domenica 19 ottobre 2025

Il ritorno dell'austeritah?

La legge di bilancio è ormai definita, il testo ancora non l'ho visto ma so che c'è ciò su cui mi ero impegnato (e avendomelo detto una fonte autorevole non mi sono troppo sbattuto a cercare bozze: sufficit diei malitia sua), nel giorno stesso della conferenza stampa il Governo è stato promosso da una agenzia di rating, DBRS, che ci ha assegnato la A, riportandoci al rating antecedente alla crisi cosiddetta "dei debiti sovrani" (quella che noi qui nel 2011 e er Piroetta nel 2015 individuammo come una crisi di debito estero, ma lasciamo stare...).

Piddini e sovranistiquelliveri strepitano all'unisono: "è tornata l'austeritah!" I sovranistiquelliveri, a partire da Thelmo e Louiso, accompagnano questa sentenza uggiolando la piagnucolosa lamentazione della mulier derelicta: "Bagnai ha traditoh!"

Questa insolita corrispondenza di amorosi nonsensi fra i subumani (piddini e sovranistiquelliveri) non dovrebbe stupirci, atteso che i secondi sono gli (a giudicare dai risultati non troppo) utili idioti dei primi. Ormai lo abbiamo capito, almeno lo ha capito chi poteva capirlo. Quelli che "però Thelmo e Louiso dicono le cose come stanno!" li lasciamo al loro esito naturale (la pattumiera della storia), regolandoci come meglio ci aggrada sotto il profilo umano (o subumano). Alcuni sono miei amici cari, di cui capisco la frustrazione, e quindi li perdono. Altri non li ho mai cagati considerati, e non vedo particolari incentivi per cominciare a farlo proprio adesso.

Al netto di questo elemento soggettivo, prima di dormire vorrei scrivere due righe al volo sui profili oggettivi della vicenda. Che cosa ci dicono i dati? Dire che "l'austerità è tornata" e quindi "il governo sta uccidendo la crescita" è fare una coraggiosa testimonianza di impegno civile, o è dire una solenne stronzata?

Apro e chiudo una parentesi che sul coraggio civile di chi ha un brillante futuro politico dietro le spalle (Thelmo) o di chi non ha nessun futuro davanti a sé (Louiso) avrei qualcosa da eccepire: forse era un po' più coraggioso un certo docente di economia che sotto concorso prese di petto l'hidalgo de la Sierra e "er Piroetta": sicuramente aveva molto da perdere e poco da guadagnare, a differenza dei sullodati, che nulla hanno da perdere, e hanno visibilità da guadagnare (la visibilità che il sistema presta a chi ostacola chi vuole cambiare le cose), ma non entro in simili valutazioni (sarebbe veramente consolante non doverci entrare, non doversi addentrare nell'ovvio, ma se non dovessimo entrarci, probabilmente non saremmo entrati neanche nell'euro).

L'argomento dei gemelli diversi (i piddini e i sovranistiquelliveri) sembra essere: il Governo fascista farà l'austerità perché ha detto che farà avanzi primari, che com'è noto manganellano la crescita.

Può darsi, ma perché non andiamo a vedere che cosa è successo storicamente?

Questa è la serie della crescita reale e del rapporto fra saldo primario e Pil in Italia dal 1992 (Trattato di Maastricht e svalutazione della lira) a oggi:

(fonte: WEO), e sì, lo vedete anche voi: la correlazione fra le due serie, invece di essere robusta e negativa (cioè: quando l'avanzo primario va su, la crescita va giù, e viceversa), è debole e blandamente positiva, a 0.09, a indicare che quando l'avanzo va su, la crescita va pure lei un pochino su. Per capire meglio che cosa è successo filtrando le variazioni congiunturali possiamo analizzare le medie prese su periodi che abbiano un minimo senso economico:


dove i periodi sono 1992-1998 (stipula del Trattato di Maastricht e avvicinamento all'euro); 1999-2007 (dall'entrata nell'euro all'inizio della crisi finanziaria); 2008-2011 (crisi finanziaria); 2012-2019 (austerità); 2020-2022 (pandemia); 2023-2025 (fasheesmo). La correlazione in questo caso ha il segno giusto:


(negativa, non significativa), ma resterebbe da capire qualcosina. Ad esempio: come mai nel periodo di preparazione all'euro e nei primi otto anni di unione monetaria abbiamo avuto la stessa crescita (1.5%), nonostante che l'avanzo primario diminuisse dal 3.1% al 2.1% del Pil? E come mai nel periodo della pandemia con un saldo primario del -5.3% abbiamo avuto una crescita sostanzialmente identica a quella dei due periodi sopra menzionati (1.6%), anziché avere una crescita stellare? Ma soprattutto, come mai nel periodo dell'austerità, della crescita zero, l'avanzo primario era all'1.5%, cioè la metà di quello che avevamo negli anni '90 in cui però la crescita era all'1.5%?

