venerdì 15 agosto 2025

Cartabellotta in cifre

Il dott. Antonino Cartabellotta è stato audito dalla "Commissione COVID" (Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2) in data 3 dicembre 2024. Qui il resoconto sommario, qui il video dell'audizione:


Una Commissione d'inchiesta parlamentare non né una corte d'assise né un circolo di tresette: se da una parte non ha i poteri requirenti e giudicanti della magistratura, e quello che risulta dal suo rapporto conclusivo è un giudizio esplicitamente politico (quindi, in questo senso, potenzialmente più onesto dal punto di vista intellettuale di certe sentenze che pur essendo manifestamente politiche si rifugiano sotto l'ombrello della pretesa imparzialità "tecnica" dell'ordine giudiziario), dall'altra parte è un'istituzione, non la prosecuzione di un parterre televisivo (o di una lite condominiale, o di una disputa sull'accuso) con altri mezzi. Per questo motivo, ad esempio, ho trovato fuori luogo che alla fine dell'audizione il dottor Cartabellotta venisse a stringere la mano ai commissari. Quello che si era appena svolto non era un incontro di tennis da tavolo, dove un gesto di fair play fra avversari può avere un senso e una sua eleganza, così come in ogni altro contesto sportivo e quindi antagonistico. Noi (almeno noi commissari di maggioranza) non eravamo lì per sport, ma per accertare le verità dei fatti, e in un contesto simile il fair play è drammaticamente fuori luogo, proprio perché presuppone un play fra due parti antagoniste, che in una Commissione d'inchiesta non dovrebbe esserci, essendo auspicabile che chiunque partecipi ai suoi lavori sia interessato all'accertamento della verità, cioè che non ci sia antagonismo, ma cooperazione. Aggiungo che il gesto era doppiamente fuori luogo perché il dottor Cartabellotta si era espresso con toni velatamente diffamatori nei riguardi di alcuni commissari, verosimilmente allo scopo di screditare e delegittimare un organo parlamentare.

Getterebbe altresì discredito sull'istituzione qualsiasi forma di "lite delle comari" in arene di per sé degradanti come i social, e sospetto che sia esattamente questo lo scopo di alcune provocazioni di questo genere:

quello di suscitare una reazione che consenta di giocare il ruolo della vittima di una persecuzione politica a chi deve ancora molte spiegazioni alla Commissione di inchiesta.

Peccato che con me non attacchi, e quindi non risponderò in rima baciata (cosa che, lo so, nella vostra inguaribile - e dopo quattordici anni anche insopportabile - ingenuità voi preferireste), ma mi limiterò a evidenziare, con alcuni semplici indicatori bibliometrici da un lato, e ricordando alcuni principi di epistemologia dall'altro, quanto la pretesa del dott. Cartabellotta di dare lezioni di metodo sia, per i veri addetti ai lavori, più esilarante di alcuni suoi aoristi fortissimi.

Bibliometria

Ripartiamo da un nostro vecchio amico, l'indice di Hirsch o h-index. Ve ne avevo spiegato il funzionamento al tempo della mia abilitazione scientifica nazionale, poi ne avevamo riparlato varie volte, ad esempio intrattenendoci sui professoroni e sui coNpetenti. Pur con tutti i suoi noti limiti (discussi ad esempio in Piddopedia), questo indice ha avuto il merito di riconciliarci con una visione olistica dell'essere umano: gli abissi di miseria umana su cui le vicissitudini del dibattito ci costringevano ad affacciarci erano estremamente correlati ad altrettali abissi di pochezza scientifica.

