sabato 25 novembre 2017

Chi votare? Lezioni dall'Australia...

(...avrete tutti avuto contezza della fakenews dei gazzettieri nostrani, secondo cui 60.000 nazisti avrebbero marciato su Varsavia per proclamare la supremazia della razza bianca ecc. ecc. Non che qualche sciroccato non ci fosse, per carità! Peraltro, vi sfido a estrarre un insieme di 60.000 persone da un gruppo di poco meno di 38 milioni senza beccarvi almeno un migliaio di sciroccati pesanti. Ma ormai lo sappiamo, le notizie sono questione di zoom:


I media tradizionali hanno completamente perso credibilità e, come ripeto, questo è un gravissimo danno. La loro decisione di costituirsi in fornitori di fake news, che qui abbiamo stigmatizzato molto ante litteram, ha due immediate conseguenze negative. La prima è che questo loro scellerato modus operandi getta effettivamente la popolazione in pasto a qualsiasi produttore di fake news (questa p quella per me pari sono...), quali che ne siano gli intenti, minando gravemente la possibilità di articolare un processo politico veramente democratico. La seconda è che tanti insulti alla verità e alla nostra intelligenza non potranno che generare una severa reazione. Qualora la libertà di stampa venisse gravemente limitata nel nostro paese, temo che pochi se ne preoccuperebbero, e molti giubilerebbero, avendo imparato a loro spese ma non per loro responsabilità a identificare la libertà di stampa con quella di impunita menzogna. Basterebbe poco... Basterebbe una bella multa da 100.000 euro per dato statistico fasullo pubblicato, ma solo in caso di recidiva e di assenza di smentita in prima pagina. Vedete come sono assolutamente tenero e benevolo? Potreste divertirvi a fare il conto di quali sarebbero gli immediati benefici per l'erario...

Insomma: le foto suggestive che i nostri gazzettieri (a ricasco di quelli internazionali) ci inviavano dalla Polonia erano frutto di un sapiente lavoro di lettura selettiva della realtà, il cui scopo è piuttosto evidente: screditare un popolo che desidererebbe, per una volta nella sua lunga storia, non dico autodeterminarsi, ma almeno acquisire dei ragionevoli margini di autonomia rispetto alla potenza imperiale di turno (in questo caso, quella tedesca).

Ma... nel resto del mondo, come si regolano i paesi che a noi vengono additati come civili, come paragoni di democrazia, come nostro modello, come l'asintoto cui tendere: le grandi federazioni del Commonwealth? Saperlo è utile e istruttivo, e ce ne dà agio un nostro vecchio amico, il buon Guidubaldo Sforza Pallavicini, che abbiamo conosciuto qui e qui.  Vale senz'altro la pena di dargli voce oggi, anche per ricordare che non tutti i giuristi sono piddini. Il bene e il male esistono ovunque, ma in proporzioni variabili, e il male assoluto, almeno, per quanto riguarda quello che personalmente considero un bene assoluto, cioè la libertà (a partire dalla mia) è lo spirito gregario, che poi è il suicidio della propria libertà, prima di essere la tomba di quella altrui...)



Caro Professore,

Dalla cronaca della sua a quanto pare fausta e produttiva trasferta polacca, ho appreso dell’incredulità dei populiiiisti locali a proposito del famoso tweet dal profilo social PD in cui si affermava che determinate “battaglie" politiche erano state condotte da quel partito nell’interesse dell’Europa, e non in quello dell’Italia.

Sul tema della fedeltà del politico agli interessi del proprio Paese e dei cittadini che gli hanno conferito un incarico rappresentativo, vorrei prendere spunto da una recente vicenda esotica e che sarà probabilmente sfuggita ai più (anche se qualche lettore che vive “down under” ne sarà forse al corrente), per svolgere qualche banale considerazione politica.  

Negli ultimi mesi in Australia si è acceso un forte dibattito politico - con gustosissimi strascichi giudiziari e rischi di crisi parlamentare - a proposito della invalidità dell'elezione di alcuni membri della Camera dei Rappresentanti titolari di più cittadinanze (in qualche caso, pare, a loro insaputa…) per contrasto con le norme della Sezione 44 della Costituzione Australiana, che così recita:

Any person who:
(i.) Is under any acknowledgement of allegiance, obedience, or adherence to a foreign power, or is a subject or a citizen or entitled to the rights or privileges of a subject or citizen of a foreign power: or
(ii.) Is attainted of treason, or has been convicted and is under sentence, or subject to be sentenced, for any offence punishable under the law of the Commonwealth or of a State by imprisonment for one year or longer: 
[...]
shall be incapable of being chosen or of sitting as a senator or a member of the House of Representatives.

Questa curiosa e solo apparentemente desueta disposizione (che infatti fuuuuurbi progressisti piddini australiani vorrebbero abolire in ossequio al multiculturalismo), al di là del linguaggio colorito - e della insistenza su concetti démodé quali fedeltà, obbedienza, potenza straniera, tradimento - fa riflettere sul fatto piuttosto ovvio che un politico più o meno consapevolmente asservito ad interessi stranieri si trova senz'altro in una situazione di incompatibilità rispetto all'esercizio di un mandato politico rappresentativo nel - e per il - proprio Paese. Del resto, anche  “LaPiùBelladelMondo” pur non esprimendosi esattamente come l'omologa (e non altrettanto bbbella) australiana, conferma nella sostanza tale principio quando prescrive che  "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge." (art. 54, co. 2 Cost.)  e che "Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione […]” (art. 67, Cost.). Principii rafforzati dalla stessa formula del giuramento che la legge prevede per il Presidente del Consiglio dei Ministri e per i Ministri: "Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse ESCLUSIVO della Nazione” (art. 1, co. 3 della legge n. 400/1988).  

Ora, noi sappiamo - o dovremmo sapere, a patto di non essere tra coloro che sanno di sapere - che il mantenimento dello status quo economico e monetario è senza ombra di dubbio in frontale ed insanabile opposizione rispetto all'interesse della Nazione (o se si preferisce dello Stato e della comunità politica italiani, per quegli invasati “cittadini del mondo” a cui l’evocativa parola Nazzzzzione provoca un subitaneo ed inevitabile attacco di dermatite apolide), che è anzitutto interesse alla ordinata sopravvivenza - e possibilmente alla prosperità - economica, sociale, civile della comunità umana che la compone e ne abita il territorio.

