...non poteva che finire così!
Io che in quarant'anni non mi sono mai perso in montagna, nonostante nebbia, neve e notte, non potevo che perdermi alla mia prima escursione con l'esperto del luogo, con l'autoctono!
Bisogna sempre diffidare degli esperti, perché fatalmente cadono nella rete dell'inganno più insidioso, l'overconfidence, che tante vittime ha mietuto, non solo sui mercati finanziari.
L'amico mi aveva detto: faremo un anello!
Io, che scorte di energia ne ho (fin troppe), scorte di acqua ne avevo prese, e col mio zaino sovradimensionato ero pronto ad affrontare un range abbastanza ampio di condizioni metereologiche, non ero stato troppo a informarmi. Poteva sembrare che non mi fidassi, e infatti non mi fidavo, per il semplice motivo che quando si tratta della mia pelle mi fido solo di me (o del mio medico, più esattamente di uno di loro...). Ma proprio per questo, tanta (e tanto misconosciuta) era la mia delicatezza che non avevo chiesto "de preciso" dove saremmo andati, un po' per fatalismo, ma soprattutto perché per motivi di lavoro non avrei avuto il tempo di compulsare nevroticamente le carte e i repertori di itinerari della zona, bellissima (cioè abruzzese) ma a me ignota. Per una volta volevo saperne meno dell'autoctono, o, per meglio dire, volevo dare all'autoctono la soddisfazione di saperne più di me, volevo insomma lasciarmi sorprendere.
Ironia della sorte, eravamo alle falde di un monte di cui avevo negato l'esistenza a un amico proveniente da una regione che non esiste (il Molise): il Monte Meta, che per me era solo questo, mentre per lui era anche questo.
Aveva ragione lui (ma fino a un certo punto, perché il primo in realtà si chiama "la Meta", tout court).
L'amico (quello autoctono) voleva giragli intorno partendo dalla fine della sterrata e verosimilmente tornandoci, ma senza carta, senza bussola, senza GPS. Del resto, basta poco, che cce vò: è una collinetta di 1784 metri (cento meno del Secine) e dovevamo solo girargli intorno.
Vi spiego in breve com'è andata, con l'aiuto di questa diapositiva:
tratta da qui (cioè da uno di quei siti che di solito consulto prima quando da umile non autoctono mi organizzo per riportare la pelle a casa...).
Parcheggiata la macchina alla fine della sterrata (puntino rosso in basso), in località Vallopiana, partiamo seguendo l'indicatore per Valle Strina:
con l'idea di percorrere un anello in senso orario (quello evidenziato in fucsia). Sentiero ottimamente segnato, arriviamo in breve alla Valle Strina, appartata, solitaria, bellissima. A Capo di Serre troviamo un indicatore che ci segnala a destra la deviazione per il Vado di Focina, cioè questa qui:
ricalcata in violetto (Vado di Focina è il "guado", il colle che si affaccia sull'alta Val Pescara, precisamente sulla patria dell'arrosticino: Villa Celiera), ma noi proseguiamo lungo la valle proseguendo verso Nord, fino a quando non si palesa, a una strettura, la mole del Prena:
Mai viste così tante genziane:
e tanta altra vegetazione con cui non vi tedio. Proseguendo, la vista si apriva sempre più su Campo Imperatore, visto da sud, con (da destra a sinistra) Camicia e Prena:
Il piccolo Tibet d'Abruzzo, ma anche lo scenario di tanti spaghetti western. A un certo punto pieghiamo a Nord Est, seguendo un sentiero laterale, e ci fermiamo a mangiare nel punto più a Nord dell'anello, vicino a un roseto, da cui si godeva di una vista magnifica su Campo Imperatore, col ristoro Mucciante, Fonte Vetica, e tutte le cose che chi sa vedrà e a chi non sa non interessano:
Rinfrancati, ripartiamo, e qui attenzione, perché arriva l'errore. Ci muoviamo verso Sud Est seguendo la freccia rossa:
ma io ero convinto che ci stessimo muovendo verso Sud, perché non mi ero reso conto che dal crinale principale, evidenziato dal tratto celeste, si distaccava un crinale secondario, evidenziato in giallo, che si muoveva, appunto, verso est. Quindi, mentre io pensavo che stessimo restando sul ciglio occidentale dell'altipiano del Voltigno, in realtà ne stavamo percorrendo il ciglio settentrionale in direzione Est (cioè verso Vado di Focina - Villa Celiera).
Ora, come ben sanno gli #abruzzesiautentici e i #parlamentarichefrequentanoilterritorio, quindi, ça va sans dire, non io, il nome del Voltigno è associato a tristi ricordi. Questo per dirvi che se tutto mi predisponeva all'ottimismo (il tempo smagliante, la vegetazione lussureggiante, il sentiero comodo e ben segnato, e le tante creaturine del buon Dio
che accompagnavano il nostro cammino), una certa sottile inquietudine comunque mi permeava, quella tensione con cui inizia ogni episodio delle serie americane che tanto mi conciliano il sonno, al cui inizio, invariantemente, uno o più personaggi ignari e spensierati si imbattono, quando meno se lo aspettano, nelle macabre vestigia di un qualche orrendo crimine. E insomma, si va e si va, e io mi aspettavo (pensando di andare a Sud) di imbattermi prima o poi nel sentiero che partiva da Capo di Serre e che mi avrebbe permesso (pensavo), traversando verso Ovest, di tornare nella Valle Strina, e da lì alla macchina. Sarebbe in effetti stato così se i capricci della tettonica non ci avessero messo in mezzo il crinale giallo! Seguendolo, arriviamo a un altro segnavia, in località "La Zingarella":
e lì qualquadra non mi cosa, perché a destra mi sarei aspettato la Valle Strina! Comunque, con l'esperto, decidiamo che è meglio andare a destra (cioè, credevamo noi, a Ovest) che a sinistra. Invece destra era Sud, perché eravamo ruotati di 90 gradi! Entriamo in una faggeta solenne, popolata di faggi colonnari:
ed estremamente poco frequentata. A un certo punto, penso che anche se il segnale non c'è, la bussola del telefono dovrebbe funzionare. Do un'occhiata, e mi rendo conto che stiamo procedendo verso Est, cioè, per capirci, verso Villa Celiera (patria dell'arrosticino), non verso Villa Santa Lucia, insomma: verso il margine dell'altopiano opposto a quello in cui avevamo parcheggiato. Si apre a destra (che a questo punto è Sud) un sentiero con segni bianco-rossi, ma anche sbarrato da qualche ramo. Decidiamo di andare a Sud seguendo i segni, finché i segnali terminano e il sentiero non riesce su un prato ripido, popolato di verbaschi in piena fioritura:
che finalmente ci consente di capire dove siamo: non sul margine occidentale, ma su quello settentrionale dell'altopiano, verso il quale dobbiamo scendere per risalire poi sul bordo occidentale che ora è alla nostra destra:
Eravamo dove non avremmo dovuto essere, ma almeno lo sapevamo. La cosa non è priva di vantaggi, del resto. Il mio amico, cui lasciavo fare il passo, vede davanti a sé un grosso felino selvatico (bella esperienza: io guardavo a dove mettevo i piedi), segno evidente che da lì nessuno mai passava. Con qualche minima cautela, perché l'erba alta non facilita il passaggio (e può nascondere qualche sorpresa) arriviamo al fondo del catino, che presenta tratti da brughiera irlandese:
Sulla nostra destra la pastorella Giulia con le sue pecore (questa è un'altra storia su cui non mi dilungo):
e di fronte a noi un lago di erba rigogliosa e in fioritura: fioriva la scabiosa, fioriva il verbasco, fioriva soprattutto la piantaggine:
una pianta che, con le sue spighe prodighe di polline, riesce sempre a commuovermi. E, in effetti, solo grazie a un minimo di copertura antistaminica riesco ad arrivare vivo al ciglio dell'altopiano da cui dovevamo riguadagnare la macchina. Volto lo sguardo indietro:
ci facciamo i duecento metri di salita all'ombra, ma lì partono lacrime e starnuti (che è sempre meglio di lacrime e sangue):
Il problema non era nemmeno questo, quanto il fatto che l'amico carissimo che mi aveva portato con sé, avendo qualche anno più di me, era passato per qualche malanno che presumo aspetti al varco anche me (ma va detto che il mio rapporto con le analisi cliniche è come quello con le carte geografiche: le uso per evitare sorprese, mentre il suo rapporto con le analisi cliniche è come quello con le carte geografiche: non le usa, forse perché ama le sorprese, che però in caso di negligenza raramente sono buone...). Insomma: al momento di affrontare la salita mi dice che era la prima escursione che faceva dopo un intervento non banale. Un pensiero mi traversa la mente: "Ho trovato uno che è più testa di cazzo di me! Ecco perché mi sta simpatico. Ma ora come lo riporto su?"