Recentemente, in una mia lezione sul concetto di paradigma in Kuhn (e poche altre cose) che trovate qui:

vi ho anche fornito evidenza di una delle distorsioni caratteristiche dell'h-index, ovvero del fatto che esso tenda a "enfatizzare il lavoro proveniente da grandi collaborazioni" (Piddopedia dixit), ovvero, che esso sia più alto in discipline in cui i paper hanno di norma un elevato numero di coautori. Chi c'era ricorderà infatti questa slide:


che commentando una tabella tratta da Malesios, C. C., & Psarakis, S. (2014). Comparison of the h-index for different fields of research using bootstrap methodology. Quality & Quantity, 48, 521-545 illustra come di norma l'h-index dei medici sia circa il triplo di quello degli economisti. L'arcano si spiega con un noto fatto stilizzato della sociologia scientifica: mentre gli economisti sono animali solitari, come l'orso, i medici operano in branchi, come le iene, o, per chi volesse xenofobicamente confinarsi alle nostre latitudini, i lupi. Fuor di metafora zoologica, il dato è che mentre il numero medio di coautori di un economista è attorno a 0,6, quello di un farmacologo, ad esempio, è attorno a 2 (circa tre volte tanto; qui). Il fenomeno è resistente a quella espansione continua e universale (cioè estesa a tutti gli ambiti) del numero di coautori di cui parlano Mike Thelwall, Nabeil Maflahi; Research coauthorship 1900–2020: Continuous, universal, and ongoing expansion. Quantitative Science Studies 2022; 3 (2): 331–344.

In altri termini, i coautori dei medici sono sempre stati più o meno il triplo di quelli degli economisti, e continuano a esserlo anche ora che il numero di coautori degli economisti è in crescita. Non è quindi strano che in media l'h-index dei medici sia il triplo di quello degli economisti: un gruppo di ricerca più numeroso incrementa le autocitazioni, le citazioni reciproche, il traino che colleghi più eminenti (i team leader del gruppo) offrono ai colleghi più irrilevanti (perché se almeno uno degli autori di un paper è rilevante, chi scrive una ricerca lo citerà, per evitare di sembrare disinformato, ma così facendo alzerà l'h-index di tutti i coautori, fossero anche delle perfette fetecchie), eccetera.

Fatta questa doverosa premessa metodologica, il dato bibliometrico è questo:


e sì, lo capite da voi: per potermi dare lezioni di metodo scientifico, per poter essere considerato mio pari come ricercatore, il dott. Cartabellotta, essendo un medico, dovrebbe avere un h-index triplo del mio, e quindi pari a (lo aiuto) 10 x 3 = 30 (cioè sostanzialmente uguale a quello di Burioni, che comunque, come vi ho mostrato a Venezia, ha un h-index piuttosto scarso per un docente del suo settore). Lo dice la scienza (in particolare, quella scienza che va sotto il nome di scientometria), e quindi suppongo che un idolatra della scienza come Cartabellotta non possa contestare questa asserzione. Invece, purtroppo, il suo h-index è inferiore al mio (lo aiuto: 9<10), a testimonianza del fatto che nonostante che lui abbia scritto più di me (38 documenti Scopus invece di 23), forse anche perché da sette anni io purtroppo non posso fare ricerca, o perché oltre ai paper ho pubblicato anche qualche CD, quello che ha scritto interessa ahimè a ben poche persone, anche se tecnicamente vale ad accreditarlo come "ricercatore", né è mia intenzione contestargli questo titolo, ci mancherebbe!

Del resto, parlando dei professoroni constatammo che c'erano ordinari del mio settore che pensavano di avere qualcosa da insegnarmi dall'alto di un h-index che era la metà esatta del mio: professori si diventa in tanti modi e ricercatore vuol dire tante cose...

