da Charlie Brown
ricevo e immediatamente pubblico...)
Abbiamo tutti
capito, grazie ad Alberto, che l'euro non è solo una moneta [NdC: ma va anche ringraziata la nostra economista di riferimento].
L'euro è stato un
esperimento politico. Per motivi politici è stata disattesa la dottrina mainstream delle aree valutarie
ottimali. Quella dottrina formalizza un concetto noto da millenni a tutti i
consuoceri: "moneta e buoi dei
Paesi tuoi".
Scomodando e
storpiando Darwin: una volta postulato (per motivi politici) che l'unione
monetaria è da fare "a prescindere", allora l'ambiente
socio-economico (il quale determina tra l'altro il grado e la facilità di
movimento dei fattori della produzione)
condiziona le probabilità di successo economico dei diversi Paesi all'interno
di quella unione monetaria.
L'adozione dell'euro voleva risolvere un
particolare problema geopolitico.
Problema ora ridimensionato e sostanzialmente scomparso, nonostante i tentativi
della precedente amministrazione americana di perpetuare la guerra fredda. Ma
l'adozione dell'euro ha rappresentato
anche una irripetibile occasione per mettere alla prova il "darwinismo
monetario". Scomodano e storpiando Lamarck, posso dire che gli euristi
neoclassici non solo credevano (e credono)
nell'effetto salvifico della mobilità dei fattori di produzione, ma
altresì pensavano (e pensano) che i diversi paesi avrebbero nel tempo
"sviluppato" nuove strutture socio economiche atte a permettere loro
di sopravvivere adattandosi al nuovo ambiente monetario (l'unione monetaria). E
che avrebbero trasmesso tali nuove caratteristiche alle loro popolazioni,
realizzando così il sogno di una economia "ordoliberale"
perfettamente funzionante.
Tutto ciò si sarebbe
realizzato data una sufficiente quantità di tempo, il che spiega la tecnica
gradualista della "rana bollita" da sempre adottata dalle istituzioni
dell'unione europea. Un gradualismo noto come "metodo Monnet", oggi
sposato dal cancelliere tedesco Merkel, e che potremmo definire, restando alla nostra metafore, il "metodo Lamarck". L'uso (del vincolo esterno) avrebbe sviluppato l'organo (della produttività).
L'evidenza cosa
ci dice?
Che in vent'anni
di moneta unica la mobilità dei fattori intraeuropea non si è manifestata nel
modo postulato: tant'è vero che la Germania si è recentemente affidata ad una massiccia migrazione dall'esterno per tentare
di "governare" in senso sempre più competitivo il proprio mercato del
lavoro. Ma soprattutto che in questi vent'anni i paesi più "deboli"
hanno indebolito, non rafforzato, le loro strutture socio-economiche. Ciò ha
permesso ai Paesi più "forti" di predare quelli più deboli e di
sottrarre loro risorse vitali.
Insomma, calando
ex abrupto nel nuovo ambiente (moneta unica) paesi geograficamente contigui ma molto diversi, si è accelerata ed intensificata la "competizione delle specie"
darwiniana a beneficio delle specie più forti. Ciò poiché le specie più deboli sono state private delle loro
protezioni naturali, senza adeguati vantaggi compensativi derivanti
dall'integrazione forzata dei mercati del lavoro e del capitale.
L'evidenza
storica dice che l'adozione dell'Euro non ha innescato un apprezzabile
adattamento lamarckiano dei Paesi più deboli.
E ciò per il
semplice fatto che, a prescindere dalla "verità" o meno del
lamarckismo economico, in regime di
democrazia liberale, i tempi
dell'economia sono diversi dai tempi dell'evoluzione socio-economica.
Di ciò ha preso
atto, in vari modi e misure,
praticamente tutto il mondo libero.
Vorranno le élite
italiane fare altrettanto?