Non sto dicendo, naturalmente, che una politica di bilancio più espansiva danneggi la crescita. Sto solo cercando di far capire che ci sono più cose fra il bilancio pubblico e la crescita di quante ne sogni la filosofia del piddino! Sto cercando di far capire, insomma, che nel ragionamento dei gemelli diversi mancano almeno due ordini di considerazioni: primo, la spesa pubblica primaria netta è solo una delle componenti autonome, esogene, della domanda aggregata (l'altra essendo, tipicamente, la spesa dei non residenti per l'acquisto di beni prodotti dal Paese, cioè le esportazioni); secondo, oltre al volume della spesa (netta) conta anche la sua composizione. L'argomento secondo cui "il Governo sta facendo macelleria sociale perché ha detto che porterà l'avanzo primario all'1,5% nel 2027" mi sembra un po' deboluccio, in ogni caso, atteso che con un avanzo primario doppio, intorno al 3%, il nostro Paese ha sperimentato una crescita doppia rispetto a quella dello scenario programmatico del DPFP:


Riflettiamo un attimo: qual è la componente di spesa che, come tutti sappiamo, contribuisce in modo più significativo alla crescita? Gli investimenti, cioè la formazione di capitale fisso, cioè l'acquisto di beni produttivi. Quelli delle imprese si rivolgono a macchinari, attrezzature, capannoni industriali e mezzi di trasporto. Quelli pubblici, viceversa, sono principalmente infrastrutture. La contabilità nazionale riporta queste spese al lordo e al netto degli ammortamenti di contabilità nazionale:


cioè della perdita di valore dovuta al deperimento dei beni capitali (usura, obsolescenza, ecc.). Ovviamente questo "ammortamento" non va confuso con quello quello finanziario/contabile dei bilanci aziendali, pur essendo strettamente affine ad esso. Nel caso del capitale fisso pubblico (le infrastrutture), l'ammortamento è il deperimento conseguente a mancata manutenzione, la distruzione di infrastrutture derivante dal fatto che non metti soldi nel loro mantenimento in efficienza. Un investimento pubblico netto pari a zero mantiene intatto lo stock di infrastrutture esistenti (tutti i soldi spesi in infrastrutture vanno in "ammortamento", cioè compensano il deperimento dell'infrastruttura), un investimento pubblico netto positivo aggiunge infrastrutture a quelle esistenti, un investimento pubblico netto negativo indica che nel Paese sono stata distrutte o ammalorate infrastrutture.

Ci siamo?

Allora diamo un'occhiata qua:


Questo è un grafico molto utile da far vedere ai cretini che "l'Italia non ha fatto austerità!". Nel nostro Paese fra il 2012 e il 2022 l'investimento pubblico netto (fonte: AMECO) è stato pesantemente negativo, unico caso fra i tre grandi dell'Eurozona. Ora, se ci fate caso, questo fatto stilizzato "fa scopa" con un altro fatto stilizzato rilevante, quello di cui abbiamo parlato tante volte a partire da qui:


Il periodo in cui la crescita italiana si stende corrisponde largamente a quello in cui l'investimento pubblico netto prima precipita verso lo zero e poi diventa negativo. Dal 2012 al 2022 (l'intervallo in cui l'investimento pubblico netto è stato negativo) il saldo di bilancio primario è stato in media di -0,3% del Pil (blando deficit), ma la crescita si è arenata totalmente.

Volendo quindi astrarre dalla complessità del reale per concentrarci su un unico indicatore della fiscal stance, direi che per quanto preoccupa noi (la crescita di lungo periodo) gli investimenti pubblici netti sono ovviamente una variabile di gran lunga più significativa: lo evidenzia l'allineamento fra due fatti stilizzati maggiori, ma soprattutto lo evidenzia il buon senso: un Paese senza infrastrutture (strade, scuole, ospedali) non cresce.

