domenica 5 giugno 2016

Il dovere civico

...eppure io glielo avevo detto a Tessie: "Per favore, Tessie, per domenica fammi trovare stirata la camicia che metto sempre in televisione, quella azzurra con le stelle gialle. Sai, l'articolo 48 della nostra Costituzione dice che: 'Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.' A questa Costituzione formale si sovrappone la Costituzione materiale, quella che dice 'Il vostro voto non serve a un cazzo'. Mi sembra quindi giusto partecipare a questa grande cerimonia laica inalberando il vessillo di chi con tanta franchezza ce ne ha delineato l'ambito: un insieme di misura di Lebesgue nulla, come direbbe un certo amico mio strano al quale piacciono le bionde - ma sta con una mora...".

Insomma, io mi ero raccomandato, perché ci tenevo proprio. E invece gnente. Così, mi è toccato andare a votare con la prima camicia che ho trovato nell'armadio:


...una bella camicia di lino color asfalto, comunque appropriata all'operazione che mi accingevo a compiere: asfaltare chi ha distrutto il nostro paese propugnando e mettendo in pratica le riforme pinochettiane imposte dalla Bce e oggi ipocritamente sconfessate dal Fmi (ma di questo parleremo in separata sede, perché il dilettantismo dei commenti che ho letto finora circa il toilet paper del Fmi mi fa veramente recere).

Che poi quant'è piccolo il mondo! Ero appena arrivato a Shanghai per tenere questa lecture (cose che capitano a noi studentelli arroganti ai margini della comunità scientifica), quando il collega che mi aveva invitato mi chiede: "Ma tu conosci Tizio Tale? Sì, è un nostro collega, ed è nel comitato elettorale di Giachetti!". Incredibile. I piddini ti escono dalle fottute pareti anche dall'altra parte del globo. Io dico: ma uno come fa a credersi un economista andando contro tutto quello che la letteratura scientifica ci ha insegnato, ad esempio sugli effetti delle riforme del mercato del lavoro, o sull'impatto dell'euro sulla produttività? [nota: questo paper non vale niente, ma lo cito per non citare il mio, e perché quelli che si credono economisti tenderanno a prestargli fede]. E a farlo ignorando tutto quello che gli scienziati politici ci hanno insegnato, ad esempio sulla teoria del vincolo esterno e sulla sua relazione con il disegno di smantellamento dello stato sociale? E a farlo, per di più, sentendosi "di sinistra"? Dove, naturalmente, per "sinistra" non si intende l'atteggiamento progressista dell'intellettuale che concepisce il proprio ruolo di servizio verso la comunità che lo nutre ponendosi a difesa degli interessi dei ceti subalterni, ma l'atteggiamento narcisista di chi interpreta il proprio ruolo nella società come segnale di appartenenza alla comunità di quelli che si sono autoeletti migliori degli altri.

Che dovevo fare? Un sorrisetto di circostanza. Questo reazionario (che tale è e resta) magari sarà anche una persona simpatica. Del resto, nessuno di noi è mai andato in pizzeria con Pinochet. Magari anche lui sarà stato un simpatico compagno di sbronze, avrà raccontato barzellette divertentissime: "La sai quella dell'aereo carico di oppositori politici?..."

E tutti a ridere...

A me viene solo una grande tristezza nel constatare come l'accecamento ideologico prevalga sulla sfera razionale anche in chi avrebbe il dovere di unire i puntini e gli strumenti culturali e scientifici per farlo. Ecco, Tizio Tale (perché so che tu mi leggi): voglio che tu sappia che io come uomo ti rispetto, perché è mio dovere farlo, mentre da uomo (e da economista) di te penso esattamente quanto ho scritto sopra. Rispetto anche chi pilotava i vuelos de la muerte (che erano sull'altra sponda del Southern Cone), per dire, e non chiederei la sua testa come non chiedo quella di nessuno.

Comunque, sperando che Giachetti non arrivi al ballottaggio, chiudo questa parentesi, e ritorno alla cronaca.

Mi metto in fila, voto (segreto), e poi uscendo noto un simpatico personaggio che si intratteneva con gli elettori in coda. Dettaglio: l'amico portava spillato sul vestito un badge con lo stemma del partito degli onesti (non voglio nemmeno nominarlo, tanto avete capito qual è, e poi siccome abito a meno di 200 metri dal seggio, potrebbero arrestarmi per alcuni mesi). La cosa mi colpisce, perché, nonostante l'amico non stesse facendo propaganda, ma stesse dando delle indicazioni (corrette) sulle modalità di espletamento del voto, mi sembrava che esporre un simbolo politico in quella sede non fosse appropriato.

Uscendo, interpello il brigadiere di servizio: "Scusi, ma secondo lei è ammissibile esporre un simbolo politico all'interno del seggio?" E lui, cortesemente: "Sa, il problema si presenta ogni volta [nota: io non me ne ero mai accorto], comunque abbiamo interpellato l'ufficio elettorale del comune, che ci farà sapere". E io: "Grazie, buon lavoro!"

L'Arma (per antonomasia) resta sempre una certezza (e peraltro sono sicuro che molti suoi appartenenti non siano esattamente entusiasti, soprattutto se hanno la mia età, di questo stato delle cose, nel quale la nostra bandiera viene continuamente stracciata e vilipesa. Ma non apriamo questo discorso).

Allora, tornato a casa, cerco di capirci qualcosa di più, e consultando la fonte che vi ho citato sopra trovo questo spettacolare arzigogolo:


Quindi: entro 200 metri dalle sezioni elettorali i manifesti non si possono affiggere, ma non si devono defiggere (bel verbo, lo terrò presente), mentre per quanto riguarda i distintivi politici, dentro il plesso (alias: edificio) è possibile esporli, ma appena si esce bisogna deporli (vabbè: lui dice rimuovere, però se il contrario di affiggere è defiggere, allora il contrario di esporre è deporre).

