immigrati etc) che probabilmente incidono solo sul dato macro del Pil

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    1. La ripresa è dovuta al 110%, misura che aveva in sé i germi della propria autodistruzione, come abbiamo più volte constatato. Un pezzo del problema è stato proprio mettere in crisi il rapporto fra imprese e banche (vere vincitrici in quel business).

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    2. Pacifico, che però il "revisore" contabile di questa misura anticiclica sia stato eurostat con un parere non richiesto, suona beffardo. Magari un patere più autorevole chiesto dal governo ad una società terza non europea avrebbe chiarito qualche dubbio in più

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  5. A me sembra di intuire che non tutti si siano fatti un'idea chiara di cosa comporta terzomondizzare l'economia in termini sociali: aver azzerato il potere contrattuale dei lavoratori significa averli privati di ogni possibilità di tutela sul posto di lavoro, anche se poi glieli si toglie progressivamente, man mano che si dispongono a qualunque cosa, anche a morire nel crollo di una miniera (o di silicosi ai polmoni) come nella prima rivoluzione industriale, pur di portare a casa due soldi alla famiglia o berseli al pub; allo stesso modo uno Stato perde ogni funzione di mediaziine fra le pretese del capitale e i diritti deĺla nazione e dei cittadini ossia della comunità e diventa marxianamente l'esecutore della volontà dei detentori del capitale finanziario: non può tutelare il territorio, né la salute o il benessere dei cittadini. Non c'è bisogno di reintrodurre formalmente la schiavitù, si torna ad essere schiavi alla maniera del liberismo, per i non alfabetizzati in letteratura inglese si leggano coi propri figli di scuola media e superiore "Oliver Twist" e "La capanna dello zio Tom".
    Ah, se l'on. Bagnai sapesse cosa risponderei alla Schlein quando parla di violenza di genere arrossirebbe, e io finirei in galera rea di Hate Speech; meno male che qui si gode un relativo anonimato.

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    1. Mah non credo si ripeteranno esattamente le condizioni sociali della prima rivoluzione industriale. La storia non si ripete mai nelle stesse condizioni (così come non succede alle Borse).
      A forza di pensare di essere in "uncharted waters" alla fine ci siamo arrivati.

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    2. Quindi dici che questa volta è diverso? Ma è proprio perché si pensa questo che poi le cose si ripropongono sempre più o meno nella stessa maniera! Io però più che "prima rivoluzione industriale" tifo "Belle Epoque".

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    3. Tifi belle epoque?! Cioè il periodo in cui si compravano armi moderne prima delle due guerre mondiali?

      "Interessante" tifo.

      Spero tu abbia (stavolta) torto.

      P.s. forse la fiammata di inflazione da offerta sull'energia ha costretto molti a cercarsi lavori part time. Vedo tantissimi part time ultimamente. Anche per reggere da non più giovanissimi (in aumento) condizioni di lavoro pessime.

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    4. La fine della Belle Epoque con le due guerre mondiali è quella che ha portato alla repressione finanziaria, ai welfare state e ai gloriosi trenta. Ci sarebbe da sperare in quel senso. Peccato che dovremo passare per una guerra egemonica ad alta probabilità di uso delle nucleari.

