mercoledì 17 febbraio 2016

Dalla beauty farm...

L'unico modo per stare a dieta è avere il frigo vuoto, l'unico modo per avere il frigo vuoto è non riempirlo, e l'unico modo per non riempire il frigo è non sapere la lingua! Per il resto, il concetto di fornacella è un universale platonico, lo street food è economico (e io economista lo nacqui, a mia insaputa) e sano (perché pyr kaiei, quindi Martinetus: stai tranquillo). Tornerò in ottima forma, che per un uomo non è la sfera ma il canone (di Policleto), e anche di ottimo umore (ma di questo parliamo dopo)...




P.s.; lo sapevo. Martinetus è proprio convinto che io pisci dalle ginocchia (vedi suo commento). A Martiné, ma che probblema c'è? L'acqua è bbona, viene dallo Huangpu, che ha quel bel colore nero di seppia... Dopo aver mangiato lo spiedino, bevi dar nasone, e poi te ne vai a letto tranquillo, no?




52 commenti:

  1. Ecco bravo, perciò segui il saggio Plutarco, Moralia, 263 E: to pur kathairei kai to hudór hagnizei.

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    1. Ma che vor dì pisciare dalle ginocchia?

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    2. Ingenuo (?) oppure il Prof. ha avviato la metamorfosi ?

      (Alessandra/Cassandra da Firenze. "Dentro un vaso di porcellana, c'era rinchiusa una bella cinesina, che danzava la danza americana..."e poi non me la ricordo più. L'età, avanza!)

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    3. See addio, già non ho molta confidenza con le lingue europee, ce mancava er cinese (però so che vordi' piscia dar ginocchio) :-D buon lavoro prof.

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    4. Nicola, e' un modo di dire molto diffuso a Roma. Sta a significare da parte di chi esprime questa frase di non essere un novizio o peggio ancora un fesso.

      http://www.volgarmente.com/termine/mica-piscio-dar-ginocchio

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    5. @Obli "...col capitano della marina... Cinesin bon bon cinesin della marina Cinesin bon bon cinesin della marina. E le scarpette le vanno strette ed il bustino le va benino e la sottana le fa campana e l'orologio che fa tic tac" (grazie alla cortese consulenza di mia figlia).

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    6. Scusa, er Biretta, come tu sai questo è un TM del nostro blog. Non è che mi stai usurpando il ruolo dell'unico e autentico Biretta? Se invece sei tu, welcome back.

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  2. Lo spugnaberto riflesso nella foto acquisisce un che di inquietante.. Ma almeno lui porello, è made in PRC?

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  3. ...anche non avere i soldi per riempirlo...:(

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  4. Viaggio molto e ritengo che la gastronomia sia parte fondamentale di una cultura. Il cibo da strada spesso poi ne è la parte più autentica.

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  5. Prof., se cerca un po' in giro forse anche a Shangai puo' anche trovare lo streetfood a base di insetti arrostiti, compresi larve succulente e scorpioni vivi. Li vidi personalmente in Cina... ma io non ebbi il coraggio! I cinesi invece se li sgranocchiavano con viva e vibrante soddisfazione. A parte gli insetti devo dire che si mangia bene.

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    1. Se mangi una cozza, puoi mangiare qualsiasi cosa, secondo me.

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  6. Però meglio er nasone (l'originale) che pasteggiare a varechina. Civiltà millenaria per civiltà millenaria...

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  7. ...a parte gli insetti, un Italiano non mangia bene appena varca il confine patrio. Assaggia alimenti interessanti, gusti non usuali, perfino qualcosa di effettivamente buono, ma e' come per la musica: puoi sentire un bel brano, ma quando poi riascolti i classici, il resto evapora.

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    1. e' che non sei abituato e quindi non sai dove andare e cosa ordinare: tutto qua'. Non e' che ogni giorno ti va di mangiare coda alla vaccinara o riso in bianco e non e' che la scelta non dipenda dal ristorante....

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  8. Ho un problema a vedere latte/acqua nelle tanichette di plastica. Non penso riuscirei a bere, avrei sempre la sensazione di trangugiare ammoniaca.
    Nota divertente (per me): è la seconda foto della città dove vedo tanti palazzoni ma pochissima gente in giro. Oltre al fatto che non è vero che c'è crisi, secondo me non è neanche vero che sono tanti...ahahahah

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  9. L'aliante con cui è atterrato Snake Plissken anche stavolta è ancora arpionato alla sommità del grattacielo a centro foto...?