Con qualche pausa (e uno scenario di disaster recovery che prevedeva che io andassi su rapido a prendere la macchina e poi scendessi per la sterrata a prenderlo) tutto si risolve per il meglio, e in cima al ciglio dell'altopiano assistiamo allo spettacolo della nebbia che agli irti colli piovigginando sale:
Conclusione fresca di una giornata non calda e ombreggiata, per fortuna, visto che mi ero dimenticato la crema solare (no comment: sul Monte Amaro mi sarei scortecciato come una betulla).
La morale della favola è che un occhio alla bussola conviene comunque darlo (peraltro io ho anche un lussuosissimo GPS ma devo imparare a usarlo e sono un po' neofobo...).
Tuttavia, nonostante questo aneddoto durato 15.6 km contenga interessanti ammaestramenti, non era di questo che volevo parlarvi. Volevo invece soddisfare questa curiosità:
KitKot3 ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Il suicidio europeo (ancora sulla produttività)":
Buongiorno, come da sua richiesta le rammento:
>Chiedo venia per il fuori tema, ma potrebbe esplicitare in un breve post l'ultima frase del suo TW?
Grazie.
TW @AlbertoBagnai 7:41 AM · 11 nov 2024
Pubblicato da KitKot3 su Goofynomics il giorno 16 nov 2024, 07:44
A me sembrava di essere stato abbastanza esplicito:
ma posso provare a esserlo di più, in base al noto principio "meglio perdere un amico che una buona risposta".
Non è perché l'attacco alla proprietà privata è di sinistra che l'overtourism debba diventare di destra, perché è di destra anche la difesa dell'identità culturale.
Capisco e politicamente sostengo la battaglia politica perché chi è proprietario di appartamenti possa, entro determinate regole, disporne come desidera, ma non assocerei questa battaglia alla negazione del fatto che l'overtourism sia oggettivamente un problema in realtà come Roma, e possa potenzialmente diventarlo ovunque si sragioni di "turismo come petrolio del Paese". Tra l'altro, le masse di barbari lobotomizzati, teleguidati con le cuffiette da guide annoiate e frettolose, non credo alberghino in B&B. Si può quindi difendere l'affitto breve senza denigrare chi difende il proprio diritto a essere se stesso nel proprio mondo, e chi denuncia l'assurdità di certi modelli di sviluppo totalmente sbilanciati.
Sarà che da toscano mi capita di essere ormai straniero in patria, una patria devastata, deturpata, mutilata da orde di turisti e dal desiderio suicida di offrire loro la Toscana che si pensava che loro si immaginassero e chiedessero, in una sorta di perverso beauty contest keynesiano:
(qui per i neofiti), anziché, semplicemente, la Toscana risultante dall'essere e voler essere se stesso (e quindi, tra l'altro, non particolarmente ospitale) di ogni toscano! In effetti, quando Claudio ha tuittato, in un afflato di sincerità dal quale escluderei intenti di captatio benevolentiae:
avrei avuto (da toscano) la risposta immediata: "Lo so io cos'è, gli è che tu in Toscana un ci sei nato!"(ma mi sono morso la lingua e non l'ho detto perché sembrava poco carino).
Per me la Toscana non potrà mai più essere felicità, ma solo lutto. Il centro di Firenze sventrato dai turistifici mi accora e mi abbatte quanto l'idea che qui presto troveremo una di quelle carbonarerie H24, dove buttadentro slavi attirano nuovi benestanti cinesi allettandoli con un bel piatto di pasta scotta da mangiare sorseggiando un cappuscheeno a qualsiasi ora del giorno e della notte (capisco il jet lag, ma Dio santo!). Anzi, a dire il vero Firenze mi deprime più di Roma, perché Roma l'ho sempre e solo subita e gestita, mentre in fondo Firenze fino agli otto anni è stata casa mia.
E il paradosso è che ora vedo pregiati esponenti di classi politiche orgogliosamente autoctone costruirsi "sul territorio" un destino di sradicati, andando alla ricerca non di se stessi, ma di quello che secondo loro "il turista" potrebbe desiderare. Tanto orgogliosi di appartenere al centimetro quadrato in cui sono nati, e solo a quello, quanto ansiosi di lasciarlo devastare da un'orda di automi standardizzati che sorseggiano uno spritz con una pizza margherita alle 10 come si abboffano di spagetti bolognaise alle 17.
Ora, per carità: esattamente come il diritto alla proprietà privata, anche quello alla mobilità è sacro e inviolabile.
Ma il diritto a non farsi rompere i coglioni vogliamo prenderlo in considerazione, per un futuro abbozzo di carta fondamentale?
Potrebbe aprire prospettive innovative.
Perché alla fine la mobilità è anche quella del romano che vorrebbe poter andare dal punto A al punto B senza testare infinite volte il principio di impenetrabilità dei corpi, o vorrebbe poter tornare in locali di qualità non spiazzati dalla legge di Gresham (nella versione secondo cui la ristorazione cattiva scaccia la buona).