Dal che traggo due sintetiche conclusioni.

La prima è che il partito degli onesti è anche quello dei furbi: hanno capito subito come farsi propaganda restando dentro il perimetro di quanto è ammesso dai regolamenti (e per questo, naturalmente, tanto di cappello)!

La seconda è che con una burocrazia così, e con un pilota automatico come quello che vediamo all'opera (in particolare, nel referendum), temo che sarà durisssssima...

Naturalmente, noi abbiamo il dovere di non arrenderci. Questo patto ci lega, e pacta sunt servanda.

62 commenti:

  1. Buongiorno Professore, ho appena visto la sua foto che fa il verso al radicale con la testa tra le nuvole e i piedi nelle buche che aspira a diventare sindaco della città che per prima ha visto una Repubblica farsi Dittatura e poi Impero.
    Sono di sinistra, non so quante volte mi ha sbilifestato sia direttamente - nel senso di commenti a miei commenti - sia indirettamente - nel senso della sue riflessioni principalmente rivolte a noi, elettori di sinistra, ostinatamente convinti nel continuare a dare tafazziana fiducia a chi, professandosi di sinistra, ci ha propinato politiche economiche di chiaro significato padronale. 
    Ho letto i suoi due ultimi libri, anzi, le dirò, li ho riletti (sto rileggendo in questi giorni il Tramonto), perché mi piace rileggere i libri, specie se appassionati, e perché, nonostante la sua abilità espositiva, alcuni passaggi tecnici faccio ancora fatica a metabolizzarli. 
    Probabilmente il mio retaggio culturale - non ho mai nascosto le mie tendenze marxiste - rappresenta un ostacolo.
    E però il suo messaggio di fondo mi ha colpito fin da subito. 
    Che cosa dovrebbe identificare una forza politica che si etichetta a "sinistra"? L'attenzione alla cosa pubblica? Certo, ma questo dovrebbe essere un obiettivo di qualsiasi forza politica, perché la politica è coltivare l'interesse pubblico.
    L'obiettivo della partecipazione del popolo alla vita politica? Come no, ma anche questo dovrebbe essere un obiettivo di tutte le forze politiche che si dicono democratiche, essendo l'inclusione un elemento imprescindibile della democrazia.
    No, ciò che ha da sempre contraddistinto storicamente una forza politica definita di sinistra è stata la propensione a difendere il lavoro e il lavoratore.
    Un partito che persegue come obiettivo il contenimento dei salari, la deflazione e l'indifferenza nei riguardi del fenomeno della disoccupazione e delle forme di sottoccupazione, abbracciando le tesi di chi vuole attribuire ai disoccupati la 'colpa' di non accettare le nuove condizioni del mercato del lavoro, spingendosi finanche a storpiare la semantica per distinguere tra i disoccupati gli inoperosi o 'inattivi', i più colpevoli di tutti perché proprio accidiosi nel non cercare di risolvere la propria situazione di disoccupati, non è un partito di sinistra.
    Sono stato catturato dall'idea che l'euro avrebbe contribuito a risolvere i problemi se non di tutti di molti. Non mi sono reso conto del fatto che invece li avrebbe aggravati: i passaggi politici che hanno scandito l'ultimo ventennio sono stati tutti figli di quella scelta - sciagurata - operata da cittadini che hanno creduto nel sogno che è stato loro propinato. Operando nel settore della sanità, percepivo gli scricchiolii dell'impianto ma non ne comprendevo la causa radice.
    L'averla infine compresa è stato un pugno nello stomaco, accompagnato dalla sensazione per cui sia ormai troppo tardi e che la sola cosa da fare sia ripararsi all'interno del fortino della Costituzione e resistere all'assedio finale degli usurpatori, sperando che si scannino tra di loro (parte prima).

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    1. Caro Giuseppe, le tue parole mi hanno commosso perché da essa: trapela tutto il travaglio e la sofferenza di chi (cito) per anni ha aderito al dogma; la valenza critica e didattica dello spossante impegno di AB; infine la speranza che, per quanto tardivamente, siano sempre più a ravvedersi in un mondo in cui, se hanno ancora senso gli schieramenti, essi debbano realizzarsi per valori, innanzitutto economici e sociali, anziché per stantie ideologie

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  2. Avevo perciò pensato di non votare, perché, istintivamente, non trovando nessuna formazione politica apertamente vicina alle mie posizioni ed essendo un fottuto - mi si perdoni il termine - dogmatico, lo spiaggiamento sulla riva del non - voto mi appariva la soluzione più naturale.
    Poi, il giorno dopo la capriola di Benigni, disgustato dall'ennesimo capitombolo e provato da questa nuova Caporetto, ho letto il suo post precedente e mi sono ricordato del senso dell'articolo 1 della nostra Costituzione, lo stesso articolo che Benigni aveva ben interpretato nella sua declinazione originaria, salvo poi sbertucciarlo con la sua conversione sulla via di Repubblica (il giornale).
    Quell'articolo ci ricorda che l'Italia è Res Pubblica (è cioè di tutti quanti noi ed è sacrilego anche solo immaginare che altri - quand'anche la più autorevole delle Istituzioni sovranazionali - possano assumere iniziative volte a privarci di ciò che è nostro per di più senza consultarci) e che a ciascuno dei suoi cittadini è richiesto l'impegno (fondata sul lavoro) a far sì che resti tale, che resti Res-Pubblica.
    E l'impegno principale è quello di esercitare la sovranità, con lo strumento che ci è stato donato da chi ha ricostruito il Paese dopo la guerra civile e mondiale.
    Non votare è rinunciare ad impegnarsi, a mantenere gli impegni assunti nel momento in cui ci si è riconosciuti italiani.
    E, in questo momento, l'impegno a difendere la Res-Pubblica passa dall'obiettivo di abbattere il Partito Democratico che è il responsabile principale, assieme a Giorgio Napolitano, della sostanziale abolizione dell'art. 1 della nostra Costituzione avvenuta attraverso il connubio con l'UE e la conseguente inevitabile assunzione di quella fede nuziale che risponde al nome di Euro.
    Non sono le comunali di Roma, Torino, Milano, Napoli e degli altri centri. Sono un passaggio che porta al referendum, un test. Un test che il Partito Democratico teme a tal punto da aver oscurato il proprio nome, camuffato da liste civiche e sotto forme di denominazioni.
    Perciò non importa per chi votate: basta che andiate a votare e che andiate a votare per un partito, lista o movimento che non si riconosca in alcun modo nel progetto politico totalitario che risponde al nome di PD.
    Non concediamo loro il lusso della nostra disaffezione, non diamo loro questo vantaggio.

