lunedì 13 giugno 2022

Il debito di Schrödinger

Oggi le agenzie riportano questa esternazione del professor Giavazzi (un vecchio amico del blog):


Dice: "E qual è il problema? Sono affermazioni sbagliate?"

No, tutt'altro! Sono quasi tutte giuste, soprattutto per la parte che distingue fra inflazione da offerta e da domanda, che qui avevamo chiarito quasi quattro mesi fa.

Dice: "E allora? Vuoi insinuare maliziosamente che è strano che il professor Giavazzi dica una cosa giusta!?"

No, assolutamente no, non è affatto strano. Ogni tanto gli capita (come del resto capita anche a me), e un altro famoso esempio è questo:


(ma potrei anche citare questo, di cui purtroppo non si parla più: vedi infra).

Dice: "Embè? Allora vuoi solo farci capire che tu sei più fico perché ci arrivi prima di lui? Mi sembra un atteggiamento un po' immaturo, poteva andare bene qualche anno fa, quando il blog aveva un'intonazione goliardica, ma ora...".

Figuriamoci! Anzi! Ho altro da fare che affermare una mia presunta supremazia intellettuale su colleghi accademici. Purtroppo ho abbandonato, temo per sempre, le fatine dell'ANVUR e della VQR (ieri mi sono dovuto intrattenere con loro, forse per l'ultima volta, in compagnia dello sherpa Romeo: gli addetti ai lavori capiranno...). Ora, purtroppo o per fortuna, ho altri obiettivi: penso positivo e propositivo, perché questo deve essere lo spirito del bravo parlamentare di maggioranza.

O no?

Comunque, i conti sono presto fatti, linearizzando. Se 2471 giorni fa il professor Giavazzi ci ha messo 1391 giorni per arrivare da dove eravamo partiti (cioè dalla constatazione che la "crisi del debito sovrano" da tutto  dipendeva tranne che dal debito sovrano), e oggi (cioè 2471 giorni dopo) ci ha messo solo 113 giorni per raggiungerci sulla constatazione che una politica monetaria restrittiva è inefficace e controproducente contro l'inflazione da offerta, vuol dire che ogni 2471 giorni il professor Giavazzi colma di 1391-113 = 1278 giorni il gap che ci separa, il che significa che fra 218 giorni saremo perfettamente in sincrono, e dal 18 gennaio 2023 dovrò rassegnarmi ad essere io il follower (quello che arranca).

Me ne farò una ragione: l'importante non è chi arriva primo a dire la cosa giusta, ma che si limiti il numero di lievi imprecisioni in circolazione.

A questo proposito, purtroppo, devo però far notare che un problemino c'è.

Sarebbe trascurabile, potremmo e forse dovremmo passarci sopra, ma qui abbiamo sempre avuto scrupolo di attenerci alla verità dei fatti, quindi una sottolineatura dobbiamo farla. Il Giavazzi che a settembre 2015 "il problema non è il debito pubblico" (e infatti non lo era stato) era però lo stesso che nel 2011 "dobbiamo mettere un'imposta progressiva sui redditi da capitale perché il debito pubblico è un problema":


e credo sia anche lo stesso che oggi ci dice che il PNRR (che è debito) farà scendere lo spread che è causato... dal debito (!), che quindi... è di nuovo un problema:


Questa cosa del debito di Schrödinger, che fa calare lo spread mentre lo fa crescere, è oggettivamente bellissima. Siamo all'economia quantistica, che è, lo ammetto senza remore, qualcosa di esteticamente superiore alla piatta e grigia economia quantitativa cui qui siete stati avvezzi in tanti duri anni di (vostro) apprendistato!

E quindi?

E quindi ho come la sensazione che su alcune questioni veramente di sostanza, come questa:


(che poi non era lontana dalle posizioni del compianto David Sassoli) non si voglia o non si riesca ad incidere, a causa di rapporti di forza sfavorevoli da cui nessuno scudo reputazionale vero o presunto può proteggerci, e che questa contraddizione di fondo si riverberi, giù per li rami, rampollando di fronda in fronda una pletora di altre contraddizioni che, se la situazione del Paese non fosse disperata, sarebbero anche divertenti.

Ma purtroppo la situazione del Paese non induce all'allegria.

