sabato 23 novembre 2013

No euro day

Che ci volete fare?

Sono populista, lo sapete. Cosa sia il populismo ve l'ho spiegato qui.

E sono anche nazionalista. Cosa siano gli "internazionalisti" ve l'ho spiegato qui, e quanto valgano umanamente ve l'ho spiegato qui.

Quello che forse non sapevate è che sono anche un arrampicatore sociale che sfrutta delle sue teorie demagogiche per raggiungere un posticino al sole. Questo potrete apprezzarlo in diretta streaming dalle 15 sul sito de "La Padania", che trasmetterà gli interventi di Claudio, Antonio, e mio, al No euro day promosso da Salvini, che avete potuto apprezzare giovedì a Servizio Pubblico: qualcuno lo ha definito addirittura un gigante, ma Swift avrebbe in mente anche un'altra possibilità, cioè che Cuperlo e Landini siano stati dei liliputaner (scusate, lo dico alla tedesca perché mi viene meglio: in italiano sarebbe lillupuziani, ma non rende l'idea).

Allora: turatevi il naso (se credete), gli occhi (se volete), ma non le orecchie, e andiamo avanti.

Mentre qualcuno persegue, in un Illinois sempre più devastato da uragani, il nobile compito di raggiungere l'1% aggregando infiniti e infinitamente rissosi 0.00001%, io e Claudio andiamo avanti per la nostra strada di dare visibilità al dibattito mantenendo posizione di terzietà. Il problema non è chi ci chiama. Il problema è e resta di chi non ci chiama, anche perché ormai è evidente perché lo fa.

Have fun...

67 commenti:

  1. Tanto prof lo sappiamo.. il blog si chiama Goofynomics che non si traduce con pippanomics..
    insomma, non siamo per le pippe mentali ma per la logica e il ragionamento.
    E nella logica di Goofy il normale visto da dei nanetti appare un gigante.. però dovrei dire pure questa: visto da un normale uno che ha preso sberle e pugni combattendo contro dei giganti (la UE) beh.. me lo faccia dire: così come la velocità della luce è una costante, lei ha fatto tanto per questo paese elevandosi per spirito patriottico, costituzionale e cristiano, ben prima di quello scientifico.
    E questo per noi è una costante che nemmeno il concetto Goofy può comprendere (il resto insomma è relativo).

    PS: però cacchio una cosa a Salvini vorrei dirgliela... quando straparlavate male del Sud.. lasciamo perdere!
    nel nostro piccolo ogni giorno ci confrontiamo e la gente se imboccata bene capisce.
    perché gli stupidi sono per lo più quelli con mezze lauree e non gli operai o le casalinghe

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    1. Tranquillo, glielo dico io. Ti ricordo che ieri sono andato in una televisione di Berlusconi a dire che se da 40 anni in Italia si dice che si vuole lottare l'evasione ma i risultati non si vedono evidentemente questo fa comodo a chi comanda. Meglio perdere un amico che una buona risposta.

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  2. Per il solo fatto di essere stato il primo politico ad esporsi apertamente e dichiaratamente contro il PUD€, Matteo Salvini a Maggio avra' il mio voto e la mia preferenza se sara' candidato. Poco importa se mi attirero' le ire di Marietto, Marione & C.
    Bisogna festeggiare.

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    1. Come ho detto a tutti quelli che "dobbiamo fare una proposta costruttiva", ovviamente il primo a posizionarsi sul mercato combattendo la distruttiva demenza dell'euro beneficerà di una market leadership, meritata o meno (non mi interessa). Chi non mi è stato a sentire, se ne pentirà. Punto e a capo.

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    2. Ben detto! Purché, una volta conquistata la market leadership a fini elettorali, siano in grado e vogliano effettivamente appoggiare il programma anti euro. Qualche garanzia sotto questo aspetto bisognerà pure ottenerla. Di voltafaccia ideologici ne abbiamo visti fin troppi.

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  3. Soprattutto, io ricorderei a Salvini di guardarsi dai falsi amici.
    Mi ricordo ancora benissimo cosa disse, quel virtuoso di Tosi, solo pochi mesi fa in trasmissione da Paragone...

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  4. Siamo arrivati al punto che fare gli "schizzinosi" o gli appartenentisti serve "na sega" (scusate la vulgata). Esiste un problema, (toh se ne è accorto anche il prof di Piacenza sere fa in un interessante dialogo in radio rai). Il problema che le differenze di visione della società ci sono e sono ineliminabili ma queste saranno occasione per affermarle in una fase successiva rispetto al "moloch" che si è scatenato. Oggi non è tempo di rompere i ponti alle spalle ma di marciare uniti alla meta , poi dopo per la ricostruzione ci sarà bisogno di tanti, anche di quelli, che obtorto collo sono stati silenti (per convenienza) o per altro. Poi scusate il dialogo interculturale non è sempre quello che nei convegni, dove si parla di tutto e di niente, si "auspica"? All'intellighenzia il compito di disvelare le verità e di dare i percorsi necessari del prima e del dopo. Al popolo il compito di metterci un pò del suo e meno di quelli degli altri.

