mercoledì 4 aprile 2018

L'Aquila

La lettura della Decisione della Commissione del 14.8.2015 C(2015) 5549 final, scritta in un italiano quasi sempre corretto (Abbruzzo...), offre interessanti prospettive sui rapporti fra Italia e Unione Europea e sul mondo che il Partito Democratico ha voluto, sempre voluto, fortissimamente voluto per noi, da quando si è trovato orfano di un altro totalitarismo.

Intanto, oggi i nostri cari amici piddini si chiamano fuori dalla mostruosità burocratica di questa decisione cantando la loro canzoncina preferita, un evergreen: #hastatoabberluscone! I problemi degli aquilani, secondo i piddini, deriverebbero non dalle assurdità del TFUE (e soprattutto della sua applicazione, come vi mostrerò fra breve), ma dal fatto che il negligente Berlusconi avrebbe omesso di notificare alla Commissione misure che potevano costituire aiuti di Stato. Di questa omessa notifica ai sensi dell'articolo 108, paragrafo 3, del TFUE la Commissione si rammarica al punto (116) della Decisione, e noi ce ne condoliamo seco lei, salvo constatare che è la stessa Commissione a specificare che nel caso dell'Abruzzo l'obbligo di notifica incombeva per la Legge di stabilità 2012 (L. 12 novembre 2011, n. 183), perché questa riveste carattere di aiuto di Stato (punto (109) della Decisione). Il motivo è che è stata questa legge a stabilire l'abbattimento degli importi da versare al 40% e la loro rateizzazione in 120 rate mensili (punto (36) della Decisione).

Piccolo dettaglio, quattro giorni dopo la promulgazione della legge, Berlusconi venne deposto in un modo che già non mi piaceva quando ero di sinistra (ex multis), e che ovviamente mi piace anche di meno ora che sono di destra! Credo che in quei giorni, durante quel golpe (per dirla com'è), tutti in Italia avessimo altro cui pensare che smaltire burocrazia europea (con tutto il rispetto per la burocrazia, necessaria in qualsiasi organizzazione, e per l'Europa, che non è l'Unione Europea).

Va anche detto che l'omessa notifica di Berlusconi ha avuto un'unica conseguenza: il rammarico della Commissione. Voglio dire che se anche Berlusconi avesse notificato nel 2012 (o anche nel 2009) le misure, quale scenario si sarebbe aperto? Quello previsto dall'art. 108 paragrafo 3 del TFUE, ovvero l'avvio di una procedura che avrebbe comunque paralizzato l'azione del Governo italiano, nell'attesa che a Bruxelles decidessero il da farsi. Ritenete ammissibile un simile modus operandi per un paese a rischio sismico e idrogeologico come il nostro? Io no (ex multis).

Mi affretto ad aggiungere una cosa. Ho mal ricambiato la gratitudine che devo al vincitore di quella stagione politica, il senatore Monti, e che gli ho espresso qui, affermando una cosa inesatta a suo riguardo. Per colpa mia (ma, come vedrete, e come al solito, la colpa è dell'UE) La Verità (il giornale) non ha detto la verità (quella vera). Non è infatti vero che il governo Monti, nella sua notifica a sanatoria, inviata per email il 2 luglio 2012, non abbia citato fra le possibile deroghe applicabili nel caso italiano quella specificata dall'art. 107, paragrafo 3, lettera c (aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o talune regioni economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi [nota: fra paesi membri, come chiaramente deducibile dal paragrafo 1 dello stesso articolo] in misura contraria al comune interesse). Monti, correttamente, lo fece. Il motivo per il quale io non gliel'ho riconosciuto è stato una lettura affrettata della Decisione, dato che questa al punto (118), afferma che "nelle sue osservazioni lo Stato membro non ha sostenuto che l’aiuto potesse rientrare nelle deroghe di cui agli art. 107, par. 3, lettere a) o c) del TFUE, né fornito informazioni di qualsiasi tipo che potessero consentire alla Commissione di valutare la compatibilità dei regimi in esame alla luce di tali deroghe". Ora, questo si riferisce specificamente alle osservazioni presentate dal governo Renzi (sembra di capire, in data 4 agosto 2014). Monti aveva impostato correttamente la linea difensiva, proponendo anche "informazioni che potessero consentire alla Commissione di valutare la compatibilità dei regimi ecc.". Per qualche strano motivo, invece, Renzi (o chi per Renzi: e chi sia stato non è dato sapere, al momento) ha invece scelto la strada dell'art. 107, paragrafo 2, lettera b ("aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali"). Una strada che sembrava più naturale, ma che l'esperienza (madre di ogni scienza) dimostra essere impervia per motivi sì assurdi (altrimenti non staremmo parlando di Unione Europea), ma verosimilmente noti a chi di "Europa" si occupa, o comunque impugnabili.

