giovedì 15 maggio 2014

Ad Albertum de re politica (da Piergiorgio)

Caro Albert, siamo d'accordo sulle cose che scrivi in questo post: le abbiamo scritte 101 volte. Come mai ogni tanto nun ce se capisce, e si creano distinguo e dissensi spuri?! Oggi alla FULM hai ripetuto questi stessi concetti varie volte: OK! Ma poi come mai l'Europa va da un'altra parte? Come mai c'è sempre qualche manager che non ha capito (e sono tanti) e interviene per dire che "i problemi sono italiani, non è colpa dell'Euro", ecc? Insomma, noi sappiamo di aver ragione sulla macroeconomia, ma l'opinione pubblica in maggioranza non è con noi. E sono ormai 5 anni!! Se poi è contro l'Euro, lo è assieme a Grillo e consimili! Non con noi! Non c'è un progetto alternativo di buon senso, che è passato. Ora, lo so che te e io siamo due poveri economisti e perciò intrinsecamente limitati. Ma vogliamo guardare in faccia al vero problema e affrontarlo connettendoci alla ns materia grigia, invece che prendendolo a testate per risultarne immancabilmente scornati?
Quello che cercavo di dire oggi è che ormai i meccanismi economici noi economisti (del dipartimento 'quelli in buona fede') li abbiamo sviscerati tutti. E anche le possibili soluzioni. Che però NON VENGONO PRESE: Dunque la crisi è POLITICA E come tale deve essere analizzata e se possibile risolta. Ora per convincere una nazione a fare un salto nel buio, quale è l'uscita dall'Euro (sì, lo so, il tuo libro... ma mettiti nei loro panni...) devi farlo a piccoli passi. E devi partire dal fatto (Pars Destruens) che la maggioranza (non solo dei manager) non capisce né la macroeconomia keynesiana né la open macroeconomics. Perciò? Perciò si deve prendere un'altra strada, più tortuosa. Poiché i problemi politici – come quelli che bloccano l'adozione delle buone politiche economiche - sono in fondo sempre distributivi, devi … evidenziarli! Haavelmo non mi serve per risolvere la crisi economica salvando l'Euro (come oggi hai erroneamente interpretato), ma per evidenziare le contraddizioni POLITICHE dei sostenitori dell'ortodossia UE di fronte al popolo... Finora si sono nascosti dietro agli spread, e hanno avuto vita facile a spargere terrore... Bisogna togliergli quest'arma! Abbiamo provato a spiegare che è stata tutta colpa della BCE, ma è una strada troppo lunga... Perciò la proposta di alzare spese e tasse: politica di bilancio espansiva a saldo (deficit) zero! Dunque niente crisi degli spread. E se dicono di no, allora puoi mostrare al popolo il Re nudo.
Idem per la trattativa con l'Europa per riformare l'EZ. Non credo che andrebbe in porto (benché... hai visto mai...) ma il suo stesso fallimento dimostrerebbe all'opinione pubblica che c'è un altro paradigma, che è quello che ci salverebbe, ma che in Europa non passa. Per cui l'unica A QUEL PUNTO è smantellare l'Euro.
Se non passi da questa sequenza sei come gli antidemocratici mitomani dell'euro: vorresti uscire prima che il popolo è con te. Invece no. Ricordi Roosevelt? Fece una pedagogia ogni volta che - prima che - intraprendeva una nuova politica. Anzi, visto che sei nu poco immodesto, immagina di essere (no, Napoleone NO!) F.D.R. nel 1940: hai deciso di dichiarare guerra alla Germania ma il 70% del popolo non vuole. Cosa fai? Litighi con gli opininon makers che rappresentano la posizione pacifista? No! Ti fai affondare qualche sottomarino... Proponi un ragionevole accordo e te lo fai bocciare... Provochi in tutti i modi. Per esempio, stampi una seconda moneta parallela all'euro, come ho proposto io per espandere la domanda interna... Loro dicono che stai violando i trattati tu dici che non è vero perché si tratta solo di titoli di stato 'speciali'... Alla fine il popolo sarà con te, e forse sarà la Germania a dichiararti guerra! http://cronologia.leonardo.it/ugopersi/seconda_gm/dichiarazione_guerra_tedesca.htm .
Di questo, non di economics, si tratta. E per fare questo devi prima sconfiggere politicamente i filo-tedeschi IN ITALIA!!! Per far ciò devi evidenziare che le misure a favore di una parte cospicua della tua popolazione, soprattutto della povera gente, ti impediscono loro di farle; e non per salvare il paese dagli spread, ma per un calcolo redistributivo diverso da quello che interessa alla tua gente.
Hai capito? Dopodiché dissentiamo se vuoi, ma sulle vere differenze, non su differenze immaginarie.

Cordialmente tuo

Piergiorgio Gawronski

59 commenti:

  1. Ooops, Piergiorgio .... ma FDR non dichiarò guerra alla Germania, fu la Germania a dichiarare guerra agli USA. In realtà FDR fece in modo che fosse il Giappone ad attaccare gli USA, mettendolo in un vicolo cieco, e su quanto in realtà conoscesse dell'attacco a Pearl Harbour e non fece sapere ai militari per trascinare gli USA in guerra gli storici ancora dibattono: forse anche a lui servivano un po' di morti e un torto da vendicare per trascinare gli USA in guerra, la stupidità di Hitler fece il resto. Se con l'economia (e la politica!) siamo messi come come con la storia annamo bbene....

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    1. Quella della moneta parallela mi piace. La farei già adesso per il Sud Italia...

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    2. FDR usci' dal Gold Standard in silenzio.... ma nessuno si va rileggere la storia del grande depressione scritta per esempio da Schlesinger?

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    3. Ma dove ha scritto che F.D.R. dichiarò guerra alla Germania?