A titolo informativo, allargo un po' il quadro:


per farvi vedere chi ha fatto austerità (i PIGS), chi ne ha fatta di più (noi), chi non ne ha fatta per niente (la Francia, ma mo je tocca). Può essere utile, ai nostri fini, rappresentare questi dati in un altro modo, facendo la cumulata dell'investimento pubblico netto al tempo dell'austerità (2012-2022), e al tempo del fasheesmo (2023-2025):


Portogallo, Italia, Grecia e Spagna hanno tutti accumulato investimenti pubblici netti negativi (distruzione di infrastrutture pubbliche) nel periodo dell'austerità (2012-2022), ma solo in Italia questa distruzione di infrastrutture pubbliche ha raggiunto la cifra impressionante di 100 miliardi di euro di infrastrutture in meno!

Questa è la parte tragica della storia.

Poi c'è la parte comica: dall'avvento del fasheesmo (quindi nel triennio 2023-2025) l'Italia ha accumulato più infrastrutture pubbliche (cumulata degli investimenti pubblici netti positiva) di qualsiasi altro Paese europeo, incluso quello che finora si è bellamente fatto i cazzi suoi, e che ora ne pagherà il salatissimo conto (la Francia).

Voi direte: "Beh, ma questa evidenza statistica è rassicurante (relativamente, perché in tre anni abbiamo accumulato solo 70 miliardi di investimenti pubblici netti, cioè di nuove infrastrutture, quindi non abbiamo rimpiazzato tutte quelle distrutte durante l'austerità): perché dici che è comica?"

Perché non so voi, ma io trovo comico che le facce di merda bronzo che in dieci anni si sono fumati cento miliardi di capitale infrastrutturale pubblico per obbedire ai diktat dei bancarottieri seriali di Bruxelles vengano, ora che sono stati neutralizzati dal vostro voto,  a fare la lezioncina sui benefici delle politiche di bilancio espansive, vengano ora a puntare il ditino lanciando accuse di deriva neoliberista, a chi in soli tre anni ha realizzato nuove infrastrutture per 70 miliardi!

Voi no?

Si vede che non avete un senso dell'umorismo molto sviluppato, oppure, visto che molti di voi li conosco, e sono spiritosi, si vede che non sapete ancora abbastanza di contabilità nazionale da capire quanto vi prenda in giro la propaganda piddina.

Bene: da questa sera ne sapete un po' di più. Spero che questo vi aiuti ad apprezzare la comicità del momento, e a capire dove guardare per apprezzare l'intonazione espansiva o restrittiva di una politica di bilancio. Sempre che non abbiate ancora capito, dopo quindici anni di assidua e faticosa paideia, chi sia a mentirvi, perché ha interesse a farlo: Thelmo, Louiso, e il PD.


(...però Thelmo parla veramente bene! Pensate, l'altra sera ha perfino detto che l'euro è un problema per la crescita dell'economia europea!...)

(...ci sarebbe anche da fare un commento sulle parole miserabili di chi dopo aver messo su l'armata Brancaleone dei fact checker, relitti umani senza arte e con troppa parte, viene ora ad accusare il fasheesmo di aver represso la libertà di espressione. Ma quelle le affido per oggi a un giudice più giusto di noi...)

35 commenti:

  1. Fuori argomento, ma visto che si parla di austerità ne approfitto per domandare comunque. Sono fresco della lettura di questo articolo e di quest'altro. Se le politiche di Monti, come Lei dimostra, e come conferma lui stesso nell'intervista alla CNN, non avevano il fine di rilanciare l'Italia, ma di aumentarne la "competitività apparente", chi ne ha tratto vantaggio? Probabilmente è una domanda che ha già una risposta sul blog, nel qual caso sarò lieto di approfondire.

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    1. Signore pietà! Ma siamo ancora qui? Senza che eserciti troppo l'immaginazione, vediamo se qualcuno ti risponde, così mi faccio un'idea del livello. Certo che se non aiuta la lettura del blog, forse solo un pellegrinaggio a Montesilvano può fare il miracolo di farvi cadere le scaglie dagli occhi... ;)

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    2. Forse la domanda più corretta è: "Chi non ne ha tratto vantaggio?" La risposta è ovvia:NOI!!! Il popolo, lo stato, la nostra nazione, le nazioni europee nel loro complesso.