Da ciò segue che disponiamo di almeno due fondamentali coordinate per l’esercizio consapevole del voto nei futuri appuntamenti elettorali, che potrebbero essere compendiate in altrettante domande da "esame di coscienza" elettorale:

1) Tra i partiti/liste che partecipano alla competizione elettorale e che contribuiranno ad eleggere deputati e senatori chiamati a dare la fiducia ad un Governo, quali sembrano offrire una qualche garanzia rispetto al dovere costituzionale di esercitare il mandato rappresentativo nell’interesse della Nazione? Nelle loro proposte programmatiche, trova spazio il perseguimento prioritario degli interessi della comunità politica nazionale, pur nella ricerca di ragionevoli forme di cooperazione paritaria con altri Stati, se necessario anche in opposizione dialettica ai “partner” concorrenti europei e portando avanti seriamente tale interesse nelle sedi europee?

2) Tra i partiti in competizione ce n’è qualcuno che dimostra di aver compreso in modo inequivoco che la governance economica europea è radicalmente incompatibile con detto interesse e che si è di conseguenza attrezzato tecnicamente e politicamente per gestire un processo - multilaterale o unilaterale che sia - che porti a conclusione l’esperienza tragica della moneta unica, ripristinando in capo allo Stato alcuni fondamentali strumenti di politica economica, in linea con le prescrizioni costituzionali?

(Ovviamente, la più volte ricordata direttiva pratica di votare per il partito che Scalfari ci chiede di non votare è di assai più immediata comprensione, anche se le ultime esternazioni del penfriend più apprezzato da Calvino ci restituiscono un quadro apparentemente più complesso. Del resto è già un buon passo avanti aver chiaro “Ciò che non siamo/ciò che NON votiamo”).

So perfettamente che per molti dei lettori del blog queste sono poco più che domande retoriche e che al contrario per molti elettori - ossessionati da una ottusa sindrome della "purezza" politico-elettorale - sembreranno suggestive (nel senso dei giuristi, ossia domande che suggeriscono surrettiziamente una risposta). Tuttavia, di fronte alla schizofrenia favolistica dei media che da un lato narrano con alte dosi di edulcorante un’uscita dalla crisi che nei fatti non c’è, minimizzando ad esempio sui rischi esiziali che sta correndo il nostro sistema bancario e, dall’altro, drammatizzano e squalificano con accenti terroristici ogni scenario di possibile superamento dello status quo ricorrendo alle immagini del “salto nel buio” e della "minaccia populista”, mi sembrano le sole vere questioni radicali da porsi e a cui ciascuno dovrebbe provare a rispondere in tutta onestà, sforzandosi di andare oltre l’appartenenza estetico-identitaria, nostalgica e padrinobilista che tanta parte ha avuto nel portarci sull’orlo del baratro dove ci troviamo ora. 

Se non si ha il coraggio di fare questo sano esame di coscienza - e se la disastrosa realtà sociale che si offre ai nostri occhi non è incentivo sufficiente per provare a darselo di qui al voto - traendone al momento opportuno le dovute conclusioni, non resterà che accontentarsi d’indulgere nell’acquisto di cianfrusaglie online per black friday - elevato nel frattempo a servizio pubblico imprescindibile di fronte al quale il diritto costituzionale di sciopero e all’equa retribuzione del lavoro possono tranquillamente cedere - cercando di battere sul filo dei click i concorrenti consumatori in ansia da regalo natalizio low cost.

Rompere definitivamente con questo tralatizio atteggiamento di pigrizia intellettuale e di autentica ignavia civile è la condizione di pensabilità di qualsivoglia prassi politica che miri al ripristino della dignità vilipesa del nostro Paese e dei suoi cittadini. 

Mentre risuonano ancora e ancora, sinistre e terribilmente vere, le parole del Principe, cap. XXVI: “A ognuno puzza questo barbaro dominio”, mi viene soltanto da gridare: Non prevalebunt.

Un carissimo saluto, 

Guidubaldo


(...peraltro, quando la sostanza c'è, si vede! Ho imparato una parola: tralatizio. Il giovine è colto, non c'è che dire. Si apra la discussione...)

52 commenti:

  1. Infatti, mi stavo chiedendo se non volesse scrivere natalizio...
    Niente, la risposta è semplice. Organizziamo un Congresso di fondatori unendo tutta la parte Ideale del Paese su pochi e indispensabili punti programmatici. Economisti come Lei ed altri. Costituzionalisti, giornalisti ( da Chiesa a Blondet, occorre superare il destrosinistrismo) sindacalisti, e giù sino ai cuochi e ai netturbini, e “operiamo” nella realtá, nel tessuto sociale. Come diceva la pubblicitá, fatti, non parole.

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    1. Siamo ancora a questo livello? Cioè io ho parlato al muro per sei anni? Mi lasci illudere che lei sia una eccezione.

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  2. Discussione: a tutt'oggi T.I.N.A.
    Affermazione disdicevole, ne sono conscio.
    Chiamatela pure come vi pare, ma, per quel che mi riguarda, quello è.
    Piacerebbe non fosse così, piacerebbe avere un'altra scelta, ma nell'immediato, che vuol dire 4-6 mesi, non c'è.
    Ci aspettano censura e demonizzazione, io voglio fare più male possibile a chi ce li getterà addosso e anche a chi non ha nemmeno tentato di impedirlo.

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  3. Il metro in uso alla propria coscienza è fatto di materiale elastico.

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  4. Ottimo il richiamo a rompere la pigrizia intellettuale e l'ignavia civile, pur destinato a perdersi nel nulla.

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  5. “Più volte parlò di darsi al giornalismo, e sempre gli amici gli dissero: «Guardatene bene.»
    «Sarebbe la tomba del bravo e dolce Luciano che amiamo e conosciamo,» disse d'Arthez.
    «Tu non resisterai al continuo contrasto fra piacere e lavoro che è proprio della vita dei giornalisti; e resistere è l'essenza della virtù. Tu sarai così felice di esercitare il potere, di aver diritto di vita e di morte sulle opere del pensiero, che sarai giornalista in due mesi. Essere giornalista vuol dire diventare proconsole nella repubblica delle lettere. Chi può dire tutto, giunge a fare tutto! Questa massima è di Napoleone e lo si capisce.»
    «Ma voi non sarete accanto a me?» disse Luciano.
    «Noi non ci saremo più,» esclamò Fulgenzio. «Una volta giornalista, tu penserai a noi così come la brillante ballerina dell'Opéra pensa, nella carrozza foderata di seta, al suo villaggio, alle sue vacche, ai suoi zoccoli. Tu hai fin troppo le qualità del giornalista: il pensiero rapido e brillante. Tu non rinuncerai mai a un tratto di spirito, anche se ciò dovesse far piangere un amico. Io vedo i giornalisti nei ridotti dei teatri, e mi fanno orrore. Il giornalismo è un inferno, un abisso di iniquità, di menzogne, di tradimenti, che è impossibile attraversare e dal quale non si può uscire mantenendosi puri, a meno che, come Dante, non si sia protetti dal lauro divino di Virgilio.»”