      Ha scritto: «F.D.R. nel 1940: hai deciso di dichiarare guerra alla Germania ma il 70% del popolo non vuole. Cosa fai? ... Alla fine il popolo sarà con te, e forse sarà la Germania a dichiararti guerra!» (segue link a dichiarazione di guerra della Germania agli USA).

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    4. Ooops un corno. Ho scritto io che se sei bravo ti fai dichiarare tu guerra. Il punto è che non puoi dichiarare una guerra se il 70% del tuo popolo è contrario, dunque devi avere una strategia o per farti attaccare, o per far arrabbiare il tuo popolo contro il nemico.

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    5. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/09/finanza-disciplina-mercato-parte-2/224811/ Ma dimentichi i 'caminetti' di Roosevelt alla radio. E cmq il punto è un altro.

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    6. L'ospitalità è sacra, è vero, ma è anche vero che amicus Plato sed…
      Comunque, le osservazioni di Gawronski mi sembrano sensate MA ci sento un cicinino di paternalismo, ma appena appena però. L'approccio del prof invece mi sembra scevro di ogni seppur minimo atteggiamento paternalistico: fin dall'inizio ha sempre cercato di dire la verità, tutta la verità nient'altro che la verità. E questo sia che fosse facile da capire, sia che fosse difficile. Per questo ha trovato ciò che non cercava: un seguito numeroso e quindi la visibilità che un seguito numeroso ti dà e quindi l'accesso ai mass media grazie a questa visibilità e quindi un seguito ancora più numeroso e quindi … eccetera eccetera … fino ad arrivare alla valanga di oggi in cui si parla quasi ovunque di euro.
      E questa valanga ha all'inizio il semplice sassolino della verità, anzi la pietra di inciampo…
      In tutto questo il prof ha SEMPRE trattato i suoi lettori da persone adulte e capaci di seguirlo nei suoi ragionamenti, ovviamente ciascuno secondo le proprie possibilità.
      Visti i risultati direi: avanti così a tutta forza!

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    7. Ciao Piergiorgio fa piacere leggerti su questo blog,
      se posso dirti mi sembra che anche la strada di mostrare quanto l'euro sia un'arma usata dai nemici interni ed esterni contro il popolo possa andare d'accordo con una visione strategica. Anche perché di proposte e soprattutto di applicazione di queste proposte se ne possono fare esattamente 0 visto che l'arco politico è tutto schierato chiaramente. Non credi?

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    8. @Gawronsky, ha ragione, ho letto velocemente e mi sono perso il passaggio dove giustamente dice chealla fine fu la Germania ad dichiarare guerra agli USA,
      ma questo avvenne per ben altro motivo: quello che trascinò gli USA in guerra non fu nessuna sorta di preparazione o pedagogia, ma il risultato dell'attacco "a tradimento" del Giappone, magistralmente sfruttato dalla propaganda (fin troppo facile).

      A fronte di quello shock fu facile mobilitare la nazione alla guerra contro il Giappone, ma non contro la Germania: ripeto, fu solo la stupidità di Hitler a convincerlo a dichiarare guerra agli USA, trovando un'opinione pubblica a quel punto pronta a combattere contro tutti.
      Il "merito" di FDR è avere messo all'angolo il Giappone e di averlo di fatto costretto a rinunciare alle sue mire espansionistiche in Cina o ad attaccare gli USA, come poi avvenne: così come due anni prima in Europa ci si chiedeva se "valesse la pena morire per Danzica", la stessa cosa valeva negli USA per Shangai.

      Tornando ai giorni nostri, mi pare che il tentativo di diffondere la consapevolezza del problema di fondo della attuale crisi economica italiana nei partiti e, attraverso questi, nella popolazione sia stato fatto, con i risultati che conosciamo e per le motivazioni che possiamo immaginare e che qui sono già state ampiamente descritte: qui si sta cercando di farlo FUORI dai partiti, e negli unici spazi resi disponibili.
      A fronte di uno stillicidio di fallimenti, chiusure, licenziamenti, cessioni di sovranità, tagli di spesa, quanto ci costerà ancora aspettare una piena e diffusa consapevolezza, diffusa attraverso i partiti al governo e i mass media che li controllano (i partiti)? E in che condizioni si troverà l'economia italiana? A quel punto, ammesso che ci si arrivi, saremmo ormai "innocui" e neanche in grado di ripartire...

      In questa situazione, con un governo intenzionato a durare ad ogni costo fino al 2018, solo uno shock "esterno" può portare l'opinione pubblica ad accettare comunque l'uscita come unica via: per allora, ma già da oggi, chi dovrà sapere cosa fare, nei partiti e nelle istituzioni, lo saprà.

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    9. Le monete "parallele" già esistono ed in alcuni casi (anche in Italia) funzionano e sono utili proprio per creare domanda. In Italia abbiamo alcuni casi interessanti. In generale, quando sono coinvolte le istituzioni (almeno quelle locali o regionali) gli effetti sulla domanda sono palesi. Il problema a mio avviso non sta nella violazione dei trattati ma di volontà e legittimità politica. In primis, se lo stato emettesse titoli di stato "speciale" il giochino del "più Europa" finirebbe così come una fetta di intermediazione finanziaria da parte delle banche tradizionali. In secondo luogo, per il rispetto dei trattati non è necessario che sia lo stato a creare moneta, d'altronde, anche l'€ è una moneta senza stato, ma può essere benissimo un altro soggetto creato ad hoc che introduce moneta nel sistema. Spetterebbe poi allo stato centrale riconoscerla ed accettarla al posto della moneta ufficiale. Direi anche di più: nel terrorismo mediatico, sembra che uno dei problemi nel cambio di valuta sia il fatto che le banche dovrebbero chiudere per chissà quanto tempo per la distribuzione della nuova moneta. La gente si immagina esodi biblici verso le banche per ritirare banconote (magari con le carriole). Nulla di più falso, già oggi alcune di queste monete sono completamente virtuali: non esiste banconota ma carte elettroniche ed App su telefonini. Poi anche se ciò fosse (ma non lo è) in violazione ai trattati mi sembra ovvio che il problema non sussista. Come il professor Bagnai ha più volte ricordato i trattati sono stati infranti dalla Germania più volte, sia per quanto riguarda il rapporto deficit PIL che per la quota di surplus delle partite correnti.