(...insomma: Darwin batte Lamarck anche in economia, e su questo sono d'accordo. A testimonianza del fatto che il pezzo non è mio - a che se non mi ricordo di chi sia: voi lo ricordate? - c'è una sfumatura sulla quale non sono d'accordo. Chissà se vi accorgete di quale sia...)
Le istituzioni europee hanno utilizzato la strategia della "rana bollita" perché credono nel lamarckismo? Io non creTO
RispondiEliminaIl cancelliere Merkel??? Che nn ritengo sia il primo sposo del Monnet-arismo.
RispondiEliminaLa sfumatura riguarda forse la fattibilità dell'adattamento lamarckiano? Della serie ma se anche tutti diventiamo biondi occhi azzurri virtuosi, che si fa? Esportiamo tutti su Marte?
RispondiEliminaNon so se è questa la sfumatura su cui non è d'accordo il professore, ma anch'io ho pensato alla stessa cosa: adattamento lamarckiano o meno, non esisteva nessuna possibilità a priori.
Eliminala macelleria si è voluta
RispondiElimina...la Grecia è il più gran successo dell'euro...come disse lui
RispondiEliminaE’ da notare che la maggior parte dei sostenitori delle teorie liberiste danno, almeno nei dibattiti rivolti al grande pubblico, un valore pedagogico alla libera competizione, mentre Darwin la intendeva come un processo di selezione degli esemplari più adatti ad un determinato ambiente, ovvero un processo di eliminazione dei più deboli. Inoltre, non viene mai detto che questo processo di selezione naturale non presuppone la vittoria dei migliori e neanche l’avverarsi del miglior mondo possibile, visto che esso è influenzato dalla casualità, come nel caso dei fenomeni di deriva genetica (selezione sessuale, effetto del fondatore, collo di bottiglia,…), che forse possono essere paragonati a quelli che gli economisti definiscono fallimenti del mercato.
RispondiEliminaBagnai ti sarei grato visto che sono un analfabeta economico, se tu mi dessi delucidazioni in merito alla proposta di Berlusconi di creare una moneta interna parallela all' Euro,so benissimo che l'optimum sarebbe l'uscita ma in una fase transitoria potrebbe essere utile per rilanciare l'economia interna?
RispondiEliminaCon la doppia circolazione lei in che moneta vorrebbe essere pagato? E quale utilizzerebbe per effettuare pagamenti?
EliminaOra ti càa l'orso...
EliminaSecondo quello che ha detto Berlusconi sarebbe una specie di elycopter money ovvero le lire verrebbero aggiunte ai redditi bassi per cui nel caso io continuerei a prendere lo stipendio in Euro più un tot in lire da poter spendere all'interno del paese la nuova lira si aggiungerebbe agli attuali redditi in Euro
EliminaArt 128 tfue
EliminaLa proposta di Berlusconi non si può attuare se non ci riprendiamo il controllo della Banca D'Italia. Mi sembra comunque che la sua proposta sia un po' la brutta copia dei bot pagabili al portatore e senza interessi data da Claudio Borghi, anche se quest'ultima sarebbe preferibile in quanto al momento dell'emissione sarebbero quotati in Euro e poi convertiti. Così non ci sarebbero problemi coi pagamenti (chi accetta cosa).
EliminaSe dobbiamo rispettare i trattati Europei allora non si puo' neanche uscire dall'Euro e noi stiamo qui a perdere tempo,io ho dato un occhiata in rete pare che si possa comunque aggirarli stampando crediti fiscali che sarebbero comunque parificabili ad una moneta,ma a parte questo chiedevo un parere al prof. perché essendo io un profano di economia lui potrebbe chiarire ai tanti profani come me cosa questa scelta comporterebbe a prescindere se poi si possa fare o meno
EliminaIl razionale è lo stesso della proposta grillina di referendum: un'operazone di gatekeeping. Non può funzionare perché se non c'è lavoro (a causa dell'esistenza dell'euro) che tu i lavoratori li paghi in euro o in neoliremanondeltuttolire non fa differenza, perché i disoccupati continueranno a guadagnare 0 e, ovviamente, a rivolgersi ai mercati esteri per tutte le ragioni espresse in questo blog dal 2011 in poi.