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    1. Quando parlo di Balzac nessuno mi capisce, tranne uno.

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    2. sì, ma a questa pappardella qui all'uno l'itaGliano quando glielo insegniamo ?, a babbo morto ?, magari l'avrà pure qlche cosa di interessante di suo da dire...

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    3. Caro, torna quando avrai imparato l'italiano, o anche una qualsiasi altra lingua occidentale, perché ti confesso che ho difficoltà a interpretarti. Una difficoltà inversamente proporzionale all'interesse della cosa.

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    4. Il Dalmata si riferiva a me e mi sento in dovere di rispondergli partendo dal presupposto che dietro la mascherina con la quale ha scelto di presentarsi in pubblico (in questo blog) si nasconda un poliglotta dotato di un'intelligenza superiore, di un occhio (almeno uno) acuto, di un naso molto fine e, oltretutto, di senso dell'umorismo imparagonabile.
      Perché questo preambolo?
      Immagino che si tratti di uno che in cerca di qualcosa di “interessante” sia capitato in questo blog grazie al suo naso molto fine (il fatto che il dalmata sia una razza canina croata lo lasciamo al puro caso).
      Avendo letto a casaccio qualche post, il suo occhio acuto in un istante aveva individuato alcuni particolari che all'intelligenza superiore sono stati più che sufficienti per saltare alla conclusione che la persona che si presenta qui con un nome e cognome (non “itaGliano”), postando brani dei classici, non sa parlare “l'itaGliano” e che non “l'avrà pure qlche cosa di interessante di suo da dire”.
      Infastidito di non aver trovato niente di interessante nei brani postati, o magari della presenza di uno non “itaGliano” si è messo ad abbaiare.
      Abbaiando o no la carovana passa, l'unica cosa che si potrebbe fare è chiedere al egregio Il Dalmata di dedicare un po' del suo tempo prezioso ad insegnare “a questa pappardella qui all'uno l'itaGliano” prima che il “babbo” sia morto.

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    5. Oh, Balzac non apprezza la "meritocrazia"! Tutte o quasi le carriere sono un inferno, per emergere devi camminare sugli altri, la purezza c'e' forse nelle garette amatoriali la domenica mattina...

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    6. Anche in molte garette amatoriali si dopano per vincere..

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  6. Ringrazio Guidobaldo non solo per la bella lettera ma anche per la proposta di un altro criterio di voto (alternativo a quello "Scalfari").

    Infatti, come puntualizza il demonio ne "Il maestro e Margherita", il vero problema dell'uomo non è che è mortale, ma che è improvvisamente mortale.

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  7. E dopo il protone di qualche anno fa un altro punto della bandiera segnato al prof: io tralatizio lo conoscevo e qualche volta l'ho pure usato.

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  8. Mamma che penna Guidubaldo Sforza Pallavicini. Leggo e rileggo, prima per comprendere e poi per deliziarmi.
    Non conoscevo "tratalizio" e ci sono rimasto doppiamente male perché è termine che usano soprattutto gli storici...ok.
    Un testo perfetto e per quanto riguarda le domande più squisitamente politiche...ho letto che secondo Lenin in Germania non si poteva fare la rivoluzione perché si sarebbero rovinate le aiuole...da noi, invece, si dice che proprio oggi mamma ha fatto pasta e ceci..non li faceva da una vita e poi sono quelli freschi..jamm, facimm n'ata vota...

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  9. Da parte mia ho deciso di dar fiducia a Claudio (Borghi)

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    1. fiducia
      fi•dù•cia/
      sostantivo femminile
      1.
      Attribuzione di potenzialità conformi ai propri desideri, sostanzialmente motivata da una vera o presunta affinità elettiva o da uno sperimentato margine di garanzia: aver f. in una persona, nel progresso, nelle proprie forze; ispirare f.
      Ottimistica aspettativa riguardo al futuro.
      "clima di f."
      Persona di fiducia, ritenuta adatta all'adempimento di compiti delicati o importanti.
      Medico, avvocato di fiducia, liberamente scelto dal cliente.
      Posto, impiego, incarico di fiducia, di particolare delicatezza e responsabilità.
      (…)
      2.
      Credito.
      "una ditta che gode di molta f."
      Origine
      Dal lat. fiducia, der. di fidĕre ‘fidare, fidarsi’ •prima del 1342.


      Dare fiducia a qualcuno non credo sia un comportamento razionale, a meno di non avere il potere di attuare una immediata e tangibile ritorsione nel caso questa venga disattesa.

      La Lega deve essere votata perché, al momento, è l'unica forza politica che non ci ha dichiarato guerra in quanto Italiani. Con questo nessuno ci garantisce che in futuro i comportamenti della Lega saranno coerenti con le sue dichiarazioni d'intenti, ma questo è un incerto: sul fatto che gli altri ci hanno già venduto, invece, il dato è certo.

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    2. Oddio... sul fatto che Lalega non ci abbia dichiarato guerra in quanto italiani ci sarebbe da discutere. Purtroppo siamo costretti a tagliare gli argomenti con l'accetta e ad antropomorfizzare ogni dibattito, animando un simpatico teatrino dei pupi. Bisognerebbe storicizzare, distinguere, analizzare. Altrimenti, una frase come questa, con la quale in parte e a un certo livello concordo, rischia di essere interpretata come un delirio psicotico dall'italiano residente al sud che si ricorda altre fasi del dibattito, altri esponenti politici della Lega, ecc.

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    3. E' vero: la Lega ha attraversato diverse fasi ma, occorre dire, hanno quasi sempre avuto uno sviluppo piuttosto coerente a livello nazionale (detto in termini “italiani”, mentre in termini leghisti “nazione” = “regione”): le devianze peggiori si sono consumate a livello degli enti locali e all’interno delle singole sigle “confederate” (vedi art. 2 dello statuto della L.N.), ossia Lega Lombarda, Liga Veneta, Lega Nord Piemont, ecc. per mere bramosie di cadreghe e potere. Il grosso momento di sbandamento complessivo, guarda caso, la Lega lo ebbe dopo il doppio colpo del coccolone di Bossi e dell’ingresso nell’Euro, quando i vari Castelli & C. finirono su posizioni ultraliberiste e votavano in allegria a favore del trattato di Lisbona.

