giovedì 11 luglio 2013

Offertismo e antifascicolismo

Fra le tante croci che mi sono caricato, c'è anche la musica. Ieri ero dal costruttore del mio clavicembalo, per fare un tagliando. Mentre cambiavamo corde, limavamo penne ("lì devi togliere 8/10 di millimetro con un angolo di 30°!"...), allentavamo molle, ecc., si chiacchierava. Il buon Andrea ragionava sul fatto che molte associazioni di categoria sono impregnate ormai della simpatica filosofia economica dell'"offertismo". Il messaggio è: "Cari associati, dovete innovare, fare ricerca, per diventare più produttivi e competitivi". Solo che, mi diceva Andrea, sono sempre più gli associati che si chiedono: "Ma la domanda dov'è?".

E certo che se per diventare competitivo affossi il reddito nazionale, la domanda non arriverà mai.

Un esempio: Andrea mi diceva che nel quaderno di una di queste associazioni (non faccio nomi: onnipresente nella pubblicità radiofonica), dopo il pistolotto moralistico iniziale sulla necessità di innovare e di "fare sistema" (cosa che le imprese italiane spesso capiscono benissimo da sole), nelle pagine interne, si trovava una bella convenzione, stipulata dall'associazione, che proponeva agli associati un prezzo di favore per l'acquisto di veicoli commerciali.

Naturalmente della Opel.

"Allora", diceva il buon Andrea, "io giro l'Europa, vado alle fiere all'estero, esporto. Non ho mai visto nei quaderni delle associazioni imprenditoriali della Turingia (per gli ignari: la regione di Eisenach, patria di Bach) la pubblicità di qualcosa che non fosse tedesco. Inutile parlare di 'fare sistema' se poi lo interpreti così. Magari il veicolo Opel costa meno, e quindi dal lato dell'offerta l'imprenditore è avvantaggiato. Ma comprando all'estero crei posti di lavoro e reddito all'estero. A me va anche bene, perché i clavicembali me li comprano, per l'appunto, i tedeschi. Ma un fabbro, un ceramista, un falegname, come fa?".

Colto da un accesso di sacra indignazione, mi sono permesso di apostrofare il miope artigiano: "Nazionalista! Cosa direbbe Norma Rangeri, se ti sentisse? La tua esortazione alla preferenza per i beni nazionali (home bias, direbbe un vero economista da baraccone) denota scarsa lungimiranza. Lo sai che il benessere del consumatore aumenta solo consumando a Catania un limone danese e a Roskilde un'aringa siciliana. Dice: ma in Sicilia non si pescano le aringhe. E che razza di obiezione è? Basta prima importarle dalla Danimarca, e poi riesportarle in Danimarca, se del caso. Così il Pil aumenta (servizi di trasporto).

Si chiama libero commercio, lo Zeitgeist lo esige e i mercati finanziari lo propugnano. Chiunque si opponga ad essi è appunto offuscato dall'ottusa e ristretta logica della difesa dell'interesse nazionale. Ora, tu sai che l'Europa è stata quasi distrutta dal nazional-socialismo. Quindi, per difendere l'Europa, bisogna distruggere quei presidi di tutela dei diritti costituzionalmente garantiti che sono gli stati nazionali, e ignorare il fatto che finché esisterà una contabilità nazionale, con una bilancia dei pagamenti, esisterà anche un interesse economico nazionale: quello a non andare in deficit nei pagamenti con l'estero. La contabilità nazionale è nazista e nemica del proletario, come dicono quelli che: Keynes ha inventato il Pil quindi il Pil è di destra (NdC: non faccio nomi ma giuro sulla loro testa che è vero! Per inciso, ricordo a beneficio dei marxisti dell'Illinois che Keynes con la nascita della moderna contabilità nazionale non c'entra nulla).

Non mi segui?

Aspetta, ti faccio altri due esempi, così capisci quanto sia in realtà intelligente e profondo il mio ragionamento.

Siccome il nazional-socialismo ha fatto tante vittime, dobbiamo abolire le nazioni.

Siccome il comunismo ha fatto tante vittime, dobbiamo abolire i comuni.

E siccome il fascismo ha fatto tante vittime, dobbiamo abolire i fascicoli: da oggi in poi, solo fogli slegati.

Il legame fra una editoria su fogli slegati, nazionalismo e democrazia è evidente. Caso mai a qualcuno andasse di riscrivere il Mein Kampf, basterebbe stamparlo su fogli slegati, senza fascicolarlo, né rilegarlo: un colpo di vento basterebbe a disperdere il delirante messaggio nazionalista. Solo l'antifascicolismo (e una buona ventilazione) può salvare l'Europa...".

...

Sì, certo, lo avete capito: ovviamente non è proprio andata così.

Ma sapeste quante volte hanno ripetuto a me la pappardella che siccome il nazionalismo ecc. A voi no? Be', la prossima volta che lo fanno, parlategli dell'antifascicolismo! Sarà un modo elegante e discreto per far intuire ai vostri interlocutori in quale dovuto conto tenete i loro profondi e geopoliticamente corretti argomenti.



(lavoro come un mulo per preparare il Goofycompleanno, sarà molto meglio dello scorso anno, so che sarete molto contenti, ma mi dispiace lo stesso non poter seguire e animare la vostra discussione sul blog. Il momento è faticoso, ma i risultati ci saranno. Presto sarete chiamati a contribuire. Keep in touch, come direbbe un economista...)

90 commenti:

  1. Alberto, sei un sessista omofobo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. (gia' glielo dissi....^)

      proposta :facciamo un elenco aggiornato e il piu' comprensivo
      possibile dei 'fire sale' ...quelli dentro l'euro intendo...

      perchè vedo che anche i giornali piu' volenterosi e berlusconiani danno elenchi molto superficiali incompleti...

      ps:comunque se le fiat facesse solo industria e non fosse uno dei grandi azionisti del pd e del pude(e del vincolo esterno dai tempi di carli) aiuterebbe...

      Elimina
    2. La conseguenza più naturale del nazionalismo. Cominci col non apprezzare limoni danesi, e finisci col non apprezzare le fave...

      Elimina
    3. Tu fai dell'ironia, e ti è concesso in questa società cinica, ma noi della sinistra, che siamo sempre all'avanguardia, ti definiremmo.

      E sii ancora più lungimirante, anzi che di fire sales, occupati di smoke sales, che la fonte tanto è sempre la stessa.

      Elimina
    4. Pensavo di occuparmene, infatti, e ora ho anche un buon titolo...

      Elimina
    5. Io fossi in te, parlando seriamente, non saprei cosa rispondere. L'accusa, ripetuta tre o quattro volte è "i colleghi parlano poco di fire sales" o "dimenticano i fire sales". Non è vero. Anche se non avessero detto niente, ne avrebbero parlato quanto lui. Avete letto uno studio o uno straccio di articolo sui fire sales di Brancaccio? Io no, solo "i colleghi dimenticano che". E alla quarta volta io ho capito il concetto (anche alla prima), ma mi sarei aspettato qualcosa tipo un'analisi, un contesto, dei dati.

      Cosa si può rispondere a uno così? A parte i dati sui fire sales nell'era dell'Euro e nell'era del prepariamoci all'Euro?

      PS: Ma preoccuparsi dei fire sales è nazionalismo?

      Elimina
    6. Il ruolo di Brancaccio della sinistra e dei sindacati è talmente chiaro, che non vale la pena nominarli: sono indispensabili per fregare la "classe lavoratrice".
      Brancaccio mi dà il voltastomaco e mi stupisco che riscuota la stima di alcuni lettori di questo blog. Non nego la sua preparazione, solo la sua onestà intellettuale e morale.

      Elimina
    7. @greta

      Della preparazione dovrò, dolorosamente, occuparmi io.

      Elimina
  2. Professore, purtroppo siamo troppo esterofili, e così facendo distruggiamo la nostra produzione locale. Io quanto vado al supermercato, ad esempio, sono attento a comprare prodotti prima di tutto italiani e poi, se possibili, della mia Regione, il Veneto. E' un piccolo gesto, ma dai piccoli gesti di ognuno può nascere qualcosa.
    Simone

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che la maggior parte di noi sia solo distratta, frettolosa, o lontana dai ritmi della natura. Le fragole a dicembre non possono essere italiane, come le pere a giugno. Ce n'è proprio bisogno?

      Elimina
    2. Vivo in una città assediata da piantagioni di kiwi. Poi vai dal fruttivendolo e sopra ai kiwi esposti c'è scritto: "Provenienza: Nuova Zelanda".

      Elimina
    3. Io se trovo pomodori italiani ammaccati o difettosi, e a fianco pomodori perfetti provenienti da serre olandesi ipertecnologiche, a parità di prezzo (grossomodo) compro quelli olandesi.

      Per le auto idem: la Fiat fa dei cagatori? E me li fa pure pagare "cari"?
      E io compro macchine estere!
      Qualcuno ha mai visto una Fiat fare 500.000 km senza cadere a pezzi?
      Io no, francamente.