Si palesò una volta di più, in questa circostanza, l'atteggiamento del governo Renzi, affetto da quello che qui abbiamo chiamato il "calendismo", dal nome del suo più autorevole interprete: la filosofia politica della subalternità totale, propria di una élite che disprezza il proprio popolo, si vergogna di esso, e quindi non ne difende la dignità nelle sedi internazionali, mettendo se stessa in una posizione negoziale progressivamente più svantaggiata. A norma dell'art. 263 TFUE Renzi aveva 60 giorni per impugnare la Decisione, ma, naturalmente, non lo fece, probabilmente perché riteneva che farlo non fosse nell'interesse dell'Europa:


Si sarebbe potuto impugnare la decisione? Direi di sì (a parte l'ovvio motivo che si sarebbe dovuto comunque farlo). Molte cose non tornano in questa vicenda che, come vedrete, sia per la sua essenza, che per il modo in cui è stata gestita, ricorda da vicino il famigerato bail in (ex multis).

Intanto, il motivo per cui la Commissione avrebbe comunque ritenuto che quello concesso alle imprese del cratere sismico fosse aiuto di Stato, e come tale soggetto a recupero da parte dello Stato membro, è interessante.

La Decisione argomenta in più punti (ad esempio al punto (59)) che la deroga per "calamità naturale" può essere accordata solo se si dimostra che il danno è "conseguenza diretta" della calamità e che non vi è "sovracompensazione". Questa disposizione, nel Trattato, non c'è. Par di capire che essa sia in qualche regolamento, o abbia una fonte giurisprudenziale (qui ci vorrebbe Quarantotto). Le sue conseguenze però sono piuttosto evidenti: il danno viene circoscritto a quello materiale subito da beni fisici di proprietà dell'impresa, escludendo qualsiasi altro tipo di danno patrimoniale che una calamità come quella dell'Aquila necessariamente comporta. Banalmente, la chiusura per motivi di sicurezza di un intero centro storico fra i più belli del paese comporta (per definizione) la morte del turismo, con il danno patrimoniale che potete facilmente immaginare per le imprese che da questo traggono i propri redditi; lo spopolamento di intere comunità comporta un abbattimento del fatturato di tutte le imprese che vi operano; e via dicendo. Di questo tipo di danni, per esplicita ammissione della Commissione messa nero su bianco nella Decisione, alla cosiddetta Europa non frega un accidenti di nulla (lo dicono loro), perché sono danni "indiretti"!

Siamo d'accordo, vero, che questo approccio è un po' problematico?

Anche perché, d'altra parte, la Commissione, che chiede con tanta acrimonia (diciamolo: con aperta ostilità verso i cittadini di uno stato fondatore) di provare il nesso causale fra calamità e danno meramente materiale (tutti gli altri danni, spesso ben maggiori nel quantum, essendo per definizione conseguenza indiretta), è poi singolarmente generosa con se stessa, dispensandosi dall'obbligo di provare una cosa fondamentale: che le imprese beneficiarie fossero significamente attive negli scambi fra Stati membri. Non è cosa banale. L'art. 107 infatti tutela la concorrenza nel mercato interno, che significa interno all'Unione, cioè... estero per ciascuno stato membro. Ma la decisione, al punto (111), recita: "le misure riguardano imprese presumibilmente attive negli scambi tra Stati membri", motivo per il quale sarebbero in grado di incidere su detti scambi. Insomma, portando l'argomento ai suoi estermi (ma non troppo): la Commissione presume che aiutando il panettiere di Capestrano, la Repubblica Italiana abbia alterato la concorrenza fra una boulangerie di Auxerre e una Bäckerei di Rotterweil...

Come vedete, siamo punto e daccapo con la situazione del bail in, che il PD solerte applicò in anticipo, perché la signora Vestager (tanto nomini...) presumibilmente riteneva che aiutando Banca Etruria (con soldi privati, peraltro) si alterasse la concorrenza fra una Sparkasse della Turingia e una Banque rurale della Beauce!