      Purtroppo Bossi ha fatto delle grosse vaccate a livello personale ma, come analista politico, era estremamente lucido ed internamente coerente: tra le sue ultime prese di coscienza prima del botto:

      - quella che, con l’ingresso nell’Euro, era perfettamente consapevole del fatto che l’idea di secessione era superata storicamente (probabilmente si rendeva conto che rivendicare una sovranità territoriale nei confronti di uno stato che la sovranità l’aveva perduta era un po’ come andare a svaligiare una cassaforte vuota, e che non era una grande idea mettere la Padania in concorrenza con i crucchi con la stessa loro moneta);
      -che, come controreazione al progetto della globalizzazione, tra i Popoli sarebbe riemersa quella che lui definì la “voglia di confine” (concetto più volte sottolineato e spiegato durante un comizio alle ex-officine M della Olivetti di Ivrea, mi pare corresse l’anno 2001 o giù di lì): credo che lo abbia previsto e ci abbia preso in tempi non sospetti e prima di tanti altri.

      Mettiti pure a ridere, ma sono piuttosto d’accordo con il compianto Vimercati quando definì Bossi l’ultimo statista italiano (può sembrare paradossale per uno che dall’Italia voleva andarsene, salvo poi dimostrarsi italianissimo nel suo familismo umorale – la “u” non è un errore di battitura).

      Tagliando con l’accetta la Lega di oggi: Borghi ci crede, Salvini (che a Bossi non sarebbe – politicamente parlando – nemmeno degno di portare la valigia alla stazione) è un furbacchione intelligente che, cavalcando un “brand” fuori dal coro, consentendo così alla L.N. la sopravvivenza politica (a dispetto di qualsiasi teoria politica: il fatto che la Lega sia ancora in piedi è un’anomalia storica più unica che rara in relazione alla sua natura costituente di movimento carismatico).

      Questa è la politica vista dal basso e posso solo sperare che il Borghi riesca a tenere diritta la barra della linea politica del partito (continuare a chiamarlo movimento mi sembra francamente un po’ superato), e se ci riuscirà sarà per puro calcolo di convenienza delle persone che gli stanno intorno, in quanto funzionale alla loro sopravvivenza politica (ma, come tu ci insegni, i retropensieri stanno a zero e quello che contano sono i fatti e le loro conseguenze).

      Questi sono – visti con la grana grossa - i motivi per i quali, dopo tanti anni, tornerò a votare Lega Nord (e non mi è mai passata per la testa l’idea di chiederti di “fare er partito”: quelli come te, per dirla con un piemontesismo, è meglio “tenerli da conto”).

      P.S.: la Lega ha, da sempre, due problemi culturali di fondo: confonde e sovrappone le radici con l’identità e lo Stato con lo statalismo: porta pazienza, nessuno è perfetto…

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  10. Illusioni perdute: le mie sono tante. A quanto ricordo non è nemmeno il passaggio più duro contro i giornalisti, categoria professionale per la quale il debole Lucien abbandona i suoi più nobili amici. A un certo punto del romanzo se non erro si decide di scrivere una recensione negativa su un'opera teatrale, per lodarla. O era il contrario? Tipo parlare sottilmente male del PD per difenderlo, uno sport molto praticato su Repubblica. Comunque l'analisi del vulcanico Honoré - che conosceva bene l'ambiente - è spietata ma a tratti spassosa, ed emergono molte contraddizioni esistenziali che purtroppo penso non interessino minimamente ai giornalisti contemporanei. Confesso di non aver mai preso in mano Proust, che ha quanto ho capito è molto amato da Bagnai: è già troppo ampio l'universo della Commedia!

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  11. Sul punto 1, a mio modo di vedere, cascano un po' tutti e d'altronde se ci fosse stato un partito che avesse agito nell'interesse della Nazione manco saremmo proprio qui, quanto al punto 2 un partito che risponde, in parte, ai requisiti ci potrebbe pure essere, al netto di alleanze eventuali, ora non per fare la #maiconista della situazione ma a me che sono del Sud, confesso, fa parecchio specie da qui la mia serissima difficoltà

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  12. Se guardiamo lo sconsolato panorama politico italiano la voglia di astensionismo è grande. Resta il fatto che il partito dell'astensionismo non ha rappresentanti e che fa gioco al potere attuale, quindi si DEVE andare a votare. I poveri fuoriusciti della sinistra come me quale strada devono intraprendere? Ovviamente non a sinistra, vista la volontà suicida di non riconoscere i propri errori (faranno mai una commissione per la verità e la riconciliazione? Non credo.) Il M5S è una forza atlantica costruita solo per incanalare il dissenso e porterà solo disgrazia. La Destra. Ecco la destra è un minestrone puzzolente. Adesso poi si accollano pure Zanetti e gli ex orfani di Monti. Ci manca solo l'ufficializzazione di Draghi come presidente del consiglio e siamo a posto. C'è solo da sperare che la Lega faccia un buon risultato, ma temo che quando B. farà partire le sue corazzate con carichi da 90 per la Lega non ci sia futuro. Per quanto mi riguarda, soffrendo, penso che voterò Lega anche se probabilmente il prossimo governo sara un esecutivo di salute pubblica caldeggiato dalle più alte cariche, con accordo M5S-PD. E che lo scempio dell'Italia abbia fine. Amen.

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  13. Ma come scusa...in che senso? ha fatto un 360° in 6 mesi....da basta euro! ai minibot....Come fai a dargli ancora fiducia...Ci sarebbe da ridere se non facesse piangere...Un'altro comprato.... Dio ce ne scampi, piuttosto non voto.

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    1. Caro, non so a chi tu stia rispondendo o credendo di rispondere. Io mi limito a constatare che conosci la politica come la trigonometria. Probabilmente volevi dire "ha fatto un 180°", così avrebbe avuto senso. Spero almeno tu sia di Casapound e non di sinistra: cadrebbero le mie residue illusioni che a sinistra si sia alfabetizzati...

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  14. Per diventare difensore dei valori nazionali la Lega dovrebbe abbandonare il secessionismo dall'Italia. Altrimenti di quale nazione stiamo parlando? Mi informerò se questo sia il caso.

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    1. Giusto. Unico problema: Lalega non esiste, come non esiste Lagermagna o Leuropa. Quindi?

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    2. I fini ragionamenti sono tanto belli. Ma, "solo i superficiali non giudicano dalle apparenze".

      Sarà sufficiente votare chi apparirà più vicino alla nostra idea economica di interesse nazionale. Se anche dovesse tradire il mandato, il mandato sarà stato chiaro lo stesso.

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    3. ...e questo è un altro punto che non viene capito. Non si vota solo per far del male al nemico, ma anche, in seconda battuta, per dare un segnale, un avvertimento, agli "amici". Quelli che oggi si lamentano delle ambiguità della Lega sono anche quelli che non hanno voluto mandare Claudio al parlamento europeo, nonostante io avessi spiegato per filo e per segno perché quella fosse l'unica opzione strategicamente valida. Non fanno capire cosa vogliono, poi si lamentano perché i partiti non lo fanno. Non ci sono parole...

