lunedì 20 novembre 2023

Spingitori di austerità: M.Buti, su Rieducational channel

Ieri abbiamo parlato di un fatto triste e di una persona animata da un genuino amore per il progresso della conoscenza.

Oggi prendiamola a ridere, che è meglio.

Rieducational channel, cioè il Corriere della Sera, sulla cui attendibilità ci siamo più volte intrattenuti (qui e qui, ad esempio) oggi ci fa sapere che:


Vediamo intanto il lato positivo. Gli "spingitori di austerità", fra cui M.Buti, gettano la maschera. Tutto l'aulico e raffinato dibattito sulle nuove regole si riduce a un punto pratico molto semplice: tagli da dieci miliardi all'anno per i prossimi sette anni. Quest'anno vorrebbe dire, ad esempio, non rinnovare i contratti del comparto sanitario e non accorpare le aliquote IRPEF. Noi la sapevamo da un po', questa verità, perché qualche simulazione delle nuove regole l'avevamo vista, ma è importante che a dirla siano loro, perché se l'avessimo detta noi loro avrebbero avuto l'opportunità di smentirla.

Ora non possono.

Vediamo allora il lato negativo.

Noi non solo sappiamo ora, ma avevamo previsto dodici anni fa, che i tagli non avrebbero risolto il problema del debito pubblico. Erano i famosi "salvataggi che non ci salveranno" (a proposito, i grafici dei post antecedenti al 2013 sono di nuovo visibili e suggerisco di guardarli).

Da allora questa verità è stata confermata dai dati:


(il periodo evidenziato dal rettangolo rosso è quello dell'austerità di Monti e Letta, che ha portato il rapporto debito/Pil dal 120% di fine 2011 al 135% di fine 2014: voi questo lo sapete, ma girano per gli studi televisivi saggisti scarsi di pubblicazioni scientifiche peer-reviewed che affermano il contrario).

Non solo! Con comodi dodici anni di ritardo oggi anche il Fmi ci fa sapere che "on average, fiscal consolidations do not reduce debt-to-GDP ratios" (in media, politiche fiscali restrittive - cioè tagli alla spesa o innalzamento di imposte - non riducono il rapporto debito/Pil), e ci fanno anche il disegnino:


(che trovate qui e di cui è strano che nessuno vi abbia parlato).

Non voglio annoiarvi coi dettagli tecnici, ma insomma la linea verticale nera è l'intervallo di confidenza dell'impatto dei tagli: se attraversa lo zero, vuol dire, in buona sostanza, che nel 90% non è possibile escludere che l'impatto delle politiche di austerità sul debito pubblico sia zero. Noterete anche che nelle economie avanzate l'impatto dei tagli sul rapporto debito/Pil è positivo, non negativo, cioè dopo i tagli il debito in rapporto al Pil aumenta, non diminuisce, e che in questi casi l'intervallo di confidenza al 90% è sopra lo zero (quindi nel 90% dei casi non è possibile escludere che i tagli facciano aumentare il debito pubblico).

Questo significa, in buona sostanza, che quanto abbiamo visto in Italia non è un caso particolare, un accidente del destino cinico e baro, ma una regolarità statistica che, dopo dodici anni di Dibattito, è attestata perfino dal Fondo Monetario Internazionale.

Dovremmo stupirci?

Direi di no. Noi qui un spiegazione ce l'eravamo data undici anni fa parlando dell'aritmetica del debito pubblico in Ruritania: visto che la spesa pubblica entra nella definizione di Pil (Y = C + G+ I + X - M), se tagli di uno la spesa pubblica (G) tagli di uno il Pil (Y), astraendo per semplicità da qualsiasi effetto indiretto. Morale della favola: se il rapporto debito/Pil è maggiore di uno, ad esempio è di 6/5 = 120%, togliendo uno sopra e sotto si passa a 5/4 = 125%, che è quello che è successo non solo in Ruritania, ma anche in Italia.

Se leggete il World Economic Outlook troverete una spiegazione molto più raffinata e scientifica: ovviamente devono farla complicata per non farvi capire che non hanno voluto capire una cosa semplice:


ma i matematicamente alfabetizzati vedranno subito che il succo del ragionamento è quello che ho esposto a beneficio dei non matematicamente alfabetizzati.

Obiezione: "Ma allora mi stai dicendo che devo spingere sul deficit per far diminuire il debito?"

Premesso che il discorso è più complicato di così, guardate quanto è diminuito il rapporto nel 2021 e nel 2022, quando le regole sono state sospese e i governi hanno potuto non tagliare! Ovviamente la verità sta nel mezzo, ma palesemente non è quella che ci raccontano gli spingitori di austerità, artefici di una stagione che ha messo in ginocchio il Paese e che gli italiani, alle ultime elezioni, hanno archiviato.