Entrando un po' più nel dettaglio, constatiamo che Cartabellotta ha avuto 107 coautori, mentre chi vi parla solo 13, la mia pubblicazione più citata è questa, che ho scritto da solo, mentre la sua pubblicazione più citata mi pare sia il Sicily statement on evidence-based practice, una pubblicazione che non è un research paper ma una dichiarazione, e il cui corresponding author ha un h-index di 44, il secondo autore un h-index di 50, e così via (si capisce quindi da dove vengano in questo caso le citazioni del dott. Cartabellotta). Se c'è altro, sarò lieto di apprenderlo: sinceramente, non ho troppo tempo a disposizione e col poco campo che ho in montagna queste ricerche sono troppo impegnative. Sarei stupito, con queste premesse, di trovare contributi di ricerca originali (cioè descrizioni di risultati scientifici innovativi conseguiti) e significativi (cioè con molte citazioni) del dott. Cartabellotta, ma non sto dicendo che non ce ne siano. A settembre cercherò meglio (se non avrò di peggio da fare).

D'altra parte, Sicily statement è un titolo eloquente, non trovate? La Sicilia è una terra meravigliosa! Se già persone del calibro di Belton Fleisher, Joe Brada, Gary Jefferson, Tony Thirlwall, Roberto Frenkel e tanti altri si estasiavano nell'umile e misconosciuto Abruzzo (ma non per questo mi o gli è venuto in mente di essere miei coautori!), pensa Dawes e Summerskill in quale brodo di giuggiole saranno andati nella rutilante Trinacria!...

Menschliches, Allzumenschliches.

Epistemologia

Le banalitudini di Cartabellotta sulla scienza come metodo (ovviamente rigoroso, perché il metodo è rigoroso come le riforme sono strutturali e le olive greche) anziché come challenge del "pensiero unico" (cioè, nel linguaggio di Kuhn, del paradigma dominante) manderanno sicuramente in estasi le tante Marie Barbise di sinistra, le demi-vierges semicolte, tutte possedute dalla smania di ingollare e vomitare, in una lurida bulimia intellettualoide, frasi fatte da cartina del cioccolatino. Peccato che il mondo sia un po' più complesso di come piace vederlo a loro, che non vi sia alcuna teoria epistemologica seria che imposti il discrimine fra scienza (qualunque cosa essa sia) e non-scienza in questo modo, e anzi, come vi ho spiegato a lungo a Ca' Sagredo, in quel luogo altamente simbolico, il lavoro della "scienza normale" (nel senso di Kuhn), cioè di quella che chiameremmo "ricerca scientifica" è in realtà esattamente quello di confermare il paradigma (il pensiero unico), ma proprio da questo lavoro di raffinamento del paradigma emerge il suo superamento, cioè la rivoluzione scientifica, elemento di progresso, di un progresso che avanza per discontinuità (e non per "metodo rigoroso").

Ma qui forse qualcuno si è già perso: sicuramente si sono persi i SDHIC (single-digit h-index colleagues), e magari si è perso anche qualcuno di voi (ma non credo).

Conclusioni

Esorterei alla prudenza.

In Commissione COVID abbiamo avuto pasdaran della "medicina basata sulle evidenze" (traduzione maccheronica, ma d'altra parte, come ricorderete, tradummo...) trasformarsi in gattini bagnati di fronte alla richiesta di fornire alla Commissione persino la più banale delle evidences, cioè l'ordine di grandezza del tasso di letalità del COVID, o altri che, addirittura, con un'ingenuità sconcertante, confessavano di aver preso decisioni di non piccolo momento non sulla scorta delle evidences, ma sull'onda emotiva di filmati inviati loro da colleghi cinesi (#DAR), senza porsi il problema di eventuali lievissimi conflitti di interesse di varia natura che avrebbero potuto inficiare l'attendibilità di simili "fonti scientifiche". La mia personale impressione, dopo oltre un anno di lavoro in Commissione COVID e dopo cinque anni di confronto con ricercatori di statura internazionale (cioè di medici con h-index da medici) è che le posizioni del mainstream siano in rapida evoluzione. Suggerirei quindi di mantenere un signorile distacco, o quantomeno di dedicare agli attori di questa tragicommedia un'attenzione direttamente proporzionale al rapporto fra il loro h-index e le medie di settore, e di lasciar lavorare il Parlamento.

Il signal arriverà presto.