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    4. L'astensionismo, poi, snobistico o rabbioso che sia, è inaccettabile. In battaglia, i più cruenti massacri sono stati subiti da chi ha gettato le armi e ha lasciato il campo al nemico. Che, ebbro di facile vittoria, si è dato con gioia alla strage dei fuggitivi, ormai isolati e dispersi. E non dico per dire, il paragone è perfettamente calzante.

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  15. La Lega, dagli anni '90 al suo epilogo, la Lega di Bossi per intenderci (di chi spada ferisce...), tutta tintinnio di manette, cappi agitati in Parlamento, romaladrona, ha svolto il ruolo di neutralizzazione del dissenso che inevitabilmente sarebbe montato dopo un decennio di divorzio tra Banca d' Italia e Tesoro. Il tessuto economico delle regioni più produttive del Paese avrebbe sperimentato un inaudito aumento del prezzo del finanziamento della spesa pubblica che dal dopoguerra ha garantito piena occupazione, domanda aggregata, welfare, profitti e risparmi.

    Oggi questo ruolo (di neutralizzazione del dissenso) è oggettivamente ricoperto dal M5S. In comune, seppur in fasi storiche diverse (ma analoghe), hanno le stesse parole d' ordine: castacriccacorruzione, onestatrallalà, coniugate al sistematico mascheramento delle vere cause dell' impoverimento generalizzato che un intero continente sta subendo a causa della rimozione di qualsiasi vincolo al capitale di muoversi, della drastica compressione del ruolo dello Stato nell' intermediazione del risparmio (l' Italia è in surplus primario da? vent' anni? di più? tutti ci ricordiamo le finanziarie fatte passare dal governo Amato in giù vero? e soprattutto con quale ideologia i media ne forgiavano il consenso nel Paese? e se ce lo ricordiamo è perché una manciata di intellettuali ci hanno spiegato con rigore e pazienza negli ultimi 6 anni come unire pochi, ma essenziali puntini) e delle irrazionali regole europee, che costringono i governi a fare politiche procicliche in recessione per mantenere una rigidità del cambio insostenibile, come la scienza economica aveva descritto fin dal 1957, da James Meade in giù. Alberto, nel Tramonto dell' euro, spiega come le crisi nascono dall' indebitamento estero e non da quello pubblico, e le fonti ufficiali (BCE e Commissione Europea) lo certificano da anni.

    La Lega di oggi cos' è? come si colloca nel quadro politico? Ha capito le reali cause di questa crisi che non finisce mai? tenta di spiegarne ai cittadini le reali ragioni? ha le competenze tecniche e un piano preciso per intraprendere un percorso costituzionale di rilancio dell' occupazione? ha una dote di partenza del 15% della quale bisogna ringraziare in primis il segretario Salvini, Claudio Borghi Aquilini e coloro che amministrano importanti regioni e comuni col consenso dei cittadini di quei territori? I "Sovranisti" dicono che Berlusconi è brutto (lo penso anch' io, e lo pensano pure Borghi e Salvini (non chiedeteglielo pubblicamente, non capisco questo moderno sport di rompere il cazzo a chi si fa il mazzo. Si, anche se si candidano a rappresentare la Nazione, c' è un limite alla disponibilità che un essere umano può concedere ai suoi pseudo-simili presunti amici. Fate agli altri ciò che...non è una massima buonista, ridotta al suo minimo denominatore è non scassate la minchia inutilmente. D' altronde questa massima si coniuga bene al primo principio della termodidattica "se le cose fossero capite non andrebbero spiegate). Eugenio Scalfari, dal canto suo, consiglia Berlusconi di piantare Salvini: meglio soli che in pessima compagnia. .

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  16. Non sono né un esperto di logica, né di retorica (d' altronde chiedere ad un essere umano di curare la "mente" di un altro si presta ad ovvie strumentalizzazioni politiche, non dissimili dalla campagna sulle fake news se ci pensate), quindi invito all' attento ascolto di questo pragmatico intervento di Claudio Borghi Aquilini al seminario Interesse nazionale organizzato da Riscossa Italia, partito per il quale in pochi mesi (né mai a mio parere, non certo per responsabilità del suo gruppo dirigente, preparato, lettori di questo blog e, se non preparato, diciamo appassionato), giungere alla soglia del 3% (ma anche dell' 1%) è un miraggio (al momento anche Casa Pound, nonostante lo spazio mediatico che strumentalmente gli è concesso per screditare come fascista ogni forza politica che miri ad un coordinamento tra politiche fiscali e monetarie, dai sondaggi pare fatichi a raggiungere un 1% su base nazionale. Se avviene il miracolo del 3% quanti deputati elegge? per fare cosa? appoggiare Claudio Borghi al governo se glielo facciamo arrivare? Tanto vale ridurre il rischio di non farglielo arrivare no?).

    Anch' io ho un sogno (in realtà ne ho moltissimi ma non vi tedio): il mio sogno è che ogni cittadino si occupi di politica con la stessa responsabilità con la quale attraversa una strada trafficata.

    Claudio Borghi Aquilini (resp. dipartimento economia Lega - Salvini premier) interviene al seminario Interesse Nazionale

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  17. Claudio Borghi è un personaggio eccellente, una mente fina, superesperto di economia politica ma è nordista dentro, la nazione potrebbe non avere un posto nella sua mente e nel suo cuore. Il centro, il meridione belli stupendi politicamente irrilevanti perchè umiliati e manipolati potrebbero aver perso per Lui qualunque appeal. Penso -sebbene pieno di questi dubbi- che voterò dove c'è possibilità di dare anche un sia pur minimo contributo a cortocircuitare la leuropa (non l'euro che ormai è dominio bancario inestricabile) ovvero voterò per la LEGA che dovrebbe avere non un trasporto nazionale ( il trasporto lasciamolo alla Gondrand ) ma una attenta prudenza nel non lasciarsi andare ad un trionfalismo regionale di tipo barcellonese che non saprebbero bene dove potrebbe finire per condurli avendo sul collo il fiato degli "amici" tedeschi con il loro euro e i loro regolamenti bancari. Il PD non è una alternativa perchè a parte ogni altra considerazione è finito e non poteva essere che così visto che nella nostra storia chi sceglie come alleato i tedeschi viene regolarmente distrutto; Forza Italia lo dice la parola stessa va bene per andare allo stadio ma in nessun altro posto. Il M5S non ha fatto neanche in tempo a prendere posto sugli scranni che già e diventato il partito controllato strettamente da iperconservatori,da opportunisti senza storia abbagliati dal loro nuovo potere con una incredibile leggerezza nel gettare via le loro belle parole fondanti. ChialtriAlfanoLupiMeloniradicalisinistraitalianaeviandare.