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  6. Provo a rispondere con qualche dato, dal mio punto di vista, che non è quello di un economista, ma di un giurista che ha molto a che fare con il diritto del lavoro. Ciò che credo abbia la sua utilità perché consente di apprezzare certi dettagli che possono sfuggire a uno sguardo dall’alto dei grandi numeri.
    1) È vero che buona parte della nuova occupazione è teoricamente “buona”, cioè a tempo indeterminato. Ciò accade – per quel che vedo - per due ragioni.
    (a) I contratti di lavoro a tempo indeterminato sono oggi convenienti per le aziende: beneficiano infatti - al contrario di quelli a tempo determinato - del taglio del cuneo fiscale
    (b) Questi contratti sono ormai anch’essi alquanto precari (quindi favorevoli per le aziende). Ciò accade non solo per effetto della “Riforma Renzi”, ma anche perché ci si è messa la giurisprudenza da quando, con ordinanza n. 19302 del 18 luglio 2019, la Cassazione ha affermato che è legittimo il licenziamento per giustificato motivo oggettivo (quindi non per mancanze del lavoratore) anche quando è finalizzato alla ricerca di una maggiore produttività e, dunque, ad un incremento del profitto del datore di lavoro. Ne consegue un ulteriore indebolimento della forza contrattuale del lavoratore. Quest’ultimo, infatti, anche in un mercato del lavoro “sostenuto”, non è incentivato a cambiare occupazione per guadagnare di più, o non accettare demansionamenti o riduzioni di stipendio (oggi possibile grazie alla riforma dell’art. 2103 cod. civ.), perché cambiare è rischioso (periodo di prova) e può essere costoso (ad esempio maggiori spese per raggiungere il nuovo luogo di lavoro o, addirittura, trasferirsi).
    2) La disoccupazione giovanile “resta un grave problema”, come è osservato nel post ed è in calo l’occupazione degli autonomi (risulta dalle medesime statistiche ISTAT). Ne consegue: (a) che i giovani costituiscono un serbatoio di forza lavoro a basso costo, che probabilmente (qui però ho solo dati di esperienza) contribuisce sia ad abbassare il montante complessivo degli stipendi, sia ad abbassare la media, sia a tenere bassi gli stipendi dei lavoratori delle altre classi di età; (b) anche gli autonomi, ai quali sono spesso esternalizzati (anche dalla P.A.) compiti che potrebbero essere svolti a maggior costo internamente, costituiscono un serbatoio di forza lavoro a basso costo.
    Ovviamente tutto ciò non dipende dal “governo cattivo”, ma dalla scelta di fondo fatta tanti anni fa di legare “la politica italiana e quella dell'Europa" (intervista ad Andreatta al Sole del 1991), con tutto quel che - come abbiamo imparato grazie a questo Dibattito - ne è conseguito. Aggiungo che non mi stupisce che quella scelta sia stata fatta con metodi diversamente democratici: era la Storia ad andare da quella parte. E la Storia, purtroppo, non è democratica. Ora pare stia prendendo una piega diversa, ma anche questa volta non l’ha messa ai voti (e non ho strumenti per immaginare quali effetti la nuova piega avrà sui salari).
    Cordiali saluti.

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  7. Volevo solo dire che se hanno usato l'€uro per disciplinare i salari e non di meno lo hanno usato per tenere gli stati al guinzaglio della finanza, per forza lo stato sociale o well-fare sta sparendo, perché anche quello era un obiettivo (il fatto che non ci sia più il lavoro in miniera non evita a dei ragazzi di morire schiacciati da una lastra mentre fanno lavoro gratis obbligatorio, per dirne una). Se questa era la premessa o una delle premesse della divulgazione fatta qui, allora che senso ha rimproverare al governo di destra di non tutelare ambiente e diritti dei lavoratori? Nessun governo in queste condizioni, ossia senza sovranità monetaria, potrebbe farlo: per quel che ho capito io, e se ho capito male mi scuso, il grosso del lavoro in opposizione al PD sarebbe preservare quello che resta del sistema produttivo e non farlo sparire nel crollo o nell'implosione su sé stesso. Che poi chi pilota la nave abbia deciso di evitare l'implosione mediante un conflitto armato è indubitabile, se ce l'hanno già detto loro (con la scusa che l'altro ci voglia invadere ok, ma ascoltare Barbero dà perlomeno un'idea delle colossali c@zzate che la stampa ha sempre scritto da quando esiste l'opinione pubblica); non so cosa darei per non vederlo e non saperlo, ma tant'è... dubito di poter sperare in un meteorite gigante

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  8. Sarebbe bello creare un'ulteriore problema all'ASinistra, continuare su questo trend per quanto riguarda la crescita di occupazione e salari e sostenere la domanda interna senza rimandare in deficit la bilancia dei pagamenti nostrana.
    Chiedo troppo?

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  9. potevano evitare di farlo..."il lavoro sporco". Perchè lo hanno fatto? Perchè veramente credevano che la divisa forte ci avrebbe tutti messo al riparo dalle fluttuazioni? Lo credevano davvero? Oppure si erano innamorati della comodità di pagare il caffè allo stesso modo a Marsiglia come a Roma? O anche pensavano che le imprese si sarebbero dovute necessariamente innovare per essere competitive sui mercati forti del fatto (che SAPEVANO) che ci sarebbe stata una deflazione salariale....e quindi puntavano tutto sul rinnovamento della struttura imprenditoriale italiana al costo di una falcidia salariale? Ma se questo era il retropensiero allora....perchè TAGLIARE gli investimenti e fare austerità? Ti dai la zappa sui piedi, no? Come pretendi un rinnovo sistemico se sei tu il primo a tarparlo? Insomma, perchè non c'è stata una reazione all'imposizione dell'austerità se ovviamente questa avrebbe distrutto ogni velleità di "buoni propositi" anche se scaturenti dalla parte che in realtà sarebbe dovuta stare dalla parte dei lavoratori? Non trattarmi male come fai di solito prof che sono suscettibile.