Si tratta di un'ipotesi, che vi sottopongo astrattamente, perché per me che nella natura ci vado, e che ne leggo il linguaggio semplice e piano, è piuttosto chiaro che il mondo al disotto dei mille metri presto diventerà insalubre: ci facciano quindi ciò che vogliono, e noi attrezziamoci in una defensible position.
Da Roccaraso è tutto, ora scatenatevi, che io dormo. Domani (cioè oggi) andrò sul Monte Zurrone per una bella cerimonia, ma anche di questo parleremo un'altra volta.
Considerazioni sparse:
RispondiEliminaL'avventura da strana coppia con l'autoctono mi ha ricordato vagamente il bel film "A spasso nel bosco" ( https://it.m.wikipedia.org/wiki/A_spasso_nel_bosco ).
Cartello "La Zingarella": non è ancora arrivato nessun piddino a sostituirlo con "La Piccola Nomade" + "Sentiero realizzato coi fondi dell'Unione Europea"? (A proposito, si trovano piddini al di sopra dei mille metri?)
E' possibile/permesso fare sentieri di questo tipo in bici (rigorosamente bici muscolare!), anche solo parzialmente? O sono prettamente da cammino?
Infine, a proposito di overtourism: si tratta di un problema non solo di difficile soluzione, ma che indubbiamente peggiorerà nei decenni con il progressivo aumento di persone che potranno permettersi il turismo internazionale.
Bisognerebbe trovare il modo di diminuire, anche significativamente, il numero dei turisti stranieri ma senza intaccare il legittimo desiderio di profitto del settore turistico. Il che vorrebbe dire idealmente spingere verso un turismo straniero focalizzato sul lusso, così come l'Italia fa già in altri ambiti (moda, automobili). Immagino che avrebbe un effetto positivo anche sugli stipendi del settore. Ma non saprei dire se, o in che maniera, la politica potrebbe favorire una visione del genere.
Il film è carino, ma il libro è fenomenale: "Una passeggiata nel bosco" di Bill Bryson
EliminaQuanto legittimo può essere considerato il desiderio di inondare di B&B e locali un centro storico a danno della serenità (e dei portafogli) dei residenti?
EliminaSai, il mio legittimo desiderio di intrapresa sarebbe far soldi rasando a zero boschi e vendendo legname. Ma purtroppissimo in questo caso non possa farlo poiché pare che i boschi (quasi tutti demaniali) siano patrimonio collettivo e DIRITTO AL PAESAGGIO (inesistente, cit.), come dovrebbe esistere ildiritto la tranquillità e la vivibilità di borghi e città.
Rumori e schiamazzi molesti a qualsiasi ora possono comportare l'intervento delle FF.OO. Provate a chiedere l'intervento contro i turisti :D
“Articolo 41 Cost.
L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali. ”
Ricordo sempre un antico detto che mio nonno ogni tanto ripeteva: “la tua libertà finisce dove inizia quella altrui”.
Se la mia libertà, o di una multinazionale delll’hosting, è fare impresa per fare utili con il turismo, la libertà altrui si esprime nel non vedere le loro esistenze dilaniate dai miei istinti di libertà economica.
...e tutto questo al netto delle devastanti con
Compulsivamente ricarico la pagina iniziale di goofynomics e attendo; il prolungarsi dell'attesa vorrebbe ansia, ma poi penso che vi sia il diritto a prendersi pause. La prossima volta che i tempi si allungano, pero', mando i cani e gli elicotteri.
RispondiEliminaNon tornerei a vivere a Roma, sto al baricentro Firenze, Siena, Arezzo e son felice che mio figlio, accompagnandolo a scuola un giorno, abbia esclamato "Papi" Guarda" Un corbezzolo" e poi siamo andati a cercare orme di cinghiale. Della Toscana so che, quando la terra costava poco, comprarono molte case sperdute,ville e aziende degli stranieri che, poi, non vollero che il panorama che amavano venisse deturpato (la vicina coi cavalli tendeva a pensare che tutto quanto fosse alla sua vista fosse intoccabile). Non so se la fortuna sia stata, come mi han detto, che la Toscana e' stata povera e che gli stranieri l'abbiano comprata a basso prezzo congelandola per molto. Forse e' una percezione errata. Confermo, pero', che a valle, lungo ferrovia e autostrada, di turistico c'e' poco e che la bellezza e' prevalente in quota.
A valle si concentra la parte di produzione industriale, poco turistica, e' vero, ma che fa girare l'economia della zona.
Ormai il diritto a non farsi rompere i cojoni si esercita in un solo modo: migrando altrove. Peccato che basti un minchione con il suo reel su Instagram per costringerti a migrare di nuovo.
RispondiEliminaDetto questo: ognuno ha il sacrosanto diritto di disporre dei propri appartamenti come crede. Ma se ne fa un’attività commerciale, del tutto analoga a quella di un albergo, allora si comporti come un albergo.
Cosa spinge così tante persone — non solo i proprietari di decine di appartamenti — a puntare sugli affitti turistici?
Secondo me la tassazione. Per anni si è viaggiato a imposta zero (nero tollerato). Poi, con la cedolare secca e altri regimi agevolati, si è comunque reso molto più conveniente l’affitto breve rispetto ad altre forme di reddito.
Finché in Italia non si metterà mano in profondità alla riduzione del carico fiscale sul lavoro e sul profitto d’impresa, avremo settori spremuti fino all’osso, con altri che se la cavano molto meglio, ma che non sono necessariamente quelli più utili (o meno nocivi).
Caro Bagnai, innanzitutto beato te che hai un medico di fiducia, io ormai incontro medici che pensano che Ippocrate sia
RispondiEliminaun bookmaker dell’ippodromo di San Siro.
Questo tuo piacevole racconto mi ha messo in difficoltà, perché proprio l’altro ieri ero stato accusato da mio figlio di mettere “sotto pressione” le persone ,di essere uno che non si fida, antidiplomatico ecc. Avevo riconosciuto che aveva ragione . Però se l’alternativa è , metaforicamente , essere fottuti , forse mi terrò il mio caratteraccio :)
La penso esattamente così, ma avrei un'obiezione anche rispetto alle decisioni del Governo: abbassare la superficie minima per avere l'abitabilità (decreto salva casa) di un appartamento non va nella direzione sbagliata?
RispondiEliminaConsente a molti proprietari di frazionare quelle che erano belle case grandi per farne monolocali da affittare ai turisti. Va proprio nella direzione di trasformare i centri storici in parchi giochi.
Inoltre si potrebbero aggiungere effetti collaterali: chi paga il disagio per i vicini derivante dall'aumento della densità abitativa (meno parcheggi, più sporco, fognature insufficienti etc.)?
Non capisco perchè la Lega abbia difeso un provvedimento simile.
