venerdì 31 maggio 2013

Back to business: la Corte dei Conti dei miracoli

(da Malachia Paperoga ricevo e volentieri pubblico, a futura memoria)


Possiamo fare un bel "back to business"?

Vorrei segnalare 2 cose.

1) La mitica OCSE che - non ci crederete - rivede al ribasso le stime di crescita di tutta l'area-euro.

2) Esce oggi sui giornali un “curioso” commento della corte dei conti: l’austerità ci ha fatto molto male.

E’ strano, perché non sembra che la stessa istituzione avesse mai espresso opinioni simili. Anzi: a maggio 2011 invocava una manovra “stile 1992”: da 46 miliardi. Mentre a ottobre 2011, lamentandosi di risorse non certe, invitava a tassare i beni reali. Più recentemente, puntava il dito contro corruzione e malaffare.
Torniamo invece indietro, al 2009, inizio del periodo citato nell’articolo di oggi. La Corte se la prendeva con la sanità.


Insomma, l'austerità l'ha voluta, l'ha avuta, e ora se ne lamenta. I problemi poi variano sempre: sanità, corruzione, entrate incerte... ma mai che si accenni alla moneta unica, ci mancherebbe!


(bene. Posto nuovamente in luce il fatto che qui quale sia il business lo decido io, autocraticamente, ringrazio Malachia Paperoga per il contributo. Lo perdono, paradossalmente, perché gli interessano così tanto delle cose che a me interessano così poco... Altre cure, più gravi di queste, altra brama quaggiù mi guidò)

(qui ci starebbe bene un bel commento di sei per otto...)

(scusate, decidiamoci: dobbiamo fare la Repubblica dei filosofi, o dobbiamo sporcarci le mani? Perché vedete, io capisco che vi sfugga, ma quale sia il business dipende da questa decisione).

55 commenti:

  1. Primum vivere, deinde... Ho dei magnifici guanti in latex, prontissimo! AM

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  2. Per citare il film "La Battaglia dei tre Regni"...
    "Ogni spada prima o poi va sguainata."

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  3. "Una Repubblica democratica, fondata sul lavoro e sulla cultura."

    le riforme! (si, quelle goofynomiche)

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  4. Oggi è uscito un articolo su presseurop che narra di come la Merkel e Hollande vogliano creare un "governo dell'eurozona" staccato dalle altre istituzioni UE. Sembra che vogliano tenere in vita il malato ancora a lungo togliendo un po' di austerità però spingendo per le riforme di svalutazione interna dei salari, togliere la sanità gratuita, un lusso per pochi.
    Sempre in ambito europeo si comincia a parlare di una zona di libero scambio con gli USA... Capisco magari non pagare i dazi doganali sulle sementi americane sterili che ogni anno dobbiamo ricomprare dallo Zio Sam, dato che ormai la produzione interna, non dico dell'Italia, ma dell'UE, è pari a zero o quasi, ma forse i benefici del libero scambio ora sarebbero inferiori ai danni che potrebbe provocare. Alla fine non ci siamo ancora ripresi dall'allargamento dell'UE a 27 e dal conseguente aumento dei paesi del mercato unico. In questa situazione la creazione di una zona di libero scambio con gli USA non sarebbe proprio un miracolo, la pallottola d'argento che ci farà dimenticare la crisi economica europea facendo ripartire la crescita. Anzi con l'abbattimento dei dazi a quel punto ci tocca competere con gli operai di Marchionne degli USA sottopagati. Allegria. Poi io non sono un economista... ma anche a occhio, disse i'cieco

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  5. Quando uno come Della Valle tutto Pud€ riesce a dire che uscendo dall'€ e svalutando i teutonici verrebbero giù a comprare le aziende italiane svalutate e nessuno gli risponde che le aziende in fallimeno anche se in € costano meno .... proprio il pensiero manca , quel piccolo pensiero scaltro alla Bertoldo , sono rimasti solo i Cacasenno