      Le aziende italiane (agricole o industriali che siano) comincino a fare prodotti all'altezza che poi li compriamo volentieri, mica saremo tutti esterofili!
      Alcune aziende hanno innovato e sono competitive... chapeau!
      Altre sono rimaste indietro, e non vedo ragione per mantenerle in vita solo perché sono italiane.

      Elimina
    4. Il concetto di pomodoro difettoso è fantastico. Certo che se uno giudica il pomodoro dalla carrozzeria, poi è facile che si trovi a mangiare merda. Ma soprattutto, lei ha un futuro in televisione. Su questo blog no. Ma non se la prenda: nel cambio ci guadagna.

      Per ora.

      Elimina
    5. Io invece sì, più di una (e per inciso Quattroruote ha testato la 500 per 200.000 km ottenendo risultati lusinghieri).
      Poi, sul cadere a pezzi, bisogna intendersi: preferisci che ti si stacchi la plafoniera o schricchioli la plancia o preferisci che ti fonda il motore per un difetto nel cuscinetto della turbina o che ti si crepi il telaio all'altezza dell'ancoraggio delle sospensioni posteriori?
      Nel primo caso, puoi tranqullamente prendere una Fiat Croma o un'Alfa 159. Nel secondo vai tranquillo sulla prestigiosissima serie 3 della Bmw...
      Preferisci noie agli iniettori o grippaggi frequenti? Accomodati in VW (2.0 tdi, 1.6 tdi e, per i grippaggi, 1.4 tsi 170 cv)? Al cambio? Prenditi un tecnologicissimo DSG 7 rapporti con frizioni a secco (che peraltro non è prodotto dal gruppo VW).
      Guai all'impianto elettrico? Rivolgersi ai clienti MB che hanno acquistato la classe C e la classe E di qualche anno fa.
      Bronzine cagionevoli? 1.9 dci Renault. Stendiamo un velo pietoso sul td 143 cv di Mazda, dove ne han fatta una più di Bertoldo.
      Questo per dire che magagne ce ne hanno tutti. Gli unici che in passato sono stati un gradino sopra sono stati alcuni giapponesi su alcuni prodotti (ma ti garantisco che un mio amico è riuscito a restare a piedi con una Toyota Corolla).
      Quanto ai pomodori, quando gli olandesi oltre alle serre tecnologiche riusciranno ad avere anche il sole del mediterraneo prenderò volentieri i loro prodotti. E quando avranno pure le alpi magari mi trasferirò da loro.

      Elimina
    6. mic1972: perché non ti trasferisci in Olanda a mangiare pomodori "perfetti" dalle proprietà nutrizionali e organolettiche alquanto dubbie?

      Il problema de la prevalenza del cretino sui mercati è che costringe tutti (tranne chi ha ampie possibilità economiche) a comprare merda. Non è questo un altro enorme difetto del mercato?

      Il prezzo sarebbe un segnale affidabile? Affidabile per cosa? L'epidemia di obesità, soprattutto fra gli strati più poveri delle popolazioni occidentali, dimostra inequivocabilmente il contrario per quanto riguarda l'alimentazione. Ma si potrebbero fare esempi in altri ambiti.

      La scienza economica ha già indagato se esiste un nesso fra la preferenza per beni M (come Merda), con un rapporto qualità/prezzo inferiore, e l'innalzamento dei prezzi di beni di qualità superiore, consumati di preferenza precedentemente all'introduzione dei beni M?

      Elimina
    7. Pienamente d'accordo con Tolomeo. La rabbia profonda e' che abbiamo - noi italiani - insegnato a tutti come si realizzino le belle auto (e ben altro che le auto) ma dalla fine degli anni ottanta qualcosa si' e' guastato.

      Elimina
    8. Completamente d'accordo con Tolomeo e CorrettoreDiBozzi ...

      Vorrei aggiungere che dopo una decade vissuta in Olanda, mi sento di poter stendere un velo pietoso sui prodotti agricoli olandesi. Vegetali cosmeticamente belli ma sempre pallidi, di consistenza gommosa e dal sapore acquoso. Buon sugo ...

      Per il resto, la prevalenza del cretino e' anche una necessita' per gli strati deboli delle popolazioni nordiche ... mica si possono permettere di fare la spesa pagando 1,5€ per una zucchina! Questo vale per esempio dallo studente indebitato stile USA al senza lavoro con reddito di cittadinanza. E il mercato in piazza non esiste, l'unica via d'uscita e' trovare il negozietto sgangherato del turco (verso cui i virtuosi autoctoni tanta diffidenza hanno, alla faccia della tradizione di tolleranza! ) Invece il melone senza alcun sapore di Albert Heijn va da dio ...
      Insomma, il cretino prevale anche perche' puo' solo razzolare tra la robaccia per cretini ...

      Elimina
    9. huhuhuhu... a questa non resisto, ma solo perché sono fortunata: peccato non poter postare una foto perché avrei mostrato come un cesto di prugne prodotte in italia dall'orto dei miei (che non avrebbero mai superato un controllo qualità perché il frutto è troppo piccolo, ha qualche macchiolina a causa della mancanza di trattamenti chimici ecc...) sfama, lascia soddisfatti, è ecologico e soprattutto a Km 0.
      W i frutti difettosi, pomodori inclusi :D
      Gli olandesi se li sognano i nostri prodotti. Tzè.
      Ripensandoci: eccovi la frutta, diversamente perfetta!!!
      la mia frutta a km 0

      Elimina
    10. Purtroppo una delle cose in cui siamo bravi è non vedere i difetti altrui.

      Nel mio lavoro mi trovo a ricevere file grafici di una fotolito tedesca e di errori anche grossolani, ne ho visti e ne vedo parecchi a distanza di tre anni, nonostante le numerose segnalazioni da parte mia.

      In Italia come all'estero puoi trovare l'eccelenza e l'approssimazione e non è detto che l'eccelenza sia esente da difetti.

      Io di BMW ferme in autostrada ne vedo continuamente, Mercedes ti fa pagare i ricambi a peso d'oro.
      E in ambito motoristico non bisognerebbe mai dimenticare che molta della tecnologia d'avanguardia è stata inventata in italia, chessò ne cito una: common rail (INVENTATA IN FIAT, COMPRATA DA BOSCH).
      Ma è ovvio che faceva schifo quando era FIAT, ora che è BOSCH è il massimo...

      Elimina
    11. Ma il difetto del pomodoro è l'ammaccatura casereccia o l'insipidità industriale? Che poi obbligatoriamente rende insipienti

      Elimina
    12. Ma i pomodori olandesi non sono merda, sono soltanto privi di gusto :-)

      Elimina
    13. @Tolomeo. Beh penso che sulle automobili la tua visione sia un po troppo di parte. Al di là di aver scomodato su maestà BMW - qualche turbo sarà saltato ma indubbiamente i suoi motori sono i migliori - ti sei dimenticato di citare i mitici multiar turbo che rompono il modulo uniair...:) e tra un po rideremon con il ta....apparte gli scherzi che Fiat ha avuto un grosso problema di qualità per lungo tempo é cosa inconfutabile. Per più di un decennio é stata sempre in qualsiasi report agli ultimi posti in termini di affidabilità... Si salvavano proprio le due piccole panda e 500 guarda caso fatte in Polonia:) insomma l'euro è un problema ma già prima avevamo i nostri problemi sindacali -se volete alla rovescia - che incidevano sulla qualità del prodotto soprattutto in alcuni settori produttivi. Sono problemi che vanno comunque risolti a prescindere dalla competitività del sistema. Inoltre se in Germania non consigliano di comprare macchine straniere magari è perché li hanno 6 costruttori con 12 marchi tra i quali anche la succursale ceca ha più veicoli in gamma che tutti e tre i marchi nostrani...insomma non c'è il pude dietro a tutto...