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  10. A me la cucina biologica m'è sempra stata sul cazzo!

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  11. Ma allora, oltre a esserci la Cina, a Shangai c'è anche il cielo, e vagamente azzurro, per giunta

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  12. Se esiste al mondo una cucina che possa, per molti aspetti: antichità, cultura, variabilità e capacità di sperimentare, competere con quella italiana, quella è proprio la cucina cinese.

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    1. Prendi un pezzo di Cina grande come l'Italia e poi li mettiamo a paragone ;-)

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    2. Ho scritto competere, non necessariamente vincere ;-)

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    3. E allora perche' non arriva qualcosa di davvero buono dalla Cina?

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    4. Credo per lo stesso motivo per cui non ti puoi mangiare una buona pizza napoletana a Pechino.

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  13. giusto ieri ho parlato con un mio caro cliente ingegnere il cui figlio trentunenne (ingegnere meccanico pure lui, of course) vive lì da due anni.

    uscito da primaria università' italiana con il massimo dei voti dopo una settimana e' stato assunto da una delle bandiere del Made in Italy nel mondo.
    dopo tre anni di folgorante carriera nel grandissimo stabilimento italiano nel bel mezzo delle Dolomiti, gli hanno proposto di dirigere il reparto controllo qualità' dello stabilimento cinese composto da quaranta ingegneri locali.

    insomma: l'unico italiano.

    mamma disperata (chi ha inventato Face Time o Skype sia in gloria) ma fiduciosa del ritorno in patria del figliolo con una validissima esperienza.
    viste le lamentele del giovane per la voglia di tornare in Italia gli hanno appena proposto di diventare dirigente dello stabilimento di ben 7000 addetti (!!!) e di fermarsi altri tre anni.

    commento del padre: tutto bello, guadagna una follia ma queste aziende ne approfittano un pochino...tra tre anni come fara' a tornare in Italia e trovare la stessa posizione lavorativa? sarà' una carriera al contrario: da giovane guadagni di più' che da vecchio, oppure rimani lì.

    voi dire che l'euro non e' solo una moneta?



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    1. Tornare in Italia ? E Domineddio perche' mai povero figlio ??

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    2. Perche' se ti pagano tanto per star la', un czz di motico c'e'.

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    3. Abbi pazienza ma non capisco veramente il senso della lamentela.
      La retribuzione iniziale della persona di cui parli è fatta di:

      B+D
      dove B è la sua bravura, che sarà pure immensa, e D è il disagio a dover vivere in Cina, che sarà immenso pure quello.

      Successivamente il suo stipendio è aumentato perchè rappresenta

      B+E+D'
      Dove E è l'esperienza specifica che ha fatto li.
      E D'è il disagio dopo X anni che vive in Cina.

      Quando dovesse tornare in Italia, il suo stipendio sarà commisurato a

      B+E'+D''
      E'>E perchè avrà imparato ancora (occhio però che avrà imparato a gestire aziende in Cina, esperienza magari non completamente rispendibile altrove) ma in compenso
      D''<D', a meno che nel frattempo non abbia messo su famiglia in Cina e non se la senta di tornare.

      Quindi esattamente il problema quale sarebbe? Lo dovrebbero pagare di più quando torna in Italia perchè... perchè è innaturale che da vecchio guadagni di meno?
      Non so, ai militari che rientrano dalle missioni di pace dovrebbero mantenere l'indennità di rischio, quindi?

      E soprattutto cosa c'entra la moneta con questo? La gente si faceva pagare di più per lavorare in Brasile, Polonia e Messico anche con la Lira. E se non gli davano abbastanza soldi non ci andavano, o se alla fine gli piaceva stare là, restavano là e in Italia ci venivano in vacanza.

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    4. Il senso del mio intervento può essere titolato " la fuga dei cervelli ", cosa che ci siamo detti diverse volte su questi schermi:
      I giovani migliori sono costretti ad espatriare .
      Che sia percepito come normale ( cioè nella norma) in questo momento storico ci può anche stare, ma non è il massimo della vita, io a trent'anni ho aperto un'attività e ho fatto famiglia in Italia.
      Ah scusate, erano gli anni post uscita dallo SME...i bruttissimi anni della liretta...