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    1. Il clima dell'epoca me lo ricordo bene, anche se non ero in politica, e del resto non è diverso dal clima attuale. La motivazione tattica della sinistra, nel rivolgersi a un tecnico con un'agenda tecnica, era legittimare la deposizione di Berlusconi lasciando intendere che in quanto politico, in quanto corrotto, in quanto in conflitto di interessi, lui non fosse in grado, mentre i tecnici, signora mia... Le cose non stavano esattamente così, ma l'interesse del partito andava sopra quello del Paese e quindi il nemico andava abbattuto senza porsi troppe domande sulla provenienza del killer.

      Esattamente la stessa dimensione che viviamo oggi, con la differenza che essendo stati purgati siamo relativamente in forma e questo rende meno credibile un attacco via "mercati", che infatti non c'è.

      La dimensione strategica dell'europeismo è quella che abbiamo detto più volte ed è complementare a quella tattica: saldare un patto con centri di potere e burocrazie estere (non più sovietiche, unionali), che permettesse loro di governare il Paese anche quando eventualmente fossero stati sloggiati. Ha funzionato, in effetti, e il PNRR è il compimento di questo progetto. Non so se sarà però abbastanza per scalzarci.

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  10. Scusate, sono tonto io e non capisco.
    Mi sono già beccato del couillon per il commento al post precedente (ma se serve a capire qualcosa, benvenga). Ma che è successo alle retribuzioni lorde in termini reali verso il 2021?

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    1. Fino al T3-2021 stavano recuperando dal crollo pandemico, poi l'inflazione le ha spazzate via.

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    2. Ma certo.. Come ho fatto a non pensarci.. Sono "reali". Grazie!

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  11. Forse overshooting nei licenziamenti in passato a fronte di previsioni catastrofiche? Forse (successiva?)sostituzione di "vecchi" lavoratori più cari con "giovini" meno cari?

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  12. Non avevate detto che il tasso di occupazione aumenta perché i salari sono diminuiti?

    E allora come me lo spiegate questo?


    Sarò banale ma come risposta, o perché i genitori non ci sono più vuoi perché le finanze a casa cominciano a ridursi , comunque per sopravvivere un salario bisogna comunque averlo ...

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  13. Si potrebbe dire, parafrasandola, che la sinistra ha segato il ramo su cui era seduta e non solo a partire da Monti.
    Il grafico 'Retribuzioni lorde pro capite in termini reali' evidenzia che negli anni dei governi Berlusconi le cose siano andate meglio che nella parentesi ‘campo largo’ di inizio millennio (2006-2008), quel famoso e vincente campo largo progenitore di quello che abbiamo affossato in Abruzzo. Mi pare di ricordare che fossero gli anni de ‘le tasse sono belle’ e di fatto contraddistinti da avvisaglie di austerità a colpi di avanzi primari più marcati del quinquennio precedente. Se non vado errato si evidenzia un calo delle retribuzioni reali già prima della crisi finanziaria del 2007. Doppiamente interessante se si pensa che in quelle maggioranze ed in quei governi LARGHI c'erano anche dei partiti con falce e martello nei simboli presentati agli elettori. In sostanza la carenza di socialismo o di comunismo c'era già prima che nascesse il PD. Dal 2008, inoltre, e sino all'inizio delle tensioni di metà legislatura il grafico delle retribuzioni lorde reali pro-capite torna a salire. Se non altro "quelle tensioni" hanno contribuito alla nascita del Blog ed a tutto quello che ne è conseguito; "la provvida sventura" direbbero Plutarco o anche avvicinandoci a noi Vico e Manzoni. Può essere una considerazione marginale o laterale rispetto agli insegnamenti da trarre e che lei evidenzia negli ultimi due articoli ma, secondo me, una certa attinenza c'è, ossia la sinistra che facendo gli interessi degli altri e non del Paese, alla fine non fa neanche i suoi nel medio periodo o comunque quando si è ancora tutti (o quasi) vivi per trarre qualche conclusione su quanto accaduto.
    Quanto all'anomalia inerente alla decorrelazione provvisoria tra salari e occupazione e che, come da lei sottolineato nell’articolo, "si concentra nel periodo di discesa del salario reale, fra il terzo trimestre 2021 e il quarto 2022" possono avere, secondo lei, inciso le modalità delle riaperture post covid o, meglio, le modalità di chiusura del Covid? In un primo momento i salari hanno reagito alla domanda di lavoro necessaria a "soddisfare" la domanda e sinché l'offerta ha "retto" seguendo la domanda in fase di riapertura delle attività. Poi i limiti dell'offerta con tutto ciò che lei ci ha spiegato e documentato in altri articoli (disfunzioni e blocchi nelle catene di approvvigionamento) ha fatto sì che la domanda di beni e servizi si trasferisse più sui prezzi e meno sui salari. Non so se mi sono spiegato in modo corretto ed efficace da un punto di vista tecnico; quello che voglio dire è che una quota di risparmio accumulata durante i lockdown (come nel mio caso di lavoratore dipendente del settore privato che ha continuato a lavorare e percepire reddito ma spendendo molto meno) si è trasformata in domanda di beni e servizi in sede di riapertura post covid e questo in un primo momento ha trainato occupazione e salari (si vede dal grafico che lei ci mostra 'retribuzioni reali e occupazione' post-Covid e pre fase anomala di decorrelazione), poi si è arenata in termini di salari reali pur mantenendo un trend occupazionale positivo per via delle strozzature da lato dell’offerta. Della serie: la domanda c'è, il lavoro serve; ma se pago tanto le materie prime e fatico ad approvvigionarmi a prezzi ragionevoli dovrò controllare il costo del lavoro. Un ulteriore spunto: dato che le ultime due leggi di Bilancio dell’attuale governo hanno stanziato risorse volte ad alleggerire il carico fiscale delle buste paga dei redditi medio bassi, l’inclinazione del grafico delle retribuzioni reali migliora ulteriormente se si considerano i redditi al netto di imposte sul reddito e contributi previdenziali? Può essere più realistico/efficace nel valutare il potere d'acquisto? Chiedo perché non si trovano agevolmente serie storiche che analizzino il dato delle retribuzioni nette (mi rendo conto che sia complesso con i vari trattamenti fiscali da considerare).
    Grazie degli spunti ed un caro saluto
    Giuseppe Del Matto