      Elimina
    14. @mic1972 Alcuni colleghi in Olanda avevano un modo che ho sempre trovato molto appropriato per definire frutta e verdura olandese: "quarto stato di aggregazione dell'acqua"

      Elimina
    15. "Pomodori difettosi"
      Qual'è la natura ontologica del pomodoro?
      E' forse un'opera d'arte? Ovvero deve forse riflettere nel mondo della materia la perfezione dell'idea del pomodoro nel mondo delle forme archetipiche? Esiste pertanto chi, contemplando il mondo ideale riesce a scrutare la forma imperfettibile, l'archetipico lycopersicon esculentum, così da giudicare quanto l'umile pomodoro fattuale si discosti da esso? E chi sarebbe l'artista-artifex in grado di giudicare se il modesto pomo segua i canoni dell'arte-arethe-ordo (che tutti derivano dal sanscrito Rta, ovvero l'ordine cosmico secondo le dottine Indu)
      O forse, più semplicemnete il pomodoro è un alimento e, come tale, si dovrebbe piuttosto giudicare, più che dalla forma-illusione-marketingpergonzi che vivono soltanto nel mondo fantasma della medialità (Gunther Anders), dalle cartteristiche organolettiche e dai macro- e micronutrienti in esso contenuto?
      Ci dispiace per chi si occupa solo di archetipi, ma il pomodoro edibile non è tale e, francamente (mi sono state mostrate le analisi RMN-spettrometriche) dal punto di vista del contenuto di nutrienti l'imperfettibile pomodoro olandese, anche se potrà avicinarsi all'archetipo formale, non si avvicina affatto a quello sostanziale: contiene poco che acqua colorata. Però, ai gonzi, lo vendono come pomodoro, come ai supergonzi riesono a vendere parmesan tedesco come se fosse parmigiano delle valli parmensi. Va be' (o va bhe?) che riescono a spacciare il Gouda per formaggio (o dovremmo dire cheese). Anche questo è il sogno europeo, un popolo di ibridi antropologicamente confusi, una melassa grigia che crede di fare affaroni acquistando nothingness a finti prezzi di saldo. Ma il mutuo era così conveniente, in euro. Peccato che la casa, ora, non valga più nulla, ne' valgono più molto gli stipendi (quelli rimasti). Ma le cucurbitae maximae direbbero: "con le vostre competenze, perchè guadagnate così poco?" potresti trovare un bel posto da chief economist della coca cola, magari. Ma si potrebbe ribaltare la domanda: "Perchè cotali fallocefali guadagnano così tanto?"...ma è il mercato, bellezza, ti risponderebbero. Al che capisci che il mercato è ben lungi dall'essere perfetto, anzi, è una cagata pazzesca). E intanto e questo povero paese cada a pezzi. Ma l'archetipo dell'impero è duro a morire...

      Elimina
    16. @Barbara Tampieri (Lameduck). Devo, a malincuore, sfatarti un mito. Vivo in Nuova Zelanda, ad Auckland...e troviamo anche noi I Kiwi "Made in Italy" al supermercato.
      Pare ci sia un semplice accordo fra i due Paesi, che fuori stagione, se la domanada regge, ognuno importa dall'altro..essendo i due maggiori produttori mondiali.
      Quel che dice il Prof....le fragole in Dicembre, come le pere a Giugno, non possono venire da dietro casa..vale anche per i Kiwi. Se li vogliamo fuori stagione...li importiamo. Tutti e due. Resta la domanda : Ce n'e' proprio bisogno? I prezzi, anche qui, son ben diversi...e in stagione me li tirano dietro a cesti a lato strada mentre furi stagione..il supermercato mi rapina coi Made in Italy.
      Meno male che, per la mozzarella , c'e' l' ottimo Massimiliano, pugliese D.O.C. che la fa qui, col latte neozelandese, e fa anche una grande burrata....e che Paolo, lombardo, fa i salumi come si deve...sempre qui. Non e' imperativo importare la tradizione da 24.000 km di distanza.

      Elimina
  3. Profe, ma dova la prende tanta verve con questo caldo? Già, dimenticavo i temporamores: "Nessun genio, per quanto 'singolare', può essere considerato e tanto meno compreso avulso dal momento storico nel quale è vissuto", recita l'"Introduzione" all'opera del pastore di York che ho tra le mani.

    RispondiElimina
  4. caro prof purtroppo i marxisti dell'illinois sono di più di quelli che immagina l'ho toccato con mano la scorsa settimana ad un incontro di una nuova associazione della sinistra cosidetta radicale, uno dei realatori ha affermato che fuori dall'euro c'è la guerra, in quel momento ho capito perchè reagisce duramente alle affermaioni deliranti

    p.s. ottima scelta "il bar sotto al mare"

    RispondiElimina
  5. La vendita all'incanto ormai viene adeguatamente pubblicizzata:

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-11/italia-terreno-fertile-cerca-135354.shtml?uuid=AbVczLDI

    e qua e là un piccolo rigurgito di orgoglio nazionale viene fuori, nella forma "stiamo svendendo i gioielli di famiglia!".

    Fanno notizia i marchi dell'abbigliamento e dell'agroalimentare - e i cioccolatini Pernigotti, passati in mano turche (ma chi si ricorda chi vendette Perugina a Nestle'? Un aiutino: il datore di lavoro di Scalfari e della punta di diamante della propaganda PUDE nazionale). Si punta il dito contro i francesi, perlopiù.
    Ma quando Siemens puntava Ansaldo Energia, tutti piuttosto zitti o quasi. Ora la cosa è saltata, interessanti le motivazioni riportate da MF:

    http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201307111704059585&chkAgenzie=DIRELEASE&titolo=Siemens,%20abbandona%20progetto%20acquisizione%20Ansaldo%20Energia

    Ma questi non sono forse i famosi IDE adorati dai politici di qualsivoglia colore, ma soprattutto da quelli bianco-rosé tanto bravi tanto politically correct e tanto "cape de coccio", come direbbe mia moglie? La cosa assurda è che negli ultimi mesi l'unica nazionalizzazione (per mancanza di acquirenti, ad essere onesti) è stata gestita dall'uscente governatore della Lombardia.

    Sull'associazione di categoria di cui sopra, niente da dire. I vertici locali e nazionali sono tuttora sostanzialmente collaterali (questioni strettamente sindacali a parte), e spacciano le giaculatiorie PDine - nell'organo di cui faccio parte mi hanno accusato di essere a favore delle "svalutazioni competitive"....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oggi ho visto una persona che commentava un post su FB sulla notizia della cessione della Pernigotti (già di proprietà degli Averna) così:
      "l'importante è che la produzione resti la stessa, che i lavoratori non perdano il posto e che non cambi la qualità!".
      Le ho risposto che "l'acquisto di aziende da parte di stranieri, anche facendo finta di credere che non delocalizzino o che mantengano in parte (per questioni d'immagine) delle produzioni in Italia mentre l'esperienza insegna (V. ad esempio husqvarna) che acquisiti nomi, know how e brevetti si chiude tutto e si cambia marchio o si trasferisce la produzione armi e bagagli in posti più appetibili fiscalmente o dal punto di vista dei non-diritti dei lavoratori o magari con valute più deboli (mi ricorda qualcosa...), in Economia è quello che si definisce un "investimento diretto" e quindi un afflusso di capitali esteri come la raccolta che avviene tramite titoli di debito. La differenza è che mentre i titoli di debito danno interessi limitati (remunerano il compratore con una percentuale sul capitale v. es. BOT o BTP..) il guadagno derivante dalla proprietà di un'impresa in attivo è molto più elevato (giustamente visto anche il livello di rischio connesso rispetto a quello della gran parte del debito Investment grade) di quello che si lucra da un'obbligazione e quando l'azienda viene rilevata dagli stranieri con la proprietà finiscono all'estero anche gli utili. Quello dell'acquisto di nostre aziende è un massacro che da anni (grazie all'Euro ed al fosso in cui ci ha precipitati) viene fatto ai danni del nostro Paese e qualcuno festeggia pure per il meraviglioso afflusso di capitali.".
      Ero sconfortato dall'incapacità di percepire la realtà di questa commentatrice poi i "mi piace" collezionati, nonostante la mia faraginosità di espressione, mi hanno tirato su il morale. Fa il paio con ciò che è accaduto mentre discutevo con un amico Ingegnere al Bar di un residence molto "in" del Palermitano della questione Euro. Lui collezionava strafalcioni confondendo stock e flussi e difendendo l'aureo disegno del PUDE ostacolato dagli Italiani sfaticati. Ebbene, nel bel mezzo di una sua tirata, mentre ero sul punto di ritornare alle mie letture estive qualche gradino sopra i suoi argomenti (adoro i fumetti e questo limita i gradini di distacco ad una decina, chiaramente a favore di Nathan Never, rispetto alle idee espresse dall'interlocutore...) si è preso una selva di parolacce da un noto gioielliere seduto al tavolo accanto che poi gli ha detto "ma non l'hai capito che l'euro ci ha ammazzati? Che altro vuoi per capire che è stata un'idiozia e che bisogna scappare?". Il mio amico ha continuato delirando sulle colpe dei commercianti che "hanno arrotondato l'euro arricchendosi e rovinando tutto" e dimostrando l'assoluta inutilità di continuare qualsivoglia dialogo ma la quasi "aggressione" da tavolo a tavolo in un contesto dove era inimmaginabile una cosa del genere sino a pochi anni fa è davvero confortante. E' sempre più costante il fatto che ogni volta che un minus habens, un traditore o un ignorante commenta le cose in questo modo ne escono almeno due o tre che lo lapidano. Magari con idee poco chiare, non capendo le dinamiche fino in fondo, non sapendo come uscirne o temendo ciò che accadrà ma intanto lo lapidano.....
      Non so se è un buon segno perchè ha il sapore della disperazione ma certamente è terreno fertile per il cambiamento. Spero non debba avvenire con i forconi nelle piazze.....


