sabato 10 ottobre 2015

In exitu Israel de Ægypto

...e come Dio volle, anche l'ultimo, il più bastardo, dei quattro concerti è andato: nella sala di Giove di palazzo Pamphilj.


Suonavamo cantate di Händel su libretti di un padrone di casa, Benedetto Pamphilj, per la Händel Society.

Era quello che mi faceva più paura, ed è stato quello che mi son goduto di più.

Ora è finito:


...due giorni in montagna, da solo, nella nebbia, e poi recupereremo il tempo perduto.

Con qualcuno ci si vede a Misano venerdì. 


(...a metà della Fantasia di Händel hanno cominciato a tremarmi le mani. Mai successa una cosa simile! Ho pensato: "non è il tuo concerto: è il nostro concerto, non puoi avere paura". E le mani hanno fatto il loro dovere. Che poi è lo stesso discorso che mi faccio qui: ormai questo non è più il mio blog. È il nostro blog. Quindi io non posso avere paura. Devo sudare sangue sulle semicrome del ciccione di Halle, così come lo stiamo sudando su Twitter alla ricerca del paper proeuro, ma in entrambi i casi non posso tirarmi indietro. Non è ammesso che un concertista si alzi a metà pezzo e dica "scusate, mi è passata la voglia, bella pe' vvoi", così come non sarebbe ammissibile che un patriota dicesse: "sapete che c'è? Ich spreche deutsch, quindi debbase sò cazzi vostri". Ringrazio tutti voi per la forza che mi state dando...)



55 commenti:

  1. Ho appena scritto su fb che vendo tristezza tanto ar chilo.
    Poi giro pagina e trovo le tue parole. M'hai dato un po' di conforto.
    Grazie

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    1. Anche a me, dall'estate che non riesco a concedermi un momento per connettermi, questa sera ero particolarmente amareggiata per i cambiamenti negativi nel mio lavoro. Ricordo le parole del Prof. "Il 2015 sarà molto duro, resistete". Nel mio piccolo continuo a perorare la battaglia della rivoluzione culturale (informare), a novembre ci sarò. Ho bisogno di ossigeno!

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  2. Grazie a Lei, Prof., per la Forza con cui ha smosso il macigno della malainformazione & della mistificazione !!...Disse l'acqua alla pietra : "tanto, goccia dopo goccia, inesorabilmente, ti bucherò...solo questione di Tempo".

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  3. Non sa quanta ne dà lei a noi.
    Felice di sapere che si è goduto oltremodo quest'ultimo concerto.
    Buona pausa.

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  4. non è che il "tremor manico" fosse da addebitare all'idea di una variazione del titolo "In exitu Italia de €uro"

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  5. Prosegue il mio percorso di formazione, grazie a voi tutti. Da ultimo arrivato, mi sento lo stesso a casa.

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  6. Che delusione Boldrin zum Thema paper pro euro...

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    1. Poverino, non è il suo campo. Deliziosa la sua dialettica da bar Sport. Però l'ho bloccato. Abbiamo due concezioni troppo distanti dell'etica professionale. La mia non mi consente di difendere per odio verso gli italiani un progetto condannato dalla parte più sana e qualificata della professione.

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    2. Devo confessarlo, io ero convinto che MB avrebbe tirato fuori l'agognato paper e speravo in susseguente dibattito "all'ultimo sangue" (metaforicamente, s'intende) fra quelli che reput(av)o i più interessanti economisti nel dibattito pro/contro moneta unica. Lo speravo dai confronti fra esperti si impara sempre tanto.

      Ma la melina spocchiosa del suo collega "americano" mi ha lasciato qui fra il deluso e l'imbarazzato. La conclusione è inevitabile: il paper non c'è il dibattito è chiuso.

      (Sì, lo so, lei lo ripete da anni, ma io sono fatto così, cerco di ascoltare tutte le campane prima di farmi un'opinione, essendo incompetente in materia…)

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    3. Scusate cosa è successo con MB? Di cosa si tratta? Non riesco a vedere nulla sul tema in giro sul web!