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  6. Oh Albert,
    se proprio vuoi evitare la seccatura di occuparti personalmente di queste quisquilie un pò scontate, segnalo che dell'argomento, ci siamo occupati, estendendolo anche alle sue immutabili premesse neomacroeconomiche classiche.
    Moltiplicatore, crowding-out/equivalenze ricardiane come "dogma", e criteri puramente contabili di stima dell'impatto delle manovre economiche, sono allegramente passati in rassegna per arrivare alla domanda centrale che, a quanto pare, si pongono all'Economia (pur dopo il fallimento di tutti i "loro" conti e la ridicolizzazione subita da Blanchard-FMI sul punto): domanda che si riassume nel "filosofico", per l'appunto, "Un coefficiente da dare agli effetti della spesa pubblica è UNA COSA TUTTA DA SCOPRIRE (!). CHI PUO' DIRE CHE ESISTA?"

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  7. Si dia inizio alle danze... e chi non balla, alle prode!!

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  8. Beh certo, adesso devono imporre la narrazione: "l'austerità era sbagliata, adesso faremo la cosa giusta, serve più integrazione"

    PS. secondo me bisogna sporcarsi le mani

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  9. nooooooooooooooooo un Commendatore come quello alla Scala del dicembre 2011 non lo si può reggere....ha un vibrato di mezzo tono!!!!
    ...però a sua discolpa c'è da dire che in quel palco la compagnia che ha dovuto sopportare era perfetta per l'ambientazione cimiteriale....
    http://youtu.be/heD79C8Lyd0?t=53m50s

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    1. Carissimo, non l'ho nemmeno ascoltato, ho messo il primo che capitava perché ero in seduta plenaria. Era solo per ricordare agli altri che esiste altro. Su come poi si debba cantare la nota sequenza, siamo ovviamente d'accordo...

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  10. Piacere io sono Mauro di Roma!
    Scusate se occupo indebitamente e indegnamente questo spazio!
    Avevo il desiderio di complimentarmi con Lei per la lucidita' e la semplicita' del libro, che mi ha aperto la mente!
    Da ora in poi la mia missione sara' far capire "la flessibilita' del cambio" e la necessita' di uscire dall' euro per salvare il nostro sistema economico e la nostra nazione a tutti i miei colleghi (tristemente europeisti!)
    p.s. Dimenticavo di dire che sono un piccolo commerciante di Roma, quartiere africano, e che oltre l' euro soffro mortalmente(nonostante abbia resistito come volume di vendita) il sistema fiscale......mi piacerebbe un giorno parlarne!
    Con stima.
    Mauro

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  11. Caro Alberto e cari goofynomisti vari,

    Della Valle a Servizio Pubblico si è aggiunto alla schiera di quelli che fanno dell'ironia sul fatto che Bagnai insegna nel prestigioso ateneo di Chieti-Pescara. Ora basta.

    Non tutti sanno che io mi occupo delle proprietà geometriche dell'entropia e dell'informazione, un campo di studio che si chiama Information Geometry (Estiqatsi pensa ...). Ora, volete sapere dove si è tenuto il primo congresso plenario sull'argomento? All'Università di Chieti-Pescara? Esatto! E dove si è tenuto il secondo? Alla Tokio University? Bravi! Come avrete capito il terzo della serie si è tenuto al Max Planck Institut di Lipsia. Al quarto ci stiamo lavorando, vi farò sapere.

    A Pescara come a Princeton due più due fa sempre quattro. A Pescara come a Princeton se sei un imbecille (o un servo) sei un imbecille (o un servo).

    Ah, come è piccolo il mondo ...

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    1. Ma nessuno ha chiesto a Della Valle in quale Ateneo insegna lui e quale materia?
      :-)

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    2. Che mondo semplicistico... usiamo le "etichette di garanzia" sulle persone come scorciatoie per mettere in pensione il cervello.
      Se una cosa la dice Giavazzi è OK... se poi la conferma Alesina ancora meglio.
      Si, ma qualcuno fa una revisione critica delle minchiate che vanno dicendo da oltre tre anni?
      Questa è una visione da marketing del sapere scientifico.
      Socrate in quale ateneo insegnava?
      In nessuno?
      Allora diceva fesserie.