Ci sono tante considerazioni da fare. In generale, "campare di turismo" è qualcosa a cui dovrebbe puntare solo un paese dal terzo mondo in giù, posto che il turismo porta posti di lavoro di scarso valore (senza offesa per pizzaioli, camerieri, facchini, guide turistiche ecc.) e che, soprattutto, ti espone al rischio che il Club Med o la Marriott di turno ti colonizzino per cui gran parte dei guadagni vadano fuori dal paese. Questo al netto degli stravolgimenti che provoca, market bengalesi e "street food" del menga al posto di negozi e locali decenti, fiumane di stranieri ovunque, e così via. Banalmente, non devi scoraggiare il turista (come fanno da sempre i liguri, con scarsi risultati peraltro) ma da qui a condizionare tutta la tua vita ed economia per venirgli incontro, ce ne corre.
RispondiEliminaRiguardo agli air b&b e simili, come già detto ognuno fa di casa propria ciò che vuole ma fino a un certo punto: se metto su un business, devo essere soggetto alle sue regole, tasse, igiene, ecc. ed anche autorizzato dai condomini, che potrebbero non volere un via vai di gente sconosciuta sul proprio pianerottolo.
Al romano che vorrebbe andare da A a B ci sta pensando il sindaco piddino:
RispondiEliminatoglie parcheggi, parcheggi di scambio come Stazione Trastevere, aree di sosta, dimezza le corsie con giganteschi marciapiedi o piste ciclabili con pendenze abruzzesi in modo da costringere i romani ad andare a piedi (ovviamente i mezzi pubblici banditi!) per scimmiottare realtà DEM oltreconfine.
Ultima invenzione piazzole autobus che lasciano il rarissimo autobus pubblico bloccare il traffico ad ogni fermata realizzando il sogno bagnato DEM di eliminare il trasporto privato per blocco totale del sistema!
Un candidato che dicesse "ripristiniamo i parcheggi" diventerebbe sindaco al volo
In merito suggerisco l' ascolto di questa puntata della trasmissione radiofonica del buon Foa. Interviene, tra gli altri, il sindaco Brugnaro ( che ne ha ben donde ).
RispondiEliminahttps://www.raiplaysound.it/audio/2025/06/Giu-la-maschera-del-11062025-8d6b26b1-ea97-41ce-a501-164108ee01bc.html
Come ho già detto una volta:"Firenze preferisco ricordarla che rivederla" ho troppi bei ricordi che non voglio "ricordare con rabbia".
RispondiEliminaOvviamente "ci passo" , ma non "la vedo" .
"L'ultima volta" che cercai di "RIvederla" c'era Renzi "podestà" ,e pur dovetti riconoscere che almeno aveva ridotto l' uso del centro come "latrina pubblica".
Ma ovviamente l' aveva fatto solo lanciare l' attuale "overtourism" di una Firenze trasformata in "Venezia" , "città morta" per "anime morte", come richiestogli sia dai suoi "referenti esterni" e che da quelli "interni" , cioè i piddini fiorentini ansiosi di sfruttare a fondo il "petrolio turistico" lasciatogli dai loro "antenati lontani".
Vale insomma per le nostre "città d'arte" quello che è anche evidente per tutto il "bel paese" in genere : è "andata" e non ci si può più far niente.
il "piddinismo" trasforma irreversibilmente tutto in m...
Mi sa che la sua legge sulle celle telefoniche per i soccorsi è una legge ad personam hahaha
RispondiEliminaCaro Prof., la situazione che ha descritto, con riferimento a grandi città come Roma e Firenze, non si discosta granché da quella di una piccola città come Bergamo, dopo che il PD ci è marciato sopra. Credo sia necessario riportare la situazione in equilibrio, con buonsenso, senza divieti ed eccessive restrizioni per nessuno. A questo proposito, le parole di buonsenso, pronunciate recentemente dal Presidente di Confedilizia, in audizione al parlamento europeo, mi sembrano il punto di partenza per cominciare:"Se i diritti dei proprietari/locatori non sono garantiti – in particolare per quanto riguarda la possibilità di rientrare in possesso dell’immobile in caso di morosità o di fine contratto – molti di essi scelgono di ritirarsi dal mercato o di optare per usi alternativi del bene"
RispondiEliminaIl Presidente mette sul tavolo alcune proposte:"l’azzeramento dell’Imu per gli immobili locati a canone concordato e l’applicazione in tutti i Comuni della cedolare secca del 10% prevista per gli stessi contratti".
Tenendo conto del fatto che alcuni proprietari ricorrono agli affitti brevi per rientrare delle spese (frequentiamo e ci abbiamo parlato) e che comunque non si sentono tutelati, queste iniziative potrebbero incentivare il riequilibrio di cui parlavo all'inizio. Spero di essere stata chiara e la ringrazio per l'attenzione.
L'overtourism è la disperata reazione alla disintegrazione del tessuto produttivo e della caduta del potere di acquisto dei salari degli autoctoni. E' già successo in altri paesi. Per alcuni anni ho insegnato in corsi di istruzione superiore a Cuba, finendo dunque per conoscere la Cuba vera e il rapporto dei cubani con il turismo "Yuma". Purtroppo, da dieci anni a questa parte, ho iniziato a vedere in Italia tanti piccoli segnali di cubanizzazione del turismo (incluse le case particulares e noantri, alias air B&B), ossia della tendenza a costruire un turismo che punta tutto sulla maggiore capacità di spesa dello straniero (dal ciabattone lower middle class USA in flip-flop al ricco indiano che noleggia il Riva sul lago di Como). Se apri alle masse paganti di tutto il mondo, importi danaro ma anche inflazione dei prezzi dei servizi e affollamento. In pratica l'Italia non sarà più un paese per italiani, neanche nel turismo. E tutto perché a suo tempo quattro stronzi, già ricchi, hanno voluto arricchirsi di più vendendo il paese. Perdonatemi il francesismo, ma mi fanno una rabbia infinita.
RispondiEliminaLa spirale turismo, lavori a bassa specializzazione/reddito, inflazione conduce inevitabilmente alla trasformazione in un popolo di servi poveri al servizio di ricchi stranieri.
EliminaInteressante nuovo modello di feudalesimo, vè? I feudatari stavolta in Olanda ed Irlanda, al riparo anche delle imposte del sovrano :)
Penso che il turismo sia l'ultimo atto dell'attuale sistema, quello che costringe i cittadini a cercare i capitali dall'estero (i turisti), da paesi a stipendi più alti, per guadagnare qualcosa di più che non basandosi sulla "domanda interna" degli italiani, schiantata come qui ben sappiamo.
RispondiEliminaIo questo lo vedo abitando in un paesino di 9000 anime lontano da tutte le principali città e che non ha un grande afflusso turistico, nonostante la bellezza della cinta muraria. Qui, i ristoranti storici avranno alzato i prezzi al max di un 10% dal covid. Listini ancora del tutto abbordabili per gli italiani che vivono sul posto. I ristoranti non potendo contare sulle persone dall'esterno (con i portafogli gonfi) devono mantenere i prezzi a un livello tale che siano adeguati al potere di acquisto italiano. Basta però spostarsi in un luogo con grosso afflusso turistico e fare il confronto con l'aumento dei prezzi che c'è stato. In quei luoghi non sta avvenendo altro che l'esclusione degli italiani, o meglio, degli italiani con bassi stipendi, che comunque è una maggioranza silenziosa.