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  7. “ Le nazioni, come gli individui, devono la loro forza solo ai grandi sentimenti. I sentimenti di un popolo sono i suoi ideali, e noi, anziché ideali, abbiamo interessi. Se ciascuno pensa solo a se stesso e non si fida che di se stesso, come volete che ci sia coraggio civile, dal momento che questa virtù si basa sulla rinuncia a se stessi? Coraggio civile e coraggio militare nascono dallo stesso principio. Voi siete chiamati a dare la vostra vita in un sol momento, la nostra si consuma goccia a goccia. Da entrambe le parti è la stessa lotta, sotto forme diverse. Non basta essere onesti per far progredire il più piccolo paese, bisogna anche essere preparati; senza contare che istruzione, onestà, amor di patria non valgono niente se non c'è la ferma volontà di trascurare ogni interesse personale per dedicarsi al pubblico bene.
    C'è, naturalmente, in Francia, più di un uomo preparato, e in ogni Comune più di un buon francese; ma sono certo che non esiste in ogni Cantone un uomo che a queste rare qualità aggiunga la volontà indefessa e la costanza del fabbro che batte sull'incudine il ferro. L'uomo che distrugge e l'uomo che costruisce sono due prodotti della volontà; l'uno prepara, l'altro porta a compimento l'opera; il primo appare come il genio del male, il secondo come il genio del bene; all'uno la gloria, all'altro l'oblio. Il male ha una voce clamorosa che risveglia le anime volgari e le riempie di ammirazione, quella del bene tace a lungo. L'egoismo umano si sceglie subito la migliore delle parti sceniche. Un'opera di pace compiuta senza secondi fini individuali sarà sempre un caso isolato finché l'educazione non avrà cambiato i costumi della Francia.”

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  8. "...non posso tirarmi indietro..."

    1) grazie. Per la notizia e il lavoro
    2) lunga vita, conditio sine qua non
    3) orizzonte temporale 4/5 lustri, bene o male come il mio. Spero succeda qualcosa di buono.
    Richtig?

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  9. Son l'ultima arrivata. Mai capito niente di economia. Mai letto niente. Leggendo lei mi sto facendo un'idea. Rido tantissimo per la sua ironia, gli acronimi. Amo le sue colte citazioni e la musica. L'automobilina rossa = l'auto-stima di noi italiani, la sta tirando su !! Grazie, campione !! E che energia !!

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  10. "a metà della Fantasia di Händel hanno cominciato a tremarmi le mani. Mai successa una cosa simile! Ho pensato: "non è il tuo concerto: è il nostro concerto, non puoi avere paura". E le mani hanno fatto il loro dovere."

    E' proprio vero che il campione si vede nei momenti importanti.
    Bravo Prof.
    Complimenti.

    "Il ciccione di Halle" è stupenda.

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    1. ...infatti è del neoborbonico. Ci divertiamo molto a lavorare insieme.

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  11. Congratulazioni.

    Intanto, prima di farmi viva su altri fronti (versamenti a/simmetrie: a proposito: la quota associativa può essere inviata insieme alla somma di alcuni versamenti mensili o si deve procedere separatamente? Questo nell'ipotesi che di nuovo non venga accettata la periodizzazione del versamento mensile, come già accaduto), provvedo a informare di un concerto i liguri o chiunque desideroso, domani, di una gita a Chiavari, provincia di Genova (v. in un post recente):


    Nella medesima chiesa di s. Francesco, ora auditorium, dove il Prof ha tenuto il terzo concerto domenica scorsa, domani, ore 16.30, saranno eseguiti Trii per archi di Beethoven dallo spagnolo Beaux Art String Trio (Palomares,violino, Beluffi, viola, Coryn, violoncello) e precisamente il Trio op. 9 e il Trio op. 8.


    "A partire dalla seconda metà del XVIII secolo, anche se la configurazione del trio per due violini e violoncello non fu del tutto abbandonata, la formazione violino-viola-violoncello cominciò a prevalere. Il primo compositore ad usare questa combinazione, che offre una gamma ampia di materiali e di colori, sembra sia stato Joseph Haydn. La strumentazione più snella (rispetto al quartetto d'archi più comune) pone anche sfide compositive, specialmente all'interno di una tradizione musicale caratterizzata da una scrittura armonica a quattro parti.

    (...)
    Ciò che risulta straordinario è che Beethoven in questo caso perfeziona il suo stile compositivo del primo periodo - usato in tutti i Quartetti op. 18 - con solo tre strumenti, travalicando le possibilità di questa formazione.
    Il risultato è costituito dai tre Trii op. 9, dal Trio op. 3 e dalla "Serenata" op. 8, che per bellezza melodica, vivacità creativa e maestria compositiva sono da considerarsi fra le più belle composizioni cameristiche del giovane Beethoven."


