venerdì 14 gennaio 2022

La locomotiva e il proiettile (QED 96)

Vi ricordate Margherita Hack? L'astrofisica (ma lei avrebbe detto: astrofisiha) fiorentina, fortemente impegnata anche in politica e nel sociale (qualche redattore malizioso o distratto di Wikipedia in questo momento le infligge un curioso lapsus calami


forse equivocando su un certo premio che le era stato conferito a Torre del Lago per certi motivi che qui nessuno contesta). A me piaceva ascoltarla in televisione, un po' perché la materia nella quale si era affermata, fra le tante che aveva praticato (o pratihato), mi affascina da sempre, come qualcuno potrà aver notato, e un po' perché risuonava in lei la mia lingua materna, cioè paterna, ma insomma: la lingua di quella nobil patria a la qual io forse fui troppo molesto (ma sempre meno di alcuni illustri giovani colleghi...).

Mi ricordo in particolare una sera in cui si infervorava cercando di spiegare a un intellettuale italiano (cioè a una di quelle persone che per mestiere non devono sapere nulla né di matematica - "io nun ce sò portato" - né di musica - "a me la musica piace tutta!") un concetto molto semplice: l'energia cinetica è la massa per la velocità al quadrato (sarebbe: per il quadrato della velocità), ovvero, come diceva lei, "l'energia cinetiha gli è la massa per la velocithà a iqquadrato!"

E in effetti è così.

Una locomotiva pesa 101 tonnellate (qui mi riferisco alla E636, quelle appunto della mia infanzia), ma se ti viene addosso a due all'ora ti fa meno male di un proiettile da 4 grammi che ti venga incontro a 920 metri al secondo (e qui mi riferisco all'AR70/90, fucile della mia giovinezza, perché a differenza di voi il militare l'ho fatto, e alle Cascine, anzi: alle Hascine).

E vi ricordate invece di quando, qualche post fa, parlavamo della spettacolare performance dell'Irlanda nel 2015? Una crescita al 25%, praticamente la velocità di un proiettile! Mi chiedo se i giornalisti irlandesi, in quell'anno mirabile, avranno descritto il loro verde Paese come "la locomotiva d'Europa".

Questa storia della locomotiva (che non è un proiettile) fa parte del repertorio più uggioso e logoro delle metafore stantie, le metafore dei travet del pensiero, che a differenza di quelle dei poeti, sottraggono, anziché aggiungere, senso al discorso. Ci siamo imbattuti in essa e nelle sue fallacie fin dall'inizio:


citando studi che la valutavano in senso critico, come quello di De Nardis.

Probabilmente chi la usa ha in mente un concetto che qui abbiamo sviscerato diverse volte: quello di contributo di un Paese alla crescita di una zona, un concetto non lontanissimo da quello di energia cinetica, perché è anch'esso il prodotto di una massa (la quota del Pil del Paese considerato sul totale della zona) per una velocità (il tasso di crescita dell'economia: la prima volta ne abbiamo parlato dieci anni fa e qui trovate tutte le spiegazioni tecniche). Insomma: per contribuire molto alla crescita della zona (per "tirare" il treno), cioè per essere locomotiva, un Paese deve correre molto, o essere abbastanza grande (se poi succedono entrambe le cose ovviamente è meglio).

Proviamo a dare concretezza a questo ragionamento con qualche numero. Nei 23 anni dal 2000 al 2022, i dodici Paesi dell'Eurozona iniziale hanno superato il tasso di crescita del 5% in soli 29 casi, sui 276 (ventitré anni per dodici Paesi) possibili. Una crescita così sostenuta si è avuta in un po' più del 10% dei possibili casi.

Nel 2000, ad esempio, la Spagna crebbe del 5.1% e l'Irlanda addirittura del 9.4%. Ma chi avrà dato il maggior contributo alla crescita dell'area, che nello stesso anno fu del 3.9%? Ovviamente la Spagna, dato che la sua economia pesava per il 9.8% del totale, contro l'1.6% dell'Irlanda, per cui la Spagna quell'anno espresse il 13% della crescita totale dell'Eurozona (0.5% su 3.9%), mentre l'Irlanda solo il 4% (0.15%, sempre su 3.9%). Non fu cioè il Paese relativamente più veloce, ma il Paese relativamente più grande, a tirare di più.

Perché dico "relativamente"? Perché naturalmente non furono né la Spagna né l'Irlanda a dare il contributo maggiore alla crescita dell'Eurozona in quell'anno, ma i due Paesi in assoluto più grandi, Germania (29% del totale) e Francia (21% del totale), nonostante la loro crescita relativamente più modesta (rispettivamente: 2.9% e 4.1%).

Insomma: i proiettili tendono ad andare più veloci, ma le locomotive tendono ad essere più grandi, ed è per questo che tirano di più.