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  18. Vedo che qualcuno si arrampica ancora sugli specchi per accanirsi a non voler capire quello che è invece chiaro,logico e coerente col buon senso ideologicamente non fanatizzato.
    Guidubaldo dice benissimo e ci offre due valide coordinate per orientare il nostro voto, le uniche possibili per cercare di riacquistare pienamente sovranità,libertà,dignità e benessere.
    La terza coordinata è quella,se la si preferisce, di lasciare le cose come stanno e farci governare, di fatto, dai simpatici e generosi olandesi-francesi-tedeschi-finlandesi,col rischio o di finire dentro il burrone, sui cui margini attualmente ci aggiriamo, o con la certezza(se ci va bene) di vivere da servi sfruttati, colonizzati e miseri.
    Se non si esce quindi dalla prigione eurista, non c'è alcuna speranza per nessuno(o quasi); se lo si fa o si adeguano i trattati,si potrà ritornare a vivere liberamente e decorosamente in un paese laborioso,pacifico e prospero.
    Si può dare fiducia al partito di Borghi- Salvini,a quello della Meloni,o ad altri partiti/liste preferiti, in cui ci sia però consapevolezza e volontà di difendere i nostri giusti e legittimi interessi nazionali.
    Astenersi non serve; meglio votare per il partito/lista ritenuto "il meno peggio",purchè non scelto fra gli eurofanatici, gli euroentusiasti o i neoliberisti-mondialisti.

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  19. C'è un controsenso in questo discorso,mi spiego,lei asserisce che alcuni partiti non raggiungeranno lo sbarramento però poi professa mi pare di capire (senza mai essere esplicito e questo a mio avviso è uno dei problemi della nazione ovvero non usare frasi semplici e chiare)l' astensione,cosi facendo contribuisce affinchè i partiti non raggiungano la soglia minima,è un cortocircuito o sbaglio?La prof di analisi lo definiva loop io lo chiamo un cane che si morde la coda ma il concetto è chiaro mi sembra,la domanda a che pro?LE risposte possibili che mi do sono due,la prima è che si lavori per il nemico,la seconda la capisce da solo e se non ci arriva allora è peggio.Un saluto e pensi a chi ha dato la vita per darle il diritto di voto,solo per questo si dovrebbe votare,ma si sa la memoria è sempre corta,quella storica poi...

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  20. Come ha più volte invitato a fare in quanto europei non europeisti, sto tornando alle ‘bbasi’. Sto leggendo 'Guerra e Pace'. Se nelle scuole si dedicasse più tempo a capolvaori come questo, invece di spiegare il processo di integrazione europeo verso le magnifiche sorti e progressive, forse ora il dibattito non sarebbe fermo al livello pre-adolescenziale del ‘nazzzionalismo bluttooo’. Le analogie con quello che stiamo vivendo in Europa a causa de Leuropa sono impressionanti. Tutto il libro è pervaso di amore per il prossimo e di desiderio di pace tra gli uomini, ma mai questo si traduce nell’auspicio del superamento delle nazioni, anzi il riconoscersi parte di una comunità è un passo imprescindibile per ribellarsi al giogo dei dominatori: meglio scappare, meglio lasciarsi dietro città bruciate, piuttosto che vivere da sudditi di un dominio straniero. 'Incredibile' come di patriottismo siano imbottite pagine di così struggente bellezza (non sono uno studioso di letteratura russa ma…) come la descrizione dell’abbandono di Mosca, o della battaglia di Borodino. Quello stesso patriottismo che forse ci ha salvato, più di un secolo dopo, da un novello Napoleone coi baffetti. Eppure la brodaglia cosmopolita senza identità è anche essa presente: l’alta aristocrazia, che si esprime esclusivamente nella lingua della nazione da cui rischia di finire sottomessa. Tolstoj ne fa un ritratto impietoso: essi hanno difficoltà a parlare nella loro lingua madre, parlano solo il francese, per loro la guerra è un gioco di società e di diplomazia. Con la maggioranza della popolazione che governano non condividono nemmeno il ‘logos’, essi sono classe dominante che si è resa straniera al loro stesso popolo. Ciò che alla fine veramente salva la Russia è la solidarietà tra le persone che condividono un insieme di valori, una lingua: la superiorità morale della loro battaglia che nasce dalla necessità di difendere la terra e la comunità di cui si sentono parte. Ecco io giudico le ideologie dai risultati: il patriottismo ha generato le Nazioni e Tolstoj, Leuropa cosa ha creato? Maastricht e l’ultimo editoriale di Scalfari? Il patriottismo e la sovranità nazionale sono alla base della identità europea, rinnegarli significa sottomettersi a coloro che un tempo parlavano francese, e ora ci impongono il ‘black friday’.

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    1. Bisogna anche leggere i demoni di Dostoevskij, un assaggio spaventoso del mondo globalizzaro.

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    2. Ottimo, Matteo. Condivido ogni parola e sottoscrivo.

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  21. Art.81 bis della Costituzione: La Repubblica, nel rispetto del pareggio di bilancio sancito nell'articolo 81 della Costituzione, fatta salva la dovuta deflazione salariale necessaria ad ottemperare ai superiori dettami scaturiti dalla benevola Leuropa della Pace, della Fratellanza e della Coesione, promuove e favorisce, il diritto al Black Friday, quale Diritto Fondamentale, derivante dallo status di Servizievole Suddito Leuropeo. Ogni altro privilegio a suo tempo sancito dai vecchi, vetusti ed
    obsoleti privilegi di classe, sono aboliti e saranno sistematicamente rimossi, attraverso tutti i mezzi conformi alle regole Leuropee, che saranno recepite anzitempo rispetto ai virtuosi partner Leuropei.

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  22. Peraltro, questo sfoggio di capacità logiche si sposa bene col fatto che "letteratura europea" è un pleonasmo, mentre letteratura "qualsiasialtrolemboditerraemersa" un ossimoro. Aggiungo che in tutto il mondo, sempre, e ovunque, chi ha voluto (sottolineo: voluto) vincere una guerra (sottolineo: guerra) ha individuato un nemico (sottolineo: un) e gli ha fatto il peggior male possibile. Ho aggiunto un po' di sottolineature a vantaggio dei consumatori di culture diversamente italiane: qui si parla di Italia e per capire cosa fare noi bastiamo a noi stessi, se vogliamo farlo.

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  23. Un o.t. ma non troppo, perché io vorrei votare un partito nel cui programma ci sia oltre all'interesse nazionale anche la primazia del Lavoro e quindi il rispetto dei diritti dei Lavoratori, visto che tutti i media ci hanno ricordato di santificare il “black Friday” e dato quasi con scandalo la notizia di Lavoratori in sciopero ... vi segnalo questa interessante intervista all’autore di un libro inchiesta sulle condizioni del lavoro in Amazon.

