sabato 25 ottobre 2025

L'indipendenza della Banca centrale del Governo è dipendenza del Governo dal debito

Oggi Adam Tooze annuncia nella cloaca una cosa che qui sappiamo benissimo:

perché ne abbiamo parlato a più riprese, l'ultima volta qui: pare che l'Economist si sia accorto da alcuni giorni di una cosa di cui qui ci eravamo accorti da alcuni anni, cioè che l'indebitamento del settore pubblico nelle economie avanzate ha superato i livelli raggiunti alla fine della Seconda guerra mondiale, e viaggia verso quelli immediatamente successivi alle guerre napoleoniche. Tooze è fra i meno peggiori degli economisti "social", nulla a che vedere con la feccia nostrana, seguirlo è interessante ma non è gratis, e il fatto che dobbiate dargli l'obolo per sapere dopo (via Substack) quello che qui avete saputo prima (via Blogspot) rafforza l'argomento di Vladimiro a ogni riunione del comitato scientifico di a/simmetrie, quando io porto avanti l'idea di invitare qualche relatore estero.

La controdeduzione di Vladimiro è sempre la stessa: "Perché? Perché dovremmo spendere soldi per invitare qualcuno che al massimo può dirci dopo cose che sapevamo da prima?"

In effetti, non c'è (più) un perché.

All'inizio poteva anche avere una funzione di accreditamento scientifico, di consolidamento di una certa forma di prestigio intellettuale, ma l'esposizione politica sbriciola qualsiasi velleità di condurre un discorso rigoroso sul piano delle idee: all'interlocutore basta dire #quarantanovemijoni (o in alternativa: #haitradito) e il dibattito finisce lì! Se quindi vogliamo continuare il nostro percorso intellettuale possiamo farlo senza illuderci che brillare della luce riflessa di pubblicazioni o ospiti internazionali sia di qualche aiuto nell'affermare la validità delle nostre tesi presso un pubblico intellettualmente e culturalmente sprovveduto di mezzi, o più semplicemente in malafede (esempi nel post successivo, se me ne ricordo). Le nostre tesi prevarranno nel dibattito pubblico quando avremo la forza per farle prevalere o quando i nostri avversari si schianteranno contro il muro delle loro contraddizioni, ed entrambe queste soluzioni richiedono tempo. Fino a quel momento è piuttosto inutile sforzarsi di avvalorare con operazioni di consenso (come invitare l'economista o il commentatore prestigioso che dice dieci anni dopo quello che dicevamo dieci anni prima) tesi che sono comunque corrette perché radicate nella teoria economica e nell'evidenza empirica. In sintesi: se oggi qualcuno non ha ancora capito che cosa sia l'euro, il problema è suo e non nostro. L'idea che si sarebbe dovuto fare un grande sforzo divulgativo per costruire consapevolezza nella maggioranza dei cittadini e quindi procedere in modo democratico verso il Sole dell'avvenire dell'autodeterminazione dei popoli si è rivelata una scemenza. Questo blog è stato uno degli esperimenti di divulgazione più giganteschi e riusciti, almeno a giudicare dai risultati:


(qui), ma questo non è servito a evitare che quando si è andati a votare gli italiani abbiano deciso di dare forza a un partito di cui fin dal 2012 vi avevo spiegato la natura di gatekeeper e di cui nel 2016 vi avevo predetto che si sarebbe alleato col PD, il partito "decisivo" per l'elezione della von der Leyen! Solo per chiarirvi che la visione illuministica della "veritah" che si autoimpone e innesca un processo virtuoso, se e in quanto possiamo averla nutrita, possiamo tranquillamente riporla nel cassetto (o appallottolarla e gettarla nel cestino): semplicemente, non funziona così!

Proseguo quindi con chi c'è il discorso non perché mi aspetti che illuminare qualche coscienza possa in qualche modo alterare l'inevitabile corso degli eventi (che, come dissi dalla mia prima apparizione televisiva, prevede necessariamente una fine traumatica del progetto europeo e in particolare dell'euro), ma semplicemente perché può essere di conforto a qualche sparuto lettore, lo può aiutare a capire quando e come mettersi in salvo, e più in generale che cosa aspettarsi dal domani.