    Notizie e citazioni, dall'opuscolo 'Le vie del Barocco', a cura del Collegium pro musica (tel. 010 - 860 35 97; 335 631 40 95; info@collegiumpromusica.com), che ha anche una pagina Fbook e il sito www.collegiumpromusica.com.







    Info dall'opuscolo Le vie del Barocco, redatto dal Collegium pro musica
    (010 - 860 35 97; 335 631 40 95; info@collegiumpromusica.com) che ha pure una pagina Fbook e il sito www.collegiumpromusica.com

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  12. Lei raccoglie quello che ha saputo sapientemente e generosamente seminare nelle nostre menti e nei nostri cuori. Il nostro merito : aver "desiderato" ascoltare.

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  13. La nostra forza è con lei, la sua forza è con noi.

    Nada te turbe

    nada te espante,

    todo se pasa,

    Dios no se muda;

    la paciencia

    todo lo alcanza;

    quien a Dios tiene

    nada le falta.

    Solo Dios basta.

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  14. Guardi che la forza non gliela diamo solo noi. Si ricordi che Dio sceglie sempre i peggiori.

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  15. Noi siamo fortunati. Non abbiamo un risultato da raggiungere. Per questo non finiremo mai.

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  16. Forse il paper pro-euro lo cerchiamo nella stanza sbagliata. Pare, secondo indiscrezioni di corridoio, che sia in quella in fondo a dx. Boh....

    Salve prof. Tanto tuonò che piovve.
    Prima o poi...

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  17. Il SOLE travisa le parole di Krugman nel titolo, come al solito.
    Grazie Alberto di averci insegnato questo: "estote ergo prudentes sicut serpentes"!

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    1. Loro sarebbero capaci di travisare anche NSGC, per spacciare la falsa Dottrina e diffondere la Fede!

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  18. Too big to fail! :-) ... complimenti e grazie!

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  19. Congratulazioni Prof, mi piace la musica classica ma non ho la cultura per coglierne la difficoltà e per capirne la sua effettiva bellezza.
    Credo sia paragonabile ad un grande vino, se non riesci a coglierne le sfumature non ci si gode appieno la sua complessità.
    Perciò mi fido di lei, complimenti.

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  20. Quando leggo su tw chi la critica per il suo carattere ( che sarà anche vero ) mi parte un semi-sorriso ( angolo sx della bocca ), e mi chiedo, "quacchevolta" , che cazzo centra con quello che lei riporta ?
    Lo so che ce l'abbiamo detto tante volte, ma continuo a non metabolizzare 'sta str*****a.
    Poi mi viene in mente quello che mi diceva una persona che conoscevo:" ata schiattà!", ovvero dovete crepare dall'invidia.

    Comunque, andiamo avanti. Ascolto la musica classica e i suoi concerti ogni tanto, ma non potendoci capire nulla, provo vergogna della mia crassa ignoranza.

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    1. ...sai, sono persone con storie tristi alle spalle, e con un cospicuo stock di frustrazioni da smaltire. Non glie ne faccio una colpa, anche se in alcuni casi i magri risultati potrebbero essere correlati a evidenti deficit intellettivi e soprattutto emotivi. Ma il punto non è certo questo. Chi non ha frustrazioni? Ne ho tante anch'io! Avrei voluto fare il musicista, ad esempio, come sapete. Sono stato chiamato a fare altro. Capita. Forse non ho trovato gli insegnanti giusti al momento giusto, certamente non ho avuto coraggio, altrettanto certamente avevo talento. Il punto non è evitare le sconfitte. Il punto è gestirle. Se osservi per pochi secondi i raglianti, ti accorgerai che vivono in una eterna adolescenza, che è appunto l'età della incapacità di gestire i conflitti. Io il mio lutto di non suonare con Rinaldo l'ho elaborato suonando con Renato, e il lutto di non essere andato alla Normale scrivendo un paio di best seller. L'importante è non dimenticare che la vita è breve. Questa è la cultura, questo tipo di consapevolezza, quella che una volta si chiamava umanità. Il resto è livore di uomini piccoli, ignoranti di comunicazione e rosi di invidia: un sentimento del quale prima di espormi ignoravo l'esistenza, perché nessuno aveva ancora invidiato me, che non invidierò mai nessuno...

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    2. @Alberto Bagnai
      "Il punto non è evitare le sconfitte. Il punto è gestirle."

