sabato 28 gennaio 2012

Dalle cloache della finanza: Panty strikes back...

Il mio più colossale fallimento educativo, er Pantegana, replica alla provocazione che gli ho lanciato in coda al post sui Keynesiani del VII giorno. Il suo intervento secondo me cade a pennello con la piega che ha preso il nostro discorso. Si parla di "visione", di superare il tecnicismo economicistico, ecc. ecc. Va anche detto, a proposito di tecnicismi, che ogni tanto mi sembra che mi stia facendo la supercazzora (quella del conte Mascetti). Ma prima di essere un buon professore sono stato un buono studente e so far finta di capire alla perfezione. Non dico altro perché non voglio influenzare il vostro giudizio, che mi interessa sincero e schietto. Voglio solo precisare che sono stato suo professore di Econometria, non di Politica Economica (a scanso di equivoci). E ora fatelo a pezzi... ;)




Caro Alberto, sono la tua pantegana, umile ex-studente (ormai più di dieci anni fa...) ed oggi succhiatore di sangue...delle vecchiette. Complimenti per il blog, per i temi trattati e per il taglio degli articoli.


Che dirti, sul tuo articolo sulla finanza e sulla così detta "deregulation" o pseudo-problema. Ne ho diverse di osservazioni ma a dirti la verità non so se avrò la disciplina di argomentare in ordine di importanza come riesci a fare tu (tra l'altro complimenti perché sei fertilissimo in termini di alimentazione del blog....davvero strabiliante, neanche Sant'Agostino scriveva con questa profusione...beato te).
 

Tutto vero il discorso sugli animal spirits degli investitori, sulla deregulation intrinseca al sistema. Però è tutto vero da cento anni a questa parte, chi non ha chiare queste cose (e parlo in generale a chi legge di mercati, di notizie, di politica e di cose che succedono in giro) forse si accosta al mondo con animo un po' troppo verginello...e vergine non è né la politica, né la finanza, né il sistema di potere che domina le università (compresi corridoi, stanze illuminate e non, stampanti e fotocopiatrici, e diritti di posto privilegiato nel portaombrelli....). Io sostengo una tesi molto semplice (forse troppo, ma in questo mondo "barbellizzato", i1 cervello pensante ogni 10.000 beoti, bada bene io sono tra i beoti ovviamente) può essere interessante porre sul tavolo qualche idea:
 

PRIMO TEMA 

Regolare i mercati dovrebbe significare innanzitutto esigere che le banche (gli intermediari per eccellenza) decidano cosa "fare da grandi": o si prestano soldi agli imprenditori ed al mercato retail oppure si fanno le banche d'affari, ovvero asset manager, ovvero private equity, ovvero prop trading desks, etc. etc. Se un imprenditore vuole intraprendere l'attività di intermediario bancario deve scegliere ed in base alla scelta otterrà diverso trattamento, diverse tutele in virtù di un ruolo diverso all'interno dell'economia... inutile dire a quale dei due lo Stato riconosca un ruolo chiave   funzione di cerniera tra creditori e debitori. Tutto ciò in America esisteva già in base ad una legge che è tornata agli onori della cronaca proprio durante la crisi Lehman... (Glass-Steagall) poi però gli americani (di cui tessi le lodi a livello accademico sovente nei tuoi articoli) col piffero che sono andati avanti.
 

D'altronde è chiaro quali lobby alimentino la stanza dei bottoni negli stati uniti... non certo i politici o i pagliacci che vanno ai caucus sventolando le bandierine e deglutendo mostarda. Se hai visto Wall Street 2 (ma tu non l'hai visto perché fa poco accademia e molto rampolletto che mastica frasi fatte sul valore delle cose...) c'è un tizio vecchietto e gobbo di una nota banca d'affari che muove le cose da una regia in backstage (muove la Fed, muove la politica, muove tutto). So che sai di chi parlo perché non parlo di una persona né di una lobby generica... Lehman, Morgan Stanley etc etc. hanno alimentato la bolla vendendo Corporate Default Swap su sottostanti di cui non sono e non potrebbero essere mai garanti, (puoi vendere un CDS sul debito degli Stati Uniti?? Fa ridere.. e se fallisce chi paga Goldman...? "ma mi faccia il piacere..." diceva Totò (come vedi le mie citazioni sono by far più grossolane e rozze delle tue...facciamo che gioco sul difensivo understatement).
 

Dunque la bolla immobiliare si è propagata a dismisura trasmettendosi all'economia reale proprio perché gli istituti di credito di tutto il mondo erano pieni di questa roba... ma che c'entra col credito erogato al bravo imprenditore di Pistoia? Nulla, appunto. Il buon Gandolfo, in appendice al suo libro di Economia internazionale di 12 anni fa scriveva che dai recenti studi accademici sul tema (a partire dalla crisi asiatica e, se non ricordo male quella russa) le crisi nascono ormai sovente dal settore bancario, cioè le crisi sull'economia reale hanno un legame molto stretto con l'attività di intermediazione creditizia... (del resto non è cosa difficile da concepire per un Goofynomist di razza che legga il tuo sito...).



SECONDO TEMA

La leva. Che parola altisonante....che roba strana... (c'è tutto il male del mondo). Se tu realizzi attività di gestione del risparmio o di intermediazione creditizia non puoi arrivare ad impieghi pari al 300/400/1000% del tuo patrimonio... c'è una normativa (la UCITS) che regola la capacità di esporsi ai rischi per un certo tipo di operatori/prodotti (cioè a quei famosi rapporti tra creditore e debitore che tu spieghi in maniera cristallina nei tuoi articoli) che impedisce assunzioni di rischio in eccesso a delle soglie ben definite. Di qui tra l'altro la genesi degli aumenti di capitale osservati a profusione nello scenario europeo (e soprattutto italiano) degli ultimi giorni. Proprio l'utilizzo della leva deve distinguere gli operatori di tipo istituzionale da quelli più speculativi con diverse tutele, diversi regimi fiscali e via dicendo.
 

Le crisi non dipendono dal fatto che io compri Unicredit e la rivenda dopo un giorno o due...assolutamente no. Questa è una tesi non completa, il problema è che se io con 1.000.000 di Euro assumo una posizione pari a 10 volte su Unicredito di tipo short, e se insieme a me lo fanno 1000 individui... allora sì che i mercati assumono una potenza distruttiva (anche se alimentati da quattro o cinque grossi player organizzati...).



TERZO TEMA

I prodotti di risparmio non sono più quelli semplici semplici che troviamo nei libri del 1936, il problema qui è che la regione X, con l'autorizzazione di un assessore regionale incaricato della finanza negozia un collar bond per qualche centinaia di milioni di euro non avendo capito una beneamata fava dei rischi che corre e che fa correre, tanto non è un suo problema che succede all'Euribor tra tre anni, lui è alle Maldive con la moglie spesato dal broker compiacente.
 

I prodotti devono essere chiari al pubblico, più semplici, fit for purpose. La maggior parte di coloro che hanno sottoscritto i bond a cui erano collegate delle cartolarizzazioni non avevano capito una mazza di quello che c'era dentro e del fatto che il debitore finale fosse inserito in una catena infernale...ed infatti alla fine non ha pagato nessuno (anzi si, uno si, la tua adorata vecchietta).

I mercati finanziari saranno sempre soggetti a bolle, hai ragione, ma chi deve sapere sa benissimo cosa andrebbe fatto, ciò che potrebbe incidere pesantemente sui meccanismi perversi e ridare un po' di senso alle cose... ma non lo farà mai perché alla fine del giro debitore / creditore c'è un creditore di ultima istanza (cioè il creditore super-senior) che poi è il vecchietto di wall street "2"... che non permetterà ma di porre una cesura tra economia reale ed economia finanziarizzata... a meno che non sia sull'orlo di perdere tutto il sistema (cosa a cui siamo arrivati nel 2008...e si stava appunto per realizzare rivitalizzando la Glass-Steagall). Qui si entra in un tema più Trotzkista che mai...sulla pervasività del capitalismo in senso lato....
 

Ma la vuoi sapere l'ultima...il capitalismo vecchio stile è morto, gli americani sono dei morti di fame che domani (con il Quant easing 3 più prima che dopo) avranno il debito/Pil al 150%... se qualcuno smette di comprare dollari diventano il Burkina Faso. Ormai c'è il comunicapitalismo. Quello Cinese, cioè un gruppo comanda, fa soldi a palate ma preferisce reinvestirli al 100% impiegando nuove risorse e ruotando così il ciclo alla velocità della luce. Poi se qualcuno non è d'accordo... be’ diciamo che gli si fa cambiare idea, con le buone o con altri mezzi. E dove stanno le minigonne del capitalismo? Quelle degli anni 60? E' tutto finito, il capitale non è libero, vince la politica (quella dei dazi, dei cambi rigidi, dello sfruttamento dei lavoratori e della propaganda forzata).
 

A differenza della Cina in Italia riesci a fare questo anche senza violare i diritti dell'uomo, basta rimbambire per 20 la popolazione con la televisione che alla fine crede a quello che dice chiunque basta che lo dica in maniera autorevole.... (roba da pazzi, lo so che con te sfondo una porta aperta...)



FINE DELLA PARTE SUI MERCATI, IL RESTO CHE AVREI DA DIRE ANNOIEREBBE PARECCHIO E SAREBBE INUTILMENTE TECNICO.
Sugli articoli dell'Euro ne avrei parecchio da dire, non per difendere il buon Milton Friedman, le cui tesi non mi pare di aver letto nel dettaglio nei tuoi articoli... ma ammetto di non essere riuscito a leggere ancora tutto il sito. Quindi so che mi "blasterai” sul tema, ma dico che nel tuo blog domina una letteratura un po' unilaterale...(mi dirai, io scrivo quel che cavolo mi pare sul mio blog...e hai ragione....). Comunque da che parte stai diciamo che si capisce (il tutto ben corredato da argomentazioni grafici e numeri per carità). Nulla da obiettare sul piano tecnico-scientifico (io al contrario di Dana74 non ho neanche lo standing di accostarmi al simposio scientifico trattato dal sito...tuttavia qualche idea ce l'avrei, un punto di vista. Tanto per gettare un po' di benzina e fare la fine di Dana74, mi raccomando mi devi letteralmente distruggere alla fine delle mie parole...alla fine Dana deve sembrare una privilegiata)...


Galeazzo Impicciatore, nella sua "r" moscia incomprensibile al corso di Economia 1 sentenziò che l'euro era una roba che non lo convinceva affatto per evidenti rischi di togliere ai sistemi economici partecipanti al progetto "Euro" quel grado di elasticità nell'assorbire i disequilibri di bilancia dei pagamenti che avrebbero portato a conseguenze a tutti note...roba che mi sembra far parte ormai del tuo contro-mainstream....


Io sono convinto che una volta ancora l'economia (e la rigorosa speculazione scientifica che vede contrapposti monetaristi e keynesiani) debba fare un passo indietro rispetto alla politica. Ho l'impressione che l'Euro sia un progetto politico prima ancora che un progetto economico. L'Europa nel quadro mondiale si è sentita di non avere le carte per sedere al tavolo con altre potenze emergenti da una parte ed i noti incumbent dall'altra...Sicuramente lo stimolo tedesco non è stato quello di regalare la propria produttività e rigore fiscale ai membri dell'eurogruppo (sposo a pieno il fatto che con l'euro la Germania si sia garantita un mercato bello ampio senza problemi legati al tema del cambio....anche se con te ho un questione aperta su quanto incida sulla bilancia tedesca il mercato interno rispetto al resto del mondo...).
 

Insomma penso che si debba guardare un po' in là dello stato di fatto. Le rigidità del mercato del lavoro, che forse sono il vero nodo di Gordio da sciogliere per poter davvero immaginare una Europa unita in grado di funzionare potrebbero essere nel tempo riassorbite da politiche di integrazione (lingua nelle scuole obbligatoria, una lingua ufficiale condivisa e d'obbligo, facilitazione per lo spostamento delle risorse, incentivi per la casa, fiscali...insomma politiche che riducano le rigidità di spostamento e permettano maggiore integrazione in maniera da assorbire meglio le crisi regionali che potrebbero generare squilibri nella così detta OCA....so di non stare procedendo con il tuo rigore scientifico ma credimi, passo la giornata ad invertire matrici e fare ottimizzazioni con MatLab e VBA, non ho un problema di numeri, passo la giornata a fare modelli di ogni tipo... ma credo fermamente che un gruppo di persone funzioni non in base ai parametri macro ma a scelte condivise...).
 

Getto una provocazione di nuovo avocando le tue invettive, ma quando hanno unito le due Germanie non erano forse evidenti differenziali di crescita, di inflazione e organizzazioni sociali diverse?... E' stata una scelta politica o economica? Qui sto davvero chiedendo perché mi pare tu abbia già trattato il tema da qualche parte e sicuramente hai un contributo assai più robusto del mio. Credere nell'Europa è innanzitutto una volontà politica, o c'è o non c'è ma non si può avanzare il pregiudizio che i parametri di base debbano rientrare in un quadro specifico, se si parte così allora la volontà politica non esiste...
 

Dunque l'idea di Europa e di costruzione di una realtà politica deve (se ne sussiste la coscienza dell'opportunità) partire da basi più solide. Che oggi non ci sono, ed è questo il problema, non credo siano i differenziali di inflazione o la produttività. Cioè è chiaro che dopo secoli di divisioni non si parte da economie simmetriche e con parametri in banda...ma sinceramente se questa è la condizione mi sembra che partiamo un po' poveri di aspettative, di idee, di aspirazioni.
 

Tutto questo oggi è in crisi perché manca la volontà politica, la coscienza di un vero vantaggio per tutti, o meglio i leader pensano che i costi per avviare la vera unificazione non siano "convenienti" per i partecipanti ricchi. Vero ma tutto qui? Questa è la nostra capacità di vedere al futuro? Stiamo incorporando gli scenari futuri? Vogliamo fare le svalutazioni competitive della lira per vendere più TodS??? Ma domani le Tods le faranno in Burundi molto meglio di noi....se facciamo leva sugli investimenti in istruzione dell'Italia tra qualche hanno possiamo costruire i pallottolieri per gli indiani (che poi ce li rivendono come asset per le scuole).


Accetto l'ipotesi dello scioglimento dell'euro. Non penso sia un problema di miopia economica, penso sia la manifestazione di una coscienza collettiva dell'inutilità politica dell'accordo. Ma non sono convinto che stiamo fattorizzando tutte le opportunità che da questo progetto potrebbero emergere.
 

UN’ULTIMA RIFLESSIONE SULLA GERMANIA
Che gli stimoli monetari siano parte integrante di una sana politica di adattamento al ciclo, ok. Che permettano di smussare le inevitabili fasi difficili e dare flessibilità al sistema, ok. Tuttavia in un interessante capitolo del buon libro di Guido Carli (quello che propina il Prof. De Cecco all'esame), c'è una interessante analisi sugli effetti degli accordi negoziali che hanno sull'economia e sulla crescita aspettative di inflazione crescenti. 
 

Non riprendo il libro in mano perché non voglio accanirmi sulla singola tesi, in sostanza lì si dice che la stabilità delle aspettative di inflazione nell'economia salariale (sindacati-imprenditori) così come in tutte le negoziazioni contrattuali pluriennali che alimentano l'economia e scandiscono la crescita dei prezzi è di fondamentale importanza. Aspettative di crescita di inflazione bastano ad adeguare le negoziazioni ed autorealizzare le aspettative. Non diceva Lucas una cosa del genere? (e qui aspetto la mannaia del buon Albertone che mi subisserà di articoli contro Lucas e tutto il cucuzzaro di Chicago....). Tra l'altro un bel libro chiamato "processo agli economisti" pubblicato uno o due anni fa autore "Petrini") argomenta una interessante tesi contro Friedman, scuola di Chicago e tutti i filistei... (se no mi dici che faccio il partigiano....). Ma il motivo per cui la Germania oggi fa la prima della classe non è (a mio avviso) solo perché ha sfruttato l'euro per riequilibrare lo sbilancio delle partite correnti che la vedevano un forzato importatore netto in carenza di compratori per via del marco troppo forte....ma soprattutto una economia dominata dalla produttività e dalla disciplina sociale: il tedesco va in azienda in ciabatte, però lavora bene, lo fa in base a regole condivise e chiare al gruppo con cui lavora, sa progettare, sa pensare, sa anche fare pubblicità (da qualche tempo a questa parte...) insomma il fattore produttività è essenziale. Dominano in prodotti ad alta tecnologia e meccanica, è gente che scrive paper e fa ricerca, insomma sono fissati con l'economia reale. 
 