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    3. C'era pure il vecchio Kaniadakis? Che grande prof!

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    4. Il ragionamento di Della Valle è nauseabondo, di una pochezza mentale disarmante. Lui invece dove insegna? Nell'università della Cazzolandia? O in quella delle scarpe orribili vendute a 300€?

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    5. ma della valle è quello che dice che l'imprenditore deve farsi portatore della solidarietà ??? che critica a spron battuto marchionne solo perchè lui lavora in un mercato meno competitivo...( e da santoro si trova bene )????
      che dice che le banche devono recuperare i vecchi direttore di banca e recuperare, tramite di essi, il rapporto "onesto" con il cliente.....?????


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    6. Della Valle è uno che cerca di rifarsi una verginità. Critica la Fiat ma è socio di gente che sta nel CDA della Fiat. Chissà, magari un giorno fonderà una Facoltà di Economia a Casette d'Ete. L'Asilo materno in azienda c'è già :-)

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    7. [aparte il fatto che non guarderei questi talk show neanche fossi costretto e che questi viscidi telepresentatori -gatekeepers- sono quanto meno parte del problema ]

      A me fa piacere che si espongano i mandanti (i della valle ecc)
      invece delle -solite- controfigure ...lasciteli insultare l'universita' di pescara o chi vogliono loro , lasciateli berciare anzi piu' vanno in tv e si fanno vedere e si espongono e si esplicitano e meglio è !

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    8. E che lo dici a me, che ho fatto Economia 1 e 2 e Politica economica con Nicola Mattoscio! Presidente della commissione di laurea nel marzo '99... Piergiorgio Landini.

      Sempre troppo piccolo. E pure troppo affollato. Il faut s'y faire.

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    9. Capisco molto il fastidio, ma, non appena ha aperto bocca su Bagnai, DDV si è coperto di ridicolo ed è stato lampante a tutti.
      E' sempre più difficile per loro argomentare nel merito, anche la sua non convinzione nell'accennare il discorso da materieprimista lo dimostra.
      Giudico positivamente invece il servizio e il comportamento di Giulia Innocenzi in studio.
      La gente comune sa e un cambio di rotta va fatto, meglio se accennato durante una stanca puntata di fine stagione.
      Avanti coi carri

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    10. Del resto Krugman ha avuto delle parole molto "gentili" per i "Bocconi Boys". La Bocconi sarebbe la piu' prestigiosa universita' italiana relativamente all'economia?!

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    11. @MAXIMUS

      Consolati (si fa per dire). Hanno inventato le "etichette di garanzia" anche per le pubblicazioni scientifiche: il marketing del sapere scientifico c'è già. Leggere il contenuto dell'etichetta è un fatto di coscienza personale; per il funzionamento del sistema è sufficiente che due referees diano il proprio assenso alla pubblicazione (sperando che in poche settimane capiscano il senso dei risultati raggiunti in un lavoro di mesi).

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    12. Una piccola nota molto terra terra. Premettendo che DDV è stato elevato al rango di maitre a penser da una presa di posizione antiberlusconiana e perche' si è comprato un posto nei famosi salotti buoni della finanza italiana sfoggiando al contempo un atteggiamento da dissidente, da un punto di vista strettamente industriale il suo ragionamento in difesa dell'euro fila alla perfezione, basta sostituire "materie prime" con "subforniture asiatiche" (DDV ha strutture produttive in Cina, se ben ricordo, per i prodotti di fascia bassa). Ebbene sì, nel suo caso per una fascia di prodotti made in China o semilavorati da qualche parte in Asia o in Turchia o che ne so io, un'uscita dalla moneta unica con svalutazione comporterebbe un'immediata corrispondente perdita di margine o un corrispondente aumento dei prezzi con un'incognita sul fronte dei volumi venduti (perche' in caso di uscita la maggiore disponibilità di spesa potrebbe anche in primis andare a ripianar debiti).
      Il ragionamento è pari pari estendibile a tutto il settore della moda "made in Italy", da sempre sulla bocca di tutti (vedere Benetton, che è risultato casualmente tra i clienti di quell'azienda a Dhaka di cui hanno parlato tutti i TG).....
      Piccolo particolare, come è stato notato più volte, stando ai numeri il settore scarpe e vestiti non è precisamente un settore strategico dell'export italiano, anzi, è proprio uno di quelli più soggetti alla famosa concorrenza dei paesi emergenti...

