venerdì 28 luglio 2017

Il mercato (a senso) unico, ovvero la journée des QED: 78, 79, 80.

Senza ombra di dubbio questo venerdì 28 luglio passerà alla storia come una delle giornate più tristi della nostra storia recente, e, quindi, anche del nostro blog. Veder arrivare la catastrofe, cercare, con tutti i propri (deboli) mezzi di rendere consapevoli i miei concittadini del rischio che il paese correva, mi ha riservato nel tempo amare soddisfazioni intellettuali (i QED dei quali è punteggiato il blog: e oggi sono, come vedremo, almeno tre), ma rischia anche di schiacciarmi sotto l'opprimente consapevolezza della mia, della nostra, impotenza. Il mood, insomma, è questo:


e vista retrospettivamente la storia non poteva che finire così. Quante volte vi ho parlato della sensazione inquietante, tetra, che provavo rientrando (in rare circostanze: convegni, firme da mettere in banca...) nella mia vecchia facoltà? Lì una volta era tutto marxismo, o almeno keynesismo. Il dipartimento di Caffè, sapete, quello con la "c" maiuscola, che io conobbi all'esame di Politica Economica, ma col quale non ho avuto la fortuna di studiare. Ecco: ma sarebbe stata una fortuna? Tutti i suoi allievi, senza nessuna eccezione nota, sono invasati dall'euro, il body snatcher, il baccellone che ha infettato la nostra comunità, e questo nonostante il fatto che, come sappiamo grazie a Quarantotto e ai suoi preparatissimi lettori, Caffè fosse lievemente scettico (diciamo così) rispetto al progetto "europeo". Vi ho descritto la mia ansia, il mio orrore nel vedermi venire incontro queste persone, le cui sembianze esteriori, al netto dell'urto del tempo, erano immutate, che potevo riconoscere e chiamare per nome, e che mi riconoscevano e rispondevano al mio saluto, e nel constatare che dentro di loro allignava un'altra forma di vita: letteralmente non erano più loro, la loro personalità, le loro facoltà intellettuali, erano totalmente annichilite dal virus mortale del cosiddetto "europeismo".

Io mi sono salvato forse perché allievo di un docente molto meno noto, molto meno "vocal" nel dibattito politico, ma molto più votato all'analisi dei dati. Mi venne riferito, a suo tempo, un simpatico contenzioso fra lui e il Maestro Caffè sull'opportunità di far arrivare un cavo coassiale (o simile dispositivo) dal centro di calcolo del primo piano all'empireo degli economisti al sesto piano. A quei tempi l'econometria, o chi la insegnava lì, veniva percepita come "de destra". Forse in base a questo motivo, mi si dice che il Maestro non voleva che i dati arrivassero al sesto piano. Questo non toglie nulla alla bontà delle sue argomentazioni, ma dovrebbe farvi capire la mia insofferenza verso i "santini" laici di ogni schieramento (dalla A di Altiero in giù): ogni persona porta in sé un pezzo di verità, e un pezzo di menzogna, e nessuno di noi vede alcuna altra persona nella sua interezza.

Questo, metodologicamente, conviene ricordarselo sempre...

Scusate se parto da qui, e da questi ricordi (magari un po' scomodi per qualcuno di voi). Mi servono per anticiparvi la conclusione di questo post: quanto è successo fra ieri e oggi non cambierà assolutamente niente. Nemmeno la SStoria può esorcizzare gli ultracorpi europeisti prendendo a schiaffoni, come ha fatto ieri, le povere salme che li ospitano. Chi è diventato un pezzo del problema non potrà diventare un pezzo della soluzione: l'europeismo è una malattia irreversibile. Non se ne guarisce, e non c'è vaccino (e se ci fosse non lo renderebbero certo obbligatorio). Per rendersene conto, basta sintetizzare quanto sta succedendo: le stesse persone che hanno teorizzato l'oppportunità di legare le nostre mani con l'euro (secondo la nota metafora di Giavazzi e Pagano), ora che ce le abbiamo legate ben strette dietro la schiena si stupiscono perché chiunque passa ci prende a schiaffi e sputi in faccia (guardate ad esempio il ministro Calenda che parla di dignità e orgoglio nazionale). Ma dico: avete voluto voi metterci in condizioni di subalternità, invocando cessioni di sovranità come unica soluzione politica alla crisi (there is no alternative), e ora che questa sovranità, totalmente ceduta in campo economico, non riusciamo ad applicarla, per difendere i nostri interessi, ve ne stupite?

Ecco: la situazione è chiara, ed è quella prefigurata qui da tempo. Le élite periferiche, come chiarisce tanto bene Featherstone e come ho dettagliato nei miei due libri, volevano l'euro per risolvere il conflitto distributivo a proprio vantaggio, cioè per schiacciare i salari (sappiamo che integrazione monetaria e disintegrazione dei sindacati sono andata avanti pari passu, sappiamo la logica economica che unisce questi due eventi, e sappiamo la logica politica di breve periodo che ha portato la sinistra a benedire questi sviluppi). Nella prima fase dell'euro ha quindi nettamente prevalso la dimensione economica, il tema della distribuzione funzionale del reddito: era capitale contro lavoro, e una cosa che aiuta il capitale a muoversi più agevolmente sul campo di battaglia ovviamente danneggia il lavoro. Ma ora siamo nella fase due, nella quale in tutta evidenza prende il sopravvento il tema del controllo internazionale delle risorse: diventa (anche) Francia contro Italia. Le nostre élite (gente come Calenda, per capirci) si vedono sottrarre le loro fonti di profitto e stanno per accorgersi che l'euro serve anche a schiacciare i loro redditi. Quando decidi di comportarti da élite, per la quale il popolo è un ostacolo, anziché da governante, per il quale il popolo è una risorsa, devi essere consapevole che da qualche parte, nel mondo, c'è sempre qualcuno che è più élite di te.

Smarrite, terrorizzate, wandering confused:


le nostre élite, che, ci tengo a precisare, noi non ci meritiamo e che largamente non abbiamo scelto (come è sufficientemente evidente a tutti), si rivolgono a quel popolo che, ormai, non può più aiutarle, perché sfibrato, reso esangue, dalle politiche omicide che le sullodate élite hanno condotto contro di lui (e quando parlo di popolo non parlo solo di tute blu: parlo anche di imprenditori, di professionisti, di artigiani, di dipendenti pubblici, ecc.).

Ridiventa così di moda l'interesse nazionale, non più demonizzato come "nazionalismo che causa le guerre" (certo, anche le cellule causano i tumori, ma questo non è un buon motivo per distruggerle suicidandosi...), ma valutato positivamente, ora che i nostri fratelli europei lo hanno sdoganato prendendoci a calci nel sedere...

Capitano quindi cose un po' paradossali, come quella su cui ironizzava l'ottimo @stat_wald:


Eh, già...

Perché i giornali di oggi riprendono tutti la chiave di lettura fornita dalla mia intervista di ieri al GR. Quanto ai giornali, vi consiglio, anziché andare in edicola a finanziare la loro poraccitudine, la rassegna stampa dell'ottimo Giuse, e quanto all'intervista, che gli amici della stampa evidentemente hanno sentito, vi fornisco il podcast (al minuto 2:50), e anche, a futura memoria, la trascrizione fatta da uno di voi, che ringrazio:


[...inizio trascrizione...]
GR3 - ...dietro la battaglia per il controllo dei cantieri navali francesi si nascondono gli enormi interessi economici legati anche alle commesse militari. Decine di miliardi di euro come il maxi contratto che si è aggiudicato Fincantieri lo scorso anno per la creazione dal nulla dell'intera marina per il Qatar. Ne parliamo con l'economista Alberto Bagnai.
Bagnai - Abbiamo visto la Francia e la Germania venire in Italia ad acquisire aziende, ma quando imprese italiane si rivolgono all'estero incontrano delle opposizioni. Questo ci fa capire che l'interesse nazionale esiste, significa avere il controllo di attività strategiche, significa proteggere i livelli occupazionali e la seconda cosa è che l'interesse nazionale si difende al livello nazionale. Noi stiamo parlando di governo italiano e governo francese, l'Europa dov'è in tutto questo?

GR3 - Perchè agli occhi della Francia i coreani sarebbero meglio degli italiani?
Bagnai -Probabilmente perchè sono più distanti e in questo momento la Francia sta facendo una politica neocoloniale, il caso della Libia ne è un esempio, a fronte di questo l'Italia è un avversario diretto, per cui io credo che anche a parità di validità economica dell'offerta ci sia un interesse politico del governo francese a, per così dire, mettere sotto l'Italia in queste circostanze.

GR3 - L'Italia è solo debole o ha anche sbagliato qualcosa?
Bagnai - Credo che una parte dell'errore sia stato quello di non voler riconoscere l'interesse nazionale come categoria degna di essere tutelata. Questo fa parte di una adesione al progetto europeo che gli italiani hanno dato, rispettandone anche le regole più degli altri: però dobbiamo renderci conto che alcuni dei nostri partners sono sleali.
[...fine trascrizione...]


Ormai la storia ha accelerato talmente tanto che i QED, e i risposizionamenti del mainstream, sono fulminei, a meno di 24 ore. Nell'elencarvi i tre QED di lungo corso, cui accenno nel titolo, vorrei riportarvi due frasi che si sono perse negli inevitabili tagli editoriali. Nota: non sto dicendo "tagli censura noi siamo laggente i poteri forti ci temono1!11!1111!". Tutt'altro. Le due frasi che mi piace consegnarvi, perché sono sufficientemente icastiche e organicamente legate ai QED, avevano una connotazione polemica che, in quel contesto, avrebbe reso meno efficace il mio messaggio, allungandolo e privandomi della veste di "tecnico imparziale": una figura che noi sappiamo essere chimerica, ma che, forse proprio per questo, è elemento strutturale del racconto fattoci dai media. Con l'occasione quindi ringrazio come sempre Anna Trebbi, che con Americo Mancini è una dei due giornalisti del Gr1 che mi contattano, e che fanno un ottimo lavoro.