Forse un po' troppo talebani sul lato monetario però da un certo punto di vista dicono: "perché" hai bisogno di stimoli se fai le cose fatte bene? Se ti sai organizzare, inventare, coordinare, scrivere e fare di conto? La metto facile per dire che è un monetarismo focalizzato sulla produttività e sulla qualità (non è il prodotto cinese che costa un caz...e si scassa subito, oppure è fatto con vernice tossica, oppure è prodotto con gente che respira biossido di carbonio in uno scantinato.....). So che queste cose non le devo raccontare a te che le sai meglio di me, ma quando disegni il quadro fatto di "cambi"/bilancia dei pagamenti e altre variabili macro mi viene voglia di inneggiare ad una micro-fondazione delle dinamiche che a mio modo contano parecchio nella big picture. Detto questo i cinesi ormai pubblicano come matti, fanno ricerca alla grande e sono sicuramente degli ingegneri eccezionali. Domani saranno una potenza anche intellettuale del pianeta. Domani presto, intendo. Gli manca un pizzico di creatività....chissà col tempo. Un giorno Marchionne disse "se i giapponesi si mettono a fare macchine che siano anche belle esteticamente allora siamo finiti...."

Ora ho un po’ di sonno, e dopo aver bevuto l'ennesimo litro di sangue dell'ennesima vecchietta mi ritiro nella mia bara, levati i denti aguzzi dall'apparecchio, e pregando perché Mario Monti permetta a mio figlio di prendere un taxi in pace nel 2032..... 

Sei grande prof.


E come si dice a Livorno: ora ti caa l'orso... Dedicato a quella santa donna di tua moglie, cui troppo tempo sottraesti con la tua lettera... Quando i Goofynomist ti avranno sbranato (se no ci penso io) mi prenderò cura di lei e delle tue creature... E dire che suonavi così bene il piano jazz... Quid non mortalia pectora coegis, auri sacra fames!

170 commenti:

  1. Insegno elettronica in un IPSIA ma oggi, in occasione delle celebrazioni per il giorno della memoria, ho incontrato uno studente di liceo scientifico che mi conosce perché ha visto un mio video youtube sulle derivate (http://www.youtube.com/watch?v=DnHnr4nUoo8). Il giovane mi ha ringraziato perché, vedendo il filmato, "aveva capito che la derivata è un modo per misurare la pendenza di una curva". Gli ho chiesto allora cosa credeva che fosse una derivata, e mi ha risposto "il limite del rapporto incrementale".

    Ebbene, mutatis mutandis, il Pantegana mi fa pensare a quello studente. Forse passa troppo tempo a invertire matrici e a programmare in VB, e così perde di vista la "visione". Ma quella vera, della scienza che ragiona sui fatti, non quella politica.

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    1. Mi sento molto vicino a te in ogni sillaba del tuo commento, ma ti prego di apprezzare la disponibilità al dialogo di Panty. Se ogni "piddino" ne avesse un milligrammo, creare uno spazio politico per una discussione libera su questi temi non sarebbe, come è, una mission impossible.

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  2. Non c'è TUTTO di sbagliato... e prima di essere lapidato dico: A) Parte prima: "Regolare i mercati dovrebbe significare innanzitutto esigere che le banche (gli intermediari per eccellenza) decidano cosa "fare da grandi"". Ammettiamo che rispolverare e aggiornare una sorta di Glass-Steagall Act (ma in quale area?)potrebbe valere come ripristino di regole "sagge", anche se la natura del capitalismo finanziario non cambierebbe e con essa la sostanza vera del problema, ma non è questo il punto. Il punto è "esigere che...". Chi ha la forza di "esigere" e di ottenere ciò che esige? Dubito che mille o diecimila "illuminati" possano riuscire a ottenere ciò che il sistema, così strutturato, non intende concedere. Il nodo sono i rapporti di forza, e oggi questi rapporti di forza giocano non già a favore di una società civile illuminata (o illuminista), bensì a favore degli animal spirits.
    B) Terzo tema: "il problema qui è che la regione X, con l'autorizzazione di un assessore regionale incaricato della finanza negozia un collar bond per qualche centinaia di milioni di euro non avendo capito una beneamata fava dei rischi che corre e che fa correre, tanto non è un suo problema che succede all'Euribor tra tre anni, lui è alle Maldive con la moglie spesato dal broker compiacente". Questo "problema" invece potrebbe avere una soluzione pratica se si pone all'interno di ciò che viene detto un "audit sul debito", ossia l'instaurazione di una commissione di analisi su come si è formato il debito, al fine di ripudiare ciò che comunemente viene chiamato debito illegittimo o odioso. Ma anche qui siamo alle solite: esiste la forza per esigere tutto ciò? I mastini che hanno messo attorno al debito si incaricherebbero di fare il lavoro sporco per conto terzi e sbranerebbero all'istante i tapini che si azzarderebbero a chiedere una simile cosa. A meno che... c'è sempre un ma: la società civile non prenda l'iniziativa e cominci a creare commissioni locali per indagare su come si sono formati i vari debiti delle singole amministrazioni, a seconda delle specificità locali. Per il resto: boh?
    roberto

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    1. Sono d'accordo con te (e vedi sotto, dove riciccia il Glass-Steagall). In merito al GS mi sembra che tu sia più lucido circa le sue prospettive politiche. Voglio anche dire che l'intervento di Panty è utile perché p l'epitome del "piddismo" in buona fede: quello che è successo è colpa della finanza cattiva, ma i politici vanno assolti in nome della loro "visione". Io in realtà sono molto scettico circa le spiegazioni che insistono sulla dimensione tecnica del fenomeno, e sul fatto che non siamo più nel '36. Credo che queste spiegazioni sottovalutino la complessità del mondo prima del '36, e io intendo: 1436. Pur non essendo un economista della statura di un Boldrin (lo dico senza civetteria e senza ironia), o forse proprio perché non lo sono, ho avuto l'opportunità di seguire altre traiettorie e altri interessi culturali. Devo dire, estrapolando dalle molte storie che conosco, di essere pressoché certo che sfogliando per 45 secondo un testo di storia della finanza troverei con quasi assoluta certezza (r quadro 0.999999 per Panty) dimostrazioni dell'esistenza del collar bond nell'Amsterdam del 1600 o nella Fiorenza del '300. Direi che le sòle sono sempre esistite, e la "visione" ha sempre avuto lo scopo di catturare il consenso dei solati.

      Quindi non mi estasierei troppo di fronte ad essa, e non mi rifugerei troppo nel tecnico. Sì, Glass-Stegall, sì, divieto di vendite allo scoperto, certo, regulation: ma attenti: rischiereste di essere delusi!

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  3. qualcuno crede che le banche tedesce avrebbero prestato agli spagnoli ed ai greci soldi per farli divenire più competitivi ,quindi creando "suoi" concorrenti?????????????
    come dice "pippo" se chi presta è un tedesco ,credo si sia studiato le economie a cui presta, scusate il bisticcio,se non riesce a riprendersi i suoi prestiti c...i suoi,si chiama calcolo del rischio.
    è l'ennesimo esempio di privatizzare i profitti e socializzare i rischi e ,soprattutto le perdite.
    questo liberismo straccione che ha una paura fottuta di rischiare veramente mi fà schifo.
    i mercanti di una volta partivano all'avventura ,quelli di oggi sono solo burocrati in pantofole.
    se arriverà una crisi vera questa gentaglia "evaporerà"nel nulla.
    e danno lezioni di morale a chi sputa sangue per arrivare a fine mese!
    spero perdano tutto quello che hanno rubato all'economia reale.
    la vera locomotiva d'europa è stata "la periferia" che ha trainato l'economia tedesca e non viceversa,al netto degli scambi commerciali.
    quanto alle banche,i privati non possono avere il potere di decidere della finanza degli stati,oltre che per motivi politici(non c'è un controllo democratico sulla banca d'italia)per incapacità operativa(la MPS è a capo della bancha d'italia ed è sull'orlo del fallimento, una banca che non fà più prestiti io la definisco fallita) e questi dovrebbero governare la banca dell'italia!!!!!!!!!!!!!!!!!!.
    LA LEMAN BROTHER'S HA FATTO MOLTI PIù DANNI DEGLI ULTIMI DIECI FALLIMENTI DI STATO (ARGENTINA ,RUSSIA,ecc...).
    i parametri di maastrict sono tagliati su misura per colpite le finanze degli stati, ma si sono guardati bene dal mettere "letti di procuste" per i debiti privati dei vari stati!
    queste sono scelte ideologiche ,non economiche,tutta l'idea dell'euro é una scelta liberista in cui l'assurdità della moneta senza stato non è stato un errore ma parte del piano dell'economia di esautorare gli stati dei loro poteri reali,svuotarli di ogni possibilità di decidere i loro destini.
    l'attuale crisi sarà l'ennesima scusa per arrogare a bruxelles nuovi poteri PER SALVARE L'EURO! DISTRUGGENDO L'EUROPA.
    tutto questo non è un film:i tagli allo stato sociale,i tagli degli stipendi e tutte le misure "inutili" ,per pagare il debito, imposte alla grecia,hanno prodotto miseria ,suicidi.
    quei tagli colpiscono le vite delle persone non sono solo conti che vanno pareggiati.
    i conti valgono più delle persone!
    adesso vogliono commissiariare la grecia!
    vogliono un'ulteriore trasferimento di sovranità verso istituzioni che nessuno ha eletto!
    io spero che il governo greco in un'ultimo sussulto di orgoglio li mandi.............o.

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  4. Ottima sintesi! Devo dire per onestà che credo che Panty la condivida in gran parte, anche se forse non si vede troppo.

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  5. a me l'analisi di Er Pantegana (mi scusi l'interessato, non è per prendermi confidenza, ma non so come si chiami, a meno che non sia il nome anagrafico e in quel caso gradirei una scansione della carta d'identità) non mi convince neanche un po'.

    Il monetarismo non si può utilizzare come tesi, insomma non funziona veramente, se utilizzi il monetarismo perdi in partenza e alla fin fine non lo utilizza più nessuno. difatti il discorso di Carli decontestualizzato così può essere giusto, ma se legato ad una presunta inflazione da politica monetaria espansiva, no, non ci sto e sinceramente dopo una decade e più di Giappone con tassi d'interesse a zero ed espansione monetaria come non s'era mai vista e inflazione irrisoria, no, non voglio più sentire discorsi sull'inflazione da espansione monetaria.

    O mi disegnate tutte le transazioni che avvengono, punto per punto e che teoricamente portano ad un'inflazione, cioè, un modello teorico che tenga in considerazione transazioni reali e non un discorso da monolocale, oppure non ha senso ragionare in questi termini.

    "Forse un po' troppo talebani sul lato monetario però da un certo punto di vista dicono: "perché" hai bisogno di stimoli se fai le cose fatte bene? Se ti sai organizzare, inventare, coordinare, scrivere e fare di conto?"

    Non lo so, mi sembra una visione troppo semplicistica, o meglio, troppo legata ad una visione dell'economia microeconomica. ma Er Pantegana lo dice anche, e infatti non lo condivido. è come se determinati cambiamenti istituzionali (tasso fisso, camicia di forza) siano neutri e non influenzino l'economia di un paese. Non so, è quella visione aziendalistica che non funziona per uno Stato a mio avviso.

    "ma soprattutto una economia dominata dalla produttività e dalla disciplina sociale: il tedesco va in azienda in ciabatte, però lavora bene, lo fa in base a regole condivise e chiare al gruppo con cui lavora, sa progettare, sa pensare, sa anche fare pubblicità (da qualche tempo a questa parte...) insomma il fattore produttività è essenziale."

    Anche qui, non saprei, "il tedesco" cosa è? Non esiste anche in Gemania una sorta di differenza tra cialtrone e onesto, lavoratore e svogliato, produttivo e improduttivo, innovativo e privo di idee, disoccupato e occupato, sfruttato e sfruttatore? E che sono una società di eguali? A me pare una visione mitologica del "tedesco".

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    1. Ricordiamoci che Carli (come da precedenti interventi di lettori su questo blog) è stato uno dei profeti dl "vincolismo", cioè di quella ideologia che condivide con il fascismo l'idea che gli italiani non si meritino di governarsi da soli. Sarà vero? Sarà falso? Comunque è un concetto fascista.

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  6. Completamente Off Topic: non per rubare spazio ar Pantegana, ma Donald sta dando il meglio di sé

    http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=325

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    1. C'è una morale, purtroppo, da trarre dalla prevedibile débacle dell'innominato, che va al di là di lui e della "sua" vicenda, ed è una morale triste: la società civile italiana ha perso il foglio del fare, come direbbe Montezemolo in Crozza.
      roberto

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    2. ma alla fine l'innobinabile (non l'innominato ) ha ragione
      -nonostante tutto - alla fine uno (popolo ) subisce solo quello che accetta di subire

      ps: voglio dire se tutti i problemi dell'italia erano le prostitute del berlusca e dobbiamo fare come la germania
      (ispedragodixit) dove la prostituzione è legale e molto tassata e dove ci sono locali pubblici dove fanno spettacolini ben piu' estremi delle ^seratine eleganti^
      Be' piddini e bigotti radical chic vari della sinistra: quello (il disastro )che verra' ve lo siete meritato :fate schifo !

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    3. @ robert.
      sono d'accordo, vedi, per dirla in soldoni (e dato che non ho nessuna bacchetta di specialista in mano, sono uno qualunque), preferirei che 1500 persone vadano a Rimini a discutere della MMT (anche se poi il mare d'inverno è molto triste, e a me viene in mente il film di Zurlini "L'ultima notte di quiete"), anziché che se ne stiano a casa, scambiando il virtuale con il reale
      roberto

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  7. Anche il discorso sulla regione che sottoscrive collar bond senza capirne una mazza, non va preso così in maniera asettica. semmai ci si deve chiedere: cosa porta una pubblica amministrazione, braccio locale del governo centrale (aka l'emittente di moneta in uno stato tradizionale) a doversi indebitare in maniera così rischiosa e poco accurata? Quali sono le regole che costringono una pubblica amministrazione a doversi cercare i soldi come un qualunque cittadino o come una qualunque azienda? Perché si è arrivati a concepire uno Stato come un'azienda, senza rendersi conto che sono su due livelli completamente differenti?

    L'accusa all'assessore ingenuotto, alla regione che gioca coi derivati ci sta, va bene, ma è un discorso sterile se non lo si inserisce in un contesto più ampio in cui ci si deve domandare semplicemente: perché?

    Sarà che come ho già ripetuto più volte io condivido le idee di Keynes e Lerner, quindi trovo insignificante il discorso sterile sulle colpe del piccolo assessore locale (sì, magari ingenuo e magari corrotto, quello che volete) costretto ad indebitarsi perché determinate regole prive di senso gli impediscono di fare il suo lavoro (sì ok Boldrin, gli sprechi, l'inefficienza, ma ora levati dalle palle e lasciami continuare il discorso), ma sarebbe anche ora di vedere le cose in maniera diversa e spesso anche per quello che sono. Anche Er Pantegana quando fa una relazione tra il debito pubblico degli Stati Uniti tendente al 150% e la povertà dei cittadini, a me risulta incomprensibile, sempre perché ho in mente il circuito monetario e sempre perché ho in mente il Giappone. Quando dice "se smettono di comprare dollari diventano il burkina faso". Ma lo Stato quando arriva?

    Non so chiudo qui, alla fine son sempre le stesse cose che ho già scritto. ma in realtà a un certo punto Er Pantegana dice una cazzata allucinante che mi ha fatto anche dubitare della sua lucidità, quando dice: "Sei grande prof."
    Ma una grandezza di che tipo? morale, fisica, anagrafica? In più non porta dati a conferma, pura ideologia, diciamolo.

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    1. Intervengo a difesa della mia onorabilità: voleva dire che sono un grande cuoco. Per il resto, condivido (a malincuore) la tua analisi. Non riesco a dirti di più con le dita intirizzite a bordo campo (malgré moi).