Ecco, ditemi un po' voi: non è fantastica questa Europa (cioè l'Unione Europea)? Non è meraviglioso questo mondo del quale il PD ha voluto, sempre voluto, fortissimamente voluto fare gli interessi a discapito degli interessi nostri, e, in particolare, dei più deboli di noi, di quelli che vivono nei territori più fragili, ma anche più meritevoli di tutela?

Ora, c'è una cosa che a Bruxelles non sanno, e che forse qualcuno dovrebbe dirgli: noi abbiamo una Costituzione. Sì, proprio una di quelle cose per le quali l'art. 4 del TUE, cioè del Trattato fondatore, dice, a chiacchiere, di avere tanto rispetto: "L'Unione rispetta l'uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e la loro identità nazionale insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale...". Questa Costituzione forse è un po' lunga (meno dei Trattati, coi quali notoriamente confligge, come è stato più volte ribadito), ma all'art. 2 ci può arrivare anche un burocrate europeo: è pagato abbastanza per farlo! In quell'articolo è scritto che la Repubblica richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Per Berlusconi, o per chi si fosse trovato (o si era trovato, in sei casi analoghi partitamente esaminati dalla Decisione) al suo posto, prendere misure volte a contrastare l'emergenza sociale causata dal sisma, una emergenza che coinvolgeva intere comunità, territorialmente individuate, era un dovere inderogabile. Non si tratta di vedere se è crollato un capannone o se si è rotto un vetro. Il terremoto è una cosa un po' diversa, come non sa chi non lo sperimenta (per sua fortuna). Il terremoto, soprattutto quando lascia centinaia di morti, stravolge profondamente un territorio nella sua integrità e nella sua identità. Quindi, ancora una volta, ci sarebbe da chiedersi di cosa parla esattamente l'art. 4 del TUE quando dice che l'Unione "rispetta le funzioni essenziali dello Stato, in particolare le funzioni di salvaguardia dell'integrità territoriale". Se le rispetta così, ci chiediamo cosa accadrebbe qualora non le rispettasse (ma forse basta andare indietro con la memoria di pochi decenni per averne un'immagine plastica, e non finì comunque bene...).

Ci sono, naturalmente, infiniti altri dettagli e technicalities di cui si potrebbe parlare, dal regime de minimis in giù. Ma quello che mi interessava qui sottolineare era quanto devastante sia per il nostro paese la sinergia fra un mostro burocratico che nega in pratica i principi che afferma in teoria, e una cultura politica subalterna, quella del PD, erede di chi definì l'Italia un popolo di mandolinisti, che è in re ipsa incapace di affermare nelle sedi cosiddette europee alcuni principi di civiltà, la cui affermazione sarebbe interesse non degli aquilani, o degli italiani, ma degli uomini tutti che vivono in questo lembo suicida di terra emersa (da Capo Nord - che è un extracomunitario - a Capo Passero).

E invece gnente. Duri come il diaspro, i piddini continuano a non capire che non potranno essere parte della soluzione, finché non avranno capito dov'è il problema. Purtroppo, è in casa loro. La sconfitta non sembra averli aiutati a riflettere. Tanto peggio: ce ne vorrà una peggiore. Che venga fra due mesi o due anni non importa: verrà, perché questo è il loro destino.

Noi, intanto, ci attrezziamo a resistere.

(...se sbaglio ecc....)

35 commenti:

  1. E' un'ottima notizia. E' bene che tutti, ma proprio tutti si rendano conto di cos'è diventata l'UE. Anzi, adesso che arriva la bella stagione inviterei la Bonino "Più Europa" a farsi un giro in Abruzzo, in auto scoperta.

    RispondiElimina
  2. Prepariamoci nel sentire persone dare la colpa a Berlusconi, io ne ho già sentite un paio e ho faticato a trattenermi

    RispondiElimina
  3. "Presumibilmente". Nel dubbio, si condanna: civiltà giuridica ai massimi livelli!

    RispondiElimina
  4. Onore a lei. En passant, il fattaccio consegna l'ennesima riprova di quanto faccia schifo il diritto (Giustiniano perdonaci) comunitario, accozzaglia di commi e paragrafi assurdi e pesanti.

    Anche qui, il contrasto tra la nostra meravigliosa carta costituzionale appare stridente. Ma si sa, tutte queste cose il piddino medio non le sa... perché sa.

