mercoledì 26 luglio 2023

Le narrazioni catastrofistiche e i loro limiti

Mi sembra del tutto evidente che dietro la strategia comunicativa gretina ci sia un pensiero: la volontà di invocare uno stato d'eccezione perenne, ma soprattutto l'intenzione di arroccarsi su un registro emozionale, tale da non ammettere repliche. "Ma come, non vedi? La foresta brucia! La vecchietta muore! La collina frana! Il fiume è secco! Il fiume straripa!"

Una vera alluvione di punti esclamativi, e per chi non se ne lasci travolgere c'è l'arma fine di mondo: la reductio ad Hitlerum.

Pare sia roba codificata nei libri de gliScienziati (ad esempio qui, ma quando questo blog funzionava la bibliografia la scrivevate voi!). I danni che una simile comunicazione può fare sulle menti più fragili e su quelle in formazione sono oggetto di specifiche indagini, su cui non ci soffermeremo (a meno che non lo desideriate: ma allora dovreste contribuire voi, non è quello il mio campo di indagine). Fatto si è che la comunicazione catastrofistica, soprattutto quando a farla sono degli sfigati, è a forte rischio di backfire:


(qui).

Intanto, se per attirare l'attenzione su un fenomeno di lungo periodo si enfatizzano episodi transitori, come in questo caso, è facile prevedere che poi le previsioni degli sfigati non si avvereranno, e si regredirà verso qualcosa che forse non è, ma comunque sembra la normalità:


come notavo oggi: abbiamo di fronte a noi i dieci giorni più normali degli ultimi credicimila anni


Il picco a 48 gradi (o anche a 43 a Roma) semplicemente non si è visto, come mi era stato abbastanza facile prevedere: i giornali non hanno perso credibilità, perché non l'avevano; la feccia gretina nemmeno, per lo stesso motivo; alcune eventuali analisi serie, ove ci fossero, e certamente ve ne saranno, anche fra le non censurate dal mainstream, l'avrebbero però persa e questo per colpa di chi? Per colpa di quattro scemi che continuano a gridare "al lupo! al lupo!" per biechi motivi di bottega politica!

Poi c'è un altro dato: le balle, quando sono così platealmente tali (per il modo emozionale con cui vengono diffuse) spingono a porsi delle domande. La prima domanda che mi sono posto, da essere umano che pensa agli altri esseri umani, è: ma se qui fanno 48 gradi, in Africa quanti ne faranno? Sessanta? Così, da qualche mese tengo monitorate le temperature delle principali capitali subsahariane. Fatelo anche voi, è molto istruttivo! Considererete come merita l'idea della "migrazione climatica" messa in giro da quattro cialtroni poco a loro agio con la geografia. Per inciso (cioè per la feccia gretina) non sto ovviamente dicendo che il Sahara sia un giardino di delizie. Sto dicendo che nei centri urbani in cui tende ad addensarsi la maggior parte della popolazione che poi arriva qui (cioè quella abbastanza ricca da poter violare le norme sull'immigrazione ricorrendo ai costosi servigi dei mercanti di carne umana) le temperature oggettivamente non sono il principale push factor. Ad Abuja, capitale della Nigeria, per dire, ora fanno 24 gradi esattamente come qui, e la massima annuale è intorno a 37 (come capita di avere a Roma). Quindi se vengono qui i motivi (leciti o illeciti, rispettabili o sordidi, giustificabili o ingiustificabili) sono altri, sono di natura sociale e politica, e il tentativo di ricondurli a cause "oggettive", fisiche, o meglio geofisiche, sfruttando l'ignoranza delle persone, non è esattamente indice di limpidezza di intenzioni, cari burattini dei cinesi!

D'altra parte, se si astrae dalla frenesia con cui le tante adolescenze irrisolte che infestano i social corrono ad appropriarsi della propria veritah da difendere usque ad effusionem sanguinis, e ci si pone dal lato del decisore politico, cioè di una persona che invece di cercare la propria felicità nella contemplazione narcisistica della veritah che porta in tasca deve cercare la felicità altrui facendo scelte corrette, non c'è modo di uscire dal trilemma di Borghi, secondo cui ciò cui assistiamo:

  1. o è normale, e quindi non richiede particolari interventi eccezionali;
  2. o è eccezionale ma riconducibile a cause non antropiche (geologiche, astronomiche, ecc.), e quindi non c'è modo di contrastarli;
  3. o è eccezionale e riconducibile a cause antropiche, ma allora la strategia consistente nel rivolgersi a beni prodotti in Paesi molto meno attenti di noi all'ambiente (come la Cina, che fa rima con feccia gretina) sarà controproducente: produrremo più CO2 di quanta supponiamo di eliminarne.

E quindi?

E quindi il problema non si risolve con l'isteria della feccia gretina, con la distruzione del nostro tessuto industriale che inciderebbe per meno dell'1% sul totale mondiale di emissioni, ma con strategie di mitigazione (gestione del territorio, riforestazione, invasi, ecc.) che sarebbero comunque opportune e che sono state peraltro interrotte dall'austerità, cioè dall'altro grande driver di deflazione e di distribuzione regressiva del reddito prima del green (fenomeno dal quale qui, come al solito, vi avevamo messo in guardia con larghissimissimo anticipo, inutilmente...). Dietro a questa roba, inutile ricordarlo, ci sono sempre i soliti noti: l'asinistra e gli ortotteri. Ma questo sarete anche stanchi di sentirvelo dire: è forse l'unica cosa che sono riuscito a farvi capire, probabilmente perché la sapevate già.

Buona notte!

65 commenti:

  1. Buongiorno Alberto e tutto il blog,

    Vorrei far un commento su quelli che sono i meccanismi, per la classe sociale a cui appartengo, che spiegano l'accettazione della narrazione del catastrofismo climatico. Non dico nulla di nuovo, sono cose ripetutamente dette in questa sede, ma vorrei riportare qualcosa che vedo e sento di prima mano.

    Una generazione di ricercatori precari ultratrentenni e quarantenni in Italia ha ricevuto un miserabile calcio al barattolo tramite le numerose posizioni RTDA (triennali, senza alcuna garanzia di rinnovo) bandite sul PNRR per studiare il ClaimatCeing (rectius: per ri-impacchettare quello che facevano fino al giorno prima in una carta regalo dal colore del ClaimatCeing). Il commento dell'RTDA medio (parafraso un commento realmente sentito) è quindi: "non ho la minima idea se i dati IPCC siano corretti, ma bene così: anzi, esagerino, prevedano un incremento di temperatura anche di 20 gradi, che così la politica ci darà finalmente più soldi".

    Questo, secondo me, spiega molta della acquiescenza dei peones accademici rispetto alla narrazione del clima. Il precariato accademico ha forgiato una generazione di poracci il cui massimo problema è "cosa devo dire per avere il prossimo contratto". Direi che questa è un'altra, ennesima dimostrazione che dalla condizione socioeconomica discende tutto, a partire dalla possibilità di esercitare la libertà intellettuale. Non bastasse il naturale conformismo dell'accademico a uniformare il pensiero con la paura dell'emarginazione dalla comunità scientifica, per i "giovani" ricercatori italiani c'è direttamente la clava del "non lavori se non ti conformi".