      Elimina
    2. Altro aneddoto in tema, fresco fresco.
      Stamani sento "Prima pagina" su Raitre. Il conduttore legge una dichiarazione di Riccardo Illy, che in qualità di presidente di Altagamma dice che la vendita a stranieri di Pernigotti e delle aziende italiane in generale dimostra che sono buone da mangiare (appunto come i cioccolatini).
      Telefono alla redazione. Di tanto in tanto lo faccio, e ho sempre trovato redattori cortesi. Stavolta, il redattore mi chiede di sintetizzare il mio intervento (che avevo già liofilizzato per il centralino). Sintesi: i profitti di un'azienda italiana che diventa straniera se ne vanno all'estero; e questo se va bene, perché a volte l'acquirente decide di comprare per chiuder e così eliminare un concorrente, vedi caso Acciaierie Terni/Thyssen Krupp, con il collateral damage dei poveretti carbonizzati per risparmio sulla manutenzione e la sicurezza in vista della prossima chiusura.
      invece di passarmi il conduttore, il redattore comincia a polemizzare e a discutere lui. Si noti che questo non avviene mai: di solito, i redattori si accertano che tu abbia da dire qualcosa di minimamente sensato, non teppistico e non illegale, e poi ti mettono in linea. Niente: stavolta, il redattore si batte come un leone. E non è vero che i profitti vanno all'estero, e comunque ci pagano su le tasse, e il problema della sicurezza sul lavoro è molto più complesso, e insomma lei è per il protezionismo...dopo di che, mi mette giù il telefono. Avevo dormito bene, erano le sette e mezzo del mattino, per cui mi incavolo solo moderatamente. Richiamo il centralino, spiego l'accaduto, sottolineo che per un servizio pubblico è grave fare censura preventiva, avverto che non finisce qui, e lascio di nuovo il mio telefono nel caso che un responsabile voglia chiarire. Due minuti dopo mi ritelefona il redattore di prima. Gli chiedo di presentarsi. Non si presenta. Glielo richiedo. Non si presenta, in compenso mi insulta: "Lei è un arrogante e un maleducato!" (cfr. pag 2 del manuale di psicoanalisi for dummies, voce "proiezione") e conclude con le ultime parole famose: "Lei a Prima Pagina non interverrà più".
      E bravo l'innominato. Mandata lettera di protesta al responsabile della trasmissione e al direttore di Radio3. Reazione: zero. Appena avrò tempo e voglia scriverò anche a qualche giornale, come i colonnelli in pensione (non sono in pensione, però).
      Ecco qua, tanto vi dovevo. Abbasso il nazifascicolismo!

      Elimina
  6. ...e da stasera i Gianduiotti sono diventati Turchi...

    http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia/articoli/1105646/pernigotti-venduta-il-gianduiotto-diventa-turco.shtml

    RispondiElimina
  7. Fascicolisti su Marte:
    "Sopra un prototipo di missile tedesco
    con sei gallette cadauno come desco..."

    RispondiElimina
  8. loro piana francia,pernigotti turchia.........turchia............

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pecunia non olet, disse qualcuno ... evidentemente le lirette poi non fanno cosi' schifo!

      Elimina
  9. Ah ah..che meraviglia ..a breve, saremo noi a dover falsificare i nostri veri marchi venduti agli "investitori esteri ", se mai, un domani, riuscissimo a tornare una nazione con la N maiuscola.
    Pensate, tipo dover chiamare Parmesano il nostro vero Parmigiano o magari inventarci la Bucati perché ormai la Ducati....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A Ferrara è già così, anche se il marchio non è stato venduto agli stranieri: infatti non si può più trovare in panetteria una "coppia ferrarese", visto che nessuno la produce secondo il disciplinare depositato in Europa.

      Elimina
    2. Il che apre un discorso sull'UE e sulla farraginosità della sua burocrazia. "Abbiamo bisogno delle regole europee". Le quali, apparentemente, non si svalutano se in eccesso di offerta. O no?

      Elimina
    3. Ma il discorso è sempre quello, le regole seguono lo stesso copione, imporre ciò che va bene ai grandi gruppi alle pmi e agli artigiani. Ricordate, restando in tema, la querelle sul cioccolato di qualche anno fa? Si trattava di permettere l' utilizzo di grassi diversi dal burro di cacao, in piccole percentuali, andando ad ottenere un prodotto ibrido. Vantaggi? Essenzialmente economici, per chi produce e per chi tratta la materia prima, considerando che il burro di cacao è venduto anche alla industria cosmetica. Quella che è diventata regola europea, così rigida che è considerato illegale apporre la dicitura "puro cioccolato" , in quanto considerata concorrenza sleale, era già consentito in Belgio, dove casualmente ha sede la più grande multinazionale del cioccolato: Callebaut. Questo gruppo sta comprando ai saldi qualsiasi azienda che ha a che fare col cioccolato, ultimamente in Spagna la novacrem, e commercialmente fa quello che vuole. La stragrande maggioranza del cioccolato che si mangia arriva da lì (Nestlé e perugina per esempio) e la politica è molto semplice: sei piccolo e ne vuoi 50 kg? Sono 12€/kg. Sei grande e ne ritiri 1000 kg per volta? Sono 3,50€/kg. E via di questo passo. Ora che hanno le regole a loro vantaggio, compongono le miscele alla bisogna senza neanche l' obbligo di dichiarare quanto e quale grassi è stato aggiunto,a ogni marchio acquisito destinano un target e il disegno è compiuto. Proprio un gran bel sogno del cavolo...

      Elimina
  10. Eh già! Con l'euro e con questa UE diventeremo tutti più competitivi e i prodotti costeranno la metà! Il fatto che per "ottenere" questi risultati, comporti un'esplosione della disoccupazione ed una diminuzione dei redditi del 100% è solo un "piccolo" effetto collaterale.
    Fortuna che arriveranno i "santi IDE" ad aiutarci, garantendoci una ProduzioneCompetitivaBella, per contrastare la Ciiiiina con i loro stessi salari!

    RispondiElimina
  11. Deutsche Bank Opaque Loans From Brazil to Italy Hide Risk
    By Elisa Martinuzzi & Vernon Silver - Jul 11, 2013

    Deutsche Bank si unisce al compleanno di goofynomics

    RispondiElimina
  12. Scusi ma... non e' mai capitato che in una delle conferenze o interviste televisive, magari 10 minuti dopo essere andato in onda o aver parlato, fosse tirato dalla giacca da un uomo vestito di nero con occhiali da sole, che dicesse "lo sappiamo benissmo come stanno le cose, il sistema crollera' quando qualcuno avra' messo al sicuro la maggior parte degli investimenti; il suo sbraitare e' inutile"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, assolutamente no, per due motivi: primo, perché io, a differenza di Donald e dei marxisti dell'Illinois, non sbraito, e secondo perché sono io il primo a fare considerazioni simili a quelle che lei riporta. Non ci sarebbe nulla di strano. Strano che non vengano capite.

      Elimina
  13. Ma che me frega se la Pernigotti è turka , importante che paghino le tasse
    ma che me frega se la Ducati è tetescka importante che paghino le tasse
    ma come me ne frega se da ester fanno parchi solari ,prendono incentivi e si portano via il guadagno , ma l'importante che paghino le tasse...
    ecc.ecc.ecc
    Il messaggio che è passato è che le tasse arricchiscono lo stato e quindi tutti quanti , i flussi di denaro non contano piu ormai , siamo globicefalizzati e poi tanto la Cina è vicina , diceva ruggero orlando

    RispondiElimina
    Risposte
    1. tè sei n'arto che scrive senza aver letto le "istruzioni per l'uso"!
      aspettiamo il Prof.

      Elimina
    2. scusami, ho letto meglio ed ho capito il tono del post.mi scuso.

      Elimina
  14. sbaglio o qualcuno dice che tornando alla lira , grazie alla svalutazione impressionante, i capitali stranieri si comprano le nostre migliori industrie a prezzo di saldo, chesso' con il quarantacinquantapercentodisconto?!
    io vedo che gia' ora con l'euro si stanno comprando tutto, come la mitica LORO PIANA in mani francesi...
    appunto i loro piani sono molto chiari: acquisire il nostro made in italy grazie all'euro.
    mentre nel caso si tornasse alla lira, sfido un imprenditore a cedere il proprio gioiello con la prospettiva di crescita sicura quando ora e' decrescita certa (e non felice come quella di ortottera memoria).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma certamente:
      una azienda vale per gli utili che riesce a fare.
      Tali utili ora sono bassi e con prospettive in calo, ma chi é forte finanziariamente é in grado di reggere il passaggio nel deserto.....

      Elimina
  15. aridajè!
    http://www.wallstreetitalia.com/article/1603907/economia/italia-perde-pezzi-pernigotti-diventa-turca.aspx

    RispondiElimina
  16. Il Sole24ore ha dato ieri un piccolo spazio alla verità sulla situazione politico-economica in Europa, pubblicando un articolo di Václav Klaus (economista ed ex presidente della Repubblica Ceca), ma nascondendone comunque la rilevanza con un titolo fuorviante, come chiunque legga il contenuto potrà constatare. Perché? evidentemente perché si parla del sistema €uropeo in termini non graditi al giornale, ma siccome avvertono il soffio ancor leggero di un vento che annuncia grande tempesta, si acconciano furbescamente per non esserne travolti, loro che son da sempre fra i sacerdoti dell'€ureligione. L'articolo va letto per intero, ma qui mi piace riportare la parte conclusiva, che trovo molto lucida e significativa:

    ".. l'Europa è matura per una decisione fondamentale: i cittadini europei devono continuare a credere nel dogma che la politica possa dettare l'economia e continuare a difendere la moneta comune ed altri accordi simili, a qualsiasi costo, o devono finalmente accettare il ritorno alla razionalità economica?