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  8. i commenti di roberto e istwine sono i migliori che abbia letto su questo blog !!!grandi! istwine nella mia squadra gioca titolare fisso!
    come leggere spinoza solo molto meglio ! :D

    davvero il pantegana scrive come un politico del pd...(magari lo è anche...) condivido il punto che l'euro -per i saggi politici italiani- ha avuto piu' un significato politico (d'altronde non credo che abbiamo mai pensato alle conseguenze economiche future)
    nella cultura italiana non esiste che non si aiuti qualcuno che è in difficolta' e hanno inteso l'europa come la nostra nuova grande famiglia...diversamente la germnnia -anche se ci ha straguadagnato-gli eurobond non li fara' mai...Ho letto un commento che diceva che l'italia non riesce piu' a fare politica
    da quando si è cominciato a pensare :'tanto ci pensara' l'europa'
    'tanto arrivano le regole europee che ci portano la civilita' e il progresso '...questo ha deresponsabilizzato tutto e tutti

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  9. Molto profonda questa osservazione di Robert: penso anch'io che la "visione" europea abbia creato un colossale problema di moral hazard dei politici. Panty non è un politico, non credo. Ma a lui l'hanno raccontata così... Tenete presente che è anche disposto a farsela raccontare in un altro modo. E già questo lo pone su un livello di evoluzione superiore rispetto al piddino, che non deflette dalla linea del partito nemmeno se il partito è Goldman Sachs.

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  10. Non voglio essere cattivo, ma anch'io sento odore di supercazzola nel fine componimento della Pantegana. Interi periodi appaiono come pezzi di slang finanziario barocco e pseudo-tecnico. Una cortina fumogena per nascondere un nucleo duro di omodossia, dunque.
    Da ignorante a ignorante.

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  11. Sto ripassando con mio figlio l'algoritmo per l'estrazione delle radici quadrate. Qualcuno ha il telefono di Boldrin?

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    1. perchè il suo Nokia ha anche questa funzione ? :)

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  12. Professore, le conclusioni del Professor Hans-Werner Sinn sulla crisi del debito non sono diverse dalle sue: stiamo gettando le basi per un nuovo conflitto europeo. Anche i germanici a volte hanno una un'anima!

    Il punto è che Sinn fa un'analisi per i suoi connazionali dei rischi assunti dalla Germania nei salvataggi del sud europa. Con un metodo abbastanza ragionieristico stima il rischio attuale in 635 miliardi di euro, ma in caso di disintegrazione della moneta unica ipotizza la somma di 954 miliardi di euro!

    Di fronte a cifre del genere i politici tedeschi non hanno altre possibilità: la condivisione del debito europeo e gli euro bond.

    "Se ti devo un dollaro io ho un problema, ma se ti devo un milione di dollari allora il problema è tuo."

    Stimme aus Deutschland

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  13. molto bene, abbiamo letto le dichiarazioni a sostegno di un ritorno alla separazione bancaria secondo lo standard Glass-Steagall.

    Dateci mano col progetto NOBIGBANKS, abbiamo una mission chiara: "Salviamo la gente dagli squali della finanza".

    leggendo i commenti abbiamo ritrovato i dubbi di chi sente per la prima volta parlare di Glass-Steagall.
    “Funzionava nel ’33 negli USA, ma oggigiorno è tutto diverso”.
    Si può ribattere che in verità ha funzionato per 60 anni e appena si è tolta si sono viste le conseguenze. Poi, che sia solo uno dei passi fondamentali è pacifico, a quella riforma là ne dovranno seguire altre.

    “Le potenze emergenti Cina, India, Russia non si adatteranno, anzi trarranno vantaggio dalla disparità competitiva tale da uccidere il mercato bancario”. 
Cina ed India non hanno questo grosso problema perché finanziano già, di preferenza, l’economia reale piuttosto che le mere transazioni finanziarie.
    Con l’applicazione della legge Glass-Steagall in Italia, negli USA, in Francia, in Europa, chi vi opererà dovrà seguire queste regole. 
Al contrario, se Cina, India o Russia vorranno la commistione del loro sistema bancario decideranno loro, ma è campata per aria l’idea che avranno un vantaggio tale da uccidere il nostro mercato bancario.

    “Senza Glass-Steagall le potenze cinesi e indiane ci compreranno tutti”.
 Con Glass-Steagall non sarà permesso alle banche con brokerage ecc. di avere partecipazioni o controllo nelle banche commerciali nazionali. 
Punto e basta, che siano italiane, americane o cinesi, a casa loro sono liberi di distruggersi se proprio vogliono.

    Quali vantaggi derivano da Glass-Steagall?
    Deve essere chiaro il principio: chi non applica Glass-Steagall ha uno svantaggio diretto: nel senso che uccide l’economia reale.
    In ogni caso, Glass-Steagall é un cambiamento radicale del modello – un salto quantico – e presuppone il ritorno al controllo della libera circolazione dei capitali, il meccanismo ideologico che ha privilegiato la finanza a scapito dell’economia reale.

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    1. Non entro nel merito, penso che in questa idea panteganesca (il ripristino del Glass-Steagall) ci sia del buono, e sono convinto che sarebbe opportuno far circolare un po' più il lavoro (quando desidera farlo) e un po' meno il capitale finanziario, visto che, come ho sottolineato nel mio articolo su Crisi finanziaria e governo dell'economia, quest'ultimo evidentemente NON va dove dovrebbe, per motivi che spiego lì.

      Mi limito a ricordare che il lavoro dal quale siamo partiti nel post iniziale (Too much finance) stabiliva un concetto ancora più semplice: bisognerebbe porre un limite quantitativo al debito privato. Cioè bisognerebbe fare per il debito privato quello che si vuole fare (con minor fondamento empirico) per il debito pubblico. Il lavoro quindi non entrava nel merito della "qualità" del debito, si poneva a un livello precedente. Ogni approfondimento ulteriore è interessante: io non sono particolarmente competente, ma è per questo che ho aperto questo spazio.

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  14. Scelta politica o economica?
    Io dico semplicemente che le scelte possono essere di natura politica, certo. Ma bisogna essere onesti. Vorrei tanto che tornassero quegli economisti alla Mundell, alla Tobin: gente abituata a riflettere, a districarsi tra concetti cercando di trovare una sintesi logicamente COERENTE e CONVINCENTE.
    Oggi si procede per approssimazioni, per calcoli, per modelli. Anche allora si procedeva con approssimazioni, calcoli e modelli, ma non solo. Ma a mio avviso bisogna pensare ai concetti, misurarli con la realtà, dargli il giusto peso. I modelli sono autoreferenziali per definizione, ma il giusto equilibrio per dare corpo e spessore ad un modello (e dunque significatività reale) dipende, a mio avviso, dal nostro background culturale, "da dove vogliamo andare a parare". E bisogna ammettere dove si vuole andare a parare, e se il nostro intento è legittimo, coerente, chiaro, indipendente.

    Libertà e Giustizia Sociale, si diceva. Oggi bisogna aggiungere l' ONESTA' INTELLETTUALE.

    Detto questo, l'analisi del Pantegana non mi convince. Innanzitutto non è un'analisi: lo dice lui stesso, in quanto non segue il metodo dell'argomentazione scientifica, ergo non lo è.

    Ma veniamo ai nodi fondamentali. Il sistema finanziario soffre di molti problemi, di cui 2 fondamentali:

    1)Informazione asimmetrica
    2)Amplificazione pro-ciclica

    C'è poco da dire. Sono inefficienti. Funzionano male o non funzionano! L' euro poi, ha una struttura che privilegia le concentrazione di capitale tedesco e svantaggia il capitale dei paesi periferici, nonché il lavoro ed i lavoratori europei. Questo è quanto. Non mi interessa sapere se il progetto è politico o economico, il fatto è che ci sta danneggiando, dunque perché perseguirlo?

    E poi francamente mi sono rotto le scatole con questa storia della concorrenza e della mobilità nel mercato del lavoro. La concorrenza deve essere promossa tra le imprese, non tra i lavoratori, e il capitale deve essere incentivato ad investire nei settori produttivi, per migliorare la qualità della nostra vita sociale, altrimenti a cosa serve l'economia? Se con il progredire del tempo il risultato è lavorare più di quanto si lavorava 60 anni fa, e il risultato è vedere la gente che va in giro con Ipad, Iphone, smartphone, tutti raggrinziti e muti all'interno di aerei, treni ed autobus, allora a questo punto risulterebbe legittimo pensare che l'economia ci stia danneggiando, ci stia delegittimando dal punto di vista sociale!

    Per concludere vorrei precisare che pensare a livello "micro" e argomentare, ad esempio, che eventuali aste concorrenziali possano portare ad un risultato efficiente ci fa dimenticare un nesso fondamentale: nessuno ci garantisce che l'applicazione di questo concetto ad un contesto macro garantisca un risultato parimenti efficiente o, quantomeno efficiente e basta.

    "Se è efficiente microeconomicamente allora.....è efficiente microeconomicamente, e sotto determinate condizioni", e basta! Da qui a passare ad un assunto di carattere generale si perde non tanto significatività nell'approssimazione, ma nella concettualizzazione!

    Carlo

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    1. Sono d'accordo con tutto e apprezzo soprattutto la prima parte dell'intervento. Faccio notare che la matematizzazione dell'economia, che ha anche dei pregi (esempio: se Coase avesse "matematizzato" noi avremmo capito cosa voleva dire e non avremmo sprecato un Nobel), ha però degli aspetti meno nobili. Uno, che ho enfatizzato in Crisi finanziaria e governo dell'economia, è quello di soddisfare la legittima aspirazione degli economisti ad avercela dura (la scienza, che avete capito!), accrescendo così il proprio "prestigio intellettuale" agli occhi propri e delle studentesse in prima fila. Un altro, che Carlo evidenzia, è il poter rivestire di falsa oggettività, esprimendolo in formule, un ragionamento che comunque si basa su premesse di valore e che comunque porta a favorire l'una o l'altra distribuzione del prodotto.

      Negli anni '60 si era (non tutti, la maggior parte) abbastanza onesti da riconoscere che le premesse di valore esistono, che non bisogna vergognarsene, e che la scienza (sociale, ma non solo) non si fa facendo finta che non ci siano, ma dichiarandole, in modo da permettere al tuo interlocutore e ai testimoni del dibattito di costruire un pensiero critico.

      Di questa onestà non c'è traccia negli economisti da talk show. Ed è normale. Un Castle hack, eventualmente, le sue premesse di valore fa meglio a nasconderle.

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    2. Caro Prof.

      segnalo l'ultimo editoriale di Eugenio Scalfari titolato: "Una lettera per la Camusso".

      In particolare cito questo passo, e ne vale la pena perché entra nel merito specifico:

      "un sistema economico aperto non sopporta variabili indipendenti. I capitalisti sostengono che il profitto è una variabile indipendente.
      I lavoratori e il sindacato, quasi per ritorsione, hanno sostenuto che il salario e la forza-lavoro sono variabili indipendenti. Sono sciocchezze perché in un'economia aperta le variabili sono tutte dipendenti una dall'altra.
      Se il livello salariale è troppo elevato rispetto alla produttività, il livello dell'occupazione tenderà a scendere e la disoccupazione aumenterà perché le nuove leve giovani non troveranno sbocco."

      Ragionamento miope, incompleto. Si parlava di premesse di valore: appunto, ormai sembra chiaro che la "sinistra progressista" abbia accettato di gran lunga la via preferenziale di accumulo di capitale a scapito della qualità del lavoro, ed abbia fatto divenire il lavoro "variabile dipendente" rispetto al capitale. Questo non rappresenta il funzionamento oggettivo di un sistema economico - basti guardare ai paesi nordici, dove accumulo di capitale ed equità sociale vanno di pari passo - questa dunque è una scelta POLITICA bella e buona.

      Il capitale è mobile, va dove gli conviene, il lavoro è fottuto. E allora liberalizziamo i movimenti di capitale, flessibilizziamo il lavoro. Tradotto: il capitale va remunerato alla miglior condizione possibile, il lavoro si adegua alle sue esigenze "produttive" (di fatto "speculative").

      Come dice Eugenio "La politica salariale nei prossimi anni dovrà essere molto contenuta". Appunto, DOVRA' ESSERLO. Perchè? Perchè "Se il livello salariale è troppo elevato rispetto alla produttività, il livello dell'occupazione tenderà a scendere e la disoccupazione aumenterà perché le nuove leve giovani non troveranno sbocco". Forse una sana lettura Keynesiana farebbe bene a questi pseudo-sinistroidi devoluti ad una massa di centrismo molle, flaccido, piddino appunto.
      Cosa significa che il livello dei salari è troppo alto rispetto alla produttività? E se in realtà esso fosse basso, quale effettivamente è? E se fosse basso da 30 anni a questa parte? E se poi un aumento dei salari incida positivamente sulla produttività del sistema?
      Ma soprattutto: LA DOMANDA AGGREGATA? La disoccupazione oltre che dalla produttività dipende dal livello della domanda, e la domanda da cosa dipende? Ah, certo: dai salari.

      Per il caro Eugenio le variabili sono dipendenti, ma a modo loro.

      Carlo.

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    3. questo sì che è un decano. ne ho visto di grossi una volta al lago, ma questo è un decano veramente portentoso, peserà almeno 13 chilogrammi, incredibile.

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    4. Ricordati che è vietato pescare con la dinamite. Certo, questi decani all'amo non abboccano...

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    5. ma sapete che ho letto da qualche parte qualcuno (indovinate di che area politica) che riteneva giusta la particolare richiesta della germania di mettere mano al bilancio greco?

      a sto punto dovremmo lanciare notizie false e vedere come reagiscono.

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    6. Alberto,

      http://www.emilianobrancaccio.it/2012/01/29/lettera-alla-mia-ex-professoressa-elsa-fornero/#more-2735

      forse questo conferma ancor meglio il tuo discorso sull'omodossia di Brancaccio.

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    7. Ma no, perché? In fondo qui Brancaccio affronta con la consueta tempestività il prossimo snodo, cioè l'adozione di quello che in questo blog abbiamo visto essere il modello tedesco: precarizzazione selvaggia e aumento della disuguaglianza, e dice alla sua ex insegnante una cosa giusta: non c'è alcuna indicazione empirica cogente che questa ricetta risolva i problemi.

      Non ho molto da eccepire.

      Ho tutto da eccepire quando, come ho visto fare in altre occasioni, Brancaccio banalizza il problema della competitività italiana riducendolo a un problema di nostra produttività e vedendo la produttività come un fenomeno di offerta, trascurando cioè acquisizioni secondo me molto sensate del modello di crescita cumulativa pk di Kaldor-Thirlwall.

      Ma di questo volevo parlarvi con più calma. In aeroporto mi fate compagnia, ma le mie risposte rischiano di essere un po' criptiche!

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    8. no no neanche io preso così in maniera singola. è condivisibile e sulla materia ha scritto anche un altra serie di articoli interessanti e documentati.

      ma non è il "guardare avanti" che mi aspetto da un marxista/sraffiano come si definisce. non lo so, c'è un approccio troppo leggero da più parti, mi capisce? sarà che io son intransigente come ben dice lei.

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    9. A proposito di pescecani, un piccola postilla per dire che anche "tecnicamente" il guru di "Repubblica" mente: volutamente è rimasto agli anni'70 per questa faccenda del salario come variabile indipendente, perché se non ricordo male fu proprio Lama (bisognerebbe farci un post su questa figura di sindacalista "responsabile", dal quale tante disgrazie hanno avuto origine) a rimangiarsi tutto, e accettare la concezione del salario come variabile dipendente, come voleva la confindustria
      roberto

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    10. Se Citando Lama volevi provocarmi un travaso di bile, ti comunico che ci sei riuscito.

      Alex

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    11. Brancaccio pratica la kick box, attenzione se vi doveste capitare di criticarlo dal vivo, potrebbe reagire con un calcio volante ;)

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    12. 2)Amplificazione pro-ciclica

      tra l'altro essendo il mercato dei capitali pro ciclico
      il fatto che non sia stato prevista nessuna clausola a sostengno dei paesi che evuntalmente avessero avuto problemi a rifinanziare il debito avvolara l'ipotesi ('complottistica')che ^si sapesse^che prima o poi il debito di ^qualche^ paese mediterraneo sarebbe stato destabilizzato con le consegueze che vediamo

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  15. Condivido ben poco dell'articolo, in particolare il modo di impostare le argomentazioni, non ce l'ho con l'autore ma personalmente non riesco piu a digerire articoli che buttano in un unico calderone troppi argomenti diversi tra loro, con passaggi logici immotivati. Comunque sia, temo che il vizio di prendere il tema del leverage in modo del tutto isolato possa portare ad argomentazioni fallaci, come d'altronde ci era incappato anche lo stesso hyman mynsky. Sarebbe già piu utile ad esempio rapportare il leverage al mis-matching ratio, per capire meglio come le fragilità finanziarie possano essere distribuite nel rapporto tra creditori-debitori. Sinceramente è un tema che non conosco in modo apporofondito riguardo alla crisi finanziaria...il fatto è che il leverage è un termine che fa molta gola ai giornalisti, ed ho la sensazione che la speculazione di questo termine sia troppo abusato, incoerente o incompleto.