EliminaParafrasando Scott, è un Regno di rettitudine, o niente.
Il lamarkismo è sempre stato più presentabile del darwinismo nonché pedagogicamente più disciplinante.
RispondiEliminaChi è più flessibile sopravvive e si riproduce trasmettendo la flessibilità come "valore" evoluzionistico ai propri discendenti.
Per i darwiniani perisce chi non può flessibilizzarsi, per i lamarkiani chi non vuole e rifiuta la misericordiosa azione "plasmabilizzante" della natura.
Ma solo le elites italiane potevano pensare che l'uso del vincolo esterno avrebbe sviluppato l'organo della produttività.
RispondiEliminaPer le elites tedesche, tutto è andato come previsto. Il manganello dell'euro ha effettivamente prodotto un'economia ordoliberale che ha spogliato gli Stati delle loro funzioni e ha indebolito le loro strutture socio-economiche, cioè proprio quello che volevano loro.
Prof, secondo me non è d'accordo con questo pezzo:
RispondiEliminaL'adozione dell'euro voleva risolvere un particolare problema geopolitico. Problema ora ridimensionato e sostanzialmente scomparso, nonostante i tentativi della precedente amministrazione americana di perpetuare la guerra fredda
Non solo il problema geopolitico non è risolto, pure se Trump sembra volerlo affrontare in altro modo; l'euro ha scongelato tutte le potenzialità della questione tedesca, che del primo problema è un aumentatore.
Brillante. Ora che me lo fai notare, sposo la tua risposta
Elimina"Gli Stati Uniti, come qualsiasi altro attore a livello globale, devono porsi di fronte a questa realtà: l’euro ha dissepolto senza motivo la questione tedesca, provocando esattamente ciò che avrebbe dovuto prevenire."
EliminaChi lo ha scritto? Ve lo dico io: Bagnai.
Charlie Brown dice invece: "L'adozione dell'euro voleva risolvere un particolare problema geopolitico. Problema ora ridimensionato e sostanzialmente scomparso, nonostante i tentativi della precedente amministrazione americana di perpetuare la guerra fredda."
Ridimensionato?
Le due analisi divergono su un punto non certo marginale. O no?
Ma forse il problema geopolitico cui si accenna nell´articolo è quello russo o meglio sovietico e non quello tedesco....
Elimina@Jackari, l'ho interpretata come te; Charlie Brown allude alla "questione russa" per gli americani, quella che potremmo chiamare "problema di Mackinder", dal nome del geografo inglese che a cavallo di XIX e XX secolo schematizzò la teoria dell' Heartland che dal Novecento guida la (geo) strategia anglo-americana: come può una potenza marittima lontana (gli USA ora, l'Impero Britannico prima) impedire che l'area pivotale che consente di controllare il pianeta non cada in mano ad una potenza terrestre (la Russia)?
EliminaSi può concordare con Charlie che l'amministrazione Trump abbia, almeno superficialmente, ridimensionato, o meglio rimodulato in ottica apparentemente più collaborativa, la questione, sebbene questa rimanga al cuore della strategia imperiale americana. Quest'ultima ha inventato CEE prima, UE ed euro poi come strumenti: durante la guerra fredda utili a fornire una testa di ponte e un cuscinetto verso l'Unione Sovietica; dal 1990 estendendo il controllo anglo-americano sul Rimland (la regione che bordeggia l'Heartland), nell'Europa orientale che viene ritenuta chiave per controllare l'Heartland. Tuttavia, UE ed euro, come scrivevo sopra, hanno anche scongelato la "questione tedesca", ovvero l'aspirazione teutonica di creare un'ampia area vassalla nell'europa centro-orientale, germanofona, per diventare potenza egemone in Europa; aspirazione delusa ben due volte nel corso del Novecento. Il "problema aumentato" per gli yankee è che l'Europa germanizzata e autonoma (rispetto agli USA) potrebbe avvicinarsi alla Russia, avverando l'incubo geopolitico anglo-americano: il capitale tedesco messo in sinergia con le risorse naturali e militari russe nel cuore dell'Heartland.