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    1. giustissimo votare è un dovere e votare il meno peggio pure , mi dispiace che il m5s che io non reputo dotato della verità assoluta non si sia avvicinato a degli intellettuali come il professore , perchè ha bisogno di tecnici validi e intellettualemnte onesti speriamo che tengano fede agli impegni presi altrimenti la vedo durissima

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    2. Ti ringrazio molto per la stima. Comunque il 5 stelle a Roma vincerà, e questo darà a tutti gli elementi per formarsi un giudizio.

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  3. Non faccio parte del Partito degli Onesti ma…per anni sono stato presidente di sezione elettorale e posso confermare che la spilletta, il braccialetto o altri contrassegni che segnalino l’appartenenza ad un partito sono consentiti -forse addirittura obbligatori, ma questo non lo ricordo con certezza- ai rappresentanti dei partiti stessi, la cui presenza all’interno dei seggi è prevista per legge. Trattasi, beninteso, non di semplici cittadini e/o militanti, ma di rappresentanti nominati ad hoc dai partiti: non è che chiunque possa recarsi ai seggi indossando spillette o avvolto in bandiere di partito, ecc.
    Grazie per quello che scrive e per quello che fa, Professore.

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    1. La cosa ha perfettamente senso perché permette all'elettore di verificare che il seggio sia presidiato da rappresentanti di tutte le forze politiche, condizione necessaria per ridurre brogli. È divertente che non si debbano defiggere i manifesti ma si debba occultare la spilletta se si esce (operazione familiare ad alcuni nostri concittadini).

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  4. Nel seggio elettorale del paese dove vivo (Certaldo), dove compio sempre il mio dovere di elettore, quelle spille con il simbolo del partito dei furbi le vedo da anni. L'ho sempre trovato significativo della natura profonda di quel partito...

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    1. Secondo me è più significativo che tu non abbia visto le altre spille.

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  5. Io ho votato sia a Sud che a Nord, piccoli comuni e grandi città e ho sempre visto dentro il seggio i rappresentanti di lista con il simbolo all´occhiello. Come da lei notato nessuno ha mai fatto propaganda ma hanno solo dato indicazioni generali su come e dove votare. Lo hanno sempre fatto tutti prima del m5s e lo continueranno a fare tutti se le regole non cambieranno, non mi sembra che il m5 stia facendo niente di nuovo nè di particolarmente furbo

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    1. Manfatti... Sono gli altri che si vergognano a farsi identificare, e un motivo ci sarà. Ora mi defiggo dal blog, devo leggere tre paper per il Best Policy Paper Award di INFER2016.

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  6. La burocrazia è come L'Insieme di Vitali, non misurabile.
    Marò prof. dopo manco tre hyperlink o ipersalti nello "spazio non misurabile del Web" (definizione mia)a partire la Lebesgue mi è venuto il mal di testa.
    Ma dove ca...lo le trova? Mo' vai a sapere se 'ste cavolo di sfere di Banach sono doppie ...

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  7. In immagine, la locandina del film: "Bagnaissimo me!".
    Oggi si è compiuta una piena e consapevole schizofrenia, avendo il sottoscritto affidato su una scheda il voto all'estrema sinistra, sull'altra all'estrema destra (a compagini che, nello specifico, paiono entrambe intenzionate a levarci di torno quest'obbrobrio europeista, mantenendo la Costituzione attuale). Diciamo che ho tentato, attenendomi per forza di cose alle mie possibilità, la nota "manovra a tenaglia"...

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  8. Hooligan mode on:

    il nostro patto agisce non solo come forza gravitazionale secondo la fisica classica, ma anche come campo unificato della legge naturale secondo la tradizione vedica, manifestando tutta la sua potenziale forza creatrice.
    Risulterebbe pertanto come interruzione e negazione della vita stessa sottrarsi ai suoi effetti.
    Hai creato, hai dato vita a qualcosa di inedito e speciale, capace di far crescere sempre un maggior numero di coscienze.

    Se il principio pacta sunt servanda soddisfa un comprensibile bisogno di certezza, ciò che hai fatto, che fai, vibra così in profondità in molti di noi che risulta superfluo. Come si dice...un abbraccio.

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  9. In direttq da seggio elettorale. Verbale delle operazioni. Parte prima, giornata del sabato, preparazione del seggio, par. 2, nota alla fine della registrazione dei rappresentanti di lista: "il presidente INFORMA che i rappresentanti possono portare un distintivo che raffigura quello della lista da loro rappresentata".
    Scritto proprio così con quel maiuscolo.
    M'e cascato sott'occhio perché siamo a domenica pomeriggio e continuo a non capirlo bene...