Ci pensavo rileggendo alcuni titoli trionfalistici tutti incentrati sul concetto di velocità (della crescita):

Il problema dello scrivere certe cose è che poi, anche se le leggono in pochi, qualcuno che le legge ci crede, e questo può avere conseguenze. Intendiamoci: non che si contesti qui il dato: 6.3%, sperando che sia il dato effettivo, è un buon risultato, nessuno se ne può dolere. Fatto sta che questo, come altri titoli di giornale, è piuttosto impreciso: anche se il suo tasso di crescita è uguale al nostro, la locomotiva, cioè il Paese che dà il maggior contributo al tasso di crescita dell'area, è la Francia, che esprime il 21% del Pil totale, invece dell'Italia, che conta solo per il 15%. E così, del 5.1% di crescita dell'area nel 2021, la Francia, che è cresciuta come noi al 6.3%, ne esprime lo 1.3% (cioè il 25%, un quarto, del totale), mentre l'Italia ne esprime solo lo 0.95% (cioè il 19%, meno di un quinto, del totale).

Mi direte che non è poi così importante, mi direte che voglio essere disfattista. Assolutamente no, e anzi, per esortarvi a guardare il bicchiere mezzo pieno vi dico subito che quest'anno il nostro contributo supera quello della Germania, una cosa praticamente mai successa prima:


come vi mostra questo Excel pressoché illeggibile, dove ho evidenziato in rosa gli anni in cui un Paese ha dato un contributo superiore al 20% alla crescita della zona.

Va osservata una cosa, a questo proposito: Germania e Francia hanno quasi sempre dato un contributo alla crescita dell'area superiore al 20% (perché hanno più massa), noi quasi mai, tranne che nel 2009, nel 2012, nel 2013 e nel 2020, anni in cui abbiamo dato un grande contributo... ma nella direzione contraria, perché la zona stava decrescendo (era in recessione), e noi eravamo fra quelli che più contribuivano a tirarla giù!

Mi avvio a concludere (come dicono i politici).

Starei un po' attento a riposare sui binari... pardon: sugli allori della locomotiva, come trapela dalle esternazioni di alcuni membri del Governo e dalle confidenze di alcuni alti funzionari. In particolare, mi sembra un po' azzardata l'idea che "possiamo smettere di sostenere l'economia, siamo fuori dal tunnel, siamo la locomotiva d'Europa". Come ci siamo detti qualche post fa, la combinazione di SRAS e SARS non perdona, e qualcuno se ne sta accorgendo


Avevamo appena fatto in tempo a spiegare perché i nostri científicos si sarebbero presto preoccupati, ed ecco il QED, si stanno già preoccupando:


Noi, per non sbagliare, faremo il nostro lavoro, presentando qualche emendamento al milleproroghe (ad esempio, prorogando le moratorie sui crediti...). Questa storia di essere sempre più realisti del re non ci ha mai portato bene, e se l'UE ci lascia spazio per aiuti crediamo che sia comunque il caso di utilizzarlo. La cosa va studiata, sperando che nessuno si offenda: non è disfattismo, è pragmatismo, e anche un po' di allergia alle metafore giornalistiche.

Né la nostra massa né la nostra velocità ci consentono distrazioni: se andiamo a sbattere ci facciamo male, e le condizioni perché questo succeda ci sono tutte, e non dipendono da noi. Insomma, come diceva uno che risolveva problemi...

(...quelli che attendono l'evento catartico e palingenetico forse non sanno che cosa stanno aspettando: io, tutto sommato, preferisco combattere...)

18 commenti:

  1. Ma se la SRAS non perdona, perché "los científicos alemanes" stanno facendo politiche energetiche la cui diretta conseguenza è un aumento del costo dell'energia?

    Io pensavo che i piddini masochisti fossero una specialità tutta italiana. Ogni giorno invece mi accorgo come sia vero che tutto il mondo è paese...

    O qualcosa mi sfugge?

    Davide


    ps: Viva Cristo Rey!

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    1. Bè, qui se n’è parlato spesso: perché loro vanno a carbone e hanno il gas russo dietro l’angolo, quindi se ne fottono abbastanza, direi.

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    2. E un po' anche perchè sono ideologicamente obnubilati, soprattutto di questi tempi, dalle transizioni ecoverdi, con cui molti corporate pensano (forse a ragione) di arricchirsi.

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    3. Che siano ideologicamente obnubilati, purtroppo lo so. Ahimè, Ci vivo in mezzo ai tedeschi. Mi sorprende che lo siano anche "los científicos". Ma forse, non dovrei affatto esserlo...

      Per quanto riguarda il carbone e il gas, si sapeva, eppure (a quanto ne so) la bolletta pare sia aumentata in maniera clamorosa.