una, mille aziende chiudono e riaprono con un'altra ragione sociale , licenziano e riassumono ma a nuovi prezzi di mercato tutti i loro lavoratori che contenti accettano anche riduzioni del 40% : l' €uro rivalutato internamente del 40% direbbe il piddino classico, enorma risultato ottenuto . Ora , un giorno od un altro , mentre tutti sono atterriti dall'islam più o meno moderato , o dai nuovi motori dei missili della corea del nord o da una francia assediata da una persona sola , basta che si immetta un piccolo virus un po modificato , per esempio testa se hai il gene del capello biondo e l'occhio azzurro e se non l'hai ti provoca oltre a prolungatissima tosse e mal di gola , una banale cististe che piano piano rende sterili i maschi e dopo 100 anni , la popolazione mondiale è molto diminuita , ma soprattutto geneticamente migliorata .... delirio ? e se ci avessero pensato veramente ? del resto sono 80 anni o più che ci pensano.
RispondiEliminaIo sono sempre piu convinto che hanno fatto quello che hanno fatto con l'€uro , magari facendolo fare ad utili idioti , ma sapendo benissimo quello che ne sarebbe derivato , non è possibile fare cavolate così mostruose , su siamo seri ,posso capire un venditore di salumi che si infervora per l'€uro cercando ci convincerne le proprietà taumaturgiche , ma che il gota della finanza , quelli che dettano le regole ai politicanti , non sapessero dove si andava a parare e dove si va tutt'ora non è credibile .
Visto cosa è successo ieri tra la Merkel e Trump , la sfumatura può essere che l'euro ha accentuato il problema geopolitico, non l'ha per nulla risolto e neppure ridimensionato, anzi.
RispondiEliminaPer non dimenticare, sempre il nostro caro Tommaso Padoa Schioppa in "Moneta, Commercio, Istituzioni: esperienze e prospettive della costruzione europea" - Lectio Doctoralis di Tommaso Padoa-Schioppa
RispondiEliminaPer il conferimento della Laurea Honoris Causa in
Economia Internazionale del Commercio e dei Mercati Valutari
Trieste, 19 novembre 1999
"
18. Mi pare invece di fondamentale importanza il contributo che la teoria di Mundell dà alla comprensione delle condizioni per il buon funzionamento di un’economia con moneta unica: flessibilità del sistema dei prezzi, mobilità dei fattori, meccanismi di correzione e compensazione degli squilibri regionali e settoriali. Quelle condizioni, com’è noto, non sono tutte realizzate in Eurolandia, così come non lo sono all’interno degli Stati Uniti d’America, o dell’Italia, o della Germania. Esse indicano il cammino da compiere per rendere la struttura economica di Eurolandia coerente con l’avvento dell’euro. Un cammino ancora lungo, che dev’essere compiuto a diversi livelli: l’Unione europea, le autorità pubbliche nazionali, i poteri locali, l’intera società..
In linea generale si può affermare che la rigidità introdotta dall’unione monetaria deve trovare compenso in una accresciuta flessibilità e articolazione di tutte le strutture intermedie tra il livello sopranazionale al quale si decide la politica monetaria e le componenti periferiche dell’economia, costituite dalle singole famiglie e dalle singole imprese. In quella vasta zona intermedia vi sono poteri e funzioni esercitati da governi e amministrazioni nazionali o locali, organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, consuetudini collettive. E dipende dal modo di esercizio di quelle funzioni e di quei poteri se nell’economia si determinano fenomeni e comportamenti che hanno rilevanza macroeconomica e che non trovano radice diretta, ma nemmeno correzione, nel funzionamento di un sistema di concorrenza a decisioni completamente decentrate.