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    1. Ma infatti la cosa strana è che qui a Roma fossero in dubbio. La ratio legis è chiara. È kafkiano il mettersi la spilletta in tasca se si esce dal seggio, visto che i manifesti, viceversa, non si devono "defiggere".

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  10. Oddio queste scorrettezze sono antipatiche ma non mi sembrano poi una cosa devastante.
    Posso andare su un argomento tecnico? Giorni fa ho letto su uno di questi post che il debito pubblico non è un problema mentre lo è quello privato.
    Che la gravità del debito privato è stata sottostimata non c'è dubbio. Su quello pubblico forse va chiarito meglio. Il debito pubblico non è un problema quando si ha una banca centrale che compra i titoli che il mercato non vuole. E secondo me è bene averlo questo tipo di banca centrale.
    Ma questo "aiutino" può arrivare 1, 2, 3 volte, non di più. Per il resto lo stato si deve finanziare sul mercato e la banca centrale controlla la massa monetaria in base ad altre valutazioni.
    Il problema per cui in Italia ci fu il divorzio governo-banca centrale, è appunto che il governo attingeva alla banca centrale ad libitum, per finanziare le clientele più orrende, dai carrozzoni pubblici di parassiti, ai forestali siciliani, con relativo aumento di debito pubblico, massa monetaria e inflazione. E magari poi siamo caduti nell'eccesso opposto che la banca centrale (prima di Draghi) non interveniva mai e il debito pubblico aumentava perchè il mercato chiedeva tassi troppi alti (però quanto meno sono frenate le spese più assurde).
    Però dire che il "debito pubblico non è un problema" mi sembra perlomeno incompleto.
    E' gradita qualunque risposta che non sia "è tutto scritto sul libro vattelo a leggere".

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    1. Guardi, di leggere il libro nemmeno gliene parlo. È evidente che non è arrivato in fondo nemmeno a questo post. Lei ogni tanto riaffiora, e mi fa piacere. A questa domanda, però, si poteva forse rispondere nel 2012. Dal 2013 in poi sinceramente mi sembra superfluo farlo. Non ha capito chi non voleva capire. Vada su voxeu.org e si soddisfi lì, sul sito dei ritardatari. Cordialmente.

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    2. Costruttivo e gentilissimo come sempre.

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    3. "Il problema per cui in Italia ci fu il divorzio governo-banca centrale, è appunto che il governo attingeva alla banca centrale ad libitum [...] con relativo aumento di debito pubblico"

      Cosa cosa cosa?! Il debito pubblico è aumentato DOPO il divorzio, non prima.

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    4. Caro Derossi, lei è evidentemente un provocatore, ma non vedo perché non dovrei essere gentile con lei! Guardi, la aiuto fornendole il link dove Giavazzi le spiega oggi quello che lavoce.info censurava cinque anni fa: http://voxeu.org/content/eurozone-crisis-consensus-view-causes-and-few-possible-solutions È la risposta alla sua domanda. Magari le torna più facile quella del Giavazzi. Buona lettura!

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    5. Anno domini 2016.
      I forestali siciliani.
      Carrozzoni pubblici.
      Aumento di debito pubblico perché la banca centrale finanziava ad libitum.
      È gradita qualunque risposta che non sia "leggiti il libro"?
      Guarda, non perdere tempo a leggerlo.

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    6. Non so se ha senso continuare la discussione, probabilmente no, ma stasera ho tempo.
      Non sto provocando niente e non posso leggere un libro di 200 pagine in inglese per avere una risposta su un punto specifico. Le mie forze sono molto limitate.
      A mio avviso la cortesia è uno dei tratti distintivi di uno di sinistra.
      Non mi riferisco neppure specificamente all'Italia, ma all'idea in sè.
      A me sembra che un debito pubblico elevato, in generale, sia un problema
      1. perchè se dai al politico la possibilità di fare debiti,quello, specie nei paesi meditaerranei, li farà per i motivi più immondi e non per "finanziare lo sviluppo", che ci potrebbe pure stare.
      2. Perchè a un certo punto il mercato non si fiderà più e la banca centrale può intervenire a comprare titoli ma ha margini di intervento limitati, se non vuole inondare il mondo di nuova moneta. Fermo restando che poi concorrono altri fattori tipo la stagnazione permanente europea o il basso costo del petrolio, che consentono a Draghi di comprare titoli senza creare inflazione.
      Non ho capito cosa fa la voce.info. Non pubblica tesi sgradite (ma firmate dall'autore)? Questo sarebbe grave.

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    7. Gentile Derossi, perché questo pervicace rifiuto di leggere libri? Farlo le eviterebbe di fare commenti lievemente noiosi, perché un filo imprecisi, nonché di cercare risposte che sono già state date millanta volte, e in molte sedi. Ammiro la calma del Prof. Bagnai nel risponderle: io la liquiderei con un brusco RTFM.

      Comunque, visto che non vuole documentarsi, le segnalo che dalla fine della Seconda Guerra Mondiale al divorzio Tesoro-Banca d'Italia, questo Paese è diventato una potenza industriale (che ora i talebani ordoliberisti stanno smantellando).