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    3. il concetto di "competitività apparente" mi mancava..forse intendevi, metonimicamente parlando, "spread alla Monti"

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    4. Il capitale!
      Sia quello internazionale che in parte anche quello nazionale, gli esportatori principalmente.
      Internazionale protetto dal rischio di cambio (eventuale uscita dall'euro) e dal fatto che attraverso il calo dei salari causato dalla disoccupazione, quest'ultima innescata da un taglio di investimenti e in parte in spesa corrente, non si sarebbero più create quelle tensioni all'indebitamento estero e sarebbe iniziato il decumulo dei debiti pregressi (interessi, capitale, dividendi) pagati in valuta forte.

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    5. In ordine di importanza: il sistema finanziario internazionale, le banche dei paesi del nord Europa e la Germania.

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    6. Bisogna avere stima di Monti perché senza di lui adesso avremmo i conti in disordine e toccherebbe a noi fare cose non popolari. Ora lo ammiro, un grande politico ha bisogno anche di cinismo. Però è servito solo a quello, un po' come Gollum nel Signore degli anelli, anche se noi pensiamo che certi personaggi siano cattivi hanno sempre la loro ragione di esistere e servono per la riuscita della trama

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    7. @Ciaone: non capisco se il commento è ironico oppure è serio. In quest'ultimo caso, i precedenti (numerosi) commenti scritti relativamente alla inadeguatezza dei salari italiani non avrebbero senso. Uno dei principali obiettivi (raggiunti) da Monti era la compressione dei nostri salari, quindi dovremmo averne stima per quello che ha fatto?

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    8. All'epoca della "cura" Monti la nostra bilancia dei pagamenti era in deficit, in pratica importavamo più di quanto esportavamo, quindi ci indebitavamo con l'estero. L'austerità, presentata presentata come una medicina amara ma inevitabile per mettere in sicurezza la finanza pubblica (aka ridurre il debito pubblico in quanto macigno sulle generazioni future), in realtà è servita (e serve) per riportare in attivo la bilancia dei pagamenti, e quindi per ripagare i debitori esteri. Non a caso Monti alla CNN parla di distruzione della domanda interna, grazie alla quale c'è stato un crollo delle importazioni che ci reso esportatori netti in grado di ripagare i creditori esteri. Ovviamente le consegne sono state drammatiche, visto che i salari reali sono scesi, la disoccupazione è aumentata e il debito pubblico (l'unico debito di cui si parla) è cresciuto rispetto al PIL.
      Questo ci sorprende? No, perché come c'è scritto nero su bianco anche sul sito della Commissione Europea: "Venuta meno la possibilità di svalutare la moneta, i paesi della zona euro che tentano di recuperare competitività sul versante dei costi devono ricorrere alla "svalutazione interna" (contenimento di prezzi e salari). Questa politica presenta però limiti e risvolti negativi, non da ultimo in termini di un aumento della disoccupazione e del disagio sociale e la sua efficacia dipende da molti fattori come il grado di apertura dell'economia, la vivacità della domanda esterna e l'esistenza di politiche e di investimenti che promuovano la competitività non di prezzo."
      Fonte https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_14_43

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    9. Grazie a tutti per gli spunti. Ho trovato questo articolo del 2013, e grazie anche agli innumerevoli altri sulla crisi greca, credo di avere capito il meccanismo.
      Ho scoperto però di non sapere nulla sul sistema bancario. Comincerò col studiarmi cos'è il target2...

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    10. Il recap si trova giusto nel post precedente, basta leggerselo. In soldoni dopo aver finito di massacrare la periferia dell'Unione sovietica2.0 europea, la locomotiva cioè il carretto trainato da buoi tedeschi ha dovuto esportare negli USA (ed è finita male). Il massacro da noi cominciava con la letterina delle indicazioni di UVA che Monti seguì senza indugio, pagandone uno scotto che a livello di reputazione ancora pesa.
      L'euro è fatto per massimizzare le esportazioni al costo del bagno di sangue sui salari. Credo che anche i tedeschi avrebbero voluto fare di più, ma in vent'anni la crescita è stata deludente.
      Poi è ovvio chi ne ha tratto beneficio: chi possedeva azioni delle più grandi aziende europee e altri grandi "rentiers".