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    1. La gangrena ha invaso tutti le strutture di pensiero. Si pensi ai poveri svedesi, fatte salve le svedesi naturalmente. Nel dopoguerra hanno via via dovuto prendere atto che la loro neutralità non li favoriva troppo, così, ad esempio, basta scorrere la lista nel tempo dei premi nobel, dalla loro accademia reale assegnati, per constatare che, l'attuale “svolta”, è stata preparata con sempre crescente entusiasmo; e direi guardando soprattutto la lista dei premi nobel per l'economia, perché pare che l'economia si studi solo oltreoceano e nell'emisfero nord. Si consideri in particolare la vicenda del premio nobel assegnato dall'Accademia svedese l'anno scorso a John Clauser. Evidentemente ci voleva anche un americano, pur se fin troppo pioniere, perché con solo francesi ed austriaci, pur decisamente più equipaggiati, faceva brutto. Da piccolo il povero Clauser era stato impressionato dall'indipendenza di pensiero di Einstein, quello di “Dio non gioca ai dadi”, così voleva vederci chiaro nella faccenda quantistica, e, seguendo i suggerimenti di un altro fisico dissidente John Bell, presentò un progetto di ricerca nientemeno che a Richard Feynman, un'eroe nazionale come Oppenheimer per intenderci. Il quale Feynman, che a quel tempo era uomo assai di mondo e solo quando incanutì e criticò la NASA perse l'aureola, nel 70 ancora aveva buon fiuto per la “grande scienza”, e siccome la ricerca propostagli da Clauser era vistosamente dissidente rispetto al main stream, lo cacciò dalla stanza in modo anche piuttosto brutale perché fanno così quando sono sopra e comandano, rovinandogli la carriera accademica per sempre. Ma il mondo gira, e, quando il “main stream”, cioè stavolta il “fiuto” per gli affari, ha investito vagonate di miliardi nella famoso computer quantistico, che, come noto, ci renderà tutti felici usato nella brezzolina primaverile sul prato della green economy dopo aver parcheggiato l'auto elettrica a ricaricare, ecco che quei tre scalzacani, bistrattati per decenni come ipotetici negazionisti della verità rivelata messa in pericolo dalle loro curiosità, eccoli che tornavamo ad essere meno delinquenti di quanto si era pensato, e persino utili. Chi avrebbe, però, mai potuto immaginare che un uomo, costretto dagli eventi della vita a pensare definitivamente solo col suo cervello, se ne venisse su, proprio nell'anno in cui generosamente gli era stato elargito il nobel, con la storia che i cambiamenti climatici sono una bufala? Ecco spuntato un altro Montagnier rincoglionito dall'età di cui bisogna in fretta massacrare il profilo wikipedia, tanto per cominciare, compito del resto già ultimato dai solertissimi servitori ben remunerati.
      Un ultimo inciso, scritto col cuore sanguinante. Molti eminentissimi fisici italiani avrebbero meritato il nobel, alcuni anche più d'uno, dunque non è poi così importante prenderne necessariamente uno per essere un grande, anzi, a quanto pare, è vero il contrario, (questa è proprio un'autopugnalata, ma quando ce vo' ce vo'!).

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    2. Diciamo che in questi rilievi di sociologia accademica c'è in realtà molto più di quanto potrebbe sembrare a prima vista. D'altra parte, non è un caso se la battaglia contro gli stipendi delle "caste" (quella accademica è una delle tante) sia stata fatta dai grillini, cioè dai gatekeeper per eccellenza (non ricordo loro attacchi a Bankit, almeno non dopo che era stato colpito Renzi per educarne cento). Sì, è così: l'attuale sistema di precariato, che preclude in re ipsa un'esistenza libera e dignitosa alle giovani menti, potenzia la naturale vocazione del sistema accademico al conformismo e all'autoreferenzialità (se ci pensate, la traduzione di peer review è "autoreferenzialità": ma di un tipo al quale oggettivamente è impossibile sottrarsi).

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    3. Ovvero si peggiora anche nella ricerca. Mi risulta che certe ricerche soprattutto quelle pagate in ambito UE, sono mooooolto orientate verso l'appecoronamento green. Peccato, questa è politica non ricerca e come tale non valida di default.

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  2. Ecco, la prima che hai detto, come s'usa dire. Dagospia, un tempo, era sito di controinformazione, i tempi cambiano!
    La risposta corretta è la prima, naturalmente, ma con una precisazione.
    È normale, quindi non richiederebbe particolari interventi eccezionali (condizionale presente, non presente semplice), ma solo interventi razionali e coscienziosi.
    Tuttavia, poiché abbiamo avuto oltre 15 anni di austerità con ridistribuzione iperregressiva del reddito, e cioè il governo degli ascari al soldo dello straniero, Sapelli docet, si rendono necessari interventi eccezionali per ridare equilibrio idrogeologico ambientale, sociale ed economico, a ponti, strade, autostrade, ferrovie, metropolitane, scuole, ospedali, comuni, autobus, reti idriche, asili nido.... ecc., ..... ecc., ..... ecc. Bisogna tornare alla razionalità del vivere insomma, dopo i tristi slogan del tornare alla durezza del vivere di oramai 20 anni fa che tanto fecero presa, col successivo rigoglioso fiorire dei volenterosi macellai carnefici, e macellaie naturalmente, che s'incaricavano volentieri di condurre l'agnello sacrificale italiano al mattatoio, o perché ben remunerati, o, come ultimamente sono più incline a pensare, per manifesta limitatezza cognitiva.

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    1. Il mio punto è leggermente diverso. A me qui delle cause sinceramente interessa il giusto (a differenza del solito), atteso che nello spettro delle soluzioni possibili una sola è quella razionale: quella che chiamano mitigazione, e che andrebbe fatta comunque. Il fatto che non venga fatta, perché presuppone spesa pubblica, riduzione della disoccupazione, e trasferimento di reddito dal capitale al lavoro, mentre si insiste sull'altra, l'"abbattimento", che presuppone la riconversione di capitalismi esteri coi soldi nostri, e trasferimenti di reddito regressivi dal lavoro al capitale, è una banale conseguenza di rapporti di forza che sono difficilissimi da invertire in un campo sul quale le armi sono quelle del condizionamento mediatico.

      Te lo dico in un altro modo: la battaglia "antropico/geologico" non mi interessa, non voglio parteciparvi perché è solo l'ennesima guerra fra poveri messa su per far digerire agli svantaggiati politiche che vanno a loro svantaggio.

      Non è mica la prima volta che vediamo qualcosa del genere, no?

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  3. io non mi interrogherei sulle eventuali cause del fenomeno, che la scienza ha ampiamente dimostrato di non voler capire, quanto sulle conseguenze delle future scelte e decisioni, sia a livello globale che locale. Gli economisti possono giocare un ruolo fondamentale in casi come questi, dove è assolutamente necessario analizzare dati, proiezioni e previsioni di possibili scenari. Sarebbe stato molto utile un gabinetto governativo di questo tipo durante il covid, non perdiamo l'occasione di istituire un panel di economisti esperti durante questa "crisi climatica"

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    1. Un "panel di esperti" ? Ma anche no, mi sono bastati "Lesperti virologi" che uscivano da tutte le TV.
      "Politique dabord !" come diceva quello ....

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    2. infatti ho puntualizzato "economisti esperti"; poi penso a Monti e Draghi e mi viene voglia di rimangiarmi quanto detto. Nella colonia Italia sta'ccosa nun se po fà.