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  16. Ecco appunto.

    Quello che scrive Scalfari rende, imho, piena giustizia alla collera ofidica del prof. quando fustiga gli incauti acusmatici ed anche i matematici (qui intese, le due categorie summenzionate, in senso Pitagorico) allorquando troppo indugiano al meditar sul "cosa fare dopo"...

    Se la stragrande maggioranza della gente si fa intortare "adesso" da queste incommensurabili minchiate, è garantito al limone che "dopo" non resterà più nulla da fare!

    Alex

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    1. La mia natura ofidica è leggermente preoccupata da quanto ha annunciato France 2: il termometro arriverà a -15! Era un po' che lo aspettavo. Se entro in letargo non preoccupatevi.

      Per il resto, a me più che gli argomenti fanno incazzare i toni. Parlo con tutti e più volentieri con chi non è d'accordo con me. Ma quando uno, pur di dir qualcosa, non è d'accordo con se stesso, allora lì mi girano subito, anche perché alla battaglia della dialettica da poveracci non ammetto il fioretto, passo subito all'AR70/90 (che può anche tornare utile in presenza di avversari competenti nel kick-boxing - se riescono ad avvicinarsi a più di 200 metri).

      Siamo qui per capire e per costruire, le perdite di tempo sono un insulto per tutti. Questo è il senso del mio essere talvolta ofidico.

      La domanda sul dopo, oltre ad aver avuto risposta, è, torno a ripeterlo, intempestiva nel senso che qui c'è ancora tanto da fare per spiegare e gestire il presente.

      Ripeto: il problema è il piddino medio che ancora va in giro (mica leggerete solo il mio blog?) a dire che l'euro ci ha salvato dall'Argentina.

      Comunque, il dopo e anche il durante lo ha descritto in modo secondo me abbastanza convincente Jacques Sapir, col quale spero di entrare in contatto nei prossimi giorni.

      Tutte le minchiate sul fatto che in Burkina Faso il lavoro costa poco o che la Cina ci mangerà le tratterò in modo più organico.

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    2. 200 metri? Troppo buono! sotto la dura scorza in fondo sei un tenereone!

      Io avrei detto mezzo kilometro ...

      http://www.israel-weapon.com/default.asp?catid={FC704F52-0DBF-48E6-A23F-650EFA687FDC}

      Alex

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    3. Non sono un tenerone: sono miope! La mia valutazione era abbastanza ottimistica: non credo che riuscirei a centrare un granello a un po' più di 200 yards (quanto fa in foot?). Non son più i tempi che tiravo al piattello in senso proprio! E l'istruttore placido diceva "bravo, sai, al giorno d'oggi è importante sapersi difendere".

      Come dire che di cattivi maestri ne ho avuti di qualsiasi tipo!

      Ora tiro al piattello solo in senso figurato, come ogni collega. Però mi sono scelto un piattello grande come l'astronave di "Independence day": la non sostenibilità dell'euro. E quindi ci colgo malgré moi...

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  17. E che qualche solito noto non scagazzi la minchia con il mantra delle "critiche fine a se stesse, la sterile polemica, l'assenza di proposte".

    Ma che vada cordialmente a dar via il culo!

    Se proprio si vuol cercare qualche cosa da fare, la prima cosa è che quelli che ci hanno cacciato in questo casino si accontentino di non venire fucilati sulla pubblica piazza, si ritirino in buon ordine, e non rompano i coglioni spropositando su possibili soluzioni! Non sono più credibili!

    Alex

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    1. Be', storicamente parlando, anche la Rivoluzione francese è iniziata con i cahiers de doléances. Poi però...
      Cmq., quando esco per strada, mi pare di respirare un'aria di intimidazione e repressione del dissenso più pronunciata di prima. E non mi riferisco solo ai fatti noti (No Tav, pescatori e contadini in quel di Roma, e oggi gli studenti bolognesi), ma anche a fatti spiccioli. Un paio di giorni fa, ad esempio, in una piazza della mia città c'era un banchetto che raccoglieva firme contro equitalia. Ebbene, nei paraggi c'erano un sacco di celerini che chiacchieravano, cosa incrdibile per un banchetto che raccoglieva firme
      roberto

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  18. Scusa Alex ma non ci saranno troppi pronomi SI acc...SI rit...nella tua prospettiva "esortativa"?

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    1. Comunque hai ragione!

      Era una "esortazione" incompleta! Manca l'Altrimenti!

      SI...SI...Altrimenti...

      http://www.youtube.com/watch?v=WBEjKCL3aEE

      Alex

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  19. "Oggi siamo alla perdita sistematica del loro potere d'acquisto e ciò rappresenta una ragione importante della recessione in atto. La distribuzione del reddito tra profitti e retribuzioni non aveva lo squilibrio di oggi. Tutti, ormai, leggono in questa diseguaglianza la ragione profonda della crisi che attraversiamo e il motivo per cui le politiche monetariste non ci porteranno fuori dal guado.
    La diseguaglianza è dettata dallo spostamento progressivo dei profitti oltre che a reddito dei "capitalisti", a speculazione (o si preferisce investimento?) di natura finanziaria. Così si riducono, oltre che la redistribuzione, anche gli investimenti in innovazione, ricerca, formazione e in prodotti a maggior valore e più qualificati.
    Senza investimenti, si è scelto di produrre precarietà, traducendo l'idea di flessibilità invece che nella ricerca di maggior qualità del lavoro, di accrescimento professionale dei lavoratori, in quella precarietà che ha trasferito su lavoratori e lavoratrici le conseguenze alla via bassa dello sviluppo. In sintesi: lo spostamento sui lavoratori dei rischi del fare impresa."

    Queste le parole di Susanna Camusso in risposta ad Eugenio Scalfari.

    Carlo.

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    1. "ed è per questo che, conseguentemente accettiamo ogni tipo di contratto che ci propongono da anni, siamo il primo concetto astratto con una sede regolarmente registrata, e chiediamo a gran voce il pareggio di bilancio e di impalare la classe politica degli anni 80 per via del debito pubblico! ah e dimenticavo, l'Europa ci ha salvato oggettivamente."

      Carlo, hai dimenticato questa parte fondamentale.

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    2. It's public debt craze still going on...l'hai capito alberto perchè tutto sommanto (anche se non ti piace ) l'innominabile è un santo...è l'unico che possa essere ascoltato dalla ^base^ a dire che il problema non è il debito pubblico...

      comunque a me dispiace perchè la sensazione che l'euro (e con esso il processo socio-economico che sottende ) continuera' la gente continuera' a fare i sacrifici e la germania concedera' il minimo possibile (presentandolo
      come una grande concessione) mi sa rafforza...

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    3. L'innominabile ha sclerato completamente, con la sorpresa di molti ma non mia, quindi diciamo che questa ormai si può considerare una zona de-donaldizzata. Parce sepultis. Sicuramente in Germania alcuni hanno interesse a prolungare l'agonia, che però resta tale, soprattutto per noi.

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    4. sofferenza :
      http://grooveshark.com/#!/s/Symphony+No+3+Opus+36+Adagio+/2T8UYK?src=5

      (la n.1 non la trovo)

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    5. L'innominabile ha sclerato completamente, con la sorpresa di molti ma non mia . Lol
      (per me è sempre stato cosi'...)

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  20. (per dececco non me la sarei presa cosi tanto -anche se capisco alberto si sia infastidito dal suo pov- , leggere e discutere su scalfari è triviale Imho )

    The International Monetary Fund expects economic contraction of 2.2pc this year in Italy and 1.7pc in Spain, with further declines in 2013 - if all goes well
    This will play havoc with debt trajectories. Italy’s debt will rise to 127pc of GDP by next year
    So much austerity for so little gain

    “My conclusion is that the Draghi bazooka is such an aggressive example of monetary easing that Eurozone M3 growth will run at 5pc or more [annualized] in mid and late 2012.”

    “I remain sceptical about the viability of the European single currency in the long run, but the day of the execution has been postponed once again,” he said.

    If Mr Draghi really is the Latin bloc’s monetarist avenger, the Germans will find out soon enough. It is Germany that will overheat, inflate, and suffer a “Latin” credit bubble as EMU’s wheel of fortune turns. Europe’s crisis will take on a whole new political turn. But that is a chapter for tomorrow.

    http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/ambroseevans_pritchard/9047851/Mario-Draghi-the-Latin-Blocs-monetarist-avenger.html

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  21. Ma chi se l'è presa per De Cecco? Certo non io. Mi sta molto simpatico, è una persona profonda e brillante (a conoscerla). Facciamo due lavori diversi, però. E non ho mai capito quella uscita sul teorema di Coase...

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    1. ( mi sono spiegato male , mi riferivo alla deriva all'uscita di decco via sergio&marco , comunque dececco se fa ste uscite è un castle hack!^^ -non prenderla letteralmente-)

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    2. Ah... no, non pensavo che ce l'avessi con me, ma meglio precisare: sul web rimane tutto e avrete capito che non le mando a dire, ma in questo caso un equivoco mi dispiacerebbe perché alla fine rimane una delle figure alle quali sono più affezionato nel mio ex-dipartimento.

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    3. De Cecco a me ricorda quella figura anni 50, tipo Luigi Pavese. è per quello che mi piace qualunque cosa dica, o meglio, mi piace solo come si pone, poi quel che dice va bene in ogni caso. è così anche dal vivo? un uomo di altri tempi insomma, come si suol dire?

      senza offesa per nessuno, è un complimento il mio.

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  22. Sì, De Cecco era un gran simpaticone all'"Infedele" :-)
    Un po' meno, però, di quanto lo siano le tre ragazze adesso
    Però. come i media (quasi) mainstream possono rovesciare le frittata impunemente, anche se poi la fanno cadere in testa agli italioti (Micael Antonio Salvati docet ex cathedra mediatica)
    Propongo un comitato puro e duro per sostituirlo con il Profe, almeno ci sarà aria nuova in cucina
    (scusate la sviolinata, è a fin di bene)
    roberto

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    1. dopo aver visto la trasmissione per due ore volevo vomitare. poi ho sentito dire qualcosa di sensato da parte di V. Giacchè è ho mandato un commento, diciamo propositivo (sponsorizzando un pò il prof.!), sul blog dell'infedele.

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    2. vero dececco ha quel modo ironico e distaccato da erudito
      da altri tempi che piace (ma col cavolo che mi piace quello che dice ultimamente...anche perchè è troppo distaccato...
      dovrebbero invitarlo al meeting dell'mmt per controbilanciare...)

      Io non so bene cosa sia l'infedele ma le trasmissioni tv talk show italiani servono solo ad annebbiare la mente quindi a meno che uno non lo faccia per soldi o per farsi pubbliciita'... poi lerner il pr di debenedetti e prodi ...
      all'atto pratico se volesse farsi sentire il proffe dovrebbe andare su libero il giornale milano finanza panorama ...ma il passo è duro , comunuque se ci si vuole liberare dell'euro quella è l'unica porta a cui bussare

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    3. è leggermente provocatorio pero' che la germania e la finanza ci sta' fregando e che bisogna riprendere la sovranita' monetaria l'ho sentito dire solo da tizio dei forconi siciliani
      e da zamparini (che non conosco ma sembra in effetti un berluscone di campagna ) postato da marco...(si forse l'ha detto anche bertinotti ma lui l'eurozona-e forse il trattato di lisbona?- l'ha voluta e aveva i mezzi per informarsi-se lo aveva capito bossi - quindi non lo conto)
      se c'è anche qualcuno del pd buona fede (e ci sara' sicuramente) il partito è in mano ai letta alla fiat(i piemontes) a debenedetti via gruppo espresso , sono semplificazioni ma davvero saranno quelli che andranno avanti per l'europa l'euro ciampi prodi ecc...fino alla fine e altre...
      volete che vi posti un discorso di veltroni? inutile avere riserve mentali
      PS: un alleato che non ti piace non è un castle hack
      è solo un alleato che non ti piace
      ma che verosimilmente ti potra' aiutare
      (per quanto non ti piaccia)
      PS2: perfino grillo che è uno che prende in giro
      che fa exploitation relentlessy con il populismo piu'
      basso ,e senza 'vere' idee , puo' essere un alleato
      l'importante è non aspettarsi niente piu' di quello

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    4. Uno dei problemi è quello di capire se alleandosi col Demonio Berlusconi (o con l'ortottero svaporato) si recupera sovranità, o se si passa dai governi telefonati da Berlino a un caudillo locale. Sono però d'accordo che un alleato che non piace non è un Castle hack. Come ho detto più e più volte (e più volte) il Castle hack non è quello che non la pensa come te apertamente: è quello che fa finta di pensarla come te, perché altrimenti non potrebbe realizzare il suo scopo, che è quello di minare la credibilità di ogni seria proposta di cambiamento.

      Io negli anni '70 stavo a casa mia, ma non credo che alle manifestazioni gli infiltrati arrivassero dicendo "mi presento, sono un celerino fascista, andiamo a fare due passi che poi io caccio la P38 e ci divertiamo". Sbaglio? Ecco: i Castle hacks oggi sono strutturalmente "di sinistra", abbiamo fatto nomi, non sporco ulteriormente lo schermo (seguendo il consiglio di Robert, al quale spero di esser riuscito a chiarire la mia idea).

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    5. @Pippo

      E la vera notizia è che hai sentito qualcosa di sensato: "il vero grande successo dell'Europa è stato l'euro"

      Pippo, tu sei tanto buono e caro (lo dico con affetto, non ti sto prendendo in giro), ma fattene una ragione: se vedi qualcuno in quella scatola con un lato di vetro, un motivo c'è. Se segui il link sopra (2005) capirai per quale motivo ci hai trovato la persona "sensata". Se segui il link sotto (1997), capirai per quale motivo nonostante i tuoi sforzi non ci troverai me.

      Io però ti sono grato del tentativo e del sostegno! E va bene così: la verità non ha certo bisogno di Bagnai per trionfare nel lungo periodo. In fondo, è bello sapersi inutili...

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    6. Istruzioni per l'uso: i due commenti precedenti dicono la stessa cosa. Purtroppo.

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  23. http://krugman.blogs.nytimes.com/2012/01/30/eurozone-problems/#more-28687

    alcune slides interessanti pubblicate da cuguraman.

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  24. Ma sono tutte cose che vi ho fatto vedere anch'io! D'altra parte, tenerle nascoste sarebbe abbastanza difficile... Grazie!

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    1. ha ragione ma mi son attenuta a queste semplici equazioni:

      In generale per il PDboy:

      Bagnai = signor nessuno.
      Krugman = mito liberale.

      Se si parla di Euro:

      Bagnai = cazzaro complottista.
      Krugman = cazzaro complottista.

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    2. attenuto attenuto.

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    3. Sono sicuro che sei un maschietto: ne darò una prova scientifica fra qualche giorno, che ti interesserà anche nel caso fossi una femminuccia.

      Finalmente ho capito cosa significa la sigla "Cc" che vedo nei clienti di posta elettronica: "cazzaro complottista"!

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  25. @istwine , belli i grafici ...ma faglieli capire...nel senso che uan verita' per essere accettata a livello mainstream ha bisogno
    di passare per canali molto diversi e piu' ufficiali (il famoso
    articolo di krugman dell'autunno in cui diceva che spagna e italia si erano ridotti come stati del terzo mondo l'ho tradotto e provatoe far girare ...senza successo , penso pensassero che krugy fosse berlusconiano...)

    @alberto : come repubblica non la considero' caslte hack , repubblica è caslte e basta...che poi ci sia qualcosa di buono
    anche da loro ricuramente ma la linea politica (e gli interessi sono ben chiari) quando al berlusca , politicamente lui deve seguire i suoi interessi se l'italia va' male LUI non puo' esportare e il suo elettorato è fatto dal piccolo commercio pmi
    oltre che da ex an che sono sicuramente i piu' affidabili per la ritorno alla lira e una politica di controllo dei capitali
    Quindi non dico sia buono nè che ti devi mettere il suo poster in camera...dico che la tua voce puo' trovare ascolto da quelle parti per smuovere davvero le cose...sicuramente c'è anche una componente proeurozona anche a ^destra^ (qualsiasi cosa significhi) ma LUI NON Ha uno stretto interesse a tenersi l'euro
    quindi -non mi fido- ma siamo onesti non sara' nè vendola nè bersani nè letta il giovane a dire e fare qualcosa contro l'eurozona...grillo ha detto qualcosa (l'hanno postato anche qui)
    con il solito mix tra stupidaggini e verita' scomode...Poi boh
    potresti andare in vaticano a parlare con papa ratzi dicendo che l'euro rovina le famiglie e impoverira' tanto gli italiani che non faranno piu' bambini ...magari qualcuno in vaticano ti ascolterebbe...