E allora?

E allora niente: ne abbiamo parlato per un decennio, non fatemi ricominciare da capo...

Good night and good luck!

23 commenti:

  1. Forse però questo giro la situazione economica disastrosa è in sincronia con importanti appuntamenti elettorali.

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    1. Tipo ieri, in cui grazie a Giorgia abbiamo perso il referendum, Lodi (che è piddina ma non è questo il punto) e forse Como?
      Credo che l'unica differenza dal 2011 è che Draghi e i suoi sono gli ultimi cazzari: poi ci siamo solo "noi" o direttamente la violenza.

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    2. Ci sono sempre più sfumature di quello che uno creda, non so se dire purtroppo o meno male.

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    3. Più che Giorgia, potè il PdR. Affluenza al 54%, nelle amministrative. A furia di imporre maggioranze e governi che non esprimono la volontà popolare, le persone non vanno a votare. Questo voto è figlio del vincolo esterno, di cui il PdR è il fulcro. Adesso Giorgia chiederà le elezioni, perché è evidente che esiste uno iato tra ciò che il voto esprime e ciò che il Parlamento rappresenta, ma il PdR la lascerà a cottura lenta fino a settembre, quando dirà che c'è una finanziaria da fare, con dati economici critici e che quindi occorrerà attendere la scadenza naturale (Deja vu). Scadenza naturale, disoccupazione naturale, tasso naturale, reddito naturale, remunerazione naturale. Dove l'attributo "naturale" identifica quale sia il concetto di natura declinato da questi oligarchi: un equilibrio sfacciatamente sbilanciato a vantaggio esclusivo dei pochi dominanti. Sì, stare al di là delle linee nemiche è servito, anche solo per rallentare il processo o inserire qualche granellino nell'ingranaggio. Ma a che prezzo? Quello naturale, ovviamente.

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    4. Nel 2023 oltre alle elezioni generali in Italia, a breve negli stati uniti ci saranno le elezioni di medio termine, immagino che questa situazione non sarà delle migliori anche in quei 2 prossimi appuntamenti. Già mi diverte come sui telegiornali evidenziano gli allarmi, però , invitano gli spettatori alla calma 🤣

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    5. Purtroppo il problema è che gli italiani nel 2018 hanno dato oltre il 33% ai 5S, sarebbe bastato un altro esito perché il PdR avesse molti meno margini di manovra. Spero sia servito di lezione e che alle prossime vada diversamente, anche se non ci conto molto. E anche andasse nel modo migliore, la BCE potrebbe comunque impedire i movimenti ad un governo che rifiutasse di essere eterodiretto, a tal fine non le mancherebbero tra l'altro potenti sponde interne. Mi spiace esprimere tale pessimismo, ma non riesco a vedere vue d'uscita. Potremmo forse sperare nel fatto che si rimescolino molto le carte a livello di equilibri internazionali.

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    6. Non devi dispiacerti. La situazione è veramente pesante. Mi limito a farti osservare che di momenti in cui si sarebbe potuto fare la differenza ce ne sono stati e ce ne saranno, qui e all'estero. Qui sarebbe bastato che i 5 Stelle non votassero la von der Leyen per dare una discreta sterzata. All'estero, bisognerebbe che la Le Pen studiasse un po' di economia. Potrei fare altri esempi. Lo so che è dura, ma bisogna resistere. Loro solo di una cosa hanno paura: di una maggioranza parlamentare a loro avversa, perché li costringerebbe a gettare la maschera. Ovviamente quella coi 5 Stelle non integrava questo elementare requisito.

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    7. La ringrazio senatore; resistere è un dovere assoluto, purtroppo a volte diventa davvero difficile, si deve combattere sia contro chi sa quello che fa e mette in atto tutte le strategie, anche quelle più subdole, sia con chi non sì è ancora reso conto di nulla, magari perché non sta ancora subendo le conseguenze di certe scelte, di altri ed anche sue