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    3. Secondo me non è una grande idea a prescindere dai tempi, dai luoghi e dai temi. Il fatto è che qui abbiamo a che fare con problemi e scelte di natura squisitamente politica. L'idea di rinviarne la decisione alla tecnica non può che insospettirci (legittimamente). Peraltro, non è che la "climatologia" sia una scienza molto più dura dell'"economia". Non vedo quindi molti spazi per argomentare che "questa volta è diverso", che questa volta ci si può rifugiare in assoluti tecnici, prescindendo dalla sostenibilità economica e sociale delle scelte che si vogliono intraprendere.

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    4. il punto è proprio questo:se le scelte sono politiche e, probabilmente sono "concordate" altrove, bisogna analizzare, argomentare e eventualmente contrapporre analisi che giustifichino o meno la sostenibilità delle azioni da intraprendere; questa ennesima "crisi" indotta parte da lontano ma la sensazione è che duri fino a quando il progetto sociopolitico che hanno in mente non si realizzerà, con o senza la cina. Probabilmente, nelle loro intenzioni, sopravviverà anche alla UE e a noi stessi, perchè presuppone la creazione di un governo globale. Un panel di economisti potrebbe avere gli argomenti per entrare nel merito se non la forza di ribaltare il tavolo.
      Non illudiamoci, la globalizzazione non è morta, perchè si nutre di fondamentalismo messianico e di risorse illimitate, magari ha abbandonato il neoliberismo, a cui verrà data la colpa di averci costretto ad un obbligato quanto necessario neofeudalesimo tecno-ambientalista

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  4. Adolescenza irrisolta:

    A vent'anni anni, dal qualunquismo ignorantissimo, pensai che lo scopo della vita fosse salvare il mondo con il PDS.

    A trent' anni, sfiduciato dall' austerità del PUDE, mi ritirai nel decrescismo che mi fecero studiare a Scienze politiche (Rifkin).

    Ma non mi arresi. Cos' è una banca centrale, come è nata e come funziona mi chiedevo. E diventai anche signoraggista.

    Che bello, Beppe Grillo organizza un partito dal basso, non ne avevo più voglia di attivismo politico, ma la partecipazione giovanile è importante. W Grillo!

    Ma Paolo Barnard mi scosse. Siamo vittime di un complotto?

    Senti Erik (38 anni nel frattempo), fatti una birra e corri in biblioteca a prenderti un libro di Carlo Cipolla...
    La storia, devi studiare la storia....

    Mi avvicino ad uno scaffale fitto di libri di storia economica, la birra mi ha reso reattivo ed euforico, i miei occhi intravedono una copertina bianca: Il tramonto dell' euro.

    Oddio! Cos' è sta roba? Bagnai è un giornalista? Io ho bisogno di un economista o di uno storico. Esultai!

    Mi accorsi, dopo anni belli e cruenti, su un blog che non esiste, di vivere in un regime totalitario.
    Ma allora Erik, cosa c' entra tutto questo con la tua guerra alla psichiatria e il tuo irriducibile desiderio di libertà e spontaneità?

    Non è il suo campo d' indagine, ma è ricorrente che se ne parli.

    Ma allora, forse non ho sbagliato tutto.

    Non vorrei essere più nei panni di un giovane. Provo pietà.

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    1. Anche a me fanno pietà i giovani, se non altro per gli argomenti che espone Panda Millenove nel primo commento a questo post. Devo anche dire però che il loro fanatismo (o opportunismo) mi ha molto raffreddato rispetto a temi quali il "rientro dei cervelli" o roba simile.

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    2. Capisco ciò che hai inteso dire.
      M' interrogavo sulla differenza tra regime autoritario e regime totalitario.
      Una delle caratteristiche che li distingue è l' attivismo delle masse, che nei regimi autoritari tendono alla passività, mentre in quelli totalitari sono incoraggiate a prendere parte a manifestazioni pubbliche.
      Mi pare che siamo di fronte ad un cambio di passo di una sottile strategia di controllo del dissenso, come hai evidenziato nel post.
      Leggevo il tuo link sull' impennata dei presunti stati depressivi nelle giovani donne liberal nei campus USA, dati correlati al massiccio uso dei social network dal 2012 in avanti, e la frequentazione di community molto identitarie e con dei nemici che minacciano tale identità.
      M' interogavo sul rapporto narcisismo e identità in una likecrazia, e lo stesso rapporto invece in una società senza social network, ma con ideologie strutturate, anche in grandi partiti politici come il PCI, dal quale abbiamo visto emanare intellettuali euristi che tante soddisfazioni continuano a darci.
      La leva su un' identità esterna forte, di cui il narcisista (nessuno di noi ne è esente) sente forte il bisogno, è una costante in politica, ma certamente i social network ne esasperano le dinamiche. Ce ne accorgiamo anche noi nella nostra community: abbiamo un forte riferimento identitario "No euro" supportato da dati e tante considerazioni e sentimenti comuni e un nemico, il "piddino", e le possibilità di incontro fisico tra noi sono limitate.
      Nello studio sopracitato si sottolineano l' importanza del gioco nell' infanzia per abituare all' autogestione del rischio, e l' innalzamento dell' età per accedere ai social network.
      In questo senso provo pietà. L' isolamento fisico al quale siamo esposti non credo sia mai stato sperimentato prima, e quando viene negata la possibilità di condividere i propri intimi sentimenti, il narcisismo sul quale la politica fa leva, aumentando opportunismi e fanatismi, si rafforza, con tutti gli effetti nefasti che abbiamo sotto gli occhi.
      Almeno, finché esisteva l' URSS e le sezioni di partito, il tutto era quanto meno bilanciato dal fatto che il lavoro contro il capitale aveva una sponda concreta sulla quale appoggiarsi, mentre le sezioni erano formidabili strumenti di acculturazione non solo politica, ma umana, i rapporti fisici erano di primaria importanza, e noi, qui, facciamo quello che possiamo.
      Non è poco.
      Il punto è e rimane sempre quello: come sottrarre il meccanismo simpatetico al fanatismo.
      La risposta è complessa, e non si esaurisce in queste poche considerazioni.
      Comunque è presente nella bibliografia del blog che non esiste.

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  5. È con la propaganda che si ottiene l’obbedienza totale perché convinta: lo schiavo migliore è quello che crede di essere libero. Il termine fu mutuato non a caso da Lenin, che lo scippò alla congregazione vaticana De Propaganda Fide. E pure il Papa si sta accodando…

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  6. Riflettevo su un altro fatto.
    Senza saperne nulla di climatologia o fisica dell'atmosfera, se per attirare l'attenzione del pubblico bisogno sparare cifre evidentemente assurde (48°) specificando poi, per non rischiare di essere accusati di fakenewsismo, "del suolo" usando quindi un paramentro mai utilizzato prima e fuori dalla normale percezione (se non quando si cammina a sulla spiaggia alla mezza), evidentemente le temperature normali erano appunto normali e allora stai cercando di percularmi.
    (se fossero state estreme avrebbero usato quelle a 2mt)

    Non è questione di scienza, è questione di logica: se mi perculi allora stai cercando di fregarmi.