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    8. http://goofynomics.blogspot.de/2013/03/mr-full-monty-ovvero-i-salvataggi-che.html

      Cerci di capire che la pazienza ha un limite anche e soprattutto per chi si è dovuto prendere a forza di dati e di numeri l'intero peso del dibattito sull'euro in Italia e oltre sulle proprie spalle rischiando tutto quello che aveva per milioni di persone che, spesso e volentieri, non si prendevano neanche la briga di documentarsi ed è stato disponibile a parlare con tutti a 360 gradi negli ultimi 5 anni e mezzo. Scusi se non è cortesia questa

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    9. 12 risposte e nessuna che entra nel merito.
      Ha ragione il prof. ogni tanto riafforo. Potrei controbattere a talune bislacche supponenti e idiote affermazioni, tipo questa ultima per cui l'Italia sarebbe diventata una potenza industriale per il matrimonio tesoro-banca d'italia, che a sentire il simpatico lettore sembrerebbe l'unico elemento significativo del dopoguerra, mentre ce ne sono altri 250 che hanno determinato la crescita del Paese, non ultimo una spinta morale involutasi successivamente in Tangentopoli e seguenti o un debito pubblico che in quell'epoca era sostenibile, confermando appunto che deve stare entro certi limiti. Ma sarebbe inutile, tutto tempo perso, i post sarebbero prima o poi cassati o avrebbero risposte acide e non pertinenti.
      Non riaffiorerò più, mi reimmergo.
      Sbrodolatevi tra voi. Ciao

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    10. Alla faccia dell'appartenenza! Mo' pure la cortesia deve essere etichettata e classificata tassonomicamente. Se uno non è di sinistra dunque, dovrebbe comportarsi scortesemente per ribadir che non lo è (dice: e tale si comporta perché proprio perché è di destra - ma che c**** di modo di pensare è?).

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    11. Derossi, ma il politico che fa debiti ad libitum, quei soldi dove li butta? nell'Enta, nello Stromboli? Se li spende, che compra? Tutta robbba tedesca? Mi spieghi!

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    12. Ma no, Derossi, riaffiori pure, se vuole. Magari un po' più documentato, ecco: le servirà. Ad esempio per cogliere quel che già Stefano Longagnani le ha ricordato, cioè che il debito pubblico è esploso DOPO il divorzio Tesoro-Banca d'Italia, non prima. Anche un po' più di cortesia da parte sua non guasterebbe: nessuno ha detto che "il matrimonio Tesoro-Banca d'Italia" fosse "l'unico elemento significativo del dopoguerra", come dice lei. Semplicemente è un fatto storico che non ci ha impedito di diventare una potenza industriale, tutto qui. Tralascio di commentare le sue considerazioni autorazziste per cui la "spinta morale" sarebbe venuta meno in un imprecisato momento del dopoguerra. Cordialità.

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    13. A parte che ha ragione Cito, e ho pensato la stessa cosa: mo pure la gentilezza se so'presi a sinistra?! Che palle.
      Comunque, se non vuoi leggere libri, cercati un disegnino. Il web è pieno di grafici "debtio pubblico italiano". Cerca che trovi, in mezzo secondo.
      Oh, era così carina per una volta 'sta discussione extra economica... niente, non c'è giorno senza pena. Uff!

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    14. Derossi.
      È disonesto dire che qui si afferma che l'Italia è diventata potenza mondiale SOLO grazie alla dipendenza della Banca d'Italia dal Ministero del tesoro.
      Quello che è certo è che il divorzio ha provocato un aumento del debito pubblico non certo per i tanto da lei citati sprechi quanto per il costo del finanziamento della spesa pubblica (NECESSARIA alla vita di tutti noi) per il quale ci è stato IMPOSTO di finanziarci sui mercati.
      Essere Stato sovrano vuol dire non dover essere costretti a sostenere questi costi.
      Rinunciarci per la paura di ruberie è tanto da coglioni.
      Dover limitare servizi essenziali, che possono anche salvare una vita, per contenere il deficit è da criminali.
      Se c'è uno che ha sbrodolato qui è lei.

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    15. Ma è proprio l'evidente disonestà (o pigrizia) intellettuale di Derossi che lo qualifica come provocatore. Chissà perché riaffiora oggi? Forse è iniziata una campagna elettorale? Comunque, un avviso e un consiglio a tutti: siamo e saremo sempre più infiltrati. Nervi saldi.

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    16. Mi spiace arrivare tardi - la vita è crudele: sei a uno spettacolo di danza contemporanea in una villa palladiana e ti perdi Derossi...

      Ma una cosa mi fa schifo e non so tacere: "...se dai al politico la possibilità di fare debiti,quello, specie nei paesi meditaerranei, li farà per i motivi più immondi e non per finanziare lo sviluppo...".

      MA COME TI PERMETTI?!?

      La cortesia è di sinistra, e il razzismo?

      Mi sai citare uno straccio di studio minimamente credibile sulla correlazione tra latitudine e "propensione a fare debiti per i motivi più immondi"?

      La Finlandia non è bagnata dal Mediterraneo: vai, Derossi, vai... Ah, e chiedi agli acquirenti del Partenone come butta ultimamente, poi riaffiora pure, che se famo du spaghi...

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    17. Molto a margine.

      Sono contenta - si fa per dire, date le circostanze e tutta la situazione -.che alcuni come @Luca Pasello, espressamente, e spero molti altri, tacitamente - si ricordino della supponenza, alterigia -e pure ingordigia - del premier finlandese quando qualche anno fa sbraitava che la GRECIA avrebbe dovuto cedere il Partenone per pagare i debiti.

      Non ce l'avevo e non ce l'ho con la Finlandia, che continua a incuriosirmi esteticamente - sì, le sue distese immense, i laghi, gli acquitrini e le zanzare, sì, per il paesaggio, credo, immensamente diverso dal nostro e per l'interesse a "come si vive", estate e inverno, in un posto così - che forse non vedrò mai perché gliene antepongo tanti altri, perché il tempo corre e, come il denaro e la salute, non si può trattenere per sempre.