Questo almeno è quello che ho notato io basandomi sull'osservazione dei prezzi dove abito e dove (volevo) andare in vacanza.
Buongiorno Professore.
RispondiEliminaIo mi limito a una opinione non richiesta. Io penso che l'overtourism (che esiste, ed è un problema da affrontare per una mera questione culturale/identitaria come anche accennato in questo post) vada messo in comparazione con l'altro fenomeno che tanto dispiace alla sinistra e scopre solo ora che, non essendo al governo a distruggere il distruggibile, ha tanto tempo libero da dedicare per inventare nuovi e arzigogolati modi per infastidire i cittadini onesti: il caro affitti.
Io propongo di vedere questi due fenomeni, non come cause, ma come effetti: le case, oggi, sono spade di Damocle, ereditare un appartamentino in centro assume caratteristiche di un investimento da cui rientrare il più in fretta possibile e a meno che non si voglia perpetrare il più grande desiderio feticista del PUD€ di svendere tutti questi immobili a fondi e multinazionali (che l'overtourism lo inasprirebbero), la persona normodotata culturalmente, fa l'unica cosa che abbia un minimo di senso: mette a reddito quegli immobili. Domanda alta, traina l'offerta (checchè ne dicano gli amici drindrini) e qui inizia il circolo vizioso in cui se non sei un parassita arroccato abusivamente in qualche ecomostro dell'ALER, anche solo per uscire di casa serve un mutuo.
La mancanza di investimenti statali si è ripercosso sull'edilizia agevolata, che, parlo per esperienza tramandata dai miei nonni, non era una soluzione ridicola legata ancora al più ridicolo sistema ISEE che garantisce disparità di trattamento ormai sotto gli occhi di tutti, ma un sistema ben controllato, che permetteva a famiglie e operai, di mettere radici e costruirsi un futuro sfruttando il traino dell'industrializzazione nella seconda metà del '900. Questo permetteva di controllare l'offerta immobiliare in una fase di forte domanda che si sarebbe ripercosso perfino sulle aziende, non avendo avuto disponibilità di operai nelle vicinanze.
L'overtourism, è preoccupante per l'aspetto culturale e qui andrebbe aperta una mastodontica parentesi sul ruolo che hanno perfino delle insospettabili trasmissioni televisive e contest gastronomici vari che danno l'illusione che in fondo, tutti possono improvvisarsi a fare questo e quell'altro nel marasma caotico del substrato in cui stanno germogliando questi problemi.
Serve un dibattito, mi rendo conto, perché abbiamo un problema, la cui soluzione, però, non può essere il "turismo di stato".
Grazie per lo spazio! Stefano
Purtroppo se si vuole mangiare italiano veramente è bene evitare di entrare nei classici locali acchiappa turisti... Un po' quello che imparai in Grecia, dove con pochi € trovavi i localini scritti in cirillico e entrando ti guardavano come per dire "Ma che ci fai qui tu?"
RispondiEliminaComunque riguardo alle baby gang perché non mettere nei programmi scolastici capitoli proprio sul tema? Magari con spiegazioni psicologiche dove si illustra ai ragazzini che fare i forti in gruppo è segno di insicurezza ad esempio, e che bisogna avere obiettivi e attività sane per divertirsi veramente. Cioè parlarne a scuola credo sia importante... Soprattutto prevedere anche in orario scolastico che ne so 4/8 ore obbligatorie di attività sociali da fare fuori istituto ovviamente tutto "regolamentato"... Credo che farebbe piacere anche alla sx avere qualche associazione pubblicizzata ai ragazzi... Ovviamente niente marchette ma solo sano aiuto sociale, perché i ragazzi di oggi sono totalmente alienati da telefoni e cattivi esempi in stile Gomorra..
Un paese che punta sul turismo lo fa perché ha chiuso il manifatturiero questa è la verita'. Esempio 1 Italia Venezia e matrimonio di Jeff Bezos ..lasciando da parte piddinerie e come dice Claudio le grillanze ..lamentele continue di altri sul tema..avete voluto basare la città sul solo turismo..vi beccate green pass per visita e matrimonio di VIP. Conseguenza Venezia è una città dove possono vivere solo Dirigenti pubblici e privati, professionisti di un certo livello e stranieri che hanno investito in immobili conseguenza prezzi case alle stelle e città invivibile per chi guadagna meno di 3.000 euro al mese e voglio vedere quanto rimarranno ancora a vivere in laguna infermieri e dipendenti di supermercati..con 1.200 a 1.600 euro la vita l'è dura...Esempio 2 scenario spiaggia ieri ..sai non ci vanno più gli italiani in Croazia a Mario (nome di fantasia) a Umago hanno chiesto 7,5 euro per mezza minerale gassata marca italiana mio commento eh la globalizzazione...continua l'interlocutore poi sai Mario è uno dei pochi che va ancora ancorare una notte in marina sono 200 euro..mio commento..eh cosa vuoi è il dividendo dell' euro anche in croazia hanno il sogno europeo..infine sai che poi gli italiani non vanno più..solo rep cechi, polacchi e ungheresi..mio commento avranno la coronetta, lo zlotyno e il fiorinetto che li difendono..ma noi abbiamo il N-eurone che ci difende dall'inflazione..come faceva la nota Gianna della canzone... Un paese che sostituisce il manifatturiero con il turismo è un paese finito..e no comment .. Aggiungo un ultima osservazione ragli confindustriali continui o per interposti giornalai per chiedere contributi stile COVID che coprano il fatturato prima e dopo dell'eventuale adozione dei dazi..eh sì eventuale perché ad oggi ancora nulla si sa...Questi industriali in larga maggioranza che dicono.. vogliamo valorizzare i talenti ... e poi valorizzano si i talenti che arrivano sui barconi per pagarli meno e tenersi l'euro scaricandone il costo sui salari e la collettività..(tagli alla spesa, pensioni, ecc.) ...come voleva Guido Carli ...a proposito come sta la signora con l'acciaieria a Brescia sempre presente su la 7a che si vantava di avere una grande maggioranza di dipendenti migranti ? Cari industriali fare l'imprenditore comporta il rischio di impresa ... ieri a me oggi a te ...auguroni...
RispondiEliminaProva ad invertire l'ottica: un Paese che sta chiudendo il manifatturiero e si deindustrializza poiché spintaneamente sceglie di fare il cameriere o la guida turistica.
EliminaSubdolo... perchè no.
As usual, i diritti ci sono già: ma affermarli e tutelarli (a scapito di altri diritti, cioè) è una questione politica.
RispondiEliminaLa distinzione tra cittadini e stranieri (in congiunto col diritto di libera circolazione, riconosciuto ai primi non con lo stesso grado di forza e assolutezza con cui è riconosciuto ai secondi) sarebbe il punto di attacco di questo discorso...
Ciao Benedetto
Elimina“Articolo 41 Cost.