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    1. Certo, questo è un aspetto del problema, ed è un percorso seguito da tanti di voi con successo per capire che nel racconto che veniva fatto dell'euro e dei suoi successi qualcosa non quadrava. In questo caso però secondo me c'è qualcosa di più, e questo qualcosa è strettamente connesso al fatto che la sinistra ormai non può più nascondersi di aver perso la guerra della globalizzazione, che aveva combattuto con tanta orgogliosa sicurezza. Dietro alla radicalizzazione del messaggio c'è un secondo me evidente desiderio di creare una condizione di latente guerra (santa) civile, di compattare le proprie sgangherate fila contro un nemico. C'è, insomma, l'accettazione del rischio di un degrado irreversibile del clima sociale in cambio del beneficio eventuale di dare un senso alla propria esistenza politica, dopo aver tradito sostanzialmente tutti gli ideali per i quali ci si era tanto spesi, dal laburismo (via deflazione salariale euroindotta) al femminismo (via mercato degli uteri). Il climatismo è l'ultimo rifugio delle canaglie, e tutta la loro comunicazione è indirizzata ad avvalorare la necessità di una simile ridotta.

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  7. Nel secolo scorso la sinistra aveva tra i suoi cavalli di battaglia la denuncia e la lotta anche a questo tipo di "produttori di CO2" ora non dice più nulla..."chi tace..."

    https://www.facebook.com/reel/2107142162986706?s=yWDuG2&fs=e

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    1. Eh, non si può dire... Ma sono corsi e ricorsi storici, sai? Qui, dove leggiamo libri senza figure, ricordiamo bene che c'è stato anche un periodo in cui la sinistra propugnava la produzione di CO2 come strumento di lotta di classe. In fondo adesso è la stessa cosa: i piromani le fanno sempre gioco, ma per la lotta di classe al contrario, quella della distribuzione regressiva del reddito via inflazione strutturale e auto elettriche al triplo delle convenzionali.

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  8. I commenti di un precedente post mi hanno fatto notare un parallelo fra le scelte politiche sull'energia nucleare in Italia e politiche green in Europa.
    A suo tempo in Italia si scelse di rinunciare al nucleare sull'onda emotiva dell'incidente di Chernobyl facendo leva sui pericoli delle centrali nucleari. L'assenza dell'energia prodotta col nucleare ha causato maggiore dipendenza energetica, maggiori costi e non ha diminuito di molto il rischio dato che l'Italia continua ad essere circondata da paesi che utilizzano il nucleare e un'eventuale rilascio in atmosfera non sarebbe fermato da confini nazionali. Inoltre per soddisfare la richiesta di energia la si importa generata col nucleare fornendo un incentivo ai vicini per installare ulteriore potenza nucleare e poter continuare a soddisfare anche le richieste provenienti dall'estero.
    Ora a livello europeo si stanno facendo scelte green che sono destinate effetti simili: causeranno maggiori costi senza peraltro risolvere il problema della CO2 dato che i paesi grandi inquinatori continueranno come prima e anzi saranno incentivati ad aumentare l'impatto sull'ambiente delle loro industrie per poter fornire ai paesi europei quei prodotti che si è deciso di utilizzare in maniera massiccia per la transizione energetica ma, per ideologia green, si è scelto di disincentivarne la produzione in Europa.
    In entrambi i casi, uno su scala nazionale e uno su scala continentale, i partiti di sinistra si sono buttati a capofitto intestandosi queste battaglie e portandole avanti con furore ideologico. D'altra parte chi mai potrebbe dire di essere contro la salvaguardia ambientale e a favore dell'inquinamento; dopo trent'anni le anime belle progressiste continuano ad essere indifferenti ai danni causati dalla loro ricerca di facile consenso. La cosa non può essere casuale.

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    1. Molto condivisibile ma temo che il progetto di indipendenza energetica italiano attraverso il nucleare sia stato abortito ben prima di quel disgraziato referendum.
      I petrolieri contro Ippolito per distruggere i suoi “ambiziosi” (per davvero) piani, attraverso la magistratura, hanno inferto un colpo devastante alle nostre ambizioni nucleari.

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    2. Eh Eh la nostra mitica magggistratura...
      Oh parliamoci chiaro ( datosi che qui nessuno è "ortottero") : OVUNQUE la magistratura è nata ed è rimasta la "Procura del Re",ma noi abbiamo anche il problema in più che dal 1945 il nostro " Re" sta "all'estero"

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  9. Ancora una volta il mago ha estratto il coniglio dal cilindro.
    Ancora una volta tutta la platea è esterrefatta.
    Magia, apparizioni ma soprattutto...sparizioni!!
    E vedrete con che velocità spariranno i risparmi.
    Spariranno, cambieranno saccoccia.
    Come per magia.

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  10. Inizierei a dire che la transizione green è un fatto che riguarda i ricchi della terra al di là delle fregnacce riguardanti l'origine antropica della pseudo non notizia del maximum storico delle temperature di questa valle di lacrime, tanta è la complessità degli elementi che sono oggetto di studio e tanta è la complessità dei fenomeni (ricordiamo tutti il testo del MIT "I limiti dello sviluppo" e che a rileggerlo oggi fa un po' ridere); io tendenzialmente ritengo inutile la discussione scientifica dato che i dati sono opinabili, e le teorie favorevoli o contrarie sono ferreamente sostenute da 2 gruppi di scienziati che ritengo parimenti di livello.
    Ovviamente siamo davanti più a posizioni politiche che a posizioni scientifiche "PROVATE E DIMOSTRABILI SENZA OMBRA DI DUBBIO" come fu ad esempio per le due teorie della RELATVITA' in particolare di quella generale che fu oggetto di svariate verifiche inconfutabili e predette.
    Mettendola su un piano economico, dato che il massimo pseudo riscaldamento antropico è causato dai paesi più ricchi, aventi PIL pro capite più elevato, mi sembra ovvio il fatto che i paesi più poveri vorranno raggiungere condizioni di benessere analoghe e quindi dovremo, noi ricchi sapere che dovremo in breve tempo (viste le torie che danno l'irreversibilità del cambiamento al 2030/2035) rinunciare a sostanziose quote di reddito da cedere ai paesi più poveri per un loro sviluppo green oltre che quote sostanziose di reddito da destinare alla conversione energetica che ovviamente son colpirà tutte le fasce di reddito allo stesso modo.
    Siamo pronti ad azzerare le emissioni termo? Siamo pronti a consumare di meno etc etc etc, ognuno può sbizzarsi come vuole ma il futuro, nelle mani di questi esaltati sarà più o meno questo ed io dico, senza garanzie di risultati concreti sia sul fronte energetico che su quello del clima che segue dinamiche indipendendenti da quelle attribuite al Sapiens Sapiens.

