martedì 15 dicembre 2015

Stampare moneta: l'esperienza italiana

Sottotitolo: requiem per due espertoni

(...uno vuole essere gentile, ma...)


Lorenzo Marchetti ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Stampare moneta, ovvero la convenzionalità del non...":

In America hanno stampato tanto, non mi risulta che abbiano risolto nulla, in questi anni. Hanno "galleggiato"un po'di piú rispetto ad altri, e ricordiamoci che hanno l'enorme vantaggio che il commercio tra paesi esteri é in dollari. Semplicemente aspettarsi che la gente, a fronte di prestiti facili, e denaro facile, si metta in testa di investire nella ricerca contro il cancro, inventare nuovi fonti energetiche, é utopistico. Non é mai successo. E'buono solo sulla carta. Quello che la gente fa, o meglio, i governi fanno, a fronte di credito facile, é creare bolle. Ora in America sta per riesplodere la bolla del credito (Shale oil companies, prestiti di oltre un trilione a studenti, automobili con interessi fino al 20% a gente cui le banche non facevano credito).

Creare credito dal nulla ha sicuramente contribuito a deindustrializzare gli Stati Uniti, agevolando per 30 anni le economie dell'est asiatico. La deregolamentazione finanziaria ha fatto il resto, facendo esplodere le disparitá sociali, in tutti i paesi occidentali, a moneta sovrana e non.
 

Il fatto che l'euro sia un disastro non lo nega nessuno: ma qua stiamo davanti ad un cambiamento epocale. L'euro é un fenomeno europeo locale, che ha riproposto su scala minore quello che succede fra Cina e USA: la prima crolla perché tutta votata all'export che pero'rimane invenduto perché gli USA stanno facendo austerity.
 

Il target inflazionistico del 2% é irraggiungibile, semplicemente perché la globalizzazione ha schiacciato i salari e ha spostato le fonti produttive all'estero. E finché trovi popolazioni che vivono con 2 euro al giorno, di manodopera a basso costo ce ne é in abbondanza per decenni. Lo sviluppo di robotica e soprattutto telematica non erano previste ai tempi di Keynes.
 

Ci sarebbe anche da aggiungere come viene calcolata l'inflazione: ogni Paese ha i suoi parametri. Per esempio se teniamo conto dell'aumento dei costi di affitto in America l'inflazione é alta, se mettiamo in gioco gli stock borsistici, l'inflazione é schizzata alle stelle.
 

Ancora, prendiamo UK. Londra sta vivendo una bolla immobiliare spaventosa. Hanno creato miliardi di sterline dal nulla. Stanno meglio? i ricchi che affittano sicuramente.

Eppure battono moneta. E hanno saputo gestirsela? non mi pare, non per la "classe media", sicuramente.

Postato da Lorenzo Marchetti in Goofynomics alle 14 dicembre 2015 23:03 



Domenico D'Amico ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Stampare moneta, ovvero la convenzionalità del non...":

Ma, che sia scritto nei libri di economia, non vuol dire che la stampa di moneta sia mai stata un'opzione praticabile. E infatti non lo è (quasi) mai stato. Un tempo si studiava pure Marx, o Schumpeter (quello bono), figuriamoci; e comunque sempre male e sempre come fosse poesia. Gesell mai, neanche a parlarne; magari solo la versione storpiata da Lord Keynes, lo speculatore di borsa che non ne prendeva una, se non copiava. Poi fece poesia anche lui a Bretton Woods, ma era scena e lui da delegato del governo di sua maestà lo sapeva benissimo. Ma vanesio, ci teneva ad apparir giusto, alle posterità. Adesso queste cose non si studiano neanche più come poesia, e le pagine qui scannerizzate le fanno saltare a piè pari o al limite recitar in concisa prosa, tanto per...
La verità è che le manovre dei banchieri centrali, quelle raffinate di cui pochi economisti sanno, o capiscono le implicazioni politiche e storiche, nelle università e nei testi di economia semplicemente non ci sono, quindi non si studiano. Non si studia Schacht, né Montagu Norman, non si studia Burns, non si studiano i report della Banca d'Italia, le loro raffinatezze, né quelli della Bis, o i Survey of Current Businnes della Bea; ancor meno si studia la storia monetaria bancaria nel suo concreto dispiegarsi, quella degli yankees di Boston, l'Haute Finance evocata da Polanyi, o raccontata da Alexander del Mar. Piuttosto si fa modellistica su commissione (bancaria quasi sempre), si fanno mappe di una realtà incontenibile, se non da decisioni di chi gestisce le vere leve, quello politico-monetarie-militari-lobbistiche che plasmano e decidono senza alcun ritegno.
E allora non si comprende la realtà, se si studia l'economia in quel modo, questa è l'amara verità che si capisce dopo aver fatto quel percorso, e poi rifatto alla rovescia; ma solo se si tengono occhi ed orecchie aperte.
E in ogni caso, certe cose(la stampa di moneta da parte del tesoro come soluzione) on line vengono dette - magari all'amatriciana e senza offesa per la ridente Amatrice - da anni, da dilettanti e molto meglio di sedicenti esperti del nulla, noiosi quanto il mondo a due dimensioni delle loro matrici.
E tutto questo petulante rivendicare primigenie, avanguardismo, è quanto meno inadeguato e infine semplicemente non corrispondente al vero: come sempre, alla fine, la realtà s'incaricherà di dare a chi spetta cosa.

Postato da Domenico D'Amico in Goofynomics alle 15 dicembre 2015 17:57 



Ma perché? Perché? Perché appena si parla di moneta la gente sclera? Qui mi sembra di essere tornato indietro di quattro anni, all'inizio del nostro percorso, quando il nostro lavoro di divulgazione non aveva ancora contribuito ad alzare il livello del dibattito, costringendo i nostri avversari a battersi su un terreno sul quale non potevano che perdere: quello dei dati.

Forse aveva ragione uno di voi, particolarmente arguto, ma non ricordo chi fosse (e mi pare che commentasse sullo sbilifesto), il quale sconsolato mi diceva: "Sa, laggente si portano dietro il trauma infantile di quando, richiesta la mamma del perché in cambio di un foglietto di carta si potesse avere un gelato, non si videro dare una risposta coerente...". Certo, la prima non risposta della mamma, capisco sia un trauma, e un lutto da elaborare.

Allora vedo di aiutarvi, cari amici...

Non entro nel delirio di Lorenzo, assolutamente irrecuperabile (e me ne spiace per lui). Mi limito a farvi notare un simpatico dettaglio del suo saccente profluvio di luoghi comuni (peraltro, del tutto fuori luogo dati gli intenti del mio post, ben chiari alla maggior parte dei lettori): la sua esilarante teoria secondo la quale saremmo in deflazione "perché oggi c'è la Ciiiiiiiiiiiiiiiiiina!". Come dice lui, "Il target inflazionistico del 2% é irraggiungibile, semplicemente perché la globalizzazione ha schiacciato i salari e ha spostato le fonti produttive all'estero." Cosa c'è che non va con questo argomento? Un paio di cose. Il primo è che è in contrasto logico con la maschia e virile (e fasulla) etica che impronta tutto il "ragionamento": quella secondo cui "stampare moneta" (ovvero, procedere al finanziamento monetario del deficit), sarebbe fare "credito facile" che "crea bolle" e distoglie le persone dalle loro responsabilità, impedendo loro di impegnarsi seriamente nell'"inventare nuove fonti energetiche" o nella "ricerca contro il cancro" (tutte attività notoriamente portate a termine da un settore privato debitamente disciplinato dal gold standard, come saprete...). Bene: se il problema è che la "moneta facile" (checché ciò voglia dire) rende irresponsabili, è tanto più vero che rende irresponsabili dare la colpa agli altri (la Cina)! I quali altri, va detto, sono sempre esistiti, e si sono sempre fatti pagare meno di noi, perché noi, finché abbiamo saputo gestirci nel rispetto delle nostre diversità, siamo sempre stati davanti a loro. E qui si vede la seconda cosa che non va! Da che mondo e mondo conviviamo con espertoni che la sanno luuuuuunga e che elargiscono insegnamenti etici (non essendo filosofi ma...), sempre scaricando la colpa sui soliti noti! Guardate ad esempio Alessandro Rossi, segnalato dal geniale Gondrano. Lui è un imprenditore, e quindi, giustamente, vuole pagare poco gli operai. E allora che si inventa? Che gli economisti sono tutti coglioni e lui l'unico furbo, e, naturalmente, che "oggi c'è la Ciiiiiiiiiiiiiiiina!":


Tanto per capirci, se le cose stessero come dice il Rossi, o il Marchetti, non avremmo avuto negli anni '70 inflazione a due cifre, semplicemente perché a quell'epoca la Ciiiiiiiiiiiiiina aveva un reddito medio pro capite da Africa subsahariana! La Ciiiiiiiiiiiiiiiiiiiina c'è sempre stata, ma la deflazione no, ed è un po' riduttivo attribuire la deflazione alla Ciiiiiiiiiiiiiiiiiina oggi, che i suoi salari stanno crescendo a tassi da noi dimenticati. Uno potrebbe dire: "Bè, ma negli anni '70 la Ciiiiiiiiiiiiiiiina con noi non commerciava, il suo mercato era isolato....". Ah sì? Peccato che Rossi ci faccia notare che già a fine '800 i suoi lavoratori erano in concorrenza coi nostri! Quindi forse le cose non stanno come dice il nostro amico, e se non bastasse la sua sicumera, a dimostrarlo varrà questo semplice esercizio di logica, assistito da una illustre testimonianza storica.

Sed de hoc satis.

Procediamo con la new entry, la quale, del tutto ignara di netiquette, viene a spiegarci che lui la sa luuuuuunga, e che il finanziamento monetario non è mai stato una concreta possibilità, perché [supercazzola austriano-signoraggiaia a piacere a base di Gesell e Del Mar, o in mancanza di meglio di Auriiiiiiiiiiiiiiiiiiiti].

Faccio una premessa.

Ci sono molti modi per dimostrare di non essere un fulmine di guerra, e naturalmente non c'è alcun problema a non esserlo: il mondo è bello perché è vario. Tuttavia, anche senza essere un fulmine di guerra, bisognerebbe essere in grado di afferrare la differenza fra non demonizzare uno strumento lecito di politica economica (quello che esortavo a fare nel mio post), e considerarlo una panacea (intento che i due dilettanti concordemente mi attribuiscono, senza alcun fondamento: preciso che li definisco dilettanti perché non ho trovato una singola pubblicazione scientifica a loro nome, e che dilettarsi non è un'attività disprezzabile, anzi! Ognuno si diverte come vuole e come può...).


Ma Dio santo, collocatevi!

Se non siete economisti, datevi una vernice di umiltà!

Si scrosta subito, ma sempre meglio quella dell'asfalto, che poi non vi scrostate più!

Non è possibile intervenire ex cathedra con tanta sicumera su cose delle quali si sa tanto poco!

La supercazzola su Gesell, se la cercate, vedete che il nostro nuovo amico la ripropone identica urbi et orbi: sa solo quello, mentre qui abbiamo fatto un discorso più articolato. Vorrei chiarire una cosa: non è perché avete dei dischetti di metallo in tasca che potete parlare di economia, come non è perché avete un cervello in testa (forse) che potete fare i neurologi.

Segue dimostrazione.

La "stampa di moneta" non è mai stata un'opzione praticabile? Parliamone. Ci saranno i dati, no?

Allora: io purtroppo dilettante non sono. In effetti, mi diletto sempre meno, e credo si veda. Fa parte del mio percorso di professionista anche una tesi di dottorato sul debito pubblico italiano, incluso, guarda un po', il debito monetario, cioè quello detenuto dalla Banca centrale: di fatto, la contropartita dell'emissione di moneta. Precisazione (restando sul semplice): la Banca centrale può intervenire acquistando titoli di Stato o all'emissione (sul cosiddetto mercato primario), o dopo l'emissione (sul cosiddetto mercato secondario). Le operazioni sul mercato secondario sono dette operazioni di mercato aperto, servono a regolare la liquidità del sistema, e non sono quindi di per sé assimilabili a monetizzazione del fabbisogno (dettagliuccio che a Munchau sfugge, ma passons). Sono monetizzazione del fabbisogno gli acquisti sul mercato primario, oltre, ovviamente, all'eventuale stampa di biglietti del Tesoro (che, questi sì, sono sempre stati una componente trascurabile del finanziamento) e all'uso dello scoperto di conto corrente di tesoreria.