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  2. Prof, sto giro voto Borghi, ma se la trovassi alle politiche non mi dispiacerebbe.
    La vedrei bene nei salotti tv (ricordo che l'ho "conosciuta" a servizio pubblico, altrimenti penserei ancora alla casta/debito pubblico/ riforme/ecc...).

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  3. Io sarei un po' stufo di essere trattato come un bambino.
    Se voto un partito DICHIARATAMENTE anti-euro, non serve un referendum.
    Mitomane antieuro CATTIVO, racconta balle BUONO?
    Se superiamo questa crisi SENZA aver formato una opinione pubblica consapevole, prima o poi ci ricadiamo.
    Se ho capito io, possono capire anche gli altri.

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    1. Aiutare gli altri a capire non è trattarli come bambini. Grande merito a chi, come Albert, ha fatto un gran lavoro di divulgazione macroeconomico (anche io nel mio piccolo ci ho provato), ma altri possono capire più facilmente tramite la dimostrazione politica. Le vie del Signore, com'è noto, sono oo!

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    2. Caro Pier Giorgio, grazie. Il suo nome non passa inosservato, è caro a molti, e chiederemo intercessione anche a lui. Le vie sono oo e prima o poi convergono.

      ag

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  4. Abbiamo tutto questo tempo visto che i numeri col segno meno davanti viaggiano alla velocità della luce ?
    Comunque vada grazie Prof.

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  5. un approdo politico mi sembra necessario, non si può stare a descrivere minuziosamente le cause dell' incendio mentre la casa brucia

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    1. Questo, eventualmente, è il problema di Piergiorgio, e tu sei solo la versione furba di Peter Yanez (e adesso mi hai seccato, perché la malafede mi stucca subito).

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  6. la strategia di Gawronsky avrebbe potuto avere un senso, forse, quattro anni fà. Forse lui non si è ancora accorto che la guerra è già iniziata e che chi avrebbe dovuto difenderci nel modo che lui sostiene: evidenziando le contraddizioni, se esiste, è "spectacularly ill-timed".

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    1. Macché ill timed! Lei non si è accorto che la guerra sta continuando, e la sta facendo solo la Germania, noi stiamo solo subendo. E abbiamo ancora la necessità di essere difesi. Anzi, finché non decidiamo noi di difenderci, ci sarà ancora il problema politico di radunare il popolo e organizzare assieme una qualche difesa.

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    2. E chi ha mai pensato che questa guerra fosse finita? Quello che volevo dire è che, se dobbiamo attendere l'iniziativa squisitamente politica a tirarci fuori dai guai, quanto ancora dovremo aspettare? Sono profondamente scettico sulla possibilità che la politica, da sola, possa essere uno strumento sufficiente a difenderci da un attacco che è di natura prevalentemente economica. Se la conoscenza delle basi più elementari di politica economica e macroeconomia non fossero così importanti, per quale motivo i mezzi di informazione main-stream si svenerebbero per nascondere e difendere l'indifendibile?
      Ora io non pretendo che il 51% degli italiani debba diventare esperta in questi argomenti, ma un certo grado di rialfabetizzazione economica è, secondo me, irrinunciabile. Credere che sia la terra a ruotare attorno al sole non è più complicato che credere il contrario, anzi, e non serve una laurea in astronomia.
      Ma vogliamo fare un esempio concreto? La Le Pen in Francia sta guadagnando maggiori consensi solo ed esclusivamente grazie alla propria offerta politica? O non sta forse puntando su entrambe le cose: politica ed informazione economica? Avvalendosi anche della collaborazione di un economista stimato come Sapir?
      Vogliamo fare un controesempio? Grillo e il suo M5S, partito come paladino dell'antipolitica (e quindi scegliendo di scontrarsi sul piano della politica pura) non è ora costretto, suo malgrado, a confrontarsi con la questione economica e con l'euro? E vedremo a breve quanto pagherà il non aver voluto coinvolgere il proprio elettorato su queste tematiche.
      Alla fine capisco che vogliamo entrambi che questo schifo finisca e che siamo dalla stessa parte, però basta col paternalismo, che di danni ne ha fatti fin troppi.

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  7. E' la prima volta che leggo delle argomentazioni portate da una persona che non prende una posizione visibile NoEuro e che le trovo oneste, umane, costruttive ed anche ben motivate e piuttosto intelligenti.

    Questo, senza nulla togliere a quei 5 / 10 veri e propri eroi, in tutta Italia, che hanno aiutato a capire decine di migliaia di altre persone di buona volontà, che si rendevano conto di essere ormai sommersi dalla m..... ma che non capivano bene chi e come ce l'avesse scaricata.

    Se la strategia proposta da Piergiorgio può avere qualche possibilità di successo, non può comunque prescindere dai tanti italiani che hanno capito, grazie ad Alberto, Claudio, Carmen, Antonio, Luciano, Magdi, Matteo e non molti altri.

    Continuate pure a discutere insieme sulle strategie migliori ma non smettete di sostenervi reciprocamente e di collaborare, come al Convegno del 12 aprile !

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  8. mi sa che il Sig. Piergiorgio non ha capito che il mercato e' una realta' con delle leggi e la macroeconomia e' la scienza che studia queste leggi. Detto questo le leggi del mercato possiamo anche non applicarle (vedi domanda e offerta ad es.), ma poi non lamentiamoci se va tutto a scatafascio....