Tanto vi dovevo.


(...il lato negativo ha un risvolto che vale merita una sottolineatura: la qualità delle élite italiane lascia molto a desiderare. Non è ammissibile che un economista non legga il World Economic Outlook, o che, leggendolo, deliberatamente non ne tenga conto. Come vi ho detto più e più volte, il ricambio delle élite tecniche richiede molto ma molto più tempo del ricambio delle cariche elettive. Dovete avere persistenza, altrimenti ci troveremo sempre a vivere un eterno giorno della marmotta...)

(...oggi chiudiamo le prenotazioni per il #Goofy12. Se siete interessati a partecipare, il momento di iscriversi è adesso...)

15 commenti:

  1. Io ancora non mi capacito dell' utilità del rapporto debito/PIL, che interesse può avere il montante del mio mutuo rapportato al mio reddito annuale?
    Per quanto riguarda la questione delle "élites" che non leggono il World Economic Outlook, beh, probabilmente leggeranno le classiche testate reperibili nelle migliori discariche di carta stampata, che narrano delle vicende di un altro pianeta che per fortuna non è il nostro...anche io da bambino guardando Holly e Benji speravo che il Giappone potesse vincere il mondiale, anche loro probabilmente tiferanno austerità e spredd nella speranza di risollevare l'Italia, pensando forse che la gente comune debba scordarsi dei lussi pre-euro, e rassegnarsi a lavorare 16 ore al giorno sorvegliato digitalmente per poter ricevere la sua razione di grilli fritti quotidiani.
    Nonostante tutto voglio credere nella buonafede di queste élite, anche se il principio del "comprarne uno per incularne 60.000.000" mi sembra assai logico e conveniente per chi vuole approfittarsi del nostro paese dall'esterno.

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  2. il ricambio delle élite tecniche richiede molto ma molto più tempo. Meglio 😅 ha ancora da lavorare per tanto tempo 🙂

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  3. Mi dissocio, trattasi di omonimia (e peraltro sono quasi certo che non mi paghino tanto quanto l'omonimo, mortacci suoi... :D)

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  4. Scusi onorevole, ma non ho capito una cosa.

    A un certo punto lei scrive "Ma allora mi stai dicendo che devo spingere sul deficit per far diminuire il debito?".

    Ora, la risposta che matematicamente mi sarei aspettato alla domanda che lei immagina possa venirle posta è, banalmente, questa: "sì".

    Perchè?

    Perchè se da 6/5=120% si passa da a 5/4=125%, allora nel caso si aumenti di 1 la spesa e quindi il Pil, assumendo un eguale incremento del debito, si passerebbe da 6/5=120% a 7/6=117% (vale a dire che il rapporto scende, cioè migliora, esattamente come lei stesso ha indicato essere accaduto negli anni 2021 e 2022).

    Insomma, intuisco che ci sia un passaggio che mi manca (la verità sta nel mezzo), ma qual è? Ok, lo capisco "è più complicato di così", ma un aiutino me lo dà? Anche solo con un link ad altri post dove questo aspetto è stato chiarito.

    L'idea che mi sono fatto, senza nessun supporto scientifico, è che il meccanismo possa funzionare se la disoccupazione è al di sopra di un certo livello ottimale o se siamo sotto il livello massimo di Pil mai raggiunto prima (fine 2007? metà 2008?), insomma se non si ha pieno utilizzo dei fattori produttivi. Ma, ripeto, è una risposta che mi sono inventato di sana pianta.

    Michele

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    1. Il primo post su "Maastricht e l'aritmetica del debito pubblico" è del 2013, il secondo del 2018.

      Spingendo troppo sul deficit di spesa pubblica compaiono altri problemi: aumentando i consumi, aumentano anche le importazioni e quindi il deficit di partite correnti. La legge di Thirlwall menzionata nel post precedente esprime proprio il vincolo alla crescita del PIL: per essere sostenibile, deve mantenersi proporzionale alla crescita delle esportazioni.

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    2. Se hai una bancarella che vende solo banane, ed hai un mutuo di 100€ e incassi solo 4€ al giorno, ti restano solo 20€ al mese
      Se decidi di ingrandire la bancarella, con una spesa di 20€ al mese in più, ma oltre alle banane vendi anche le prugne per combattere la stitichezza delle banane, incassi 5€ al giorno, e a fine mese al netto del mutuo e della rata dell'ampliamento te ne restano 30 di Euro.
      Il tuo debito è cresciuto del 20%, ma il PIL del 25%.
      Senza offesa per le banane, sia chiaro!