      Io pago mensilmente 54€ di elettricità. Già i miei colleghi mi avevano guardato con orrore quando gli avevo detto il prezzo dicendo: "è troppo".
      Ma ora ho rifatto il preventivo con la compagnia locale e... 76.13€ al mese! Alla faccia dell'inflazione!

      (Ovviamente non ho la pretesa di dare un campione rappresentativo. Inoltre non ci capisco nulla di bollette, figuriamoci in tedesco, quindi potrei sbagliarmi. La compagnia ha la pretesa di vendere energia "verde")


      Davide

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  2. "Una locomotiva pesa 101 tonnellate (qui mi riferisco alla E636, quelle appunto della mia infanzia), ma se ti viene addosso a due all'ora ti fa meno male di un proiettile da 4 grammi che ti venga incontro a 920 metri al secondo..." Diciamo che fai in tempo a spostarti... che ti faccia meno male, se non lo fai, ho qualche dubbio. Insomma, se non puoi fuggire, è meno pericoloso il proiettile e credo che valga anche nel perimetro della similitudine.

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  3. tutto ok ma per l'analogia prenderei più la quantità di moto (il 'momento', m x v) che l'energia cinetica :)

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  4. Ma tutti i debiti che stiamo facendo li dobbiamo pagare davvero? Ogni volta che sento spese pazze mi vengono i brividi perché ci stiamo indebitando con gli strozzini ...

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  5. Un proiettile da 4 g a velocità di 920 m/s (mi ricordavo che l'SC70 raggiunge una velocità di 920 km/h, mais passons, potrei ricordar male) sviluppa un lavoro di 3kJ.
    Una locomotiva da 101 ton metriche che urti a 2 km/h una persona, supponendo urto perfettamente anelastico, sviluppa 31 kJ. Una persona media (170 cm, 70 kg), si ritroverebbe addosso 36 kJ/mq. La resilienza delle ossa più resistenti è inferiore a 2kJ/mq. Confermo che chi incrocia il treno si fa di molto male.

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    1. Credo la differenza stia nella diversa reazione del corpo quando è colpito. Inteso che il corpo sia libero di reagire e translare nel movimento l'energia che lo colpisce.
      Questo col proiettile non può accadere, anche per la differente superficie di contatto.

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    2. Infatti ricordi male l'AR70/90 e' un fucile d'assalto camerato 5.56 NATO, le velocità alla bocca del proiettile sono superiori ai 900 metri al secondo come dice il professore, in pratica prima arriva lui(il proiettile) poi arriva il rumore dello sparo.

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    3. Una volta si diceva "ammazza la vecchia col gas e si nun more cor tramme".
      Ovvio che la superficie minore di impatto di un proiettile e la molto minore massa coinvolta nell'urto può implicare danni enormi all'organismo di un mammifero avente la mmassa di un uomo. L'urto di una locomotiva a 2 km/h lo preferirei in pratica dato che avrei maggiori possibilità di sopravvivenza.
      Il proiettile non lo vedi né lo senti arrivare mentre la locomotiva si e allora anche questo va considerato.
      Concludo con un bellissimo brano di Neil Young, Powderfinger che ben descrive l'effetto del proiettile nella terza strofa (qui il malcapitato ragazzo sembra vedere arrivare il proiettile ma è ovviamente una licenza "poetica"):

      Daddy's rifle in my hand felt reassuring
      He said me, red means run, son, numbers add up to nothing
      When the first shot hit the docks I saw it coming
      Raised my rifle to my eye
      Never stopped to wonder why
      Then I saw black
      And my face splashed in the sky

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    4. Anche questa volta il Professore (qui è tale) ha colpito. Ci ha dimostrato come ci appassioniamo subito al dibbattito... su ciò che, nel quadro generale, non conta un cazzo. Basta gettarci l'osso e dimentichiamo l'arrosto. Posso dirlo senza che vi offendiate perché ho cominciato io.

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    5. La verità è una sola: chi vi dice che le dimensioni non contano mente!

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  6. Ma la Hack non era Triestina?

    Comuncue una grande.

    Forse la battuta più geniale era quando rispose alla domanda: "Lei di che segno è?"

    - Sono gattara!

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  7. Arrivata la bolletta del gas in una grande industria ceramica del mio paese, bassa mantovana: importo quintuplicato, risultato immediata cassa integrazione per tutti gli addetti alla produzione. Altri sei mesi così e daremo addio a tutto il comparto della ceramica in Italia, grande consumatore di gas metano. Al governo qualcuno ne è consapevole?

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  8. Il pragmatismo è un'arma a doppio taglio. Bisogna esserne capaci. A proposito di bolletta del gas: grazie mille. A me è arrivata oggi quella di novembre-dicembre: € 16,44.

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