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    1. devo dire che per me è molto piu' facile perchè comunque la contrapposizione tra guelfi e ghibellini tipica italica (ovvero la politica come tifo sportivo) non l'ho quasi vissuta o poco...Io ho letto un po' Langer (che non mi sta' particolarmente simpatico) lui che in vita è stato emarginato
      e considerato eversivo e troppo alternativo (in patria) era in realta' un moderatissimo cattolico utopista ratzingheriano...(che poi è il motivo per cui incredibilmente i suoi saggi/artcioli degli anni'80 vendono ancora! l'ultimo intellettuale tirolesecon con messner ha guardato all'italia ...)

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  26. @Robert

    Scusa: ancora non ho capito che lingua parli, se me lo dici cercherò di dirti nella tua lingua quello che dovrebbe essere assolutamente evidente: sono del tutto d'accordo con la tua lezione di pragmatismo, che quindi è inutile (a me, ma magari sarà utile a chi ci legge, e che arrossirà di sdegno).

    Del resto, altrimenti non avrei scritto questo articolo, nel quale, come vedi, in sostanza dico che il problema non sono le scopate di Berlusconi. E non avrei scritto questo articolo, nel quale concludo che che Berlusconi era un male minore di quelli che si sarebbero presentati.

    Mettiamola così: ci sono delle persone che ragionano per appartenenza e non sanno dare un ordine di priorità ai problemi. Sono i piddini.

    Io non sono piddino.

    Tu hai amici piddini (a quel che capisco) e mi dispiace per te. Ma non devi spiegare a me quello che non sei riuscito a spiegare a loro. Non so se mi sono spiegato...

    Scusa se puntualizzo. Questo tipo di operazione rende sempre antipatici (ma so che tu sei al di sopra): purtroppo è necessaria in un contesto, come quello del mio blog, nel quale è opportuno che sia chiaro quello che intendo dire.

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    1. @alberto lo so che la sai :)
      [non mi metto certo a fare i commenti sul come essere pragmatici]

      secondo me è utile essere ridondanti su questo ecco (tu viaggi alla velocita' della luce ma finchè non cresce la consapevolezza di quali siano la consapevolezza dei veri problemi e di chi ' nemici' non vedo come possiamo liberarci dell'euro) quello che dico sopra sembrerebbe il contrario del comportamento dell'assennato e consapevole informato ...non è solo questione dei piddini(continuo a sentire stupidaggini pure dal pdlellini..) è che la maggior parte della gente è stata acceccata dalla problematica (sessuale) berlusconiana & del debito pubblico...
      c'è superconfusione e super disinformazione : non si comparano MAI i dati economici negativi dell'italia con quelli della germania...
      questa politica monetaria tedesca ha l'appoggio di chi controlla i media privati e pure la rai da quello che si sente...

      A esempio pensando a un allenato che si puo' dire di tremonti ? (per è ambiguissimo come personaggio) ma è uno che come stavano le cose lo sapeva , forse aveva pure una mezza idea di tornare alla lira...Ho letto per certo (E mi hanno confermato indirettamente) che un consulente di tremonti aveva organizzato il buyback del debito italiano con il pagamento via btp ai creditori della pubblica amministrazione (cosa che è stata in parte attuata) cosi come avevano previsto una norma per il debito pubblico potesse essere acquistato solo da istituzioni e privati italiani (!) quindi un ritorno al passato e forse il preludio per il ritorno alla moneta sovrana non vi sembra?
      Poi arrivano tremende pressioni via Bce e germania per cacciare berlusconi/tremonti...Quindi tremonti lo possiamo -con molte riserve- considere alleato? Gli scrivi un post una lettera pubblica ? scriviamo a tremonti ?(è un uscito un suo libro non so cosa ci abbia scritto...)

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    2. sorry per la frammentazione delle frasi sopra...

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    3. Sai, il problema italiano è che se Tremonti critica la globalizzazione (non so come, non mi interessa, mi attengo al messaggio televisivo perché sto ponendo l'analisi al livello "uomo della strada"), il Fassino o la Fassina di turno intervengono per dire "lo fa in modo strumentale, Berlusconi scopa!" (un argomento del quale tutti apprezzano la pertinenza e la conseguenzialità logica), e non per dire "effettivamente nella globalizzazione, come in tutto, ci sono pregi e difetti ma in proporzione variabile: parliamone". Che poi sarebbe anche un modo per chiamare il bluff, se è un bluff.

      E se invece Fassino (questa volta era lui), dopo che Berlusconi buon ultimo dopo Geermania e Francia, in un contesto di crisi, aveva sforicchiato il 3%, si scaglia contro il governo in nome del rigore e dell'austerità, ecco, quello no, non è tatticismo strumentale, non è andare contro le proprie convinzioni pur di graffiare l'avversario politico, non è l'ennesimo suicidio: quella è "visione".

      Insomma: l'unica cosa che non si può dire di questa sinistra è che si sia tagliata i coglioni per far dispetto alla moglie. Voleva farlo, tutta la sua strategia è impostata in questo modo, solo che all'atto pratico non li ha trovati... perché non c'erano.

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    4. ^è ma alberto questo fassino lo dice perchè il rigore e l'austerita' e il preludio per le liberalizzazioni che servono a dare speranza ai nostri giovani , non possiamo lasciare questo enorme debito pubblico ai nostri figli e ai nostri nipoti ! (non ti vergogni del debito che lascierai e o anche solo che non hai combattuto ogni giorno per ridurre il debito ?)

      comunque io pensavo che magari tremonti potesse essere un vettore per diventare un po' piu' mainstream

      c'è da dire che quelli che ci sono adesso(i sostituti di berlu e tremonti) hanno un vantaggio non sono per nulla ambigui

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    5. E perché dovrebbero esserlo? Dieci anni di disinformazione di sinistra, incluso il messaggio che tutto andava male perché Berlusconi scopava, hanno completamente anestesizzato la parte sociale che potenzialmente avrebbe interesse ad opporsi a certe politiche. Quindi va bene così. Possono dirlo in faccia.

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  27. Ma è ovvio che Berlu è l'unico "democratico" con cui si può fare una alleanza sul "no euro".
    Per un motivo semplice: convergenza di interessi.
    L'alternativa delle destre autoritarie sarebbe molto più pericolosa ....

    Era chiaro fin dall'inizio che Berlu fosse "il male minore" dal 94 in poi.
    Non è un caso, secondo me, che è stato sempre largamente votato.

    Il problema è che negli ultimi anni si è tagliato le gambe da solo, ma "rinascere" dalle ceneri è una sua specialità...

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  28. http://www.linkiesta.it/debito-pubblico-governi

    come volevasi dimostrare, terribile.

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  29. Non vorrei sbagliare, ma mi sembrano dei dilettanti totali! Fanno la cumulata dei valori NOMINALI del debito, senza tener conto del fatto che 1936.27 lire nel 1970 avevano un valore ben diverso rispetto a un euro nel 2008!

    Ho capito piddini, ma qui si esagera! Qualcuno può spiegare a questi dilettanti perché si usa il rapporto debito/PIL? L'imbecillità di chi vuole ricondurre tutti i problemi italiani a una figura (es.: il Berlu), per non ammettere la propria dabbenaggine, assurge a delle vette inarrivate in questo articolo.

    Grazie, istwine: affronto più contento il gelo della Normandia...

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  30. E se ci fate caso uno dei loro lettori se ne è accorto: che figura di merda! Che dilettanti! Ma del resto, l'elaborazione è tratta da un sito di commercialisti. Ecco, cari, fate il vostro lavoro, aiutate i bottegai a evadere, che all'economia ci deve pensare qualcuno più attrezzato intellettualmente...

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  31. ancora su Giacché, quindi OT rispetto ar Pantegana (il quale, qui giunti, non se lo fila più nessuno):
    Di lei, Profe, mi ha stupito la memoria impietosa, non ne perdona una, e sono rimasto un po' basito nel leggere l'articolo del 2004 del Vladimiro, dove ipotizza che l'unico pericolo per l'euro potrà venire dagli Usa, e si tace completamente del "ruolo" tedesco. E sì che il suddetto aveva detto negli ultimi tempi delle cose ragionevoli (cfr. il suo "Sette balle sull'euro", o qualcosa del genere).
    Ritirandomi nel mio eremo a leccarmi le ferite,
    roberto

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  32. @ prof. Bagnai
    so che mi vuole bene!

    Il mio commento è successivo all'ascolto di un paio di interventi di Giacchè http://www.youtube.com/watch?v=OXIvoMd_lAg&feature=related dal minuto 5:10 al minuto 7 e http://www.youtube.com/watch?v=qj0jMRW_wq0&feature=related dal minuto 1:50 al minuto 6:00, che confermo dal mio punto di vista essere molto sensati.

    Non avevo letto l'articolo di Giacchè del 2005; tuttavia, a parte il ridicolo osanna iniziale all'€ (anche i premi nobel o soprattuto i premi nobel si sbagliano: lui cita Mundell a sostegno della sua tesi) e la diatriba sulla guerra monetaria €/$ quale principale fattore di rischio per la zona € (qui faccio un pò il complottista dicendo che tale questione non è stata e non è a mio avvivo ininfluente), direi che leggendo anche le critiche sul processo di unificazione europea (non per niente il titolo è "L'Europa che non c'è") emergono chiaramente alcuni concetti che lei stesso cerca di spiegare: si parla di "vizio oligarchico", "dogma economicistico e liberista, connesso a quello monetarista", "dumping sociale all'interno dell'Europa", "assenza di coordinamento delle politiche fiscali", "dell’assoluta autonomia della Banca Centrale Europea da qualsivoglia organismo politico prevista dal Trattato di Maastricht" ecc.

    Non voglio difendere Giacchè, non mi interessa minimamente farlo, e sono consapevole che in generale chi va in tv ci va per un motivo, che non è quello da noi auspicato. Ma il sistema, come nel film Matrix, qualche volta ha delle imperfezioni, per cui potrebbe accadere persino che la invitino all'Infedele! (mi sembra che anche il prof. Andrea Fumagalli, che addirittura propugna non solo l'uscita dall'€, ma anche una sorta di diritto al default, abbia fatto qualche comparsa; poi ovviamente è sparito per ovvi motivi).

    Il mio giudizio su Giacchè era anche influenzato da questo articolo http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/27/piazza-grande-euro-sette-balle-sui-tedeschi/180063/ , che avevo già proposto e nel quale non mi sembra dica cose insensate, altrimenti dovrei pensare che anche quelle del prof. Bagnai lo siano e non lo penso affatto.
    saluti

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    1. Aggiungo un dettaglio: l'importante è dire la cosa giusta. Chi l'ha detta prima o dopo, o chi ha magari detto quella sbagliata, non ci deve interessare più di tanto. Non vorrei che il mio commento venisse interpretato in questo senso. Penso che sia importante trovarsi d'accordo al momento giusto! Aspettando -18...

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  33. in tempi non sospetti chiesi al prof che ne pensava dei "deliri" (definizione mia) di Giacché. Mi sembra di essere stato accontentato.

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  34. Buoni! Dunque: nel 2005 uno può aver detto quello che gli pare. Anzi: a questo proposito, invertendo le mie priorità, dedicherò il prossimo post a un duello che si è svolto in quell'anno fatidico o giù di lì.

    Non ho nulla contro Giacchè che è stato molto cortese con me in occasione della pubblicazione di un mio articolo sulla Cina. Non voglio ricambiare la sua scortesia con la slealtà di citare fuori dal contesto una frase che, come dice Pippo, comunque nell'articolo viene qualificata.

    Mi sembra che ad oggi (o forse a ieri) Giacchè faccia parte del coro dei catastrofisti, ovvero di quelli che mostrano sufficiente apertura da considerare l'uscita come una possibilità, ma poi ne dipingono le conseguenze in un modo eccessivamente emotivo.

    Mi sbaglio? Non lo so, ditemelo voi, perché anch'io, come Gadda, quando scrivo non ho tempo di leggere (ma voi vi leggo sempre con interesse).

    P.s.: io dimentico tutto. L'articolo di Giacchè era stato citato da qualcuno in coda a un mio post sul forum dei dilettanti, Claudio me lo aveva ricordato tempo addietro, e sono andato a vederlo. Del delirio penso in effetti che è un delirio: gli Usa non sono mai stati seriamente preoccupati e per un motivo molto banale: la Bce non vorrà mai approfitttare del suo potere di signoraggio. Per questo motivo l'euro non ha minimamente spiazzato il dollaro, anzi...

    Pp.Ss: signoraggio inteso in senso tecnico. Neonazisti e adoratori di Pound (inteso come Ezra e non come Sterling) astenersi e leggersi un bel libro di macro.

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    1. In merito alla BCE, non vuole o non può? Non sia così criptico!!!
      Inoltre riguardo al presunto delirio. Ricordo che qualche tempo prima della guerra in Irak, risultava che Saddam avesse preso la decisione utilizzare gli € per le transazioni riguardanti il petrolio Irakeno. "Nel novembre del 2000 Saddam iniziò a richiedere che il petrolio iracheno fosse pagato in euro anziché in dollari, forse perché gran parte delle importazioni irachene avvenivano dai paesi europei, ma più probabilmente per tentare di indebolire la moneta statunitense: infatti secondo alcuni la domanda di dollari sarebbe dovuta soprattutto alla compravendita del greggio in quella valuta, il che sosterrebbe il suo cambio, proteggendolo dalla svalutazione" da http://it.wikipedia.org/wiki/Saddam_Hussein oppure dal Time Magazine online http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,998512,00.html

      Anche il povero Gheddafi aveva in mente di bypassare il $ (in realtà anche l'euro) attraverso l'introduzione del dinaro d'oro come unica valuta africana http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/6114-la-moneta-doro-di-gheddafi-che-avrebbe-sconvolto-gli-equilibri-economici-mondiali.html; sappiamo come è andata a finire, con il beneplacido dei pacifinti sinistrorsi che non hanno mosso un dito contro la guerra di aggressione di uno stato sovrano perpetrato dagli assassini Nato. Non dico che queste siano le uniche ragioni di queste guerre, ma perchè non prenderle almeno in considerazione?
      Anche sull'Iran girano notizie simili, per questo spero vivamente che sui "deliri" lei abbia ragione prof.

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    2. Io ho amato e amo molto i Pisan Cantos, per cui: sarò bannato dal blog? In più: secoli fa ho collaborato a una rivistina romana con il "compagno Giacché" ma senza conoscerlo direttamente perché spediva gli articoli per posta, e diretta per giunta e per mia ignomia da un docente di economia politica della Sapienza (il cui nome meglio tacere), per cui: sarò bannato dal blog?
      roberto

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    3. Posso provare a rispondere?
      Da appassionato di cose mediorientali, ti posso dire che le ragioni per cui gli USA hanno distrutto l'Iraq erano tante e tanto varie da rendere superflua la ricercavi un "movente monetario". Inoltre nutro un forte sospetto verso la retorica di quei paesi che pretendono di mettere in crisi l'egemonia del dollaro effettuando scambi in euro. Un esportatore petrolifero di prima grandezza, l'Iran, pratica questa politica da anni http://en.wikipedia.org/wiki/Iranian_oil_bourse. Non mi sembra che in molti se ne siano accorti. Forse la strada per indebolire il dollaro non e' quella.

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    4. La BCE non vuole. Potrebbe, è una BC.
      La questione è politica, naturalmente, financo ideologica.

      L'Euro e la sua struttura sono un prodotto politico figlio di una ideologia ben precisa.
      Non è che, distraendosi, si sono sbagliati. Sono state scelte scellerate, ma precise.

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    5. Non sottovalutareri il fatto che il reinvestimento in attività USA dei surplus dei paesi petroliferi (scelta naturale se questi sono definiti in dollari) costituisce un elemento essenziale del sistema "Bretton Woods II". Certo, le ragioni per distruggere l'Irak erano tantissime: c'erano le armi di distruzione di massa, no? Ma sul fatto che gli Stati Uniti siano così indifferenti alle scelte di Irak, Libia, e Iran, non sono d'accordo. Diciamo che il fatto che porti (e che in effetti non conoscevo, non essendo esperto di quelle economie) quanto meno mi spiega perché improvvisamente, da un giorno all'altro, tutti i registi iraniani son finiti in carcere! (nel senso che la radio ha cominciato a bombardarci con questa notizia, ovviamente...).