      E' interessante come il famoso daimyo giapponese Takeda Shingen fosse solito ripetere: "Non mi preoccupo di vincere. Mi preoccupo di non perdere terreno.". Il concetto è tutt'oggi un fondamento delle arti marziali; se alla vittoria possono concorrere molteplici fattori, il punto d'appoggio viene dato dal non perdere terreno. Qualora ciò accada, si potrà non aver vinto, ma non si avrà nemmeno perduto, ciò che acconsente il permanere nell'operatività: il punto di "chance", sia per poter colpire che per non essere colpito, rimane dunque nel non perdere terreno, anche se si è già con un braccio fracassato o una gamba a pezzi. Qualche giorno addietro riflettevo su quanto il recuperare una moneta nazionale possa essere considerato analogo al riacquistare il terreno perduto nel senso testé indicato, sicché più che una vittoria in se stessa, sarebbe un ritornare a non aver mai smarrito quel terreno medesimo.

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    3. Alberto,
      ancora una volta un tuo commento esemplare, da Maestro.
      Vorrei testimoniarti il mio supporto più spesso, ma non sempre arrivo.
      Grazie di tutto,
      Enrico

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    4. "Non mi preoccupo di vincere. Mi preoccupo di non perdere terreno."

      Perdonate, so bene che la scienza delle tattiche in questi tempi avventurati è poco più che neglette. Mi urge una domanda : il giovanotto di cui alla citazione stava gestendo battaglia o giocando a rugby? (e anche nel secondo caso ce ne sarebbe....)

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    5. @AP

      Ritengo che non si sarebbe posto il problema di differenziare l'approccio interiore tra quello necessario per la battaglia e quello per il rugby...

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  21. Un ex-membro dei SAS britannici scrisse che chi dice di non aver mai paura in battaglia è un idiota, oppure un mentitore spregiudicato. Esiste un florilegio di testi e campi esperienziali tradizionali in cui la paura viene descritta come al contempo il peggior nemico e il miglior alleato del guerriero: provare attentamente per verificare nell'esperienza quotidiana (e non semplicemente credere...). In questo contesto tattico-strategico, Lei Prof rappresenta la cosiddetta "testa d'ariete" (sebbene molti altri si sforzino inutilmente di paragonarla a un'altra testa...); è dunque inevitabile e del tutto logico abbisognare di sostegno logistico e operativo, ma anche morale, poiché una battaglia mai si vince da soli. Infatti l'elemento del morale che tiene unite e coese - addirittura fino al sacrificio estremo - soprattutto le piccole unità da combattimento è uno dei fattori più rilevanti ai fini del buon esito, nonché sfuggenti all'analisi e alla piena comprensione; si dice che occorra averne preso parte direttamente, per poterlo capire davvero. Durante la WWII il motto della 101a Aviotrasportata americana, addestrata per combattere dietro le linee o in condizioni d'accerchiamento (il drammatico e durissimo assedio di Bastogne, ad esempio) era alquanto significativo: "We stand alone together". Sebbene gli yankees possano talora non sembrare particolarmente simpatici per molti motivi (il che va sempre rivolto in primis alle amministrazioni e non necessariamente a chi opera sul campo), non vedo perché si debba conseguentemente rigettare il motto succitato. S'impone di riportare anche la nota e universalmente valida citazione dall'Enrico V (atto IV, scena 3): "Da oggi, fino alla fine del mondo, noi che siamo qui verremo ricordati. Noi pochi fortunati, noi banda di fratelli. Perché colui che oggi è con me e versa il suo sangue sul campo, colui è mio fratello".
    Chiaramente: grazie a Lei anche da parte mia.

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    1. Sul fatto che non si vinca da soli possiamo fare ragionamenti articolatissimi. Il punto che vi esorto a non perdere di vista nel nostro caso è invece semplicissimo: per noi era elevatissimo il rischio di perdere in certa compagnia. Questo aspetto non è ancora stato compreso da molti, e direi che quasi nessuno lo ha metabolizzato. Eppure non è così difficile da intuire. Quello che non ho capito (ma non mi interessa) è se certi fenomeni fossero del tutto spontanei o meno...