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    1. Che sia una fisima dei paesi ricchi è un fatto, che a dover essere sotto assedio siano i paesi ricchi non direi invece. Gli economisti hanno già documentato che ad essere più inquinanti sono le tecnologie superate, quelle a più alto contenuto di lavoro fisico e macchinari antiquati; il target dei nemici del clima è quindi quello dei paesi poveri, e in particolare la Cina, come rilevato per esempio da Brancaccio; con il quale bisognerà fare i conti seri prima o poi, anche se prendesse, e forse prenderà, il nobel, e se così il lavoro nei suoi confronti sarebbe già stato compiuto da lui stesso.
      Aggiungerei una mia riflessione. Mercoledì scorso ho visto il documentario di Atlantide: “Clima, tempo scaduto”, cioè rivisto per la precisione. Purgatori mi ha dato sempre da pensare: a volte fin troppo allineato, a volte fin troppo pungente; forse era solo una tattica, comunque Atlantide è sempre stato avvincente, in senso buono e meno buono. Questa puntata è una traduzione italiana di un documentario inglese del 2022, realizzato come al solito a senso unico, con tante interviste, ovviamente senza contraddittorio, a “esperti” sconosciuti, politici di passaggio, massaie, adolescenti, vecchietti sdentati, ecc. ecc., insomma il tutto per convincere che ci sia una unanimità di vedute nel vario popolo, compresi noi che ad una di quelle figure di passaggio del vasto album sfogliato dobbiamo pur assomigliare. Un film porno insomma, di adesione istintiva, meccanica e immediata. La furia espressiva, e l'attenzione particolare messa nel solleticare soprattutto la mentalità e le mode giovanili, mi hanno fatto pensare che quando si vuol fare una guerra, si deve avere la popolazione assolutamente convinta di stare dalla parte del giusto, e questo è possibile solo se il motivo scatenante la guerra è stampato indelebile nella mente, come quando si bruciano PROM insomma, ed è diventato proteina costitutiva dell'animale, essenziale al suo stesso istinto di conservazione.
      Un ultima sollecitazione. Non le sembra che nel link da lei allegato di wikipedia sulla “inconfutabilità” della relatività, gli argomenti “inconfutabili” siano un pochino troppi e decisamente affastellati per una cosa così evidentemente “evidente”? Sono convenuti anche buchi neri e onde gravitazionali, niente di meno. Anzi per la precisione nel link allegato, per le onde gravitazionali, si citano solo le stelle di neutroni, quelle sulle quali si trovò anche l'oro per dire, e la data del 2015 viene citata come data di prima osservazione delle famose onde, senza però ricordare che allora si disse essere state generate da buchi neri rotanti, rotanti come le lame di Jeeg robot insomma. Così adesso abbiamo due voci di wikipedia in contrasto, la prima sulle onde gravitazionali che trionfalmente cita i buchi neri come origine certa, e questa sua sulle prove della relatività che, diciamo così, si tiene un pochettino più avvertita. Quando si dice dell'evidenza evidente, eh?! Il diavolo si nasconde nei particolari!
      Ma poi, non era già tutto così evidentemente evidente dalle prime famose foto di Eddington?
      Beh, forse no!

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    2. Non ho capito che cosa c'entri Brancaccio, ma mi sembra sufficientemente ovvio che se il problema sono le emissioni, allora chi più ne produce più è problematico. Ci sarebbe da ragionare sul fatto se vadano considerate quelle assolute o quelle procapite. Magari, sotto il profilo della giustizia sociale, il ragionamento in termini procapite è assolutamente sensato. All'atmosfera, però, posto che le emissioni interessino, le interessano in termini assoluti! Da qui scaturisce la necessità di chiedere alla Cina di ridurre le sue emissioni mentre le chiediamo di fornirci dei prodotti che le fanno aumentare. Capito qual è il problema? O meglio: capito perché certe soluzioni sono evidentemente non soluzioni (come anche i gretini prima o poi dovranno ammettere)?

      Guardate, questa è una storia come quella dell'austerità: ve la scrivo qui perché so che dovranno darci ragione esattamente come sono stati costretti a darcela con l'austerità. TINA.

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    3. Per il padrone di casa.
      Emiliano Brancaccio mi è venuto nel discorso perché m'è sembrato quello che più di altri ha chiarito la natura profondamente economica dietro gli attuali scontri guerreschi e battaglie ecologiche. Suggeriva, per evitare che le cose vadano molto peggio, appunto, che gli americani rinunciassero al loro protezionismo feroce in cambio d'un autoazzoppamento dell'economia cinese attraverso un aumento dei costi da riduzione d'emissioni. Una quadratura del cerchio, insomma.
      Però in effetti il problema poi è tutto lì: qual è il denominatore da scegliere? Noi diciamo: “voi emettete troppo in assoluto”, e quelli rispondono: “ma noi siamo un miliardo e mezzo, perciò siete voi ad emettere di più pro capite”. Maledetta statistica! Tuttavia è chiaro, in effetti questo è un falso problema, è solo un espediente laterale.

      Per ALBERTO49.
      Sì è vero, tutti riportano della vittoria di Bohr. Stana vittoria tuttavia, visto che la relatività generale, da da lui chiamata in causa, è la teoria più deterministica mai proposta in assoluto. Un ossimoro al quadrato, altro che “Einstein tentò di mettere in difficoltà…” ecc. Comunque il punto è solo questo: quando si dice “scienza”, si deve scrupolosamente evitare di dire insieme: “verifiche inconfutabili”. E non ci vuole Popper per chiarire una cosa del genere, e men che meno Severino; con buona pace di Bohr.

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    4. In generale è così come dici e ne do atto nel mio intervento ma le verifiche sulla relatività generale sono abbondanti e non soggette a smentita, come il rallentamento degli orologi o la deviazione della luce o la precessione del perielio di Mercurio. Gli assunti che diedero origine alla teoria nemmeno mi pare anzi di solito gli scienziati e da sempre, dicono che trovare una contraddizione nella Relatività sarebbe cosa analoga a quella di mettere in discussione il 2° principio della termodinamica ovvero assurdo e da sottoporre a verifiche enormi.

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    5. Per ALBERTO49.
      Allora diciamo che è per eccesso di ottimismo. Se condividiamo l'assunto logico sottostante, come pare, poi non è che quello si lasci portare in giro senza togliersi lo sfizio di azzannare il polpaccio tutte le volte che gli viene a tiro. Abbiamo subito una transizione di fase logica, come ha ben colto Erik Babini, e oramai non ci è più concesso di fare la figura di Galileo che riteneva di avere, al contrario di Copernico, prove incontrovertibili che fosse la terra a girare intorno al sole, prove che erano tutte miseramente inefficaci. Lasciamo quindi agli scienziati americani, che tutti gli anni prendono il nobel, e perciò devono essere intelligenti sul serio, l'onere di escogitare altre dimostrazioni più incontrovertibili della relatività generale rispetto a quelle già abbondantissime e incontrovertibilissime date coi loro buchi neri e con altri loro ritrovati, e teniamoci al punto, per ritornare a Bohr, che la relatività e la meccanica quantistica fanno a cazzotti, e bisognerà rinunciare necessariamente ad una o a l'altra, ma probabilmente a tutte e due. Solo Bohr era in grado di usarne una per salvare l'altra, noi conviene che ce ne restiamo più avvertiti, e più aperti verso considerazioni più generali.
      (O.T. Quella di mercurio era già prova miserabile ai tempi di Einstein e le ipotesi classiche funzionavano meglio; per la deviazione della luce spero non si citino più le foto di Eddington prese nei 10 minuti di squarcio delle nuvole proprio nel punto giusto in una settimana continuativa di tempesta tropicale: quando si dice la fortuna!; certo invece, il tempo rallenta in presenza di gravità, ma con ciò? Comunque tutto questo non c'entra con la questione principale della verità scientifica, se Popper non basta, diciamo con Severino che la scienza non ha da spartire con l'incontrovertibile per sua costituzione strutturale)