In ogni sistema economico complesso quelle strutture intermedie sono indispensabili; esse sono particolarmente importanti nella tradizione di molti paesi europei. Senza il loro concorso difficilmente si realizzerebbero cooperazioni economiche di categoria, o funzioni di amministrazione e di governo, o forme di solidarietà che sono indispensabili per il buon funzionamento della società e dell’economia. Ma è necessario che il modo di operare, le forme di rappresentanza, gli stessi atteggiamenti mentali che guidano i comportamenti di queste strutture intermedie divengano pienamente coerenti con la realtà nuova dell’Unione economica e monetaria. Potrà bene accadere, altrimenti, che in quella realtà nuova gli effetti di certe azioni si rivelino radicalmente diversi rispetto al tempo in cui il mercato unico e la moneta unica ancora non c’erano.
L’Unione economica e monetaria è una Nationalökonomie nella quale il soggetto principale della teoria del commercio internazionale e di quella dei mercati valutari - lo Stato - non ha cessato il proprio ruolo. A esso e alle altre strutture nazionali si chiede ancora di operare, e di operare nell’interesse di una comunità nazionale, che è divenuta “regione” di un’area più ampia…>>
"
Sono passati 5 anni da quando abbiamo trattato questo tema ma è sempre più evidente e brutto da comprendere nei suoi meandri
"L'uso (del vincolo esterno) avrebbe sviluppato l'organo (della produttività)." Questo non è possibile in un gioco a somma zero (o meno di zero). E chi ci guadagna lo sapeva. Molti lo sapevano, persino il mortadella che ha confessato di essersi illuso che ci si possa abituare a un welfare smontato a piccole dosi...
RispondiEliminaal momento in cui scrivo ci sono 13 commenti che ho pensato di leggere più tardi per non farmi influenzare. Mi scuso quindi se ripeto qualcosa già scritto.
RispondiEliminaQuello che non mi garba è l'accostamento tra Centro e Periferia delle AVO a quello di "competizione delle specie forti e deboli" con le prime che sopraffanno le seconde perchè queste ultime "sono state private delle loro protezioni naturali".
Capisco il senso del ragionamento di Charlie Brown (che ringrazio) ma nel caso nEuro-moneta si sono palesemente truccate le "regole naturali del commercio" per dare un vantaggio al Centro che altrimenti non avrebbe mai avuto.
Io non mi sento appartenente ad una specie debole e se, 20 o 25 anni fa poteva sorgermi il dubbio che i tedeschi erano migliori di noi, questo era dovuto al fatto che non ero a conoscenza della regola delle AVO.
E' solo una sfumatura e non so se è la stessa che ha visto il Prof. ma è quella che mi ha fatto pizzicare il naso.
Un caro saluto a tutti.
Uhm... Anni fa' Lei professore quando l'approcciai ad un convegno presentandomi come " darwiniano" mi suadro' con sospetto , in realta' davo aria ad una mia congenita misantropia che poi studiando ho corretto .
RispondiEliminaIn effetti in economia il Darwinismo non ha molto senso poiche' le pratiche di sopraffazione come il "Mercantilismo " nel lungo oeriodo non sono sostenibili , venendo meno i mercati di sbocco .
In natura poi proprio ieri conversando con un amico che citava Konrad Lorenz l'eccesso di specializzazione porta si' al successo ma anche nel medio ad una vulnerabilita' al cambiamento dell'ecosistema .
L'animale uomo e cito Sebastiao Salgado nel " Sale della terra " e ' quello piu' capace di enormi efferatezze e crudelta' insensate .
La Socialdemocrazia e' secondo me il migliore dei governi possibili .
Tra Darwin e Lamarck scelgo senza dubbio Wallace.
RispondiEliminaWilliam?
EliminaWilliam, suppongo ;)
Elimina...Alfred Russell. Concedetegli una googlata, ne vale assolutamente la pena.
EliminaIn verità, mi riferivo al forse meno noto Alfred Russel.
