venerdì 15 agosto 2025

Cartabellotta in cifre

Il dott. Antonino Cartabellotta è stato audito dalla "Commissione COVID" (Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2) in data 3 dicembre 2024. Qui il resoconto sommario, qui il video dell'audizione:


Una Commissione d'inchiesta parlamentare non né una corte d'assise né un circolo di tresette: se da una parte non ha i poteri requirenti e giudicanti della magistratura, e quello che risulta dal suo rapporto conclusivo è un giudizio esplicitamente politico (quindi, in questo senso, potenzialmente più onesto dal punto di vista intellettuale di certe sentenze che pur essendo manifestamente politiche si rifugiano sotto l'ombrello della pretesa imparzialità "tecnica" dell'ordine giudiziario), dall'altra parte è un'istituzione, non la prosecuzione di un parterre televisivo (o di una lite condominiale, o di una disputa sull'accuso) con altri mezzi. Per questo motivo, ad esempio, ho trovato fuori luogo che alla fine dell'audizione il dottor Cartabellotta venisse a stringere la mano ai commissari. Quello che si era appena svolto non era un incontro di tennis da tavolo, dove un gesto di fair play fra avversari può avere un senso e una sua eleganza, così come in ogni altro contesto sportivo e quindi antagonistico. Noi (almeno noi commissari di maggioranza) non eravamo lì per sport, ma per accertare le verità dei fatti, e in un contesto simile il fair play è drammaticamente fuori luogo, proprio perché presuppone un play fra due parti antagoniste, che in una Commissione d'inchiesta non dovrebbe esserci, essendo auspicabile che chiunque partecipi ai suoi lavori sia interessato all'accertamento della verità, cioè che non ci sia antagonismo, ma cooperazione. Aggiungo che il gesto era doppiamente fuori luogo perché il dottor Cartabellotta si era espresso con toni velatamente diffamatori nei riguardi di alcuni commissari, verosimilmente allo scopo di screditare e delegittimare un organo parlamentare.

Getterebbe altresì discredito sull'istituzione qualsiasi forma di "lite delle comari" in arene di per sé degradanti come i social, e sospetto che sia esattamente questo lo scopo di alcune provocazioni di questo genere:

quello di suscitare una reazione che consenta di giocare il ruolo della vittima di una persecuzione politica a chi deve ancora molte spiegazioni alla Commissione di inchiesta.

Peccato che con me non attacchi, e quindi non risponderò in rima baciata (cosa che, lo so, nella vostra inguaribile - e dopo quattordici anni anche insopportabile - ingenuità voi preferireste), ma mi limiterò a evidenziare, con alcuni semplici indicatori bibliometrici da un lato, e ricordando alcuni principi di epistemologia dall'altro, quanto la pretesa del dott. Cartabellotta di dare lezioni di metodo sia, per i veri addetti ai lavori, più esilarante di alcuni suoi aoristi fortissimi.

Bibliometria

Ripartiamo da un nostro vecchio amico, l'indice di Hirsch o h-index. Ve ne avevo spiegato il funzionamento al tempo della mia abilitazione scientifica nazionale, poi ne avevamo riparlato varie volte, ad esempio intrattenendoci sui professoroni e sui coNpetenti. Pur con tutti i suoi noti limiti (discussi ad esempio in Piddopedia), questo indice ha avuto il merito di riconciliarci con una visione olistica dell'essere umano: gli abissi di miseria umana su cui le vicissitudini del dibattito ci costringevano ad affacciarci erano estremamente correlati ad altrettali abissi di pochezza scientifica.

Recentemente, in una mia lezione sul concetto di paradigma in Kuhn (e poche altre cose) che trovate qui:

vi ho anche fornito evidenza di una delle distorsioni caratteristiche dell'h-index, ovvero del fatto che esso tenda a "enfatizzare il lavoro proveniente da grandi collaborazioni" (Piddopedia dixit), ovvero, che esso sia più alto in discipline in cui i paper hanno di norma un elevato numero di coautori. Chi c'era ricorderà infatti questa slide:


che commentando una tabella tratta da Malesios, C. C., & Psarakis, S. (2014). Comparison of the h-index for different fields of research using bootstrap methodology. Quality & Quantity, 48, 521-545 illustra come di norma l'h-index dei medici sia circa il triplo di quello degli economisti. L'arcano si spiega con un noto fatto stilizzato della sociologia scientifica: mentre gli economisti sono animali solitari, come l'orso, i medici operano in branchi, come le iene, o, per chi volesse xenofobicamente confinarsi alle nostre latitudini, i lupi. Fuor di metafora zoologica, il dato è che mentre il numero medio di coautori di un economista è attorno a 0,6, quello di un farmacologo, ad esempio, è attorno a 2 (circa tre volte tanto; qui). Il fenomeno è resistente a quella espansione continua e universale (cioè estesa a tutti gli ambiti) del numero di coautori di cui parlano Mike Thelwall, Nabeil Maflahi; Research coauthorship 1900–2020: Continuous, universal, and ongoing expansion. Quantitative Science Studies 2022; 3 (2): 331–344.

In altri termini, i coautori dei medici sono sempre stati più o meno il triplo di quelli degli economisti, e continuano a esserlo anche ora che il numero di coautori degli economisti è in crescita. Non è quindi strano che in media l'h-index dei medici sia il triplo di quello degli economisti: un gruppo di ricerca più numeroso incrementa le autocitazioni, le citazioni reciproche, il traino che colleghi più eminenti (i team leader del gruppo) offrono ai colleghi più irrilevanti (perché se almeno uno degli autori di un paper è rilevante, chi scrive una ricerca lo citerà, per evitare di sembrare disinformato, ma così facendo alzerà l'h-index di tutti i coautori, fossero anche delle perfette fetecchie), eccetera.

Fatta questa doverosa premessa metodologica, il dato bibliometrico è questo:


e sì, lo capite da voi: per potermi dare lezioni di metodo scientifico, per poter essere considerato mio pari come ricercatore, il dott. Cartabellotta, essendo un medico, dovrebbe avere un h-index triplo del mio, e quindi pari a (lo aiuto) 10 x 3 = 30 (cioè sostanzialmente uguale a quello di Burioni, che comunque, come vi ho mostrato a Venezia, ha un h-index piuttosto scarso per un docente del suo settore). Lo dice la scienza (in particolare, quella scienza che va sotto il nome di scientometria), e quindi suppongo che un idolatra della scienza come Cartabellotta non possa contestare questa asserzione. Invece, purtroppo, il suo h-index è inferiore al mio (lo aiuto: 9<10), a testimonianza del fatto che nonostante che lui abbia scritto più di me (38 documenti Scopus invece di 23), forse anche perché da sette anni io purtroppo non posso fare ricerca, o perché oltre ai paper ho pubblicato anche qualche CD, quello che ha scritto interessa ahimè a ben poche persone, anche se tecnicamente vale ad accreditarlo come "ricercatore", né è mia intenzione contestargli questo titolo, ci mancherebbe!

Del resto, parlando dei professoroni constatammo che c'erano ordinari del mio settore che pensavano di avere qualcosa da insegnarmi dall'alto di un h-index che era la metà esatta del mio: professori si diventa in tanti modi e ricercatore vuol dire tante cose...

Entrando un po' più nel dettaglio, constatiamo che Cartabellotta ha avuto 107 coautori, mentre chi vi parla solo 13, la mia pubblicazione più citata è questa, che ho scritto da solo, mentre la sua pubblicazione più citata mi pare sia il Sicily statement on evidence-based practice, una pubblicazione che non è un research paper ma una dichiarazione, e il cui corresponding author ha un h-index di 44, il secondo autore un h-index di 50, e così via (si capisce quindi da dove vengano in questo caso le citazioni del dott. Cartabellotta). Se c'è altro, sarò lieto di apprenderlo: sinceramente, non ho troppo tempo a disposizione e col poco campo che ho in montagna queste ricerche sono troppo impegnative. Sarei stupito, con queste premesse, di trovare contributi di ricerca originali (cioè descrizioni di risultati scientifici innovativi conseguiti) e significativi (cioè con molte citazioni) del dott. Cartabellotta, ma non sto dicendo che non ce ne siano. A settembre cercherò meglio (se non avrò di peggio da fare).