 (...nota: vi giro anche i complimenti che mi fanno perché io "parlo a blocchi", rendendo facile il loro lavoro. Il fatto è che siccome sono un musicista musicale, le mie frasi hanno direzione - il fraseggio è un mio strumento di lavoro - e quindi diventa facile "editarle" senza che i necessari tagli redazionali siano apparenti. Farete caso che certe altre interviste, anche di persone "mainstream", sembrano il vestito di Arlecchino. Sono ovviamente tagliate anche loro - per cui non c'entra assolutamente nulla l'ideologia - e spesso si sente - per colpa di chi parla senza capo né coda, non solo dal punto di vista logico ma anche dal punto di vista prosodico...)

La prima fase era nella prima risposta, ed è questa: "abbiamo capito che il mercato unico è in realtà un mercato a senso unico. Noi abbiamo ceduto a capitalisti esteri molte nostre aziende, ma appena ci affacciamo sui mercati esteri incontriamo forti opposizioni". Eh già, è proprio così, e questa non è una novità, ma anzi il primo dei tre QED, il QED78, che ci rinvia a un post vecchio di quattro anni, e che meriterebbe di essere aggiornato, se il farlo non fosse troppo doloroso: Smoke sales. Il titolo alludeva a quegli economisti venditori di fumo che in un estremo tentativo di difendere l'euro "da sinistra" (per evitare di ammettere di aver difeso un sistema contrario agli interessi dei lavoratori) argomentavano che "in caso di uscita" la svalutazione avrebbe reso il prezzo delle nostre aziende più allettante per i capitalisti esteri, che ne avrebbero fatto incetta.

Vale qui il:

Teorema fondamentale dell'uscita dall'euro: tutto quello che un economista dilettante o ideologicamente condizionato dice che accadrebbe in caso di uscita dall'euro, è già accaduto, sta accadendo, o accadrà difendendo l'euro.

Lo dimostra quanto è accaduto fra ieri e oggi, ovvero, prima l'affronto su STX, e poi, a ruota, l'autorevole risposta del governo italiano:


sarcasticamente annunciata da un ottimo Guido Crosetto. Il QED78 altro non è che un corollario di questo teorema: mentre la spoliazione delle nostre aziende continua (ultima Telecom Italia, una realtà non trascurabile!), noi troviamo continui ostacoli all'estero, e anche questa non è una novità. Simone Previti ci ricordò, quattro anni fa, la vicenda di Enel e Suez (la relativa pagina di Wikipedia andrà evidentemente aggiornata).

Il primo QED quindi va a dimostrare un dato di fatto economico che da sempre abbiamo portato all'attenzione: ciò che rende aggredibili le aziende non è il loro "prezzo" tout court, eventualmente scontato dalla mitica svalutazzzzzzione (altrimenti quando l'euro si è svalutato del 30% rispetto al dollaro fra il 2014 e il 2015 tutte le aziende italiane sarebbero dovute passare in mano americana!), ma i rapporti di forza fra paesi, un pezzo dei quali è dato dalla prosperità economica. Se tralasciamo il caso di queste vicende fra colossi economici, e ci soffermiamo sull'immensa ricchezza costituita dai marchi del Made in Italy nella fascia delle piccole e medie imprese di ogni settore, vediamo che quanto spinge i proprietari a vendere obtorto collo è il fatto che a causa dell'euro i loro fatturati e i loro margini si sono compressi, per cui l'arrivo del fondo del Qatar o cinese che ti propone di rilevare l'azienda viene visto come la fine di un'agonia. Inutile dire che così occupazione e know how vanno dispersi e distrutti. Ma il punto è semplice: se una moneta sopravvalutata soffoca la crescita dei redditi, come affermano e dimostrano economisti certo meno autorevoli (!) di certi nostri Soloni nostrani, chi questi redditi li percepisce come profitti alla fine è tentato di vendere tutto e andarsene.

La seconda frase era nella terza risposta, che continuava così: "...dobbiamo renderci conto che alcuni dei nostri partners sono sleali, e concepiscono l'Europa non come una Unione, ma come un'autostrada per i loro interessi". Anche questo è sostanzialmente un QED, il QED79, di un altro post, quello sulle Sinistre Subalterne (le SS che stanno facendo strage dei nostri resistenti: imprenditori e lavoratori). Vi parlavo, guarda caso, del calendismo, la strana ideologia della sinistra di governo che vuole cambiare le regole rispettandole, ignorando il più ovvio principio negoziale, consegnato all'eternità dalla saggezza popolare: chi si fa pecora il lupo se lo mangia. Inutile che Calenda piagnucoli oggi di orgoglio e dignità nazionale. Non è credibile perché lui per primo ha calpestato questo orgoglio e irrimediabilmente vulnerato la nostra dignità affermando che il nostro paese dovesse rispettare regole irrazionali per meritare l'altrui fiducia. In questo modo, senza rendersene conto, ha dato dei cialtroni a 60 milioni di suoi concittadini, trattandoli come tarati che sono costretti perennemente a dimostrare, a costo di immani e soprattutto irrazionali sacrifici (i salvataggi che non ci salvano), di avere pari dignità. Ma se i nostri stessi governanti ci dicono che dobbiamo punire noi stessi per dimostrare di averla, questa pari dignità, ciò indica chiaramente che i primi a non crederci, in questa pari dignità, sono loro (o comunque indica che stanno continuando il loro giochetto di usare un ricatto morale insensato per portare avanti politiche classiste).

Ora, qualcuno dei nostri gazzettieri sta parlando di questo? Qualcuno vi ha detto che Politico.eu, organo dell'ortodossia eurista, parla apertamente di Germania disonesta, cosa che qui facciano, argomentando molto meglio, da anni?

Perché quello che i nostri Calenda non sanno, o non vogliono sapere, è che la violazione da parte della Germania della regole del 3%, ben prima dell'Italia, è stata una colossale violazione delle regole sulla concorrenza, un colossale sussidio dato all'industria tedesca sotto forma di spesa pubblica sociale, che ha consentito a questa industria di abbattere il costo del lavoro fottendo tutti i partner europei (Francia inclusa). Queste sono le famose "riforme" la cui omissione da parte nostra costituirebbe, nella mitopoiesi piddina, il fondamento della nostra inferiorità morale.

I nostri governanti, cioè, ci dicono che siamo creature inferiori (salvo poi contare sulla nostra solidarietà quando rientrano in patria tramortiti dagli schiaffoni) perché il nostro paese non ha aggredito slealmente i propri partner facendo dumping sociale: quel dumping il cui ruolo nella genesi della crisi è ormai ammesso perfino dai consiglieri della Merkel (da due anni)!

Ecco. Io non credo che sia solo per cattiveria. Credo, e anzi so, e con qualche prova in più di Pasolini, che ci sia molta ignoranza nella subalternità psicologica dei nostri governanti. So che è (in parte anche) perché non capiscono nulla di economia, non hanno accesso ad analisi spassionate e tecnicamente valide (conoscete la corte dei miracoli che li circonda), che loro ritengono di dover partire dal presupposto negozialmente perdente della nostra (e quindi loro) inferiorità.

Ovviamente, questo ci riduce nella condizione in cui siamo: quella in cui sono persone di estrema destra a dire cose di estremo buonsenso:



(...p.s.: la BNL non c'è più, è BNP da tempo, ma non escludo che l'errore sia intenzionale, volto a ricordare due concetti che il precedente nome dell'istituto affiancava e che le sinistre subalterne hanno umiliato di pari passo: nazione e lavoro. Tralascio anche di valutare le technicalities di una "uscita immediata": il punto qui non è tecnico ma politico, e sul punto politico ha ragione Di Stefano - e presto il PD dovrà rincorrerlo su questo tema, anzi: lo sta già facendo. C'era ampio margine per evitare che la verità diventasse monopolio di una parte politica, e io ho fatto il possibile...).

Questo è il fallimento dell'altra sinistra, la sinistra "maiconista", quella che ha demonizzato l'interesse nazionale senza capire che, per un mero fatto aritmetico, fare l'interesse di un paese (se ci si riesce) è per definizione fare l'interesse della maggioranza dei suoi abitanti, che, mai come oggi, dopo quarant'anni di globalizzazione finanziaria, sono i più poveri e i meno tutelati.

Sinistra "calendista" e sinistra "maiconista" non si solleveranno dal peso storico di questa colpa. Sapete tutto: non torno su questo discorso. La loro unica possibilità per ritardare il loro sfacelo, inevitabile e ormai, ahimè, auspicabile, è ricorrere alla censura, come sapete. Non a caso oggi sono "sciadobannato" su Twitter: ho toccato la terza carica dello Stato, e la reazione non si è fatta attendere (ci ho riso sopra, considerando che mentre me ne accorgevo il cellulare squillava per l'intervista al Gr1). Fatele, cari, fatele le leggi liberticide: qualcuno sarà lieto di applicarle quando ve ne sarete andati! Fosse la prima volta che questi Paperoga della politica scavano il trabocchetto nel quale poi finiscono! Ma anche questo l'ho già detto, inutile tornarci sopra.