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  5. Se posso proporre un'altra buona risposta, a chi dice che non siamo competitivi anche perché la nostra giustizia civile è lenta ed inefficiente bisognerebbe rispondere che, se nonostante le riforme fatte negli ultimi vent'anni a ritmo di una ogni tre anni la giustizia civile è commerciale non funziona, probabilmente e perché fa gioco alle mafie, che proprio amministrando una giustizia rapida e definitiva, per quanto sommaria (ma mai nessuno si è lamentato...) trovano il radicamento nel territorio ed il consenso popolare per sostituirsi allo Stato (come per l'offerta di posti di lavoro). Evidentemente questa situazione non dispiace ad alcuni politici...

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  6. Premesso che i leghisti sono dei ladri di polli, e che Grillo da solo più di tanto non può fare (deve anche preoccuparsi dei propri esponenti che non seguono le linee guida), qui proposte costruttive più di tanto non si possono fare. Euro o non euro la gente e' incazzata, basta che si presenti un baldo quarantenne che raduni le genti nelle piazze ed allora sarà come nel '22, di questo ne sono convinto. L'Europa che tanto voleva creare una zona economico-sociale di collaborazione, prosperità e pace, altro non sta facendo che risvegliare sentimenti nazionalisti. Ne vedremo delle belle!

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  7. Le armate terroristiche dell'€ a tutti i costi (e sono pesanti) si stanno via via riducendo a dei plotoni d'irriducibili rinserrati nella loro casematte. Ma la loro panzer division http://it.wikipedia.org/wiki/2._SS-Panzer-Division_%22Das_Reich%22
    è ancora attiva. Il loro terrorismo sull'uscita è lo stesso di quando siamo entrati in questa "demenza". Allora ci dicevano che se non ci si dotava dell'€ si finiva in Africa (testuali parole, di Ciampi & Co:), adesso ci dicono che se usciamo sarebbe un disastro. Però fa ben sperare il fatto che nella storia la panzer division ha fatto una brutta fine. Per cui, come dice il Divin Marchese: encore un effort.
    Ps.: troppo ottimista?

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  8. Mentre la mia ammirazione per il prof. Bagnai pare non aver un cap (e lo considero la BC - dipendente - dell'intellettualità e dell'etica politica nostrana), comincio ad essere frustrato da certi interventi.

    Se del Professore capisco l'imbarazzo e il coraggio, certi interventori dovrebbero riscoprire la goofynomic anche in altro contesto: trovo inaccettabile l'asimmetria morale (tipico vessillo piddino).

    Come Montanelli considero certi "antileghisti" come certi "antifascisti": molto peggio di ciò che vorrebbero combattere.

    Costoro mi devono spiegare come mai "l'identitarismo" è brutto mentre essere "patriottici" è bello.

    Forse che non sanno (ancora) cosa significa non parlare più la Lingua (non dialetto) dei propri padri?

    Chissà come mai le idee "leghiste" sono state supportate da giganti come Gianfranco Miglio e Ida Magli? (Ida Magli sbraita nel vento da Maastricht mentre Miglio prima di morire disse: "'€uro? almeno l'Italia fallisce e verrà ricostituita federalista...").

    Certo è che si può imparare a leggere la BdP ma se non si sa un cazzo di antropologia...

    (Guardate che l'identificazione Patria = Nazione è ideologia fascista).

    Se vedum.

    (Auf Wiedersehen per chi non capisce).

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  9. Complimenti alla Lega. Certo che un pò di ironia del destino c'è. Loro che si sono sempre fatti vanto di essere il Nord, oggi si sentono e si lamentano di essere diventati il Sud di qualcun altro.

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  10. Che sarà un successo, ne siamo tutti certi. Vi auguro anche di divertirvi oggi pomeriggio.
    Se non deve essere un pomeriggio con Uga, almeno sia lieve.

    Da parte mia, un orecchio a Radio Padania e un occhio a twitter che anche oggi ruggirà contro il PUDE.





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  11. Non avrei mai pensato di dirlo ma... Da catanese sarà una goduria votare Lega. Mi rendo conto che ultimamente sorrido più spesso, e questa accresciuta speranza la devo a Lei Professore. Grazie di cuore

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  12. Il concetto di Nazione e di Patria è di chi lo ha coniato, Rivoluzione francese, non di chi lo ha prostituito, i fascisti. Altrimenti ragionando in questi termini onore è un concetto mafioso... Quel mondo al quale Miglio voleva consegnare l' intero Sud. Scusate ma oggi mi sento precisazionista. :)

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    1. Prima di fare i "precisazionisti", l'opera del prof. Miglio andrebbe studiata.

      Se poi si vuol capire il senso del concetto di onore in funzione dell'ambito potrebbe essere necessario metterlo in relazione alle culture per cui il significante è da attribuirsi al concetto di "dignità" e a quelle, per esempio, che lo relazionano con il concetto di "orgoglio".

      Ogni tanto mi chiedo chi capisca veramente la portata della divulgazione di Bagnai.