L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali. ”
Ricordo sempre un antico detto che mio nonno ogni tanto ripeteva: “la tua libertà finisce dove inizia quella altrui”.
Se la mia libertà, o di una multinazionale delll’hosting, è fare impresa per fare utili con il turismo, la libertà altrui si esprime nel non vedere le loro esistenze dilaniate dai miei istinti di libertà economica. (segue a fondo post)
L'App di escursioni sembra ben fatta, molto meglio di quella che stavo testando in vista della vacanza abruzzese. Non conoscendo autoctoni con cui perdermi con stile e prevedendo di essere in solitaria un supporto che funziona è meglio avercelo. Grazie.
RispondiEliminaInteressante lo spunto di @Marco Morandi, già espresso su X mi sembra, e che meriterebbe una discussione a parte, forse.
Purtroppo, almeno qui in Alto Adige, anche il mondo tra i 1000 e i 2500 metri sta diventando altrettanto insalubre, e di conseguenza anche più pericoloso, grazie ad un turismo incosciente e più interessato a selfie davanti a paesaggi montani che alla montagna stessa... Oggi verso la Hönigspitze ho incontrato una pittoresca famiglia in ciabatte e con figlio adolescente al seguito sprofondato nel cellulare, che piuttosto stizziti mi hanno chiesto se il sentiero verso la cima era "tutto così in salita"... Mi avevano raccontato di fenomeni simili, e avevo letto di qualche caso dove era intervenuto il soccorso alpino, ma fino ad oggi non mi ci ero imbattuta...
Preme ricordare che tutti gli interventi di Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino e speleologico, Aeronautica Militare ecc. per salvare sfaccendati idioti sono a carico della collettività, ed il rischio è a carico degli uomini che li praticano e che a volte ci lasciano le penne.
EliminaDue anni fa da un sentiero di montagna a Roccamandolfi precipitò da un altissimo dirupo una persona andata a percorrere l'ennesimo ponte tibetano del czz. Mi raccontò uno dei Vigili del Fuoco che intervenne che, con non poca fatica e rischio, arrivati in fondo trovarono una signora di oltre 120 kg e con ai piedi degli infradito...
Vero. A questo proposito, alcune regioni hanno già da un pò deciso di applicare dei ticket a carico delle persone che vengono soccorse:
Eliminahttps://www.trekking.it/news/soccorso-alpino-pagamento-ticket/
P.s: mi accorgo solo ora di aver sbagliato il nome di Stefano Morandi. Non Marco. Mi sa che la vista degli eroi in ciabatte mi aveva destabilizzato parecchio...
Elimina"una regione che non esiste (il Molise)"
RispondiEliminaSe ne parlò due anni fa, quando si ragionava del Golgota; e trovo sorprendente e fantastico che si pervenga allo stesso concetto pur partendo da origini diverse. Si vede che più che pensiero poetico trattasi di pensiero scientifico, che, come tutti sanno, è tale proprio perché è ripetibile, sperimentandolo allo stesso modo, ottenendo gli stessi dati, e giungendo alle stesse conclusioni.
Eppure, forse solo per me, in quel "non esistere" permane qualche cosa di poetico, e ..... di abisso.
Tranquillo che ancora qualche reel di sfaccendati su youtube e toccherà tra pochi anni sloggiare anche da qui.
EliminaMi dirai allora: ma sei un turista anche tu!
Negativo. Frequento questi ed altri luoghi da anni, tutto l'anno, sono parte della comunità che mi ha accettato ed integrato solo dopo attenta analisi e vi partecipo .
Il problema è che è stato creato un immaginario antropologico collettivo fasullo, in particolare delle poplazioni delle aree interne genuine ed accoglienti per definizione, non meno fasullo e tragico di quello del "buon selvaggio", che vide il Capitano Cook fatto arrosto , immagiario che confonde la gentilezza delle frasi "Benvenuti! Da dove arrivate?" con lo spirito di accoglienza degli indigeni, senza capire che la terza frase sottintesa è sempre "E quanno cazzo ve n'annàte???" ;)
E vi garantisco che la pazienza degli abitanti dell'outback ha un limite .
Tutta una questione di (brutta) abitudine. Per mio padre, romano dei tardi anni '20 del secolo scorso, eravamo in overtourism già negli anni '80...
RispondiEliminasul suicidio europeo e il tramonto dell'euro segnalo questo articolo https://scenarieconomici.it/yuan-crolla-euro-guerra-valute-cina/ interessante perchè la guerra tra cina e us è in corso a livello valutario (lo yuan si è messo in scia) e chi rimarrà col cerino in mano saremo noi e il nostro overtourism, di cui un giorno avremo una struggente nostalgia. Per i pollini ha provato la quercetina + vit. C? antistaminico naturale
EliminaVoi vi lamentate dei turisti (ma magari fossero quello il problema).
RispondiEliminaLe altre genti invisibili si lamentano che casa loro non è che sia diventata un parco giochi per benestanti di passaggio, casa loro è diventata una casba che non è più casa loro ma un luogo di degrado e intimidazione piena di gruppi apertamente ostili venuti dalle periferie di paesi poveri e le genti invisibili la scelta di andarsene (già di per sé ingiusta) nemmeno ce l'hanno, possono solo subire.
Non è violenza questa?
Io non mi lamento di niente: metto solo in evidenza le potenziali incongruenze di discorsi settoriali e corporativi. Che cosa pensavo dell’immigrazione quando ero di sinistra lo dovresti sapere. Lo penso anche da destra, ma è un discorso totalmente diverso, anche se il risultato è identico: lo sradicamento e la cancellazione delle identità.
EliminaPuò essere d'interesse (peraltro parte dall'idea di un'italiana):
Elimina"Permesso di soggiorno pensato da Putin per chi respinge globalismo, ideali neoliberali e LGBT"
https://www.rsi.ch/info/mondo/Russia-terra-d%E2%80%99asilo-%E2%80%9CUn-decreto-per-oscurare-chi-fugge%E2%80%9D--2235356.html
Il paragrafo sul centro di Firenze mi ha ricordato le parole di Tiziano Terzani, che esprimevano un simile concetto...nei primi '2000 Mi imbarazza ammettere che non ricordo in quale suo libro (o intervista?)
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaDiscorsi identitari a parte, il turismo genera esternalitá negative e la base su cui viene creato il valore aggiunto, ovvero la bellezza storico-culturale e paesaggistica, è mantenuta dalla spesa pubblica o data dalla natura, quindi chi guadagna dal turismo scarica sulla collettività I costi da congestione e non paga pienamente per i fattori di produzione che utilizza.
RispondiEliminaL'unica soluzione che vedo è restringere l'accesso, o via aumento dei prezzi o per contingentazione degli accessi tipo spiagge a numero chiuso in Sardegna.
@Alcibiade
RispondiEliminaPensi di intimidire, con 10€ ticket o 30€ in più a pernotto o 15€ una pizza margherita, chi si fa centinaia o migliaia di km per vedere posti propagandati da tour operators o youtubers?
