lunedì 19 febbraio 2018

Comunicazzzione di servizzzio

Carissimi, sospendo di nuovo i commenti sul blog perché non riesco a stargli dietro e mi dispiace. D'altra parte, da commentare c'è poco. Chi era d'accordo l'ha detto, chi non era d'accordo anche, in modo molto civile e partecipe, e poi ci sono i cialtroni, quelli che "razzista!", o "diamanti della Tanzania!". Io non sono un gemmologo, preferisco guardare al futuro, e comunque, se guardo al passato, vedo che il primo articolo di questo blog, il blog che ha portato fatti e dati nel dibattito, è stato scritto il 16 novembre 2011 (data dell'insediamento di Monti) per dire che l'austerità sarebbe stata un fallimento, e l'unico partito ad essersi opposto al Fiscal compact è stato la Lega (che allora si chiamava ancora Lega Nord). Per tutto il resto c'è Giovanni 8, 7.

La domanda giusta quindi non è "perché sei andato con la Lega?", ma "perché non avresti dovuto schierarti con loro?". Rispetto chi non lo capisce, purché si esprima in modo rispettoso.

Quanto al mio principale avversario sul collegio di Firenze, cosa volete che vi dica? Va in televisione millantando di avermi incontrato, ma sappiamo bene che non accetterà mai un dibattito, per tre ottimi motivi: uno di comunicazione (mi darebbe visibilità), uno di sostanza (non ha la competenza per sostenere un dibattito con me), e uno politico (il tempo dell'arroganza è scaduto). Si comporta come una bestia ferita, mi fa quasi tenerezza, la mia battaglia non è contro di lui, ma nei collegi, per capire dalle persone quali sono i problemi che stanno loro a cuore (e loro sono sorpresi di vedere che lo so, perché non sanno quante lettere ho ricevuto da quando questo blog è stato aperto, e delle quali vi ringrazio). Invece di parlare due minuti per essere interrotto dalla pubblicità, preferisco ascoltare senza interruzioni. Inutile che se la prenda con Salvini, rimproverandogli di aver evitato il dibattito a Firenze. Con questa scelta Salvini ha dimostrato la sua volontà di trasformare la Lega in un partito di massa su scala nazionale, andando a presentarne il progetto in tutte le regioni d'Italia, ed evitando di vivere queste elezioni come l'ennesimo referendum su Renzi e sul PD. Ha dimostrato cioè di voler combattere una battaglia aperta e stimolante, anziché una battaglia persa in partenza dall'avversario, e persa nel modo più umiliante: per abbandono di campo. Perché, va detto, la scusa che io non sono (orgogliosamente) un big della politica non tiene: la logica dei collegi uninominali impone che il dibattito più naturale sia quello coi tuoi diretti contendenti. Ovviamente, per non sbagliare, la premiata ditta ha messo sul collegio di Firenze Renzi contro un grillino renziano. L'unico contendente sono io, ed è per questo che il mio avversario, più giovane di me, chissà perché non riesce ad appiccicarsi il mio nome in testa. Sarà un piacere ricordarglielo ogni giorno per i prossimi cinque anni, ove mai lui riesca ad accedere al Senato che voleva abolire.

Volevo però parlarvi di altro, di cose veramente più importanti. So che "Facebook gne gne gne" e che "Twitter ficata!" e che "io i social non li sopporto" ecc. Argomentoni! Dobbiamo lavorare con quello che abbiamo, che lo capiate o no, e i media mainstream ci remano contro (ancora per poco). Ci restano i social media. Lettere d'amore me ne avete scritte a tonnellate, ma ora c'è da fare qualcosa di concreto, che non vi costa nulla. Da qui alla fine della campagna elettorale io interagirò solo sulla mia pagina Facebook che trovate a questo indirizzo. Sapete che anch'io non amavo (e tuttora non capisco) Facebook, ma ho aperto la mia pagina perché mi è stato chiesto di farlo (e io so obbedire e stare in squadra). Ora è importante che voi le diate visibilità mettendo il vostro "like" o seguendola, e rilanciandone i contenuti. Per il diario della mia campagna userò quella pagina, lì troverete le informazioni, lì interagirò con voi: con chi è d'accordo, e anche con chi non è d'accordo. Non posso gestire il dibattito su tre piattaforme (blog, Twitter e Facebook). So che comprenderete e mi scuserete. So anche che, se siete qui, è perché, in un modo o nell'altro, condividendo o meno la mia scelta, volete lottare per l'indipendenza e l'autodeterminazione degli italiani.

E, che lo vogliate o meno, è appunto questo che ci Lega.

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