A questo proposito, vi dico (gratis, a differenza di Tooze) qual è il messaggio che il grafico dell'Economist (cioè il nostro grafico di qualche mese fa) convoglia: semplicemente, che l'indipendenza della Banca centrale dal Governo è in re ipsa dipendenza del Governo dal debito pubblico. Questo perché, come vi ho spiegato più dettagliatamente qui, il mondo delle banche centrali indipendenti è un mondo di alti tassi di interesse reali (per domare l'inflazione) e di alti disavanzi primari, cioè di bassa crescita (per tenere sotto controllo il debito pubblico), cioè un mondo in cui il debito tende a crescere, o a non decrescere, per via del cosiddetto snowball effect:


Quando il tasso di interesse reale r è maggiore del tasso di crescita reale n la variazione del rapporto debito/Pil d è positiva a meno che non si abbia un avanzo primario a così elevato da controbilanciare la "palla di neve" data dal costo degli interessi (r-n)d. Ma se a cresce, n cala e il sistema si avvita ahimè su se stesso. Quello che la teoria economica ci dice è questo, e ci spiega perché la storia, a sua volta, ci racconta che picchi debitori come quello che abbiamo raggiunto possono essere superati solo in tre modi: default, iperinflazione (che è un'altra forma di default), o crescita moderatamente inflazionistica in un regime di cosiddetta "repressione finanziaria" (cioè dipendenza della banca centrale dal Governo, cioè finanziamento monetario della spesa per investimenti pubblici, e controllo dei movimenti internazionali dei capitali). Sono cose che qui abbiamo spiegato nel lontano 2013 e che, non ne dubito, presto verrà qualcuno dall'estero a spiegarci autorevolmente (con quindici anni di ritardo, verso il 2028).

A questa spiegazione del grafico riesumato da Tooze aggiungo tre considerazioni, di cui l'ultima si riaggancia all'ultimo post, quello sull'austeritah che questo brutto Governo fasheesta starebbe facendo (e non dico certo che stia facendo politiche espansive, ma...).

La prima è una considerazione di scenario: a noi che cosa toccherà fra default, iperinflazione e repressione finanziaria? Il default lo escludo, in mancanza di un conflitto di rilevanza mondiale (normalmente, la bancarotta viene imposta dai vincitori ai vinti), e la stessa cosa direi per l'iperinflazione. Quello che penso arriverà, a seguito della deflagrazione delle contraddizioni interne dell'Eurozona, è una seconda ondata di "repressione finanziaria" mascherata: una monetizzazione del debito più o meno accompagnata da una certa tolleranza verso un ambiente moderatamente inflazionistico, che è quello verso cui la transizione energetica naturalmente ci conduce. Insomma, una specie di quantitative easing rafforzato che consenta di diluire i debiti. Se invece si dovesse proseguire con la "cultura della stabilità", le tensioni del sistema crescerebbero oltre misura, e allora ci si avvierebbe all'esito traumatico.

Seconda considerazione: Trump sembra aver messo nel mirino l'indipendenza della Banca centrale. Questo ne fa "uno di noi"? No.

(...se interessa la risposta lunga, datevela o chiedetemela nei commenti...)

Terza considerazione, che parte da una potenziale obiezione: "Ma come! Ma se nel post precedente ci hai detto che l'avanzo primario non è correlato alla crescita per avvalorare la tua tesi che le querimonie dei piddini sull'austerità sono infondate! Ora invece, per avvalorare la tua tesi che è l'indipendenza della Banca centrale, con le politiche di rigore che comporta, a far crescere il debito, ci dici che l'effetto snowball aumenta perché imponendo alti avanzi primari la crescita reale si deprime! Ma non sei in contraddizione? Ma allora sei una banderuola e naturalmente #haitradito!"

Ecco, no, non è esattamente così! Quello che vi ho fatto vedere nel post precedente è che quanto sia restrittivo un avanzo (o espansivo un disavanzo) primario dipende anche dalla sua composizione. Per spiegarmi, uso i dati Eurostat, che vi appoggio qui:


e che potete recuperare qui. Da tutti questi dati credo che così, a prima vista, possiate trarre poco, ma vi fornisco una chiave di lettura molto semplice: andiamo ad analizzare come si sono mosse le variabili nei cinque anni successivi agli ultimi due picchi negativi del saldo di bilancio (il -5.1% del Pil nel 2009 e il -9.4% del Pil nel 2020).

La scomposizione è qui:


e con permesso vi guido nella sua lettura.

La correzione di bilancio nel quinquennio 2009-2013 fu di 2.2 punti percentuali di Pil, di cui 2 dovuti a aumento delle entrate e 0.2 dovuti a diminuzione delle spese totali. Attenzione però, perché le spese totali sono date da spese per interessi, più spese per investimenti, più altre spese correnti. Da questo derivano algebricamente due fatti. Il primo è che per controbilanciare l'aumento della spesa per interessi la correzione del saldo primario fu più grande di quella del saldo totale: 2.6 punti percentuali di Pil (2.2 + 0.4: se i conti non vi tornano, bussate e vi sarà aperto). Il secondo è che se gli investimenti diminuirono di -1.1 ma gli interessi aumentarono di 0.4, per avere una diminuzione di 0.2 della spesa totale le altre spese correnti devono essere aumentate di -0.2 - (-1.1+0.4) = 0.5.