E veniamo al terzo QED, il QED80, anch'esso legato a una frase incidentalmente tagliata dall'intervista. Sempre nel terzo blocco, parlando della nostra adesione al progetto europeo, chiedevo: "dov'è l'Europa in tutto questo?". Insomma, ponevo la domanda (superflua) la cui risposta è stata plasticamente rappresentata da @stat_wald alludendo alla terza sconfitta italiana nel giro di due giorni:


L'Europa non ha fatto nulla, cioè nulla, per evitare che il mercato fosse a senso unico. Non l'ha mai fatto, del resto. Sappiamo che non solo la Francia, ma anche la Germania, e non da ieri, ha adottato un atteggiamento protezionista. Loro possono e noi no. Perché? Perché abbiamo aderito all'idea sbagliata che l'Europa fosse il forum cui affidare la mediazione dei nostri interessi nazionali. La Caporetto di questi ultimi due giorni è quindi l'ultimo QED, il QED80, quello del post Interesse nazionale e mediazione politica: dicevo, in quel post, che gli interessi nazionali si difendono a livello nazionale, e questo per motivi contingenti e strutturali. Non è solo una raccomandazione: è anche, come credo vediate, un dato di fatto. I due leader europei, uno dai piedi di argilla e con l'atomica (e non è buona cosa che un simile giocattolo ce l'abbia in mano un paese traballante), l'altro strutturalmente più forte, ma fragilizzato dal proprio desiderio assurdo di egemonia (quello sì responsabile di guerre...), non hanno mai rinunciato a ragionare in termini di loro interessi nazionali.

Noi sì.

Anche questo ci ha portato alla sconfitta. Abbiamo messo il fiore dell'europeismo (la cannabis di Spinelli) nei nostri cannoni, e simpaticamente strafatti di questa droga pesante siamo andati incontro a un nemico lucido, che, senza tema di apparire retrogrado, le proprie armi le aveva caricate a piombo.

Il risultato è ora sotto gli occhi di tutti.

Cambierà qualcosa?

Ripeto: non credo. I danni fatti da questa ideologia disfunzionale, da decenni (anzi: secoli) di disprezzo dei nostri governanti verso di noi (fomentati da una stampa spesso asservita a interessi esteri), non si riparano facilmente. Dovrà andare molto peggio, prima che possa andare meglio, e se leggete bene questo post capite chiaramente cosa intendo. Il capitale italiano è lui stesso ormai convinto che la sospensione della democrazia sia auspicabile. Voi state (tutti) banalizzando la storia della censura come sette anni fa banalizzavate quella dell'euro. Vi dovrete ricredere, e in questo humus non potrà esserci che un vincitore.

Non sarà l'Italia.

Dixi.

Si apra la discussione, una discussione più che mai sul nulla: le cose stanno così e andranno così. L'unica cosa che ha senso discutere è cosa fare dopo. Ma io ora vado in spiaggia a scrivere un paper per una rivista di classe A. Sto cercando lavoro...




(...ah, naturalmente voi che siete europei, non europeisti, avrete capito che il titolo allude a queste due giornate. Presto qui arriveranno europeisti, quindi dobbiamo essere pronti a venirgli incontro fornendo loro ciò che loro sommamente manca: #lebbasi della cultura europea. Se le avessero, amerebbero questo lembo di terra e si rifiuterebbero di consegnarlo a un progetto classista oltre i limiti del criminale...)

88 commenti:

  1. Il fronte socialista europeo non esiste, qualcuno lo sa da anni, altri lo scoprono stamani. La sinistra (?) resta sull'Aventino (ideologico) del "più Europa". L'epilogo, ahimè, lo si conosce.

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  2. Bellissimo post.
    Giornata molto, molto triste, prof. Molto, molto, molto triste. Del resto Cassandra aveva ragione, e come le è andata a finire? Lasciamo perdere.
    Sinceramente, mi verrebbe voglia di non occuparmi più di niente, ritirarmi nella mia baita di sasso (praticamente inespugnabile) e finire i miei giorni a osservare il vento che muove le foglie degli alberi. Un abbraccio.

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  3. "Le elites che... non ci meritiamo e ...non abbiamo scelto.". Ecco, perchè il ceto politico italiano
    da decenni svende il proprio paese agli interessi sovranazionali?
    Si possono indicare come "ragioni" il tradimento, ignoranza, interesse personale. Il tradimento poi innesca una catena
    di tradimenti.
    Ma forse, in Italia , c'e' dell'altro.
    Dai tempi di Aldo Moro l'Italia, con il suo sviluppo industriale e sociale, è vista come concorrente o attore geopolitico
    pericoloso da Germania-Francia e Usa.
    Le strategie di tensione (interna ed esterna) hanno impaurito, corrotto e piegato il ceto politico italiano. Il liberismo nelle
    sue forme mascherate "culturali" e massmediatiche ha invece "conquistato" le masse.
    Qui penso che bisogna ricorrere, per continuare una analisi "radicale", ad Emanuele Severino.
    In sintesi, Severino ci spiega come la Tecnoscienza domini ormai il pianeta, compresi i vecchi "Apparati" che credono illusoriamente di
    usarla per i propri scopi. Gli apparati , i vecchi, sono: Stato, Democrazia, Totalitarismo, Socialismo, Chiesa, Capitalismo....
    La tecnoscienza ha come scopo l'incremento illimitato della propria capacità di raggiungere scopi.
    Ai vecchi apparati si sostituiscono i nuovi : poteri multinazionali e governance sovranazionali a-democratiche che si mettono al servizio
    dello scopo della tecnoscienza e ne ricavano per riflesso incrementato potere.
    I ceti politici locali e nazionali non sanno contrastare questi nuovi apparati e fanno la scelta di "CERCARVI RIPARO".
    In Italia questo processo ha assunto le forme di un "Tutti a casa".
    Un simbolo di questo , in Italia, i tentativi di stravolgere la Costituzione: La Costituzione rappresenta il "vecchio apparato" e la si può
    buttare a mare, non è più "RIPARO" (su parola "riparo" vedi Severino).
    L'Euro, la UE, le Banche Centrali Indipendenti...sono nuovi apparati.
    Non riguarda solo l'Italia, ma anche la Francia, la Germania,...Questi ultimi apparentemente fanno gli interessi nazionali.
    Sono solo sfumature.
    Ricordiamo "Anschluss" e Hartz in Germania, i problemi socioeconomici e gli incendi in Francia, l'astensionismo,etc.
    In Italia poi, cercano così tanto il Riparo all'estero che ne ricevono schiaffoni, che cercano poi di restituire all'interno (censura).
    Anche il decreto vaccini testimonia la rinuncia, da parte dello Stato democratico, al controllo del "nuovo apparato sanitario".
    Posso suggerire di leggere Severino. Per brevità, sui temi qui ricordati, lo si può ascoltare su Youtube cercando "Severino terza guerra mondiale".


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  4. Scusate l'ignoranza seguo il blog da anni ormai ma mi deve essere sfuggito il significato dell'acronimo QED... qualcuno (possibilmente senza insultarmi) potrebbe aiutarmi a capire? grazie

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    1. Non capisco se sei ironico (siamo al QED 80), ma comunque "Quod Erat Demonstrandum" (in latino), in italiano "Come Volevasi Dimostrare"
      https://it.wikipedia.org/wiki/Come_volevasi_dimostrare

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    2. Quod Erat Demonstrandum....Come Volevasi Dimostrare.

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  5. Qualche giorno addietro fatto una donazione ad a/simmetrie.Più di questo io non posso.Aspettiamo la SStoria.

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  6. Direi che il post è quanto di più esaustivo possibile, non serve aggiungere altro, se non qualche parola che serva unicamente come valvola di sfogo. È incredibile come questo Paese abbia una storia costellata di umiliazioni da cui non riesce mai a venire fuori con uno scatto d'orgoglio, ed è uno dei motivi per cui lo amo alla follia ma lo odio con lo stesso fervore; per dirne una, qualche giorno fa ho sentito un commentatore (di cui non ricordo il nome) dire che la Francia sbaglia a nazionalizzare STX perché "rinuncia ad un polo EUROPEO della cantieristica", non capendo che NESSUNO in Francia (e non solo) ha mai auspicato una cosa simile, cioè creare un qualcosa che abbia le dannate stelline euriste sopra anziché la propria bandiera nazionale. Persino i Paesi dell'Est Europa (come il gruppo di Visegrad), alcuni dei quali fino a ieri nemmeno esistevano, usano le istituzioni europee per perseguire i propri interessi, e difendono con i denti la propria sudata e recente sovranità; per dirla alla Von Clausewitz, l'UE è la prosecuzione della politica nazionale con altri mezzi. Tutto quello che sta accadendo era stato già ampiamente previsto, e in un certo senso lo avevo anche somatizzato, ma vederlo manifestarsi sotto i miei occhi mi fa comunque una certa impressione.

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    1. Se posso permettermi, credo che i Paesi dell'est Europa ricordino benissimo cosa significhi il tradimento e l'essere governati in nome di interessi esteri (URSS).

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  7. Innanzitutto la buona educazione: gentile professor Bagnai, cari lettori di Goofynomics, ho 54 anni, insegno filosofia e storia in un Liceo Scientifico di Roma, ho pubblicato anni fa sulla filosofia contemporanea, con particolare riferimento al tema della temporalità, alcuni libri; seguo con voracità questo blog, fino all'ultimo commento; ho effettuato poco tempo fa una donazione ad a/simmetrie (purtroppo commisurata alle mie per ora non floride condizioni economiche); destinerò immancabilmente alla fondazione il mio prossimo cinque per mille.