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    3. L'importante è che il debito venga speso bene e nella bancarella Italia con opere che restituiscono le spese fatte!

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    4. Ok, grazie; chiaro. Ma quello indicato è un effetto. Mi domandavo se ci fossero anche specifiche condizioni preventive che impedissero (rectius, sconsigliassero) l'incremento del deficit. Andrò comunque a leggere il post indicato.
      Saluti.
      Michele

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    1. Più che delirio, stanno con le pezze al culo...
      Può un contadino atteggiarsi da petroliere texano con un ettaro di terra ed un raccolto di pomodori una volta tanto andato meglio?
      Ovviamente no, ed essendo l'argentina un paese per lo più a vocazione agricola, hanno chiesto soldi in prestito per farci cosa? Li hanno spesi in cazzate... anziché diventare un paese più industrializzato, si son fatti pignorare anche la terra...

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  6. Il documento del FMI che ci ha condiviso l'avevo letto tempo fa grazie a Francesco Lenzi su Twitter. Lei però ce lo ha spiegato più nel dettaglio. Grazie.

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  7. Se non ricordo male Monti ha detto di intervenire per arginare il debito pubblico ma è intervenuto in corrispondenza a un deficit nella bilancia commerciale con l'estero. Ha poi confessato il legame segreto dei due fenomeni in un'intervista estera ("abbiamo distrutto la domanda con il consolidamento fiscale"). Una palese strategia per non intaccare il credo del popolino sulla bontà intrinseca dell'estero, sentimento necessario per turlupinare l'Italia in Leuropa.
    Abbiamo quindi un Monti essoterista in Italia e uno esoterista all'estero.
    Potremmo quindi abbozzare questa regola: i tagli al deficit non fanno calare il debito pubblico ma il deficit può creare problemi alla bilancia commerciale con l'estero, non è la bacchetta magica che risolve tutti i problemi.

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    1. L'aumento della Domanda Interna che è conseguenza del maggior deficit pubblico può far peggiorare il saldo le Partite Correnti: vero. Però, se già prima dell'aumento del defict pubblico queste sono fortemente in attivo, come è il caso Italia degli ultimi 10 anni se si esclude la crisi Covid/Esplosione costi energetici che ci ha portato un anno di defict prontamente recuperato già da settembre scorso, sotenere la domanda interna non crea problemi, anzi: usa il risparmio in eccesso per maggiori consumi ed investimenti!

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  8. La storia della Ruritania e quella più dettagliata del Maradagal me l'ero perse, perché arrivai qua 9 mesi dopo e non fui sufficientemente diligente. Eppure alla più semplice aritmetica della Ruritania c'ero arrivato lo stesso, dopo però essermi dato una bella svegliata qui, decidendo per questo pure di studiare Economia, e dopo aver dato l'esame di Economia Politica. Per ricostruire la storia del Maradagal ci sarebbe voluta più esperienza nel settore, si doveva non solo aver capito la funzione del moltiplicatore, ma anche saperlo roteare sulla storia precisa del povero Maradagal, e qui il rischio di straparlare era altissimo, ma la frazione algebrica di 4 lettere, con una presente sia sopra che sotto il segno di frazione, veniva come primo esercizio e toglieva subito il fiato proprio per i due casi del sopra e sotto 1. Certo, se mi fossi dato pena di documentarmi meglio e leggere queste meravigliose fiabe, piene di conigli mannari che sono il vanto faunistico dei paesi virtuosi, avrei considerato quella frazione come qualche cosa di molto di più che una semplice curiosità algebrica. Tuttavia, anche non avendo sviluppato la necessaria sensibilità dell'economista, per far capire il punto a mio zio ingegnere, piddino e adorato fino a quel momento, proposi una frazione più drastica: se in un anno la produzione si ferma e lo stato non spende niente il rapporto debito Pil va all'infinito. Poi, siccome non ero più in grado di seguirlo quando, dibattendosi con veemenza, mi opponeva il suo assioma che lo stato paga gli stipendi stampando soldi, ebbene da quel momento va dicendo che io voglio litigare con lui. Quando per tutta una vita hai creduto in una tua verità, neanche una divisione per zero ti smuove.
    Povero Mbuti, uno dei tanti patetici conigletti mannari sguinzagliati in giro.

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  9. la cosa che mi fa straridere è che, se un governo applica questi consigli e le cose vanno male, quegli stessi che hanno dato questi consigli ne danno altri, o fanno prediche come se loro, facendo le stesse e identiche cose, avessero più possibilità di riuscire nell'intento pur seguendo consigli sbagliati. Alla fine, la cosa più razionale da fare è agire senza badare all'atteggiamento paternalistico della stampa, che è così autoreferenziale da darsi sempre ragione

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