      Certo, in effetti è probabile che ci fossero da molto tempo, come è anche probabile che nel mondo si violino i dirittti umani. Diciamo anzi che è probabilissimo. Ma una cosa è certa, una sola: che i nostri media ce ne fanno accorgere appena il paese "violatore", rigorosamente in via di sviluppo, lede gli interessi USA (e in subordine i nostri). E il "battage" inizia per tempo, in modo che poi, quando l'attacco parte, il piddino possa dire "be' certo gli americani sono imperialisti, ma anche loro, benedetti figlioli, perché violavano i diritti umani...". Tranne il caso, ovviamente, di piddino che avesse il figlio al G8 di Genova (ma non auguro a nessuno di aprire gli occhi in quel modo: meglio scrostarli col Viakal).

      Quindi dal fatto che si insiste tanto sui diritti umani in Iran, dalla montatura sull'attentato al principe saudita (tu sei esperto, ricorderai), ecc., capisco che certe scelte infastidiscono. Nel 2007 i surplus delle partite correnti di Iran e Iraq erano circa 70 miliardi di dollari, più o meno un decimo del deficit statunitense. Mi sembra abbastanza per due paesi altrimenti minuscoli in termini economici. E comunque ti assicuro che 70 miliardi di liquidità fresca fresca non fanno schifo a nessuno. Nel deserto non ci sono solo pozzi di petrolio. Ci sono anche oasi di dollari.

      Il vero problema però in questo contesto è che l'euro non è mai esistito come alternativa valida. Quello che in Italia ancora molti non vogliono vedere, all'estero, come vi ho più volte ricordato, è chiaro da tempo. Per questo le teorie del complotto del tipo "l'euro è andato male per colpa degli americani" sono un delirio. Questa è la parte che assolutamente non condivido dell'analisi di Giacché. Per il resto, so che mi legge e vedo che ha fatto un percorso (del quale eventualmente NON avrei il merito io perché mi limito a riportare i risultati della produzione scientifica più qualificata). Del resto, non so se oggi condividerebbe quello che ha scritto illo tempore. Ma, ripeto, questo NON è importante.

      Banalmente, se la Bce avesse voluto che l'euro spiazzasse il dollaro come numerario internazionale, avrebbe dovuto fare due cose (ma lo avete letto "Crisi finanziaria e governo dell'economia?" Mi sono fatto un discreto mazzo a scriverlo, credo di poter competere al Guinness delle fatiche inutili...): stampare euro, e farli uscire dall'Europa. Non ha fatto né l'una cosa né l'altra: la prima è incompatibile con la (pretesa) allergia tedesca all'inflazione, la seconda con il suo (reale) mercantilismo.

      Quindi sono abbastanza certo del fatto che la colpa dell'insuccesso dell'euro non è degli americani. Siamo noi che abbiamo avuto la colpa di non ascoltarli (ma a molti di voi non sono stati fatti sentire).

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    6. @Roberto

      Assolutamente no, perché maius gaudium erit in caelo super uno peccatore poenitentiam agente. Accolgo questa tua confessione come segno del miracolo: come hai fatto a uscire da quel covo di eurofili con qualche neurone non candeggiato? Vedi, il povero Panty non c'è riuscito. E sì che di neuroni ne ha tanti. Ma la lavanderia funzionava piuttosto bene, ultimamente...

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    7. A mio modesto parere, per arrivare a Bretton Woods II bisogna prima abbattere l'attuale non-sistema monetario, di cui uno dei pilastri e' l'euro. Quindi, giù il pilastro!

      Ancora su petrolio ed euro: posso affermare con certezza che la storia "Saddam fatto fuori per gli euro" e' una bufala inventata ex-post da ambienti della sinistra occidentale allo scopo di incensare il loro idolo, Ahmadinejad. Sostanzialmente il discorso era ed e': "l'Iraq non c'e riuscito, ma per fortuna ora in Iran c'e un governo con le palle che ci riesce". Dopodiché, ovviamente, il dollaro domina più forte che mai. Fateci caso: in genere negli ambienti "antimperialisti" l'esaltazione dell'euro va di pari passo con quella dell'Iran. Dio li fa, e poi accoppia.

      FORSE il paese che potrebbe dare una seria picconata alla moneta di Zio Paperone potrebbe essere l'Arabia Saudita, che e' ormai diventata il primo fornitore di petrolio della Cina. Questi due paesi sono strettamente legati, oltre che da concenienze economiche, da ragioni geopolitche, le quali esulano completamente dall'ambito di questo blog; se questi due paesi decidessero di basare i loro scambi su una valuta diversa dal dollaro, be', forse qualche conseguenza ci sarebbe.

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    8. Il parere più che modesto è solitario: l'euro come pilastro del Bretton Woods II (al quale non bisogna arrivare, perché come ho spiegato nel mio articolo è esattamente la definizione che una branca non minoritaria della letteratura scientifica dà del sistema attuale) è un'opinione assolutamente isolata, ma forse proprio per questo degna di tutela.

      Abbiamo frequentazioni diverse, si capisce. L'euro non è il pilastro di nulla, se non della carriera politica di qualche politicante della periferia, e dei profitti delle banche del centro. Il suo ruolo geopolitico è inesistente perché inesistente è il saldo di current account dell'Eurozona, che è, appunto, un gioco a somma nulla. Da qui non si esce.

      Certo: il surplus saudita è più grande degli altri due messi insieme. E mettendoli però tutti insieme ecco che si crea un bel problema di finanziamento del deficit Usa. Questi sono numeri.

      Ah... e il dollaro domina più debole che mai. L'euro non domina più forte che mai. Posso suggerire una lettura? La solita...

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    9. Aspetta aspetta che mi sono espresso male! Con Bretton Woods II non mi riferivo al sistema attuale, ma ad un nuovo processo di organizzazione dei mezzi di scambio a livello globale, con conseguente varo di una nuova moneta comune per gli scambi commerciali. Quello che dice di volere il presidente della BC cinese, insomma.

      Il pilastro: il non-sistema attuale si basa sul dollaro, su un euro gregario, e sulle altre monete a fare da tappezzeria. Non era una teorizzazione, ma una constatazione.

      Infine, col termine "forza" del dollaro non mi riferivo al suo tasso di cambio, ma alla sua capacità di essere la valuta di riserva mondiale. Ormai questo passaggio l'ho capito (necessità del deficit USA, Triffin ecc). Mi sono semplicemente espresso in maniera ambigua.

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    10. Mi piaci così ambiguo! Così posso provocarti...

      Ma appunto, il "non sistema", nell'ipotesi di Dooley et al, se ne strabatte dell'euro. E capisco cosa intendi per "forza" del dollaro: il fatto che il sistema si basa su di esso. Ma appunto questo comporta una sua debolezza. Rispetto alla quale il fatto che ci siano degli elementi di domanda "strutturale" non costituisce un dato trascurabile (per Barak). Senza essere per questo "antimperialista eurofilo"... Ti chiedo solo di considerare questo punto di vista, per il resto sono d'accordo con te.

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    11. ^la colpa dell'insuccesso dell'euro ^

      ma l'euro è un successo ! come si fa a parlare di insuccesso! se qualche paese va' male è per la mancanza di riformismo dei suoi governi per l'alto debito pubblico
      e in special misura per la mancanza di innovazione & R&D
      di alcuni -limitati- stati ; l'euro è un successo come si fa a parlare di insucesso , basta guardare i dati sull'occupazione tedesca gia' presentati in questo blog
      poi comunque le politiche di espansione monetaria generano inflazione mentre noi legittimamente temiamo l'inflazione in quanto minacciosa verso la ricchezza e lo status quo .E comunque anche se quanto detto non fosse vero ricordate che lo stiamo facendo per i nostri figli e nipoti e specialmente per i giovani
      MarioMonti

      comunque il blog sta' incominciando a diventare lungo
      sento la mancanza di un libro di alberto (poi facciamo girare il pdf per fare pubblicita')

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  35. Claudio C. Sì ok gli sprechi, le inefficienze, Boldrin, ma ............ Quello che non riuscite a capire è che il prob
    ema è tutto lì

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    1. Dove? Gli sprechi, le inefficienze dell'intervento pubblico nell'economia.

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    2. dunque il problema è tutto lì?

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    3. o meglio, tu sei produttivo, efficiente e accorto nel tuo lavoro?

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    4. Ma certo, istwine, non hai capito: il problema è il debito pubblico! Ce ne eravamo accorti anche noi guardando i dati (che Boldrin non riporta, non so se perché non li conosce) che trovi nella Figura 1 del prim post di questo blog. Qualsiasi "economista" voglia parlare della crisi attuale, prima deve dare una spiegazione di quei dati. Roberto Frenkel la dà molto bene (incidentalmente, è la stessa che do io).

      Questo mi ricorda che devo scrivergli per prenotare il suo aereo e per fargli fare due risate sul fatto che il Washington Consensus ora non si applica più ai paesi in via di sviluppo, ma all'Europa (dopo che negli USA se ne è constatato il fallimento).

      Questo è quello che non riesce a capire il nostro anonimo di passaggio. O forse siamo noi che non riusciamo a spiegarglielo.

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    5. @istwine: niente attacchi personali. Lo sarà sicuramente produttivo ecc. nel suo lavoro: gli italiani sono meglio di come si dipingono. Solo che certamente il suo lavoro non è quello dell'economista...

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    6. no no, non voleva essere un attacco personale. assolutamente. voleva solo essere una domanda che teoricamente si fa a chi accusa gli altri di essere inefficienti. siccome mi stupisco sempre del solito Boldrin che accusa chiunque di essere inefficiente e poco produttivo mi son sempre chiesto come si misurasse la sua produttività e la sua efficienza.

      spero Anonimo non l'abbia preso come un attacco personale, ma semplicemente come una domanda volta a capire cosa s'intende poi per inefficiente, improduttivo ecc.
      perché spesso è una cosa troppo generica.

      di nuovo scusa ad Anonimo.

      comunque anche Thirlwall, genericamente, propone di uscire dall'euro:

      http://www.kent.ac.uk/economics/documents/tt/John_King_interview.pdf

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    7. Dunque i differenziali di inflazione non sono in alcun modo collegati alla finanza pubblica?

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    8. Carissimo, i differenziali di inflazione sarebbero legati alla finanza pubblica se l'inflazione fosse meccanicamente causata dalla massa monetaria e se la massa monetaria fosse esogenamente creata dallo stato per finanziare la propria spesa.

      La maggiore o minore efficienza della spesa (che è il punto dal quale sei partito) a questo punto non c'entrerebbe nulla. In questa ottica lo Stato creerebbe inflazione anche facendo le cose che sembrano utili ai Boldrin (tipo esportare democrazia e incarcerare chi si fa le canne), qualora non le finanziasse con tasse o titoli.

      Il tuo ragionamento però dal punto di vista della teoria economica è ingenuo, perché:

      1) non esiste un'evidenza conclusiva del fatto che la moneta "causi" l'inflazione: la causalità inversa è altrettanto probabile;

      2) nel meccanismo inflattivo è molto più importante il ruolo del mercato del lavoro, tant'è che i previsori professionisti ormai usano relazioni tipo curva di Phillips per prevedere l'inflazione, con buona pace dei pasdaran ovunque situati negli USA (vedi il mio lavoro sulla crisi finanziaria per riferimenti);

      3) in ogni caso un'obiezione simile può essere fatta solo da chi non conosce i dati, perché i paesi che per primi hanno avuto problemi chiaramente legati ai differenziali di inflazione erano quelli con debiti pubblici in calo e bilanci pubblici tendenzialmente in surplus: Irlanda e Spagna (hai visto la figura che ti ho indicato?);

      4) e in ogni caso le regole europee proibiscono la monetizzazione del fabbisogno (so che te ne eri accorto, ma lo dico per gli altri).

      So che nessuno te na ha parlato, ma il problema è sorto nel settore privato, e non lo dico io: guarda ad esempio De Grauwe, che di economia internazionale ne sa più di tanti che preferisco non citare.

      Questo se vuoi documentarti e se vuoi aiutare veramente il tuo paese. Se vuoi solo polemizzare... non attacca!

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    9. qua Alberto, non concordo, ma mi censuro perché è l'annoso argomento moneta.

      quindi Anonimo, tu ti riferivi all'inflazione causata dall'alto debito pubblico?

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    10. Grazie per De Grauwe, interessante gli spiriti animali, certo dopo una distribuzione degli incentivi come quelli realizzati in Italia dall'intervento pubblico, gli spiriti animali sono definitivamente ispirati al pessimismo universale.

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    11. L'alto debito pubblico di per sé non può causare nessuna inflazione. Anche secondo gli ortodossi l'idea è che la causi se viene monetizzato. Si tratta di un'idea molto sempliciotta, ma non stiamo parlando di questo. Non capisco invece perché ti censuri, cioè con cosa non concordi. Forse le PKNE (post-keynesian non entities) si sono inventate che la moneta causa l'inflazione? O che non esiste la curva di Phillips? Eventualmente fammelo sapere, tienimi aggiornato.

      I cani abbaiano e la carovana prosegue il suo cammino (proverbio arabo).

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    12. no no, non condivido la frase "la causa se monetizzato", perché non ha, da un punto di visto delle transazioni reali, senso. le vuole che gliele scrivo? e dai che le vuole, che le piace dopo tutto polemizzare cor PKNE.

      ordunque, non condivido neanche questa frase "la massa monetaria fosse esogenamente creata dallo stato per finanziare la propria spesa.".

      insomma, la dicotomia monetizzazione - non monetizzazione non ha granché senso a mio avviso sino a quando il conto del Tesoro sarà nel bilancio della BC nella parte Liabilities.

      per il resto sono d'accordo, ma che dico? d'accordissimo, ultrad'accordo con lei.

      PS: boldrin è pure per mandare in galera chi si fa le canne? ovviamente perché non son produttivi.

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    13. Inutile dire che la dimensione "tifo da stadio" (che è quella che mi fa diffidare profondamente della MMT) ti ha impedito di vedere che io ovviamente NON sposo la tesi che la monetizzazione del deficit sia causa di inflazione.

      Il problema di certe idee... Vabbe', dai, te vojo bbene, ne parliamo quando tutto questo sarà finito!

      No, non conosco l'opinione del prof. Boldrin in merito. Normalmente chi è liberista dovrebbe esserlo in modo abbastanza integrale (es.: Friedman è per la liberalizzazione). Solo che il liberismo nostrano è fatto come sai bene, quindi...

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    14. no non mi ha capito.

      comunque non l'è MMT. se le capita di incontrare Thirlwall, le chieda un po' su queste faccende monetarie anche per curiosità, e vedrà che non è tifo da stadio il mio (e questo è pure offensivo a dirla tutta) e che lui, che è molto più attendibile di me, le dirà le stesse cose che dico io, altrimenti non avrebbe mai scritto una biografia di Kaldor e fatto la prefazione a questo:

      http://books.google.it/books?id=FJkY7eiFvdUC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false

      ad ogni modo va bene, ne parliamo quando tutto è finito. è che mica possiamo sempre darle ragione, un po' di movimento serve.

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    15. Il tifo da stadio non si riferiva specificamente a te, ma al tipo di dibattito. Che la moneta è endogena lo so anch'io, sai, alla Sapienza ce lo insegnavano quasi trenta anni or sono... è un dibattito che ha una certa storia. E so pure che tu nel campo MMT sei un'eccezione, perché con te si può parlare. La regola è Donald (e detto l'ho perché doler ti debbia)!

      Dopo di che, visto che dalla Normandia al Kent è un'attimo, magari prendo un drakkar e faccio un salto a trovare Tony, così il libro me lo faccio dare (sai, c'è la crisi...).

      Non mi devi dare ragione, ma non mi devi far dire cose che non ho detto... altrimenti ti ricambio! ;)

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    16. @prof. & @istwine
      E' un vero piacere leggere i vostri commenti, a prescindere dal loro contenuto (ottimo peraltro); tuttavia sento di dover dire la mia con spirito costruttivo.
      Io ho la stessa idea di Donald che ha il prof., anzi mi sono spinto oltre nel giudizio negativo del personaggio, per motivi che non sto qui a spiegare. So, come dice anche il prof, che Istwine è andato(a?) oltre l'appartenenza alla setta, è chiaro che ha studiato, sta studiando ed è molto preparato(a?), e per un periodo si è forse illuso(a?) di poter far crescere un dibattito nell'alveo della civiltà e della serenità di giudizio, ed ha sbagliato. Su CDC questo non è possibile. Il nostro ha fatto il resto.
      Capisco pure la prudenza del prof. nell'esporsi riguardo certi temi, non lo biasimo per questo, anzi lo capisco.