    Tra le mille cose che premono nella mia mente, propongo per ora solo queste osservazioni: c'è una logica profonda nello "slittamento", - ed anzi nell'ESPANSIONE di questo blog verso una dimensione politica: perché uno dei suoi meriti - e non dei minori - è stato fin da principio di far sospettare a sempre più persone che l'economia, nel frangente che viviamo, è come il bandolo d'una enorme matassa, pesante e aggrovigliata...
    Questa matassa, sia detto senza alcun compiacimento retorico, custodisce nelle sue spire il destino dell'uomo quale l'abbiamo conosciuto finora!
    Oltre che associarmi alla gratitudine che già in tantissimi le manifestano, gentile professore, quasi sfrontatamente le dico: pur in questa fase di comprensibile "scoramento operativo", confido e credo che non potrà venir meno ciò che comunque è alla radice di questa impresa, e la alimenta: il suo impegno di pensiero... Tanto meno a misura che, come vediamo, le prospettive interpretative che essa ha contribuito a schiudere si fanno sempre più ampie e PROFONDE.
    Chissà, professore, se lei può misurare a quante persone che amano riflettere sta infondendo un'energia fin lì INSPERATA...
    Un caro saluto a tutti, a presto
    Guido Bruni

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  8. Risposte
    1. No. Preparati una via di fuga e combatti. Non è detto che debba andare male.

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  9. Professore, mi permetta di dissentire. Non condivido la sua affermazione sull'irreversibilità dell'essere europeisti, perlomeno non credo si possa applicare al 100% delle persone affette dal morbo. Pensi che io ero un seguace del Dott. Giannino. Poi ho scoperto questo blog ed ho letto i suoi libri. Si è trattato di una doccia gelata, di un schiaffione simile a quelli che le mamme di una volta davano ai figli per far loro comprendere gli errori. Fanno male, ma servono a crescere.
    Naturalmente chi è pagato (direttamente o indirettamente per interessi di carriera) per essere europeista continuerà ad esserlo.

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    1. Giannino ha notoriamente due lauree, dovevi scrivere Dott. Dott. Giannino.

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    2. Giannino non è laureato e quindi non è dottore.

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    3. Ma non aveva (ipse dixit...) un PhD in economia alla Chicago University? C'e' andato qualche anno dopo essersi messo in mostra allo Zecchino d'oro (ipse dixit). E' anche lui appassionato di musica ed economia. Solo che lui e' eurista.

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    4. E, detto senza piaggeria tanto è evidente, tra il Dott. Dott. e il Prof, qualche differenza c'è...

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    5. concordo con Davide, io non sono arrivato a tanto, però ero piddino ;-)

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  10. Pur essendo consapevole da tempo di come sarebbe andata a finire la cosa - haimè risvegliato da questo blog dopo anni di ottusa piddinitudine - ora che siamo "alla fine dell'inizio" per dirla alla Churcill, mi girano ugualmente le sfere vorticosamente.

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  11. guardi sarebbe ottimistico pensare che i politici come il ministro calenda abbiano capito solo ora , per me hanno capito da molto , non possono essere così stolti , mentre possono essere quello che sono veramente e non aggiungo epiteti . Se fossimo nel medioevo , potrebbero definirsi adoratori del maligno ... ma ora sono solo adoratori dell'€ che tra corna ecc. un po di maligno ce l'ha .
    ps.
    e schiava di roma iddio la creò, chi prende roma ha l'italia come sua schiava .

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  12. L'aria che si respira in giro fa pensare ad un popolo italiano se non favorevole almeno non contrario ad una svolta autoritaria, addirittura un sondaggio (non particolarmente scientifico in vero) arriva a contare una maggioranza di favorevoli (o non contrari) ad un golpe militare.
    Un governo così palesemente debole e inetto come l'attuale, ominicchi e quaquaraquà a capo delle principali istituzioni repubblicane, per di più istituzioni completamente delegittimate a causa del non voler prendere atto, da parte delle elité, della decisone della Consulta circa la legge elettorale; queste sono cose che, agli occhi di chi non trova risposte alle personali gravi problematiche in primo luogo economiche, rendono la democrazia un inutile orpello, una macchina che sembra non poter funzionare. Il clima di sfiducia generato da anni e anni di recessione, dal fatto che in quasi ogni famiglia c'è ormai qualcuno che ha perso il lavoro o dovuto accettare umilianti passi indietro nella retribuzione o nel ruolo, questo è un altro elemento che non gioca a favore di una soluzione democratica. E una soluzione democratica non ci sarà. Spero di sbagliarmi (e sotto sotto forse non lo spero neanche troppo e questo è gravissimo).

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    1. Secondo me la percentuale di italiani favorevoli al manganello viaggia intorno al 40%, secondo un autorevole carotaggio del dicembre scorso.

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    2. Mi permetto di intervenire (ed ovviamente il padrone di casa può non pubblicare). Già da grosso modo sei anni si evoca da più parti un Golpe militare. Iniziò il compagno Asor Rosa nel lontano 2011 ad invocare l’intervento dei Carabinieri contro Berluskone traviator di implumi fimmine. Lo si evoca il golpe ovviamente alcuni con terrore (e qui mi colloco, penso insieme a te) altri con speranza (su twitter ne vedo quotidianamente tanti, che probabilmente alla fine ne sarebbero le prime vittime). Poi nel 2013 ho avuto la fortuna di leggere su Limes (da pronunciarsi rigorosamente anglicizzando “laims”) un intervento del Generale Mini che, rispondendo alla domanda “perché i militari non fanno un Golpe?”, sostanzialmente affermava che la soppressione della leva obbligatoria e la “professionalizzazione” dell’Esercito rendeva impossibile alla struttura esistente di attuarne uno. Per difetto di ideali e di materiale umano. Il che, peraltro, non escludeva che altre Forze dell’Ordine (ripeto la definizione: Forze dell’Ordine) non ne avessero già attuato un altro. Nel 2014 infatti il medesimo Generale Mini rincarò la dose in un libretto: “I Guardiani del Potere. Eunuchi, templari, carabinieri e altri corpi scelti”. Ecco molto spesso si sottovaluta un dato di fatto che dovrebbe essere invero sotto gli occhi di tutti: il virus dell’europeismo (che più modestamente mi limito a definire ferrea alleanza tra capitale estero ed apparati interni) è così largamente diffuso che rende (per ora) inutile un golpe in stile cileno. Del resto basta scorrere la recente cronaca giudiziaria (le inchieste hanno alla base le informative di polizia giudiziaria) per avvedersi di quella ferrea alleanza (dal caso Mafia Capitale – che ovviamente non era mafia – ai furbetti del cartellino in ogni ente locale, alle infermiere killer nella sanità pubblica – assolte per insussistenza del fatto alcune subito, altre in appello ecc.). In sintesi, il Golpe è in atto da mo. E se in futuro si farà ricorso alla modalità cilena, non sarà di certo per tutelare l’interesse nazionale, ma per stroncare chi si ostina a ricordarlo; cioè per attuare casa per casa gli ukase della terza carica dello Stato (autentico "zampirone" capace di tenere lontane le masse popolari da ogni reale progetto di nuova aggregazione a sinistra… Marchese Fulvio Abbate dixit).

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  13. Per lanciare le privatizzazioni nei primi anni novanta si disse che tanto c'era la 'golden share' a proteggere gli interessi strategici nazionali (nei settori chiave difesa, energia, comunicazioni, trasporti).

    Poi per obbedire a Leuropa si ripiego' su una piu' blanda 'golden power'.

    Poi i ministri succedutisi da Monti in poi (e lo stesso Calenda) fecero in modo, con opportune tattiche dilatorie (tanto gli interessi strategici nazionali mica erano i loro), di far sparire nei fatti il prefisso 'golden' (ed e' infatti rimasto solo lo 'share power' degli IDE nudo e crudo).

    Per chi voglia soffrire ancora di piu':

    https://www.slideshare.net/telosaes/dalla-golden-share-alla-golden-power-telos-aes

    "«Non ci dobbiamo dimenticare che sempre di più anche nei settori tradizionali conterà l’innovazione tecnologica» ha detto Calenda. Attendiamo dunque una revisione della golden power per capire quali saranno gli interventi consentiti e quali no, nel rispetto delle libertà UE di stabilimento e della circolazione dei capitali."

    E mentre i Governi Leuropeisti (e Calenda stesso) attendevano - ed ancora attendono - di "capire" (uno che vuole veramente capire non si mette a governare, studia se mai, chi sta al governo deve solo fare scelte politiche, e se non le fa, danneggiando per di piu' gli interessi nazionali, e' solo perche' e' colluso con potentati stranieri) il capitale straniero fa carne di porco del residuo tessuto industriale italiano.

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  14. Ho sottovalutato per ignoranza l'euro, ma non sottovaluterò la Boldrini, non fosse perché manca l'ignoranza.
    Dovendo, però, purgare 22 anni di l€uropeismo, mi pongo al ludibrio e chiedo: Maria de' Medici sarebbe Calenda e Richelieu l'interesse nazionale (mai feticcio fu più adeguato)?

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  15. Egregio Professore,
    "Non è detto che debba andare male." Certo, al peggio non c'è mai limite ma se si esclude l'impiego materiale delle armi da fuoco (o un'invasione con i carri armati e i bombardieri), possiamo veramente pensare che possa andare peggio di così?
    Lei, forse, mi dirà che la Democrazia ci offre lo strumento per invertire questa deriva, con il voto. Eppure, in tempi recentissimi, ci è stato impedito di esercitare questo diritto e il nostro Parlamento è occupato da abusivi. Arroccati e aggrappati come zecche senza spina dorsale!
    Ecco, il mio pessimismo cosmico nasce da qui: dal non riuscire a vedere un barlume di luce in fondo a questo tunnel di disperazione in cui ci hanno spinto, col sorriso sulle labbra, dicendoci che era per il nostro bene.