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  9. Caro Gawronski, a ben guardare i filo-tedeschi in Italia sono sempre stati una minoranza, rumorosa sì, ma comunque minoranza. Ed è così dai tempi di Federico Barbarossa se non addirittura di Varone. Il problema è la minoranza filo-anglosassone, quella sì moooooolto rumorosa e soprattutto numerosa. Anzi, non escludo affatto che dopo il crollo chi era nostro amico diventi nemico e chi era nostro nemico diventi amico. Comunque sia, come dice Bagnai, aspettiamo e vediamo a quel che succede dopo le elezioni, tanto una cosa mi pare pressochè certa: non è solo la nostra casa a bruciare e se cadremo insieme saremo costretti a rialzarci insieme... pur con monete diverse. Così la vedo io. Saluti.

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    1. Mah, forse filo-tedeschi consapevoli non ne trovi molti ma inconsapevoli è pieno (anche se ci sono molti "i tedeschi sono bravi, sono competitivi, blablabla, noi siamo corrotti, spreconi, blablabla...") altrimenti come la spieghi la situazione? La furbata del PUDE è fargli fare il suo gioco a loro insaputa (come i tedeschi quando dicono che è colpa nostra se i LORO stipendi non salgono). Gli unici che pare hanno capito sono i Francesi: dobbiamo aspettare un'altra Rivoluzione (stavolta con la presa della "Bastiglia/Bruxelles"?). Comunque Piergiorgio ha pienamente ragione: anche se siamo dalla parte del giusto, se (ancora) non l'ha capito la maggioranza, siamo "futù", e queste europee daranno tante risposte.... quello che mi spaventa veramente è Grillo: tanta protesta convergerà su di lui, ma Grillo non è LA soluzione.

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    2. Sia chiaro, a lume di naso sono portato a darti ragione: la soluzione alla fine DOVRA' per forza essere politica. Ma se è vero che la Storia va per cicli, va anche considerato che, almeno per ciò che riguarda l'Italia, questo ventennio non è ancora finito, starà forse per finire, ma non è ancora finito. E le fini, a volte, possono riservare colpi di coda inaspettati. La soluzione potrebbe essere già sotto i nostri occhi e noi non ce ne siamo ancora accorti. Poi magari mi sbaglio.

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    3. Quando dico ventennio, a scanso di equivoci, mi riferisco a quello del 94, non a quello del 22 che, checché se ne dica, è finito da un pezzo... sennò Cetto perché tornerebbe come nulla fosse dal suo esilio ammerikano?

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  10. Un po' sono andato di tweets ma ci tengo ad esprimere le mie perplessità perché vorrei un eventuale chiarimento.
    Il teorema del bilancio in pareggio certamente realizza un qualcosa che tutti desiderano, ossia una boccata d'aria. Il problema è la tempistica.
    Una boccata d'aria ora fa guadagnare il tempo a chi vuole il crollo del fatturato delle imprese italiane per spolparle.
    Bisogna domandarsi il grosso di questi investimenti a chi andrebbe? Probabilmente, mi vien da supporre, visto che sarebbe questa classe politica ad occuparsene, troverebbero il modo per dare il grosso dei proventi alle lobby.
    Questo vuol dire che alla fine tutto ciò si trasformerebbe in un regalo magari a quelle lobby che hanno voluto l'euro per piegare le PMI ed il proletariato.
    A questo punto l'UE di cosa dovrebbe lamentarsi?
    Ammettiamo che io stia svarionando, è possibile vista l'ora, facciamo che sia una mazzata per gli interessati, si parla di mettere tasse, quanto ci metterebbero i media di regime a rilanciare il messaggio facendo incazzare la gente?
    Tante proposte sagge se dipinte ad esempio come una "estorsione di denaro alle famiglie per poche imprese mangione" vanno in malora.
    Sui manuali di microeconomia e macroeconomia ci sono svariati esempi di politiche economiche di buon senso affondate con il marketing politico.
    Faccio un'ultima osservazione: qual'è la proporzione effettiva della boccata d'aria? C'è stato un crollo generale dei redditi, la gente non arriva a fine mese e da una manovra del genere a chi toglieremo?
    Il teorema si basa sul fatto che la propensione al consumo non è 1, altrimenti sarebbe inefficace, ma di questi tempi la maggior parte delle persone consuma esattamente 1, fatta qualche anno fa potrei anche capire.. Insomma, le cifre grosse da tassazione con chi le facciamo?
    Continuo a pensare che l'urgenza sia fare in modo che le imprese camminino da sole, questi aiuti non possono arrivare a tutti e soprattutto non possono durare a lungo, ritengo sia meglio seguire la strada maestra fino ad ora indicata dal professore.
    Spero che il professore, che colgo l'occasione per ringraziare, o qualcuno dei gentili utenti sappia darmi una risposta.

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  11. Obbiezione vostro onore: quando anche riuscissimo ad arrivare per questa strada tortuosa all'uscita quanti ne saranno morti? Saremo ancora in regime democratico? Perché per l'adozione dell'euro sono bastati i nostri rappresentati eletti e invece per tornare ad una valuta nazionale bisogna convincere tutti, altrimenti non è democratico?

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  12. L'Euro cadrà presto da solo! Non c'è bisogno di sottomarini affondati, basta aspettare ancora un po'. Se nel frattempo qualcuno più lucido degli altri riesce a spiegare ai popoli cosa sia successo loro e il perchè di tanto improvvida sofferenza, significa che saremo pronti ad affrontare con maggiore consapevolezza, e forse fiducia, il dopo Euro. Tra qualche hanno in Europa ci sarà un secondo 'giorno della memoria'.