    La risposta data dalla stragrande maggioranza dei politici europei a una simile domanda finora è stata sì, dobbiamo continuare. Spetta a noi dire loro che le conseguenze di una tale politica saranno costi sempre più alti per tutti e, alla fine, se sarà protratta nel tempo, porterà al collasso economico.

    Ciò di cui abbiamo bisogno in Europa è una trasformazione fondamentale del nostro pensiero e del nostro comportamento. L'Europa deve intraprendere un cambiamento sistemico, non solo un cambiamento nella politica! Arrivare ad una decisione del genere un processo politico vero e proprio, non di vertici sempre più frequenti a Bruxelles. 

    La soluzione deve giungere quale risultato di dibattiti politici nei singoli Paesi membri della Ue. Deve essere generata dalle persone, dal demos di questi Paesi. Però bisogna fare in fretta. Continuare ad improvvisare, come si sta facendo ora, può costare davvero molto caro."

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Apprezzo molto questo tuo commento, anch'io ho letto l'articolo in questione e sono rimasto con una sensazione strana, di sdoppiamento: un titolo che diceva una cosa e un testo che ne diceva un'altra....

      Elimina
  17. Si però voi avete presente le Fix It Again, Tony.. ? :D

    E' tutto giustissimo ( salvaguardia del Mad-in-Italì ), ma le FIAT han sempre fatto mediamente cagare qualitativamente... quando poi si è permesso a questi paraculissimi proto-evasori di fagocitare e distruggere il meglio della tradizione italica del settore portando a lenta morte un indotto glorioso non ci si può stupire che oggi gli scampoli - cachemire, cioccolatini e affini - vadano all'estero... De resto son almeno 20 anni che beviamo acqua Nestlé e mangiamo, mediamente, il panettone nel brodo svissero.


    Il fatto poi che la sindacalizzatissima associazione di categoria promuova Opel invece che FIAT
    si qualifica come specchio esemplare delle miserie umane... grazie allo splendido rapporto che l'AD svizzero-canadabruzzese ha saputo creare con le controparti. Ma bisogna ricordare che quell'orco cattivo di Morchio si voleva pappare il prelibato boccone... per fortuna San Paolo, coadiuvato dai 6 Apostoli del convertendo ha brillantemente evitato questa infausta evenienza per la maggior gloria della Sabaudia e dell'Italia tutta... XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vorrei precisare che anche quest'opinione su FIAT e' lievemente Luogocomunista ... FIAT ha un enorme parco brevetti, pensa alla tecnologia Multijet che ora trovi su qualunque motore diesel, e' stata venduta a BOSCH da FIAT. Mi pare che pure i cuscinetti a sfera siano stati brevettati da FIAT ... il motore FIRE fu' progettato per essere economico ed energeticamente efficiente, non per niente fu' di discreto successo. La FIAT nella migliore tradizione della meccanica italiana in media produceva auto meccanicamente valide, pensa alla gloriosa cinquecento quanti km riusciva a fare ...
      I problemi di FIAT diversi decenni fa' erano l'uso di lamiere di bassa qualita' (quindi al nord facevano ruggine) e piu' modernamente i problemi coinvolgevano parti elettriche/elettroniche/sensori/tubi,guarnizioni,minuterie varie. Non so dire se cio' era dovuto ad un calcolo sui costi di sviluppo e produzione, ma non dimentichiamoci che le FIAT vendute in LIT avevano discrete quote mercato anche all'estero perche' avevano un PREZZO competitivo ...

      Elimina
    2. Infatti nessuno si è mai voluto comprare la Fiat e guarda caso proprio detta azienda è diventata il laboratorio di modelli di open shop desindacalizzato che tanto entusiasmo hanno riscosso in certi ambienti (all'avanguardia anche nella gestione dei terzisti, di fatto costretti a lavorare in perdita). Fiat sta diventando un classico esempio di modello industriale finanziarizzato (alcuni lo definirebbero "maturo") in cui acquisizioni transnazionali, delocalizzazione e compressione salariale guidano la "creazione di valore". Molto anglosassone e molto fallimentare, in un' ottica strettamente industriale (da un punto di vista finanziario le cose cambiano, perche' l'investitore da sempre premia i tagli, non solo di manodopera, ma anche di spese di R&S - costi puri). Non è quindi un caso che Marchionne si sia sempre schierato sulle posizioni Euriste più integraliste (a parte qualche breve sparata contro Volkswagen). Anche perché ha fatto chiaramente intendere che ritiene il mercato italiano vuoto a perdere o giù di lì.

      Elimina
    3. Permettimi di dire che non sono d'accordo sul discorso della qualità del gruppo fiat soprattutto se comparato con marchi tipo opel, cosa diversa è se tirassimo in ballo audi, però credimi se ti dico che non esiste una distanza abissale neanche con quest'ultima.

      Non siamo così mediocri come si vuol far credere, anzi tutto il contrario, se ci viene data occasione di mettere in mostra le nostre qualità e competenze sappiamo tirar fuori ottimi prodotti.

      Basta con qusto luogo comune che siamo mediocri per favore.

      Elimina
    4. @Braz : pare che per un periodo abbastanza lungo, a partire dall'epoca delle 124-128-125, FIAT abbia accettato (dovuto accettare?) il pagamento dell'impianto di Togliattigrad in coils (rotoli di lamiera) provenienti da rinomate acciaierie russe.

      E pare accertato che solo le parti di carrozzeria prodotte con quelle lamiere fossero soggette a corrosione passante, probabilmente a causa di impurezze presenti nell'acciaio.

      Infatti, poteva accadere che una Fiat dell'epoca avesse un parafango o una sola portiera bucati ed il resto della carrozzeria in perfetto stato, a seconda dei lotti di produzione delle varie parti.

      Sarà forse una leggenda metropolitana, ma è assai plausibile

      Elimina
    5. Tutto quel che volete ma io ho comprato un' auto che all'epoca costa 38.000.000 ( e non erano noccioline) che da 100 Km ha iniziato ad avere problemi di check control continui... mai risolti in assistenza e l'ho rivenduta a 100.000 Km. con gli stessi problemi...

      Non si sta parlando ne della 125 ne della 500 ma di auto alla fine degli anni '70 - metà '80.
      E se negli States si meritò la poco lusinghiera traduzione dell'acronimo in " riparala ancora, Tony" forse qualche motivo ci doveva pur essere...

      E si badi, io non mi son minimamente sognato di criticare il Gruppo Sportivo FIAT ne tanto meno il Centro Ricerche, vera fucina di geni, che del resto lavorava su commessa anche per i più blasonati marchi continentali...

      La pessima qualità del prodotto era diretta conseguenza delle scelte di conduzione industriale e di rapporti sindacali.

      Chediamoci pure se la tecnologia common rail, quale oggi la conosciamo, sarebbe potuta diventare leader se sviluppata da Marelli e non da Bosch.

      Anche il 70% del progetto Manhattan , è risaputo, ha un po' di importanti radici italiane... per non dimenticarci di Meucci o Alessandro Volta.

      Elimina
    6. Il fatto è che la FIAT, così come generalmente l'apparato imprenditoriale italiano, non è contro l'€. Tutt'altro. Io, per colpa anche loro e della loro avidità, ho perso il posto di lavoro e devo vivere con 800 € al mese. Se l'€ gli ha fatto perdere quote di mercato, perchè lo difendono? Risposta: perchè preferiscono riacquisire competitività tagliando salari e posti di lavoro, ma tutelando nello stesso tempo il valore del (loro) capitale (con una moneta forte come l'€ è molto più conveniente delocalizzare). Siete davvero convinti di fare gli interessi della nazione comprando FIAT? Io non molto.

      Elimina
    7. shit happens....

      è chiaro che sei rimasto scottato da questa esperienza negativa che riguarda una fiat, però anche le tedesche si guastano eccome...

      ti racconto la mia: di ritorno dalle vacanze mi si guasta la macchina in autostrada (all'epoca possedevo una opel), vado in officina e trovo una bmw presa da un mese col motore andato.... con questo voglio dire che le noie meccaniche capitano a tutte le macchine, statisticamente un pò meno alle tedesche ma capitano.

      se non mi credi guarda tu stesso le statistiche

      Elimina
  18. Sto riflettendo su questa frase:

    "Siccome il nazional-socialismo ha fatto tante vittime, dobbiamo abolire le nazioni."

    Nazionalismo e socialismo. Si potrebbe forse aggiungere che dobbiamo abolire le nazioni perché, nel frattempo, il socialismo si è abolito da solo.

    Io applicherei subito il fascicolismo ai manuali di economia neoclassica e agli articoli dei FAREisei. Anzi, li trasformerei in Mandala di sabbia, in omaggio al concetto di impermanenza. Con il vento a fare giustizia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E con l'incanto di questi miei versi disperdi
      come da un focolare non ancora spento,
      i manuali di economia neoclassica, il verbo del PUDE possa dissolversi in galassie remote!