Tutto il resto è noise, cioè noia.

Tanto dovevo a voi e agli "scienziati".

23 commenti:

  1. Signorile distacco mi piace.
    Comunque da ricercatore a ricercato è un attimo...

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  2. È interessante notare che, quando qualcuno fa notare a questa gente che la scienza economica dice che l’euro sia un problema, ti accusano di complottismo, facendo la stessa e medesima cosa di cui accusano gli altri . In sostanza, la ‘scienza’ è solo un’estensione del loro punto di vista. Non solo, usano un metodo che io chiamo della “singolarizzazione”, cioè fanno passare il messaggio che chi dice che l’euro sia un problema non sia seguito da alcuna comunità scientifica, ma sia solo uno sfigato sperduto tra i monti, un economista pazzo lasciato lì, nella selva, affinché gli orsi lo mangino, barbuto e mezzo rincoglionito. Ogniqualvolta li sento parlare avendo questo atteggiamento, penso “ ma non sarà che i rincoglioniti siete voi?” Non se lo pongono mai questo dubbio!

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  3. La foto a torso nudo, bretelle e due padelle di alluminio mentre salta la pasta, non so se fa index, ma aveva tante fan.

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  4. Chissà perché la fiducia incondizionata "nella scienza" (come la intende il piddino medio) è inversamente proporzionale alla conoscenza del percorso della scienza... Cioè ok il solito esempio copernico/tolemeo oppure la matematica non euclidea ecc ma anche in età più recente pensiamo alle teorie di Einstein... Se andiamo indietro al cogito ergo sum possiamo dire in età contemporanea "penso quindi sono" nel senso di ricercare e interrogarsi sulla scienza alla ANSA, cioè articoli e dichiarazioni messe sui media e innalzate a dogmi, quindi ben venga un "dubito quindi sono" ...
    Diverso è però l atteggiamento sul COVID di "il vaccino è alieno errr grafeneeee il 5g" che distrugge e inquina il dibattito verso ogni dubbio razionale... Tra accettazione incondizionata e fanatismo superstizioso sarebbe auspicabile appunto una via da commissione.

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  5. Riconosco il lavoro di misurazione su "io c'è l'ho più lungo... L' H index"
    Ha un valore di autorevolezza, ma non deve sfociare in autoritarismo...
    Cioè è possibile che un giorno magari il più blasonato possa vedere i suoi lavori perdere fama dopo un cambio di paradigma... Possibile? Si nella scienza è possibile e non bisogna illudersi di essere alla fine dei tempi e al culmine di tutto.
    E poi pensiamo al falegname di Betlemme sicuramente aveva un index basso agli inizi anzi venne rifiutato dai sapienti.. Dopo però ha visto la sua rivincita con un index decisamente forte hahah

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  6. https://archivispotpolitici.it/spot/manifesti/partito-democratico-scienza

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  7. Trattarli come loro non hanno trattato chi sollevava dei pur ragionevoli dubbi: non la denigrazione sistematica via social e media ma un feroce e intransigente distacco in sede di commissione per appurare i puri e semplici fatti.
    Non c'è altro approccio efficace possibile.

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  8. La scienza moderna ( quella con l' acca) è ormai un "aristotelismo diffuso".
    La scienzah si riduce insomma spesso a "l' ipse dixit" ( dove "l' ipse" è quello che la paga ).
    E questo è un problema soprattutto delle Scienzeh "morbide" perché in quelle "dure" andare a sbattere con la realtà fa parecchio più male.