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    5. Segue:
      Gli stessi anni in cui l'ingegnere padre ha aperto una ditta di treni per giostre...
      Chissà se sono solo coincidenze ( a proposito di treni:))

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  14. In Cina mangiano di tutto e per gli "ultimi" c'era anche un problema di scarsità di cibo. Con i "pranzi imperiali" da 37 portate forse restava ben poco per gli altri. Per cui si deve essere assestato il concetto che ogni cosa che si muove e cresce è mangiabile. Fortunatamente per loro il ritmo di accrescimento dei cristalli è lentissimo, se no sai che digestioni! Ricordo con sgomento un passo di un libro di Pearl S. Buck, ambientato in Cina durante una terrificante carestia, in cui un personaggio stava sottoponendo ad una lunghissima cottura della terra "almeno per riempirsi la pancia". Non so quanto sia vero, ma attenzione ai cibi di strada specialmente se i marciapiedi attorno sono troppo puliti :). Come notizia m'ha detto mi' cuggino che la cucina de' Szigiuvann (o forse Sichuan) è molto buona.

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    1. @Gianfranco La propensione a mangiare animali sempre più piccoli aumenta al diminuire della disponibilità di animali grandi. Ma tu, a proposito di cibo da strada, vuoi dirmi che non hai mai mangiato stigghiola e quarume nella linda Palermo? Personalmente io ho assaggiato anche il formaggio sardo con i vermi vivi. Che non sono peggio delle ostriche vive offertemi una volta - per pura vanità - dai miei zii ricchissimi (e dopo quella cena lussuosa ho cagato acqua tutta la notte, sperimentando così sulla mia pelle che anche i ricchi piangono).

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  15.   IL PIANO TEDESCO PER UN BAIL-IN SUI TITOLI DI STATO RISCHIA DI FAR SALTARE L’EURO 

    DI AMBROSE EVANS PRITCHARD
    ‘Se fossi un politico italiano vorrei tornare alla mia moneta il più velocemente possibile: è questo l’unico modo per evitare la bancarotta’, così ha detto un ‘saggio’ tedesco.
    Un influente consigliere del Governo tedesco ha avvertito che il nuovo ‘piano tedesco’ volto ad imporre un ‘haircut’ [1] ai detentori del ‘debito sovrano’ dell'Eurozona innescherà l’inarrestabile crisi delle obbligazioni europee e potrebbe costringere l'Italia e la Spagna a ripristinare le loro valute.
    “E’ il modo più veloce per porre fine all’Eurozona”, ha dichiarato al Telegraph il Prof. Peter Bofinger, uno dei cinque ‘saggi’ del ‘German Council of Economic Advisers’. “Potrebbe arrivare molto velocemente un attacco speculativo. Se fossi un politico italiano e dovessi confrontarmi con un tale rischio d’insolvenza vorrei tornare alla mia moneta il più rapidamente possibile, perché sarebbe l'unico modo per evitare la bancarotta”.

    Il ‘German Council’ ha chiesto l’introduzione di uno specifico meccanismo da attivare per eventuali ’insolvenze sovrane’, anche a costo di sovvertire i principi finanziari dell’’ordine del dopoguerra’ in Europa. Lo ritiene necessario per ripristinare la credibilità della clausola del ‘no-bailout’ [salvataggio esterno] presente nel Trattato di Maastricht. Il Prof. Bofinger ha espresso un veemente dissenso.

    Il piano tedesco ha il sostegno della Bundesbank e, più di recente, del Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, che di solito riesce a imporre la sua volontà, nell’Eurozona. Colloqui molto delicati sono attualmente in corso nelle principali capitali europee e stanno provocando dei forti brividi a Roma, Madrid e Lisbona.

    Secondo questo schema, ad ogni futura crisi del ‘debito sovrano’ gli obbligazionisti [detentori dei Titoli di Stato] devono subire delle perdite [haircut], prima che ci possa essere un salvataggio da parte dello ESM [Fondo di Salvataggio Europeo]. “Questo piano provocherà dei guai”, ha dichiarato Lorenzo Codogno, ex capo-economista del Tesoro italiano, ora occupato presso la ‘Advisors Macro LC’.