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    11. @baioininglisc potresti dedicarti a tre letture per avere un quadro più chiaro di come stanno le cose:
      1 - La sezione del blog "Per Cominciare";
      2 - Il libro di Alberto "IL TRAMONTO DELL'EURO";
      3 - Il libro di De Grauwe "I LIMITI DEL MERCATO".

      P. S. Ulteriori lettura (non fondamentale ma molto utile)
      "Vivere e morire di euro. Come uscirne (quasi) indenni"
      di Giovanni Siciliano

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  2. parafrasando un noto pontificatore di piacionerie piddiote, c'è l'investimento buono (ad es.sanità) e quello meno buono (ad es. ponte di Messina, perchè toglie le risorse ad altre infrastrutture più bisognose ed urgenti); cito anche la spesa per gli armamenti, solo per oggettivare una banalità: la qualità degli investimenti paga due volte: in termini di efficacia del sistema paese (intesa come capacità di promuovere lo sviluppo e la competitività), ed in termini elettorali, perchè l'italiano bue non sopporta la lana caprina

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  3. Ne ha tratto vantaggio chi ha potuto utilizzare lavoro a basso costo, chi ha goduto di monopoli di fatto privatizzati con trasformazione di tasse in tariffe (tanto per essere sicuri che il processo democratico non interferisse), chi ha importato beni cinesi spacciandoli per tecnologia green/digital ovviamente sovvenzionata

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  4. La differenza tra i periodi sarà dovuta al comportamento dei privati.

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  5. Austerità: Forse sarebbe l'ora che la ggente metabolizzasse definitivamente che la stessa/euro/moneta unica non sono una logica macroeconomica in se, bensì un metodo di governo... credo che questa cosa non sia per niente ancora ben chiara. Se lo fosse non avrebbe più senso la domanda "Cui prodest". Dovremmo osservare più il senso sociale che quello economico della austerità. Basterebbe comprendere cosa hanno in mente, a cosa mirano, quelli che l'austerità ce l'hanno imposta. Globalismo a qualcuno dice qualcosa?

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  6. La Germania ( cioè la UE), in estrema sintesi. Si tratta del vincolo esterno da sempre cercato dalla sinistra italiana.

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  7. Mi azzarderei a rispondere che Monti ha dichiaratamente puntato alla 'distruzione di domanda interna', in tal modo ha corretto il disavanzo dei conti con l'estero, attraverso: pesantissimi aumenti fiscali (casa ecc.), tagli brutali della spesa pubblica (sanità e pensioni), blocco delle assunzioni nella p.a. Il tutto ha prodotto più disoccupazione, ulteriore impoverimento dei cittadini, depressione del mercato interno. Risultato: lo spread (che è uno strumento politico) è sceso, perchè la Ue era schierata col governo e la sua austerità, in compenso, dopo un anno di 'cura Monti', il rapporto debito-PIL è peggiorato di 13 punti (stante il calo del PIL) e l'economia nazionale (nonchè gli italiani) stava molto peggio di prima. Alle elezioni 2013 Monti si è fatto la sua lista, che ha preso il 4% (tutta gente molto ricca e di sinistra), mentre i 5stelle hanno fatto il boom, convincendo molti italiani di stare dalla loro parte contro la 'casta' (poi sappiamo che fine hanno fatto).
    Chi ne ha tratto vantaggio? Direi i soliti: Francia e Germania, che da sempre usano la Ue per indebolirci (dopo qualche anno però i nodi stanno venendo al pettine).
    p.s. Il prof. mi scuserà per gli eventuali errori e il linguaggio non tecnico, ma in campo economico sono solo un volenteroso apprendista.

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    1. Si, questo mi era chiaro anche dalla lettura degli articoli che ho linkato nel mio altro commento. La mia domanda è nata per mettere meglio in luce questo punto: "perché la Ue era schierata col governo e la sua austerità". Come mai lo era? Tu poi dici: "Chi ne ha tratto vantaggio? Direi i soliti: Francia e Germania". Ma questo per me è in conflitto con "ha corretto il disavanzo dei conti con l'estero", in quanto così facendo ha anche ridotto le importazioni da Francia e Germania, o sbaglio?

      Se poi ho capito bene, il vero problema era il debito estero, per cui immagino che il vero scopo della "fiscal consolidation" di Monti, fosse quello di ripagare le banche del nord Europa. Se così è, per mia ignoranza, mi sfugge il meccanismo con cui ciò avviene.