      E alla terra che dorme, attraverso il mio labbro,
      tu sia la tromba d'una profezia! Oh, Vento,
      se torna il suono soave della lira, potrà l'inferno esser lontano!
      Ode al vento

      Elimina
  19. Prof., ogni volta che accendo la tv e/o radio e seguo un notiziario, c'è Letta che elogia l'operato di Andreatta, pensa tu in che mani siamo, ma il fatto che elogi così spesso Andreatta non vi fa pensare che si sia accorto di essere seduto su un "trono di fango" pronto a essere spazzato via dalla corrente? E' un modo per ribadire la propria supremazia che, evidentemente, sente molto minacciata da un numero sempre crescente di italiani NO PUDE, un po' come fanno i gatti insomma quando difendono il loro territorio dagli intrusi!
    A proposito della Pernigotti , la cosa mi tocca molto da vicino, geograficamente oltre che sul piano umano, economico, sociale ecc. visto tutto ciò che comporta l'acquisizione di un'azienda italiana da parte di stranieri, stamattina ho sentito un collega piddino che commentava il caso Pernigotti con queste parola: "ma allora se all'estero comprano le aziende italiane è perché sono appetibbbbbbili"...ma va? E chi l'avrebbe mai detto che le aziende italiane sono appetibili??? Ho una rabbia tale che se potessi andrei in giro armata di fiocina per svegliare i cervelli di quel branco di rimbambiti che sta ancora a chiedersi il perché di ciò che accade intorno a loro!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @ Cristina Capra: Secondo me, però, quando si parla di aquisizione bisogna tener conto anche del "sistema paese" che sta alle spalle dell'acquirente. In parole povere, se un'azienda di un "paese debole" riesce ad acquisire un'azienda di un "paese forte", non è detto che gli sia così facile riuscire a portere via tutto il "know-how" oppure spostare altrove la produzione. Anzi, molto spesso, rimane nel perimetro delle aziende pronte ad essere riacquisite al primo segnale di cedimento finanziario. Insomma: tutto si riduce ad una mera operazione finanziaria nel quale l'acquirente proveniente dal paese più debole trae giovamento nel medio termine, ma si ritrova ad essere indirettamente "condizionato" dal sistema paese del più forte riguardo, ad es., il mantenimento delle promesse sui posti di lavoro o sulla non delocalizzazione della produzione e quant'altro.

      Elimina
    2. Ma credo che per lo più qui stia succedendo viceversa e cioé aziende di Paesi forti (Germania) comprano aziende di Paesi deboli (Italia), a prezzi stracciati.
      La maggior parte degli utili, naturalmente, andranno nel Paese forte.
      Quest'ultimo avrà anche il vantaggio di reperire finanziamenti a tassi estremamente migliori del nostro e quindi riesce ad abbattere gli enormi interessi passivi di cui soffriva la precedente gestione.

      Elimina
    3. @noMagnaMagna Non mi consolerei con le tue considerazioni, qui succede che i profitti se ne vanno in Turchia col rischio anche che anziché continuare a usare per la produzione le nocciole locali, quelle Piemonte , si utilizzeranno le nocciole turche che costano meno, con tutte le conseguenze che ciò comporta: i produttori locali cosa faranno? Certo che a sentire in TV sindacalisti come Landini che alla domanda del giornalista oggi al tg3: "come vede lei queste acquisizioni estere di aziende italiane"? Risponde: "le aziende italiane hanno competenze, know-how ecc., ecco perché sono interessanti agli occhi degli acquirenti esteri", e come mai in questi casi non ci vengono a dire che le aziende italiane non sono competitive, visto che è un ritornello che i media ci rinfacciano da anni? Svegliamoci, la campana a morto ha già iniziato gli ultimi rintocchi! Eppure oggi Letta ha annunciato di voler fare un piano per favorire gli investimenti esteri in Italia perché secondo lui sono ancora troppo pochi!!! Ma intanto ha anche annunciato che da ora in poi non ci saranno più figli di serie A nati da un matrimonio, né figli di serie B nati da un'unione non matrimoniale! Bravo, così ci saranno solo figli, come ha detto lui al tg3, figli di genitori disoccupati, cassintegrati, delocalizzati ecc.! Ma solo figli!

      Elimina
  20. Certo che si può fare benissimo senza ciliegie a dicembre e francamente anche senza le audi/volkswagen, si va in giro ugualmente con una alfa, ma questo i nostri governanti non lo vogliono capire oppure fanno finta di....


    un saluto

    p.s. mi permetto di segnalare questo pezzo che parla dei livelli salariali in germania.

    Die Elenden

    RispondiElimina
    Risposte
    1. io dopo aver girato per anni tra officine e laboratori di diagnostica con un prodotto "povero" come una Lancia Kappa ho deciso di abdicare ad una "auto del popolo" familiare e, purtroppo, devo ammettere, da allora ho solo fatto i tagliandi di prammatica... fino a 350.000 km. ( tengo le auto una vita perché è giusto non farsi fregare dal marketing )

      l'ultima Alfa decente di cui ho ricordi diretti è stata la Giulia 1600 super del mio babbo, purtroppo. La inadeguatezza della proprietà della galassia FIAT negli ultimi vent'anni ha rovinato l'industria italiana del settore, purtroppo... Landini e i marxisti dell'Illinois ( come ben direbbe il prof :D ) han fatto il resto.

      Elimina
  21. E' che ci ostiniamo a non leggere "Sessualità e nazionalismo" di Mosse (ricordo bene il consiglio di lettura di Brancaccio?). Semo brutti sporchi e cattivi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quello è stato, a mio avviso, il punto più importante (e basso) della discussione. Veramente drammatico. E non credo sia semplice neanche dialogare in questo senso, perché non c'è un ragionamento lì, c'è il riproporre un linguaggio stantio e non proprio, in tutta evidenza. Hanno delle luci di pericolo che si accendono in testa e da lì seguono le risposte, automaticamente. Uno parla di interessi nazionali ed è un nazionalista a cui piace il cazzo, uno parla di interessi piccolo borghesi ed è un grande studioso, un grande intellettuale. Questo è il livello, di che discuti?

      Elimina
  22. @Tolomeo
    vero.. conosco molti che mi hanno elogiato i motori FIAT come solidi!
    il discorso di fondo è che manca quella qualità costruttiva inerente i particolari ma questo dipende dal fatto che vende meno ed è in perdita (tagli i costi).

    Domanda: ma io ricordo la VW, Mercedes e BMW in leggera crisi una decina di anni fa.. ricordo male? ahahahha
    vi ricordate quell'operaio licenziato dalla Mercedes che entrò in pista in una gara di f1?
    avete presente la schifezza delle mercedes di inizio secolo?

    PS: la fiat è la casa produttrice dei common rail.. ricordate la storia della VW con gli iniettori pompa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La finestra dell'ufficio si apre su un'autofficina con soccorso ACI.

      Vedo arrivare con il carro attrezzi molte auto di blasonate marche tedesche; pochissime le altre.

      Ma, per il Piddino: una FIAT si guasta per la scarsa qualità intrinseca, invece un'auto germanica lo fa perchè c'è troppa tecnologia a bordo.

      Elimina
  23. "novità":http://www.wallstreetitalia.com/article/1603961/debito/se-debito-italia-affonda-francia-e-germania-pure.aspx

    RispondiElimina
  24. Leggendo il post mi ha colpito il riferimento ai prodotti agricoli o marittimi. Mi ricordo che spesso gli allevatori o gli agricoltori italiani si lamentano dei limiti di produzione o addirittura sono costretti a buttare una parte della produzione per rispettarli. Gli esempi che mi vengono in mente sono i casi delle quote latte o delle arance calabresi lasciate marcire in terra a causa dei vincoli di cooperazione.
    Visto che i paesi del nord non sono collaborativi su molti fronti, non potremmo diventarlo meno noi nell'industria agroalimentare? Penso che ci sia ancora abbastanza forza per mettere in crisi i nostri vicini e portarli a più miti consigli. La cooperazione non può esistere solo nei settori che sono comodi da una certa latitudine in su.
    Qualcuno però deve pagare: la sola idea di dover attuare ritorsioni difensive per alcune scelte stupide, mi colpisce veramente. Io ho molti amici anche in Germania e so che loro sono colpevoli quanto me dell'atteggiamento dei loro politici. Non possiamo però neanche subire un'annessione economica senza muovere un dito e questo potrebbe essere un primo passo anche per riequilibrare la bilancia commerciale.

    RispondiElimina
  25. è poi strano che il nazionalismo, secondo i soloni di Bruxelles, debba morire e poi la Merkel può tranquillamente affermare la teoria dell'Europa come competizione fra nazioni.
    Una competizione dove la Germania può menare calci pugni e morsi e noi dobbiamo gareggiare con le mani legate.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non tutti saranno d'accordo, ma io penso che bisognerebbe tenere presente che la Merkel si è formata nella DDR. Cosa poteva venire fuori da un paese assoggettato a 50 anni di comunismo reale?