    Questo bail-in [salvataggio interno] sui ‘debiti sovrani’ corrisponde a quello entrato in vigore lo scorso Gennaio nei riguardi degli obbligazionisti delle banche, che ha contribuito alla drastica svendita delle azioni bancarie dell’Eurozona.

    Il Prof. Bofinger ha aggiunto per iscritto un suo parere, avvertendo che il piano potrebbe auto-avverarsi molto in fretta, innescando una “corsa alla vendita delle obbligazioni da parte degli investitori, per liberarsi delle loro partecipazioni ed evitare l’’haircut”.

    Italia, Portogallo e Spagna non potrebbero difendersi perché prive dei propri strumenti monetari. “Questi paesi rischierebbero di essere colpiti da una pericolosa crisi di fiducia”, egli ha concluso.

    Il ‘German Council’ ritiene che il primo passo sia quello di assegnare un più alto ‘rischio-ponderazione’ al ‘debito sovrano’ detenuto dalle banche – ed anche un limite a quanto ne possono acquistare – con l’esplicito obbiettivo di costringerle a cederne per 604 miliardi di euro. Dovrebbero in alternativa raccogliere 35 miliardi di capitale fresco, perché la situazione possa essere ritenuta ‘gestibile’.

    Si tratta di un problema nevralgico, per l’Italia, dove le banche possiedono 400 miliardi di euro di ‘debito pubblico’ e hanno effettivamente utilizzato i fondi della Banca Centrale Europea per sostenere il Tesoro italiano.



    Prima parte segue.....

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  16. Seguito....
    Mario Draghi, Presidente della BCE, Lunedì scorso ha aggirato una domanda sulla questione posta da un euro-deputato italiano: “E’ un problema con cui abbiamo a che fare. E’ necessario un approccio sia ponderato che graduale”.

    La mossa ‘fa la corte al destino’, dal momento che il Portogallo è già nell'occhio del ciclone, dovendo affrontare sia un rallentamento dell'economia che uno scontro con Bruxelles sull’austerità.

    La scorsa settimana lo spread sul ‘debito pubblico’ portoghese a 10 anni è salito a 410 punti-base rispetto a quello tedesco, spingendo gli oneri finanziari a livelli insostenibili. Il debito pubblico del Portogallo è al 132pc del PIL, mentre l'indebitamento totale è al 341pc, il più alto d’Europa. Il paese è caduto nella trappola del debito-deflazione e, per poterne sfuggire, avrebbe bisogno di anni e anni di forte crescita.

    “Il Portogallo potrebbe perdere l'accesso al mercato finanziario”, ha dichiarato Mark Dowding, responsabile della ‘Blue Bay’ per il settore delle obbligazioni. “Abbiamo visto una situazione molto brutta, la scorsa settimana. I grandi Fondi statunitensi che avevano investito nei ‘Titoli di Stato‘ portoghesi stanno cercando di uscire da quelle posizioni. Con i riscatti che sono in corso, si tratta di una vera e propria ‘tempesta perfetta’”.

    Il Sig. Dowding ha detto che la ‘grazia salvifica’ per il Portogallo è che il paese ha pre-finanziato la maggior parte del suo fabbisogno per il 2016 – e potrà così superare la tempesta …. per un po’ di tempo.

    Ma, se la crisi dovesse perdurare, le preoccupazioni per un nuovo salvataggio della Troika – e per le condizioni che sarebbero imposte – potrebbero rapidamente prendere piede. Non ci fu in effetti alcun ‘haircut’ sui Titoli di Stato portoghesi, nel ‘bail-out’ del 2010.

    Il ‘German Council’ ritiene che i privilegi normativi concessi al ‘debito sovrano’ posseduto dalle banche debbano essere eliminati. Non deve più essere trattato come se fosse totalmente ‘liquido e sicuro’ nelle percentuali di copertura della liquidità delle banche, o essere esente dai ‘requisiti di capitale’ [2]: “I rischi maggiori sono per le banche di Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda e Italia”.

    L’obiettivo, in teoria, è quello di ridurre il legame fra ‘debito sovrano’ e banche attraverso una separazione parziale, per prevenire che le crisi del debito pubblico possano diffondersi e ‘smontare’ i sistemi bancari nazionali.