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  13. Anche se nel post di P. sembra esserci del buon senso e mi riferisco al protrarsi dell'ignoranza collettiva (ignorare), al fatto della mancanza della politica etc, etc. il succo sotto sotto è: per evitare che il popolo bue segua inconsapevole le sirene dell'euro troviamo delle ninfe che lo attraggano per il suo bene dalla nostra parte.

    Se il fine giustifica i mezzi, ricordate: "il popolo in balìa delle crisi sarà disposto a cedere sovranità" di montiana memoria allora facciamolo anche noi.

    Combattere il fascismo col nazismo, cosa che credo la disturbi molto vero prof?
    In effetti quale onore ci sarebbe nell'usare i biechi mezzi dell'avversario?

    Colgo l'occasione per un cenno sulla moneta parallela, mio vecchio pallino. E' vero che una moneta parallela (non convertibile?) aumenterebbe la domanda interna, addirittura l'euro forte ci farebbe comprare le materie prime a buon prezzo, le industrie ritornerebbero a produrre, il costo del lavoro....ah il costo del lavoro rimarrebbe non competitivo con il resto dell'eurozona e probabilmente ci sarebbero altri problemi che io purtroppo vedo fumosamente causa la mia scarsa competenza. Qui lei potrebbe darmi una mano se vuole.

    Cordialmente suo.

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    1. La differenza è che io suggerisco di evidenziare il problema politico VERO, sottostante, che impedisce la soluzione della crisi. Invece è la controparte che usa sirene per ingannare il popolo e confondergli le idee ("L'Euro non è il problema"; "Uscire dall'Euro è impossibile", ecc.). La differenza fra ingannare il popolo e mostrargli la verità sugli argomenti posticci dei "mitomani dell'Euro" è la differenza fra un tecnocrate manipolatore e un sincero democratico

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  14. Cito Gawronski
    " ... stampi una seconda moneta parallela all'euro, come ho proposto io per espandere la domanda interna... Loro dicono che stai violando i trattati tu dici che non è vero perché si tratta solo di titoli di stato 'speciali'... Alla fine il popolo sarà con te, e forse sarà la Germania a dichiararti guerra!".

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  15. Scusate, ho dimenticato una domanda, semi-retorica: ma siamo sicuri che quando Gawronski argomenta che bisogna convincere una nazione non stia in realtà pensando a quei sinceri democratici che controllano l'informazione e che possono col loro operato far cambiare rapidamente opinione alla necessaria maggioranza degli italiani?

    Se è così perché non lo dice esplicitamente che ci evitiamo molte ipocrisie? Tanto, come stanno scrivendo su Twitter, dopo aver letto Bagnai siamo abbondantemente vaccinati.

    Ok, mò m'azzitto.

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  16. Piccolo problema: FDR era già presidente di una repubblica presidenziale, questo non è esattamente un dettaglio. Qui da noi il PUDE controlla tutta l'informazione mainstream e buona parte del parlamento. Quello dei "piccoli passi" - a partire da QUI - mi pare un programma adatto per un giovane Matusalemme.
    Casomai sembra che sia la situazione esterna ad avere un'evoluzione più rapida e incerta, e questo può indurre a considerazioni diverse.

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  17. Mi sembra lo stesso atteggiamento paternalista dell'élite che decide per ila "plebaglia europea".
    Loro (il PUDE di cui il signore faceva o fa parte) sta fallendo perché si basa sulla menzogna. Non credo sia il caso di compiere lo stesso errore.

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    1. Il solito settarismo italiano : "Loro (il PUDE di cui il signore...)"

      Le élite sono indispensabili: se nel 1994 ci fossero state élite responsabili non avremmo avuto la discesa in campo e la conseguente controrivoluzione che ha annullato la politica. Fu la 'plebaglia', lasciata libera di scegliere, a scegliere il peggio del peggio. Uno degli organizzatori di questa operazione adesso è in Libano in arresto e chiede di andare ai servizi sociali anzichè in galera.

      Le scelte di politica economica vanno fatte dalle élite perchè i modi e i tempi di queste decisioni non permettono un coinvolgimento largo. La 'pblebaglia' più sta male e più le si accorcia la vista, non oltre l'immigrato del piano di sotto. Basta vedere la propaganda eurista come batte su argomenti apparentemente stupidi per noi che ci siamo informati ma evidentemente per loro, che sono dei professionisti, hanno possibilità di funzionare.

      Non mi risulta che in Grecia la maggioranza dei greci sia per l'uscita dall'eurozona, lo stesso Tsipras fa sfracelli in Europa per ottenere soltanto condizioni di resa migliori. E' stata una élite a decidere di entrare nell'euro, la pancia della 'plebaglia' non lo chiedeva certamente e deve essere sempre un'altra élite a decidere di uscire: noi possiamo solo spingerla a questo.

      Il problema è vedere se c'è rimasta una élite, che non sia quella degli appalti...

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  18. non è che abbia torto ma lo sappiamo che la crisi è POLITICA!
    detto ciò, il risultato anche se fosse positivo è che la guerra è ancora lunga..

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  19. Io, semplificando al massimo, la vedo così. Due strade teoricamente ipotizzabili:

    1. L'euro cade perché esce dall'equilibrio: la somma di agenti economici, non democratici, non ha più vantaggio che l'euro resista.

    2. L'euro cade democraticamente per convinzione dei popoli, in una raggiunta consapevolezza di autodifesa.

    La prima via mi sembra plausibile e sempre più vicina. La seconda utopia e, comunque, anticipata dalla prima. Chiaro che, quando si attuerà la prima, maggiore sarà la consapevolezza dei popoli, meglio sarà. Il professore, avendo certezza della prima via, ha lavorato e lavora con gran forza per la consapevolezza, utilissima ora e ancor più dopo. Che è l'unica cosa giusta da fare e è slegata dal raggiungimento di una opinione maggioritaria, irrilevante, a conti fatti, per l'abbattimento dell'euro. Ogni testa conquistata è un passo avanti.
    Magari il professore smentirà la mia lettura, ma a me sembra che le cose stiano così.