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    1. A proposito d'interesse nazionale:
      http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/bisi-risi-macron-nemico-dell-rsquo-italia-ci-vuole-trascinare-davanti-161646.htm
      Nessun commento. Toussaint

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  24. Dopo il tradimento consapevole e, quindi, doloso della Sinistra, mi sono chiesto mille volte per chi votare. Ho quindi realizzato che non solo è importante il programma di un partito politico che lo caratterizza ma anche un'altra: la maturità psicologica caratteriale dei loro politici più importanti, caratteristiche che, a mio avviso, vanno di pari passo. Ebbene, ho dedotto che solo il Prof. Claudio Borghi possiede queste caratteristiche nello scenario politico italiano.

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  25. 1) "Tra i partiti/liste che partecipano alla competizione elettorale (...) quali sembrano offrire una qualche garanzia rispetto al dovere costituzionale di esercitare il mandato rappresentativo nell’interesse della Nazione?"... a meno di non voler giocare con le parole, la risposta è, purtroppo, "nessuno"
    2)"no"

    Se gli attuali trend saranno confermati, verso marzo saremo ridotti a uno scontro campale tra la coalizione berlusconiana, novella salvatrice de Leuropa, e i 5S, impegnati da un lato a spergiurare sulla propria atlanticità e Leuropeicità, e a esercitare, come giusta nemesi storica, il ricatto del voto utile verso gli elettori di sinistra e de sinistra. Il problema è che il sistema elettorale è stato creato per favorire i primi due soggetti politici, fregare il terzo, e rendere indispensabile la Grosse Koalition. Solo che i secondi dovevano essere i piddiini. E invece saranno i 5S, salvo sorprese. Che non faranno mai GK con Berlusconi. Il mini-PD sortito dal tritacarne del rosatellum non basterà a fare 50+1 in parlamento. A quel punto caleranno i cosacchi. Ma non quelli di Stalin, quelli della Carnia. E allora avremo una piccola, labile opportunità di cambiare le cose al di fuori del Parlamento. Credo attraverso lo strumento referendario, che è l'unico catalizzatore di cambiamento radicale, sia in positivo che in negativo, che gli italiani abbiano mai avuto. Su cosa, e come, ce lo dirà il tempo.
    Certo, ci si sarebbe potuti inventare una battaglia referendaria patriottica ora e adesso, ma abbiamo la tendenza a dover fronteggiare gli 8 settembre prima di imbracciare i fucili, metaforicamente parlando. E a non essere nemmeno troppo grati a chi, magari, si è nel frattempo fatto vent'anni di confino. Sempre metaforicamente parlando, s'intende...

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  26. Queste elezioni, secondo il mio modesto parere, saranno particolarmente complesse, anche per chi si tiene al passo con l'evoluzione della nostra politica.
    Premessa: sono un grillino, anzi un ortottero, anzi un attivista ortottero, uno che fa parte dellabbase (al singolare), quindi faccio parte del gradino più basso della catena alimentare, cosa che non mi dispiace tra l’altro, infatti grazie alla struttura del M5S mi permette di partecipare alle battaglie che maggiormente “sento mie”, senza essere ingabbiato nel bisogno di ostentare l’appartenenza a un particolare partito (o movimento), evitando battaglie che non sento mie. Giusto per mettere in chiaro la situazione: sono uno spettatore, non c’è niente di attivo nell’essere attivista del M5S, non esiste l’uno vale uno. Su questo siamo tutti d’accordo. Mi si presenta semplicemente un paniere di battaglie, locali o nazionali, e io scelgo quelle che personalmente porterò avanti.
    Recentemente, grazie anche a questo blog, ho preso particolarmente a cuore la questione della sovranità monetaria e dell’uscita dall’euro. Non sono mai stato d’accordo sul Referendum sull’euro, questo lo sottolineo per cercare in qualche modo di inquadrare il mio pensiero politico, e credo e spero che non lo vogliano nemmeno più i vertici. Purtroppo, però, non è stata nemmeno cominciata una campagna netta per l’uscita dall’euro. Il Movimento è attendista su tante cose, questo si sa, e ovviamente lo è anche per quanto riguarda questo argomento. E c’è la possibilità, sempre più concreta, che come dice il prof, il M5S sia eurista e basta, senza troppi giri di parole.
    PD, Berlusconi e sinistra (?) non posso prenderli nemmeno in considerazione. Credo abbiano dimostrato più volte di essere fanatici europeisti. E qui non ci dilunghiamo.
    Rimane la Lega. Che non voto per due motivi:
    1) Sono pugliese e per me è difficile votare la Lega. Ok a questo giro tolgono il Nord dal nome, ma in politica ne ho viste tante, anche all’interno del M5S (ricerca facile di consensi), e qui di esponenti della Lega non ce ne sono, o meglio ci sono, ma sono esponenti locali che non hanno una vera catena di trasmissione che li colleghi ai vertici. Come potrei fidarmi? Intravedo l’impegno di Salvini nel mettere all’angolo i “Padanisti”, cercando di creare un partito nazionale, ma non è ancora abbastanza per me. Ci vuole tempo.
    2) Deve dipendere ancora da Berlusconi per andare al governo. E forse questo dipende dal primo punto. I voti della Lega sono circoscritti, quindi limitati alle regioni del Nord, per ora, e quindi alla Lega serve Berlusconi. Questo sarà il nodo cruciale di queste elezioni, che comunque è anche uno dei meno dibattuti: chi fa un voto di più dell’altro, tra Berlusconi e Salvini, guiderà la coalizione. Ok, bene, era l’unica mossa possibile di Salvini, va bene. Ma poi sarà davvero così? Berlusconi non è Renzi, lui è un lupo, e a me farebbe sinceramente paura la prospettiva di guidare una coalizione al cui interno ci fosse una minoranza (nemmeno tanto piccola) guidata da Berlusconi.
    Detto ciò. C’è anche la questione che la Lega non stia spingendo troppo sull’argomento Euro. La campagna elettorale è già qui, e purtroppo vedo che nessuno usa più quest’argomento. Perché? Per sembrare moderati? Perché si hanno degli accordi segreti con le altre forze politiche? Perché non vogliono far agitare i mercati il giorno dopo le elezioni?
    Come fare a destreggiarsi in questo marasma? Forse il barlume di una strategia possibile c’è. Come dice il prof “individuare il nemico”. E io li ho individuati. Se qualcuno volesse una mia opinione gli direi chi NON votare a queste elezioni. Un voto serve anche a mandare un segnale. Che è stato il mio obiettivo dal 2013 in poi.
    L’astensione, invece, io non la contemplo per me. Voglio contare qualcosa, per quanto piccolo valga il mio voto. Non ci sarà mai una forza politica in grado di soddisfarmi pienamente, nemmeno se la fondassi io stesso. Non dovrei votare più?