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    13. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    14. Ah ora hO capito quando pirler diceche senza euro dobbiamo competere con la Cina! Peccato che comprare in Cina e vendere qui non porti occupazione ma solo profitto per gli imprenditori. E soprattutto consente alla Germania di continuare ad essere la Cinad'Europa

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  12. Mi accodo a quanto appena sopra, su Servizio Pubblico, con qualche rilievo in più.

    Eccolo!
    Il simpatico, intelligente imprenditore, e pure telegenico; mettiamogli davanti un microfono e ci elargirà la sua scienza con affabile generosità. Purtroppo non ha ragguaglio di altri che propongono di pensare, e si chiede con scrupolo (1:56:30): “Scusi, chi erano questi signori? Cioè, io non li conosco, perché ...Era università?, professori?... un professore universitario?... Di quale università? Si..In che..In che università?”. E alla risposta della bionda giornalista: “Università di Pescara.” commenta: “Per sapere...”, ma all'aggiunta della bella giornalista: “Adesso firmerà un manifesto europeo ...”, chiosa: “No no, Va bene... Per carità...Per carità” . Bionda e bella la giornalista, ma non perspicace, l'informazione da dare era già stata data: Pescara, “Per carità”. Ma che bel siparietto, ma guarda un poco!
    Ma chi è questo intelligente imprenditore, che conoscendo tutti i professori di Harvard, è comprensibile che non conosca i professori di Pescara, e rammenti appena ora la stessa Pescara? Pescara, che posto misero è per chi frequenta Chicago?
    Ma da dove viene questo acuto imprenditore? Da quale paese superiormente evoluto? Da Sant'Elpidio a Mare; ah, beh... allora! Sant'Elpidio a Mare si! Allora si capisce. Se uno viene da Sant'Elpidio a Mare allora e altro paio di maniche.
    Ed eccone, infine, tutto l'acume (1:58:00): “Io sono un produttore. La prima cosa che dovrebbe piacermi è avere un prodotto che costa di meno, così me ne comprano di più. Ma, noi non dimentichiamoci che siamo un paese che le materie prime le compra quasi tutte, quindi se lei svaluta l'euro, che vale di meno, io devo comprare della roba che costa molto di più, e quindi il mio prodotto costa molto di più. Quindi lei ha svalutato l'euro per niente.” Difficile capire di cosa stia parlando, visto che si discuteva di uscire dall'euro e non di svalutarlo, ma immaginiamoci che volesse intendere la svalutazione della nuova lira, e chiediamoci cosa significherà quel “la roba mi costa molto di più”. Ma ecco che ci soccorre lo stesso affabile imprenditore: “ Quindi anche senza essere grandi professori universitari … guardi non dobbiamo ingannare gli imprenditori. Uscire dall'euro: queste sono panacee che vanno bene in campagna elettorale, ma non servono allo sviluppo futuro di questo paese”, e finalmente (1:59:10): “Guardi lei ha chiesto un opinione a Della Valle, imprenditore, e io sono uno che produce, qui, compro le materie prime fuori, lei in un minuto mi ha mi ha detto che io diventerei un'azienda non più competitiva.”
    E finalmente. Eccoli allo scoperto. E' bene sapere chi si ha di fronte. Alla fine tutte le cortine si sono diradate, ed eccolo lì il Mago di Oz, che in prima persona fa rumore e scuote le quinte del teatro.
    Eccolo il generoso imprenditore, sempre pronto a lanciare crociate economico sociali di grande respiro, che si fa in testa questo conto: “Io compro all'estero 10 euro di cuoio (esageriamo in eccesso), e ci faccio, qui, le scarpe che poi vendo in tutto il mondo a 200 euro (esageriamo in difetto), se svalutiamo l'euro (va be', voleva dire la lira, ma manteniamoci in questo turbine d'equivoci) del 20% mi tocca di spendere 2 euro in più per il cuoio, e poi cosa devo fare?, mettere le scarpe a 250 euro per recuperare? Perciò vada in pure in malora l'economia del paese, ma io 2 euro di più non li voglio cacciare; che poi, se c'è più disoccupazione io, qui, pago di meno il lavoro, altro che storie.”
    Che acume. Possiamo dormire sonni tranquilli, siamo in buone mani.