      Se il quadro sopra riportato è corretto, (in caso contrario mi corriggerete), a mio avviso non bisognerebbe perdere l'occasione di poter discutere apertamente e civilmente di una teoria economica (che annovera in ogni caso degli economisti degni di rispetto e considerazione), la MMT, magari anche per criticarla aspramente, in modo diverso, rispetto a quello un pò da fenomeno da baraccone proposto da Donald?

      Lo so, il pericolo potrebbe essere che questo bel luogo virtuale di civile conversazione, possa subire una trasformazione e non sicuramente in meglio; quindi la domanda è The game is worth the candle? Io credo di si.

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    17. Caro Pippo,

      ti ringrazio per l'apprezzamento. In un mondo nel quale continuano a dirci che dobbiamo essere uniti e che per esserlo dobbiamo essere uguali, e uguali a chi sta peggio di noi (perché i tedeschi, ormai l'avete capito, stanno peggio), può essere utile mettere in risalto alcune differenze.

      Queste differenza spiegano i fatti che tu constati.

      Prima differenza: Donald non ha studiato e ha fatto parte (in buona fede o no, comunque ha fatto parte) del sistema di disinformazione criminale che ha messo l'Italia dove sta. Io ho studiato e mi sono fatto i fatti miei finché è stato possibile.

      Seconda differenza: questo non è un forum, dove chiunque si registra e dice la sua, ma un blog, dove una persona che ha studiato parla delle cose che conosce. Lo fa come sa e come può e questo finora ha attirato soprattutto l'attenzione di chi poteva essere attratto da ragionamenti sorretti da dati. Questo nasce come luogo di divulgazione più che di discussione, anche se naturalmente, dato il livello della risposta che ho avuto, è mio interesse discutere con voi.

      Questi sono in sostanza i due motivi per i quali qui ti diverti, impari, e non trovi il tifo da stadio.

      MMT:

      Primo: ci sono un paio di illusioni ottiche: le moneta è in tasca a tutti, tutti pensano quindi di sapere cos'è, ma nessuno ha capito realmente perché riesce a comprare una zappa con un pezzo di carta. La monetà è emotivamente troppo vicina alla gente, e intellettualmente troppo lontana. Già questo basta a mandare in vacca qualsiasi discussione.

      Secondo: ci siamo "deberlusconizzati", no? Bene: ora "dedonaldizziamoci", e quando l'eco degli impotenti insulti del nostro simpatico Duck si sarà spento potremo con serenità affrontare anche questo argomento.

      Terzo: io non ne so niente. Non posso esprimermi (e un blog è innanzitutto un posto dove si esprime chi lo apre) senza essere preparato, e preparato bene. Quindi in ogni caso c'è da aspettare un po'. Accetto la discussione perché imparo molto da voi, ma una discussione su qualcosa di cui non so niente necessariamente mi sembrerebbe calcistica (perché, appunto, anche di calcio non so niente), e rischierei di essere poco utile e di non imparare nulla.

      Sintesi: nessuna preclusione, penso anch'io che possa valerne la pena, ma qui ovviamente il metodo di lavoro è diverso da quello che si può trovare altrove. E se da questa differenza consegue che di certi argomenti altrove non si riesce a parlare... be', forse bisognerebbe anche chiedersi perché!

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    18. grazie Pippo dei complimenti. io non sono mai appartenuto alla setta, anzi, ho scritto ovunque di smetterla di urlare al sacro graal e di mettersi a studiare se proprio si vuol fare del fanatismo. e ho scritto anche, ai tempi delle prime richieste di acclamazione, che nessun economista serio che fa un seminario economico si fa pregare. viene, lo fa, e se ne va a casa tacito e sottomesso.

      ma te la faccio ancora più semplice del professore. c'è questa cosa che si chiama MMT, pompata ovunque e comunque da persone che non sanno cos'è. e non mi riferisco a Donald, lui sì, c'ha studiato assieme, semplicemente non è in grado di cogliere che c'è dell'altro e non è il sacro graal.

      se prendi la MMT e la suddividi nelle teorie che porta avanti, ci ritroverai vecchie teorie di altri e piccoli spunti loro, di cui l'aspetto sugli squilibri commerciali è quello, a mio avviso, più sbagliato. e non l'ho mai sposato.

      ed è per questo che se uno deve studiare questioni di economia aperta uno si studia Thirlwall, Kaldor, Godley e pure Bagnai. secondo me. poi ognuno libero di studiare Giavazzi e Blanchard sulla faccenda.

      sul funzionamento tecnico del sistema monetario, banche centrali e banche commerciali ecc, uno può studiare la MMT, come può studiare altri post-keynes, come può studiare Kaldor o Tobin per intenderci. secondo me. poi anche qui, ognuno libero di credere e studiare quel che vuole.

      il punto è: l'economia, per come la capisco io (quindi non è una garanzia) non è solo sistema monetario e non è solo squilibri commerciali, come non è solo microeconomia né solo macroeconomia. sta a te scegliere e valutare quello che ritieni più valido in ogni campo. non è che se apprezzi un aspetto di una teoria economica, ne devi cogliere in toto tutto il quadro, idem di un economista. e vale per la MMT come vale per prof. Bagnai. l'ipse dixit non ha senso, è meglio andare a fondo alle cose.

      certo, non andrai mai a prendere da Bagnai, da Kaldor e poi da Prescott e Bisin, un minimo di coerenza interna alle tue idee ci dovrebbe essere.

      se vuoi sapere altro, dimmelo in privato che io a parlarne qua sono a disagio.

      (lo vede professore che io mi faccio gli affari miei ma poi mi rimettono in mezzo? non è colpa mia che diamine.)

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    19. [non risco a seguire bene tutto i post ma mi tocca fare l'avvocato dell'innominabile sigh ingrato compito]
      Donald non ha studiato e ha fatto parte (in buona fede o no, comunque ha fatto parte) del sistema di disinformazione criminale che ha messo l'Italia dove sta.
      *che non ha studiato non è propriamente esatto , ha studiato e ha un approccio naive diciamo , ha un approccio piu' da 'crociata' che da seminario di studi (e comunque nessuno lo paragona ad un ricercatoe ,è un divulgatore )
      Accusarlo di avere fatto parte del sistema di disinformazione italiano non è solo scorretto ma è anche insultante e ingeneroso :infatti le poche cose che ha fatto per la tv (di cui ha visto pochissimo su YT)sono servizi estremamente coraggiosi dall'approccio non conformista e critico-un poco naive- verso tutto e tutti (come nello stile del personaggio) proprio perchè non era conforme al sistema è stato espulso dalla rai e dal sistema di informazione ufficiale (dalla stessa gabbanelli che fa l'eroina dell'informazione alternativa)tra l'altro ne è consapevole di essere stato espulso perchè fosse stato un po' piu' omologato (come gabanelli) sarebbe ancora in tv a guadagnare discrete cifre non ^0^ come ora .Solo il tizio di 'c'era un volta' che fa i servizi su bambini che vivono nelle discariche o sulla prostituzione nell'est europa è paragonabile al ^nostro^ per onesta' intellettuale . Che poi si atteggi in un modo suo particolare che puo' non piacere e che abbia dei limiti personali okay non è bagnai l'innominabile e chi lo ha detto ...pero' schifarlo cosi' è un poco troppo ingiusto
      e fuori fuoco .

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    20. @prof.
      Le sono grato per la risposta e accolgo con soddisfazione la sua apertura a trattare certi temi; ovviamente ho colto il suo messaggio, Omnia cum tempore (un omaggio al suo latino, che fa molto naif; che invenzione wikiquote!).

      @istwine
      Lo so che non sei mai appartenuto alla setta, ho letto anche qualche tuo commento critico su CDC, in merito alla piega fedaistica che stava prendendo questo movimento dall'acronimo molto accattivante, MMT. Sai, come lo sa il prof., che le mie riflessioni volevano stimolare la discussione; e in qualche maniera mi sembra che qualcosa di buono sia venuto fuori.
      Ti ringrazio per la disponibiltà ti manderò in privato un messaggio.

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    21. @Robert

      Mi sembrava che tu non credessi alla naiveté. Io non ci credo. Quando uno combatte una battaglia facendo TUTTO quello che è necessario per perderla, in modo scientifico, capillare, meticoloso, quanto meno suscita il mio sospetto.

      E, ovviamente, la tua ammirazione.

      Ma... non si può dispiacere a tutti!

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    22. @alberto , lo sapevo che avrei preso un downgrade difendendo l'innominabile. (con cui non condivido certo il modus operandi )

      Pero' da nessuna parte puoi leggere ammirazione nei suoi confronti : infatti la sua funzione sarebbe stata molte piu' efficace se avesse fatto dei compromessi e fosse rimasto in tv ...
      Nè faccio parte di fanclub dell'innominabile . Diciamo che trovo difficile la sua azione possa fare danno , non è efficace quello che è certo . Tu hai molta esperieza e sicuramente la realta' italiana la conosci meglio di me
      quindi riflettero' sul fatto che possa essere a sua volta un caslte hack , pero' pero' non è uno che si vende per i soldi...questo è certo . Che la sua azione sia scoordinata isolata inefficace puo' anche essere .
      Avesse deviato o sviato un movimento preesistente potrei concordare che possa essere un disturbatore e un perturbatore , ma non mi sembra il nostro caso .

      Comunque la mia non era ammirazione , semplicemente
      precisare meglio che il personaggio ha tanti difetti ma
      non quelli che pensi tu ...
      ps: e se devo pensarlo come caslte hack , lo sarebbe
      degli usa e di uk che hanno interesse a fare durare l'euro
      per annichilire e partecipare al macello del maiale chiamato italia , mi sembra che caslte ha gia' tanti amici potenti non vedo a cosa serva utilizzare il misfit
      che parla ad un pubblico che comuunque diversaemente non si sararebbe mai accupato di euro perchè in quell'ambiente non ne parla nessuno...

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    23. preciso meglio (poi basta sull'innominabile ) essere coraggiosi andare contro a volte è la soluzione piu' facile
      avere un piano e degli obiettivi da raggiungere (con compromessi)coordinandosi è molto piu' difficile . Davvero ci trovo naivetè nell'operato del nostro , ma non vedo il tradimento
      (parlera' di keynes a chi non avrebbe altre possibilita' per conoscere qualcosa di diverso dal mainstream informativo)

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    24. oaky ora ho capito la tua riserva nei ^suoi^confronti(non è facilissimo starti dietro nei ragionamenti )
      se invece che castle hack mi dici che potrebbe essere un Vogelscheuche ...allora si a livello teorico posso pensarlo

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  36. Caro prof., peccato che non vede la televisione. Stasera a Ballarò ho intravisto il suo mito: Latouche.

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    1. Marco tu che sei ^tremontiano^ ricordi a quando risale il video in cui parli dell'euro come moneta cattiva che avevi postato ?(volevo chiedertelo ma immagino non rileggi i post vecchi) video che mi aveva dato un idea che tremonti volesse fare qualcosa ma non potesse davvero ...

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    2. Ma io quando ce l'ho la vedo! Ieri mi sono visto un documentario sulla monarchia britannica su Arté e un episodio di CSI Manhattan su FR5 (credo). Ho scoperto che i cadaveri squartati mi conciliano il sonno. Devo preoccuparmi?

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    3. Robert credo ti riferisca a questo.
      http://www.youtube.com/watch?v=_NUqqFcItdI
      ma è interessante anche questo. Sembra di sentir parlare un uomo di sinistra.
      http://www.youtube.com/watch?v=T7hIW5aSs00
      ovviamente non parla si signoraggio, come invece pensano chi lo ha caricato su youtube. Invece, dimostra il suo pensiero che è stato sempre un pò protezionista.

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    4. Come del resto quello di Adam Smith!

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    5. Avevo risposto alla discussione su Marx, è tutto sparito a quanto vedo O_o

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    6. Ma hai risposto sotto il post sui Premi Nobel! Qui non si butta niente, salvo l'improbabile caso di qualche errore fatto quando lavoro su iPhone.

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    7. ah vero, scusate, che tonto, ero convintissimo di aver postato qui!

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    8. @si marco grazie pensavo a quelli (grazie anche ad adam smith off course) a che periodo risalugono sono dell'anno scorso o precedenti ? non riesco a capirlo
      vorrei capire da quando tremonti ha incominciato ad avere dubbi sulla capacita' di reggere l'euro tanto da esplicitarli direttamente..

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  37. Professore, ma se uno volesse iniziare a studiare economia da autodidatta da dove e con quali libri dovrebbe cominciare? E soprattutto, quali conoscenze matematiche servono? Scusate l'off topic ma volevo iniziarla a studiare per conto mio...

    Andrea

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    1. Dipende quale economia. Se ti interessa l'economia internazionale monetaria comincia da qui (conoscenze matematiche quasi zero). Poi se ne parla.

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    2. Mi è venuta un'idea. E se mandassi lo stesso testo alla redazione del Tg3? Così potrebbero evitare di esclamare giulivi "con la disoccupazione ai minimi storici, la Germania si conferma locomotiva d'Europa"

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    3. Castle hacks. E probabilmente non sono nemmeno pagati extra per sparare cazzate simili. Che paese di schiavi, però! Vi rendete conto della differenza che c'è fra un telegiornale francese e uno italiano?

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    4. Si, guardo spesso france24. Sono contento soprattutto quando mostrano gli sproloqui di Sarkozy, perché siccome parla un francese per deficienti non mi perdo una parola.

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    5. Anche lui ha brillantemente risolto il problema di rivolgersi al suo elettorato, come tutti i politici italiani...

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  38. Gentile Prof.,
    oggi su Il Foglio (giornale che mi sono ridotto a comprare alla disperata ricerca di qualche voce di opposizione al Governo Monti) c'è una sorta di intervista a Paolo Savona che mi sembra che sostenga tesi analoghe alle sue. Magari mi sbaglio, ma sconto il fatto di avere avuto una formazione giuridica.
    Comunque complimenti per l'articolo pubblicato su costituzionalismo.it, illuminante e chiaro pure per un leggi Pandette come il sottoscritto (che non si sottoscrive).

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    1. Grazie. Cerco di adattarmi al mio pubblico. E comunque, non per vantarmi, ma... NON sono assolutamente originale! Mi sembra plausibile che Savona la pensi come me, perché in effetti fuori dall'Italia la pensano un po' tutti così, come avrà visto.

      Qui il Foglio non arriva, non posso controllare, ma chiunque (come Savona) sia esperto di economia monetaria non può che arrivare a un'unica conclusione. Colgo l'occasione per ricordare due cose:

      1) "economista" non significa nulla, come "medico". Andreste a farvi operare il menisco da un dentista? Allora non ascoltate Boldrin quando parla di finanza internazionale: Roubini o De Grauwe sono più competenti.

      2) mi spiace che il povero Panty, che sta ancora attendendo il colpo di grazia, mi accusi di essere unilaterale nel riportare le fonti. Io ho provato a cercare "sostenitori" dell'euro a livello scientifico. Il fatto è che non ce ne sono, o, se ce ne sono, sparano delle cazzate allucinanti! Se qualcuno conosce un economista che si occupa di economia internazionale monetaria (cioè non di leggere le "veline" delle banche) e ha parlato bene del progetto "euro", per favore me lo indichi perché confesso che la mia cultura vede qui la sua più grave (anche se certamente non unica) lacuna.

      E comunque, nell'economia della bolla (che poi significa l'economia della fregatura) i giuristi sono più utili degli economisti. Per questo mediamente guadagnano di più, con grande scorno dei miei colleghi. Ai quali mi limito a ricordare beffardo: "ma tu non credi nel mercato?...".

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    2. I giuristi guadagnano di più se son lesti ad indossare i panni degli scabini, ed immergersi nel feudalesimo oggi imperante ammantato di modernità. Se ahimè sono imbevuti di principi illuministici fanno una vita grama. Comunque, dato che il Foglio non arriva, Savona dixit:"Oggi la Germania ha una bilancia dei pagamenti in avanzo di 150 miliardi di euro, l'Italia un deficit per 75 miliardi e l'Eurozona nel suo complesso è in deficit per 50 miliardi...ciò dimostra che l'euro è sottovalutato per la Germania, che ovviamente se ne avvantaggia per alimentare le sue esportazioni, mentre per gli altri è sottovalutato". Altro che unione monetaria, funziona come il nord e il sud dell'Italia. Il nuovo fiscal compact aggraverà lo stato di cose. Servirebbe un dibattito "che finora in Italia è mancato" in modo che i cittadini "possano rendersi responsabili delle scelte del loro governo, sapendo e decidendo cosa sono disposti a fare per restare nell'unione monetaria, e cosa sono pronti a fare per uscirne".

