giovedì 2 novembre 2023

La fertilità del kazako

 (...se avessi bisogno di trovare passatempi, voi sareste un passatempo divertente e istruttivo. In realtà di cose da fare ne ho tante, ma quando qualcuno di voi dice qualcosa di stimolante non rinuncio a dargli retta...)

AR ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Disoccupazione, fertilità, pensioni":

Manca ancora un pezzo. L'africa non ha mai smesso di avere TFR molto alti.

Il Kazakistan invece è sceso con la fine dell' unione sovietica e poi risalito; cosa che non è riuscita ad altre ex RSS.

Magari è dovuto solo all'emigrazione di etnie a basso TFR (tedesca e russa). Ma merita l'approfondimento perché è un successo.

Pubblicato da AR su Goofynomics il giorno 2 nov 2023, 15:15


Non per altro, ma perché una certo dis-ortografia (africa...) rinviava a bassa scolarizzazione o bassa attenzione ai dettagli, sono voluto andare a verificare questa storia dei kazaki che si riproducono come leprottini... I dati sono qui:


e in effetti confermano che in Kazakistan il tasso di fecondità totale, dopo aver toccato un minimo alla fine degli anni '90, ha ripreso quota. Fatto sta che la stessa cosa è successa, in varia misura, ai kirghisi, agli uzbeki, ai turkmeni (o turcomanni che dir si voglia), insomma, un pochino a tutti, e che con tutta questa ripresa i kazaki hanno raggiunto il livello dei tagiki, che sono sempre rimasti saldamente in testa alla classifica. Molto diversa la situazione di ucraini e azeri, ad esempio.

Ma torno su un punto: noi che lezioni possiamo trarre da Paesi così diversi dal nostro e che sono passati attraverso un processo di disgregazione dell'entità sovranazionale che li opprimeva? Forse che la fecondità totale è correlata all'altezza media sul livello del mare? O forse, più plausibilmente, che simili processi di disgregazione sono costosi nel breve periodo in termini economici e sociali, ma poi restituiscono un minimo di dignità e prospettiva alle singole comunità nazionali.

Una lezione che avevamo già appreso ed evidenziato seguendo tanti altri percorsi.

Ecco, come vedi ti ho dato retta, caro AR. Ma sinceramente continui a non convincermi.

Buon proseguimento.

20 commenti:

  1. Ringrazio dell'attenzione. Ha imparato qualcosa di nuovo.

    Io non lo so come hanno fatto in Kazakistan. Ma penso si debba indagare fuori dalle prestazioni economiche, nel contesto sociale. Forse nel nazionalismo, patriottismo. Bisognerebbe chiedere a chi conosce quei paesi, forse a qualcuno che lavora nella diplomazia.

    Non si può sprecare un esempio di successo.

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    1. Evidentemente oggi hai deciso di allietarmi la giornata, e te ne sono grato, ma sul concetto di "esempio di successo" potremmo esercitarci a lungo. Mi sembra abbastanza ozioso valutare il successo di un Paese su una sola dimensione, e di converso, anche a volersi concentrare su quella dimensione, ti segnalo che dalla fine degli anni Novanta a oggi c'è un altro Paese che "ha fatto bene" quanto il Kazakhstan, ed è il Liechtenstein (anche lì il tasso di fecondità è aumentato di un punto e mezzo), mentre il terzo miglior Paese come incremento del tasso di fecondità è la Repubblica Ceca, che forse (dico forse, eh!) mi sembrerebbe più confrontabile con noi e quindi potenzialmente più in grado di fornirci lezioni (oltre a quella sull'opportunità di mantenere una propria valuta nazionale)! In effetti, a dare un'occhiata, sembra proprio che qualche lezione dalla Repubblica Ceca possiamo apprenderla, ma il nazionalismo e il patriottismo c'entrano molto poco.

      Spiace (ma anche no, considerando che forse è meglio avere a che fare con fattori più gestibili).