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    8. Le "sfumature" che si vedono bene, che magari si mostrano sotto forma di "gaffe", o quelle che solo si intravedono o non si vedono affatto ma ci sono; puoi ignorarle berciando ma sono lì.
      Stare o non stare al governo avrebbe comunque portato ad un costo, elettorale o il non poter decidere niente.
      Ottenuto poco? Parliamone.
      Si tende a ragionare non tenendo conto della controparte che c'è ed è forte e radicata.
      Come detto nell'incontro di Como "l'Italia è stata ricostruita anche con i fascisti, Ve lo volete mettere in testa?" (più o meno letterale).
      Occorre coinvolgere e collaborare anche con chi è ora nostro avversario, che lo vogliamo o no: sono ovunque dove conta essere.
      Essere lì a evidenziare le incongruenze delle scelte imposte può essere più efficace che urlare (va da sé inascoltati o travisati, i media li conosciamo) anche se è più fico (e comodo) stare all'opposizione, non decidere nulla e alle prossime elezioni magari vincerle senza avere comunque strumenti sufficientemente efficaci per poter incidere.
      Non resta che il dialogo ostinato con chi sta cominciando ad ammettere che così non va, di armate capaci di andare oltre il 2% di consenso o oltre il 10% di partecipazione non ne vedo.

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    1. Ok. Però è l'ultima volta che lo fai, va bene?

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    2. Chiedo scusa, mi sono lasciato prendere la mano. È che l'accerchiamento è quasi completo.

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    3. Ma i commenti non erano assolutamente fuori luogo!

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  6. Mi sento sospeso. Da una parte è arrivata perfino la guerra - come lei aveva previsto e lo ricordo bene - dall'altra siamo fissi in un presente immutabile fatto di euro, austerità, PD, virtù morali e distruzione produttiva. C'è sempre una logica ma è facile pensare ad una voluttà di saccheggio in cui prevalgono gli aspetti distruttivi mentre la struttura di potere si mantiene intatta, inscalfibile quanto la rassegnazione generale.
    Tutto incontra un limite, ma chissà dove.

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    1. Comprendo e in parte condivido lo sconforto che ti pervade. Come ben sai, la medicina non è una scienza (almeno non nel senso in cui la intendono i cretini o i virologi da talk show - nella misura in cui il primo insieme non includa il secondo). Non possiamo dire quindi quando salterà il tappo. Tuttavia, pur comprendendo la tua stanchezza, devo farti notare che qualcosa è cambiato, sia in meglio che in peggio.

      In peggio metterei il fatto che il posizionamento "behind enemy lines" è di difficilissima lettura per molti, e si presta ad essere strumentalizzato da altri. Essere come nel 2012 sembrando dalla parte sbagliata ovviamente non è il massimo, come ho detto poco fa in riunione.

      In meglio metterei che essere "behind enemy lines" (grazie a voi, che lì ci avete mandato) permette di capire e costruire: una cosa che i velleitari idioti non riuscirebbero a fare nemmeno se avessero i numeri per farlo.

      Sottolineo poi il senso di questo post: ora, quali che ne siano i motivi (forse il terrore?), the others la verità la dicono molto in fretta, non ci mettono anni prima di aprire un buon libro di economia (non quelli scritti da loro) e ripetere quello che ci trovano. Anche questo, secondo me, è in qualche modo un progresso.

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    2. Riguardo alla posizione scomoda dietro le linee nemiche: l'accusa che vi viene mossa è quella di recitare la parte del poliziotto buono che però sta dalla stessa parte del poliziotto cattivo. Tutti scordano la figura del poliziotto infiltrato

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  7. Certo che la vita è sempre più dura ma non bisogna farsi prendere dallo sconforto, ma c'è chi sta peggio! Accontentiamoci e speriamo che i vari Giavazzi, Monti etc. un giorno possano capire prima di esprimersi anche perchè le cose che dicono sono recepite e messe in pratica da chi governa. Ma ci sono alternative?

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  8. È vecchio, ops ... è anziano, e prendersela con gli anziani non è bello!
    Chissà come l'avrebbe apostrofato Pansa?
    "Il Nonno Mannaro"?!

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  9. Mi sorge una domanda. L'Italia può (ancora) farcela?

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  10. Domande: in audizione, il ministro Franco riconobbe la necessità di verificare di volta in volta la fonte di finanziamento meno costosa tra titoli di stato e PNRR. Ora che i tassi stanno aumentando significativamete, anche il costo del PNRR è aumentato?
    Nella situazione attuale il ricorso al PNRR è più economico?

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