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  20. 8.700.000 e rotti contatti per questo blog. Che è piacevole, intelligente, onesto (come chi lo ha creato) ma non è sempre semplice da capire per molti di noi. E' un capolavoro. E' un successo che ha creato tanta consapevolezza di massa su temi importantissimi per tutti noi italiani che ora abbiamo i mezzi per difenderci e per decidere. E' anche un successo politico. E i politici furbi ci si dovrebbero buttare a capofitto sfruttando il lavoro del prof. che lo ha offerto a piene mani a manca e a destra ricevendone insulti, se andava bene. Ho detto politici furbi ma devo aggiungere anche onesti e con a cuore il bene comune. Impossibile? Forse, ma il prof. l'asticella l'ha sempre tenuta alta, scelta difficile ma che ha pagato. Chi vuole il prof. in politica non si è accorto che c'è già. E con ottimi risultati.

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  21. Per Gawrosnki.
    Condivido l'idea di scendere in politica e agire attivamente. Un po' meno la strategia. Farsi attaccare/spingere ad "odiare". Ecco, gente convinta di spingere la popolazione in maniera tale da fargli fare la scelta giusta, l'abbiamo già avuta. Ed ecco il risultato
    Semplicemente utlizzerei la sola tattica della verità. Tanto la verità essendo tale non può che aprire la mente.

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    1. Giusto, mi sono esresso male. Il mio è solo un metodo per far saltare fuori la verità

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  22. Non etichetterei PierGiorgio Gawronski di vero e proprio paternalismo, ma l'incertezza di non saper quanto durerà questo massacro, può portare a voler valutare qualsiasi opzione.
    Più passa il tempo, più danni vengono fatti. Come smuovere ancor di più le acque?
    Sapendo che se aspettiamo per raggiungere la massa critica che serve a muovere qualche partito, stiamo freschi.
    L'ipotesi paventata da Gawronski di fare come fece fdr, è un modello piuttosto diffuso per accelerare il verificarsi di alcuni eventi ( tipo far saltare il banco dell'euro ) quando soprattutto le cose sembrano in fase di stallo. Ma sinceramente non so se appoggiare una simile possibilità..
    L'unica cosa che constato è che ora la discussione sul ruolo dell'euro con la crisi, c'è, e non è poco, pur se ci vuole molta pazienza con diversi interlocutori proeuro.
    Che la verità venga sempre fuori ho pochi dubbi. Ma qui è il tempo il vero problema..

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  23. Più che sensata nell'insieme la posizione di Gawronski. Il problema non è tecnico (per la verità, non lo è mai stato): è politico. Alcune brevi note di commento.

    1) In UE, l'obiettivo politico praticabile di questa fase non mi pare sia l'uscita dall'euro, ma la resistenza al fronte avverso. Stiamo combattendo una battaglia difensiva contro forze preponderanti, alle quali si può sperare al massimo di imporre una parziale battuta d'arresto (e già sarebbe un successo straordinario: si può sperare in una Termopili, non in una Maratona).
    2) il principale teatro d'operazioni di questa battaglia è la Francia, non l'Italia. Anche in Francia, il miglior esito sperabile della battaglia è di porre termine alla ritirata, o meglio alla rotta delle forze antiUE. In caso di un grande successo di Marine Le Pen alle prossime elezioni, da lì si potrà iniziare il contrattacco. Non sarà nè facile nè breve.
    3) In Italia, non mi sembra plausibile sperare in un voltafaccia sul tipo del Gran Consiglio del 25 luglio di parte della classe dominante. Per due ragioni: uno, l'eterodirezione della classe dominante; due (corollario di uno) la mancanza di un analogo di VEIII: il presidente della repubblica italiana di oggi e di domani, unica istituzione che potrebbe appoggiare un voltafaccia dall'interno della classe dominante, non risponde e non risponderà a interessi italiani, ma stranieri. A ciò si aggiunga che la classe dominante attuale sa benissimo che un'uscita dall'euro e una modifica profonda degli equilibri politici interni alla UE segnerebbe la sua distruzione politica, e avendo le spalle al muro è disposta a combattere fino alla fine, con tutti i mezzi (sottolineo "tutti").
    4) Di conseguenza, a me pare che gli obiettivi politici praticabili in Italia siano questi:
    a) lavorare per la trasformazione delle uniche forze esistenti antieuro (Lega e FdI) in partiti nazionali a linea gaullista, e per il loro progressivo affrancamento dalle identità culturali incapacitanti che li zavorrano (secessionismo, fascismo) sul modello di quanto fatto nel FN da M. Le Pen (ci sono voluti dieci anni).
    b) attaccare il nemico (PD) sui fianchi, cioè erodere il consenso del M5S (che è una formazione civetta, la milizia rispetto alle truppe regolari del PD)
    c) conquistarsi alleati nell'ex-centrodestra, dove c'è un bacino elettorale potenziale sufficiente a vincere le elezioni politiche. Accelerare la fine di Berlusconi, rivolgersi agli elettori e agli astenuti (ai quali Lega e FdI possono parlare un linguaggio familiare).
    5) Giuste indicazioni di Gawronski sulle tattiche da impiegare. Però se ne parla quando siamo al potere. Oggi, ricorderei che l'arma più importante nel nostro arsenale è la rivendicazione della democrazia. Ricordo anche che il livello morale della guerra è, in ordine d'importanza, il maggiore: conquistare il moral high ground è decisivo. Seguono il livello strategico, il livello operativo e il livello tattico. "Prima gli uomini, poi le idee e infine i mezzi" .

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    1. Se la strada è questa, come può la Francia restare in questa UE, per non parlare di ratificare il TTIP?