      Anche sullo spread, sempre se ho capito bene, la BCE avrebbe potuto intervenire acquistando titoli italiani, per cui il fatto che non lo facesse immagino avesse ragioni politiche. E collegando i puntini, queste ragioni politiche sembrerebbero proprio essere la volontà di imporre l'austerità all'Italia. E quindi si ritorna alla mia domanda, sicuramente naïf, del perché.

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    2. Le cure di Monti hanno soprattutto distrutto la domanda interna, oltre che ovviamente avere ridotto le importazioni, che comunque erano sostenute dal fatto che le banche tedesche potevano offrire tassi sui finaziamenti molto più bassi delle nostre, il che rendere conveniente comprare una polo rispetto ad una punto! Il sistema di moneta unica favorisce intrinsecamente il centro, nel quale si trovano le banche del nord, rispetto alla periferia, in cui si trovano le nostre. La BCE non ha comprato i nostri titoli per motivi politici!!! La BCE per statuto addirittura non potrebbe comprare direttamente titoli di debito pubblico e se anche lo fa indirettamente non può farlo in maniera asimmetrica, cioè deve comprare titoli di debito in proporzione al peso economico delle nazioni, essendo in questo modo impossibilitata a riequilibrare gli squilibri di bilancia commerciale interni alla zona euro. Però vorrei aggiungere una questione: dovremmo domandarci, più che quale nazione o nazioni abbiano tratto vantaggio da queste logiche, chi sono gli individui che le hanno volute e messe in pratica con strumenti come Unione Europea e moneta unica, quali sono gli obiettivi che vogliono raggiungere. Magari vogliono semplicemente distruggere l'Europa nel suo complesso! Per quale motivo? Per esempio per continuare a perseguire la illusione di poter dominare il mondo!!!

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  8. Sugli "strilli" piddini proporrei anche una ragione endogena, che cioè l'avanzo di bilancio provenga anche dal ( purtroppo ancora parziale) prosciugamento delle "fontane pubbliche" che abbeveravano le sue mandrie di "asini&iene", con una spesa che seppur produceva " consumo" ( e quindi " er pille " ) di certo non sosteneva il paese con le sue str...ate.
    Non è così ? Peccato, perché quella è l' unica strada percorribile finché saremo chiusi tra le €urostanghe e pure investiti da €urostangate ; prime fra tutte la "transizione eccologica " , il sempre più imminente "new MES " e l' €uroguerra in Ucraina.

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  9. Buon giorno Bagnai,
    In pratica il deficit non serve per crescere quindi? Allora ha ragione Dombrovsky?
    Quindi il patto di stabilità ha senso?
    Non era "un freno a mano inserito"?
    Sono domande un po' provocatorie, in pratica la linea Giorgetti ha spodestato la linea twitterina.. tra qualche anno si dirà che Eu è buona haha
    Facendo i seri penso che si stia cercando di dare un'immagine positiva dell'Italia cercando in tutti i modi di non andare in recessione, utilizzando ogni singolo strumento EU tipo Pnrr e fondi difesa... Un modo per avere legittimazione a livello EU e non venire cacciati e intanto sistemare i conti, dato lo scenario positivo per l'Italia... Sono scelte finché dura il gioco va bene bisogna vedere in scenari peggiori se basti seguire patto di stabilità...

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    1. Carissimo! Ci sono anche provocazioni intelligenti. Certo, richiedono una rilettura del testo, che è un appello a liberarsi dalla faciloneria!

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    2. Va bene... Dico solo di non calcare la mano con certe dinamiche, altrimenti l'elettore medio che non legge certe cose purtroppo dopo anni di attacchi al potere EU vedere che ci si vanta di una linea prudente, può creare confusione... Come tutto va gestito e va spiegato... La tattica (come non successo con il governo Draghi) va spiegata all'uomo della strada o almeno se non si può spiegare va zuccherata la pillola.
      Forse ho capito dove vuole arrivare Giorgetti, avere agenzie di rating e fondi internazionali dalla nostra è positivo, piuttosto che partire subito con il 4% di deficit e spaventare i mercati.. Anche in vista di un uscita € avere tutto in ordine non è male.
      Però appunto non tutti capiscono certe dinamiche, magari spinti da Sabrisocial o altri fenomeni

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  10. Quanto di questo recupero degli investimenti produttivi netti è ascrivibile ai prestiti del PNRR?