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  13. @Paolo

    Far capire ai babbani che il principio di autorità, nella scienza, non esiste, è compito più arduo che non costruire il socialismo in un solo paese...

    Buona vita
    Guglielmo

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  14. Moltissimi vogliono fare i filosofi.
    Se così non fosse stato fino ad ora, vivremmo in una situazione quanto meno un po' meno tragica.
    Federico

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  15. Horror vacui...come in natura così in politica. O noi o qualcun altro.

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  16. Nel forum dove bazzico di solito ho risposto proprio oggi ad un post dove un troll di razza PUDE definiva alcuni economisti "i disturbati italiani dell'anti euro".Io gli ho menzionato un articolo del premio Nobel indiano Amartya Sen che ha detto:L'euro è stata un'idea orribile, e lo pensavo da tempo."
    E il premio Nobel britannico James Mirrlees che ritiene che la soluzione migliore per la Romania è di lasciare l'Unione europea.
    I "disturbati" italiani, come Bagnai, Borghi, Savona, Napoleoni, Zezza, Rinaldi sono in buona compagnia.

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    1. (per inciso, lo saremmo comunque, anche da soli, anche da solo)

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  17. Questa è la reazione di chi non ha abbastanza argomenti validi per controbattere.
    Bagnai aveva, tra l’altro, fatto notare nel servizio che il “suo” Napolitano aveva fatto un giro di 180 gradi fino a difendere quello che, tempo fa riteneva, giustamente, un errore.
    Nel campo degli argomenti seri i difensori del PUDE non hanno armi, sono indifesi, possono essere demoliti facilmente, e dopo due ore e più di baggianate varie come quelle esposte con una falsa aria di saggezza, vedere irrompere alla corte del re qualcuno che invece aveva da dire cose molto più interessanti e valide lo ha spiazzato, ed ecco l’ironia, il sorriso, l’offesa.
    La stessa arma che credo vedremo sfoderare da Boldrin stasera a “l’ultima parola” contro Borghi.
    P.S Della Valle che non sapeva chi fosse Bagnai mi ha fatto pensare al capitano del Titanic, forse anche lui quando, da lontano, avrà visto avvicinarsi l’iceberg che lo avrebbe presto fatto affondare, si sarà chiesto: “ma che cosa è?”

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  18. In risposta alla domanda, chennepenzo? 0300!

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  19. Che dire: grazie. Il back to business voleva solo superare la querelle Santoro si/Santoro no. Tanto er cavajere fa comunque quel che vuole, l'euro rimane una porcata e d'ora in poi il "tuo economista" s'e' visto pure a Servizio Pubblico. Torniamo pure a preoccuparci di informare.

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  20. La soluzione di una situazione cosí complicata richiede, necessariamente, che anche i filosofi si sporchino le mani. E anche parecchio.