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    6. Mah!
      Mi scuso per il ritardo nella risposta cosa non voluta intenzionalmente.
      Mi rispondi come se io fossi il difensore di Einstein contro Bohr o della Relatività verso la meccanica quantistica: mi affascinano entrambe come la musica colta ed il r&r anche se ho una leggera predilezione per il r&r, purtroppo capita.
      Stimo entrambi come geni assoluti, e ci mancherebbe altro, credo non ci siano dubbi in proposito e come esseri umani che hanno dato una spinta fondamentale alla conoscenza, come prima fecero Galilei e Newton.
      Ho la vaga impressione che le tue siano considerazioni un po' azzardate quando parlando di quelle prove che citavo le consideri miserrime e anche fortunate, anche perchè allora non fu un fatto banale.
      Ma non spetta a me, certamente e nemmeno sono titolato a difendere un pezzo di evoluzione scientifica fondamentale.
      All'epoca non era così, sicuramente.
      Io non credo che la relatività e l'elettrodinamica quantistica siano necessariamente ad escludendum, anzi, finche avevo tempo e voglia di informarmi, ricordo che si lavorava ad una teoria unitaria (anni 80 e 90) ma qui, vedendo la tua conoscenza della fisica (probabilmente sei un fisico in attività), magari mi smentirai; oggi la questione viene ignorata come anche, oggi la Relatività fa parte dell'archivio storico della fisica e si studia solo per motivi gnoseologici dato che non ha più alcun interesse scientifico e pratico. Però non a livello Wikipedia (ho letto) ma a livello di ricerca avanzata
      Fammi dire solo una cosa, sicuramente la elettrodinamica quantistica è meno deterministica ma vogliamo dire che le sue previsioni sono ripetibili e verificabili (ovviamente fino a prova contraria) come ad es. l'entanglement che fu oggetto di scontro spaventoso, ovviamente con vincitori che non furono EPR.
      Concludo solo con il mio limite legato alla mia specializzazione che è l'Ingegneria (abominevole cosa per il ns. ospite) anni '70 e quindi sono un determinista per natura; se non vedo i fatti non sto sereno. In economia mi piacciono i conti della serva, per esempio.

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    7. Figurati!, penso che il nostro ospite conservi una malcelata riverenza per gli ingegneri, e forse persino per Giavazzi, proprio perché sono, per costruzione direi, gente concreta che arriva sempre all'essenza delle cose; le case non possono e non debbono cascare, ci stiamo dentro. Poi, in effetti, gira tutta una serie di barzellette su una certa, diciamo così, rigidezza. Sì sono fisico, come prima impostazione, poi ci ho aggiunto varie cose, ed in ultimo anche l'economia. Dopo una vita a parlare di politica con gli amici, arriva Monti e mi sento come un deficiente vecchio rincoglionito, così eccomi prima entrato in questo blog e dopo, siccome mi sentivo ancora più stupido, mi sono riiscritto e rimesso a dar esami di economia; un sfriccichio d'emozioni e paure e notti insonni prima dell'esame e patemi d'animo durante gli scritti e lotta contro il professore interrogante agli orali, tutto come una volta, anche se gli amici mi davano per pazzo, ma è stato emozionante, e poi, come dopo il militare, sono tutti ricordi e rimpianti. Degli ingegneri io invece ho una grandissima stima, il primo lavoro fu in una società di informatica e mi presero solo dopo 4 colloqui, o forse 5; mi raccontarono, ma molto dopo, che non sapevano cosa fare perché gli altri erano tutti ingegneri ma io avevo avuto esperienza più diretta coi primi computer da terminale, così infine sul lavoro lo divenni veramente anch'io ingegnere, che da piccolo a domanda specifica: cosa vuoi fare da grande, avevo risposto: l'ingegnere elettronico, e così fu, promosso sul campo. Poi vennero le crisi, ovvero io sentii il richiamo della foresta vergine della fisica, anche se una volta diventato un poco ingegnere non ho retto la vita del puro ricercatore, non mi era più possibile passare la vita in astratto. Poi sono successe tante altre cose ma qua non importa. Insomma quasi tutti i miei amici sono ingegneri, e, per la verità, in effetti, sulla fisica sono un poco tutti troppo rigidi; i fisici sono per costituzione un poco più farlalloni, e nel profondo non credono in niente e in nessuno, per mestiere dico, e neanche i nomi di Galileo e Newton o Einstein o Bohr gli fanno la minima ombra; di critiche ce n'è per tutti, e non superficiali o accademiche, no!, di sostanza, diciamo che il fisico è per costituzione scettico. Totalmente scettico! Per favore non citare più l'entaglemet e i computer quantistici, quella roba è come la particella di Higgs, i buchi neri, le onde gravitazionali e il cambiamento climatico, siamo tornati nel medio evo, ecco questo è il riassunto di quello che naviga nel cervello di un fisico.
      (spezzo perché mi dice che è troppo lungo, più tardi allego il resto)

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    8. Secondo tempo (e speriamo che il sistema non inverta, ma tanto le parti sono indipendenti).
      Il mio professore di fisica 1 e 2 aveva insegnato tanti anni ad ingegneria, si chiamava Gianfranco Chiarotti, discepolo di Caldirola, e fondatore di Tor Vergata, quasi premio nobel, un pioniere negli studi sui semiconduttori, e tu pensa adesso perché noi ci possiamo contattare così come stiamo facendo a chi dobbiamo dire grazie; diceva che prima si era trovato come funzionavano e poi era arrivata la teoria a spiegare perché funzionavano così, e se lo diceva lui, ci si poteva e doveva credere. Era persona di una correttezza straordinaria e delicatezza, lo incontrai una volta per caso in un concerto per viola da gamba a via Giulia mescolato col resto del popolo. Beh insomma prima della pensione volle fare gli ultimi anni d'insegnamento a fisica, e io, neostudentello in erba indottrinato dalla televisione, gli chiesi, con voce rotta ed emozionata, se era vero che Zichichi era il più grande fisico italiano. Non riferirò la risposta, ma io allora non sapevo nulla, e comunque col tempo non la condivisi, perché, pur con tutte le sue debolezze, anche Zichichi s'è molto speso per la fisica. Comunque l'ho citato perché, venuto a insegnare a Fisica, lui raccontava sempre la stessa barzelletta sui fisici e gli ingegneri il primo giorno del primo anno a Fisica 1 e l'ultimo giorno del secondo anno a Fisica 2. La barzelletta era questa. Aula di fisica prima dell'arrivo del professore nel quarto d'ora accademico: tanto disordine e tutti a vociare; aula di ingegneria prima dell'arrivo del professore nel quarto d'ora accademico: tanto disordine e tutti a vociare. Entra il professore nell'aula di fisica e dice: “Buongiorno”, e tutti a continuare a vociare e far casino; entra il professore nell'aula di ingegneria e dice: “Buongiorno”, e tutti a scrivere: B-u-o-n-g-i-o-r-n-o. Nessun amico ingegnere a cui l'ho raccontata s'è mai offeso, anzi concordano. Se non avessimo gli ingegneri bisognerebbe inventarli secondo me.

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    9. Grazie Matteo per la bella storia personale. Io credo che i fisici siano generalmente dotati di grande fantasia menjtre in maggioranza noi siamo o meglio eravamo più orientati alla pratica industriale.
      I miei professori di fisica furono Daniele Sette e Mario Bertolotti, terribile personaggio che era uno dei capi ricercatori al sincrotrone di Frascati; ricordo che tutti gli esami successivi li superai in modo psicologicamente sereno pensando :"se ho superato fisica con Bertolotti il resto non può che essere una passeggiata". Ricordo che all'esame di fisica nel 1969 fui l'unico a superare l'esame.
      Mio figlio, ingegnere con 5 anni di dottorati di ricerca in ambito strutturale ha una formazione mentale che è intermedia tra la fantasia del fisico e quella dell'ingegnere calcolatore.
      Debbo dire che abbiamo in generale una buona università.