D'altra parte, Sicily statement è un titolo eloquente, non trovate? La Sicilia è una terra meravigliosa! Se già persone del calibro di Belton Fleisher, Joe Brada, Gary Jefferson, Tony Thirlwall, Roberto Frenkel e tanti altri si estasiavano nell'umile e misconosciuto Abruzzo (ma non per questo mi o gli è venuto in mente di essere miei coautori!), pensa Dawes e Summerskill in quale brodo di giuggiole saranno andati nella rutilante Trinacria!...

Menschliches, Allzumenschliches.

Epistemologia

Le banalitudini di Cartabellotta sulla scienza come metodo (ovviamente rigoroso, perché il metodo è rigoroso come le riforme sono strutturali e le olive greche) anziché come challenge del "pensiero unico" (cioè, nel linguaggio di Kuhn, del paradigma dominante) manderanno sicuramente in estasi le tante Marie Barbise di sinistra, le demi-vierges semicolte, tutte possedute dalla smania di ingollare e vomitare, in una lurida bulimia intellettualoide, frasi fatte da cartina del cioccolatino. Peccato che il mondo sia un po' più complesso di come piace vederlo a loro, che non vi sia alcuna teoria epistemologica seria che imposti il discrimine fra scienza (qualunque cosa essa sia) e non-scienza in questo modo, e anzi, come vi ho spiegato a lungo a Ca' Sagredo, in quel luogo altamente simbolico, il lavoro della "scienza normale" (nel senso di Kuhn), cioè di quella che chiameremmo "ricerca scientifica" è in realtà esattamente quello di confermare il paradigma (il pensiero unico), ma proprio da questo lavoro di raffinamento del paradigma emerge il suo superamento, cioè la rivoluzione scientifica, elemento di progresso, di un progresso che avanza per discontinuità (e non per "metodo rigoroso").

Ma qui forse qualcuno si è già perso: sicuramente si sono persi i SDHIC (single-digit h-index colleagues), e magari si è perso anche qualcuno di voi (ma non credo).

Conclusioni

Esorterei alla prudenza.

In Commissione COVID abbiamo avuto pasdaran della "medicina basata sulle evidenze" (traduzione maccheronica, ma d'altra parte, come ricorderete, tradummo...) trasformarsi in gattini bagnati di fronte alla richiesta di fornire alla Commissione persino la più banale delle evidences, cioè l'ordine di grandezza del tasso di letalità del COVID, o altri che, addirittura, con un'ingenuità sconcertante, confessavano di aver preso decisioni di non piccolo momento non sulla scorta delle evidences, ma sull'onda emotiva di filmati inviati loro da colleghi cinesi (#DAR), senza porsi il problema di eventuali lievissimi conflitti di interesse di varia natura che avrebbero potuto inficiare l'attendibilità di simili "fonti scientifiche". La mia personale impressione, dopo oltre un anno di lavoro in Commissione COVID e dopo cinque anni di confronto con ricercatori di statura internazionale (cioè di medici con h-index da medici) è che le posizioni del mainstream siano in rapida evoluzione. Suggerirei quindi di mantenere un signorile distacco, o quantomeno di dedicare agli attori di questa tragicommedia un'attenzione direttamente proporzionale al rapporto fra il loro h-index e le medie di settore, e di lasciar lavorare il Parlamento.

Il signal arriverà presto.

Tutto il resto è noise, cioè noia.

Tanto dovevo a voi e agli "scienziati".

3 commenti:

  1. Signorile distacco mi piace.
    Comunque da ricercatore a ricercato è un attimo...

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  2. È interessante notare che, quando qualcuno fa notare a questa gente che la scienza economica dice che l’euro sia un problema, ti accusano di complottismo, facendo la stessa e medesima cosa di cui accusano gli altri . In sostanza, la ‘scienza’ è solo un’estensione del loro punto di vista. Non solo, usano un metodo che io chiamo della “singolarizzazione”, cioè fanno passare il messaggio che chi dice che l’euro sia un problema non sia seguito da alcuna comunità scientifica, ma sia solo uno sfigato sperduto tra i monti, un economista pazzo lasciato lì, nella selva, affinché gli orsi lo mangino, barbuto e mezzo rincoglionito. Ogniqualvolta li sento parlare avendo questo atteggiamento, penso “ ma non sarà che i rincoglioniti siete voi?” Non se lo pongono mai questo dubbio!

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  3. La foto a torso nudo, bretelle e due padelle di alluminio mentre salta la pasta, non so se fa index, ma aveva tante fan.

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