      «Si tratta - ha commentato Montebourg [Ministro dell'Economia] - di una riconquista della nostra potenza, di un riarmo del potere pubblico, della fine del laissez-faire. Uno Stato moderno è uno Stato forte che dialoga con i mercati e con le multinazionali».

      Allons enfants (?)

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    2. Riporto uno stralcio dell'articolo del sole 24 ore sulla vicenda Alstom
      In europa continuano a prenderci in giro quando leggo queste cose
      Alla faccia di chi continua a parlare di unione europea.

      "Facciamo un passo indietro. Alstom è un gruppo francese interamente privato che realizza due terzi del suo fatturato nell'energia e un terzo nei trasporti (sostanzialmente ferroviari, è famoso per i Tgv). Il suo presidente Patrick Kron ritiene che non abbia prospettive nell'energia (troppo piccola, troppo europea, troppo esposta alla spietata concorrenza di gruppi molto più grandi) e decide quindi di vendere quella parte all'americana General Electric e di concentrarsi sul più promettente e redditizio settore dei trasporti.
      Le trattative, condotte in totale riservatezza, stanno per concludersi quando l'agenzia americana Bloomberg rivela tutto.
      Montebourg si indigna e si ribella, dichiarando quasi subito di essere favorevole a un'altra soluzione, quella di un'analoga operazione con la tedesca Siemens. Kron non è d'accordo, ritenendo che con Ge ci siano maggiori complementarietà. Il cda di Alstom vota quindi all'unanimità l'offerta di Ge (da 12,35 miliardi), in attesa che arrivi quella di Siemens: decisione a fine mese.
      Ma ecco ora questa entrata a gamba tesa del governo, che si dota dello strumento per bloccare la cessione agli americani. O quantomeno per imporre nuove clausole: sull'occupazione, sulla localizzazione dei centri decisionali, sul trasferimento ad Alstom di altre attività nei trasporti (a partire da quelle, strategiche, nei sistemi elettronici di segnalazione)."

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    3. Quasi: armiamoci e partite. E naturalmente: o vinciamo, o perdete.

      Ma all'osso è solo la storia degli stati nazionali, con le loro costituzioni e relativi diritti per i cittadini, da seppellire nel campo dei miracoli europeo. Domani li troveremo moltiplicati!
      Questa è una ricetta della nonna per riconoscere Gatti e Volpi. E ci vuole tanto?

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    4. La Francia si sta smarcando, insieme alla crescente diffidenza nei confronti dell'economia di mercato, il decreto del governo francese a difesa delle società e aziende nazionali è un forte segnale indirizzato alle multinazionali e anche ai partner europei. Il calo conseguente degli investimenti americani mostra come per questi gruppi l'unione europea sia stata finora il grimaldello per scardinare gli interessi nazionali dei singoli stati. Il disegno americano di imporre alla Russia sanzioni che ledono in primis gli interessi dei paesi europei viene rifiutato e spinge gli stati a rivendicare una sovranità a cui avevano rinunciato. Nel confronto con la Russia gli USA mostrano di non avere più la forza necessaria per imporre le loro condizione tanto che perfino gli accordi per il TTIP potrebbero soffrirne. Con la Germania gli interessi sono stati sempre divergenti e questo paese è sempre stato un sorvegliato speciale perchè un suo propendere verso l'est cambierebbe radicalmente gli equilibri internazionali. La denuncia di Geithner, ex ministro del Tesoro Usa sul caso Berlusconi ( c'è da dire che a volersene liberare, per la politica di sganciamento portata avanti con gli accordi con la Libia e la Russia, erano proprio gli USA) mostra come le armi di persuasione nei confronti della Germania siano spuntate. Sembra che la debolezza degli americani indebolirà anche i vincoli che costringono insieme i paesi europei. Forse per riprenderci ognuno la propria sovranità non sarà necessario nessun referendum, basterà una vittoria ai punti della Russia.

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  24. Le strategie politiche di Gawronski per influenzare l'opinione pubblica le metterei in un contesto di prosecuzione della guerra fredda tra le due potenze europee con mezzi fini e diplomatici.

    Ma cosa veramente pensa l'opinione pubblica: la saggezza popolare vuole che la guerra la si faccia con le chiappe degli altri.

    Se si combatte una guerra è meglio non farlo da pedine. L'Italia e la Germania da buoni alfieri stanno coinvolgendo le pedine in est Europa ma è un'errore: solo gli USA e la Cina potrebbero trarre vantaggio da un'ennesimo conflitto europeo.

    Se entriamo nell'ottica della competizione Europea, allora con o senza l'approvazione popolare è guerra di fatto. Per l'Italia sarebbe positivo uscire dall'euro immediatamente di modo da obbligare la Germania e scendere a patti perchè con i vincoli e le regole attuali non è possiblie mettersi d'accordo.

    Se lo si facesse ora che i rapporti tra i popoli Tedeschi ed Italiano sono ancora per lo più positivi e giocosi il rischio è minimo. Tuttal'più nel breve periodo si dirà di noi italiani che l'euro non ce lo meritavamo (hehehe che ridere), mentre il nuovo marco tedesco si rivaluterà.

    Se si attende e si attua la strategia Gawronski e si tenta invece di coinvolgere l'opinione pubblica, il rischio è che l'idiozia prevalga e che un'uscita dell'Italia dall'euro a quel punto, seppur con l'approvazione degli USA, porti invece ad un'intensificazione del conflitto.