Il risultato sarà solo di ulteriormente espellere i residenti dalle città/borghi causa insostenibilità del costo della vita.
Inoltre, se l'immigazione non è un diritto, il libero vagabondare senza-valido-motivo in città e borghi altrui purtroppissimo è stato messo in Costituzione!
Certamente si può, e si DEVE, limitare le concessioni per Hotel e B&B, ma come la metti con i vagabondi del mordi e fuggi (magari muniti di acqua e panini senza spendere nulla in loco) che inondano i luoghi? E gli odiatissimi camperisti che intasano strade e viuzze? E i rumorosissimi bikers? QUelli come li blocchi?
Certo, limitare concessioni per B&B, hotel e ristoranti... e poi con l'art. 41 Cost. che sancisce la libertà d'iniziativa economica privata come la mettinamo? Vorrai mica essere additato come fautore di una politica economica paternalista fascistahhh?
Come vedi, la faccenda è un tantino incasinata...
Ma, qui ribasdisco, l'altro concetto essenziale (oltre al turbamento della serenità di intere popolazioni) è il turismo come fattore estremamente diseducativo, che propone il miraggio di facili guadagni con minimo sforzo fisico, ma soprattutto intellettuale, necessario per aprire e gestire un B&B rispetto a metter su una piccola e media impresa manifatturiera.
Un Paese di camerieri , servi e guide turistiche non va molto lontano, ed infatti da decenni si sta andando verso un modello di sviluppo che vede il nostro Paese deindustrializzarsi in favore di professioni a basso salario e bassa specializzazione.
Sarà mica un' "Arma di Turistificazione di Massa" (semi-cit) macroeconomica ma più subdola ?
--- Se l'immigrazione in Nazioni altrui non è un diritto, non dovrebbe esserlo nemmeno il turismo in casa altrui -- ML
RispondiElimina1/n
RispondiElimina“Art 41 Cost.
L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali. ”
Ricordo sempre mio nonno che ripeteva: “la tua libertà finisce dove inizia quella altrui”.
Se la mia libertà, o di una multinazionale delll’hosting, è fare impresa e e utili con il turismo, la libertà altrui si esprime nel non vedere le loro esistenze dilaniate dai miei istinti di libertà economica.
“In Italia nel 2024 il turismo internazionale ha giocato un ruolo fondamentale, con una crescita del 15,6% rispetto al 2023, raggiungendo 250 milioni di presenze (pari al 54,6% del totale).” (ISTAT)
Che significa: 457 milioni di presenze nel 2024.
Dati che invece che orgoglio dovrebbero far spavento.
Avrà forse aiutato la bilancia commerciale ultimamente. Ma a quale prezzo sociale ed economico nel lungo periodo?
Volendo andare un po’ oltre la contingenza ed adottando un ottica di lungo periodo, vi sono diversi modi per sovvertire un Paese, e ne espongo due:
A) riversare sulle coste via navi ONG straniere milioni di clandestini che non hanno nulla da perdere verso economia e tenuta sociale. Il metodo più evidente e palese, ma anche uno dei più collaudati (“Armi di Migrazione di Massa”, Kelly Greenhill, #Goofy2016 - The weaponization of migration, implications for the EU and beyond).
B) riversare sui territori via compagnie aeree straniere centinaia di milioni di turisti che non hanno nulla da perdere nei confronti dell’economia e dell’equilibrio sociale. E’ il metodo meno evidente ma il più subdolo.
Le gravi conseguenze di entrambe le strategie sono di ordine economico e socio-antropologico.
IMMIGRAZIONE.
Nulla di nuovo per i frequentatori del Dibattito
TURISMO
Il “ministero del petrolio” abbiamo in questo blog imparato ad associarlo a Paesi con macroeconomie di cartapesta. E’ bastato provocare pochi anni fa il crollo delle quotazioni del barile per vedere l’Arabia Saudita dar fondo alle proprie riserve di valuta estera per sopravvivere poiché non sanno far che estrare petrolio. Che, si sente dire non sia molto commestibile.
Ugualmente penso alla cartapesta quando vedo Paesi che si dotano di un “ministero del turismo” invece di annoverare il settore in un normale dipartimento del ministero dell’economia.
Ma ormai tra gli italiani il mantra “il turismo è il nostro petrolio” ha vinto come ha vinto “dove saremmo finiti con la liretta”, e quindi ci tocca il ministero del turismo.
La Grecia sta per superare il 20% di PIL da turismo. Non ha diversificato ma si è deindustrializzata offrendo in cambio campo libero alla turistificazione dell’economia. L’ eccessiva dipendenza dal turismo sarà la causa del suo secondo tracollo. . In altri termini: se non sai più costruire trattori sei la colonia ideale di chi te li vende, poiché se ti ribelli non hai nemmeno il tempo di allevare nuovamente dei muli.
2/n
RispondiEliminaL’Italia dal caonto suo sembra sia più che mai decisa percorrere lo stesso sentiero e raggiungere e superare l’obiettivo del 15% PIL da turismo nei prossimi anni, a superare i 500milioni di presenze annue e diventare una “superpotenza mondiale del turismo” (Meloni-Santanché) .
Cosa ha comportato per la Grecia (https://x.com/MauroLisanti/status/1895736846774374601) e cosa sta comportando per l’Italia darsi anima e corpo al turismo?
- Fragilità per instabilità del settore terziario, dove il turistico è per definizione un settore del quale i fruitori facendone a meno sopravvivono ugualmente. Pertanto in caso di shock (l’ultimo in ordine di tempo il Covid) è il primo settore economico a saltare per aria. Riciclarsi poi professionalmente dopo anni di B&B e servizio ai tavoli è impossibile.
- impoverimento intellettuale dei territori causato dalla assoluta prevalenza di professioni a bassa specializzazione e basso reddito. Un tempo i giovani apprendevano un mestiere in bottega e sviluppavano cultura, intelligenza cognitiva ed innovazione. Il problema si pone quando tale proefssioni in una comunità ed in un sistema economico diventano prevalenti (https://x.com/MauroLisanti/status/1908670633287819712 ).
- aumento del costo della vita: inflazione prezzi affitti e vendita, beni alimentari, costo e qualità servizi pubblici (ttrasporti, sanità, acqua, rifiuti, depurazione) usufruiti da milioni di turisti ma che pesano sui residenti. Prezzi dei beni di prima necessità calibrati sui portafogli del turista che, essendo in vacanza, non bada più di tanto a spese come invece deve chi ci abita. Il risultato è l’espulsione dei residenti o la loro riduzione a servi a basso reddito. Un simpatico neofeudalesimo con la sede legale in Olanda e Irlanda.
- lenta deindustrializzazione, che mi domando se invece che la causa del dilagare dell’industria turistica ne sia la conseguenza.
3/n
RispondiEliminaAREE INTERNE
Sindaci: “Cosa farebbero tanti borghi oggi per campare se non ci fosse il turismo??”
Io: “…Altro.”
Tre parole su dieci in una frase di ogni sindaco è “turismo”.