    Grazie sempre e comunque per tutto,
    Roberto Rizzardo

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  16. In effetti c'è poco da aggiungere.
    A parte il ribadire che se si fosse comportata così MLP avremmo assistito a girotondi, manifestazioni e proteste davanti all'ambasciata francese per giorni e giorni .
    Invece mi è toccato sentire un ministro della Repubblica ( Orlando, ndr) che in TV, sommessamente , sparlava di " maggior integrazione europea mai come ora indispensabile".
    Non ci voglionooo.
    Per fidanzarsi con qualcuno bisogna essere in due!
    Sembra di essere tornati alle medie, quando i maschietti di tutta la scuola erano innamorati della belloccia di turno: tutti a rincorrerla portando la cartella, offrendole la merenda, passarle i compiti, aiutarla il più possibile nella speranza che te la... niente, a nessuno... con conseguente frustrazione generale: proprio come ora...

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    1. E' un riflesso pavloviano. Problema -> Più Europa.

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  17. Prof,
    il problema non è solo "cosa fare dopo" ma anche "chi farà le cose dopo?". Le persone di estrema destra che dicono cose di estremo buonsenso sono attrezzate?


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    1. Si pone la questione personale dei traditori...

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    3. Nell'era del Maccartismo de sinistra non poteva che esserci il "black-bating".

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    4. Secondo Lei sará difficile trovare delle persone flessibili che sanno adeguarsi alla situazione del momento? Si ricordi che dopo la fine del fascismo tutti furono partigiani....

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    5. Per Rag. Christian:

      Non per nulla Yanez si sta già portando avanti con il lavoro e lo fa con tecnica piddina: innalzare se stesso denigrando qualcun altro.
      I piddini non hanno buonsenso ma sono attrezzatissimi.

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  18. Te lo dico Prof.te lo dico io,che mi chiamo come Te,che leggo sempre e condivido da un anno,anche se non commento quasi mai.Io che da piccolo imprenditore del nulla,(perche' nulla sono diventato dal 2012 e l'ho capito da Giugno 2016 il motivo,leggendo Te,Orizzonte48.Il Pedante).Io appassionato di Storia che rileggo stamattina della scellerata III°Guerra d'Indipendenza del 1866 (vinta solo grazie all'Alleanza Prussiana) con le parole della disfatta di Custoza per l'ennesima volta responsabilita' Totale delle elite di Comando che scaricano sui soldati (o sul Popolo) le loro negligenze,la loro inettitudine,la loro arroganza e salvano la 'ghirba'.Sempre.
    Come a Caporetto,come i Savoia in fuga nel 1943,come un intero ceto di politici,economisti e giornalisti in questa tremenda giornata del 2017 in cui Noi,illuminati da Voi,vediamo lo smantellamento di un Sistema economico,la derisione di uno Stato-fantoccio che ingenuamente credeva nel Sogno Europeo,,l'umiliazione di un Popolo ridotto a parco-buoi di Consumo per merci e servizi franco-tedesche.Giuro che sto piangendo di rabbia.Di Rabbia pura.

    "Le motivazioni dell'insuccesso sono da ricercarsi nella scarsa organizzazione dei comandi dell'esercito italiano, al quale, nonostante la superiorità numerica e la conquista di importanti teste di ponte, fu ordinato di ripiegare a causa dell'incomprensione e delle rivalità fra i comandanti Enrico Cialdini e Alfonso La Marmora, cui contribuirono la conoscenza approssimativa o del tutto nulla dei movimenti delle truppe nemiche sul territorio. Sebbene gli italiani non avessero perso più di 600 uomini (mentre gli austriaci ebbero il doppio delle perdite) La Marmora perse la testa e dette, ingiustificatamente in quanto le sue truppe erano quasi del tutto intatte e il morale fosse ancora alto, l'ordine di ritirata ingigantendo nei suoi dispacci la sconfitta, definendola disastrosa e impedendo perciò a Vittorio Emanuele II, che voleva contrattaccare sul fianco destro, di raccogliere abbastanza reparti per l'attacco e lasciandogli solo truppe sufficienti per fare quadrato intorno al Principe Ereditario. Le truppe quindi sbandarono e la ritirata si trasformò, colpa anche di Enrico Cialdini che per le solite rivalità rifiutò di portare appoggio tattico, in una rotta che permise agli austriaci di avanzare senza quasi incontrare resistenza. La battaglia si risolse quindi in scontri fra reparti isolati.

    Dopo il disastroso scontro con le truppe asburgiche e la disordinata ritirata che ne seguì, nonostante entrambi i generali delle due armate italiane dovessero ritenersi parimenti responsabili della disfatta, il comando di fatto passò dal generale La Marmora, Capo di Stato Maggiore al generale Enrico Cialdini, che aveva già diretto l'assedio di Gaeta, responsabile della seconda armata schierata a sud del Po verso Mantova e Rovigo. Di fatto, il giorno 24 giugno, invece di intervenire in appoggio alle truppe sul fiume Mincio il generale Cialdini abbandonò il campo per ripiegare in salvo a Modena."

    Esemplari metafore multiple.

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  19. Nulla da aggiungere, solo l'amara constatazione del tradimento messo in atto dalla politica, quando il basista è il fiduciario il danno è irreparabile.

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  20. Nonostante quello che lei crede, e che mi ha comunicato, la considero quanto di meglio a livello politico ha il nostro paese.
    Questo non toglie che possa anche mandarla a cagare (cacare - Celso docet) se servisse a qualcosa.

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  21. Alle elite non era necessario sapere di Economia . Bastava che si ricordassero la capocciata di Zidane a Materazzi nei mondiali 2006 .

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  22. E i peggiori, i merdia, non mollano. I francesi "non si fidano" ed ecco i buoni motivi.
    Può solo finire male e ce ne sarà per tutti, noi e anche loro.
    Ansia, disagio, una leggera nausea. Ma si può solo cercare di tenere i nervi a posto.

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  23. Forse la SStoria non è maestra di vita , però è sicuramente maestra di humour . Pensate se quello che ha fatto il LIBERISTA Macron lo avesse fatto il "FASCISTA " FN lepenniano !!!

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  24. Prima lo sforamento sistematico dei parametri di maastricht, ora la nazionalizzazione in spregio alle norme europee sulla concorrenza: mi pare evidente che la credibilità logora chi ce l' ha, ovvero l' Italia.

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  25. Quello che più mi addolora è che "dovrà andare molto peggio, prima che possa andare meglio" è già formalmente un QED. Non oso immaginare...

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  26. Se gli acquirenti dei cantieri di Saint-Nazaire erano tedeschi od olandesi anziché italiani, Macron gli avrebbe detto si? A breve ci toccherà il QED 81 ovvero: il problema non è tanto l’interesse nazionale ma è il fatto che gli italiani esistono. Al momento bisogna allearsi con tedeschi ed olandesi per far fuori gli italiani. Fatti fuori gli italiani si potranno formare nuove alleanze per cancellare altri popoli europei. Eliminazione dopo eliminazione, resteranno soltanto francesi e tedeschi per lo scontro finale.

    Il post mi ha ricordato un brano che studiai quando andavo all'università: la storia dei tre naufraghi.

    Tre persone naufragano su un'isola deserta: uno grosso, uno medio ed uno piccolo. Le provviste presto finiscono e i due naufraghi più grossi progettano di mangiare il più piccolo. Per riuscire nel loro intento, i due più grossi avviano una propaganda (europeismo) per convincere il piccolo che il suo sacrificio è per il bene comune (Leuropa), affermando che il grosso ed il medio hanno maggiori possibilità di sopravvivenza, mentre il naufrago piccolo sarebbe comunque morto di fame prima di loro essendo di struttura fisica più fragile (untermensch). Alla fine il piccolo si convince a compiere il nobile gesto e diventa strenuo sostenitore della propaganda avviata dai suoi aguzzini. Il piccolo si immedesima nel ruolo di eroe, del paladino che con il suo sacrificio avrebbe salvato la società.

    Il grosso, trovandosi a passeggiare lungo la spiaggia, trova una latta di piselli spinta dalla marea, la raccoglie e pensa fra sé: “e adesso cosa faccio? Se la mostro agli altri potrei deludere il piccolo, era così contento di compiere il nobile gesto!”. Il grosso scaglia quindi la latta di piselli verso il mare e poi va a sacrificare il piccolo assieme al medio.

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  27. Oggi siamo in pieno periodo fascista. Per fascismo intendo la reazione del capitale alle "eccessive" rivendicazioni del lavoro. Negli anni 30 abbiamo avuto la forma "mussoliniana" con la violenza esplicita delle squadracce, oggi abbiamo la forma "eurista" con violenze meno esplicite ma sempre violenze. La storia si ripete. A volte il capitale si comporta come quello che si tagliò l'uccello per fare un dispetto alla moglie (lavoro)

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  28. Riesco già a sentire il rumore degli stivali tedeschi che marciano nuovamente sulla nostra terra e su quella dei nostri fratelli greci mentre il nostro esercito e la nostra polizia vengono completamente privatizzati o meglio inglobati.

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  29. Risposte
    1. Visto il video. Poco prima della conclusione c'è pure un pugno battuto sul tavolo?

      Che vogliamo di più?

      E sicuro sicuro, alla fine del pasto, cioè dopo la frutta a cui siamo arrivati e che molti già da tempo non possono più permettersi, come "molto altro" - espressione cone "molte altre" divenutami odiosa - ci aspetta perfino l'AMARO.

      Passatemi la metafora scema anche se fondata, questi giorni non sono per me dei migliori.