EliminaE' vero che la Germania si è affidata ad una massiccia migrazione dall'esterno per tentare di "governare" in senso sempre più competitivo il proprio mercato del lavoro, ma è la competitività del mercato del lavoro tedesco non è recente dato che la riforma Hartz è se non erro del 2003 e successive modifiche.
RispondiEliminaUn giorno...sapremo chi è sto Charlie Brown?
RispondiEliminaLa risposta è dentro di te. Ed è Bagnai.
EliminaI politici tedeschi dell ovest sapevano esattamente come avrebbero distrutto e vampirizzato la Germania dell est, ma l hanno comunque fatto. Dal libro Anschluss di Vladimiro Giacché
RispondiEliminaA parte essersi lanciata in tentativo piuttosto plateale di contenimento della Cina, l'attuale amministrazione non sta affatto cercando l'appeasement, ma il suo vassallaggio, sig. C. Brown.
RispondiElimina"Di ciò ha preso atto, in vari modi e misure, praticamente tutto il mondo libero"...
RispondiEliminaNon conosco Lamarck, e di Darwin so quello che il mainstream sa, poco o nulla. Ma in entrambi i casi, secondo voi quello che decise di passare da quattro a di gambe, quando la sopravvivenza consigliava di strisciare, come lo classificate?
RispondiEliminaC'ė un errore mastodontico nella citazione della teoria dell'evoluzione. Vi ricordo che la base sono i fringuelli delle Galapagos...
RispondiElimina"gli euristi neoclassici" credevano solo all'inevitabile reiterazione della proiezione imperiale tedesca.
RispondiElimina"Per motivi politici è stata disattesa la dottrina mainstream delle aree valutarie ottimali".
RispondiEliminaNon è stata disattesa, era nota ed è stata sfruttata proprio per arrivare nella situazione attuale.
In altre parole era noto (ma non detto) che le aziende/economie meno adatte non si sarebbero irrobustite (Lamark), ma che le aziende/economie meno adatte avrebbero lasciato il posto a quelle più 'robuste' (Darwin).
La sostituzione non è stata però raggiunta grazie alla migliore adattabilità di alcune aziende/economie ad alcuni cambiamenti economici 'naturali', ma modificando artificialmente l'ambiente eco(logico)nomico per renderlo più vicino a quello ideale delle aziende/economie che si volevano avvantaggiare.
L'euro è stato un esperimento politico.
RispondiEliminaQuesta è la versione di Prodi e co. Ma è falsa. Non si fanno esperimenti o errori a quel livello.
E per quanto suggestivo, il parallelo con Lamark non regge. L'"esperimento" ha avuto grandi successi (come il più grande successo dell'Euro, la sterilizzazione della sinistra, etc.). Insomma nessuno credeva a Lamark, sapevano benissimo che se i nordici arrivano a brucare le foglie degli alberi di alto fusto, ai greci non viene certo il collo di giraffa se gli togli le risorse alla loro portata.
Insomma si sa e si sapeva che l'uso non sviluppa l'organo (se no non ci arriverebbe lo spam di "enlarge your penis").
Darwin non batte Lamarck neanche in economia
RispondiElimina... vi offro un'angolazione di lettura alternativa... lo stimolo ambientale crea l'adattamento evolutivo (la funzione crea l'organo) rimane una teoria potente... non apprezzabile in questo contesto per almeno due+1 motivi.
Contrariamente alla premessa sottintesa: primo, non si tratta di specie diverse (specie più debole e specie più forte); secondo, non si tratta dell'adozione di un habitat (moneta unica) ugualmente diverso. Ma si tratta della stessa specie che, vivendo in habitat diversi, ne adotta (universalmente) uno, grandemente più agevole per un gruppo (piu che autoctono) quanto simmetricamente disagevole per l'altro...
Con questa premessa è evidente che la competizione fra loro (che non è cessata) sarà impari in misura tale da risultare svuotata di senso...