    (da messinese solidarietà piena e assoluta a tutti i colpiti da questo atto vigliacco e infame. Peggio dei terremoti spesso c'è solo la ricostruzione: in quel frangente si capisce forse quanto sia importante lo Stato e la sovranità popolare).

    RispondiElimina
  5. Bagnaigiuristaaaa! Impeccabile l'esegesi delle (ab)norme europee, che devono essere state elaborate da Abby.
    Temo che più che malafede vi sia una buona dose di insipienza in chi ci ha governato, peggiorata dal non avere stimolo ad opporsi a decisioni che si sentono comunque "giuste", anche quando penalizzano, per noti motivi di auto-razzismo ed esaltazione del vincolo esterno che ci moralizza e ci allenta salutari schiaffoni.
    D'altronde le norme europee, come ti accorgerai, sono scritte per essere non capibili, confuse e contraddittorie, dimodoché, la Corte di Strasburgo, possa sempre trovare interpretazioni favorevoli per gli amici, i centrali, e sfavorevoli per gli altri, i periferici... Summus ius, summa iniuria.

    RispondiElimina
  6. Applausi!!!
    Parafrasando un Bagnai d'annata il post avrebbe potuto aver titolo "L'Aquila. Che ne sapete della civiltà?"
    Sono estremamente felice che Alberto ora sia in parlamento.
    Grazie, eternamente grazie!

    RispondiElimina
  7. Mica ce li ritroviamo di nuovo al governo, eh...

    RispondiElimina
  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  9. Leggendo, arrivato al quartultimo capoverso, nel punto dove dice: "....la Repubblica richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Per Berlusconi, o per chi si fosse trovato (o si era trovato, in sei casi analoghi partitamente esaminati dalla Decisione) al suo posto, prendere misure volte a contrastare l'emergenza sociale causata dal sisma, una emergenza che coinvolgeva intere comunità, territorialmente individuate, era un dovere inderogabile", mi sono letteralmente venuti i brividi, credo di rabbia! Ho capito che le parole di chi ha scritto l'articolo, cioè il Prof. Bagnai, sono le parole di un vero patriota, ove per patriota s'intende una persona pronta a combattere, forse anche a dare la sua vita, per la propria patria e per il popolo che la abita.

    RispondiElimina
  10. E ti prendono anche per il culo (punto 141): "il beneficiario di un aiuto non notificato non può opporsi a un ordine di recupero facendo legittimo affidamento sulla regolarità di un aiuto, poiché un’impresa diligente deve normalmente essere in grado di accertarsi che un aiuto sia stato notificato". Quindi il panettiere di Capestrano prima di chiedere la sospensione dal pagamento delle tasse dovrebbe farsi largo fra le macerie e chiedere (a chi?) se l'aiuto è stato notificato (e notare che nemmeno i giudici italiani sapevano se l'aiuto fosse stato notificato o meno, tanto che lo hanno chiesto alla Commissione).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. quello che non capisco è:

      "Il 21 febbraio 2011 la Commissione ha ricevuto una richiesta di informazioni
      da parte di un giudice del lavoro del tribunale di Cuneo ai sensi della comunicazione della Commissione relativa all’applicazione della normativa in
      materia di aiuti di Stato da parte dei giudici nazionali. Nella richiesta il
      giudice ha richiamato l’attenzione della Commissione su una serie di leggi
      emanate negli anni 2002-2003 e 2007 che presumibilmente introducono aiuti
      di Stato (sotto forma di una riduzione del 90% delle imposte nonché dei
      contributi previdenziali e dei premi assicurativi obbligatori) connessi al
      terremoto che ha colpito la Sicilia orientale nei giorni 13-16 dicembre 1990, e alle alluvioni del novembre 1994 in
      Italia settentrionale. Il giudice ha chiesto alla Commissione se tali misure sono state notificate dall’Italia ai sensi
      dell’articolo 108, paragrafo 3, del TFUE; se sono state valutate dalla
      Commissione o se sono state oggetto di indagine formale e, se sono
      state oggetto di una decisione adottata o in assenza di una decisione
      adottata, quando verrà adottata una decisione al riguardo."

      ma se si faceva i cazzi suoi?