Vi prego di notare la differenza fra le due operazioni, che poi è una differenza fra stock (quello di debito esistente) e flussi (quello di nuovo debito collocato in un'asta). Si potrebbe dire che un'operazione di acquisto sul mercato aperto monetizza il debito (perché la Banca centrale rastrella titoli pubblici dal mercato, riducendo lo stock di debito pubblico e convertendolo in moneta), mentre gli acquisti sul primario monetizzano il deficit (perché di fatto "coprono" con emissione di moneta una parte del fabbisogno da finanziare). In entrambi i casi la Banca centrale retrocede al Tesoro gli interessi sui titoli acquistati e quindi queste operazioni, nel bilancio consolidato del settore pubblico (in cui, una volta, confluivano Tesoro e Banca centrale), non hanno un costo in termini di tasso di interesse (altra fissa incomprensibile dei signoraggiai, di cui ci occupammo a suo tempo).

Per farvi capire quanto sia stato trascurabile il fenomeno dell'emissione monetaria in Italia, vi fornisco prima la composizione del debito pubblico. Quello detenuto dalla Banca centrale è quello "monetizzato". Questo è il disegnino:

tratto dalla mia tesi di dottorato (aka pieiccdì), da cui si desumono alcune cose interessanti.

Primo, che la monetizzazione del debito non è stata del tutto trascurabile! Nel 1976 il 40% del debito, pari a 40994 miliardi di lire, ovvero a 21 miliardi di euro (al cambio irreversibile, e su un debito totale di 52 miliardi) erano detenuti dalla Banca centrale!

Secondo, che il divorzio fra Tesoro e Banca d'Italia ha ovviamente influito sulla monetizzazione del debito, riducendola, ma non ne è stato condizione necessaria: la percentuale di debito detenuto da BI aveva cominciato a ridursi già dal 1977, il che significa che anche in un contesto di cooperazione, anziché di intralcio, della Banca centrale col Tesoro è possibile scegliere un mix di finanziamento (e più in generale di politica economica) che non necessariamente porti alle carriole di Weimar!

Questo per quanto riguarda il totale dello stock, cioè l'atteggiamento complessivo di politica monetaria dell'epoca. Ma per quel che riguarda la monetizzazione del deficit, cioè la creazione di base monetaria per esigenze di finanziamento del deficit, prevalentemente via acquisti sul primario (cioè alle aste), le cifre quali sono? Era veramente un fenomeno così trascurabile? Era veramente così insostenibile?

La risposta in questo caso ce la dà Spaventa, L. (1984) "La crescita del debito pubblico in Italia: evoluzione, prospettive e problemi di politica economica", Moneta e credito (uno dei tanti articoli letti e riletti mentre preparavo la tesi).

A pag. 256 Spaventa definisce le variabili che poi utilizza nella sua analisi (alla quale io mi rifeci per il mio articolo del 1996 sulla sostenibilità del debito pubblico, articolo che, se interessa, trovate qui, ma che naturalmente vi sconsiglio di leggere: tutta roba teorica, da economisti cialtroni che nulla sanno, tant'è che Antonio Pedone - uno de passaggio - incontrandomi in ascensore mi disse: 'Sa che il suo articolo è interessante? L'ho adottato fra i testi del corso avanzato di Scienza delle finanze'. Capirete che per uno che aveva appena preso servizio come ricercatore erano soddisfazzzzioni. Ho rivisto Pedone alla premiazione del Tramonto dell'euro, e anche quelle son soddisfazzzzioni: secondo me sa, come e più di noi. Gli piacque molto il mio riferimento a Meade e mi segnalò un suo testo, probabilmente la Theory of international economic policy, nel quale Meade descrive in lungo e in largo le diverse modalità di controllo dei movimenti di capitali. Ma capisco anche che alla fine uno si stanchi...):


Il coefficiente di monetizzazione del debito, la lettera greca "mi" (per gli ingiengngngnieri: "mu"), è il rapporto fra la variazione della base monetaria del Tesoro (base monetaria creata a fronte di operazioni di finanziamento del fabbisogno) e il fabbisogno. Sarebbe quella "u" con una zampetta lunga a sinistra (lo dico per i diversamente grecisti...).

Siccome sono cose che si misurano, poi Spaventa ci spiega come si è sviluppata nel tempo questa variabile "trascurabile". Lo fa nella Tabella 4 a p. 268:

Una fonte di finanziamento trascurabbbilissima! Dal 1961 al divorzio il finanziamento monetario ha contato in media per il 37% della copertura del deficit (sto considerando la misura che esclude i BOT messi dalle banche a riserva obbligatoria - possibilità offerta fino al 1976). Ci siamo? Si intuisce la differenza fra un dilettante e un professionista?

Ora, voi direte: "Ma il finanziamento con base monetaria era insostenibbbbile, creava inflazzzzzzione!" Lo direte se fate rima con voi stessi, cioè se siete espertoni. Se invece guarderete i dati (lo so, è faticoso: ho rovinato una famiglia, e una famiglia piuttosto solida, in quattro anni, per metterli insieme e farveli vedere), se guarderete i dati vedrete questo:


Ora, non vi chiedo di essere dei computer umani, ma basta poco a vedere che fra le due serie non c'è tantissima relazione: spesso si muovono insieme, e spesso in senso opposto. Morale della favola: la loro correlazione è debole e negativa: -0.18.

Tornando alla Tabella 4, e con buona pace degli espertoni che " Eh, ma c'era il conto corrente di tesoreria!", due cose sono chiare:

1) che per avere un coefficiente di monetizzazione negativo (come nel 1977) o basso (come nel 1979) il divorzio non era necessario;

2) che per portare rapidamente a zero (dal 1983 e al netto di alcune porcate fatte all'epoca, spiegate in nota) il coefficiente di monetizzazione, il divorzio è stato sufficiente.

Riassumendo:

1) il finanziamento con base monetaria del deficit è stato un fenomeno importante, in media pari a oltre un terzo del deficit per almeno due decenni,

2) esso non sembra particolarmente correlato all'emergenza del fenomeno inflattivo (e chi ha letto IPF sa perché),

3) il divorzio fra Tesoro e Banca d'Italia, preso con le modalità e le motivazioni che qui e su Orizzonte48 sono state analizzate in lungo e in largo, ha precluso questa possibilità.

Perché?

Perché sì.

Questi sono dati, questa è letteratura scientifica. Per tutto il resto, c'è il plastico commento del giovine Baroni:

Nicola Baroni ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Stampare moneta, ovvero la convenzionalità del non...":

Ecco, io non sono un economista, ma secondo me sulla questione Duncan ci aveva visto giusto MacDuff. Le prove erano ovunque. Poi mi sta bene il discorso sui BRICS, però in tema di pericoli vedo più il bosco di Birnan a dirla tutta. Oggi c'è il bosco di Birnan!

Posso avere altri due corretti per favore?
Postato da Nicola Baroni in Goofynomics alle 15 dicembre 2015 20:14



(...state giocando con la pelle delle persone, cazzo! Deponete la vostra sicumera. Qui si parla della vita di vostri simili! Non avete un minimo di empatia? Pensate veramente, nella savana della globalizzazione, di essere leoni? Non lo sembrate, ma anche se lo foste, ricordatevi che chi è leone per la gazzella, è bersaglio per il Jarrett. Non Keith: 375... Quindi non conviene, forse, mettersi d'accordo, anziché vagheggiare un mondo a misura di superuomo, pensando di essere tali, col grave rischio di essere deluso dai fatti? Ho compassione di voi, signoraggiai austro-auritiani, e della vostra ignoranza dei fatti e delle cose. La guerra del Vietnam! Ma cazzo, il dilemma di Triffin allora? Eh, quella è teoria... Per favore, rientrate in voi. State al vostro posto. Fatevi questo regalo, qui, e nella vita. Vi ringrazio per avermi offerto la possibilità di mostrare dei dati che, per quanto banali, pochi conoscono, ma ora andate con Dio...)

131 commenti:

  1. Ma dai, pure l'onore della pubblicazione in prima pagina! Qua dentro molti commentatori rosicheranno per l'invidia.

    E'difficile farsi capire, e soprattutto mi rendo conto che é facile essere strumentalizzati (vedi Cina, argomento del quale il prof non ha capito una mazza di quanto avevo scritto perché mi ha subito accomunato a quelli che "i cinesi so' forti, e so' tanti"..d'altronde lo capisco, ormai é un po' fissato, sono anni che deve difendersi da questi qua quindi se uno nomina Cina e partite correnti e riserve e yuan sicuramente é uno della combriccola..va da sé.)
    La prendo come lezione di vita.
    Rispondo per punti, per ora solo un punto (anzi due) ché domani lavoro.
    Nel 1971, o giu'di lí, Nixon abolí la paritá dell'oro col dollaro. Il motivo era semplice: tonnellate di oro stavano prendendo il largo (per esempio verso la Francia) poiché gli americani per finanziare la guerra del Vietnam e importanti riforme del welfare stavano stampando un sacco di dollari. Stavano cioé esportando moneta inflazionata. Al che qualcuno si stava un tantino allarmando, quindi iniziarono a svuotarsi i caveau di Fort Knox. Ovviamente la cosa non poteva andare avanti all'infinito. A memoria mi pare di ricordare che stavamo a 40 dollari per ogni oncia di metallo giallo (l'aurum piace anche ai maschietti, Bagnai, ma mica mi sará diventato omofobo?). Solo che a quel punto l'oro per coprire il dollaro non bastava piú, e i signori dell'universo, unilaterlamente - come é nel loro stile del resto- decisero di abbandonare il Gold Standard. Il discorso di Nixon in cui afferma che é l'economia americana (fabbriche, operai specializzati etc)a fare da garante per i dollari emessi é liberamente disponibile su Youtube in inglese.

    Cosa successe? che ovviamente iniziarono ad abbandonare la paritá dell'oro tutti gli altri stati, Italia inclusa, in tempi diversi.
    Ora, chi erano i maggiori importatori di petrolio?

    Gli USA.


    Chi glielo forniva il petrolio? molti, tra cui gli arabi.
    Ora, improvvisamente, se a te ti pagano con moneta svalutata, cosa fai, visto che comq sei un ricchissimo fornitore di oro nero e puoi fare cartello come cappero ti pare?
    ....

    Indovinato!! alzi i prezzi. Ops, il petrolio é schizzato alle stelle! E subito dopo la rottura del gold standard! quale incredibile coincindenza!
    Ma guarda un po'che strano. Sia mai che gli sceicchi hanno detto allo zio Sam "io volere moneta buona!"? Sia mai che dalle ceneri del gold standard stessero per nascere i petrodollari (e immensi deficit commerciali per gli Stati Uniti che negli anni hanno alimentato bolle in tutto il globo, con cadenza quasi periodica)?
    Aspetta, no, non sono titolato, ci vuole il professorone, ahh correlazzione, la logica qua é troppo becera, sicuramente c'é altro, guerre in corso (chissá perché si fanno le guerre poi..), sia mai che serva un pretesto (Kippur).

    (In merito alla vita dei miei simili, esimio Bagnai, sappia che ho pubblicizzato e anche finanziato -con poco, lo ammetto- il suo sito. Quindi, la prego, assolva la mia anima euro-agnostica alla fine della sua Messa).

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    1. Quindi l'inflazione è un problema, e il problema dell'inflazione è stato creato dall'abbandono del gold standard? Quindi la moneta ha valore solo in funzione della quantità di oro che rappresenta?

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    2. Marchetti, io la rispetto, le farò bonificare il suo contributo (perché pecunia olet) e però le chiedo: ha presente il dilemma di Triffin? Perché chi ha letto i miei libri sa di che si tratta. Quindi se lei viene qui a raccontarci con tono roboante queste ovvietà intanto offende me (ma veramente pensa di poter insegnare questo a un economista?) e poi, soprattutto, offende se stesso, perché non ne esce benissimo agli occhi degli altri lettori (e questo a me dispiace).

      Guardi, l'ultimo esperto di "geopolitica" che è venuto a farci questo discorso ovvio (e in quanto tale ovviamente condiviso) è uno che aveva esordito confessando di essere un troll, che aveva bisogno solo di mendicare un po' di visibilità, e che è poi finito al Sole 24 Ore, contribuendo ad affossarlo. Mi perdoni, io le sono doverosamente grato per il suo contributo ecc., però valgono due principi generali: non si critica senza aver letto, e Aristotele rules. Non solo quello che lei dice è chiarito nei miei libri, non solo il post aveva un intento totalmente diverso, ma soprattutto la storia del dollaro esattamente come lei la racconta dimostra che gli agganci nominali (all'oro o al princisbecco) non funzionano. Sono strumenti di lotta di classe e durano finché gli oppressi non si ribellano. Cioè molto, se gli oppressi ragionano come te. Sull'assoluzione c'è un problema: il mio pieiccdì non mi consente di dargliela. In compenso potrei maledirla, ma non ne ho alcuna intenzione. Il manager delega. Lei si sente al sicuro dov'è, ma solo perché non ha capito cosa ci aspetta...