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    1. Grazie a tutti per i commenti, rispondo a questo perché mi sembra un esempio della confusione che circola. Mio caro, Lei vorrebbe seguire una strategia diversa dal coinvolgere l'opinione pubblica (tramite l'apertura di un confronto esplicito, provocatorio, e onesto con la Germania che chiarirebbe a molti cosa c'è veramente in ballo), perché la trova una strategia LENTA e RISCHIOSA. Lei, invece, vorrebbe 'Uscire dall'Euro'! Come molti su questo blog. Bene. Fatelo. Come mai non lo fate? Il punto è che se non si convincono gli italiani la sua strategia non si può realizzare. A meno di non fare un golpe. L'unica possibilità è convincere gli italiani. Stiamo discutendo come convincere gli italiani che ancora non sono convinti. Cordialmente. PS Mio ultimo post riassume intervento al convegno di A-simmetrie: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/17/il-pil-vota-contro-leurozona/988783/

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  25. Caro prof. Gawronski, secondo lei è mai possibile convincere qualcuno se non si ha per prima cosa il coraggio delle proprie idee? Martin Luther King disse forse: "vogliamo le carrozze per neri coi sedili comodi come quelle per bianchi"? NO! E vinse per la sua lucida chiarezza. Allora perché nascondersi dietro un miniassegno o una moneta complementare? Bagnai ha rivoluzionato il dibattito non tanto per i congiuntivi, per il clavicembalo, per Proust (cose che comunque hanno fatto la differenza) ma perché ha tirato fuori le palle!

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  26. Concordo con Gawronski...meglio un passo alla volta...non si può far finta che Interest Rate Swaps e Currency Swaps non esistano, così come il corralito è una bella botta da sostenere politicamente...ed economicamente...

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  27. E' vero che la argomentazioni di Gawronski sono motivate ma presuppongono il possesso di leve fondamentali, si tratta della strategia che il paese dovrebbe seguire….forse alle prossime politiche, chi sa? Per ora fondamentale è l'informazione su questi temi, e per quanto il dibattito non sia ancora arrivato al grande pubblico è evidente che ci si sta muovendo nella direzione giusta. Oggi perfino le guerre si fanno sul terreno dell'informazione, e la disinformazione e la controinformazione sono le nuove armi. Per il resto è di capitale importanza  il consiglio che da romano rubbi: "Continuate pure a discutere insieme sulle strategie migliori ma non smettete di sostenervi reciprocamente e di collaborare, come al Convegno del 12 aprile !".

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  28. È una guerra che si combatte sul piano psicologico.
    Il Prof. è un Generale che recluta continuamente soldati in grado di affrontare simili battaglie.
    Le capacità richieste sono abilità nel maneggiare armi come il buon senso, l'intelligenza, la pazienza, l'ironia, la lucidità, la concentrazione, la fiducia, la solidarietà e, se possibile, tanta umiltà.
    Sono le uniche, poichè rare, armi in grado di neutralizzare quelle del nemico il quale tenta solo di tardare l'inevitabile scenario al quale è destinato, sottraendo quanto più possibile risorse e immaginando già con quale subdolo trucco poter sferrare un nuovo attacco contro il proprio avversario.
    Menzogne a fin di bene, strategie inverse, impeti d'ira sfocianti in sterili rivolte sono strumenti che possono garantire un vantaggio solo nel breve termine prima di mostrare la loro inadeguatezza contro un nemico ben più abile nel maneggiarli in quanto è stato lui stesso il primo ad averli escogitati.
    Un mio amico mi citò un passo del Vangelo che all'inizio non compresi, o meglio, lo trovai contraddittorio con il messaggio Cristiano di Fraternità, ma che in seguito la realtà me ne ha mostrato la sua incredibile attualità: "Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace, ma una spada".
    La ringrazio Prof. per il lodevole modo con cui svolge il suo "tacito mandato" e sarei onorato di poter contribuire con le mie modeste forze e capacità a questa silente ma sanguinosa battaglia.

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  29. Sorvoliamo pure sul ritardo biblico con cui arriva questa lettera.
    Ma dopo che la BCE ha certificato che la causa della crisi è stata l'esplosione del debito privato, cresciuto nei primi anni dell'euro a causa della rigidità del cambio e della libera circolazione dei capitali,
    (Qui http://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2013/html/sp130523_1.en.html#/)

    E dopo che la commissione europea ha scritto sul proprio sito che la permanenza nell'euro richiede NECESSARIAMENTE una svalutazione interna via taglio salari e disoccupazione, (qui http://europa.eu/rapid/press-release_IP-14-43_it.htm)
    in questi 2 passaggi:

    1 "Il rapporto 2013 dimostra come le basi dei divari attuali siano state poste nel corso dei primi anni di introduzione dell'euro, giacché in alcuni Stati membri una crescita squilibrata, fondata sull'aumento del debito alimentato da bassi tassi di interesse e su massicci afflussi di capitale, è stata spesso associata a un andamento deludente della produttività e della competitività."

    2 "Venuta meno la possibilità di svalutare la moneta, i paesi della zona euro che tentano di recuperare competitività sul versante dei costi devono ricorrere alla "svalutazione interna" (contenimento di prezzi e salari). Questa politica presenta però limiti e risvolti negativi, non da ultimo in termini di un aumento della disoccupazione e del disagio sociale e la sua efficacia dipende da molti fattori come il grado di apertura dell'economia, la vivacità della domanda esterna e l'esistenza di politiche e di investimenti che promuovano la competitività non di prezzo."

    Gawronski di cosa sta parlando? È inutile proporre strategie strampalate a lungo termine (il tempo è finito e i morti gridano vendetta!) basterebbe che a livello politico e di stampa, venisse diffusa la verità che ormai anche gli organi ufficiali di questa UE ammettono tranquillamente.
    Scusate lo sfogo.

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  30. Suggerimento: non sottovalutare la dichiarazione di Draghi, che per tenere in vita l'euro si farà "whatever it takes".
    Non, sottolineo NON si riferiva soltanto alle politiche monetarie della BCE.
    Il "whatever it takes" va inteso alla lettera.

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