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  21. Ad un certo punto il grande imprenditore, capello lungo, DDL, ha detto che oggi, grazie alla rete, i consumatori hanno un potere enorme per coordinarsi nella spesa e boicottare l'acquisto di certe ditte ritenute non eticamente sane, etc., etc.,....
    Bene, ...noi siamo ora una comunitá, una piccola forza; propongo a tutti gli amici di questo Blog di boicottare i prodotti di DDL, ma non per cattiveria, sia ben inteso.....
    Uno sarà libero di comprare cosa gli pare?
    O no?...

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    1. Solo un piccolo appunto: l'etica del consumatore critico di DDL non è per tutti, io non posso permettermela dovendo, quando compro, guardare soprattutto il prezzo, io non compro i prodotti del nostro semplicemente perché non ho abbastanza soldi per farlo. La libertà di "scegliere" è di fatto limitata dal potere d'acquisto con buona pace anche di quelli che insistono col comprare italiano. Nel frattempo la Tedeschia ringrazia.

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  22. Imbarazzante: "se svalutiamo l'euro, noi compriamo tutto all'estero, pagheremmo tutto di piú! Piuttosto parliamo dell'Imu!". Senza parole. Certo che se il conduttore esordisce con letesidibagnai..

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  23. Questo imprenditore, industriale, padrone (come volete voi) tratta con sufficenza un professore dell'università di Pescara, lui che è uno scarparo marchigiano, di successo, ma scarparo, un giorno si abbasso' perfino a fare una telefonata da perfetto zerbino a quel boss che dirigeva con un telefonino il passatempo di tanti italiani! E questo signore va in TV a predicar bene e poi si sa come va a finire....

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    1. In realtà Della Valle quando parla del costo delle materie prime ha sicuramente un buon argomento a sostegno della sue tesi, basta considerare l'andamento dell'industria italiana delle calzature prima e dopo l'euro.

      Infatti ai tempi della lira in Italia tale industria era praticamente inesistente, il costo esgerato delle materie prime non permetteva la produzione di scarpe in Italia e gli industriali italiani dovevano andare a produrle all'estero.

      Con l'euro il basso costo delle materie prime ha provocato un autentico boom dell'industria italiana, prova ne sia che ora nuovi calzaturifici sorgono ovunque come funghi e l'occupazione nel settore è in vertiginoso aumento.

      Si, si lo so che le cose sono andate in modo esattamente opposto ma non penserete mica che un n€urotico del mio calibro si scomponga per simili quisquilie. Come diceva un tale “If the facts don't fit the theory, change the facts.”.

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  24. Io potrei anche sporcarmi le mani, anche perché, vista la mia formazione e la mia scarsa conoscenza di economia, non saprei proprio come aiutare a costruire una "Repubblica degli economisti".

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  25. http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11912

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  26. Albert Einstein ... e dove insegna Albert Einstein? Ah, fa l'impiegato all'ufficio brevetti ...

    Un saluto a tutti dalla sempre meno produttiva e sempre più preoccupata Olanda.
    Guglielmo

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  27. io non ho capito se a parlare fosse l' ottimo produttore-scarpaio italiano o quello straniero (con i suoi siti produttivi esteri), il trafficone (im)prenditore e CONCESSIONARIO "dei trenini francesi" (che ha avuto l' ardire di criticare gli imprenditori che non competono e vivono di favori dela politica) o il renditiere con le mani in pasta nel sistema finanziario italiano.

    Qualcuno lo ha capito?

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  28. Con i nervi a fior di pelle x le 10 ore offerte su LA7 al "Don Diego Della Valle", sono capitato sul sito de linkiesta in cui 3 articoli "cazzeggiano" sull'Euro, sacrifici, competitività e dintorni.... Ho risposto in modo "scomposto"!!

    Se avessi i soldi comprerei una rete Rai e ve la metterei a disposizione....

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  29. io dico che è ora di mettere le mani in pasta! :-)

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  30. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  31. @Hydroptere
    guardi che il problema non è la qualità ma i prezzi maggiorati PER LEGGE (l'euro) del 30%!
    ma che dice? che c'entra il debito (immagino si riferisca a quello pubblico) e il resto?

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