      Ah, un'ultima osservazione. Nel mio libro non cerchi la parola Vietnam. Non la troverà. Perché io ho capito una cosa che lei non ha capito, cioè che il disordine economico è causa, non conseguenza, delle guerre, le quali a loro volta non sono la manifestazione di una ontologica perfidia dell'essere umano, ma, allora come ora, un modo per tirarsi fuori dai guai nei quali una gestione dell'economia nell'interesse dei pochi mette tutti.

      Quindi, la prego: rientri in sé. Tanto da lì dobbiamo passare, e da quando esistono le armi da fuoco, come saprà, non è possibile nemmeno per un libbberista incallito come lei illudersi che tanto vincerà "il migliore"!

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    3. Suvvia Lorenzo, secondo me la cosa che fa più incazzare il prof non è tanto la teoria che cerchi di portare avanti nel tuo commento (che per inciso non condivido neppure io), piuttosto è il modo con cui ti sei posto, da espertone della materia che ha già capito tutto. Che senso ha intervenire in questo blog con la sicumera di chi sa una pagina più del libro? Credi veramente che il prof, dopo più di vent'anni di ricerca scientifica sull'argomento, possa accettare delle osservazioni argomentate in modo superficiale (non vedo nessun dato a supporto di quello che dici)e che si ammantano dell'aurea di verità assoluta? Sinceramente non riesco a capire che contributo tu abbia dato alla discussione, se non quello di voler dimostrare alla platea del blog le tue presunte conoscenze della materia.

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    4. Un diversamente senza vergogna. Almeno Peter Yanez ha il pregio di essere breve nelle sue fesserie, segno di intelligenza nella strategia di attacco, che vuole esporsi il minimo possibile. No, Lorenzo non deve nasconderci nulla, lui è per l' azione suicida nel ridicolo. Vabbè, come si dice "libero di scegliere come morire" nessuno può scegliere come prepararla meglio.

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    5. "Quindi, la prego, assolva la mia anima euro-agnostica alla fine della sua Messa"

      Caro Lorenzo, in quanto solo "dilettanti" di buona volonta', non possiamo che risultare automaticamente assolti. Anche io ho scritto di tanto in tanto alcune 'lievi inesattezze' e quando mi capita di rileggere alcuni miei commenti del passato non mi ci riconosco piu'. Ma si apprende molto di piu' dalle critiche che dai complimenti. Ci vorra' un po' di tempo per eleborare il dispiacere odierno, ma alla fine, visto che il Prof. ci ha anche regalato una pregevole aggiunta alle gia' notevoli argomentazioni di IPF, sono sicuro che ne risultera' un profitto in termini di conoscenza personale (almeno per me e' stato cosi'). Le critiche piu' utili, cioe' quelle che feriscono di piu' il nostro orgoglio perche'fondate, vanno IMHO prese come una multa per non aver visto un cartello stradale. Siccome non siamo le 'mucche' dei post precedenti consiglio pure di continuare a versare i contributi periodici ad a-simmetrie. Il prossimo versamento/multa aiutera' senz'altro ad eleborare prima il dispiacere.

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    6. Caro Bagnai, il link al GDP che ha messo dice poco, perché non si capisce chi si é arricchito e chi no. Ovviamente il GDP si é espanso enormemente prima e contratto in questi anni, e si é espanso soprattutto grazie al credito, libero di crescere senza una commodity alle spalle che lo frenasse: con l'austerity europea il credito si é esaurito in Italia negli ultimi anni. Su questo siamo tutti d’accordo.
      Intere generazioni hanno giovato (la mia un po'meno ma tant'é!) da questa espansione enorme del credito delle banche commerciali. Grazie all'enorme impulso di credito al consumo abbiamo migliorato il ns stile di vita, creando voragini di debito che prima o poi verrá saldato. Chissá. Magari faremo tutti default. Vedremo.

      L'osservazione mia é un'altra: a chi sono andate le maggiori fette della crescita del GDP? Ecco che rientriamo in tema. In altri termini, se considero la mediana del reddito familiare (middle class) e la produttivitá, c'é allineamento oppure no?

      No, non c'é, letteralmente sparita da quando é sparito il gold standard.
      Qua il grafico per la comparazione .
      E visto che vi piacciono tanto gli economisti riconosciuti, (non poveretti che hanno lavorato solo per trent'anni in tutti i settori finanziari di grandi aziende in varie parti del globo terracqueo - gente che si é sporcata le mani, insomma, e che ha visto di persona come sono nate bolle analoghe a quella cinese in Giappone e Thailandia), sappiate che il grafico é tratto da un libro curato da due economisti professori alla Princeton University e Chicago.

      E prima che spariate fesserie (in questo blog é tutto o bianco o nero, avete iniziato voi ad insultare, anche mettendola sul personale, per farvi 4 risate, ma é antropologicamente interessante la reazione in un blog tecnico), sappiate che NON sono per il ritorno ad un gold (o vattelappesca) standard. E'impraticabile, non si puó fare.

      Io lo ripeto sempre: l'economia é troppo importante per essere lasciata in mano ai soli economisti.

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    7. Marchetti, lei non può fare sul serio! Sta scherzando, su, lo confessi! Se non fosse così mi vergognerei molto per lei. Non perderei tempo a spiegarle perché, visto che ho una prova, e premetto che censurerò chiunque voglia spiegarglielo senza ostentarle rispetto. I due che cita sono... diciamo così... un po' in ritardo, e lei non ha capito dov'è perché non vuole capirlo (non ha letto i libri perché non vuole leggerli, e non vuole leggerli perché sa tutto). Per me anche basta...

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    8. Il gdp è cresciuto con il credito agli utenti, le bolle sono cresciute e poi esplose, immagino poi che il tutto sia tenuto da folle stampaggio di carta sempre più svalutata. La torta dell'incremento "inflazionato" del Gdp è andata pari pari a chissà chi, (qualche dubbio ce l'ha per fortuna ma solo sulla distribuzione delle fette non sulla loro consistenza, ovvismente). Abbiamo tutti vissuto al disopra dei nostri mezzi; beh questo Lorenzo è uno che non ha bisog no di capire altro, sa già tutto, e tutto ciò che sa gli basta. Nobel?

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    9. Egr. Dott. Marchetti, io frequento questo blog da un po' di tempo e, pur non essendo un economista professionista (ma al massimo un dilettante) e, anche se non ho un'esperienza lavorativa così rilevante come la sua, non mi è sembrato che ci abbia raccontato niente di particolarmente originale.

      Se posso permettermi (ma mi sa che ormai mi sono permesso) il grafico che ci propone con la distribuzione dell'output è stato ampiamente spiegato dal Prof. quando ci ha parlato di debt led o wage led economy. Le propongo di seguito il link al del post:

      http://goofynomics.blogspot.it/2013/11/produttivita-salari-crisi-logaritmi.html

      Se non l'ha già fatto, mi permetto di suggerirle la lettura.

      La saluto cordialmente.

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    10. Gentile Wendell, Ella mi ha inteso perfettamente.

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    11. Scusa Lorenzo, ma tu continui a farti del male ed è per questo che a qualcuno scappa di prenderti un po' per il popò!

      Ti invito a confrontare il grafico a cui fai riferimento col primo grafico del post Produttività, salari, crisi, logaritmi, marziani, onestà: pur non essendo esattamente le stesse variabili i due grafici hanno, non sorprendentemente, un andamento molto simile.

      Ribadisco quello che ho scritto in un commento precedente: di questo si parla soprattutto in L'Italia può farcela. Invece Il tramonto dell'euro si apre con (dall'indice): Bretton Woods, Il Nixon shock, Lo shock petrolifero e i favolosi anni Settanta, ...

      La domanda nasce spontanea: perché hai dato dei soldi ad un progetto di divulgazione che hai evidentemente seguito molto poco?

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    12. Ecco puf! Arrivo sempre tardi (terzo dopo Wendell e CorrettoreDiBozzi).
      La colpa è sua prof. che ha scritto millemila post su 'sto cavolo di blog ma anche mia che sono lento e ho scarsa memoria.
      Ho una domanda senza malizia per l'eccelso Dott. Marchetti anzi due.
      La prima è se secondo lui (Il Dott. Marchetti) i sigg. Atif Mian e Amir Sufi avranno letto e/o copiato da Rick Wolff.
      La seconda è da quale data ha iniziato a frequentare questo blog perché il tempo è una risorsa importante, non è che uno può leggere millemila post in pochi giorni o farlo a tempo pieno e questo potrebbe spiegare qualcosa.

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    13. @ Wendell
      Ho letto il post, grazie per il suggerimento. Aggiungo che so da me di non essere originale, ci mancherebbe.
      @ Caporaletti, i dati di partenza sono quelli, con qualche frazione per elabolarli, non mi stupisce che le due serie abbiano andamenti simili, a parte un possibile offset legato alla normalizzazione o a qualche differenza minore nelle serie originali prese a campione. Non azzarderei illazioni in merito a chi ha copiato chi, se fossi in lei.

      Tornando al post dei logaritmi (2/3 del post é sui logaritmi), ho letto sommariamente le spiegazioni sui logaritmi - non me ne vogliate ma noi che lavoriamo nel campo della RF - radiofrequenza- i logaritmi li calcoliamo a mente ogni tanto perché tra dBm, dBc, dBa, dBW, dBi, etc. alla fine ti ci abitui.
      Tra le proprietá di cui godono, c'é quella secondo la quale i logaritmi comprimono dinamiche enormi in meno spazio sul monitor e sono comodi per i grafici. Ma una scala logaritmica é solo una diversa rappresentazione di una serie di dati. Non aggiunge nulla, né toglie nulla alla informazione che visualizza. E'semplicemente comodo per l'occhio umano e per i calcoli adoperarli. Quindi ritorno al grafico e ignoro completamente tutta la dissertazione sui logaritmi.
      Veniamo al punto interessante.
      Quoto:
      "L'unica differenza sensibile è che coi dati di Wolff nel 1947 i due indici tornano a coincidere, mentre nei miei dati rimangono scostati, ma la caratteristica più rilevante, cioè lo stacco della produttività a partire dagli anni '70, rimane il medesimo."
      Apprezzo moltissimo la trasparenza nei risultati, ma la domanda rimane: "perché proprio negli anni '70?".

      Quoto ancora:
      "Intanto, una stagnazione del salari si era già avuta a partire dal 1920, ed era durata sostanzialmente fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale".
      Strano, a partire dagli anni '20. Come mai?
      E'un po'come quando mi interrogai sul Rinascimento: perché proprio a Firenze, e perché proprio a fine 1300? A storia alle superiori ti insegnano tanti fatti, ma non capisci perché si passa da un periodo all'altro. Ti insegnano il paradosso di Zenone di Achille e la tartaruga, ma non ti spiegano dove il ragionamento é fallace.
      Ma ora divago...

      Torniamo a noi.
      Io una spiegazione la azzarderei (no, non su Zenone e sul Rinascimento) e, banalmente&ovviamente, non é mia.
      Qualche stimolante (almeno per me) parallelo:

      La grande depressione
      1914: abbandono del gold standard per creare moneta per finanziare le spese di guerra.
      Si espande, dopo la guerra, il credito. C'é un boom del credito. Nascono i ruggenti anni 20.
      Con il credito facile, cresce la produzione, ma non i salari. La bolla scoppia quando i crediti non possono essere ripagati (debito o credito sono due facce della stessa medaglia)
      Collasso bancario, la FED, nata pochi anni prima, lascia correre.
      Collasso del commercio internazionale.

      La crisi attuale
      1971: abbandono di Bretton Woods. Nessuna moneta é piú agganciata all'oro.
      Esplosione enorme del credito, che innesca la creazione di differenti bolle in varie parti del mondo in anni diversi (Giappone, Thailandia, Cina)
      Con il credito facile, cresce la produzione, ma non i salari. La bolla scoppia quando i crediti non possono essere ripagati.
      Collasso bancario, stavolta la FED, memore degli anni 30, interviene azzerando i tassi prima e
      con il Quantitative Easing poi espandendo con una entitá mai vista prima il proprio bilancio.
      Calcia in avanti il barattolo.
      Collasso bancario (stanno ora, 2015, fallendo i primi fondi di investimento grossi in America)
      Collasso commercio internazionale (di queste settimane gli ultimi dati).

      In merito alla fine del post di Bagnai, per me si possono fare tutti i consigli di fabbrica che si vogliono: se pero' delocalizzano le fabbriche in Cina, e in Vietnam se la Cina inizia a costare troppo, mancano le sale mensa dove riunirsi. Perché si delocalizza? Globalizzazione. Che é massicciamente deflattiva.