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  11. Ricordo a tutti che il prossimo 5 agosto sarà rievocata le miracolosa nevicata del 358 d.C. a Roma. Sono convinto che quello fu un anno anomalo.

    Signore Iddio, facci sognare, inviaci una nuova stagione fredda di qualche anno di lunghezza, per levarci dai coglioni questi imbecilli!

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  12. L'era del riscaldamento globale è finita, inizia l'era delle cazzate globali.
    Luglio 2023 il più caldo di sempre.

    Questa è sicuramente una puttanata colossale, per due motivi certi:
    A)Il livello dei mari era più alto di quello attuale di circa 7 metri 125.000 anni fa
    B)Terracina, ove trovasi oggi Piazza Garibaldi trovavasi in epoca repubblicana, una vasta insenatura ove erano ancorate imbarcazioni, il che significa che il livello marino era più alto di oggi di qualche metro.

    Sputtaniamo questi idioti!

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    1. Senza contare che "Luglio 2023 il mese più caldo di sempre" non puoi dirlo se Luglio 2023 non è ancora finito quando scrivi quel titolo!!!

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    2. No, non si faranno sputtanare. Diranno che il livello dei mari è sceso perché la preziosa acqua è sparita (chissà dove?) e Il Pianeta soffre. Sono già arrivati a sostenere che non bisogna bere due litri al giorno perché Il Pianeta non può prestare a ciascuno di noi un litro ogni dodici ore (lo restituiamo entro quel lasso di tempo).
      La logica è bianca, autoritaria e patriarcale, dunque CATTIVA. Oramai si va di pure emozioni e certi argomenti si esauriranno solo assieme ai finanziamenti che li sostengono. Se mai finiranno.

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    3. Loro partono sempre con la sicurezza di essere invincibili!

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  13. 4 regioni che vanno a fuoco nel giro di 24 ore non sono un caso, ma non credo che sia a causa del ClaimatCeing: temo si tratti di una riedizione, aggiornata e corretta, della strategia della tensione, quella necessaria ad imporre decisioni al riparo del processo democratico. Cambia la forma del contenitore, ma il liquame contenuto è sempre lo stesso.

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    1. Ci potrebbe anche stare, se non altro nel senso che la narrazione dell'eccezionalità suggerisce al piromane che l'attenzione potrebbe non essere concentrata su di lui. Peccato che ci siano i droni.

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  14. A proposito di narrazioni catastrofiche e di previsioni degli sfigati... La risposta a quel bellissimo post del 2011 ne conteneva una niente male: "Entro il 2025, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dell’acqua, i 2/3 della popolazione umana potrà avere problemi legati alla mancanza di acqua potabile".
    Purtroppissimo però...
    sta aumenando!
    Confesso che ho qualche sensibilità ambientalista: nel trilemma di Borghi scelgo l'opzione 3 (a naso, perchè non ho gli strumenti per valutare studi di questo tipo), faccio di tutto per non buttare cibo (anche per educazione familiare), faccio una passeggiata a piedi invece di prendere la macchina quando la distanza lo permette, etc. Per cui, come immaginate il fanatismo ed il catastrofismo di questa sciagurata deriva grin mi fanno ancora più inc***are in quanto controproducenti.
    Ma come si fa a non vedere, per esempio, che la sfrenata libertà di movimento di capitali e merci ha un impatto gigantesco sull'ambiente? E non solo per i fisici in sé, ma anche o soprattutto per la tendenza di questo sistema a premiare il gioco al ribasso...
    I gretini:salvezza del mondo=memmeta:uscita dall'euro=questione morale:comunismo= etc. etc.
    So di non aver aggiunto nulla a quanto già spiegato qui sopra ed in altri post in modo molto più chiaro e più sintetico, scusate lo sfogo... e grazie mille al Prof come sempre per l'impegno divulgativo e politico.

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    1. In effetti la nostra migliore garanzia di non arrivare bolliti al termine delle nostre grame esistenze è che i catastrofisti sono così sfigati che si portano sfiga da soli (e quindi quanto più gridano al cataclisma, tanto meno questo si verifica). Dopo di che, io la penso esattamente come te sia sotto il profilo dei comportamenti individuali (rispettare l'ambiente non ha controindicazioni: peraltro, vorrei sapere quanti di quelli che ho incontrato oggi in montagna fossero gretini, o, di converso, quanto i gretini nella Natura ci vadano e ci sappiano stare), sia sotto il profilo dell'analisi socioeconomica. Per quanto la si voglia erigere a causa prima di ogni dinamica umana, la questione climatica è al più il sintomo di una pessima organizzazione dei rapporti economici.

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  15. Ma ma se durante uh coviddo a migliaia a pensare fosse giusto che la specie umana abbandonasse questo pianeta in modo definitivo, adesso hanno cambiato idea ? 🤣

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  16. Scusi l'OT: il video di oggi su Telegram era la Marella Madre? Ho una discussione a riguardo con la moglie.

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  17. Veritas vos liberavit: dite a Zaia di tirare fuori i dati grezzi resi anonimi delle ricette dei medici di base , delle SDO e delle vaccinazioni (tutto registrato nei computer della regione Veneto) e chiedete alle assicurazioni di fornire le serie storiche delle denunce di sinistro per i danni sui rami collegati agli eventi atmosferici . In particolare la assicurazione FATA (se c'è ancora) di proprietà dei consorzi agrari assicurava dalla grandine . Nel 1981 ho fatto il primo programma per elaboratore per tale gestione . La valutazione va da sè considerando il numero degli ettari coltivati / assicurati . Pubblicare questi numeri zittisce chiunque utilizzi metodiche scientifiche fatte su 8 topi . Lo stato siamo NOI ed i dati sono i NOSTRI : la legge dovrebbe tutelare la richiesta di dati da parte dei cittadini non ciascuno per sè , ma come dati collettivi per uso sociale . Questo concetto manca nella legge della "privacy" .

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    1. Indubbiamente i dati sui sinistri potrebbero aiutarci a capire qualcosa.