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    2. @Alberto

      Esattamente come dici, ed era quello che volevano: prima anestetizzarti e poi gettarti nel cestino. Sei poco comprensivo, non sei educato, non cerchi di unire (unire chi, di grazia). Continua a mandarli là dove un famoso medico belga, dopo aver preso la temperatura rettale di una gentil dama, disse: "Ce n'est pas là où je voudrais aller en vacance". In effetti non era di modi squisiti

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    3. in omaggio, ad oggi assolutamente insuperato:

      https://youtu.be/P9fa3HFR02E

      (perché ci vogliono due callas per fare un olivier. ma questa ve la spiego un'altra volta)

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    4. ".. per noi era elevatissimo il rischio di perdere in certa compagnia .." : è un problema purtroppo legato al rifiuto delle vaccinazioni.

      Se da piccolo ti sei vaccinato dalla peste dell'ossimoro, allora sarai immune sia al "collettivismo oligarchico" di orwelliana memoria, sia al "riformismo europeista" (o "europeismo riformista"), ed eviterai di accompagnarti con i suoi portatori (sani e malati). Per il "mal di Ventotene" esistono sia i vaccini che le cure, ma se l'ammalato non vuole curarsi non c'è nulla da fare....

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    5. E' davvero inspiegabile che ci sia ancora gente che non capisca che avvicinarsi a determinati personaggi/movimenti era molto molto pericoloso.
      Ricordo nitidamente 3/4 anni fa: citavi Bagnai e Goofynomics ed eri inspiegabilmente accostato a Barnard et similia.
      Proseguire con quelle persone sarebbe significato gettare nel cesso un lavoro scientifico eccellente (il suo ovviamente) per la gioia di tanti opinionisti pro euro che non aspettavano altro.
      Io, per cultura sportiva, sono un grande estimatore del gioco di squadra, ma a volte è meglio il detto: meglio soli che mal accompagnati.
      E poi sa una cosa ? A leggere i suoi libri, il suo blog e ad interloquire con lei sono riuscito anche a migliorare il mio italiano...
      Grazie mille, sempre.

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    6. Ho riletto ora dopo aver scritto di corsa... devo dire che questi miglioramenti in italiano non sono poi così evidenti... che tristezza

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  22. Ecco si conferma che da @Celso c'è sempre da imparare.

    La frase tra virgolette me la segno come graziosa massima da spendere in società (? non so come, data la vita quasi claustrale che conduco) e ne caldeggio l'inserimento nel goofyfrasario mirato al "bon ton".

    A chi si adonta, si può sempre rispondere che si stava scherzando e che in realtà si voleva dire...(segue traduzione), dopo aver raccontato il contesto, eh eh.

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  23. Alberto, grazie di questo spazio di aria pulita, di questo "blog de buonsenso". Grazie grazie grazie

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  24. come la capisco per le mani, a me succedeva con la chitarra per l'emozione...

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  25. Caro Prof, la forza ce l'ha data lei: solo la verità e la consapevolezza possono rendere liberi i cittadini, LIBERI DI SAPERE CONTRO COSA DEVONO COMBATTERE!

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  26. Non ho mai dimenticato il vero e proprio senso di panico del suonare di fronte ad un pubblico, anche se si trattava di un saggio di fine anno e di una platea di genitori e parenti assortiti che avrebbero applaudito anche le stecche più atroci. Per fortuna il pezzo era breve e qualche santo mi aiutò.
    Per suonare però ci vuole coraggio, tanto coraggio. In fondo anche lì è questione di andare in battaglia, come quando si difende la libertà.

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  27. Senza contare che "il nostro concerto" ha una notevole valenza romantica e di coinvolgimento, perché chi legge si sente "premiato" e ricordato.

    I ricordi personali si perdono nella nebbia del tempo e riguardano l'esecuzione di un branetto facilitato, nel teatrino parrocchiale.
    Quelli recenti, fino a qualche anno fa, sono invece di attrice, dunque meno esposta a "stecche", se si ha alle spalle un buono studio della parte parlata di cui, all'occorrenza, qualche parola si può parafrasare senza danno per l'insieme.

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  28. Nobel per l'economia allo scozzese Angus Deaton che come teoria ipotizza che le crisi e le diseguaglianze favoriscono l'evoluzione della specie , un darwiniano . Ora vabbè che Darwin dalla sua ha parecchie prove anche se talora alcuni lati non sono propriamente scientifici , voler forzatamente applicare alle società delle crisi per farla evolvere mi pare sensatamente disumano , è il frustare il bambino per educarlo , ok la sculacciata , anche le mamme gatte danno la zampata in testa ai cuccioli ma giusto per far comprendere un po' il male ed il bene . Ma da li a dare un Nobel a chi teorizza che nel dolore c'è la crescita , cavoli e bruscolini , lui per avere un nobel deve aver indossato il cilicio per un lusto ?
    Se il Prof a scuola va con la bacchetta e deturpa le mani alunne , come nei tempi antichi , forse tra qualche anno lo nobeleranno anche lui ? no , troppo umano , per lui non c'è speranza .