      E, please, non dimenticate l'unione chiamata CECA: manca solo una I, ma sappiamo che l'inconscio può condizionare il linguaggio e che i giochi di parole, come anche i lapsus, hanno significato nella singola lingua con cui sono prodotti.
      Appunto. Più chiaro di così...

      P.S. Allora non avevo capito niente anche perche non c'ero.
      Tranquilli, non avevo capito niente anche quando c'ero :-)

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  30. Grazie Prof,lo sa,aspettavo questo post,mi dicevo adesso lo scrive,CARICA L'OBICE.....mi sento combattuto,amo questo Paese,con tutti i suoi difetti,ho una rabbia dentro,Lo vedo che sprofonda sempre più,CALPESTATO,COME UNA COLONIA, UN PROTETTORATO;Governanti che ci svendono,CHE BELLI GLI IDE SENZA MISURA SENZA CONTROLLO,WOW!! siamo attrattivi,strano la Germania non la pensa così,neanche Napoleone Macròn.In nome de LEuropa,di questo progetto senza senso ci stanno ANNIENTANDO,PROVO RABBIA E TRISTEZZA INSIEME.LEuropa ci protegge,Il DVIDENDO DELL'EURO!!! MA non mollo, non dobbiamo!! Sa Prof spesso nelle discussioni tra amici,ahimè,qualche piddino c'è,CARINO E COCCOLOSO,ANCHE SE è SEMPRE PIù DIFFICILE, SUGGERISCO: SENTI,IL TUO CERVELLO DALLE TENEBRE EURISTE,VAI SU GOOFYNOMICS E STUDIA!!! CARINO E COCCOLOSO.Grazie Prof.Buona serata a tutti.

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  31. L'Interesse nazionale non è difeso neppure i grandi campioni nazionali come Telecom, ENI, FCA e alii , oramai da tempo. Questa scelta europeista e internazionalista é stata una vittoria tattica, perché ha scaricato i costi indiretti e collaterali sulla fiscalità generale - ad esempio trasferimento all'estero di persone altamente istrukte e qualificate in cambio di libera accoglienza di immigrati non qualificati e bisognosi di assistenza e formazione, spesso provenienti da paesi dove vi sono investimenti dei campioni nazionali. Questo baratto rappresenta un pesante fardello per un stato reso minimo dall'euro e impoverito dall'espatrio di profitti e salari prima nazionali. Tutto ciò sta rivelando però una sconfitta strategica di immani proporzioni anche per le grandi aziende globali, nazionali ma orfane di una Nazione. Comunque i capitani miopi e opportunisti, cedute le aziende, si ritireranno a vita privata con laute buonuscite a vita, no vitalizi perché sono honesti

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  32. A proposito di discutere sul cosa fare dopo.

    Io penso che in questo blog si vada sempre dritti al punto e si scrivano sempre nomi e cognomi, e credo che quindi sia necessario fare chiarezza su un partito che spesso è stato visto come alternativa seria al PD, parlo naturalmente della Lega. A me piace molto Claudio Borghi, ma non riesco a capire che direzione abbia la Lega. Fra un Giancarlo Giorgetti che asserisce baldanzoso: “Bisogna ridurre il perimetro del pubblico, dello Stato” e un Salvini pro libero mercato, è mai possibile capire a che gioco stia giocando il partito in esame?

    A tal proposito, riporto un eloquente post su Facebook di Lorenzo D'Onofrio, del Fronte Sovranista Italiano, datato 20 luglio 2017, nel quale commenta due tweet (del 2015, d’accordo) di Matteo Salvini, che inserirò subito dopo.


    Anzitutto ecco il post di Lorenzo D’Onofrio:

    << L'UNIONE EUROPEA si basa su un solido principio (tanto caro a Salvini): il lavoro lo crea il PRIVATO.
    Lo STATO non solo non deve fare impresa, ma non deve neanche erogare servizi, che vanno lasciati al MERCATO.
    In regime di libera circolazione dei capitali questo significa che il PRIVATO detta, inesorabilmente, le condizioni del LAVORO, imponendole anche agli STATI, con buona pace dei principi costituzionali a tutela dei lavoratori, ma anche della salute e dell'ambiente.
    In regime di libera circolazione dei capitali questo significa che il PRIVATO sceglie dove produrre (ovvero dove trarre più profitto) e impone ai lavoratori di spostarsi per seguire il lavoro.
    Ora tornate pure a sognare la globalizzazione buona, o ad esaltarvi sulle sciocchezze dei fascioleghisti. >>


    Ed ecco i due cinguetìi di Salvini a cui alludeva D’Onofrio:
    1) Abbiamo progetto non solo politico ma di vita alternativo a sinistra. Lavoro lo crea il privato, la partita iva, non lo Stato. #portaaporta (31 gennaio 2015)

    2) Domenica saremo a Bologna anche per dire che il mercato deve essere LIBERO! #LIBERIAMOCI #DALLAVOSTRAPARTE (6 novembre 2015)


    Be’, come commentare? Premesso che so ben poco di questo FSI, ignoro se siano loro quelli del "FamoErPartitismo", e comunque è irrilevante, ma... o io recepisco male, oppure questa è ideologia liberista (competitivista, direbbe forse il buon Fusaro) allo stato puro; e, se è vero che l’Unione Europea è la sublimazione di tale ideologia, non si capisce allora in che modo la Lega dovrebbe guidare il Paese e i lavoratori italiani fuori dal baratro; a meno che non si voglia sottintendere che potrebbe “servire” come ariete per uscire dall’euro (il primo passo da fare, ma, com’è noto, non certo l’ultimo). Inoltre, preso per buono quanto visto ora, non comprendo bene il ruolo di un Borghi, o di un Marco Zanni, il pensiero dei quali tenderebbe a non sembrarmi granché in armonia con la linea di partito leghista.
    Si dice giustamente che gli ortotteri sono asserviti al progetto liberista, ma questa Lega che vuole fare da grande? A metà 2017 è necessario capirlo senza alcuna ambiguità.

    È vero che con ogni probabilità l'euro finirà per fattori esogeni e strutturali e non attraverso un processo di voto democratico, ma penso sia via via sempre più importante iniziare a interrogarsi su quali siano le forze politiche in campo a cui eventualmente dare la propria ics, su quale sia soprattutto la visione del mondo che promuovono.
    Specifico: dell'appartenenza a questo o a quel movimento o partito, a questo o a quel personaggio, personalmente m'interessa sostanzialmente zero, qui si tratta come detto dianzi di capire che concezione della società possiedono determinate forze politiche le quali potrebbero avere in futuro l'onere di iniziare e di mandare avanti una vera e propria Ricostruzione.

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    1. Intanto iniziamo a discutere del cosa occorre fare ora: "L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale". Occupiamoci di questo dato essenziale puntando a rimuovere l'elemento che altera l'equilibrio tra domanda e offerta: l'euro. Ciò detto, quali sono le forze politiche che hanno l'uscita dall'euro e dai parametri europei come obbiettivo manifesto e soprattutto quali di queste hanno più possibilità di riuscita? I sovranisti? La Lega? Il partito Comunista?
      A noi la scelta.
      Per il poi occorre non sottovalutare il ruolo del Prof. Bagnai. Sarà lui il Conducador qualunque sia il partito al governo quando e se si uscirà dall'euro.
      Personalmente dopo giornate come queste ultime e dopo tutti questi anni voterei pure il demonio, altro che maiconismo. Una sola cosa sono sicuro che non farei mai: appoggiare "quelli che il golpe".

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    2. ancora oggi vedo come il meno peggio M5S che,se non altro ha il ruolo di terzo incomodo tra le due bande che hanno guidato la disapplicazione della Costituzione in questi decenni con l' ausilio dei trattati europei.Purtroppo non si può pretendere altro da M5s il suo stesso successo sta anche nell' adeguarsi alla mentalità prevalente impostati da decine d' anni di propaganda ordoliberista e alla rinuncia di propalare la consapevolezza del modello sancito dalla Costituzione,quale soluzione ai problemi attuali ,che sono simili a quelli d' allora.Allora il debito post bellico richiedeva una soluzione di sviluppo e di controllo del movimento dei capitali,come sta succedendo oggi con il debito generato dallo scollamento delle retribuzioni dalla produttività.Il mio timore che per la lega l' uscita dall'euro sia un argomento "cosmetico come lo sia il criccacastacorruzione per m5s o i diritti civili per il pd:senza lo stato DEMOCRATICO che intervenga direttamente in economia non ci può essere la stabilità che precede la crescita che ridimensiona il debito,questa è la discriminante che orienta il mio consenso.

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    3. Vorrei poi ricordare la proposta del Presidente Caracciolo,sulla introduzione d' un quorum per le elezioni ,al fine di dare all' astensione un potere di veto e di monito alle forze politiche vedi http://orizzonte48.blogspot.it/2017/07/un-rimedio-semplice-semplice-il-veto.html

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  33. "ogni persona porta in sé un pezzo di verità, e un pezzo di menzogna, e nessuno di noi vede alcuna altra persona nella sua interezza.
    Questo, metodologicamente, conviene ricordarselo sempre..."

    "Perche' l'ho fatto?" (Golan Trevize - Fondazione e Terra - Isaac Asimov 1987)

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  34. Prof., sarebbe possibile avere qualche riferimento o qualche indizio su questa frase: "Il capitale italiano è lui stesso ormai convinto che la sospensione della democrazia sia auspicabile." ? Mi sembra sia il cuore del pezzo nonchè la parte più allarmante.
    Ho provato a pensare a qualche evento che corroborasse la sua considerazione ma purtroppo non mi viene in mente niente. Mi sovvengono soltanto le dichiarazioni post- Brexit di Servegnini, Zucconi, Saviano, etc., ma dubito che Lei si riferisca a 'sti imbecilli.
    Chiaro che di esempi di svuotamento della democrazia ce ne sono a palate, rivendicate anche apertamente, ma niente sulla materiale sospensione delle procedure democratiche.
    Qualche suggerimento degli utenti è altresì benaccetto.