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    14. Io non sono uno spacciatore MA la roba che fuma deve essere veramente forte.

      Chinacat

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    15. Lorenzo, sei veramente fuori. Non hai letto i miei testi e continui col tuo "secondomeismo" che non aggiunge niente, ma niente. La tua esperienza con noi si chiude qui. I troll non vanno alimentati. Divertiti con Nato Duncan.

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    16. Debbo convenire con CC; è roba difficile da sperimentare, non è roba che si trova sui circuiti noti.

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    17. Io continuo a non capire.
      Ci siamo che sia il gold standard e gli agganci monetari creano solo enormi problemi economici e prima o poi esplodono con enorme violenza? E cosa centra ciò con la monetizzazione del deficit pubblico?
      Le bolle finanziarie sono alimentate col credito facile, quando qualcuno decide di sganciare i salari dalla produttività?
      Abbiamo ( anzi il prof ha più volte dimostrato) che monetizzare il deficit pubblico, non crea affatto inflazione, e addirittura il grafico sopra mostra una correlazione negativa insignificante.
      Sarò tonto ma, ripeto, non ho capito cosa centra quello che dici con l'oggetto del post.

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    18. Marchetti, per quello che ho potuto capire io frequentando questo blog credo che il problema che la questione da dirimere sia lo stabilire quali siano le cause e quali invece le conseguenze. A me è stato insegnato che il credito è uno strumento che provoca disuguaglianze, e persino guerre, ma la causa che sta alla base di questo sistema sono delle scelte politiche. Il Prof. ce ne ha parlato tante volte. Già che ci sono le suggerisco anche il seguente post:

      http://goofynomics.blogspot.it/2015/03/accumulazione-in-condizioni-di.html

      ...e un articolo scientifico sulla wage/debt led economy che proprio lui ci raccomandò di leggere, e dal quale credo che lei, con il suo bagaglio tecnico, potrà beneficiare più di me:

      http://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---ed_protect/---protrav/---travail/documents/publication/wcms_192507.pdf

      Io non sono un economista ma capisco le persone. Credo che lei, come noi, segua Goofynomics perché le è piaciuto lo stile del Prof. Non se la prenda se le ricordo una regola (mentre la ripeto a lei lo faccio anche per me). Se lei entra a far parte di un gruppo può succedere che voglia distinguersi, e probabilmente ha tutte le carte in mano per farlo. Tuttavia non è molto utile sfidare il capo branco un modo così plateale. Uno come me può anche essere onorato di discutere insieme a lei di economia, perché si suppone che io ne sappia abbastanza poco mentre lei molto di più. Il Prof. invece è di un'altra categoria, gioca nel campionato professionistico, e non può avere la pazienza di rispondere ogni volta, a tutti, su argomenti che ha già trattato diverse volte; perché significherebbe perdere troppo tempo, o peggio, fare il gioco di tanti troll che vorrebbero solo mettere il bastone fra le ruote alla sua divulgazione. Esplori meglio questo blog, legga i libri del Prof. (se non l'ha già fatto) e poi, se ne è capace, porti il suo contributo costruttivo con maggior rispetto verso chi, da ricercatore e da insegnate, è coinvolto nello studio dell’economia internazionale da molti anni.

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    19. Mmmmh... C'è "il calcio del barattolo" ma non lo "schema Ponzi" e la "prasseologia"... Scarso, non si applica, può fare di meglio.

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    20. De Gaulle NON ritirò le riserve auree francesi da Fort Knox per paura dell'inflazione, ma perchè riteneva che "« Cette facilité unilatérale [adozione del dollaro come moneta di riserva negli scambi internazionali]qui est attribuée à l’Amérique contribue à faire s’estomper l’idée que le dollar est signe impartial et international des échanges, alors qu’il est un moyen de crédit approprié à un Etat ».

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    21. @Wandell Gee Lei e' un altro che se mai avro' l'onore di incontrare, dovro' inginocchiarmi

      @Lorenzo, non capisco il suo punto. Su cosa vuole contribuire esattamente?
      Molte cose che dice sono ben note ai lettori di questo blog. Altre cose che dice non sono affatto condivisibili.
      I mi limito a chiederle di elaborare meglio il concetto di "galleggiare", nel suo incipit
      "In America hanno stampato tanto, ... Hanno "galleggiato" un po'di piú rispetto ad altri"

      Lei pensi alla differenza tra "galleggiare" (dopo una crisi finanziaria senza precedenti della propria economia) e quello che e' successo a noi (dopo una crisi esterna a cui tra l'altro eravamo esposti in minima parte).
      Come vogliamo chiamare questo "galleggiare un po di meno" dell'Italia? E che succede quando non si galleggia? Qual'e' stata la differenza in termini di benessere e sviluppo sociale in Italia? E le vite umane? Lei non si e' accorto di nulla?
      Vede, questa indifferenza da molto fastidio. Lei trovi un sinonimo di "galleggiare un po meno" per definire la situazione Italiana per poi, umilmente, tornare alla ragione.

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    22. Io sono ignorante, quindi mi sfugge la correlazione tra deficit commerciale USA e bolle finanziarie, e anche la correlazione tra monetizzare il deficit e il credito facile elargito dalle banche. Se esistesse il debito privato greco sarebbe stato finanziato dagli istituiti anglo americani, no dai franco tedeschi.

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    23. @Ser Pezz
      La cosa mi metterebbe in imbarazzo. Poi, io dovrei inginocchiarmi davanti a così tanta gente da rovinarmi le ginocchia. Meglio se stiamo tutti in piedi.

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    24. Ripensandoci, credo che tutta la confusione del dott. Lorenzo circa la monetizzazione del deficit sia figlia della disinformazione e del fatto che a volte monetizzare il deficit si dica stampare moneta. Questo termine evoca immagini quali ad esempio una rotativa che va, sacchi che si riempiono, elicotteri che si alzano. Da li ad immaginarsi le banche che raccolgono sti soldi con dei retini giganti, il passo è breve. Ed ecco le banche che elargiscono credito facile. In realtà il credito facile dipende dal basso costo del denaro, dal fatto che non esistono più valute che si possano svalutare, e soprattutto, dalla quasi certezza che se le cose vanno male, poi il culo ce lo para lo stato. Perché le PMI e le famiglie si fottano, ma le banche boia d'un giuda, le salvano sempre. Oppure, per quelli fuori da eurolandia, dall'avere crediti da trasformare in prodottini finanziari, dalla cui vendita deriva il vero guadagno. Ma qui il monetizzare il deficit non c'entra una beneamata. Forse la confusione del dott. Lorenzo deriva dal fatto di non aver capito cosa significa monetizzare il deficit, e cioè, che non si stampano soldi da regalare, ma che lo stato ha la possibilità di creare denaro per pagare stipendi, saldare i debiti con le imprese, asfaltare le strade , curare i malati, insegnare ai bambini, fare ricerca di base, tutto senza essere costretto a cercare tutto il denaro necessario nel mercato privato dei capitali. Che poi sono da restituire con gli interessi. E allora vai di tasse, di tagli, di licenziamenti e di pareggio di bilancio. Quello che non so è in quale misura questo si possa fare, e grazie al prof ho scoperto, che non è per niente banale amministrare l'economia di uno stato, che poi c'è il vincolo esterno, il debito estero, l'elasticità delle importazioni etc etc. Quindi non è vero che basta spenne che ce vo. È una domanda che si pone anche un lettore più sotto. Grazie prof, non sono abbastanza le parole per ringraziarla. Ogni volta è capire quanto è più grande la mia ignoranza. Insegnare agli ignoranti dovrebbe essere aggiunta alle opere di misericordia spirituali, e dovrebbe valere doppio, perché poi diventa anche un'opera di misericordia corporale, per chi sa cogliere l'insegnamento

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    25. "il disordine economico è causa, non conseguenza, delle guerre, le quali a loro volta non sono la manifestazione di una ontologica perfidia dell'essere umano, ma, allora come ora, un modo per tirarsi fuori dai guai nei quali una gestione dell'economia nell'interesse dei pochi mette tutti".

      Caro prof. Bagnai, sono perfettamente d'accordo.

      Aggiungerei qui cosa causa, a mio sommesso avviso, i disordini economici.

      Il fallimento delle politiche liberiste prima della Seconda Guerra Mondiale generò quei nazionalismi che scatenarono la guerra.

      Oggi la storia si ripete, il fallimento del neoliberismo dell'eurozona porterà all'annientamento di ogni sentimento europeista e, speriamo di no, alla guerra.

      Il liberismo (o neoliberismo) dovrebbe essere sanzionato come pratica illegale e vietato come fu vietato il fascismo.

      Una accenno, senza gli azzardi appena esplicitati, lo ritrovo anche nei suoi libri.

      Saluti.

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  2. Io non sono un economista ma... direbbe qualcuno, ma credo che chi pretende di dare lezioni ad un economista che insegna ed ha ormai una certa credibilità internazionale quanto meno dovrebbe, non dico laurearsi in economia, ma almeno dare qualche esamino nella materia, in primaria università.
    Capisco se uno, nelle precedenti condizioni, arriva su questo primario blog di economia e cerca di porre domande (cerca, nel senso che deve vagliare bene se abbia senso) intelligenti, magari ponendo questioni critiche, dopo aver rispettato le premesse contenute nella netiquette, ma altrimenti, venire qui a depositare i propri sgradevoli peti, da solo la misura della propria stupidità, prima ancora che la prova della propria crassa ignoranza.

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    1. Vado a intervenire su un blog di neurochirurgia...

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    2. Già ti sei portato un pezzo avanti, qui, spesso abbiamo dei casi di neuropsichiatria.

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    3. Vanno bene anche le università di provincia, anzi sono pure meglio .....

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  3. Stiamo ancora a spiegare la differenza tra politica fiscale e politica monetaria. Mah.
    Comunque hai ragione: lo stock di titoli del debito in pancia alla BC ha zero significato. La BC per creare liquidità DEVE comprare da qualche parte i titoli a rischio più basso, cioè i titoli emessi dal Tesoro.
    Il problema è che la BCE non può farlo in modo selettivo. Se l'Eurogruppo dicesse, ok da domani mattina la BCE finanzia un programma di pieno impiego a salario minimo nell'Eurozona, e sospendiamo i vincoli su debito e deficit. Voi Greci, quanti disoccupati? Eccovi tot miliardi di acquisti BCE di nuovi titoli pubblici per finanziare i nuovi posti di lavoro. Voi tedeschi serve qualcosa? No? Andate in pace.
    Certo non hai affrontato gli squilibri commerciali, ma...

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    1. ...ma li ha creati! E nnamo! Due osservazioni: se la BC non può monetizzare, i titoli del Tesoro non sono a rischio più basso (lo abbiamo visto, no?). Secondo: cogli perfettamente il punto politico, con due aggravanti: (i) la vicenda dei "salvataggi" dimostra che non sono possibili negoziati nemmeno su principi che l'Europa accetta (come quello di tutelare i risparmiatori): figuriamoci su principi che non accetta (come quello di tutelare l'occupazione)! Ne parlo domani sul FQ. (ii) La Germania ha bisogno di investimenti più di noi. Basterebbe che li facesse.

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    2. Albè, ma se li facesse poi va in crisi la FED, non stampa più come pria e le riforme che chiede Draghi?

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  4. Che dire ???!!...sono estasiato, neanche Stan Laurel e Oliver Hardy, da fanciullino, mi avevano fatto tanto "scompisciare".Proprio il caso di dire, si ride per non piangere...e nel frattempo si impara sempre di più.
    Grazie Prof.

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  5. Ancora una volta un colpo di genio! Inventarsi due alias così credibili mi ha veramente sollevato da una giornataccia.

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    1. Visto? E ora, per intristirti, sappi che è tutto vero. C'è gente che ragiona veramente così, e ci apre su blogghetti frequentati meno di quello di Pietrino nostro. Nel mercato ci credono (dicono), ma una domanda farsela no!?... A me dispiace, perché così uno si mette in pessima luce per nulla.

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    2. "Nel mercato ci credono (dicono), ma una domanda farsela no!?..."

      No, nel senso che non riescono a creare le condizioni perché le persone abbiano bisogno di loro, cosa che in termini economici sarebbe appunto la domanda di un bene. Ecco, questi signori non sono un bene perché nessuno chiede di loro, e nessuno chiede di loro perché non sono un bene. Qui abbiamo un bene, che sarebbe una libera informazione. E di questo bene c'è molta domanda.

      Ma cacchio, come si può ancora non capire? Il mainstream ideologico ci vuole morti, e ce l'ha detto in faccia! Se il mainstream demonizza la sovranità monetaria in tutte le sue declinazioni, comprese le cose descritte da Gandolfo, un motivo ci sarà, no? Perché cercare brutte figure per parlare male dell'unica alternativa possibile?