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  9. Come noto i dotti di Salamanca ( che non sono esistiti mai) avevano ragione.
    Una possibile lettura è quella che vede un solitario visionario che ,possedendo una nuova e migliore verità, combatte per anni una commissione scientifica stolidamente ancorata a paradigmi errati. Non è soddisfacente. Colombo aveva sbagliato/barato su quasi tutto, i suoi calcoli erano palesemente errati o falsi ( miglia , venti dominanti ecc) e i motivi per cui la commissione ostinamente negava gli sghei erano molto precisi e sostanzialmente corretti.
    Il problema stava nel Fukuyama moment, la fine della storia non per esorcizzare il passato ma per bloccare il futuro.
    La convinzione non solo di possedere conoscenze corrette ( che era vero) ma quella sapere TUTTO quello che c'era da sapere ( che era falso), insomma la paura ( come Lei ha sottolineato a cà Sagredo) di diventare i Tolomei di domani.
    Quotare a zero quello che non si sa è la suprema arroganza.

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  10. Comunque: Dissimo… fecimo… mah! Neanche il passato remoto. Altro che h-index

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  11. Peccato che Huffington Post abbia poco seguito, perchè quell'uscita di Cartabellotta è un fallo di reazione scomposto che fatto ad esempio su Repubblica o Corriere lo avrebbe danneggiato seriamente

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  12. Facessimo di chiedirebbe all'aungusto scenziato scentifico, come dovrebbimo tenerresse insieme le sue ruzzolate parole quando esso, dopo aver candidamente confessato che nella prima ondata non si avessisse alcuna “evidenza” scientifica, tanto da sentirsi di caldamente consigliare, proprio perché “non c'erano evidenze che supportavano interventi efficaci ed appropriati”, solamente “tachipirina e vigile attesa” come armi “sintomatiche”, perché appunto: “in assenza di evidenze scientifiche bisogna suggerire ai professionisti i trattamenti che sono in grado di fornire il massimo beneficio e il minimo rischio”, si richiamassive poscia a quelle stesse “evidenze” della prima ondata, da lui appena negate come presenti, ma che stavolta avrebbiro suggerito addirittura di chiudere la stagione sciistica? Visto pure che l'azione venne perpetrata non su basi scientifiche ma perché “ritenuta saggia”. Inoltre, chiedessirebbimo ancora in che modo si possino, meglio te possino!, battezzare come evidenze scientifiche dei semplici dati statistici accatastati, che lo scenziato scentifico chiama: “monitoraggio scientifico in maniera strutturata”. Ma possiamo anche concedere che tutta la sua equipe tradummò bene dall'inglese: “... questo documento sull'efficacia della mascherina”, e ovviamente ne suggerì subito the adoption anche se: “non s'erano consolidate ancora le evidenze della trasmissione tramite aerosol della ... della … del virus ”. Un bel lavoretto pulito insomma, alla luce di ogni informazione opportunistica da dissere al pubblico di volta in volta, oops volevo dire: opportuna, naturalmente.
    D'altronde la sola colluttazione col linguaggio naturale potrebbe bastare a misurare l'indice di scinziatità del suddetto personaggio.
    Comunque, anche da costui io ho imparato qualcosa ed è la comunicazione della già da tempo avvenuta fondazione della scienza della scienza, e cioè di quella Congregazione per la Dottrina della Fede per la sintetizzazione della scienza verissima, oops volevo dire: sintesi, e che viene battezzata: Grade. E questa, devo dire è anche per me una nuova scoperta veramente entusiasmante che dovrò approfondire; altro che aristotelici tolemaici dell'era di Galileo, qui siamo di fronte a professionisti del crimine.
    E comunque Bagnaia è il motociclista! E questa è, finalmente, una vera evidenza scientifica!!

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  13. Se ne avete la possibilità legale.... fategli passare un bel momento assai impegnativo della sua vita da sedicente qualcosa che non è.

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  14. Senza contare che, a monte, c'è un problema che quasi mai viene portato all'attenzione dei più: ma chi cacchio (e sulla base di quali presupposti) ha deciso che la "verità" che può orientare le scelte politiche deve identificarsi esclusivamente con la (provvisoria) "certezza scientifica"? Come insegna la filosofia del linguaggio, il termine verità (come ogni altra parola) non ha un senso univoco e sempre valido in ogni occasione, giacché il suo contenuto dipende in larga parte dal modo in cui viene utilizzato in un certo contesto e dallo scopo per cui viene usato.