      Elimina
  26. OT, ma si riferisce a un'esperienza di oggi.
    Rivista poco fa la puntata della Vita in diretta del 2 maggio u.s., quella con Plateroti.
    Al minuto 3:49, il presentatore rivolgendosi al prof: "...se posso definirlA euroscetticA..."

    Ah ah, uh uh. Ma che bella ignoranza: siccome, nel dargli giustamente del Lei, dice "definirla", si sente in dovere di dire "euroscetticA" a un maschio, ohibò.

    Attento, prof, vedi che cosa ti succede se non sei eurofilo? Se rifiuti l'identità europea costituita dall'€, corri un altro rischio non credo per te appetibile, perdi un'altra identità. E poi non dire che non te l'avevano detto.

    RispondiElimina
  27. Grazie prof. Per la dritta dell'antifascicolismo!

    Ora, quando mi ripeteranno che esigere il rispetto delle leggi da parte di Tutti, che preferire i pomodorini di casa mia a quelli olandesi e che indignarmi perchè stiamo svendendo i goielli della produzione italiana (di solito qui si gonfia la vena del collo) è un atteggiamento fascista, potrò controbattere anche con la teoria dell'antifascicolismo!

    @Tolomeo: io ho un'Opel Corsa, il mio meccanico continua a ripetermi che il motore va che è una bellezza... e che lo produce la Fiat... sarà mica che forse non facciamo delle ca...te così come continuano a ripeterci? ;-)

    RispondiElimina
  28. Io da interista mi trovo con la Deutsche bank sponsor...

    Almeno soffrirò di meno delle probabili disgrazie della squadra!

    RispondiElimina
  29. Grecia, Cipro e Siria messe ko, per rubargli il gas dell’Egeo


    Grecia, Cipro, Siria. Tre crisi ben distinte, secondo la narrazione mainstream: il debito pubblico non più tollerato dall’Europa del rigore, la fragilità del sistema bancario dell’isola mediterranea, la rivolta armata contro il regime di Assad. Peccato che nessuno veda cosa c’è sotto: ma proprio in fondo, là in basso, nel fondale marino dell’Egeo. Tecnicamente: uno smisurato giacimento di gas. Un tesoro inestimabile, a cui avrebbero accesso – per diritto internazionale – sia i greci massacrati dalla Troika, sia i ciprioti strapazzati da Bruxelles, sia i siriani assediati dai miliziani Nato travestiti da ribelli.

    Quel tesoro lo vogliono per intero, e a prezzi stracciati, le Sette Sorelle. E’ questo il vero motivo per cui si sta cercando di radere al suolo la sovranità della Grecia, di Cipro e della Siria. Non si tratta di una tesi, ma di fatti che il mondo diplomatico conosce. Parola di Agostino Chiesa Alciator, già console italiano in Francia. Che avverte: il disastro che ci sta rovinando addosso – crisi economica, catastrofe finanziaria, focolai di guerra permanente in ogni angolo del pianeta – ha una precisa di data d’inizio: 11 settembre. Non quello del 2001, le Torri Gemelle. Si tratta di undici anni prima: la caduta del Muro di Berlino.


    «La Siria aveva una piccola produzione di petrolio, 300.000 barili all’anno, che con l’embargo si è ridotta a 20.000 barili, cosa che comporta minor ingresso di valuta. Però ha anche diritti di sfruttamento – spiega Alciator – perché da un punto di vista giuridico internazionale la piattaforma continentale sottomarina assicura diritti di sfruttamento fino a 250 chilometri dalla costa, in base a norme internazionale accettate». Ora, tra Cipro e la costa nord della Siria ci sono meno di 250 chilometri: basterebbe tracciare a metà strada una linea di demarcazione, per dividere l’estrazione. «Invece: vogliono espellere la Siria, e anche il Libano, dalla possibilità di accesso allo sfruttamento dei giacimenti».

    Sempre per il monopolio dollaro-petrolio, «la Siria dev’essere messa da parte e i giacimenti devono finire esclusivamente nelle mani delle società petrolifere multinazionali: questo è il motivo dell’accanimento contro la Siria». Se Cipro è stata “sistemata” con la crisi bancaria e il Libano, anch’esso sfiorato dall’oro sottomarino, è da sempre sottoposto al terremoto politico-militare, proprio il gas dell’Egeo contribuisce a spiegare anche il martirio a cui è sottoposta la Grecia. Le grandi società petrolifere, spiega Alciator, hanno già approfittato della crisi greca per accaparrarsi le concessioni a prezzi stracciati: «Se avessero dovuto comprarle a prezzi reali, concorrenziali, la Grecia avrebbe avuto modo di pagare non una, ma dieci volte il debito che le hanno creato le multinazionali finanziarie».

    11 SETTEMBRE 1989

    LE CAUSE VENGONO DA LONTANO, LA SORIA NON E’ FINITA, MA RICOMINCIA

    RispondiElimina
  30. l’Italia Sta Finendo in una Depressione Economica


    Quando si ha troppo debito, iniziano ad accadere cose davvero brutte. Purtroppo questo è esattamente ciò che sta accadendo in Italia in questo momento. Le dure misure di austerità stanno facendo rallentare l’economia italiana ancora più di prmia. Eppure, anche con tutte le misure di austerità, il governo italiano continua solo ad accumulare più debito. Questo è esattamente lo stesso percorso che ha intrapreso la Grecia.

    L’austerità provoca un calo nelle entrate pubbliche, cosa che impedisce il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del deficit, cosa che provoca ancora più misure di austerità. Ma se l’Italia crolla economicamente, sarà un affare molto più grande di quello che è stato in Grecia. L’Italia è la nona economia su tutto il pianeta. In realtà l’Italia era ottava, ma ora la Russia l’ha sorpassata.

    Se l’Italia continuerà ad arrancare, anche India e Canada la sorpasseranno. E’ davvero una tragedia guardare ciò che sta accadendo in Italia, perché è davvero un posto meraviglioso. Quando ero bambino, mio padre era in marina e ho avuto l’opportunità di vivere lì per un po’. E’ una terra con un clima meraviglioso, ottimo cibo e ottimo calcio. La gente è cordiale e la cultura è assolutamente affascinante. Ma ora il paese sta cadendo a pezzi.

    I seguenti sono gli 11 segni che l’Italia sta scendendo in una depressione economica in piena regola…
    1. Il tasso di disoccupazione in Italia è salito al 12.2%. Questa è la cifra più alta da 35 anni a questa parte.
    2. Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è salito al 38.5%, e nel sud Italia ha recentemente raggiunto la soglia del 50%.
    3. Una media di 134 punti vendita stanno chiudendo in Italia ogni singolo giorno. Nel complesso, circa 224,000 esercizi al dettaglio hanno chiuso dal 2008.
    4. L’economia italiana è in contrazione da sette trimestri consecutivi.
    5. E’ stato proiettato che il PIL in Italia si ridurrà dell’1.8% quest’anno.
    6. La produzione industriale in Italia è diminuita per 15 mesi di fila. Ora è scesa al livello più basso sin da 25 anni.
    7. Nel complesso, la produzione industriale in Italia è diminuita di circa un quarto sin dal 2008.
    8. A Maggio le vendite di automobili in Italia sono diminuite dell’8% rispetto all’anno precedente.
    9. Il numero di persone che sono considerate “gravemente povere” in Italia è raddoppiato negli ultimi due anni.
    10. L’Italia ora ha un rapporto tra debito/PIL del 130%.
    11. E’ stato proiettato che l’Italia avrà bisogno di un grande piano di salvataggio dell’UE entro sei mesi.

    A questo punto, l’Italia è al verde.

    E a differenza degli Stati Uniti o del Giappone, l’Italia non può più controllare una banca centrale e fargli stampare una gran quantità di nuovo denaro con cui comprare titoli di stato. L’Italia è sposata con l’euro, e questo limita fortemente le sue opzioni. Purtroppo il denaro sta finendo rapidamente.