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  35. "I due leader europei, uno dai piedi di argilla e con l'atomica (e non è buona cosa che un simile giocattolo ce l'abbia in mano un paese traballante), l'altro strutturalmente più forte, ma fragilizzato dal proprio desiderio assurdo di egemonia (quello sì responsabile di guerre...), non hanno mai rinunciato a ragionare in termini di loro interessi nazionali."

    Oggi mi sembra che ragionino anche in termini imperiali 'neo-asburgici': il paragone storico piu' prossimo e' infatti l'impero di Austria-Ungheria (dual monarchy).

    Da almeno cinque anni, tutti i programmi nel settore della difesa e dell'aerospazio, guidati da consorzi industriali franco-tedeschi (praticamente tutti quelli 'europei'), prescrivono come specifica essenziale la clausola "ITAR free" (ITAR: International Traffic in Arms Regulations).

    Gli USA infatti hanno imposto a tutti gli stati vassalli una specie di sicura alle forze armate locali, molto piu' efficace della stessa occupazione militare.

    Nei sistemi d'arma occidentali odierni (aerei, navi, radar, di comunicazione, sistemi di comando, sistemi di controllo, missilistica, navigazione, propulsione, satelliti, sensori, valvole, attuatori, chip, inneschi per atomiche, di tutto e di piu') risultano SEMPRE presenti dei componenti soggetti alla normativa USA ITAR.

    Se per esempio l'ESA (European Space Agency) volesse lanciare un satellite costruito in Europa, con un filtro in kovar (un acciaio speciale) oppure un qualunque componente USA di cui non esiste uno analogo "ITAR free", da un cosmodromo della Federazione Russa o della Cina, potrebbe essere improvvisamente costretta a non farlo (e' gia' accaduto diverse volte) perche' l'amministrazione USA si riserva, a suo insindacabile giudizio, di vietare in ogni momento anche il semplice il passaggio dei componenti ITAR (gia' venduti ed installati) negli stati considerati ostili agli USA.

    Chi sgarra (o viene pizzicato col 'sorcio in bocca', cioe' se sposta le armi in un luogo qualunque senza autorizzazione USA) non potra' mai piu' acquistare componenti ITAR... cioe' niente piu' ricambi e necessita' di riprogettare tutto.

    Quindi per poter disporre veramente delle proprie forze armate e/o della propria industria strategica occorre prima di tutto affrancarsi dalla schiavitu' ITAR (la Federazione Russa ha quasi completato il programma di completa indipendenza da qualunque fornitore di materiale strategico estero l'anno scorso, con l'eccezione di alcuni componenti ancora fabbricati in Ucraina).

    Il fatto che i consorzi industriali franco-tedeschi non vogliano piu' dipendere in nessun modo dalla tecnologia USA (quindi desiderano diventare 'ITAR free') non e' un buon segno ed ovviamente il fatto non e' passato inosservato da parte USA.

    E' chiaro per gli USA che i due vassalli tramano contro l'impero e che quindi il valvassore Italia, che al contrario partecipa di preferenza ai consorzi industriali USA (vedi quel cesso di F-35), che non disdegna di utilizzare tutti gli ITAR del caso, va schiacciato (cioe' escluso dai nuovi programmi europei) e se per caso volesse pure acquisire il controllo dei cantieri STX (che faranno nuove navi militari) va respinto senza pieta'.

    Sospetto che l'Italia venga vessata ancora di piu' anche per il suo atlantismo (in aggiunta al suo idiota Leuropeismo).

    Ma se non altro proprio l'atlantismo ci potrebbe aiutare ad uscire dal fogno, ovviamente III GM permettendo.

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    1. Personalmente, coltivo sempre più il sospetto che Macron stia SCIENTIFICAMENTE colpendo l'Italia partendo dal presupposto che la Brexit ne abbia ulteriormente indebolito il peso, privandola della almeno virtuale possibilità di brandire di tanto in tanto l'opzione "sponda inglese" contro eccessivi rinsaldamenti dell'Asse Rom... oh pardon! Parigi-Berlino (veri o presunti).
      Macron sa assai bene che l'avversario [il nemico?...] va martellato esattamente in una simile fase, come il pugile quando le gambe gli si fanno malferme.
      Quanto all'atlantismo, opportunamente evocato nell'ottimo post di Luca Cellai, a me pare che almeno a livello TATTICO esso sia per noi, in questa fase, una scelta obbligata (tanto più che mediatamente riconduce a Trump, non a quel demiurgo & corifeo d'ogni violenza omologatrice che risponde al nome di Barak Obama).
      Certo, l'"opzione" atlantica s'è sempre configurata a fortiori nei termini di una subordinazione - e talora d'una soggiacenza - agli USA. Ma anche le entità geopolitiche hanno per così dire un loro DNA culturale, e in quello della NATO e in generale dell'alleanza privilegiata coi liberatori della Seconda guerra mondiale, troviamo sempre l'idea d'una INTERDIPENDENZA di stati, ben più che la tendenza a una loro estinzione come tali!

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  36. Ho letto e dopo averlo fatto ecco come mi sento: sono solo, siamo soli, mani e piedi legati, tutti affilarati uno vicino all'altro e dietro di noi, un muro a farci da limite. Di fronte ai nostri volti, timorosi, un plotone di uomini pronti ad eseguire l'estremo e ultimo ordine. Ma non è un film...

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  37. Caro prof, la via di fuga e la ns salvezza saranno i nostri figli, ai quali abbiamo il dovere di lasciare loro almeno la corretta narrazione della storia. Mi fa malissimo leggerla così sfiduciato, oggi, anche se condivido (purtroppo) il fatto che dovrà andare peggio per andare meglio. Il problema è, che per me (ma non solo) già così è peggissimo... mi consola il fatto che, almeno qui nel suo (nostro) blog non sono sola. Quindi, sempre, grazie.

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  38. Da siciliano sentivo lontano il nord (un miraggio) figurarsi l'europa

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  39. Sarò un ottimista ma ben venga la censura più il reggime diventa evidente e repressivo,più si rende palese agli occhi della popolazione, più forte chiudono la morsa più gente capirà l'antifona.
    Certo l'uscita dal baratro non sarà democratica ne indolore, ma non è la prima volta che ci risolleviamo-sempre nei secoli noi fummo calpesti e derisi- l'importante è resistere e combattere, diffondere e insinuare il seme del dubbio che erode la narrazione mainstream.
    Per quanto rigarda la soluzione democratica essa è aporistica, visto il controllo pervasivo dei media da parte del capitale,che preclude ogni soluzione democratica.

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  40. "No. Preparati una via di fuga e combatti. Non è detto che debba andare male."

    Dal Comandante non avrei desiderato parole più opportune.

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  41. Non riusiamo a mandare in nomination vocidallestero, né come miglior post, né come miglior sito. Neppure goofynomics come miglior community.
    Mi chiedo in quanti siamo realmente.
    A un leader che abbia a cuore il Paese, con questi numeri, cosa dovremmo codardiamente chiedergli?
    Qualcuno mi faccia vedere la cosa da un punto di vista diverso.

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    1. Alexa ci informa che goofy sta al 2000 e qualcosa posto nella classifica, Gli Stati Generali (gli otrotteri del giornalismo) al 4000 e in simpatia caduta libera. Ma riescono a candidarsi come miglior sito? Sento un tanfo terribile di bot (e non parlo di buoni ordinari del Tesoro).

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  42. La Francia con la Nazionalizzazione temporanea ha dato soprattutto un messaggio politico, a noi e ai francesi già scettici su Marcon. Populismo, questo si vero, allo stato puro, dato che Parigi per avere più potere decisionale poteva tranquillamente utilizzare la golden sharing, lasciando invariato il rapporto di quote azionarie. Questo sfacelo è anche frutto di leadership deboli, poco legittimate, come dimostrato da astensionismo francese. Se la Le Pen non fosse stata candidata Marcon avrebbe preso quanto i socialisti di Hollande dato il suo nulla politico.

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  43. Carissimo, oltre a dover dribblare confezioni di Galbani, Cademartori, Parmalat, Motta, Algida, Perugina, Invernizzi, Peroni, Moretti, Buitoni, etc (la lista sarebbe infinita, e quasi tutti ci irridono con campagne pubblicitarie che puntano sull'italianità), da oggi dovrei anche buttare pc e telefono. Urgono consigli per gli acquisti.
    Saluti
    Massimo
    P. S. 5 per mille versato

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  44. La Francia collassera in tempi brevi.
    E io, francamente, come diceva il prof a Messora in tempi non sospetti (Ma parlando in generale), temo ci sarà tanto, ma tanto sangue.
    Il progetto europeo è alla fine. Ci sarà da mangiar fave per anni, rimettere la naia obbligatoria, rimboccarsi le maniche (non come la zdora), tornare a zappare, e se è il caso armarsi.
    Facciamocene una ragione.
    Ragione, che, aver avuto anni prima, non ci farà felice.
    Ma una Loreto (piazzale presso cui lo naqqui, e dove vivo) non va invocata: ho PAURA che non potremo fare nulla per impedirla.

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  45. Strano come nessun media od opinionista di grido, per spiegare perché le cose con la Francia siano andate così,non si attenga all'asettica prova dei numeri. Macron, il banchiere dei Rotschild, è stato eletto presidente francese con il 20% (vero) dei voti, mentre Calenda, Padoan e compagnia non sono stati eletti da nessuno: è quindi trattasi della forza della democrazia...