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  15. Sto acquattato al freddo e nel fango di Azincourt dal 2012, mi ritengo un veterano; ho visto passare Donald, Er Nutella, Tsipras e Varoufakis, la Zdora, Ascanio detto Iulo, Serendippo, il Governo Giallo-Verde, intere legioni di Etarcos, tutti uguali di bianco vestiti come le truppe di Palpatine, il “Modus Camestres” e conseguente arrivo di Ursula, la Open Arms, fino ad arrivare all’equivalente di Stalingrado, cioè l’assedio alle nostre vite eseguito tramite i famigerati DPCM a firma di Gonde e poi del Migliore (“non ti vaccini, ti ammali, muori”) a botte di tachipirina e vigile attesa.

    Ne siamo usciti per entrare subito dopo nell’incubo Ucraina, scegliere tra pace e condizionatore, osservare l’arrivo di Trump, assistere all’implosione del comparto industrriale europeo, ma soprattutto veder prendere forza a livello planetario quella voglia di sopraffazione del dissenso che ormai caratterizza tutti gli attori politici: dalla “Commissione Ammore” alle accuse a Marine Le Pen, dal blocco delle carte di credito dei camionisti canadesi all’Online Safety Act partorito nella perfida Albione, all’articolo 188 del codice penale tedesco.

    Arrivo al punto: a fronte della spocchia esibita di fronte alla “Commissione Covid” da Cartabellotta, che evidentemente sa di potersi permettere di parlare “con toni velatamente diffamatori nei riguardi di alcuni commissari”, cioè di fronte alla sicumera da intoccabile di chi sa di essere “al coperto”, sul fronte opposto assistiamo alla presentazione da parte della Lega di una proposta di legge che vuole istituire il reato di “manipolazione mentale”: ohibò, che succede? siamo al fuoco amico? Invece di abbassare la cresta a chi vuole imporre scelte sanitarie contro la volontà e spesso l’incolumità delle persone, gli forniamo bell’e pronta l’arma “totale”?

    Cosa dobbiamo farci con il palo di legno che stiamo pazientemente tenendo appuntito qui nella mota? Attendiamo istruzioni...

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    1. Carissimo, tu sei qui, e qui non è la Lega, ma Goofynomics. Se anche fosse la Lega, sai bene che la libertà di iniziativa legislativa è assicurata al parlamentare come quella di insegnamento al docente. Di questa storia della "manipolazione mentale" non so nulla, ma, visto che siamo in un blog che nessuno legge, per farti un esempio, quando ho appreso del reato di femminicidio sono stato particolarmente sorpreso di scoprire che fosse una proposta della Lega (non di Goofynomics). Spesso quello che manca è una percezione di quale sia il nemico e quali siano le sue strategie. Il nemico è il PD, la sua strategia è dividere, frazionare. La mia esperienza in Commissione Amore è stata molto istruttiva: per me è ovvio che individuare un gruppo target (che siano gli ebrei, i neri, gli omosessuali, o le "femmine") serve solo a legittimare i reati perpetrati a danno dei cittadini di serie B (cioè dei "non gruppi target": i lettori di questo blog, i lekisti, ecc.), quindi mi guarderei bene dall'assecondare questa china. Inoltre, è sempre un errore madornale assecondare le ubbie piddine: non gli si riesce a togliere un voto e se ne perdono di nostri (sai quanti piddini andati in pensione con Quota 100 continuano a votare per il PD? La riconoscenza dell'elettore non esiste!).

      Ma secondo te quanto tempo abbiamo per discutere ex ante certe scelte?

      Te lo dico io: zero. E uno dei motivi è, guarda caso, Leuropa, e il suo serratissimo calendario di borboniche liturgie, inchini, salamelecchi normativi e legislativi che ci sottrae tempo.