      Elimina
    2. Ma è tutto perfettamente coerente. Il giurista esegue zelante gli ordini di un mondo che rinuncia a governare i grandi aggregati economici e confida sull'efficienza di un sistema di transazioni massimizzanti dei singoli operatori economici. Quindi il diritto se ne strafotte degli effetti macroeconomici del terremoto sul PIL, e chiede di vedere i costi della distruzione del singolo capannone della singola impresa.

      Elimina
    3. Non sarebbe successo nulla, verosimilmente, visto che per anni non era successo nulla. Attenzione però: la Decisione specifica che la richiesta del giudice (del lavoro) era stata motivata da una Comunicazione in tema di aiuti di Stato. Suppongo che il suo interesse nascesse da materia attinente agli sgravi previdenziali o assicurativi (INPS, INAIL), e do per scontato che abbia fatto bene a informarsi. Il problema è a monte (la norma) e a valle (la gestione della vicenda da parte del governo Renzi).

      Elimina
    4. @Gresbeck Sono d'accordo: questo diritto "microfondato" si intona bene al carattere neoliberista del progetto. Non uomini, fattore lavoro; non territori, terra; ecc.

      Elimina
  11. Si capisce sempre di più perché la nostra Costituzione stava e sta tanto sui maroni in quelle lande "celestiali". Credo che a questo punto si possa davvero affermare che quegli uomini dell'Assemblea Costituente ci salveranno, ancora una volta. Almeno lo spero.

    RispondiElimina
  12. La stima mia e di molti verso le capacità di Alberto Bagnai ci hanno portato a votarlo (chi direttamente e chi - come me - indirettamente), nella speranza che tali capacità, combinate con il potere di intervenire direttamente nelle questioni politiche, centuplicassero l'effetto delle sue idee. E già da questo primo post "senatoriale" si vede come gli strumenti giusti, dati in mano a chi è in grado di gestirli, abbiano un effetto dirompente. Mi creda, non sono complimenti di circostanza: le mie parole vengono dal cervello, non dal cuore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. SPERO VERAMENTE DI NON AVERE SBAGLIATO A VOTARE LEGA....DEVO DIRE CHE LA CANDIDATURA DEL PROF E' STATA DECISIVA NELLA SCELTA

      Elimina
  13. "una élite che disprezza il proprio popolo, si vergogna di esso"

    Nihil sub sole novum.

    Nel Luglio 1941 Napoli fu bombardata dagli inglesi.
    Ecco le parole esatte dette in quell'occasione da Mussolini e che si trovano scritte nel Diario di Galeazzo Ciano:

    “Sono lieto che Napoli abbia delle notti così severe. La razza diventerà più dura. La guerra farà dei napoletani un popolo nordico”.

    RispondiElimina
  14. La definizione di "calendismo" è geniale. Attendo trepidante il suo primo intervento dall'aula del Senato.

    RispondiElimina
  15. Io spero che il compimento del destino piddino si verifichi asap o, utilizzando un'espressione partenopea, "a mort''e subbbito". Ho i miei dubbi perché l'opera di disinformazione portata avanti da stampa allineata e TV è penetrata fin nelle ossa della ggente ed è difficile da estirpare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I PICORRET SONO ANCORA BEN ARROCCATI NEI MEDIA ITALIANI... CI VORRA' UN PO DI TEMPO PER DEPURARSI, MA ARRIVERA' (PICORRET = LIBERAL-POLITICAMENTE CORRETTI-ANTIFA-ECC.ECC)

      Elimina
  16. Caro Prof. Spero che con tutti gli impegni che stanno per pioverti addosso ti resti un po' di tempo per occuparti di questa povera regione Abruzzo . Eravamo una regione modello per lo sviluppo economico e umano e ora siamo precipitati nella depressione più nera, grazie anche ad un PD che prima ha fatto affari con la sanità e poi si è eretto a severo censore di un popolo viziato da correggere severamente con tagli feroci.
    Lo sviluppo industriale è stato poi schiantato da campanilismi idioti e pseudoecologisti fanatici.

    RispondiElimina
  17. @Kees Popinga

    Grazie. Messo su Twitter. Dato che i miei follower non sono nemmeno quattro volte quelli del Manzoni (...), vedrei opera meritoria che altri goofylettori contemporaneamente twittatori diffondessero a loro volta.