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    1. Il PNRR è una cosa davvero interessante, per esempio finanzierà la gita che la classe di mia figlia farà a Parigi nei giorni prima di Natale, ovviamente io ho risposto che con il cavolo che mia figlia andrà a Parigi in quel periodo!!!

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    2. noto solo io che il grosso del PNRR (lato Green) è un superbonus ma a favore delle aziende dei paesi UE? una sorta di sharing economy 2.0

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  11. E oggi l'immancabile e lamentoso editoriale del piroetta sulla legge di bilancio.

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  12. Post interessante (come al solito) ma leggendolo mi vengono in mente tre ordini di obiezioni (o quantomeno dubbi) che mi piacerebbe sottoporle circa la conduzione della politica di bilancio di questo governo.
    La prima di ordine generale: quando il Pil sta rallentando, come sta avvenendo (seppur leggermente), la teoria (e il buonsenso) non ci dice che dovremmo aumentare il deficit (e viceversa ridurlo quando la crescita aumenta ed é sostenuta) per via del comportamento dei moltiplicatori (ah la Grecia!)…
    La seconda obiezione é puramente metodologica: se ha i dati (ma solo le lo ha già fatto mentre scriveva il post altrimenti cerco io) mica ha confrontato (e sarebbe più corretto credo o quantomeno più oggettivo?) la correlazione tra il saldo primario di bilancio strutturale (CAPB) e il tasso di crescita? Cambia qualcosa?
    La terza osservazione: sono d’accordo che guardare solo la correlazione tra avanzo primario (qualsiasi prendiamo) e crescita del Pil di per se non é un indicatore predittivo onnicomprensivo per capire (in una direzione o nell’altra) il segno del Pil perché banalmente ci sono altri fattori (la domanda é appunto aggregata: se io contraggo il bilancio ma lo spirito della MMT si impossessa del corpo dei governanti di Germania e Cina, che quindi si mettono a spendere come se non ci fosse un domani mettendo fine al mercantilismo, é palese che la domanda estera andrebbe a controbilanciare la contrazione di quella interna…) ma credo che sia palese che se aumento l’avanzo primario (nella stragrande maggioranza dei casi) il contributo della politica di bilancio al Pil é negativa.
    Quarto punto: é molto importante, come ha giustamente evidenziato, ai fini dell’impatto della politica di bilancio sulla crescita, analizzare la composizione del bilancio stesso (se io riduco il deficit ma nel farlo taglio spese con moltiplicatore più basso, anche se magari utili, e aumento investimenti ad alto moltiplicatore é possibile che questo tenda quantomeno a frenare il contributo negativo al Pil) e in questo caso é inevitabile la constatazione dell’impennata degli investimenti (anche se ho il sospetto che siano quelli attaccati, in parte anche giustamente, specie nel secondo caso, dalle forze politiche di maggioranza: Superbonus e Pnrr); fermo restando che come ha mostrato nel grafico, nel periodo “fassistah”, la stretta di bilancio va di pari passo con una discesa del Pil (linea arancione e linea blu).
    Ultima punto, puramente politico, su cui credo siamo piuttosto d’accordo, riguarda il fatto che il reale motivo per cui siamo costretti a fare una politica di bilancio eccessivamente “restrittiva”, pur avendo i conti con l’estero in attivo (e un tasso di crescita asfittico, che non pareggia neppure il servizio al debito), risieda sempre lì (e lo sarà finché non ci sarà volontà politica di cambiare, e oggi non c’é).
    Purtroppo il partito di maggioranza non siamo noi e quindi non decidiamo noi (ma possiamo al massimo limitare i danni come ci siamo detti)…