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  46. Io conto sull' inefficienza italiana. Qui non succederà nulla perchè l' attacco delle elites, nel giorno in cui sarà lanciato, si bloccherà per un black out elettrico.

    A parte gli scherzi, un buon libro di fantaeconomia, strano che Giacobbo non se ne sia ancora occupato! Trump avrà le mani legate contro questa elite? Ma vi sembra una roba credibile? Questi qui, a partire dalla Lagarde, li andrebbero a prendere uno per uno e finalmente ce li toglieremmo di torno.

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  47. Terribile.
    Inevitabile conseguenza del meccanismo al quale siamo costretti a sottostare.
    Nessuno stupore, molta amarezza.
    La "durezza del vivere".

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  48. jena@lastampa.it

    C’era una volta l’idolo di Renzi, si chiamava Macron.

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  49. Anche nella serie Soprano il boss Tony Soprano evidenziava l'odio dei francesi verso gli italiani, ma chiaramente i nostri governanti sono più intelligenti... di un personaggio televisivo, era solo una segnalazione curiosa.

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  50. Sensazione: generalmente un re, un imperatore, un dittatore, quando ha problemi al suo interno si inventa un bel nemico all'esterno, un conflitto di varia natura, una guerra, per distrarre il popolo e soprattutto ridare forza alla propria immagine; ipotizzo che il nuovo re francese stia agendo al contrario: prima del massacro interno che si appresta ad attuare, si sta costruendo una immagine forte rivolta verso l'esterno, e che si andrà a riflettere sull'interno, così che domani sia difficile dirgli che agisce contro gli interessi non tanto della Francia quanto dei francesi.
    Perché, francamente, mi pare strano che un allievo, un uomo di Attali sia improvvisamente divenuto paladino della Nazione e del suo popolo. Anche il fatto che in pochi minuti la UE ci abbia fatto sapere che la nazionalizzazione non è aiuto di stato... puzza di bruciaticcio.

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    1. Aggiungici che il bottino di guerra, oltre a costituire una ricchezza in sé, se opportunamente investito nella qualità del rancio e dell'equipaggiamento consente di dosare al meglio la pressione sulla soldataglia, migliorandone disciplina e rendimento sia sul campo di battaglia che su quello zappato: l'nteresse nazionale non come valore in sé, ma al servizio di un bene superiore. Avercene noi di condottieri così capaci di coltivare la virtù di un popolo.

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  51. Il caso francese e l'ennesima dimostrazione che le variabili "politiche" contano di più di quelle economiche. Come per gli USA, in scala minore certo, non contano i deficit nelle partite correnti etc etc. Insomma non serve a nulla che sia messa astrattamente come o peggio dell'Italia. La Francia può.

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  52. Carissimo Bagnai, credo che questo sia il suo post migliore di sempre: lei ha ricordato le principali tappe che ci hanno portato al disastro odierno con una estrema lucidità. Sono arrivato in fondo alla lettura con una grande rabbia, io non riesco a capacitarmi di come sia possibile che la maggior parte degli italiani cammini dritta lungo questa strada che li porterà al macello (come tanti lemming verso il dirupo) senza accennare un minimo di reazione. Capisco che decenni di martellante propaganda politica prima (contro ogni minimo accenno di patriottismo) ed indottrinamento alle magnifiche sorti dell'Euro poi (per non parlare di quella nuova, falsa religione che è il politicamente corretto) abbiamo fatto danni enormi... ma faccio fatica a trovare intorno a me una sola persona le cui condizioni di vita non siano progressivamente peggiorate negli ultimi decenni (per non parlare dell’accelerazione ultima). Ho anche avuto l’impressione che sia stato il suo post più “politico” di sempre, quasi come una chiamata alle armi. Non so quando arriverà il giorno in cui dovremo ricostruire sulle macerie di questo periodo sciagurato, ma arriverà e noi ci saremo... pronti a dare il meglio di noi per lavorare insieme ad un futuro diverso.

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  53. Io mi sono salvato forse perché allievo di un docente molto meno noto, molto meno "vocal" nel dibattito politico, ma molto più votato all'analisi dei dati.

    Qui sotto un esempio contrario, di uno molto "vocal", esageratamente loquace, e a mio rischio e pericolo, da pensionato gliel'ho anche scritto e che presenta i dati ma si ferma alla superficie; molto imbarazzante il suo disperante attivismo contro i mali del paese.

    Audizione del Presidente presso le Commissioni riunite XI (Lavoro pubblico e privato) e XII (Affari sociali) della Camera dei deputati - Data di pubblicazione: 27/07/2017

    Il Presidente interviene in audizione presso le Commissioni riunite XI (Lavoro pubblico e privato) e XII (Affari sociali) della Camera dei deputati – sull’esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni per l’introduzione di una misura nazionale di contrasto della povertà (Atto n. 430).

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  54. A quelli rossi fuori e bianchi dentro come i ravanelli ,che con sarcasmo parlavano delle "teorie d' un prof. di provincia"il prof. rispondeva che non esponeva altro che quanto previsto da illustri antecedenti la frase del post" Nella prima fase dell'euro ha quindi nettamente prevalso la dimensione economica, il tema della distribuzione funzionale del reddito: era capitale contro lavoro, e una cosa che aiuta il capitale a muoversi più agevolmente sul campo di battaglia ovviamente danneggia il lavoro. Ma ora siamo nella fase due, nella quale in tutta evidenza prende il sopravvento il tema del controllo internazionale delle risorse: diventa (anche) Francia contro Italia."me ne ha ricordata un' altra letta 45 anni fa e scritta 169 anni fa da un illustre antecedente "La storia di tutta la società, svoltasi fin qui, è storia di lotte di classi...... una lotta che è sempre
    finita o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società, o con la totale rovina delle
    classi in lotta.

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  55. Esercitarsi molto riguardo punto 5).

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  56. È vero, professore, la speranza è l'ultima a morire, sempre e comunque. Non lo dico con sarcasmo.
    L'analisi "frattalica" fatta nel blog di "Quarantotto" mette in luce, tuttavia, alcune ipotesi che non fanno ben sperare.
    Muovendo da considerazioni fenomenologiche di natura storica ed antropologica si osserva come si stiano sviluppando quei tratti ricorrenti che, nel nostro passato, hanno portato a violente e radicali riconfigurazioni degli assetti sociali, conseguentemente a quelli politici e (quindi) economici.

    Il detto comune, che sembra avere connaturata quella curiosa capacità di sintetizzare in brevi aforismi di filosofia spicciola gli eventi dell'esistenza umana sul piano ontologico, afferma che la storia tende a "ripetersi" nei suoi tratti più macroscopici (o macroeconomici?!).
    È curioso notare come la legge degli equilibri dell'Universo possa descriverlo come un continuum di condizioni di squilibrio alle quali seguono, sempre ed immancabilmente, eventi drastici di riassetto e ridisegno, le quali poi, grazie alla dinamicità conferitagli dalla freccia del tempo, muovono nuovamente e lentamente verso un nuovo squilibrio, in un circolo che la nostra inadeguata matematica descrive come "infinito".
    L'uomo, con la sua soggettività, non ha modo di comprendere nè il nulla nè l'infinito e puó soltanto continuare ad immaginare le forme della propria speranza con una fantasia che assiema arbitrariamente gli oggetti dell'esperienza reale secondo i suoi bisogni, secondo i suoi "sogni". Per dirla tutta, raccontandosela.
    La speranza nell'attuale condizione di progresso tecnologico e culturale puó illuderci e suggerirci che oggi siamo troppo evoluti per tornare a farci la guerra come poco più di 70 anni fa. 73 anni fa finiva il secondo conflitto mondiale, appena 73 anni fa.
    Questo tempo sarebbe lungo solamente se l'uomo popolasse questo pianeta da due o trecento anni, ma non è così.

    Se le leggi dell'equilibrio regolano tutto l'Universo, allora regolano anche la vita, l'uomo e la sua attività.
    L'unico modo che l'uomo avrebbe per emanciparsi dal suo stesso ambiente sarebbe quello di non esistere.
    La guerra fa parte della natura umana e neppure Freud riuscì a rispondere in modo differente ad Einstein quando questo gli pose esplicite domande di mera speranza, più che di scientifica curiosità.

    Mi scuso per il post leopardiano.
    Spero, si, che la fisiologica riconfigurazione che si verificherà avvenga prima possibile, perchè se ad ogni azione equivale una reazione uguale e contraria, allora più passerà il tempo e più si accentueranno i disequilibri e maggiore sarà la violenza della conseguente riconfigurazione.

    Con immensa stima, la ringrazio per l'impagabile lavoro divulgativo che sta facendo e su cui la prego di perseverare con la sua pazienza.

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  57. Ma... Sinceramente, mi sembrate due cojote. A chi vorreste resistere così? O volete solo, con questi riferimenti bellicosi, attirare qui i bot, anzi, le bote, della terza carica dello stato? Poi, se volete, ce ne andiamo a via di Malnome e chi perde paga la cena dar Parabbola. È uno sport che mi piace molto, anche se non lo pratico più. Non credo possa risolvere problemi politici più del curling, tuttavia. Storicamente, si è dimostrato più efficace il ping pong.

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  58. “Certainly, being hungry is worse than being fat,” he said in 1979. “Although there are many ways to criticize our diet, we are very fortunate people, compared to most, and that ought to be emphasized.”
    sostituire la parola "diet" con "Economic and Monetary Union" ed un altro bel parallelismo tra le due demagogie é fatto. cio' dimostra che la politica é tutto un magna magna

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