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    2. Facendo una breve ricerca ho visto che il pil procapite del Kazakistan è passato dai 1.130 dollari del 1999 ai 13.890 del 2013 (massimo storico) e quindi ai 10.370 del 2021 (ultimo dato disponibile), in risalita dai 7.700 a cui era sceso nel 2016 ( qui i dati - >
      https://www.google.com/search?q=kazakistan+pil+pro+capite&client=ms-android-vivo-rvo3b&sca_esv=579007228&sxsrf=AM9HkKkCC4kcRs5_EKebm_bHowhIwhQQow%3A1698970510303&ei=jjtEZcjuEem6xc8Ps6yumAs&oq=kazakistan+pil+pro+capite&gs_lp=EhNtb2JpbGUtZ3dzLXdpei1zZXJwIhlrYXpha2lzdGFuIHBpbCBwcm8gY2FwaXRlMgoQABhHGNYEGLADMgoQABhHGNYEGLADMgoQABhHGNYEGLADMgoQABhHGNYEGLADMgoQABhHGNYEGLADMgoQABhHGNYEGLADMgoQABhHGNYEGLADMgoQABhHGNYEGLADMgoQABiKBRiwAxhDSPcJUABYAHABeACQAQCYAVygAVyqAQExuAEDyAEA4gMEGAAgQYgGAZAGCQ&sclient=mobile-gws-wiz-serp )

      Sembra evidente che c'è stato un netto miglioramento della situazione economica del paese che ha contribuito in maniera determinante all'aumento demografico. I motivi di questa importante crescita economica sono in parte spiegati in questo articolo https://iari.site/2023/01/19/kazakistan-storia-e-riflessi-della-nazione-dellasia-centrale/

      Altri dati interessanti, come ad esempio il drastico calo del tasso di mortalità infantile, sono qui - > https://datacommons.org/place/country/KAZ/?utm_medium=explore&mprop=amount&popt=EconomicActivity&cpv=activitySource,GrossDomesticProduction&hl=it

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    3. Indubbiamente. E negli altri paesi non è successo?

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    4. Anche il tasso di disoccupazione è diminuito drasticamente dal 2000 ad oggi, passando da quasi il 14% all'attuale 5% circa.
      https://it.tradingeconomics.com/kazakhstan/unemployment-rate

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    5. Basta cercare.
      Ad esempio in Repubblica Ceca, che tu hai citato nel commento sotto, il PIL pro capite è passato dai 6.000 dollari del 2000 ai 26.800 del 2021, ed anche la disoccupazione negli ultimi anni è scesa notevolmente, attestandosi sotto il 4%, con conseguente aumento del tasso di fertilità che è passato da poco più di 1 a quasi 2 (1,83 per l'esattezza).
      Qui trovi i dati https://datacommons.org/place/country/CZE/?utm_medium=explore&mprop=amount&popt=EconomicActivity&cpv=activitySource,GrossDomesticProduction&hl=it

      La rete e Google sono tuoi "amici" se impari a cercare.

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    6. Sei uscito un po' dall'argomento, ma va bene. Se fosse la disoccupazione il fattore principale dovremmo vederla sempre all'opera. Per esempio paesi con disoccupazione prossima a zero come il Giappone dovrebbero essere messi meglio invece non sembra essere così.

      La mia impressione è che con un campione sufficientemente grande e vario per cultura di paesi il risultato sarà che la disoccupazione influisce per un + o - 0,2 figli per donna per paesi già da molto tempo sotto i 2,1 figli per donna. (Forse per paesi sopra la soglia sarà di più)

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    7. Negli altri commenti ho indicato anche l'aumento del PIL pro capite perché ovviamente è necessario avere un lavoro per crescere un figlio, ma anche un reddito adeguato al costo della vita. Per capirci, se hai un lavoro in Italia da 500 euro al mese è vero che non sei disoccupato, ma è altrettanto vero che hai un reddito troppo basso per "metter su famiglia". Quindi due elementi sicuramente necessari ad aumentare la natalità sono avere un lavoro e avere un reddito adeguato al costo della vita di un determinato paese, questo non vuol dire che sono gli unici elementi necessari, significa solo che sono sicuramente fondamentali per mantenere se stessi e i figli.