    RispondiElimina
  18. Resistere... Un bel vulnus la decadenza dello Stato dall'impugnazione. E' confortante pensare che gli abruzzesi forse avranno anche delle alternative rispetto a ricorso al TAR ex art. 49 l 234/2012. Ma mi sento di poter sperare in una mutata sensibilità politica. Buon lavoro Senatore.

    RispondiElimina
  19. OT Ma davvero? I "fate presto" in barca - e che barca - come fonte autorevole? Proprio nel momento in cui fremiti e gemiti paiono innalzarsi dal basso e dall'alto del corpo nazionale concentrandosi su una scaramuccia di frontiera?
    "Solo lodi" a chi ha fatto il concordato Sacconi? Certo, ma da chi?
    E certi personaggi vanno identificati non per il ristretto gruppo sociale cui appartengono e con i cui interessi s'identificano e che difendono, ma per il luogo di nascita?
    Un presidente per un paese intero? Il prode cavaliere Whatever it takes come salvatore della patria (anziché delle esportazioni tedesche, ché l'euro è troppo forte anche per la Francia - citofonare FMI)?
    Mah! Cento volte mah!

    RispondiElimina
  20. Ottimo pezzo...adoro quando si fanno le pulci (con dovizia di particolari) per asseverare degli argomenti super-generali.
    Faccio la comparazione con quanti ci governano o dirigono la cagnara mediatica...che tanto per i particolari quanto per gli argomenti non sanno andare oltre allo sguardo perso al cielo con la bocca aperta.
    Son case che capitano nel paese dove nientepopodimeno che la Lorenzin si è trovata ad essere la leader carismatica (!) capace di coagulare 4 partiti (ad essere malevoli, si direbbe "per meriti lobbystici").
    Poi mi viene la speranza che, magari in ritardo, la gente capisca (come nel caso del miserevole risultato della coalizione della Lorenzin). In fondo, a chi pensa che il PD più di così non possa scendere, rispondo che il PS francese è sceso dal 40,9% del secondo turno del 2012 al 5,7% del 2017 e da 280 seggi (292 con gli apparentati) a 30 (31).

    RispondiElimina
  21. Non si può e non si deve continuare a stare al tavolo da gioco con dei bari privi di qualsiasi scrupolo!Occorre abbandonarlo al più presto possibile,senza sperare in
    alcuna resipiscenza da parte di traditori e profittatori interni.Certo,per liberarci dall'oppressione e dalla servitù,non possono bastare l'azione e lo sforzo instancabile di una minoranza politica:bisognerebbe unire le forze,ma la propaganda mediatica eurista continua ad imperversare e disinformare e c'è, forse, anche chi persiste consapevolmente,all'interno del paese, ad operare e tifare per gli avversari più accaniti e crudeli del nostro popolo.Comunque l'unica alternativa è lottare coraggiosamente,genialmente ed instancabilmente,con la forza della ragione contro la barbarie avanzante del globalismo antisovranista e del neoliberismo sfrenati e senza regole.La forza della ragione è con Bagnai,Borghi e la Lega;speriamo che presto lo sia anche la ragione della forza(democratica,naturalmente)!

    RispondiElimina
  22. La cosa più ridicola è l'analisi che il PD ha fatto della propria sconfitta.
    Hanno pensato e detto di tutto, tranne che subire il vincolo esterno non rende possibile il benessere di chi vota e prima o poi si vota...

    RispondiElimina
  23. ah e in margine è ufficiale, almeno per Di Maio, M5S is the new PD:
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/05/consultazioni-governo-europeisti-e-atlantici-di-maio-parla-a-lega-e-pd-ma-la-vera-apertura-e-ai-dem/4274223/
    viva l'unione monetaria, l'europa, eccetera eccetera.
    E pensare che se non si candidava quasi li votavo!
    Mi preoccupa piuttosto il Berlusca che non fa gioco di squadra e non rispetta i patti, e anzi ha fatto una bella sviolinata all'Europa anche lui, che tristezza (considerato anche che è l'Europa che l'ha trombato! senilità?)

    RispondiElimina
  24. Mi permetto di segnalare al senatore Bagnai ed hai frequentatori del blog un'interessante intervista di ieri ad Antonino Galloni su byoblu.com, in cui l'economista (ri)propone una moneta nazionale parallela e sovrana senza uscire dall'euro.

