Chiedo scusa! Metto qui a verbale del Dibattito un'osservazione che ho visto fare a pochissimi: me stesso
il prof. Magnani:
e un'altra persona di valore che sicuramente non vuole essere nominata (nel senso: non qui! Magari in un cda sì, e ne avrebbe tutti i presupposti, ma non nel blog...).
Tengo la formulazione di Carlo: fino a qualche anno (ma forse mese) fa, con un'astensione pari a metà degli aventi diritto in una regione tradizionalmente rouge la sinistra avrebbe vinto con 20 punti di distacco (60 a 40). Il fatto che abbia perso con 8 punti (44 a 52) è una assoluta novità, soprattutto se consideriamo l'azione di disturbo dei partituncoli, alcuni dei quali, per quanto di ideologia "comunista", nei fatti assolvono al compito di sottrarre voti a noi (mi riferisco a Rizzo & Co.).
Pare quindi che a scoraggiarsi, o magari addirittura a votare a destra, siano stati gli elettori di sinistra.
Sarà una tendenza locale o nazionale?
Lo scopriremo presto, osservando le prossime due regioni "progressiste": Toscana e Puglia. Sarà interessante poi tirare le fila del discorso, cosa per la quale mi affiderò a Claudio, l'unico analista elettorale di cui mi fidi ex post, avendo avuto plurimi benefici dal fidarmene ex ante! Se dovesse emergere qualcosa di simile a una effettiva presa di coscienza da parte degli italiani dei danni catastrofici che il PD ha inflitto al Paese ne sarei sorpreso (mi rammarica dirlo), ma naturalmente molto lieto. In realtà credo che una consapevolezza a questo livello non ci sia, non ci possa essere (lo vediamo nel prossimo post), e quindi o il fenomeno che si è manifestato nelle Marche è destinato a restare estemporaneo, o, se si consolida, ci sarà da interrogarsi sulle sue ragioni. Probabilmente, il fatto che il "progressismo" si manifesti come l'occuparsi delle sorti di qualsiasi popolo tranne che del proprio potrebbe aver giocato un ruolo, per quanto la presa emotiva di questo messaggio possa essere forte sugli sprovveduti o su coloro cui non incombe il compito di portare la pagnotta a casa (i cosiddetti "ggiovani"). Chiamiamola eterogenesi dei fini! Ci piacerebbe che il voto fosse guidato da un apprezzamento corretto da parte degli elettori delle effettive dinamiche di classe, ma possiamo tranquillamente accontentarci del fatto che esso sia guidato da una ripulsa istintiva, sempre da parte degli elettori, delle dinamiche di classe fasulle che vengono proposte loro dai "progressisti", purché il risultato sia quello che deve essere!
E intanto l'abbiamo messa a verbale, a beneficio delle vostre osservazioni, e di quelle altrui che eventualmente vorrete riportarmi.
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