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    1. Darwin teorizzava che sopravvive il più adatto, non il più forte.
      Anche un'apparente anomalia genetica, può dare nel lunghissimo termine, un vantaggio evolutivo per la specie. Taluni mutamenti, sono endogeni, cioè esiste un "feedback " continuo tra specie e ambiente.

      Quindi, ho idea che spesso Darwin sia messo in mezzo a sproposito.

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    2. @tino

      Sostiene questa tesi perché la natura lo ha fatto nascere dalla parte per cui convenga il sostenerla; se fosse nato dall'altra parte, oppure restando nella prima avesse impiegato più a fondo l'intelletto invece della immediata convenienza (1), avrebbe potuto: o lasciarsi egualmente plagiare per andare inconsapevolmente al guinzaglio della prima parte, o sostenere il contrario ma sempre per convenienza, oppure qualcosa di più sensato per riflessione maggiormente diretta e articolata (simile all’opzione “due” della prima parte). Come sempre dunque, e a prescindere dalla solita cazzo di parte in cui si nasce, si confondono le possibilità della verità con la possibilità che appare più immediatamente conveniente. Questo fenotipo di scienza si limita a registrare che una martellata sul pollice possa tendere al prorompere della più laida catena di bestemmie: ignora, per formalismo o intenzionalità, cosa invece possa trattener dal farlo – cioè, fotografa l’ovvio e poi decide, in base al conveniente, se dichiararlo conforme oppure opportuno di modifiche. Il prossimo Nobel lo daranno a chi sostiene che una pianta di frumento di due metri abbia il pieno diritto di dichiararsi alta più del doppio di quelle varietà che arrivano appena a 70 cm.
      Bon, ora per precauzione cerco di mettermi in contatto con Snake Plissken…

      (1) che un energumeno abbia più capacità di pestare un mingherlino è così scontato da essere banale... non lo è invece affatto, benché ricada nelle possibilità umane, che se ne prenda carico oppure lo tuteli, e non per semplice e stupido buonismo. L'evoluzionismo è parente stretto dell'eugenetica: con la pretesa di migliorare l'uomo finisce con l'annientarlo a pretese crescenti (perché esisterà sempre un X% sull’ X% rimasto, su cui continuare a selezionare).

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    3. (poi mi zittisco) E' invece vero che crisi e diseguaglianze favoriscano l'insorgere della coscienza, e non nel senso moralistico del termine; però entrambe debbono essere frutto d'una accettazione consapevole delle vicende esistenziali e non indotte a bella posta, o teorizzate con lo scopo di far poi seguire una sorta di sperimentazione sociale. Il senso corretto e reale del "Ciò che non ammazza, fortifica" può scorgerlo soltanto un filosofo simile a Nietzsche, il quale è stato infatti depredato e distorto da tutti quelli che avessero una mano per afferrargli la giacca.
      Se mi trovassi di botto su un'isola deserta probabilmente entrerei in crisi al punto di tagliarmi le vene oppure imparare a sopravvivere, magari apprendendo il modo con cui le diseguaglianze naturali riescono a convivere - anche con un pizzico di violenza; se poi incontrassi il classico Venerdì, decisamente più avvezzo del sottoscritto a cavarsela con la pesca ad arpione e la pietra focaia, sarei costretto ad ammettere che la diseguaglianza sociale mi è utile per non morire, ma non nel mio comodo letto di seta, bensì su un giaciglio di foglie secche (che nel frattempo è diventato una sciccheria…): magari potrei pensare d’insegnare a Venerdì, sempre in funzione della suddetta diseguaglianza, a leggere o scrivere, a essere meno rozzo e più articolato, più riflessivo e meno impulsivo; non lo vorrei far diventare un damerino, ma offrir lui l’opportunità d’essere un individuo con una più ampia visione d’intelletto – sempre che anch’egli lo accetti, e non sia già latore d’una conoscenza più saggia e radicale della mia -, invece di considerarlo comunque un utile selvaggio da sfruttare per ritenere che, essendo egli l’esecutore primario, rimanga io l’evoluto dei due. In questo senso, la diseguaglianza travaserebbe qualcosa di realmente reciproco da una botte all’altra (ma accade davvero così nella fugace realtà e soprattutto in certe sue teorizzazioni?). Se invece su quella stessa isola mi ci avesse esiliato qualcuno, penserei a vivere soltanto per potergliela un bel giorno far pagare, o rinfacciare lui tutto il mio comprensibile e acido rancore ("Maledetti bastardi... sono ancora vivo!", dal finale di "Papillon"). L’uomo che si spaventa può apprendere davvero qualcosa, quello che “viene spaventato” apprende soltanto le conseguenze dello spavento.