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    1. Scusa, solo per permettermi un'analisi più accurata del tuo pensiero. Tu questo e questo li avevi letti prima di scrivere questo commento?

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    2. Avevo letto quello più recente. L'altro me l'ero perso. Ma aggiunge poco a quello che è il suo punto di vista, che era comunque chiarissimo già prima.
      E lei mi dirà: non è solo un punto di vista, sono i fatti.
      Son'accordo in parte. Identificare il M5S è difficile anche per chi vi opera dall'interno. Sono un semplice attivista, valgo poco e so poco, ma tramite gli eletti nelle istituzioni a volte filtrano alcune informazioni. Molti pensano, anche a causa della disinformazione mediatica, che gli eletti con il M5S sono decerebrati che dicono sempre di sì al padrone Casaleggio (non Grillo), ma non è sempre così. A volte si levano voci di protesta sotto traccia che raggiungono una massa critica difficile da ignorare o da tacciare con espulsioni. Come ad esempio l'adesione all'ALDE (naufragata per cause esterne, forse) oppure la votazione su stepchild adotion e unioni civili.
      Il punto è che secondo me su taluni argomenti è difficile prevedere come il Movimento si comporterà se al governo. Se le voci di protesta si alzano troppo, qualcosa devi pur concedere per tenere la maggioranza.
      E' vero, riguardo euro e debito pubblico ci sono state delle dichiarazioni totalmente opposte a quello che si dice in questo blog, va bene. Ma ci sono anche state dichiarazioni in linea con un uscita dall'euro (anche se con un referendum), o per una moneta fiscale alternativa (anche se sparita magicamente dal programma).
      Ora come ora non saprei come il M5S possa comportarsi una volta al governo. Certo tutta questa ambiguità fa paura o fa dubitare, non voglio difendere nessuno a spada tratta.

      Il fulcro del mio precedente messaggio, però, era che il mio, come nel 2013, sarà un voto di protesta. Lo utilizzo per mettere in difficoltà altri partiti (nello specifico Forza Italia e PD).
      Ma come? Proprio ora che il M5S si propone come forza di governo? E io risponderei: si perchè proprio questa ambiguità rischia di non dare al M5S la spinta definitiva. Oltre ad avere una legge elettorale che premia le coalizioni e quindi abbassa la loro probabilità di vincere.
      Ho l'impressione generalizzata che la popolazione, forse da sempre, cerchi più certezza nelle promesse pre elettorali. E per questo la Lega avrà la sua buona percentuale. Ma io personalmente non mi sento ancora di votare per loro, per i motivi enunciati nel commento precedente, i quali mi fanno dubitare più di quanto lo faccia il M5S. Ma ovviamente per questi mesi c’è un personalissimo patto di non belligeranza contro questo partito. In futuro si vedrà.
      Che altro dire. Spero si percepisca il disagio di un elettore di sinistra che non sa più dove andare a sbattere la testa. Ma almeno i “nemici” credo di averli individuati.

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    3. Io sono siciliano e alle prossime elezioni voterò Lega, con la speranza che uno di noi sarà Ministro.

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    4. Perdonami: capisco la difficoltà di ammettere di essere stati ingenui e non ti chiedo un'autocritica stile "rivoluzione culturale cinese", tuttavia ti esorto a non sopravvalutarti, come io non sopravvaluto me, e a rileggerti. Identificare il M5S (così come qualsiasi cosa umana) non è difficile anche per chi opera al suo interno. Direi che è difficile soprattutto per chi opera al suo interno, per due motivi: il primo è un ovvio problema di prospettiva (più sei vicino, più è facile che le foglie nascondano l'albero, che poi ti ripeto qual è, visto che a quanto pare non ti è molto chiaro); il secondo è un altrettanto ovvio problema sentimentale: chi vorrebbe dare per perso un massiccio investimento intellettuale e affettivo? Quindi è chiaro che si fa del tutto per salvare questa cosa della quale non si sa cos'è (occhio che arriva l'albero!) proprio perché è scientificamente costruita allo scopo di non far capire cos'è, e in questo modo di sterilizzare un pacchetto di voti che, come il tuo, vorrebbero esprimere una protesta, e invece vanno a rafforzare il cancello.

      Io ho umana simpatia e compassione di te, ma non ho particolare desiderio di continuare questa conversazione. Fra vent'anni, leggerai i Minchialeaks e ti stupirai di quello che per molti qui è assolutamente "plain". Li leggerai perché te li faranno leggere, ma questo è completamente un altro discorso, che non è nemmeno il caso di intaccare.

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    5. @Serafino Io faccio il tifo per te. La risposta precedente era per il gentile anonimo irriducibile. Non gli è bastata l'ALDE, visto? Come vi avevo detto, il loro non è, come il nostro, un movimento di opinione: è una religione, una religione di odio verso lo Stato, cioè verso gli altri (segnatamente noi), sotto l'egida del sacro macello dei corrotti. Anche basta dialogo: noi non dobbiamo dimostrare niente, e loro non hanno dimostrato niente. Period.

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  27. La Lega sarà l'unico partito presente nel prossimo parlamento con un progetto di politica economica vicino alle idee di Goofynomics, ma è alleata di forza Italia che fa parte del PPE, ove troviamo anche la Merkel ... Poi i 5 stelle con di Maio che va in giro per il mondo a rassicurare i potenti che non è contro l'Europa .... Ci sarebbe la "mossa del cavallo" di cui credo pochissimi (o nessuno?) ha sentito parlare, Il cui programma, non solo economico, rispecchia molte delle idee del Nostro (invito a frequentare il sito http://megachip.globalist.it per farsi un idea e trovare altri spunti interessanti e non solo su questo).Ma non credo che la mossa del cavallo non riuscirà nemmeno a presentarsi alle elezioni. Un partito di Bagnai, secondo me, supererebbe la soglia di sbarramento. Se ne parlerà, magari, alle successive, probabilmente, molto prossime elezioni ....

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    1. Grazie per il commento, che ci permette di sfrondare un po' il panorama da qualche sterpo. A quanto risulta dalla mia agenda, Ingroia mi aveva cercato a giugno. Poi, probabilmente convertito dall'eurista Chiesa, ha lasciato perdere. Ci sono le email, c'è tutto, non faccio nulla di male a dirlo, e ho separato i fatti (una richiesta di contatto, poi annullata dopo che avevo occupato uno slot della mia agenda) dalle mie opinioni su cosa ne abbia mosso la dinamica. Quindi la mossa del cavallo puoi tranquillamente dimenticartela.

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