    Il Prof. Bofinger ha anche detto che il vero problema è che la Germania e i paesi-creditori dell’EMU tutt’ora si rifiutano di accettare le implicazioni di un’Unione Monetaria, ovvero che un certo livello di debt-pooling [3] e di Unione Fiscale sia indispensabile per tenere assieme l’esperimento della ‘moneta unica’.

    A suo parere, la nozione di ‘meccanismo d’insolvenza sovrana’ è interpretata in modo sbagliato: perpetua la bufala che la radice della crisi sia negli abusi fiscali dei Governi. In realtà – e con l'eccezione della Grecia – il ‘debito pubblico’ è esploso, nel 2008, perché i paesi in crisi hanno dovuto prendere misure d’emergenza per evitare il collasso delle loro economie.

    Il nuovo ‘piano’ dei tedeschi, inoltre, consentirebbe agli investitori privati ​​di agire come ‘giudici’ della solvibilità degli Stati. Il Prof. Bofinger ha concluso che: “Non possiamo consentire un sistema in cui i mercati diventano padroni dei Governi”.

    Il ‘German Council’ è stato alquanto sprezzante nelle sue conclusioni. Ha schiacciato qualsiasi discorso relativo ad un Tesoro o ad un’Autorità Fiscale’ condivisa: l’unico modo per sostenere l’Unione Monetaria è d’imporre un controllo rigoroso e di rafforzare le norme esistenti.

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    1. Costava tanto aggiungere che la traduzione è stata presa da Come Don Chisciotte?

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    2. Magari arriva da Vocidallestero.it e non da CDC

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    3. Avendola fatta io, ti assicuro che è proprio di Come Don Chisciotte. Vuoi controllare?

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    4. Senti, hai anche rotto. L'amico ha postato il link, salvo errore (anche se lo ha fatto al posto sbagliato). Qui facciamo qualcosa di più che tradurre articoli del genere. Non te lo spiego perché non lo capisci e perché non parlo con chi non ci mette la faccia. Continuate pure il vostro meritorio lavoro di traduzione, e io continuo il mio di, come dire... ispirazione.

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    5. Senta Prof, la faccia non ce l'ha messa il software, io un nickname l'avrei anche inserito, è Rosso Piceno, in omaggio al vino prodotto dalle mie parti. Devo aver fatto un qualche errore e comunque per aprire l'account è necessario inserire la propria e-mail, quindi i miei dati dovreste averceli. Fra l'altro ci siamo anche conosciuti in occasione della sua prima visita nella mia città. Le dissi, nell'occasione, che avevo tradotto un suo pezzo dal francese. Nessuno vuole fare polemiche, e perché mai, avrei solo scritto a Vincenzo Spallino se gli sarebbe costato così tanto indicare il sito di provenienza. Non era una polemica, solo una precisazione. La polemica, semmai, l'avrebbe fatta Leo. Non mi sembra comunque una cosa grave al punto da sentirmi apostrofare in questo modo. Continui il suo lavoro, è troppo importante, io continuo con il mio, che alla mia età è una passione, non un lavoro. Utile anch'essa. Sapesse quante pagine di macroeconomia ho tradotto e fatto pubblicare. La difendo sempre quando l'attaccano sul web. Lei non ne ha senz'altro bisogno, ma continuerò a farlo volentieri. Come anche a citarla, quando mi serve per portare avanti un qualche discorso. Dopodiché, con una laurea (lo ammetto, sono un ingegnere civile con la lettera piccola. Lo era anche Flaiano, la qual cosa dovrebbe essere utile a riscattare la categoria) e un master (ai miei tempi si chiamavano in un altro modo), del tutto deficiente credevo di non esserlo. Mi stia bene. Continuerò a leggerla e a volerle bene.

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    6. Io sono in termini generali per il rispetto del diritto di autore, ma hai una vaga idea di quante cose sto facendo delle quali altri si prendono il merito? In questo momento, se serve a mandare avanti il discorso, chi se ne frega, no? Basta che il messaggio arrivi. Io non sono come Grillo: questo blog non mi dà alcun reddito.