    (AMBASCIATOR NON PORTA PENA)

    RispondiElimina
  31. cmq io rimango molto pessimista purtroppo quelli che hanno capito come stanno le cose anche grazie al suo lavoro sono veramente poche, la maggior parte è vittima di questo mantra mediatico:"corruzione", "debitopubblico", "scarsa produttività" la più terribile è "abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità" specialmente se rivolta ad un disoccupato che ha oltrepassato i 40 anni (come me)o un piccolo imprenditore che sta per chiudere la sua attività per queste scelte economiche folli!! neanche il tanto peggio e tanto meglio è una consolazione quando una situazione deteriora è difficile recuperare

    RispondiElimina
  32. Visto che sembra suscitare qualche interesse mi applico in qualche precisazionismo automobilistico.
    1. Fiat ha sviluppato per prima (assieme a Bosch, per quanto riguarda l'industrializzazione) in campo automobilistico il sistema di iniezione common rail per i motori a ciclo diesel negli anni '90. Poi ha ceduto i diritti del brevetto (per varie ragioni e non necessariamente per scarsa lungimiranza, come si dice). Da allora è stato adottato praticamente da tutti, e ultimamente anche il gruppo VW ha abbandonato il sistema iniettore-pompa (che aveva a sua volta sostituito il sistema a pompa rotativa di inizio anni '90. Per inciso, il primo a montare su autovetture a ciclo diesel un sistema di iniezione diretta è stato sempre il gruppo Fiat, nel 1988, sulla Croma 1.9 Turbo D i.d.).
    2. Il sistema Multijet (e attualmente il Multijet II) sono brevetti Fiat. Il diesel di 1248 cc. tra l'altro è uno dei più diffusi diesel di piccola cilindrata, considerato che oltre al gruppo Fiat è montato da Opel, Suzuki, Tata e su alcuni veicoli commerciali del gruppo PSA. Quindi proprio una ciofeca non dovrebbe essere. E neppure il 1.6, se Suzuki l'ha preferito al TDI del gruppo VW di pari cilindrata, nonostante avesse un'intesa con VW stessa (gli alamanni non hanno gradito, infatti l'intesa è saltata per aria. Che fosse per i motori è poco probabile, più probabile che i giapponesi abbiano sfruttato la fornitura come "casus belli").
    3. Brevetto del gruppo Fiat è anche il Multiair, che consente di fare in modo più semplice, efficiente ed economico dal punto di vista dei costi industriali quello che blasonati motori alamanni fanno con un controllo elettromeccanico: possibilità di variare alzata e fasatura dell'apertura delle valvole.
    4. Il Fire merita una storia a parte: progettato negli anni '80 con il gruppo PSA (che si è poi ritirato dal progetto) è apprezzabile per la regolarità di funzionamento, l'affidabilità (salvo problemi alla guarnizione della testata su alcune serie, soprattutto del 1.1 dovute al cedimento dei tappi di fusione del basamento) e i buoni consumi. A questo riguardo, però, non tutti sanno che Fiat e i francesi negli anni '90 hanno dovuto subire la decisione, fortemente voluta - guarda caso - dai cugini alamanni, di scegliere la teconologia catalica come soluzione ai problemi di inquinamento. Sì, perchè sia Fiat, sia i francesi avevano puntato sullo sviluppo di motori progettati per funzionare con miscele aria/benzina molto magre. La termodinamica delle testate era progettata di conseguenza, con condotti di aspirazione lunghi e stretti (chi ha avuto un Fire 1000 a carburatore ricorderà certamente che d'inverno, se non si andava pesantemente di starter e finché non entrava in temperatura, singhiozzava parecchio). Bene, i cugini alamanni, invece, vendevano già negli USA, dove i catalizzatori erano già stati adottati da tempo ed erano erano più avanti in questo campo; in più Bosch era il principale produttore europeo di sistemi d'iniezione (necessari alla tecnologia catalitica). Si sa come è andata a finire, e il risultato è che alcuni motori del gruppo hanno dovuto essere ottimizzati per un funzionamento non conforme alla base di progetto secondo la quale erano stati pensati (per il funzionamento del catalizzatore è necessaria una miscela tenenzialmente vicina al rapporto stechiometrico e quindi cambia molto). Tanto è vero che alcuni motori (per esempio il 999 cc., che è stato il primo Fire, e il 1995 cc. montato sulla Croma CHT, che aveva i condotti d'aspirazione sdoppiati) sono stati abbandonati. Altro esempio di cooperazione europea...
    5. Poi, un conto sono le idee e i progetti (per i quali comunque servono soldi), un'altra l'industrializzazione.
    Chiedo scusa per l'OT, ma il luogocomunismo automobilistico m'indispone quanto quello economico (al quale adesso, però, so replicare meglio di un anno fa).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. precisazionismo per precisazionismo 2. pare che suzuki e vw erano già in disaccordo perchè i crucchi volevano dettare legge in casa giap.... da lì la scelta dei motori made in italy. comunque migliori del cagionevole 1.6 tdi ma si sa vw è sempre stata nota per NON essere un ottimo motorista. almeno una volta i loro motori, un pò poco potenti, erano affidabili... oggi ormai fanno abbastanza pena.
      3. pare che il multiair sui motori turbo abbia avuto ben più di qualche problemino di gioventù.
      5. già infatti si ideava e si progettava di più quando c'erano i soldi. oggi invece si costruisce sfruttando fondi altrui in serbia per rivendere a prezzi italiani in italia....
      anche a me il luogocomunismo sta sul gruppone ehm...
      sulla fiat poi pare di essere tornati agli anni 70-80 dove chi comprava straniero era quasi sbeffeggiato. insomma un conto è mettere nelle migliori condizioni l'economia italiana per il bene di tutti (gli italiani) poi ognuno si compri quel C+++o che gli pare

      Elimina
    2. Vorrei mettere un punto fermo (e finale) al luogocomunismo motoristico.

      Ma di cosa parliamo? Del migliore rapporto qualità/prezzo? ...perchè se così fosse, ecco, vi siete scordati il “prezzo”.
      E allora parliamo di prezzo. Se le beate e magnifiche automobili tetesche costassero un buon 30% in più (e le ragioni dovreste BEN SAPERLE), le comprereste? Forse voi si, in ogni caso avrebbero un calo di vendite per via del prezzo maggiore, giusto? E con un calo di vendite, si potrebbero permettere di investire e/o comprare nei/con i migliori ingegneri, tecnici, design, collaboratori, pezzi speciali ecc.. di cui fin'ora si avvalgono? Probabilmente no. E quindi il livello qualitativo delle loro auto calerebbe, qualunque ne fosse il livello di partenza. Con ulteriori probabilissimi cali di vendite.
      Tutto qui.
      Dite che non si parlava di rapporto qualità/prezzo, ma solo di qualità?
      Bene. Domandina facile facile, allora: qual'è la migliore auto al mondo? Per agevolare la risposta aggiungo che non è una mia opinione ma è UNIVERSALMENTE riconosciuta come la migliore.
      ….
      ….
      …. no, non è tedesca
      ….
      ….e neanche giapponese o ammerigana
      ….
      ….
      E' la Ferrari. A parte qualche ingegnere è realizzata interamente in Italia da italiani.
      In altre parole l'Italia sa fare le migliori auto al mondo.
      Tutto bene, allora? Ma no, il problema è che costa cara. Appunto.....

      Ragazzi, vi piacciono le BMW? Dopo 3 anni costano la metà. Acquistate un buon usato!

      Elimina
    3. tantissime grazie per quest'ondata di precisazioni!

      Elimina
  33. Però dobbiamo amettere che i piddini sono dei geni, solo loro hanno la fantasia per poter scrivere queste perle di saggezza: "Cmq.... per tagliare la testa al toro, basta fare UNA, SEMPLICE cosa. Ci sono in rete i dati del PIL-PRO-CAPITE, di tutti i paesi UE, sia PRIMA che DOPO l'euro. Andate ad ammirarli. Il nostro è cresciuto ESATTAMENTE come quello tedesco. Eravamo sotto di loro di un 20-25%, e tali siamo rimasti. Nessuna differenza tra prima e dopo euro.
    L'unica GROSSA differenza è che i tedeschi nei tempi di vacche grasse hanno tirato i remi in barca, spinto l'industria e abbassato le tasse. Noi, nei tempi di grassa abbiamo svenduto l'industria, aumentato le tasse, e il tutto NON per favorire lo sviluppo ma SOLO le clientele.". Poi non contento il piddino di prima scrive che:"Vedi, tu stai confondendo, come gli altri anti-euro, un problema creato da una NOSTRA politica di merda, e cioè la deindustrializzazione (con la complicità di tanti industriali, devo dire....) con gli effetti dell' euro. L' euro non c'entra nulla, la colpa è SOLO nostra, per aver continuato a supportare una classe politica inetta, cercando vantaggi personali."... Quando la storia li chiamerà mi mancheranno le loro ca.....te

    RispondiElimina
  34. Mi scuso per questa segnalazione maleodorante, so che il prof non gradische olezzi vari su questo blog ma forse la segnalazione vale la candela: pare che all'ennesima salve di supercazzole della premiata forneria A&G siano gia' corrisposti evidenti Phastidi ...

    RispondiElimina
  35. [OT], se il suo amico è questo, abbiamo almeno un amico in comune :-)

    http://www.andreadimaio.it/

    RispondiElimina
  36. Approposito di offertismo, il nostro affezionatissimo commissario Bondi, il problema dei tumori a Taranto discende dalla maggiore disponibilità di tabacco in città, il tabaccaio amico del barista che fa cento caffè e li mette sul bancone, farà la stessa cosa immagino, metterà cento stecche davanti alla porta!
    Riflettendo sempre sull'offertismo, il tanto celebrato metodo Toyota, il just-in-time produciamo solo quello che ci chiedono niente più scorte per il magazzino, tanto osannato dai liberisti alle vongole, non va proprio nella direzione del "domandismo"? Poracci e pericolosi come il liberisti di priscimbecco che vogliono stalinianamente tenere fisso il prezzo della moneta.

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.