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    3. Sovranità! tutto in quella parolina. Sovranità monetaria, legislativa, esecutiva, giudiziaria...

      La Sovranità è come il sangue senza... muori.

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  6. anche la fine dei controlli sulla mobilità dei capitali, parola di giavazzi e galli (che citano anche monti):
    http://www.giampaologalli.it/wp-content/uploads/2013/11/1992-Galli-Giavazzi.pdf

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  7. Analisi-sintesi, in tempi crepuscolari i sintesisti abbondano, gli analisti soffrono.

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  8. Quando leggo certi commenti, lascio perdere e mi dedico al Jarrett, quello bono del periodo del Vietnam

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  9. Una domanda, ma per monetizzare il deficit la banca centrale non può semplicemente aumentare la base monetaria a fronte di nulla. Chenneso se servono 30000 euro per pagare qualcuno li si emette e basta. Senza emettere altro debito pubblico (di cui comunque ci frega il giusto etc.etc.)

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    1. Emissione moneta (1 di 2)

      Si puo' fare, ma la moneta cosi' creata non e' tutta della stessa qualita' e non puo' essere facilmente 'distrutta' (i.e. l'istituzione della Banca d'Italia, cosi' come l'abbiamo conosciuta nel primo dopoguerra, faceva tesoro di due secoli di 'cut & try' negli USA sulla pelle dei lavoratori-risparmiatori).

      Faccio ora come il N°1 dei fumetti di Alan Ford (libera sintesi da un libro di Nikolay Starikov), sperando di non finire anch'io sulla sedia a rotelle....

      "After the War of Independence, Americans decided to have their own currency. In 1785 the US Congress announced the dollar as the national currency. Three years after the American Constitution was signed, in 1790, the first Secretary of the Treasury, Alexander Hamilton, submitted a bill about a new private central bank to Congress.
      In 1791 after agitated debates, Congress passed it. This ancestor of the US FRB is known as the First Bank of the United States. In 1811 the licence of the First Bank expired. The licence was not prolonged. [curiosamente?] Five months later England attacked the USA and the War of 1812 broke out which resulted in the taking of Washington and burning it down. In American historiography it is known as the Second War of Independence. The first building to be restored and painted white was the residence of the US president, the White House. Hence the name...
      In 1816 the political climate was once again inclined towards the idea of a central bank. The Second Bank of the United States was established, which was an exact copy of the first. It was also private and had a licence for the same period of twenty years. The licence expired and the Second Bank of the United States was shut down.
      'State-chartered' banks and unchartered ‘free banks’ took hold during this period, issuing their own notes, redeemable in gold or specie’, as written on the official website of the Federal Reserve.
      In the history of money all this mess is called the Free Banking Era. Paper money was issued by states, cities, counties, private banks and railway companies. And even shops, individuals and religious organisations. The government was unable to control this process. One can find different but equally amazing figures in different sources: in the 50–60s of the 19th century in the USA, according to different estimates, from five up to ten thousand types of bills issued by various institutions were in circulation.

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    2. Emissione (2)

      This is why collecting all American paper money is practically impossible for numismatists. It was a civil war that put an end to this turmoil. In order to become an instrument of expansion, the American currency needed to be unified. The Civil War started in the USA in 1861 and already by 1862 the Legal Tender Act had been passed. The first paper money with an inscription, United States Notes or Legal Tender Notes, appeared from printing machines. These notes were issued by the state and they became the first state money of the USA after many years of circulation of private money. The Department of the Treasury issued the notes directly into circulation and they are an obligation of the United States Government. The total amount of these notes is restricted by Congress. According to the legislation, the total amount issued was limited to 300 million dollars.
      This law is still in force, which explains why even several years after the Fed was founded not only its private Federal Reserve Notes but also the state United States Notes could be found in circulation. In 1863 another law was passed; it was called the National Banking Act. The main difference from the Free Banking Era was that National banks were only allowed to issue the currency if chartered by the federal government. The US currency issued according to the new rules was called National Banknotes or the National Currency. In 1863 the Federal Government put an end... to the universal currency freedom by introducing a 10% tax on all notes in circulation... Thus, the US Government secured itself with a monopoly on issuing money... The Government made issuing money unprofitable for bankers. They had to pay a 10% tax and, most importantly, they were not allowed to issue money with no limit and no backing. There were two new types of US dollars. One of them — United States Notes (Legal Tender Notes) — was directly governmental, while the other — National Banknotes — could only be issued with the Government’s consent and under its control. The legislation fixed another important detail: all issued banknotes were from now on to be backed by state securities.
      In order to issue money, private banks needed to buy public bonds and deposit them in the Treasury. If there were no bonds and the country was not increasing its debt there was no possibility to issue dollars in private banks. And that means that the choice of the type of dollars to be issued was now GIVEN TO THE GOVERNMENT AND THE PRESIDENT OF THE USA. Bankers could not take the country under control, issuing money and, consequently, power was getting out of their hands anyway.
      Either dollars were to be issued by the state, or the state was to decide who was going to issue them. And the Government did decide — it distributed the emission of National Banknotes among a mass of banks.
      No ‘independent’ Central Bank was in the way. The advocates of ‘silver money’ (that is unrestricted emission) proposed William Jennings Brian as a candidate for presidency in 1896. But they lost and William McKinley won. The 'populist party' was defeated. In future, however, the majority of the 'populists and agricultural democrats’ suggestions entered legislation, except for the ‘cheap’ money.
      It was during McKinley’s administration that in the act of 1900 the gold standard was officially introduced in the USA and the gold content was set at 1.50463 grams. Unrestricted emission was put off again.

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    3. Emissione (3)

      A total of twelve main types of notes have been issued in the USA since 1861.
      Demand Notes. They were issued in 1861 with a value of five, ten and twenty dollars.
      Compound Interest Treasury Notes. These were issued in 1863–1864 with a value of ten, twenty, fifty, hundred, five hundred and thousand dollars.
      Interest Bearing Notes. They were issued in 1863–1865 with a value of ten, twenty, fifty, hundred, five hundred, thousand and five thousand dollars.
      Refunding Certificates. They were issued in 1879 with a value of ten dollars.
      National Gold Bank Notes. They were issued in 1870–1878 with a value of ten, twenty, fifty, hundred and five hundred dollars.
      Treasury Notes or Coin Notes. They were issued in 1890–1891 with a value of one, two, five, ten, twenty, fifty, hundred and thousand dollars.
      United States Notes — Legal Tender Notes. They were issued in 1862–1969 with a value of one, two, five and hundred dollars. Their typical feature was a stamp and a serial number in red.
      Silver Certificates. They were issued in 1878–1963 with a value of one, five and ten dollars. Their typical feature was a stamp and a serial number in blue.
      Gold Certificates. They were issued in 1865–1934 with a value of ten, twenty, fifty, hundred, five hundred, thousand, ten thousand and hundred thousand dollars. Their typical feature was a stamp and a serial number in orange.
      National Bank Notes. They were issued in 1863–1935 with a value of five, ten, twenty, fifty and hundred dollars. Their typical feature was a stamp and a serial number in brown.
      Federal Reserve Bank Notes. They were issued in 1915, 1918 and 1933 with a value of one, two, five, ten, twenty, fifty and hundred dollars. Their typical feature was a stamp and a serial number in brown.
      Federal Reserve Notes. These notes were issued in accordance with the Federal Reserve Act of 23.12.1913. The first issue was in 1914. Notes of five, ten, twenty, fifty and hundred dollars were issued in 1914; five hundred, thousand and ten thousand dollars — in 1918. After the silver certificates were cancelled, one-dollar notes were only issued as Federal Reserve notes. Two-dollar Federal Reserve notes designed to replace identical US notes were first issued on 13 April, 1976.

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    4. Questa faccenda della 'qualità' della moneta penso sia una delle principali cause degli scleri di cui sopra.

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    5. Speravo in una risposta un po' più fruibile. Ma grazie lo stesso per lo spunto. Comunque la mia è principalmente una curiosità tecnica. È prevista la monetizzazione del deficit a fronte di nulla aumentando esclusivamente la base monetaria.
      Cioè non potrebbe la Banca Centrale fornire liquidità al Tesoro senza chiedere un titolo di credito (cioè di debito) in cambio.
      Mi rendo conto che la questione è meramente formale perché anche a fronte dell'emissione da parte del Tesoro del titolo gli interessi non vengono comunque corrisposti a quanto ho capito.
      Però insomma sono curioso, qualcuno me lo spiega perfavore.
      Coi tempi vostri eh, ci mancherebbe

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    6. Scusa, caro, cosa c'è di non fruibile nella risposta di Luca? Ti ha spiegato che un istituto di emissione ha uno stato patrimoniale (bilancio per gli anglofili), che questo stato patrimoniale ha un attivo e un passivo, che strutturalmente la moneta emessa è passivo (perché è promessa di dare "qualcosa" in cambio della "nota" emessa) e che storicamente questa promessa è stata "backed" (garantita) in varie forme, ad esempio ponendo all'attivo metalli, o attività finanziarie priva di rischio. Sentite: io ho fatto due post per spiegare la normalità, e come prevedibile si è scatenato il delirio signoragg-auritian-donaldiano. Però io la normalità ai non sciiiiikimiki 1!1!1! sentivo di doverla spiegare. Sentivo di dover attirare la loro attenzione su come la pensava uno dei molti padri dell'euro, incidentalmente. Di più non mi va di fare, perché io posso anche essere solidale con chi non ama la partita doppia, ma se uno non intuisce la differenza fra un ricercatore, magari psicopatico, e uno che è solo psicopatico, l'esperienza mi dice che è inutile dedicargli tempo.

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    7. Ho capito. La mia domanda era filosofica se vogliamo comunque sono consapevole che non frega un cazzo a nessuno e che qualunque fosse stata la risposta sarebbe stata comunque irrilevante. Non voglio togliere spazio alla divulgazione. Grazie a Luca e al Prof.

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  10. prof da dilettante allo sbaraglio chiedo, esistono dati di questo tipo di finanziamento monetario del deficit/debito anche per altri paesi, nelle banche dati eurostat, imf, world bank, etc, per verificare come si comportano e si son comportati in passato altri paesi (che magari ci fanno la predica)?

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    1. Vedi sotto Carlo. Oggi molti paesi hanno accordi tipo "divorzio".

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  11. Ma io dico, ci vuole tanto a capire la frase (e il concetto): "afferrare la differenza fra non demonizzare uno strumento lecito di politica economica [...], e considerarlo una panacea".
    Insomma ci ho capito poco in questo post, ma ad una cosa sono, ed ero, arrivato (cosa che a me sembra banale ma evidentemente non lo è): come molte cose, gli estrumenti di politica economica non sono buoni o cattivi a priori. Dipende da quando, dove, per chi, per quanto tempo, in quale misura vengono messi in pratica. Quantificare queste cose è compito della tecnica (in questo caso economica), sta poi alla politica dare un peso ai pro e contro e decidere se metterli in pratica.

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  12. Grazie Professore, due post davvero molto interessanti, che mi hanno chiarito alcuni dubbi, anche se purtroppo me ne rimane uno su cui non riesco a trovare chiarimenti.
    Ho seguito, fin dal suo video iniziale sul Blog di Messora, l'esposizione del meccanismo dell'azione della Banca Centrale come prestatore di ultima istanza, e mi sono chiari gli effetti e i vantaggi, ma non gli svantaggi dell'azione diretta sulla monetarizzazione del deficit.
    Perché la Banca centrale interviene (la maggior parte delle volte) acquistando titoli di debito pubblico e non direttamente per coprire tutto o in parte il deficit? Quali sono gli effetti nei due casi?
    Inoltre cosa limita la monetarizzazione totale del deficit, evitando di fatto anche la tassazione?
    Grazie a chiunque vorrà aiutarmi a capire questo punto.

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    1. http://goofynomics.blogspot.it/2015/05/il-vincolo-esterno-kpd9.html?m=1
      Se ho capito bene la domanda, questo ti aiuterà a iniziare, ma tutta la serie KPD va letta e possibilmente studiata.

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    2. Ma cos’è questo rumore? Quack… quack… quack… noooooo, non ci posso credere… ancora in giro????