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  17. Qualcuno di voi ha seguito Otto e Mezzo di Lilly Gruber? C'erano come ospiti Debora Serracchiani ed il direttore del quotidiano Libero, Maurizio Bel Pietro.

    Volevo sapere cosa ne pensaste. Dal mio punto di vista la piddina si e' presa una bella asfaltata (finalmente). A Ricci ci ha pensato il buon Bagnai.

    Buona serata a tutti voi. Saluti, Prof.

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  18. Il case dei minions era più bello :)

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  19. Prof, ma in Ciiiina si mangia cinese come in Italia?

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  20. PERCHÉ, PERCHÉ, PERCHÉ?!
    Due giorni fa ho ricevuto nella mia mail (“casella di posta elettronica” per la Crusca), da un collega del Consiglio del Personale Tecnico ed Amministrativo (CPTA), nonché membro del Senato Accademico, questa iniziativa della CRUI.
    Il CPTA è un organo istituzionale, interno all’Ateneo, che ha funzioni propositive e consultive su tutte le questioni inerenti il PTA. In pratica siamo 15 persone elette a rappresentare gli interessi dei circa 2200 dipendenti dell’Ateneo di Padova, non da un punto di vista sindacale, ma organizzativo.
    Scopo della mail era, ovviamente, cercare di coinvolgere il PTA, per intercessione del suddetto CPTA, nell’iniziativa della CRUI. Richiesta che, nell’ultima riunione del consiglio di ieri, è stata garbatamente rispedita al mittente, dal sottoscritto e da altri, per tutta una serie di motivi che esulano dal fulcro della questione.
    La questione è che i rettori delle università, in vista della prossima finanziaria, vogliono battere cassa, facendo appello sui soliti argomenti: importanza della ricerca, dell’educazione e formazione universitaria (per esportare laureati), ecc. ecc.
    In altre parole le università, che dovrebbero essere depositarie della cultura scientifica ed umanistica di un Paese, si trovano a comportarsi come l’ultimo dei sindacati; tirare per la giacchetta il governo sperando di essere loro a beneficiare di un qualche spicciolo in più, che, ammesso che lo ottengano, verrà per forza di cose tolto a qualcun altro: vuoi la sanità, vuoi questo o quell’ente, ma a quel punto: cazzi loro! Noi siamo l’Università, che diamine! E non arrivano minimamente a chiedersi il PERCHÉ di tutto ciò!
    Ormai il legame tra vincoli europei, austerità e tagli nei vari settori del pubblico sono quasi arrivati perfino nelle percezioni dell’uomo della strada e senza entrare nei tecnicismi monetari: mica pretendo che nelle università vi siano esperti di questi argomenti, sia mai.

    No. Per le università l’Europa è una cornucopia dispensatrice di fondi, sudatissimi magari, ma che, se si fanno le cose tutte per benino, si compilano tutti i documenti in maniera rigorosa, si fa ricerca non su ciò che serve o che interessa, ma solo su ciò che a Bruxelles ritengono prioritario, e magari con un po’ di culo, che non guasta mai, quei soldi arrivano. Chiedersi da dove provengano, cioè dal nostro stesso bilancio, è ovviamente uno sforzo cognitivo al di sopra delle disponibilità di un docente o ricercatore universitario medio.
    Ma la cosa non è finita qui…

    Soltanto due giorni dopo, arriva un’altra mail, del Rettore, indirizzata a tutto il personale di Ateneo (docenti e PTA) nella quale si esortava tutti a partecipare con entusiasmo a questa iniziativa della Boldrini. Con tanto di questo e quest’altro allegato, che, spero, un giorno possano essere usati come materiale probatorio.
    In sintesi, mi si sta chiedendo di unirmi ad una protesta organizzata contro i ripetuti tagli di bilancio verso gli atenei e la ricerca, conseguenza di un’austerity imposta da diktat europei e, allo stesso tempo, partecipare con entusiasmo ad un sondaggio che ha come unico scopo l’esaltazione della propaganda europeista. Ho sempre avuto piena consapevolezza di lavorare nel tempio della piddinitas, ma una così tale e spaventosa schizofrenia e incapacità di comprendere, quando perfino il premier (che in questi ambienti ha un notevole serbatoio elettorale) sta iniziando a dire che il re è nudo, mi spaventa non poco.

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