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    8. Belle queste teorie che, se fossero vere, negherebbero l'esistenza storica del proletariato (ovvero quella classe sociale il cui unico capitale appare essere la prole). Ciò che per alcuni appare essere una spesa per altri è un investimento, anche qui in Italia.

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    9. Se è per questo, la Repubblica Ceca è l'unico Paese europeo che io abbia trovato che ha dichiarato in atti ufficiali che i cambiamenti nel diritto e nei costumi familiari post '64 mettono a rischio la sopravvivenza nazionale (https://chat.google.com/dm/p72USwAAAAE/oWaM5imHvjo/oWaM5imHvjo).
      Personalmente, resto convinto che manchi l'analisi della fertilità desiderata, ma non ho idea di come calcolarla.

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    10. Sono d'accordo con la valutazione della fertilità desiderata. Cercando si trovano statistiche sul numero di figli desiderati che dichiarano le persone. Ma non sono indicazioni affidabili, perché si desiderano tante cose ma con priorità diverse. Bisogna capire che priorità danno le persone alla famiglia.

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    11. Se la fertilità desiderata si muove indipendentemente da quella "realizzata", abbiamo già un buon indicatore della preminenza della "kultura" sulla "moneta" o viceversa.

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  2. Sono contento di sapere che ci sono altri esempi di successo. Aspetto maggiori dettagli sulla Repubblica Ceca.

    Sprecare un esempio invece è una sua scelta.

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  3. Però sono un po' deluso. Anche il collegamento ammette che la Repubblica Ceca non tornerà sopra 2,1 figli per donna nel breve. Per cui bisogna essere giusti e dire che non è un successo, o quanto meno non lo è ancora.

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  4. l'andamento del tasso di fertilità o io direi meglio tasso di propensione a fare figli è correlato a tutta una serie di variabili che vanno contestualizzate. Sfrondando quelle che poco impattano sulla misura di cui ci si occupa ed acquisito che è scarsamente rilevabile una correlazione diretta tra esso ed il numero di rondini nel cielo primaverile e/o sull'altitudine s.l.m. delle popolazioni coinvolte, vorrei inserire un paio di dati certi che invece si riferiscono alle popolazioni del "terzo mondo", segnatamente quelle africane, per le quali studi recenti hanno dimostrato che la propensione alla crescita della popolazione è inversamente proporzionale a due fattori che invece rappresentano crescita culturale, sociale ed economica, ovvero: 1) la scolarizzazione, 2) l'urbanizzazione.
    Si evince quindi che le famiglie africane più sono scolarizzate ed introdotte in contesti urbani moderni e meno sono propense a riprodursi.
    Io personalmente affiancherei ai due punti precedenti (cedendo alla scherzosa verità di un noto luogo comune e assurgendo lo stesso a verità scientifica) un altro fattore: 3) fruibilità di televisione/cinema. (p.s. scherzo...).

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    1. La scolarizzazione è chiaro come funziona: ritarda la scelta di avere figli alla fine del percorso scolastico.

      Per cui un intervento utile sarebbe ridurre la durata della scuola obbligatoria e ridurre le esigenze di titoli di studio per fare lavori particolari.

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    2. Riguardo l'urbanizzazione non mi è chiaro. Forse è effettivamente la varietà di intrattenimenti (non solo la televisione).

      Mi viene in mente come soluzione solo la chiusura di Milano con trasformazione in parco a tema stile Chernobyl. Ma non so quanto possa essere efficace.

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  5. Secondo me la ragione va ricercata nel nome......ciaone!

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  6. OT: un paper relativo alle rapporto tra Lascienza e Politica.
    https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/10398562231211130

    Riprendo dal tweet da cui ho trovato il paper:
    A new paper about Keira Bell, who sued the UK Tavistock clinic over her gender-transition treatment at GIDS, finds the "case documents harms directly arising from the subordination of clinical governance to social and political goals and promoted by poor governance of the boundaries between clinical units like the GIDS and activist organizations like Mermaids."


    un saluto

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  7. Per storia/società degli "-stan" post indipendenza mi permetto di consigliarvi i libri di A. Rashid, in particolare "The Resurgence of Central Asia: Islam or Nationalism?"

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