      E, dopo notizie lette qui, avevo cominciato a pensare ai poveracci che c'erano - cominciavano a esserci - pure là e pertanto non me la sentivo di dire "i finlandesi" parlandone male come un tutto unico. (E, tra l'altro, ALLORA, cari amici veri - e di SeL - non rispondevano sulla Finlandia, come, tranne un'eccezione, stavano ben zitti sulla GRECIA).
      Ma certo la boria, la supponenza, l'alterigia, la leggerezza, la prepotenza implicita ed esplicita del suo premier, il disprezzo da deprivazione - perché intanto era chiaro che gli era/è chiaro che là - mi permetto tale nota di apparente razzismo che poi è, in realtà materialismo che è storia e constatazione, realtà di fatto - nessuno era stato capace, nei secoli dei secoli, di nemmeno immaginare alcun Partenone e nemmeno di un'unghia, di un gorgo della veste, di quel fremito di vita che anima quelle statue - quelle di fronte a cui, giustamente, Canova si sentì nulla o quasi (non lo disprezzo, ma non c'è partita, a mio giudizio); tutto il negativo elencato e tutto il resto ancor più negativo per il quale non ho nome, mi sembrava un proposito e un atto di guerra.

      Ed ero arrivata a pensare che uno che parla così di una meraviglia che si trova altrove - di proprietà altrui, per chiarire - ed è già come le mettesse delle mine intorno nel momento stesso in cui la nomina come "ostaggio" - affiora tale parola "umana" e non me la censuro - da vendersi obbligatoriamente al minor prezzo, carne e mente umani, vita e pensiero - che tale il Partenone è; uno che parla così di una creazione altrui, pensavo, non pensa al suo popolo o lo pensa solo per ricavarne voti.

      Scusate la botta finale di qualunquismo, successiva a una serie di parole più elevate.
      E' stato uno sfogo, si vede che lo sciuppun de futta ce l'avevo da tanto, ma proprio tanto.

      Ancora una volta, almeno per me, leggere qui (molto) e scrivere (poco, perché in tante cose non so intervenire) è "istruttivo", come si diceva un tempo, e autoterapeutico.
      Va da sé che preferirei istruirmi zero e autoterapeutizzarmi altrove, perché vorrebbe dire che la situazione sarebbe ben migliore di quella/quelle su cui qui si riflette e che molti che leggono/scrivono qui soffrono già tempo.

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    18. Caro Derossi, se ha qualche dubbio riguardo le tempistiche di evoluzione del debito pubblico italiano le consiglio di seguire questo istruttivo collegamento http://bfy.tw/6A2S

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    19. Ah, mi era sfuggita l'uscita squallidamente razzista di Derossi, giustamente gia` bastonata da Luca Pasello.
      Interessante come frasi disgustosamente razziste siano cosi` spesso associate all'esplicita` ammissione di fare fatica a leggere 200 pagine.

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  11. Sono in ritardo d'un post, ma l'imperativo "PD delendus est" è l'unico T.I.N.A. con cui concordo

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  12. Euro delendus est.

    @zerba

    Quando tre persone si riuniscono per cospirare, due sono spie della polizia. E il terzo è un pollo.

    Lei a quale categoria appartiene?

    Buona vita
    Guglielmo

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    1. Grazie, Odysseos: io pensavo che Carrero Blanco fosse un atleta, invece era un duca. Dopo controllo i commenti di zerba e ti dico se è solo un coglione o è anche dell'EUROGENDFOR.

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  13. Dopo 10 anni di astensione dal voto sono rientrato in una cabina elettorale. L'esito finale non si discosterà molto dal precedente (ballottaggio tra due candidati di sinistra) ma almeno la coscienza è a posto.
    Data la lunga assenza ho scoperto oggi una cosa che mi lascia basito per la sua totale idiozia. Già il fatto di obbligare ogni partito a presentare in lista un ugual numero di uomini e donne mi sembrava sufficientemente stupido. Ma l'obbligare l'elettore, nel caso volesse indicare due preferenze, a scrivere i nomi di due candidati di sesso diverso (pena l'annullamento della seconda scelta) è veramente ridicolo.
    Ma è vera questa cosa? A me sembra una cosa fuori da qualsiasi contesto logico.

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    1. Certo. A meno che quello di sesso in eccesso non sia membro di una unione civile all'interno della quale rivesta ruolo opposto al suo genere fenotipico.

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    2. Intanto come bella notizia vorrei rendere pubblico che in data odierna ho devoluto il 5x1000 al CF 97758590588. Seconda notizia: Mi sembra che il primo turno un primo gancio (ahimè non so se destro o sinistro) Renzi lo abbia preso. Vedasi Milano, Torino, Bologna nonché ovviamente Roma ma soprattutto Napoli essendo indigeno anche se di pelle bianca.Vedremo al ballottaggio. Intanto a Roma il PD perde circa il 25% rispetto alle ultime elezioni nonché a Napoli insieme a Forza Italia è ridimensionato. Speriamo bene e prepariamoci per ottobre.

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    3. Non so se era un incubo o la realtà, ma mi è rimasto il ricordo-sensazione che questa "parità democraticamente forzata" si stia per inserire in Costituzione (art. 55?)...

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  14. Dunque:
    - esco di casa - a 500 mt dal plesso - con la cimice affitta per andare a votare
    - arrivo a 200 mt dal plesso e defiggo la cimice
    - entro nel plesso e riaffiggo la cimice
    - voto con la cimice affitta
    -esco dal plesso per tornarmene a casa e defiggo la cimice
    - arrivo a 200 mt e riaffiggo la cimice
    - a 100 mt da casa mi accorgo di aver dimenticato la scheda elettorale al plesso e pertanto torno indietro
    - a 200 mt...