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    3. Che poi è quello che ho detto a agosto sul Manifesto: fra i tanti vantaggi dell'euro c'è anche quello di farci dare lezioni di democrazia dal Foglio!

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    4. Mi intrometto nella discussione da totale neofita, perché al pari di Anonimo anch'io ho formazione (o de-formazione) giuridica: ma una volta usciti dall'euro (che è brutto anche solo perché è maschile: vuoi mettere LA nostra beneamata lira?), avrebbe un senso creare due monete in Italia, una per il Nord e una per il Sud? O addirittura tante monete diverse a seconda dell'economia delle varie zone italiane?
      p.s. forse la risposta - o la domanda? - ne presuppone un'altra e cioè: cos'è una moneta? quale valore interpreta? Nella mia abissale ignoranza in materia faccio difficoltà a comprendere questi concetti che probabilmente agli antichi sumeri erano molto più chiari! argh! aiuto!

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    5. La teoria delle zone valutarie ottimali nasce dalla domanda che Mundell si pone circa l'opportunità di dividere in due gli Stati Uniti (West-East), quindi la domanda è perfettamente lecita, diciamo che è quella dalla quale è partito uno che si è preso il Nobel per la risposta che le ha dato.

      A cosa servirebbe recuperare l'autonomia monetaria e valutaria? A disporre di un grado di libertà in più per reagire a shock esterni laddove non sia possibile ovviare nei modi indicati dalla teoria economica:

      1) mobilità dei fattori (i disoccupati si spostano)
      2) integrazione fiscale (una entità sopraordinata trasferisce risorse dalle aree in espansione a quelle in recessione)
      3) flessibilità di prezzi e salari (il che presuppone, per evitare squilibri regionali, una comune regolamentazione del mercato del lavoro)

      ( una rassegna delle posizioni teoriche la trova in questo lavoro che ho fatto per le Nazioni Unite).

      Il Belgio è grande un decimo dell'Italia e aveva una sua moneta (in comune col Lussemburgo)!

      Mettiamola così: è opportuno che le aree di (recuperata) sovranità monetaria rispecchino la realtà di quelle barriere culturali,linguistiche e legislative che segmentano il mercato del lavoro e ostacolano l'integrazione fiscale. Quindi, quanto meno, è opportuno tornare al "mondo di prima", dove avevamo altri problemi, ma evidentemente non così catastrofici.

      Che dopo 150 anni sia opportuna anche una riflessione sul senso o non senso economico della nostra unità nazionale penso sia evidente a tutti. Per tanti motivi che bisognerebbe indagare bene un pezzo di Italia (sempre più grande, e vivendo a Roma ve lo posso testimoniare) in effetti è sotto il controllo di un altro Stato, con un'altra idea del mercato del lavoro, un'altra idea del sistema distributivo, un'altra idea dei servizi pubblici, ecc. Uno dei problemi è senz'altro questo. Bisogna anche capire quanto mettere insieme con la forza realtà diverse contribuisca ad integrarle o a disintegrarle. Le considerazioni che Marino Badiale applica su scala scala europea nel par. 5 del suo contributo in effetti potrebbero esser valide anche su scala nazionale.

      Tuttavia non credo che una "moneta del Sud" sia una strada proponibile, percorribile o opportuna.

      Sufficit diei malitia sua.

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    6. Essendo un vero e proprio “terrone” mi permetto di portare la mia testimonianza in una terra, la Sicilia, dove le condizioni delle AVO, benché rispettate, non hanno portato l’eliminazione degli squilibri tra nord e sud. Infatti, dopo 150 anni di storia di unità anche con mobilità dei fattori, integrazione fiscale, flessibilità di prezzi e salari le cose non sono cambiate. Forse, alla teoria economica, bisognerebbe associare anche analisi storiche e, soprattutto, politiche. Il sud Italia è più arretrato del nord per scelte politiche non perché i meridionali sono solo fannulloni, mafiosi e non hanno la cultura d’impresa. Ne fa un’analisi, a mio parere veritiera, Pino Aprile nel suo ultimo libro “terroni”, con il quale affronta il 150° anniversario con un approccio storico revisionista. La nostra storia in fondo può essere la stessa dell’Europa. Anche se l’Euro non dovesse deflagrare, vedo già il primo ministro europeo nel 2030 che parla delle differenze tra nord e sud. La Germania sarebbe il nostro triveneto e l’Italia la nostra Sicilia, La Grecia la Calabria e la Spagna la Sardegna.

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    7. Infatti, come dice il prof., la moneta del sud non rappresenterebbe la soluzione.

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  39. professore,

    che ne pensa di sta discussione sull'abolizione del valore legale dei titoli di studio?

    http://www.corriere.it/economia/12_gennaio_29/non-diamo-piu-agli-atenei-lo-stesso-peso_9cce7d46-4a49-11e1-bc89-1929970e79ce.shtml

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    1. Non lo so. Ho mixed feelings. Il proponente non mi piace per niente (è quello dei moltiplicatori negativi e della sostenibilità del current account spagnolo, per capirci). Però certi fenomeni che indica come spreco di risorse oggettivamente sono tali, e poi egoisticamente penso che il mio lavoro diventerebbe più semplice per tanti motivi. Ma voi cosa ne pensate?

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    2. Io non sono d'accordo perché ritengo che sia un modo subdolo di distruggere determinati poli universitari, secondo Giavazzi minori (non solo secondo lui), con tutte le conseguenza che comporta per la città. E poi devo dire che son molto scettico sui metodi per definire buona una università, temo che la cosa dipenda più da caso a caso, da professore a facoltà.

      e poi, la Bocconi è una buona università? secondo i criteri base sì, secondo i miei è la patria dell'idea fallimentare e classista. ma anche lì dipende da caso a caso immagino.

      è un discorso valido per determinate facoltà, ma per le scienze sociali quali scienze politiche ed economia si entra in un campo delicato che non lascerei in mano a Giavazzi neanche se ne parlasse a casa sua da solo.

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    3. Ne penso che e' una discussione sul nulla

      http://www.uilpadirigentiministeriali.com/Documentazione/Articoli,%20interventi,%20contributi/2009/marzo%202009/22-3-2009/IL%20MITO%20DEL%20VALORE%20LEGALE%20DELLA%20LAUREA%20di%20Stefano%20Civitarese%20Matteucci.doc

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    4. Sì, trovo molto sensate queste considerazioni di Stefano (che insegna nella mia facoltà e aveva fatto circolare questo documento fra noi). Devo anche dire che trovarsi a interrogare per l'n-esima volta alla telematica un dipendente pubblico che ha fatto un viaggio di 600 chilometri, non sa nemmeno dirmi cosa sia l'inflazione (cosa sia, attenzione, non cosa la provochi o che conseguenze abbia), e tutto perché deve fare il "concorso interno", sinceramente, mi sembra una perdita di tempo.

      Ma se voi preferite che io mi dedichi ai dipendenti in carriera... la scelta è vostra!

      Comunque le considerazioni di istwine sono corrette: è chiaro che nel nostro campo la proposta ha un ovvio significato di "normalizzazione" delle facoltà rispetto al monopensiero omodosso. Che è poi quello che ricordavo: taglia che cresci, indebitati che non c'è problema (ma solo se sei privato), ecc. Cioè il pensiero che ci ha portati qui. Quindi è chiaro che sentire esponenti di un pensiero fallito ergersi a giudici della qualità altrui lascia perplessi.

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  40. Profe,
    chiosa fuori tempo massimo (la mattina mi sveglio tardi): non sono uscito da un "covo di eurofili", perché la rivistina emise il primo vagito nell'87 (dunque in tempi non sospetti) e il suo patron, Gianfranco Pala, non credo si possa definire un "eurofilo"
    (così l'outing è completo... ma non lo ripeterò
    PS:: intanto Chavez si porta avanti con il lavoro, caso mai qualche sanzione vagante rimbalzasse dall'Iran fino in Venezuela
    http://www.kaosenlared.net/america-latina/item/6115-venezuela-repatria-todo-el-oro-que-ten%C3%ADa-depositado-en-eeuu-y-europa.html
    roberto

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    1. Beato te! Io oggi alle 4:30. Brutta cosa invecchiare.

      Grande Gianfranco! Lo ricordo con moltissima simpatia e affetto. L'unica persona capace di iniziare un paper con due pagine di citazione da Brecht. Sono anni che non lo vedo. No, lui non credo sia eurofilo, per quanto... chissà...

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    2. Bello il "ricordo", con le due pagine di Brecht. Però è stato fortunato, perché è riuscito a evitarsi altri paper con quattro pagine di citazione da Lenin...
      Cosa ne pensa di questi dati "macroeconomici": qui la crescità è a 72, mentre là la decrescita è a 25?
      roberto

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    3. Belli. Li hai letti sul biglietto di un Bacio Perugina/Nestlè?

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    4. No, è la crescita dei suoi lettori fissi e la decrescita dei paesi dell'eurozona
      roberto

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  41. Un interessante articolo di Martin Wolf chief economics commentator at the Financial Times.

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-01/male-oscuro-eurozona-063554.shtml?uuid=AagdAGlE

    Il prof. fa proseliti! L'unica differenza che ho riscontrato rispetto alle tesi del padrone di casa è che il giornalista economico del Financial Times vede come fumo negli occhi una polita fiscale di trasferimenti dai paesi cosiddetti forti verso i paesi periferici. Ad ogni modo, come dice anche il prof. questo è un falso problema, nel senso che allo stato attuale delle cose non sarebbe politicamente possibile.

    P.S.: L'articolo è stato citato, a sproposito, questa mattina alla radio da quel bontempone di Oscar Giannino, solo che a mio avviso non ha capito un h di quello che ha letto.

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    1. Però a me Giannino sta simpatico. L'unico economista (nel suo caso dilettante) più narcisista di me! Un punto di riferimento inarrivabile. E spesso "ce coje...". Ad esempio: per lui che il problema sono gli squilibri esterni era chiarissimo (e lo diceva) già due anni fa. Altro che certi soggetti citati qua sopra...

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    2. Oscar Giannino, guai a chi me lo tocca!

      http://www.loccidentale.it/node/113244

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    3. e cari vero che giannino è intelligente e vanitoso ma il suo massimo coraggio sta' nello scrivere -nell'articolo citato- una digressione sulle possibile convergenze delle economie europee e concludere dicendo che non ci crede (alleluja!) ma poi :
      'Per questo penso che dovremmo ridurre a gogo il nostro debito con massicce dismissioni pubbliche e tagli corposi a spesa e tasse'
      ed infine :
      'Pronti alla malaparata, cioè a riprenderci sovranità su tassi d’interesse, di cambio e sul budget, piuttosto che continuare a credere che il salvataggio verrà da quella sinora si è portata come una barca di matti'
      NON SI CAPISCE PERCHE' DOVREMMO FARE MASSICCE DISMISSIONI
      PUBBLICHE CARO (PER MODO DI DIRE) GIANNINO?!ah forse ho capito per fare un piacere all'amichetta di confindustria
      Inoltre che vuole dire riprendere sovranita' sui tassi di interesse cambio e sul budget...Giannino è un bel paraculo
      pure lui ...dice la cosa giusta ma la scrive in modo tale che ^NESSUNO^ capisca cosa sia ...Giannino ? castle hack
      -da manuale-

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    4. ....ma se giannino aveva colto il problema di squilibri esterni non ne aveva colto affatto le conseguienze perchè fino a 2/3 mesi fa elogiava l'euro e prodi che ci aveva salvato dalla catastrofe...a me il castle hack piu' è bravo
      e piu' da fastidio ..la debolezza la perdono il resto no

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    5. Ma certo, caro Robert. Non ho capito da quale pianeta ci osservi. Ti faccio però riflettere sul fatto che Giannino è un giornalista di "destra", quindi ci aspettiamo che fornisca la terapia sbagliata. Ma almeno la diagnosi è giusta.

      Viceversa, la stessa terapia è fornita da molti giornalisti di "sinistra", che in più fanno la diagnosi sbagliata.

      Voglio chiarire un concetto.

      Se il mio problema fosse "la destra" non sarei mai intervenuto nel dibattito, perché ci sarebbe stata una "sinistra" per farlo. Il mio problema è "la sinistra" (e credo sia anche il vostro problema). Il mio problema non è il "liberale" che dice "lo Stato deve andarsene". Questa storia esiste da tre secoli, possiamo conviverci. Il mio problema, il problema dell'Italia, è il piddino che dice "meno male che l'euro c'è", mentre perde il lavoro, e magari anche la compagna, la casa, tutto, per colpa di una crisi della quale non riesce a vedere quanto sia stata voluta dalle persone che ha votato!

      Quindi per me un giornalista "di destra" è un giornalista di destra. Un Castle hack può essere solo di sinistra. Ribadisco: vuol dire infiltrato (ti chiarisco il concetto). E gli infiltrati sono quelli che vanno dalla parte "opposta", facendo finta di appartenere ad essa, per realizzare obiettivi non conformi a quello che dicono di essere.

      Guardati una volta il Tg3, dal tuo pianeta. Il Tg3 mi fa vomitare. Giannino, al più, sorridere.

      Chiaro? Posso spiegarlo meglio, ma dovrei usare un linguaggio troppo colorito...

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    6. capisco e conoscevo il tuo punto di vista ma ora spiego
      perchè me la prendo con giannino :
      castle hack infiltrato va bene ma in senso piu' lato uno che tradisce la sua parte o la sua buona fede perchè corrotto dalla parte avversa
      Ora se giannino è giornalista (e tieni presente il video postato da istwine sopra del giornalista irlandese) la sua parte sono i lettori coloro che andra' ad informare -non mi interessa se lui sia liberale di destra come sappiamo o altro - dando come sulle soluzioni alla crisi
      quello che dice tradisce il lettore lo inganna (e non mi interessa nulla se a lui piace lo stato leggero e la politica thacheriana) Uno dei primi articoli che parlavano in modo divulgativo sulle reali cause delle crisi e della dinamica politica in corso in italia l'ho trovato proprio su questa rivista l'occidentale , tradotto
      dal telegraph (npaper di impostanzione libelare di 'destra' inglese) bene leggendolo si sente l'impostazione ideologica del giornale ma l'analisi non raggiunge mai la disonesta' di giannino...e comunque i commenti piu' partigiani sono scritti in modo eplicito in modo che il lettore capisca . IL giornalismo italiano è cosi' scarso
      che riteniamo normale che i migliori gironalisti siano dei 'traditori' dei loro lettori che siano i pr di confindustria o di marchionne o del berlusca o delle banche ecc..ecc..


      Quanto a destra e sinistra...mi sembra sia dimostrabile
      che l'euro favorira' e ha favorito le grandi istituzioni bancarie & delocalizzazione del lavoro (detto a grandi linee )e danneggiato pensantemente l'economia italiana
      Ora è evidente che ha danneggiato la maggior parte degli elettori del socalled centrodestra sia del socalled centrosinsinitra e che visto il procedere degli eveti i danni aumenteranno...

      Insomma forse la categorizzazione guelfi ghibellini nella questioni dell'euro/europa non ci è utile
      (capisco ti ci sia affezionato ma mi rafaccio a quanto gia' scritto dai tanti commentatori in Quod erat demonstrandum (4) )

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    7. a dimenticavo : quegli articoli pubblicati dall'occidentale(sembra una rivista tipo vicina all'esercito o ai ministeri romani ?) tratti dal telegraph
      erano tradotti male proprio nei punti piu' salienti per capire le cause della crisi , quindi sostanzialmente la traduzione gli aveva resi inutili ! A livello giornalistico penso che ben pochi abbiano presente quello che sta' accadendo a livello economico nell'eurozona (e quello che significa realmente la cura dell'attuale governo)

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  42. Attenzione attenzione qualche piddino rinsavisce. http://blog.ilgiornale.it/foa/2012/02/01/caro-pd-perche-non-rispondi-alla-tua-gente/comment-page-1/#comment-47535

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  43. @Prof.
    Tafazzi contro Vocke occorre leggerlo e rileggerlo: è un bel lavoro, perché "fatica inutile"? E poi è scritto bene, della sua passione per la letteratura beneficiamo anche noi lettori...

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    1. Concordo. Ho scaricato il PDF e l'ho inviato a molti amici e lo sto consigliando qua e là.

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