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  13. Concordo che la tipologia di spesa influisce sulla crescita ma con alcune considerazioni.
    1) Non è l’investimento pubblico che garantisce la crescita ma la tipologia di spesa, che vale anche per gli investimenti. Ci sono buoni investimenti con un moltiplicatore fiscale più elevato (da stimare possibilmente meglio di quanto sia stato fatto con la Grecia nelle politiche di austerità), soprattutto per il futuro, e cattivi investimenti.
    2) Idem per le spese, alcune hanno un impatto sulla crescita maggiore di altre.
    3) Gli interessi passivi sul debito pubblico costantemente superiori rispetto ad altri paesi nuocciono sugli investimenti e sulla crescita (situazione tipica italiana dallo SME ad oggi) e probabilmente è lo spread che ha influito negativamente sulla crescita quando tendeva a crescere.
    4) La correlazione tra interessi passivi e crescita del PIL potrebbe essere ritardata di qualche anno (negli anni ’80 i “bot people” erano un ceto medio che aveva più denaro da spendere).
    5) Il 2020 è un anno da non considerare perché eccezionale, anno in cui le scellerate scelte economiche e di contrasto all’epidemia facevano impennare il debito pubblico e crollare il PIL, quando dovrebbe accadere il contrario (perfetto esempio di manovre con moltiplicatore fiscale negativo).
    6) Specificatamente alle politiche economiche del nostro governo ho perplessità sia sul ponte sullo Stretto (ennesima incompiuta? Oppure problemi strutturali emersi in un secondo momento che la renderà inutilizzabile?), sia sulla riduzione delle imposte, che non solo non compensano il fiscal drag, ma sono praticamente assenti sui redditi più bassi (inferiori a € 30.000), ovvero i contribuenti che hanno un consumo marginale più elevato (e quindi in teoria anche un moltiplicatore fiscale più elevato sulla maggiore disponibilità di denaro).
    7) Ulteriori perplessità anche sull’aumento degli investimenti per armi, poco utili alla collettività e con probabile moltiplicatore fiscale negativo se lo facciamo aumentando le importazioni (in particolare dagli USA, Germania e Francia).

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  14. io sono tra quelli a non avere un senso dell'umorismo spiccato, perchè questi che fanno lezioncine dopo aver distrutto il tessuto economico italiano mi fanno solo inc***are... non vedo l'ora che arrivino l'8 e il 9 novembre per venire a respirare un po' di aria pulita a Montesilvano. Grazie Prof. per il suo incessante lavoro di divulgazione

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  15. Chiedo: oltre al tema degli investimenti, e dei loro moltiplicatori (che si presuppongono maggiori di quelli della spesa corrente) non è anche una questione di ciclo economico? Nel senso che, un conto è fare avanzi primari in recessione (politica prociclica) e un altro è fare la stessa cosa in una fase, seppur moderatamente espansiva (politica anticiclica)?

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  16. Esiste un grafico 2018/2028 che evidenzia il progressivo aumento dei saldi primari positivi nel triennio 2026/2028, ed io l'ho postato come commento ad recentissimo post di Lidia Undiemi, anche lei molto critica su questa prospettiva di "austerità triennale".
    Il fatto è che nessuno, ma proprio nessuno (neanche Claudio Borghi) si è preso la briga di spiegare come e perché si sono sviluppati i saldi negli anni scorsi e come lo saranno in futuro.
    Penso che il Governo debba mettere in campo uno staff tecnico di comunicazione che spieghi quanto evidenziato in questo post. Molte, troppe persone sono in buona fede confuse.
    Quindi semplicemente grazie.

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  17. Buona sera Bagnai, se la Lega non è d'accordo per la tassa sugli affitti brevi e servono coperture perché non tassare le rimesse degli immigrati?? Almeno i soldi rimangono qui e mettono in moto l'economia italiana non senegalese ecc

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  18. Dopo aver dedicato Teorema (di centro e periferia) alla nostra cara "liretta", direi che è ora di dedicare una canzone alla Francia.

    Eternità (aka Austerità)

    Star€ qui ha i sapore dell'austerità
    Dopo aver amato t€
    Io ti guarderò mentre tagli gli investimenti accanto a me
    Non ti sveglierò, no no no
    Perché tu sorridi
    Un bel fogno forse c'è
    Dietro le ciglia chiuse
    Austerità
    Spalanca le tue braccia
    Macron è qua
    Accanto alla competitività che dorme
    Per te vivrò
    E quando avrai bisogno
    Io taglierò
    Resta qui primo fiore dell'austerità
    Dopo aver amato t€
    Sul soffitto passa un utile idiota per me
    Non ti sveglierò, no no no
    Perché tu sorridi
    Un bel fogno forse c'è
    Dietro le ciglia chiuse
    Austerità
    Spalanca le tue braccia
    Macron è qua
    Accanto alla competitività che dorme
    Per te vivrò
    E quando avrai bisogno
    Io taglierò
    Ad asciugare le tue lacrime
    Austerità
    Spalanca le tue braccia
    Macron è qua
    Ad asciugare le tue lacrime.
    AUSTERITÀ!

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