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  15. Entrando nel seggio elettorale incontro un vecchio compagno militante di una sezione del PD del mio quartiere, un fisico nucleare che lavora in CNA. Nel '96 facemmo campagna elettorale insieme per capirci. Ci salutiamo, chiedo cosa ci fa qui, sapendo già che è rappresentante di lista del PD. Mi provoca esortandomi a votare bene, cioè votare a sinistra (è uno tollerante). Gli faccio capire che io voto per favorire politiche di sinistra, non per favorire chi si dichiara di sinistra ma sostiene politiche di destra. Guarda un po', lo stesso discorso che feci qualche ora prima all'urbanista Cervellati (ex assessore a Bologna), lui mi ha esortato a non votare Renzi, "ma Salvini, Le Pen ... siamo matti?" Che palle 'sti piddini che ti esortano senza capire un c..., senza aver approfondito il tema. Entro, voto (Lucia Borgonzoni), esco con un foglietto con scritto: "Alberto Bagnai, blog, Goofynomics, sezione per cominciare, Asimmetrie" e dopo le dovute presentazioni glielo consegno.
    Spero di non aver rovinato tutto durante il breve dibattito che ne è conseguito. Es. Lui: "Ma non siamo in una crisi di domanda, siamo in una crisi di sovraproduzione", "non è un problema italiano, è mondiale" e via delirando. Ho nominato Fassina, ora però mi rendo conto che invece di citare pure Eichengreen e insistere sulla relazione tra regimi di cambio fisso e salari, avrei dovuto citare Fassina e d' Attorre mille volte e magari anche Gallino. Ho perso l' abitudine a trattare col piddino purosangue. Sono abituato a gente che intuisce il problema, ma è pigra per approfondire e non vuole cacciare una lira. Infatti prende e mi pianta in asso, come a noi ci piace ricordarli. Ma conoscendolo so che un' occhiata gliela dà.

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    1. Mentre votare è un dovere civico, salvare gli imbecilli da se stessi, fare l'elemosina ai pezzenti intellettuali come il tuo conoscente, non lo è. La beneficenza è opportuno resti anonima. Non venite qui a intristirmi con il resoconto dei vostri fallimenti dialettici. Grazie.

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  16. Scusate il lieve OT sugli inttellettuali

    vorrei condividere un Fabio De Luigi d'annata che ci mostra il tipico intelletuale\editorialista piddino con il suo "atteggiamento narcisista di chi interpreta il proprio ruolo nella società come segnale di appartenenza alla comunità di quelli che si sono autoeletti migliori degli altri"

    ENJOY!

    https://www.youtube.com/watch?v=IDey_Sm3MIE

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    1. sì i deboli , i lavoratori e il contributo che ognuno con la propria buona volontà etc..; tutto giusto, bello però ...paradossalmente leggendo il suo post e pur assai apprezzando la profonda definizione in grassetto del succo della sinistra , mi gustavo più lo stile che i contenuti,più la musicalità e i contrappunti e la concinnitas dei periodi ; boh sarà l'ora tarda ,sarà che sono ormai altro che un leghista ma l'impressione è che lei arrivi a sinistra molto da destra; forse è per questo che a sinistra la guardano con diffidenza...ma no take it simple lei è un fottuto artista altro che balle

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  17. A proposito di cose che si possono o non si possono fare, se io mi facessi da solo una T SHIRT o una canotta (abbondanti) con su scritto, davanti "PD DELENDUS EST" e dietro "NO EURO PLEASE" potrei incorrere in sanzioni secondo voi? E magari regalarle, facendone stampare un centinaio? Lo chiedo a qualche esperto della materia.

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  18. Fanculo si. Preso schiaffi ma ancora pochi. Ne meritano molti ma molti di piú.

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    1. Poteva andare peggio. Mentre era molto difficile che andasse meglio.

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  19. Adesso però la camicia a stelle bisognerà vederla indossata...
    A parte ciò, la cosa interessante sarà vedere i 5* alle prese col fiscal compact: lo denunceranno? quando dovranno obbedire? avranno il coraggio di urlare che con l'euro non si amministra una grande città? Vedremo i fatti, le dichiarazioni (anche di referendum) non interessano, grazie.
    Resta un po'confusa la questione del rispetto per i piloti incaricati di condurre gli aeroplani a gettare vivi e sedati in mare gli oppositori politici argentini: che cosa significa qui rispetto e come si estrinseca? Che non si va a cercarli ad uno ad uno per gettarli in qualche buco foderato di coltelli facendosi giustizia da sé? che nel momento in cui fossero condannati a qualcosa non li si sevizierebbe prima di eseguire la condanna medesima, umiliandoli? che si ritiene abbiano fatto una scelta rispettabile per quanto contraria ai valori di chi parla? che non potevano scegliere (tutti?)? che gli stringiamo la mano se li incontriamo a teatro, per un concerto di musica romantica?

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    1. Significa che sono contro la pena di morte. Io penso che chi ha portato l'Italia nell'euro abbia la responsabilità almeno politica di molte morti, ma al contempo penso che chi ieri gioiva per la morte di Buonanno sia un imbecille. Va bene così? È più chiaro adesso l'ovvio? O devono arrivare altre lezzzzioncine? Perché io di te mi ricordo, sai? Mi ricordo come hai iniziato il tuo percorso in questo blog.

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    2. A volte sembra quasi che segni prodromici alla conflagrazione di una tragedia si possano percepire e cogliere ben prima che questa si verifichi. Voglio dire che, per chi è in grado di percepirla in sé e negli altri, la violenza - quella con i morti, la distruzione e il terrore - è già iniziata. E da molto tempo. Solo che al momento, e ovviamente non dappertutto, essa è ancora prevalentemente inconscia. Se arriverà arriverà quando, continuando a fingere che questi elementi inconsci non ci appartengano, perpetuando una proiezione di essi all'esterno da noi, saremo costretti a farli emergere coscientemente per sfogarli su qualcuno.