      La risposta è che dovete attendere: non sono ancora abbastanza vicini. Dai un'occhiatina all'ultimo post (quello di ieri).

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    2. L’esempio del libro delle facce è chiaro: non sono ancora abbastanza vicini.
      Si tengono a distanza e ci snervano con multiple quotidiane aggressioni tanto ingiustificate quanto inattese.
      Capisco anche che il suo tipo di impegno non le consenta se non in minima misura di “discutere ex-ante” di tutto lo scibile istituzionale.
      Certamente il nemico è il PD; viene però il dubbio che esso non sia così “liquido” da potersi infiltrare.
      È chiaro che fosse dolorosamente necessario entrare nel Governo Draghi per poi avere la possibilità di staccargli la spina (nella scherma si chiama “seconda intenzione”).
      Meno chiaro è perché assistiamo a iniziative che saranno anche garantite per legge ma che di fatto se non mediate da chi detta la linea politica finiscono per fornire armi letali al di cui sopra nemico (nella scherma il suicidio non è contemplato…).
      Con incrollabile fiducia ner Cavajere Nero vado a indossare la maglietta preferita di Grunf, quella con scritto “Sperém”...
      Grazie

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    3. Dovete anche rassegnarvi al fatto che più il gioco si fa duro, e meno possiamo farvi da balie, non tanto per mancanza di tempo (che comunque non c'è) quanto per senso dell'opportunità. Sapete bene che né io né Claudio aspiriamo a ruoli nell'esecutivo, anche perché il ruolo di sottosegretario è particolarmente ingrato in ogni tempo, e quello di ministro estremamente complesso nelle condizioni attuali. Credo però sia ovvio che se mi venisse chiesto di assumerne uno non potrei tirarmi indietro, ma allora il blog che non esiste improvvisamente esisterebbe... per mettermi i bastoni fra le ruote! Quindi se volete che gli facciamo danno lì, non potete chiederci di raccontarvi qui come gli faremmo danno. Mi sembra abbastanza evidente! Avete avuto non uno, non due, non tre, non quattro, non cinque, non sei, ma sette (7) anni per capire chi siamo, come la pensiamo, che cosa vogliamo e come lavoriamo. Se dobbiamo ricominciare ogni volta da capo con bacini sul collo e pacche sulle spalle quelli che non vanno non siamo noi: siete voi. Spiace, ma questa fa parte delle verità che non posso e non devo nascondervi. Questo ovviamente non vuol dire che non falliremo. Vuol dire solo che non potete chiederci di fallire raccontandovi come non vorremmo fallire!

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  16. Condivido questo video in cui si discute (senza grandi pretese) di ricerca scientifica misurazione della stessa.

    https://www.youtube.com/live/D5vZ8kY-w6Y?si=82pU8cBsP6Gu7vwx

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  17. Buonasera,

    mi permetto una mesta chiosa riguardo la pretesa terzietà della magistratura. A mio avviso, ci sono poche attività istituzionali "politiche" come l'esercizio della giurisdizione; ritenere un elemento di fatto provato, o meno, applicare un istituto anziché un altro, stabilire il momento in cui decorre il termine prescrizionale e via dicendo: mille ed una scelta intrise di "politica", intesa come visione della realtà e dell'ordinamento del singolo magistrato. Magistrato che, suo malgrado, non è la macchina asettica schiava dei codici che certi pretendono sia (e pure sull'asetticità delle macchine potremmo discutere a lungo).

    È un peccato che una certa parte della magistratura, in particolare quando ha bisogno di ricorrere al principio di autorità, pretenda di schermare scelte -appunto- politiche dietro ad una malintesa terzietà "tecnica", che non può esistere.
    Negare la componente politica nella decisione giudiziaria per giustificare la censura dell'avversario (naturalmente politico) dietro ad ineluttabili necessità tecniche è un esercizio semplicemente disonesto.

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