      Stai dicendo "perché domani mattina la Banca Centrale di Bujumbura (ad esempio, visto che noi non possiamo farlo e per citare la Banca Centrale di uno stato sovrano che emette valuta propria, al quale tanto ci accomuna, secondo i gianninizzeri), non decide di ripagare tutti i creditori “stampando” valuta e azzerando così il tutto il debito pubblico in un istante?
      Magari perché non tutto il debito pubblico di Bujumbura è stato collocato IN VALUTA LOCALE (CIF) agli indigeni (indigeno, s.m.: persona originaria del luogo) o all’estero dalla Banca dell’Etruria (che è tanto brava a fare cose simili), ma qualcuno, dubitando dell’affidabilità di Bujumbura (mica fesso, in questo caso) lo ha acquistato in altra valuta (ad esempio $): dove va a prendere i dollari Bujumbura? Default? Esatto!
      Bene, siccome il Burundi è il classico esempio di stato commerciale chiuso (citofonare Fichte), il default non è un problema, tanto non avrà bisogno di comprare nulla da altri paesi (che vorranno essere pagati NELLA PROPRIA VALUTA, o in una valuta di scambio della quale non è possibile mettere in discussione l’affidabilità senza adeguato numero di megatoni e relativi vettori): a quanto arriverebbe il cambio CIF/$ a fronte di una manovra di questo tipo, nel malaugurato caso fosse necessario comprare qualcosa che il Burundi non produce? (Questa è facile, almeno SETTANTAVOLTESETTE il valore precedente, l’ho imparato dal Volkischer Beobachter salmonato). Quanto poco ricaverebbe (IN VALUTA ESTERA) il Burundi dalle proprie esportazioni? (ah, ma il Burundi non ha bisogno di esportare…).
      Ora, a parte gli incauti acquirenti esteri, che si ritrovano carriolate di CIF che non hanno valore al di fuori del Burundi, i risparmiatori indigeni hanno avuto indietro tutti i propri soldi. Bene.
      In sovrappiù, come suggerisci, il governo di Bujumbura decide che da domani non si pagheranno più le tasse, che servono a finanziare i servizi che il governo offre ai cittadini (perché nemmeno a Bujumbura è tutto castacriccacoruzzzzionesesomagnatitutto come da noi!): tutta la spesa necessaria sarà coperta dalla moneta “stampata” dalla Banca Centrale. A questo punto, visto che allo Stato non devo pagare nulla, che è in grado di pagare qualunque spesa e non ha nessuno scambio con l’estero, cosa determina il valore della moneta per gli indigeni? Indovina un po’ cosa succederebbe …

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    3. Grazie Prof. per queste preziose lezioni, nonostante le difficoltà, sono riuscito a contribuire anche quest' anno (ne vado molto fiero e tra non molto uno o due amici lo faranno, anch' io ho il mio libro nero ed il discrimine è questo).
      @Guglielmo Magri
      Mi sono posto le stesse domande e, da vocidallestero.it, ho trovato questo articolo sotto il link "appunti" (una miniera). Ciò che ho compreso, da una lettura un po' frettolosa, è che per evitare tensioni sui prezzi è bene che il governo incrementi la spesa totale ricorrendo al deficit lo stretto necessario affinché la spesa totale (privata e pubblica)assorba tutta la produzione, senza eccederla quindi.
      La scelta se monetizzare il deficit o emettere debito pubblico dipende dalla scelta di evitare un eccesso di risparmio privato, che determinerebbe un abbassamento dei tassi d' interesse mediante un eccesso d' investimenti, con ripercussioni sul livello dei prezzi:" La seconda legge della Finanza Funzionale è che il governo dovrebbe prendere a prestito denaro solo se è desiderabile che il pubblico detenga meno denaro e più titoli di Stato, perché questi sono gli effetti dell’indebitarsi del governo.
      Questo potrebbe essere desiderabile se altrimenti il tasso di interesse dovesse ridursi troppo (a causa dei tentativi da parte di coloro che possiedono troppo denaro di prestarlo) e indurre una spesa per investimenti troppo elevata facendo così salire l’inflazione." Qui mi sorge un dubbio: cosa s' intende per investimenti? Se intendiamo investimenti in capitale produttivo, questi aumentando l' offerta dovrebbero avere un effetto deflattivo in quanto aumenterebbero la capacità produttiva a parità di domanda. Probabilmente intende anche qualcos' altro o mi sfugge qualcosa (probabile). Devo finire di leggerlo, ma fin dove sono arrivato io non parla di vincolo esterno causato da squilibri di bilancia dei pagamenti. Immagino che contemplerà anche questo vincolo (comunque da verificare), solo in parte sottointeso nell' evitare tensioni sui prezzi.
      Per quanto riguarda i commenti postati da Alberto vorrei solo aggiungere che ogni volta che approfondisco un minimo la materia (non solo l' economia)mi sorgono(aihmé)sempre più domande che risposte.

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    4. Mi scuso, credo di aver dimenticato la cosa più importante, il link:
      http://gondrano.blogspot.it/2012/08/la-finanza-funzionale-e-il-debito.html

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    5. Grazie Erik, da quello che scrive e da una scorsa veloce al link mi sembra che lì si possano trovare le risposte alle domande che ponevo.
      In risposta al post di porter, che mi sembra sottintenda che nel mio intervento ci fosse l'intento di supportare delle testi, voglio chiarire che le mie erano solo domande, a cui da diverso tempo (da quando ho cominciato a seguire questo blog e poi a seguito altri nel 2012) sto cercando di trovare fonti in cui trovare risposte: non volevo fare nessun tipo di affermazioni, ne dimostrare nulla, ma solo chiarirmi dei dubbi.

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    6. @Guglielmo, l'intervento era provocatorio perché spesso queste domande sono state poste da chi sapeva di sapere già che la risposta giusta era la "teoria" memmetara (da ciò il quack quack)....

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    7. @Guglielmo, l'intervento era provocatorio perché spesso queste domande sono state poste da chi sapeva di sapere già che la risposta giusta era la "teoria" memmetara (da ciò il quack quack)....

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  13. avevo letto il primo commento "in diretta" e l'unica considerazione che mi è venuto è stato un profondo sospiro di... santa pazienza.
    il secondo me lo ero perso. e come al solito, mi colpisce anche se ormai non mi offende più, mi ci sono abituato. sono arrivato alla conclusione che "parla quanto vuoi, tanto tu non puoi offendermi".
    esso fa non poco il paio con la ben nota frase "con la cultura non si mangia".
    è il concetto, infatti, che la poesia non sia vita, che chi fa poesia è lontano dalla vita reale, o chi è nell'arte (non inteso come attività, ma come condizione esistenziale) non è nella vita reale, ad essere totalmente... una lieve imprecisione.
    sicchè, "esplorare" l'uomo, scandagliare le forme, speculare (in senso filosofico) sui sentimenti, sull'animo, sui concetti e le sensazioni, cogliere un soffio che altri non colgono ma un giorno coglieranno (la cosidetta "santa preveggenza dei poeti"), tutto questo e molto altro è "non essere nella vita reale o distanti anni luce da essa"?
    è un concetto misero - non so come altro definirlo - che non solo denota una ben misera visione della vita, dell'uomo e del mondo, ma mi pare abbia già troppe volte mostrato la sua inconcludenza.
    Scusa, Alberto, e scusate tutti: forse non mi sono espresso chiaramente, ma credo si sia capito o quanto meno intuito cosa c'è di sbagliato, per me, in questa visione delle cose. Tu sei musicista e puoi capire.
    Anzi, visto che sei nella Musica, è un po' quella differenza che c'è tra il sedersi e ascoltare un brano con la stessa dedizione con cui si legge un libro (per me così si fa), ed entrare in un negozio che spara la stessa merda pseudo musicale a palla per rincoglionirti, farti salire l'adrenalina e spingerti a comprare. Musicaccia ovunque accompagna le nostre ore. E mi ricordo di un mio caro maestro che ripeteva: perché devo sempre avere la colonna sonora alla mia vita?

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    1. Ricordo a memoria un Platone che definì la ricerca delle cause prime come le “vere cose serie” (ed è interessante, poiché esistono vere catene causali risalendo le quali si può identificare una causa più profonda, ma ancora causata, pertanto seconda rispetto alla prima). Ma, visto che ho il testo sotto mano, vale la pena riportare un passo del suo allievo (Aristotele, Metafisica, I, 1, 981b 25-30, 982a): “Ciò in vista di cui ora facciamo il discorso è questo: che cioè tutti ritengono che quella che è chiamata sapienza verte intorno alle cause prime e ai principi supremi. Per cui, come s’è detto in precedenza, l’empirico sembra essere più sapiente di coloro che possiedono una qualunque sensazione, l’esperto di un’arte più degli empirici, coloro che praticano arti architettoniche più di uno che pratica un’arte manuale, e le scienze teoretiche più di quelle poietiche.
      È chiaro, dunque, che la sapienza è una conoscenza indefettibile intorno a certi principi e certe cause.”.
      Direi che il medio livello volutamente perorato (perché l’ignoranza, in se stessa, non è una colpa) stia lentamente scivolando dall’empirico a colui che possiede una qualunque sensazione (il “sogno”).
      “Essi” ti dicono che il contenitore val più del contenuto, poiché lo trasporta e lo conduce (sicché un’auto val più dell’automobilista, oppure lo plasma e lo identifica – e questo lo si appura agevolmente nell’immaginario di molti). Avranno coscienza del tragico fraintendimento, per un breve e terrificante istante, allorché il contenuto scivolerà via per sempre, e andrà in frantumi il contenitore (“prima che si rompa il cordone d'argento / e la lucerna d'oro s'infranga / e si rompa l'anfora alla fonte /e la carrucola cada nel pozzo – Qoelet, 12:6).

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    2. grazie del bel commento, citodacal.
      sarebbe interessante sviluppare una discussione sulla storia del contenuto e del contenitore, perché il tuo esempio automobilistico è perfetto, in particolare per comprendere come abbiano ribaltato... l'ordine degli addendi a loro uso e consumo... cioè: uso loro, consumo nostro.
      saprai bene, infatti, che in arte la forma è per tanti, troppi versi più importante del contenuto, è lei che parla. le storie che ci raccontiamo sono bene o male sempre le stesse... in fondo, è molto divertente scoprire che La locandiera di Goldoni non è nient'altro che una riscrittura del mito di eros e psiche.
      oppure, tanto per restare in musica, la forma sonata, o la sinfonia. che casino se ogni autore avesse dovuto inventarsi una forma nuova.
      e sarebbe altresì interessante, e credo divertente, capire come siano riusciti a convincere le masse che non importa se sei bello o brutto, ma se te metti il tal profumo, usi la tal macchina, indossi le tal scarpe... trombi! :-)
      grazie comunque, non conoscevo questi pezzi.

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  14. http://vocidallestero.blogspot.com/p/didattica.html
    nel 1992 il Trattato di Maastricht, oltre a prevedere la necessità del riequilibrio del bilancio pubblico per entrare a far parte della moneta unica (limiti del 3% del PIL per il deficit e del 60% del PIL per il debito), vieta esplicitamente alle Banche Centrali di concedere scoperti di conto alle amministrazioni pubbliche, nonché di acquistare direttamente titoli di debito pubblico.
    L’unico motivo per emettere circolante diventa il controllo della liquidità del sistema, a discrezione esclusiva della Banca Centrale e per l’obiettivo esclusivo di mantenere stabile il valore della moneta.
    L’emissione di circolante per le esigenze di finanziamento degli Stati, prima considerato un canale normale di emissione della moneta, in Europa va completamente in disuso.

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    1. Grazie, ma la mia domanda non era inerente a quello che accade nel contesto dell'eurozona, ma in generale cosa limita il finanziamento monetario in generale in economia.

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  15. La ruota è girata anche per loro: dopo operai e imprenditori che si sono ammazzati, dopo i disoccupati, dopo i docenti che non si sono accorti che la crisi economica li stava indebolendo ma continuavano a votare a sinistra incuranti di chi moriva nel frattempo, adesso tocca ai medici.
    Lo diceva già Gramsci "un commerciante sente di dover essere solidale con un altro commerciante, un fabbricante con un altro fabbricante, ecc., ma il commerciante non si sente ancora solidale col fabbricante; è cioè sentita l'unità omogenea, e il dovere di organizzarla, del gruppo professionale, ma non ancora del gruppo sociale più vasto".