      Ora, farei una distinzione importante: io posso fare oggetto della mia critica chiunque senza dovermi sentire in colpa. E chiunque può farlo con me. Criticare significa distinguere, separare, ha funzione ordinatoria. È così che tutti ci muoviamo nel mondo e ne facciamo esperienza, decidiamo cosa ci piace e cosa no. Non sono obbligato a fare il baciamano a chi non mi piace e neppure a salutarlo, se proprio lo desidero. Tuttavia devo riconoscere l'esistenza di un limite che si pone quando invece che considerare tali valori quali essi effettivamente sono - ovverosia un insieme di misure assolutamente soggettive, valide per me solamente - li forzo a divenire un assoluto, a pretendere debbano valere universalmente per tutti. Ecco allora che, auto-ponendomi in una dimensione superiore rispetto all'altro, la mia critica si trasforma in giudizio, in sentenza di condanna. Chi condanna non riconosce dignità di uomo a chi ha davanti, si pone su un piano di superiorità e pertanto non riconosce neppure se stesso come uomo. Pellegrina vuoi vendicarti? vuoi vederli marcire in una cella per sempre? qualunque cosa questi abbiano fatto, se non ti limiti alla critica, se vai oltre e li condanni condanni te stessa. Se fai scelte che ti rendono più fiera di te è una cosa importante per te, punto. Se il "piddino" invece non le fa certamente non puoi essere costretta ad amarlo, anzi, ma ti prenderesti la responsabilità di condannarlo? sei sicura?
      Per questo parlavo dei segni prodromici: se arriverà una conflagrazione della violenza è perché la stiamo chiamando. Tutti.

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    3. Due parole su Buonanno.
      Non era il mio ideale di politico, non condividevo diverse sue idee e non apprezzavo certe sceneggiate
      MA
      come sindaco era stimatissimo, mai sentito parlare tanto bene di un sindaco.
      Vivo a pochi km di distanza dai suoi luoghi, piccole e tranquille cittadine, ma in nessuna altra cittadina anche più piccola e tranquilla ho mai sentito pareri tanto entusiasti su un sindaco. Pareri che arrivano dai cittadini di tutte le parti politiche e infatti le sue elezioni sono sempre state scontante e le vittorie schiaccianti.
      Era sempre a disposizione dei cittadini (che avevano il suo cellulare, acceso puntualmente in certe fasce orarie), città e servizi pubblici gestiti perfettamente.
      E non lo dicono oggi, il mito di Buonanno lo sento raccontare da anni.

      Come parlamentare lo vedevo meno "tagliato", ma trovo che fosse comunque sinceramente convinto delle sue idee e su tale trasparenza un po' naïf hanno sempre speculato i servi avvoltoi del PD invitandolo in TV per provocarlo e poter poi denigrare la Lega quando parla di uscire dall'euro.
      Se il PD avesse la stessa coerenza e onestà ammetterebbe di essere il partito dell'alta finanza, quindi chi in questa tragica circostanza ha fatto battute cretine si deve soltanto vergognare.

      Inutile aggiungere che umanamente mi rattrista ogni morte, specialmente quando tocca a persone ancora giovani.

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    4. Sì, è più chiaro, grazie. Sinceramente l'espressione: "come uomo ti rispetto ... rispetto anche chi pilotava i vuelos de la muerte" può coprire uno spettro talmente ampio di significati che quello da te ora precisato non è necessariamente di immediata comprensione.

      Quanto al ricordo, non c'è niente di male a ricordare, se se ne ha il tempo, evidentemente. Basta ricordare le cose come sono realmente. Per passare alle da te supposte lezioni, non ritengo di avere mai dato né voluto dare lezioni sul tuo mestiere a chicchessia, né qui né altrove, né di economia, né di musica. Semplicemente per il solo e buon motivo ai miei occhi che non mi interessa e non mi serve in alcun modo farlo.
      P.S.: della morte della persona che citi ero del tutto all'oscuro finché ho letto la tua risposta. Il tipo di reazione che tu racconti mi pare perfettamente idiota.

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  20. (il valore delle parole)

    Voto in un municipio di Roma.
    Mando prima il mio babbo, anziano. Ci mette un po', ma ne esce.
    Poi gli lascio il cane (con tutta probabilità, il più lucido del nucleo familiare) e vado a votare.
    Babbo è anziano, quindi per lui il tempo scorre molto più velocemente rispetto al mio, e ha il cane come passatempo; sicché posso permettermi di leggere il foglione gigante con le liste.
    Cosa che non avevo mai fatto, nemmeno quando capitai "segretario" (non scrutatore, SEGRETARIO, è un'altra cosa, che implica numerosi crampi alle mani, fidatevi [il dolore della democrazia]).

    Fico.
    Cioè, no. Un'inutile sciabordìo di nomi. Però ho letto una cosa, con attenzione: non c'era nessun "partito", tranne uno.
    Ora, se le parole continuano a significare qualche cosa, partirsi significa "mettere un segno oltre il quale non si va (Romolo docet)". Senza quel segno, stiamo disegnando sull'acqua.

    Poi, era il compleanno di mia madre, mi sono disinteressato, e ho dato il mio voto a gente che per anni è stata disattenta ma (sembra) ha capito la faccenda.
    Uno vale uno, quindi: o vale la totalità, oppure non vale un ca...

    (/il valore delle parole)

    Vi lovo tantissime

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  21. porca eva ho sbagliato il cazzo di apostrofo. I pray, corregga, lei omnipotens

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