Detto in sintesi, la stagione dell'austerità quella vera (come i #sovranistiquelliveri forse non sanno) fu caratterizzata da un aumento monstre dell'imposizione fiscale (ricordate l'IMU?), da una diminuzione fuori scala degli investimenti pubblici (ricordate il post precedente?), appena mitigata da una moderata espansione della spesa corrente. I 2.6 di saldo primario in più erano per quasi metà investimenti pubblici in meno.

La correzione di bilancio post-2020 ha una struttura (e anche un'entità) totalmente diverse. In particolare, e tenendo insieme tutti i Governi Conte II, Draghi e Meloni, la correzione di bilancio è stata di 6 punti, di cui 6.4 dovuti a riduzione di spese, mitigati da 0.3 di riduzione delle entrate, con un aumento della spesa per interessi di 0.5 che ha quindi significato una correzione di 6.5 punti del saldo primario. In tutto questo però gli investimenti pubblici sono aumentati di 0.8, e quindi sono le altre spese correnti (aumentate a dismisura nel 2020 per i vari sussidi, sempre insufficienti e intempestivi, ma comunque rilevanti, a mitigazione della pandemia) ad aver subito la correzione maggiore, pari a 7.7 punti.

Ora potrete leggere da voi quello che è successo nel primo biennio del Governo Meloni, considerando la variazione fra 2024 e 2022: una correzione di 4.7 punti del deficit complessivo, che durante il periodo di applicazione della clausola di sospensione generale, cioè fino al 2024, era stato oltre il 4%, causata per 4.5 punti da una riduzione delle spese totali e per 0.3 punti da un aumento delle entrate totali, determinato dall'aumento del tasso di occupazione e dal gettito fiscale conseguente (perché le aliquote sono sostanzialmente rimaste invariate o lievemente ritoccate al ribasso, come si è fatto per il cuneo fiscale e per l'accorpamento delle aliquote IRPEF), con una diminuzione della spesa per interessi di 0.2 e un aumento della spesa per investimenti di 0.6, e quindi una diminuzione delle spese correnti di 4.9.

Credo che si capisca la differenza fra una correzione di bilancio di 2.2 punti fatta per 1.1 da tagli di investimenti, e una correzione di bilancio di 4.7 punti, dove però gli investimenti aumentano di 0.6. Su quanto questo aumento dipenda dal pereperepere (poco) ci siamo intrattenuti qui e ci torneremo a conti fatti.

Quindi questo significa che va tutto bene? Ma no, naturalmente no: ho scritto due libri e 2715 post (con questo 2716) per spiegare che e perché non va tutto bene. Significa solo che dovreste evitare di dar retta alle spiegazioni dei piddini, degli zerovirgolisti, degli operatori informativi, delle amanti tradite di varia estrazione e provenienza, perché non vi aiutano a capire che cosa è successo. Certo che non va bene così! Certo che sarebbe meglio poter disporre di spazi di bilancio più ampi! Certo che quando l'euro imploderà avremo molti gradi di libertà in più e la Germania dovrà assumere su di sé, anziché scaricare su di noi, le sue contraddizioni! Questo è ovvio e resta sempre lì, nei libri di testi e nei dati.

Ma...

Ma se non siete dei piddini o dei "sabrysocialisti", credo possiate rendervi conto che fare casino come nel 2018 in un momento in cui i nostri fondamentali macroeconomici sono favorevoli, Francia e Germania non possono più nascondere le proprie vergogne, e all'orizzonte si intravede una gigantesca crisi debitoria, non ci aprirebbe, ma ci chiuderebbe spazi di bilancio! Vi immaginate una crisi dello spread, e quindi non un -0.2 ma un +0.4 di spesa per interessi (dati illustrativi), con ulteriori richieste e condizionamenti sulle nostre scelte per il proseguimento della procedura di infrazione, ecc.? Questo film lo abbiamo già visto, non ci è piaciuto, e sappiamo come cambiare canale: questo è quello che ai nostri nemici dà fastidio, non è sufficientemente chiaro? La strada che si sta tenendo è quella giusta, ed è per questo che i nostri nemici sono nervosetti: perché noi stiamo facendo meglio di loro e senza distruggere il Paese quello che loro hanno fatto in modo goffo e distruttivo: muoverci all'interno di un quadro che è assurdo e tale resta, ma che probabilmente non avremmo avuto la forza di sovvertire nemmeno se chi si lamenta non avesse votato (e non continuasse a votare) massicciamente per i gatekeeper.

Smettetela ordunque di farvi raccontare il mondo dai giornali: avete qui l'opportunità di leggere i dati! E quanto alla trollanza di varia estrazione, lasciatela ragliare. Sì, certo, io ho tradito: vi ho detto che vi avrei portato da solo fuori dall'euro in una notte e ora sono un vile giorgettiano che ha venduto l'anima a Soros e a Big Pharma! In realtà non è successa né l'una né l'altra cosa: queste cose sono successe solo nel racconto dei vostri nemici, ed è utile che vengano dette, perché così riuscite a individuarli meglio.

Tutto qua...

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