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  16. Se posso permettermi, provo ad accennare qualche risposta:
    Primo, essenzialmente perché si è deciso che istituto di emissione e Tesoro devono essere indipendenti.
    Questo darebbe la garanzia che i politici non possano fare spesa pubblica in modo discrezionale e 'quindi' interesato a fini elettorali e di stabilizzazione della società quando essa non vuole 'pagare per i suoi errori e le sue pigrizie improduttive', della serie, se poi le imprese non investono e te rimani disoccupati non lamentarti perché è colpa dei tuoi politici irresponsabili che non ti hanno fatto essere produttivo.
    - secondo, per far sì che le politiche monetarie fossero più orientate alle dinamiche di mercato dei portafogli finanziari delle istituzioni finanziarie private. Il che va insieme al processo di liberalizzazione bancaria e di dismissione delle banche pubbliche, sia di investimento che di deposito.
    - terza cosa, appunto per evitare l'inflazzzzzzzzzzione, che uccide le vedove e gli orfani
    - quarta cosa perché, come ha scritto il prof. oggi su twitter: "indipendenza della banca centrale" significa essere al di sopra delle leggi...
    - quinta cosa: mi viene in mente anche Randall Wray (la MMT buona)che dice che un po' di tasse servono perché visto che la moneta è a corso legale, occorre qualcosa che garantisca la domanda e l'accettabilità della moneta... Se non ci fossero tasse diminuirebbe in certa misura, più o meno importante, l'esigenza di utilizzare la moneta legale

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    1. Sul punto secondo aggiungerei che monetizzare "diluisce" i depositi dei rentiers.

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  17. Confindustria abbassa stima Pil 2015 a +0,8% ma "rallentamento un mistero"

    La nuova fiction: I misteri di Viale dell'Astronomia.

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    1. Traslocheranno a breve, Viale del Tramonto...

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    2. E il centro studi, visto che siamo in tema di misteri, in Piazza Tertulliano: "credo quia absurdum"

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    3. Ieri a proposito sentivo Luca Paolazzi, capo uff.studi Confindustria, dissertare con il garrulo ex collega Barisoni in merito al "rebus" della mancata crescita in Italia, nonostante le condizioni esterne favorevoli come non mai (euro svalutato, petrolio e denaro a prezzi di realizzo). Per gli illustri studiosi resta un mistero il fatto che con la disoccupazione al 12 e passa, decine di migliaia di piccole imprese chiuse in 4 anni e altre che annaspano, tagli continui alla spesa pubblica in ogni settore, non si cresca in doppia cifra

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    4. Ah, Paolazzi.... e 'sti cazzi!

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    5. No, non è la sfiga: si è spento lo stellone italiano e si sono accese 5 stelline che non fanno luce ma buio.

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  18. Confindustria abbassa stima Pil 2015 a +0,8% ma "rallentamento un mistero"

    La nuova fiction: I misteri di Viale dell'Astronomia.

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  19. Mi viene da piangere. Tutti questi riferimenti mi sarebbero serviti come il pane per la tesi triennale,fatta per l'appunto sulla monetizzazione del deficit. Ci rifaremo...

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  20. Cavolo, non sapevo esistesse un "coefficiente di monetizzazione del debito"! Credevo che ciò fosse endogeno, nel senso che i policy makers si affidassero al ciclo... Mi scuso ma sapere se esiste questo coefficiente è per me davvero "confortante". Quindi esiste una policy per poter calcolare quanto e come monetizzare in base all'esigenza Statale. Sono sollevato, grazie!

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    1. Flavio, se vuoi ti mando l'articolo di Spaventa...

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    2. Si trova anche on-line, scaricabile liberamente:

      SPAVENTA L. (1984), "La crescita del debito pubblico in Italia: evoluzione, prospettive e problemi di politica economica", Moneta e Credito, vol. 37 n. 147, pp. 251-284; traduzione inglese, "The Growth of Public Debt in Italy: Past Experience, Perspectives and Policy Problems", Banca Nazionale del Lavoro Quarterly Review, vol. 37 n. 149, pp. 119-149.

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    3. Grazie Alberto (a proposito, auguri in ritardo, sorry), grazie Correttore. Se l'articolo è questo lo scarico e me lo leggo!

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  21. "E un giorno credi questa guerra finirà
    ritornerà la pace ed il burro abbonderà
    e andremo a pranzo la domenica fuori porta a Cinecittà
    oggi pietà l'è morta
    ma un bel giorno rinascerà"

    Un po' d'ottimismo, penso al burro che un domani tornerà, grazie anche e soprattutto a Lei


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    1. "Un po' d'ottimismo, penso al burro che un domani tornerà,..."

      ottimista una ceppa, mi ricordo dell'uso alternativo che ne ha fatto Marlon Brando...

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    2. Se ricordo bene si trattava di burro francese; magari oggi dovrebbero usare quello tedesco, non si sa mai come reagirebbe l'organo di controllo UE.

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    3. @ALBERTO49 16 dicembre 2015 19:19

      "non si sa mai come reagirebbe l'organo di controllo UE".

      O come reagirebbe l'organo.


      Spero non alberghi puritanesimo nel KPO o in quel che ne resta, altrimenti mi defenestrano.

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    4. Ma come fai a pensare che volessi sottintendere! Mo' ricominciamo con le femminucce che si fanno problemi? Ma è una fissa la tua, mi sta quasi venendo un complesso di colpa, "a me" disinibito e noto esibizionista.

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    5. Un tempo fu il dilemma tra il burro ed i cannoni. Scomparvero i cannoni e già riapparve il burro. Ora del burro s'invoca la presenza perché il rumore del cannone nuovamente incombe. Sovviene dunque il dubbio che riesca a qualcheduno il prender per le terga, a proprio frutto usando prima l'uno oleoso, di poi gli altri metallici (mmhh, scorrendo l'ultimo passo riscontro casualmente un non voluto doppio senso...).

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    6. @ALBERTO49

      Forse è il caso di fare chiarezza.

      1)Non riscrivo il commento-
      risposta già inviato perché
      potrebbe non aver superato il vaglio del Prof e quindi potrebbe
      non comparire.

      2) NON sottindendevo che tu sottintendessi alcunché, anzi mi
      ero fatta la battuta da sola, col
      riferimento al KPO di cui sono parte, sigla che ho sempre
      considerata scherzosamente carina e spiritosa, dunque
      intelligente e, pertanto, secondo i
      miei parametri, benvenuta e gradita.

      3) Altresi' mi scherzavo addosso con la frase non virgolettata e dunque mia, scritta sull'onda del doppio senso a cui ho.piegata la virgolettata non-mia, cioè tua.

      Traduzione: era una battuta goliardica che mi son permessa.
      O non potevo?

      4) Chiarito, spero, il superfluo, passo alla sostanza, ciò per contribuire all'armonia del blog ma anche al rispetto delle persone, nello specifico, me stessa: ti invito dunque pacatamente a non impiegare il termine "femminucce" con e per donne che nemmeno conosci e che non sono amiche tue - anche se non nemiche.
      Può darsi che qualcuna che conosci gradisca il termine, e questi sono affari vostri.


      Ma io no.

      Con immutata (per ora) simpatia.



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    7. Il burro, questo umile prodotto caseario così spesso frainteso e strumentalizzato.
      Lo fraintese e lo strumentalizzò Mussolini ("burro o cannoni"); lo fraintesero e lo strumentalizzarono Marlon Brando e Maria Schneider (in "Ultimo Tango a Parigi" lo usano per facilitare la loro intesa).
      Per fortuna, Franco Franchi in "Ultimo Tango a Zagarol" lo riconduce, direi filologicamente, alle sua originaria destinazione d'uso.
      Il Nostro, infatti, resistendo alle esplicite allusioni cinefile + tentazioni erotiche della ragazza, si ostina a usarlo per imburrarsi un panino con la mortadella.
      Il burro commosso ringrazia.
      Ecco qua lo spezzone di Franco:
      https://www.youtube.com/watch?v=BhePMS4NPzk&feature=player_detailpage#t=227

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  22. La MMT sta facendo più danni della grandine.

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  23. Particolarmente strano leggere qui ancora di questi commenti più temerari che coraggiosi, i quali farebbero il vanto di molti altri blog in giro per la rete, e raccoglierebbero lì anche vasti apprezzamenti e grandi pacche. Qui sanno, purtroppo, un tantino di provocazione, ma questa, infine, sembra essersi ritorta contro se stessa, ed ecco un altro blog da studiare.
    Una domanda che mi assilla da anni, invece, vorrei timidamente rivolgere al nostro mentore che qui generosamente ha voluto distinguere i casi del nome assegnato a quella lettera greca che, poi, assomiglia ad una u con la prima zampetta un poco più lunga.
    Caro prof. Bagnai: lei ha una sua teoria credibile, oppure sa per certo, come mai a quella lettera gli ingegneri, ma non solamente loro, anche i matematici e i fisici e chissà quanti altri, attribuiscono il nome di “mu”?

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    1. Lo so per certo come chiunque abbia fatto un certo liceo: semplicemente perché le categorie de cujus non sanno che il segno grafico corrispondente alla moderna "u" in greco in effetti corrisponde alla "y", e quindi leggono "mu", seguendo l'uso dei popoli barbari. Credo che queste categorie professionali abbiano problemi anche con la lingua francese (distinguere fra "ou" e "u", tu m'intendi...). Ma, come dire, sempre meglio di certi economisti che scrivono "pi greco asterisco" alla lavagna e lo leggono "pai star". Sai bene che la pena di morte è inumana e non risolve tanti altri problemi...

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    2. “Dio stramaledica gli inglesi”!
      Dunque di nuovo loro?! Chiedo perdono io, e un poco di pietà, per tutte quelle categorie di cui sopra; esse furono colonizzate per prime e, oramai, da gran tempo; non ci hanno colpa, è andata così.
      Galileo lo rinchiusero, tutti gli altri mangiarono la foglia, e poi venne Newton, e i giochi erano fatti.
      E si dice anche nu, maledizione!
      “Dio stramaledica gli inglesi”!

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    3. E c'è anche la possibilità di chiamarlo pailgreco.
      Noto indumento per ripararsi dalle bufere discendenti dall'Olimpo (il monte sia chiaro).
      Ma non credo quelle monetarie, risalenti dagli abissi europei.

      Marco Sclarandis

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    4. E che dire di tutti quelli che continuano a dire "mìdia" (all'inglese) invece di media?
      L'esterofilia linguistica ha effetti devastanti: chi è stato recentemente a Roma Termini avrà sentito gli annunci in pseudo-inglese dove si dice "Treniteeeelia" e "Torvergheeeeta", magari si tratta invece di neolingua e sono io a non aver capito....

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    5. @porter.
      Siccome in questa comunità (non di recupero) abbiamo stabilito che ci piacciono i professionisti e non i dilettanti, permettimi, amico porter, di portare il contributo dello dello speaker professionista quale sono stato e resto.
      la dicitura corretta è midia, all'inglese, come lo è sammit e non summit. per un semplice motivo: hanno dato loro a quella parola, pur mutuandola dal latino, quel tal significato. lo usano da decenni per non dire secoli (come il link alla fine di questo mio commento ti mostra), ed è curioso che questo rigurgito nazionalista ci abbia colto da una decina d'anni a questa parte.
      diciamo così, per sorridere: è giusto condurre all'altare il giusto significante col suo giusto significato, e viceversa. :-)
      La riprova che in genere fornisco la puoi avere pronunciando la classica frasetta latina: in MEDIA stat virtus.
      Adesso prova a pronunciare: in MIDIA stat virtus.
      cambia tutto? o no? :-)
      Per cui, se vuoi indicare il "mezzo di comunicazione di massa", il mass media devi pronunciare mass midia.
      stesso discorso per summit (samit).
      Diverso - e qui la cosa si fa divertente - è per lo STADIUM, dove se pronunci all'inglese o alla latina sempre 'no stadio è pure se ci facevano giochetti un po' diversi.
      il link promesso: http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/pronuncia-mass-media-summit

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    6. @Alfonso
      L'Accademia della Crusca indica che nessuna delle due pronunce è definibile come errata, essendo entrambe ammissibili per le ragioni che indicavi (primo utilizzo, origine), viene lasciata quindi la libertà d'uso raccomandando solo la coerenza (quindi mes mìdia o mass media). Nell'uso comune molto spesso il mes (o mass) viene omesso, e si dice solo mìdia (o, molto più raramente, media): in questo caso l'utilizzo della pronuncia inglese mi sembra veramente gratuito, anche se, come indichi giustamente tu, non è sbagliato dal punto di vista linguistico. Quanto al "rigurgito" che indichi tu, nel mio caso, essendo sempre più sommerso da orrendi anglicismi inventati anche quando esiste un termine appropriato in lingua italiana (e mi risparmi gli esempi perché ne avrei fino alla nausea), l'uso corretto almeno della lingua madre diventa il primo discrimine per valutare chi ti sta parlando, e qui non posso non citare Nanni Moretti: «noi dobbiamo lottare contro il giornalismo, contro le parole sbagliate» (e chi ti dice mìdia spesso non ne sa il perché, come hai spiegato tu, ma lo fa per sentito dire o crede che l'etimologia del termine sia inglese) e «Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!».
      Ti ringrazio per il commento, qui c'è sempre qualcosa da imparare dal contributo di tutti.