Quando il via è concesso da linee di partenza e su terreni diversamente equi, il vantaggio favorisce gli uni rispetto agli altri in modo immeritevole. Come riportato, l'evidenza ci dice infatti che ogni potenziale 'evoluzione' degli 'svantaggiati' è compensata dalla più agevole 'evoluzione' degli 'avvantaggiati' (l'ondata di migrazione tedesca in entrata citata, ne è un giusto esempio)... è facile capire - in un simile contesto - quale gruppo accumulerà un vantaggio strategico rendendo improbabile ogni produttivo adattamento di chi vi si oppone... e il fattore temporale avrebbe un influenza relativa (nella misura in cui il tempo, impoverisse il gruppo avvantaggiato in modo tale da annullare le differenze con l'altro... livellamento verso il basso)
Inoltre individuo un'altro spunto di riflessione, assimilare i trattati europei ad un vincolo naturale è contrario a ciò che rappresentano, una misura arbitraria, propagandata come salvifica per gli 'invirtuosi' (moralmente condannati all'annichilimento...) le élites non cercano un virtuosismo libero ma funzionale... alla loro supremazia :) quindi non sono loro che devono capire... ma gli tutti gli altri...
... per intenderci... quelli che 'veramente' competono, poiché la 'virtù salvifica' dell'organo della produttività... nella realtà, non è tale, ma diversamente tale... cioè la produttività, fine a se stessa, oltre a non aver senso, incatena chi si subordina ad essa. Non rappresenta quindi un miglioramento ma un peggioramento 'evolutivo'... ergo adattarsi in questo caso, non favorirebbe chi 'compete', poiché il postulato "l'euro è irreversibile" è falso! La conoscenza invece, favorirebbe... infatti è proprio quella, che vuole essere negata ai più...
Noi non dobbiamo essere funzionali al mercato, noi siamo il mercato, infatti (come è noto) limitando le nostre risorse (salari), restringiamo il mercato... vanificando la 'produttività' operata per guadagnare mercato... etc. etc. (... è strano come una discesa vista dal basso sembri una salita).
Ciò accade perché coloro i quali controllano il mercato; sono gli stessi che ambiscono, attraverso la sottrazione di sovranità (del popolo) a controllarlo in modo totale... globale... a noi non resta che... evolverci o estinguerci... oppure...
Quella degli italiani, non è una sfida persa ma una sfida (involutiva) alla quale è stupido vincere...
Scusatemi, probabilmente non c'entra con l'oggetto, ma or ora ho udito con le mie orecchie Enrico Letta a "Porta a porta" (RAI1, parlando con Bruno Vespa) proferire, beandosi del fatto che negli ultimi 2 decenni il debito pubblico Italiano sia aumentato del solo 7% rispetto al 221% dei due decenni precedenti (anche io sono cresciuto molto più nei primi 2 decenni della mia vita rispetto agli attuali 2 decenni, ma con Letta affronterò quest'argomento in altra sede), l'affermazione "Gli Italiani... hanno bisogno della regola esterna... della regola UE... perchè senza la regola esterna non son capaci..." (vado a memoria): ecco, riallacciandomi alla nota - qui - tematica del "vincolo esterno" ho sentito il bisogno di riportarlo. Così come avverto la necessità di "bollare" Enrico Letta quale autorazzista. Un abominio.
RispondiElimina...deve essere che Darwin non ci fa impazzire, quando si manifesta sotto forma di ordine relazionale sociale.
RispondiElimina"Molti furono i fattori del boom degli anni '50 e'60 dell'800. [..]
RispondiEliminaIl trionfo del libero scambio favorì in pro luogo la Gran Bretagna [...] ma fini col giovare anche agli altri paesi europei, in quanto, provocando la scomparsa delle imprese meno attrezzate per reggere la concorrenza, favorì modernizzazione dell'apparato produttivo.
Sabatucci-Vidotto, Il mondo contemporaneo.
Non ci sono note perché è un manuale, ma forse qualcosa non quadra neanche in riferimento ad allora; mi riprometto di approfondire