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  18. Vorrei dare un piccolo contributo scientifico alla discussione sul clima ed una considerazione di tipo politico.
    Considerazione scientifica:
    L'atmosfera e' un fluido (multifase) e come tale soggetto alle leggi termofluidodinamiche che si applicano ai fluidi. Purtroppo, le equazioni che governano questi fenomeni sono altamente non-lineari il che dal punto di vista fisico si riflette in quel fenomeno chiamato "turbolenza". Ora, per poter accuratamente rappresentare l'evoluzione dell'atmosfera e relative proprieta' (Temperatura, umidita' etc.) c'e' bisogno di una risoluzione enorme. La scala di Kolmogorov (gli addetti ai lavori sanno cosa intendo) e' dell'ordine del millimetro. Considerando uno spessore della stratosfera di 20km, avremmo bisogno di una griglia con 10^25 celle. Non credo che ci sia un computer, nemmeno quantistico, con una tale potenza, e qui si parla solo della risoluzione spaziale, ci sarebbe un discorso a parte da fare sulla risoluzione temporale che dovrebbe essere dell'ordine del millisecondo, e la simulazione girare per un centinaio d'anni = 10^11 nodi temporali. La tipica griglia atmosferica  e' dell'ordine del chilometro. (1km/1mm = 10^6). Va da sé che dal punto di vista fisico i fenomeni atmosferici non si possono rappresentare in maniera esatta. Per tale ragione si fa ricorso ai modelli climatici, (generalmente empirici) che necessariamente dovranno essere molto meno accurati di quanto necessario per due motivi: 1) Non si basano, o comunque non abbastanza, sulla fisica dell'atmosfera; 2) Se si basano sulla fisica dell'atmosfera, necessariamente non hanno nemmeno lontanamente la risoluzione necessaria per effettuare una previsione affidabile. Ci sarebbero delle obiezioni da fare a questo mio ragionamento perché l'atmosfera e' assimilabile ad un flusso stratificato e per cui la risoluzione necessaria poi sarebbe minore. Puo' darsi, ma non cosi' tanto. In conclusione i modelli climatici sono affetti da un'incertezza enorme. Paradossalmente potrebbero anche azzeccarci, specie nel breve periodo, ma che possano prevedere come sara' il clima tra 100 anni e' qualcosa di risibile.
    Considerazione di tipo politico:
    Ognuno ha diritto alla sua propaganda, ma devono proprio farlo con i soldi nostri? Se dobbiamo fare sacrifici per salvare il clima, non potremmo cominciare tagliando il finanziamento pubblico ai giornali o qualche alto stipendio RAI e utilizzare quei fondi li per qualche progetto green? Non e' grillismo, la qualita' va pagata, la propaganda non necessariamente. Avreste anche la scusa di salvare il pianeta.....

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    1. Andrea puoi inviarmi cortesemente qualche titolo per studiare questa materia, da roba semplice a complessa. Grazie.

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    2. Dunque, parlando di libri, un libro che ho amato molto (ed io sono di gusti difficili) e': "Atmospheric and Oceanic Fluid Dynamics" di Geoffrey Vallis. E' un testo rigoroso. Presenta i tipici modelli fluidodinamici-atmosferici, bidimensionali naturalmente, ma basati sulla fisica. Sulla turbolenza in generale i testi piu' popolari in Accademia sono: "
      Turbulent Flows" di Pope e "Turbulence" di Davidson. Molto popolari, ma non mi hanno impressionato. Per le questioni di Fluidodinamica numerica (griglie, risoluzioni etc.) ho trovato un buon libro: "An Introduction to Computational Fluid Dynamics" di Versteeg e Malalasekera. Va detto pero' che la maggior parte delle cose si imparano sul campo, facendole. Per quel che riguarda i modelli climatici, non ho un libro, e comunque non lo comprerei. Se hai Scopus puoi scaricarti gli articoli da li. Si trova qualcosa su Google Scholar e su Researchgate. Quel che posso vedere e' largo uso di metodi classici di analisi dati, Kalman filter, regressioni, Anche Neural Network. Il problema e' che questi metodi sono molti dipendenti dal dataset utilizzati per il training e gli errori tendono ad esplodere con il tempo.

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    3. Grazie Andrea. Per ora è sufficiente.

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  19. Non sentite un certo freschetto anche voi? A Roma, di notte, debbo dormire con il plaid.
    Magari la Corrente del Golfo sta facendo brutti scherzi
    Faccio presente che questo comportamento ricorrente della corrente viene ritenuto responsabile dell'ultima glaciazione dove l'uomo non c'entrava certamente nulla.
    Ricordo un articolo anni '80 su "scientific american" molto documentato e basato sull'analisi di carote del fondo oceanico che analizzava detto fenomeno e appunto ne attribuiva la causa dell'ultima glaciazione.

    Oggi, vedo attribuire il rallentamento della corrente a cause antropiche come si può osservare sopra!
    Ragazzi vorrei bestemmiare ma mi astengo, e questo sarebbe un modo corretto di fare ricerca???

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  20. Esattamente come dice. Bisogna fare manutenzione del territorio ma essendo questa, per i geni ultraliberisti, spesa improduttiva non viene fatta o viene contabilizzata come debito pubblico, in re ipsa, brutto e cattivo. Invece il ramo che sfonda la macchina é un investimento buono e giusto perché l'assicurazione paga il carrozziere e fa quindi crescere il PIL (nel caso invece sfondi la testa di qualche malcapitato non é piú tanto cosa buona e giusta perché aumenta i costi della sanitá). A tal proposito si guardi cosa é successo agli olmi di via Mac Mahon a Milano dopo la bufera dell'altro giorno. Non uno caduto. Come mai? Perché avevano fatto i test di trazione sugli alberi negli anni passati e quindi abbattuto solo le piante pericolanti e malate. Relativamente invece alla Cina mi chiedo se non sia possibile ipotizzare dei dazi che si basino sulle modalitá di produzione dei beni. Io infatti non ho mai capito come mai, non ci sia un minimo di regole ambientali e sociali da rispettare per far parte del WTO. Non é corretto che un bene cinese prodotto da minori e versando gli scarichi chimici direttamente nel fiume sia in competizione con la stesso bene prodotto seguendo regole stringenti sia per il benessere dei lavoratori che per l'ambiente.

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  21. Una delle mie preferite, tra le narrazioni catastrofiste, è quella relativa alle Maldive. Per le Maldive sono state fatte molte previsioni di totale scomparsa sotto le acque dell'oceano Indiano a causa dell'innalzamento del suo livello, ovviamente per effetto del cambiamento climatico.
    Ora, non solo questo non e' ancora successo, ma nel 2019 le Maldive
    hanno annunciato la costruzione di ben cinque nuovi aeroporti. Ci sono varie incongruenze in tutto questo:
    1) se costruisci cinque aeroporti forse non pensi che la situazione sia cosi effimera
    2) quelli che hanno stanziato i fondi per costruirli pensano in qualche modo di pareggiare e poi guadagnare sull'investimento
    3) Se viaggiare in aereo contribuisce notevolmente all'emissione di CO2 che poi fa innalzare il livello dei mari, allora costruire cinque aeroporti significa dare un cattivissimo esempio.
    4) Viene il sospetto che questa sia solo una strategia per attrarre turisti (fate presto: venite finché le isole ci sono)

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    1. Sì, anch'io adoro! Fatto sta che il capitale racconta balle perché le credano i lavoratori, non per crederle lui. L'unica eccezione che io conosca a questa regola è Draghi (che veramente credeva alla balla che faceva raccontare ai giornali secondo cui gli italiani lo avrebbero prediletto: tant'è che tutti i partiti che lo hanno sostenuto, Lega compresa, alle elezioni sono stati purgati!).

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    2. Io comunque mi accontento della Puglia.

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    3. La lega già si sa che più che sostenere il drago 🐉 lo hanno "trattenuto in gabbia" per evitare facesse troppi danni , purtroppo non è stato compreso...

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    4. Anche noi andiamo in Puglia, ad Ottobre, magari ci si incontra...

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  22. Come del resto in Spagna gli elettori sono riusciti a regalarsi forse una bella riedizione del governo di unità nazionale ( auguri 😅)

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  23. Risposte
    1. Io no 🤣 che commento interessante al dibattito

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  24. Direi che quest'uomo aveva già definito con chiarezza la via di una corretta valutazione dei fenomeni . Il video è degli anni novanta (vista l'età apparente) ma il testo e le profonde valutazioni scientifiche risalgono ai primi anni 80 :
    https://www.youtube.com/watch?v=7W33HRc1A6c
    Purtroppo in inglese .

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