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    7. A proposito di "mass media", personalmente trovo irritante l'abitudine anglofona di pronunciare le parole straniere a modo loro. Perché noi diciamo Uoscinton e loro dicono Aikia (Ikea)? Quindi capisco che mass media sia un'espressione coniata da loro, ma non capisco perché loro non debbano pronunciare il latino come dio comanda. E quindi anche noi.
      Summit però non c'entra, perché deriva sì dal latino, ma è una parola inglese a tutti gli effetti, che in latino non esiste: e quindi non vedo come si possa pronunciarla alla latina.
      In medio stat virtus, insomma, ancora una volta ;-)
      Per chi c'è, ci si vede più tardi a Torino a sentire il prof con uno dei pochissimi compagni che hanno capito qualcosa.

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    8. @porter
      specifico: non ha mai amato la lingua inglese, a 50 anni mi sono iscritto alla università popolare per tentare di colmare 'sta lacuna (veramente è la terza volta che provo, ma pare proprio non mi entri in testa...).
      ma di fondo concordo con te: siamo sommersi da inutili anglicismi. esempi dal mio settore? "il red carpet". ma perché, "tappeto rosso" non va bene? non si dice "stendere i tappeti rossi"? c'è poi la preferita dall'attore radical, quello che la mattina s'abboffa di cappuccino e Repubblica: "faccio un READING!". la verità è che nun c'hai li sordi pe fa na messa in scena, non siete buoni a farla senza niente come insegna Grotowski (cfr: "Per un teatro povero"), e allora ti dai un tono con l'inglese, ma sempre 'na LETTURA è! E i colleghi milanesi speaker di pubblicità con il loro "partèèèèècipa"? Consultate il DOP, cazzo!

      La situazione, secondo me, è seria. spesso mi chiedo cosa nasconda. Quasi tutta la gioventù italiana parla un italiano con forte cadenza regionale, e soprattutto non sa più leggere il proprio dialetto.
      In verità, ci hanno tolto il riferimento principe, quello che stava realmente unificando linguisticamente la nazione: ti parrà strano ma parlo delle "signorine buonasera". Sì, le annunciatrici. che non erano professoresse, ma essendo delle signore come tante e parlando un italiano perfetto, davano l'idea che era possibile per tutti, anche per i non "scienziati".
      Sai come le formavano? Dopo aver vinto il concorso, un anno di studio a Roma, quindi spedite a Firenze (non a caso e a spese della RAI!) per sei mesi di specializzazione con uno degli autori del DOP.
      Un giorno hanno chiuso tutto e assunto quattro sgallettate. Prima assunte e poi invitate a studiare...
      Ricordi che gli antichi romani cercarono di cancellare ogni traccia della civiltà estrusca, tanto che ancora non abbiamo capito che cavolo scrivevano? Ecco, a volte unisco complottisticamente i puntini, metto insieme Palmira, Pompei che crolla... e mi chiedo se non ci sia una volontà in tutto questo deterioramento delle memorie. ma forse esagero.

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  24. Gli anglofoni chiamano "Zus" il padre degli dèi, come fosse il rumore di una zanzara: che li strafulmini tutti! (tranne i miei amici americani).

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    1. @martinet

      Grazie!

      Questa notizia è preziosissima e divertente.

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    2. Cari seguaci,
      dal mondo ultrapiddino delle lauree "scientifiche"-ingegneristiche di Italia mi preme segnalarvi quello che a me sembra il peggior stupro della lingua di Dante perpetrato in ambito esclusivamente tecnico. Orbene saprete come un grande merito della matematica applicata sia quello di consentire, tramite il proprio linguaggio e con i suoi apparati di teoremi e definizioni, la costruzione dei cosiddetti "modelli matematici" della realtà. Questo processo è detto MODELLIZZAZIONE. Quando poi arriva il fatidico momento in cui il professore (spesso non matematico) deve esplicitare alla lavagna un modello matematico, ebbene egli dice MODELLIAMO, come fosse creta o altro materiale plastico, invece che MODELLIZZIAMO; il tutto perché abituato al basic english MODELING.

      Ogni volta che lo sento muore una parte di me.

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    3. Il mio adorato Maestro di linguistica generale, il funzionalista della Scuola di Praga André Martinet, quando gli chiesi - invero con un certo timore per la possibile forte reazione - che cosa ne pensasse in definitiva della grammatica generativa-trasformazionale di Chomsky, mi rispose: "È linguistica per ingegneri!". Quando incontrai Chomsky al MIT un paio di anni dopo, non gli dissi della battuta del mio Mentore, ma ebbi la netta sensazione che questi avesse davvero ragione, nel momento in cui cominciai a parlare di Machiavelli e Chomsky mi interruppe dicendo: "Please? you said...Maghiavalei?" con una faccia sgomenta. Cambiai subito discorso su Carnap: il suo viso si rischiarò.

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    4. @ martinet

      Ecco, ora si capisce meglio il lato politico di Chomsky...

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  25. Malimorté! Quindi zeta come si pronuncia? Perché io sui banchi di ingegneria ho sentito "zita" con la zeta di zorro e "szita" di cui adesso mi è chiara l'origine anglofona.

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  26. Caro prof, pur apprezzando molto la strumentalizzazione didattica cui ha proficuamente piegato la stimolante sollecitazione del nostro simpatico amico diversamente esperto, le confesso che nell'occasione ho trovato l'approccio situazionista del giovine Baroni più confacente alla peculiare verve creativa del soggetto. Le vie della didattica sono infinite e meritano sempre la massima attenzione e considerazione, ma anche la dialettica della supercazzola esige il suo giusto tributo, che qualcun altro stavolta ritengo abbia provvidamente versato al suo posto.

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  27. Le persone a cui il Prof. si è degnato di rispondere sono quelle che meno sopporto. Il mio problema è: come affrontarle in una discussione pubblica? In presenza di soggetti come questi, ogni discussione che coinvolga più di due persone fa solo perdere credibilità alla teoria economica in chi ascolta senza intervenire. Io ho sempre i dati e le fonti a portata di mano, ma l'esperienza recente mi dice che argomenti di questo tipo possono essere affrontati seriamente solo "one to one".

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    1. Condivido pienamente il tuo giudizio. Il loro metodo è gettarti addosso una miriadi di informazioni per accreditarsi a chi sta ascoltando, solo in parte vere e solo in parte connesse all'argomento. Perciò o hai le capacità di un accademico come il prof, e riesci a dare/fare una lezione di logica e scienze economiche oppure rischi di fare la fine di un famoso detto popolare: stai attento a discutere in pubblico con uno sciocco, potrebbero non notare la differenza!

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  28. Volevo sottoporvi questo pregevole titolo de "La Stampa"

    "Migranti, Renzi: basta Ue a guida tedesca"

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  29. Albè tu che di solito LaFaiFacile questa volta LhaiFattaDifficile.
    Nel 1981 il divorzio è avvenuto perché si sono resi conto che Stampare fa rima con Magnare, perciò se Stampavano tutto se magnavano tutto e quindi ingrassavano e gli veniva il colesterolo.
    Pertanto per abbassare il livello di colesterolo NaZZZionale hanno chiesto il divorzio, così il popolo è diventato si affamato, ma almeno ha un fisico atletico!
    Scherzi a parte bellissimo post, anche se come hai scritto tu, quando si parla di moneta Signoraggisti e Mammetari vengono fuori come funghi.

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  30. "In America hanno stampato tanto, non mi risulta che abbiano risolto nulla, in questi anni..."

    "Ma, che sia scritto nei libri di economia, non vuol dire che la stampa di moneta sia mai stata un'opzione praticabile. E infatti non lo è (quasi) mai stato..."

    In riferimento ai virgolettati ed al topic, forse può essere utile segnalare questo articolo del 1981 (almeno per me interessante) della FED di Kansas City, che tratta, guarda caso, del finanziamento del deficit USA durante gli anni 60-70.
    Da notare che il coefficiente di monetizzazione nel 1980 sale a 95,5% ... mica bruscoli!
    Inoltre mi risulta (ma potrei sbagliarmi) che nel solo quinquennio 1964-69, tra gli altri esaminati nella tabella, il tasso di disoccupazione USA scese passando dal 5,1% al 3,4%... (vedere primo virgolettato). Della serie che spendere "stampando moneta" sembra che conti, se poi sei anche in piena deflazione, i rischi d'inflazione ...
    Da Ottobre 2009 ad oggi la disoccupazione USA è passata dal 10% al 5% (Yellen ha alzato i tassi di un quarto di punto solo ieri...): purtroppo, dopo diversi tentativi, non sono riuscito a reperire i dati relativi ai finanziamenti FED al tesoro USA fatti in questi anni di crisi da contrapporre ai dati del deficit, e me ne dispiace.
    Anche se scommetterei volentieri LIRE 10.000 pesanti che il trend è sempre quello, magari con valori assoluti esorbitanti!

    Mi scuso in anticipo con coloro che già conoscevano il suddetto paper.

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    1. Fra i tanti dettagli che fanno capire con chi abbiamo a che fare c'è il dato ovvio che mentre certa gente arriva qui col sorrisetto di chi "voi economisti teorici che parlate di monetizzazione" la letteratura in merito è espressione di economisti intrinsecamente pratici, cioè con esperienza di banca centrale o di governo.

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  31. Scusi Professore, potrebbe spiegare anche al buon Severgnini che l'euro non è un nemico alternativo che partiti come la Lega o il Front National hanno eletto, assieme all'immigrazione, per raccimolare voti? Davvero patetico leggere tali risposte nel suo blog di prima mattina. Le inserisco qui: il lettore scrive: "Quando non si arriva alla fine del mese, arriva il Front National


    Caro Severgnini, l’affermazione Le Pen & Front National in Francia è un evento che non può essere sottovalutato, soprattutto in chiave europea. Non c’è solo l’immigrazione. Se la politica non affronta disoccupazione giovanile, impoverimento delle classi medie e perdita di potere d’acquisto delle pensioni, questi problemi verranno sfruttati da partiti che individuano nell’Euro la causa di tutto. Quando non si arriva alla fine del mese, è facile cadere nella tentazione di cercare un’alternativa immediata, senza farsi troppe domande"

    Severgnini invece gli risponde: "E’ così. Il successo elettorale della Ditta Le Pen non può essere sottovalutato. La paura fa questi scherzi, e induce ad affidarsi a chi offre soluzioni semplici(ste) a problemi complessi. L’ignavia dell’establishment politico parigino ha fatto il resto. Ma l’ondata emotiva post-Bataclan si esaurirà; l’economia migliorerà; e il Front National è lontano dal 51%, per fortuna. Quindi: calma e gesso. Come si dice in francese?"

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    1. In francese se dis: vada via el cul, o meglio, va' a ciapa' i rat.

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    2. In francese se dis: vada via el cul, o meglio, va' a ciapa' i rat.

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  32. Nel secondo intervento, pur di accreditare il frame TINA, si arriva a dipingere i tecnici di BC come un circolo iniziatico di apprendisti stregoni...
    Quando hybris e livore ideologico ottenebrano tanto una mente, sì da smarrirle il senso del ridicolo, in me istintivamente si desta un sotterraneo sentore di terrore.

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    1. Vero, e in quanto alla raffinatezza delle mosse dei banchieri BC, io so solo che le cose troppo raffinate alla lunga ti fanno venire il cancro o la celiachia

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  33. Severgnini vale Floris. Battutine, benaltrismo e tanto autorazzismo. In breve...nemici.

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  34. grazie per il bellissimo intervento Prof. Bagnai
    per continuare a parlare di moneta avrebbe voglia di darci la sua analisi sul famoso articolo del premio nobel Maurice Allais "la crisi mondiale dei nostri giorni" in particolare sul meccanismo di creazione del denaro ex nihilo da parte della banche da lui ricordato? con profonda stima....

    riporto il link poiché non è possibile postare l'articolo integrale
    http://etienne.chouard.free.fr/Europe/messages_recus/La_crise_mondiale_d_aujourd_hui_Maurice_Allais_1998.pdf

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  35. Gondrano ringrazia per l'apprezzamento...
    :)

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  36. "Sono monetizzazione del fabbisogno gli acquisti sul mercato primario, oltre, ovviamente, all'eventuale stampa di biglietti del Tesoro (che, questi sì, sono sempre stati una componente trascurabile del finanziamento) e all'uso dello scoperto di conto corrente di tesoreria."

    450 miliardi di lire in biglietti di stato negli anni 60/70 sarebbero stati una componente TRASCURABILE del finanziamento ?
    Ha ha ha.... ridillo !

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    1. Benvenuto! Come scrittore sei un poraccio. Ti offro una occasione di riscatto come statistico: cita le tue fonti.

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