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  14. Lancio un altra suggestione. Le PMI italiane si stanno cagando addosso di rimanere senza ricambio in molti ruoli chiave, dall'operaio specializzato al tecnico laureato, a causa del ondata di pensionamenti prevista nei prossimi anni per ragioni demografiche (1964 anno con più nati in Italia dalla fondazione della repubblica) ed quindi hanno anticipato le assunzioni per permettere un periodo di affiancamento e trasmissione del sapere.

    (Forse anche perché gli sarà morto qualcuno durante la pandemia e hanno capito di essere molto vulnerabili su questo punto)

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  15. Azzardo una parziale spiegazione da quel che vedo dalla mia visuale ristretta: l'aumento della spesa militare, non conteggiata come debito mi pare, che ha fatto impennare le commesse militari (vedi programma GCAP con Giappone e UK)

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  16. Direi che il calo delle retribuzioni reali andrebbe aggiustato per il taglio del cuneo fiscale e contributivo - che ha consentito alle imprese di risparmiare una parte di ciò che avrebbero dovuto riconoscere come adeguamento salariale; inoltre ho la sensazione che la necessità di equilibrare la caduta del potere di acquisto del reddito familiare causata dall'inflazione abbia indotto a cercare un' occupazione quei membri del nucleo che prima non lavoravano: fenomeno ora reso possibile a livello generalizzato (a differenza degli anni dell'austerità o comunque di avanzo primario) da un contesto economico sospinto dallo stimolo fiscale come non si vedeva da oltre trent'anni.

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  17. La produttività del lavoro se non sbaglio sta scendendo. Ciò potrebbe significare che stiano entrando nella forza lavoro lavoratori a bassa produttività che quindi percepiscono salari relativamente bassi.
    Un altro punto secondo me sta nella capacità dei lavoratori che sono già nel mercato di ottenere adeguamenti salariali in linea con l'inflazione, anche se questo dovrebbe comportare profitti più elevati per le imprese, e quindi maggiore domanda di lavoro.
    Terzo, l'offerta di lavoro, che dovrebbe consistere in lavoratori per lo più marginali, potrebbe essere spinta dai mancati adeguamenti salariali di chi già lavora: le famiglie non riuscendo più a campare con un solo stipendio, hanno bisogno di un'entrata aggiuntiva anche da chi fino a ieri non lavorava. Anche perché chi sono queste persone che stanno entrando nel mercato del lavoro se il paese è sempre più vecchio e ormai demograficamen calante a velocità sempre maggiori?

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