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  29. Capitolo Nth
    UE? Facciamo un po' come cazzo ci pare.

    Da fonti autorevoli sembra che diversi paesi europei stiano legiferando per mitigare le nuove regole patrimoniali imposte agli istituti di credito. Gli investitori non dovrebbero trovare la notizia di buon auspicio.
    "France is set to become the latest country to introduce legislation that would save its leading banks from having to issue tens of billions of euros of bonds to meet the rules agreed by global regulators a fortnight ago, people familiar with the situation said. Italy and Germany have begun similar processes".
    Tradotto: qualora Deutsche Bank (giá decotta ma meglio non dirlo) o MPS (pfff!!) non rispettassero piú l’indice di patrimonializzazione minimo (quel cuscino di sicurezza per assorbire potenziali perdite), sapete chi pagherebbe per i loro disastri?
    Ma certo l’EFSF! A debito e con tagli ai servizi minimi essenziali.
    Poi l’ ”icing on the cake”!
    "Brussels officials are so worried with the divergence in policies that they have started talks with EU countries on a more co-ordinated stance, two EU officials said. Market insiders said investors were frustrated and that all banks could end up paying more when they issue debt."
    Quindi, scrivono I regolamenti in ambito UE, ma anticipando l’implosione di un loro istituto (parandosi il culo con le nuove norme) cambiano le regole secondo la discrezione nazionale. L’equivalente di un veto unilaterale.
    "The rules on “total loss absorbing capital” (TLAC) agreed on September 25 by the Financial Stability Board are one of the final pieces of post-crisis regulations designed to ensure there is never a repeat of the bank bailouts of recent times.
    The rules apply only to the largest banks but have wider reach, according to Laurent Frings, analyst at Aberdeen Asset Management. “The view from investors to a large degree is that local regulators will force domestically important banks to work to the sale rules,” said Mr Frings.
    Si erano messi d’accordo per la TLAC neanche un mese fa. Perché si accelera ora sulle variazioni del TLAC?
    La notizia di DB é di una settimana fa: capital restructuring, 23.000 impiegati a spasso, chiusura attivitá in diversi paesi.

    Ecco poi i cojoni che invece applicano le regolette:
    "In the UK and Switzerland, banks such as UBS, Credit Suisse and Barclays are building up their “loss absorbing capital” by issuing new debt from bank holding companies that can be “bailed in” in a crisis. The banks will have to issue tens of billions of the new bonds to meet their TLAC requirements."
    Chiarimento:
    bail out significa che lo Stato para il culo alle banche prossime al fallimento con i soldi nostri.
    bail in significa che sono gli azionisti, obbligazionisti e correntisti a fare da scudo a tale scenario.

    Ma i cazzari di Bruxelles la pensano diversamente:
    "In Germany and Italy, however, legislators are passing laws to make traditional senior debt easier to bail in. This frees their banks of the obligation to issue debt for TLAC. Several people close to the situation said France would also propose a solution to help its banks."
    Appunto. Facciamo un po’ come cazzo ci pare.
    A senior capital markets banker said that the divergence in European countries was problematic. “What the US investors have heard is that there is no consensus in Europe,” he said, adding that this is a source of frustration. In a position paper, Dutch lender Rabobank warned that senior bank funding was being placed “at risk” by the German adaptation.
    Poi la notizia (ma solo per Il sole24ore e LaRepubblic(hina di Saló)
    Rating agency Moody’s has already put German senior debt on negative outlook, to be reviewed sometime in 2016 before the new rules kick in the following year. The impact of the German creditor hierarchy on the wider pool of senior debt would be “maybe one to two notches depending on the case,” added Carola Schuler, co-head of European bank ratings at Moody’s.
    C’é altro da aggiungere?
    E’questo il bazooka di Draghi?

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