Tra le tante storture cognitive osservo l’incapacità ormai delle popolazioni, ed in particolare dei loro amministratori, di immaginarsi diversamente da un parco divertimenti per forestieri, di ricordare il loro dignitoso economico e sociale passato fatto di agricoltura, allevamento, pesca, gestione del territorio, artigianato, mestieri, piccola e media impresa che per secoli ha loro consentito (a dispetto delle cronache progressiste) di vivere dignitosamente in ragione di ogni tempo. Una vita dignitosa e senza eccessi, ricompensata da una qualità della vita elevata.
Citavo alcune settimane fa l’esempio di due borghi di media montagna, ognuno un migliaio di abitanti nel cuore della lucania, Alfa e Beta (non li nnomino) a pochi km in linea d’aria. Quel che li separa non è solo un profondo e spettacolare canyon ma anche il modello di sviluppo che si sono dati.
Alfa e Beta hanno diversi anni fa realizzato come “attrazione turistica” l’ennesimo ponte tibetano del c. che li unisce.
Alfa ha visto chiudere tutte le sue attività economiche tradizionali e convertirsi totalmente al turismo, ha inondato il suo borgo di oltre 80 B&B , una trentina di ristoranti ed un nmero imprecisato di bar.
Beta possiede malcontati una decina di B&B, tre ristoranti, una pizzeria e tre bar. Per il resto ha mantenuto la sua originaria struttura economica, basata su agricoltura, allevamento, selvicoltura, artigianato e mestieri tradizionali, due panifici, due macellerie e
Alfa ha completamente modificato la propria storia e la propria identità, traendone una nuova orgogliosamente legata al turismo ed al divertimento.
Beta ha fermamente ed orgogliosamente conservato la propria storia, identità, usi e costumi. Preserva gelosamente ancestrali rituali, mantenuti autentici e gelosamente preservati dalla spettacolarizzazione, ai quali partecipano esclusivamente abitanti del borgo e paesani dei borghi limitrofi. Zero turisti.
Alfa è in estate inondata da orde di turisti. Finita la stagione, chiudono tutte le attività e piomba nel mortorio più assoluto.
Beta ha un afflusso tollerabile di turisti, vissuti peraltro con un certo fastidio, di cui ammettono di poterne anche fare a meno.
Al primo shock macroeconomico, quale dei due comuni salta per aria?
Ad Alfa il problema del lungo periodo nessuno lo pone, mentre la politica locale (piddina) cavalca l’onda e raccoglie i frutti elettorali del breve periodo.
Interessante case-study per farci su una tesi di laurea in economia.
Molto più preoccupante è per me l’aspetto socio-antropologico del fenomeno turistico.
Monocultura da monosettore professionale legato peraltro a forte stagionalità. Caos e delirio nei due mesi in estate ed il resto dell’anno la desolazione. Psicologicamente devastante. Spersonalizzante. E spesso la noia con il soldo in tasca cede al vizio e al degrado.
Vi parlerei dei miei studi antropologici sui popoli maori ed i viaggi nei mari del sud, popoli antichi e fieri oggi dediti solo al turismo, al sorridere per contratto ed esibirsi al circo delle finte danze tradizionali.
La piaga delle isole del Pacifico è l’alcolismo nel quale gli autoctoni dall’identità svenduta si rifugiano.
Le popolazioni vanno lasciate in pace.
Quel che si perde è l’immenso serbatoio di umanità e civiltà che nelle areee interne ancora si conserva, e che, ne sono convinto, può essere una fonte sana dalla quale attingere per ricostruire la nostra disastrata civiltà metropolitana.
(Odo assordante rumore provenire da alcune aree interne che frequento in merito al PSNAI... Obiettivo 4:)
4/n
RispondiEliminaPlaylist utile:
https://www.youtube.com/watch?v=culqHpAxPDM&list=PLiuLThhutYDkYh3gkbPzLFe7zEg7MtwNp
In uno dei vids il ministro Santanchè agli Stati Generali del Turismo afferma che il fenomeno overtourism in Italia non esiste (cit.).
Santanché aveva proposto Briatore all’ENIT...
"Sarà che da toscano mi capita di essere ormai straniero in patria, una patria devastata, deturpata, mutilata da orde di turisti e dal desiderio suicida di offrire loro la Toscana che si pensava che loro si immaginassero e chiedessero, in una sorta di perverso beauty contest keynesiano"...
RispondiEliminaUna cara amica fiorentina dottoressa forestale che anni fa frequentò per diverso tempo il Gargano per motivi di studo del suo unico ecosistema, se ne innamorò. Alla mia richiesta rispose che, a differenza della Toscana, trasformata in cartolina ad uso e consumo del turismo, il Gargano conservava la sua genuina sembianza e natura selvaggia. È un territorio vero!
In altre zone della Puglia invece, che a causa della presenza di aeroporti si ritrovano invasi da nordeuropei low cost, si sta si assiste al fenomeno della toscanizzazione.
In Valle d'Itria, terra di Trulli, sta diventando raro trovare Trulli senza davanti una piscina, senza la quale mi dicono che gli inglesi (in particolare) non prenotano! Dopodiché, la piscina la usano soltanto per sdraiarsi a bordo e leggere libri. Stessa cosa che vedevo loro fare in Polinesia, seduti sulle sdraio a leggere libri senza più di tanto buttare l'occhio sulla meraviglia paesaggistica che gli era davanti.
Fino a giungere alle follie dei finti villaggi pugliesi come Borgo Egnazia.
Abitanti mutati in geisge sempre sorridenti ed ammiccanti, territori botulinizzati che si deturpano le forme per soddisfare il piacere dei clienti. Il turismo is the new mestiere più antico del mondo.
E se proprio non riuscite a far a meno di considerare dei parchi divertimenti per forestieri le vostre citta e I vostri borghi, svogliati nello spremere le meningi per realizzzare impresa che non sia rifare i letti ogni mattina o vendere souvenir made in China, ma siete sensibili allo sviluppo di una economia SANA ed alla tranquillità dei luighi in cui vivete, organizzatevi come appunto i parchi divertimenti: si entra prenotando e pagando un biglietto ONLINE (sprenotare voli e alberghi per cazzeggiare in mezzo mondo sono capaci) e, raggiunto il numero massimo di visitatori in un dato giorno/periodo si bloccano le prenotazioni.
RispondiEliminaChi si presenta in città o nel borgo sprovvisto di prenotazione viene salatamente multato. (Presentarsi senza documento = caserma).
A provvedere ai controlli sarà la polizia locale con nuove assunzioni dedotte anche dagli introiti delle vendite delle prenotazioni.
SpiaZe… ma il mondo senza regole in cui ognuno fa ovunque il cazzo che gli pare porta dritto alla barbarie.
L’immigrazione in uno Stato non è un diritto.
L’invasione di un luogo, un borgo, una città in cui la gente VIVE non è un diritto.
Il turismo porta degrado.
Provate a rifletterci e faremi sapere ;)