    RispondiElimina
  25. Conosco bene la giurisprudenza della corte di giustizia in materia tributaria....a fronte di grandi affermazioni di principio a favore del contribuente (tipo contraddittorii nel procedimento amministrativo) seguono decisioni che nei fatti contraddicono il principio trovando l´eccezione che ne esime dall´applicazione nel caso concreto....mi ha dato sempre l´idea di una giustizia cerchiobottista...nel caso concreto trovo molto peggiore quella della nostra core.costituzionale che ha sovvertito chiaramente in favore del diritto comunitario la gerarchia delle fonti (tra l´altro con interpretazione fondata su evidenti´equilibrismi giuridici), stabilendo solo formalmente la prevalenza dei principi -e solo i fondamentali- affermati dalla carta costituzionale....

    RispondiElimina
  26. Ai seguaci del "calendismo" farebbe molto bene rileggere questo, quando le letterine che arrivavano agli Italiani dall'estero per eterodirigerli erano meno foriere di sanguinose conseguenze:

    Un italiano risponde al discorso di Madame de Staël / Pietro Giordani (1816)

    Già si potrebbe molto disputare se sia veramente bello tutto ciò che alcuni ammirano ne’ poeti inglesi e tedeschi; e se molte cose non siano false, o esagerate, e però brutte; ma diasi che tutto sia bello; non per questo può riuscir bello a noi se lo mescoliamo alle cose nostre. O bisogna cessare affatto d’essere italiani, dimenticare la nostra lingua, la nostra istoria, mutare il nostro clima e la nostra fantasia, o, ritenendo queste cose, conviene che la poesia e la letteratura si mantenga italiana: ma non può mantenersi tale, frammischiandovi quelle idee settentrionali, che per nulla si possono confare alle nostre. Questa mescolanza di cose insociabili produrrebbe (come già troppo produce) componimenti similia’ centauri, che l’antichità favolò3 generati dalle nuvole. Non dico per questo che non possa ragionevolmente un italiano voler conoscere le poesie e le fantasie de’ settentrionali, come può benissimo recarsi personalmente a visitare i lor paesi; ma nego che quelle
    letterature (comunque verso di sé belle e lodevoli) possano arricchire e abbellire la nostra, perché sono essenzialmente insociabili. Altro è andar nel Giappone per curiosità di vedere quasi un altro mondo dal nostro: altro è, tornato di là, volere fra gl’italiani vivere alla giapponese. Io voglio concedere a’ cinesi che abbia eleganza il loro vestire, abbia decoro il loro fabbricare, abbia grazia il loro dipingere. Ma se uno ci consigliasse di edificare e dipingere e vestire come i cinesi; poiché già è invecchiato il modo che noi teniamo
    di queste cose, parrebbeci buono il consiglio? Quante ragioni addurremmo di non doverlo né poterlo seguire! E della letteratura settentrionale oltre le ragioni abbiamo pur anche avviso dalla ’sperienza, che, innestata contro natura alle nostre lettere, ne ha fatto scomparire quel pochissimo che vi rimaneva d’italiano.
    [...]
    Studino gl’Italiani ne’ propri classici, e ne’ latini e ne’ greci; de’ quali nella italiana più che in qualunque altra letteratura del mondo possono farsi begl’innesti; poiché ella è pure un ramo di quel tronco; laddove le altre hanno tutt’altra radice; e allora parrà a tutti fiorita e feconda. Se proseguiranno a cercare le cose oltramontane, accadrà che sempre più ci dispiacciano le nostre proprie (come tanto diverse) e cesseremo affatto dal poter fare quello di che i nostri maggiori furono tanto onorati; né però acquisteremo di saper fare bene
    e lodevolmente ciò che negli oltramontani piace; perché a loro il dà la natura, che a noi altramente comanda; e così in breve condurremo la nostra letteratura a somigliare quel mostro che Orazio descrisse nel principio della Poetica.

    RispondiElimina
  27. Per "INTEGRITÀ TERRITORIALE" si intende il riconoscimento e il rispetto delle frontiere di uno Stato verso un'altro Stato (es: Spagna vs Catalogna. Per l’UE esiste solo la Spagna) http://www.enciclopedia-juridica.biz14.com/it/d/integrit%C3%A0-territoriale/integrit%C3%A0-territoriale.htm
    Le calamità naturali rientrano in un’altra materia identificabile come “SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO” http://www.isprambiente.gov.it/it/archivio/eventi/2013/03/la-salvaguardia-del-territorio-in-italia-una-priorita-per-lo-sviluppo

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.