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  13. Avevo letto in giro che eri facilmente intercambiabile. Oggi DALLA LEGA ho visto te però. Chissà che rosicata.....solo per tua conoscenza: COME GODO!!!

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  14. mi metto subito in fila per contribuire alla raccolta fondi per mandare Monty ad Atene , come il prof. Rinaldi auspicava.
    mi metto subito in fila per raccogliere le firme per il "salvinellum", in modo da avere il parlamento solo di salvini ed avere la maggioranza no euro.
    mi metto subito in fila per acquistare la cravatta verde che indossavano il prof Bagnai ed il prof. Rinaldi.
    a parte le battute e' stato molto interessante e ho visto che gli applausi non finivano mai.
    grazie

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  15. Leggendo questo post ed i commenti annessi mi viene da scrivere 2 righe:
    Per come l'ho capita io, quando si ironizza sul Castacorruzione lo si è fatto perchè il dibattito politico è saturo di questo tema escludendo di fatto il dibattito sull'euro, che da un punto di vista economico (con relative conseguenze sociali) ha un'importanza nettamente maggiore. In poche parole, abbiamo convissuto con disagi sociali, politiche di scarsa tutela ambientale (e relative importanti conseguenze: vedi alluvioni, vedi Ilva), assenza di servizi ecc. ma quello che ci aspetta sarà molto peggio se non usciamo dalla trappola dell'euro (non sono ironico; condivido questa linea di pensiero).
    Seguendo questa linea mi sembra però ingeneroso accanirsi sul povero Landini che (poveraccio) dice cose condivisibili ed interessanti, però solo nella direzione del Castacorruzione, ma non accenna all'euro. Di sicuro non fa terrorismo sulla possibile uscita dall'euro come invece teorizza Fassina.
    Inoltre, è vero ieri Salvini è stato ammirevole e molto chiaro, e ben venga questo no euro day (chissenefrega chi le propone queste iniziative), però non mi venite a dire.., che bello, finalmente! voto la lega. Conosciamo benissimo (credo) i danni creati dal ventennio berlusconiano nel quale la lega è stata connivente.

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    1. Il problema è trovarne uno che non sia stato connivente... e il saltamartin non è credibile.

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  16. Ma negri e lesbiche ce ne sono alla conferenza? Negri eh, non afroamericani, né neri, né persone di colore. Negri, quelli che puzzano insomma, quelli che se gli metti una banana appesa ad un filo legato al cappello corrono per decine di chilometri. Quelli che se scivolano su una buccia di banana s'incazzano perché è vuota. Quelli che mettono la B al posto della P, ma mai il contrario, altrimenti non possono dire "banana". Ecc.

    Cazzo me ne frega, ormai sei leghista certificato, possiamo finalmente scrivere quello che pensiamo veramente noi contro l'euro.

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    1. E dal 7 dicembre anche fascio doc, così noi populisti antieuro potremo passare dalle parole ai fatti. Purga del sovversivo per tutti.

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    2. Ma vedi, l'idea che chi vada a parlare coi leghisti sia leghista, è pietosa. A me personalmente non interessa granché di con chi parli Alberto o chiunque altro, interessa cosa dice e che rimanga possibilmente indipendente. In caso contrario sarei il primo a evitarlo e prenderne le distanze.

      Per il resto: io mi sono rotto il cazzo di leggere accuse infondate. Il problema è: è normale quando uno scrive centinaia di pagine che ci sia qualche errore, qualche cosa su cui non la si pensa del tutto allo stesso modo ecc. Le seconde edizioni dei libri servono anche a quello dopo tutto. Il fatto è che queste incertezze spesso non vengono considerate perché "politicamente dalla nostra parte", mentre si fanno accuse su cose infondate (uscita da destra/sinistra che ha suscitato un dibattito che fa ridere e puzza di disonestà da far schifo). Questo è ciò che mi importuna. Per il resto le accuse tipo "non capisci la politica", "non conosci Marx ecc" sono così, sciocchezze. Costanzo Preve (purtroppo deceduto ieri, condoglianze) di Marx era uno specialista, ma mica dice le cagate che dicono sti qua. Infatti è stato emarginato e accusato più o meno di tutto, perché non seguiva la linea di partito. Che non è neanche una linea, viste le deviazioni continue per poter difendere le assunzioni di base.

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    3. "Ma vedi, l'idea che chi vada a parlare coi leghisti sia leghista, è pietosa."
      In realtà è una visione, imho, superata dalla Storia. Poteva essere valida 3/5 anni fa. La gente, oggi, il cittadino è mediamente o più intelligente o più ignorante (nel senso che ignora) ma i conti di tutti i giorni li sa fare.
      Chi attacca Bagnai e tutto ciò che gli ruota intorno oggi è superato dalla Storia, appunto: o ha interessi diretti che rischiano di essere compromessi, o è un troll prezzolato, oppure è ancora legato a vecchi schemi nel frattempo non compromessi dalla evoluzione economica.
      Tutto ciò passerà. Oggi vedo tanti critici fare come la volpe con l'uva. Domani parleranno al passato anche di se stessi. Dopodomani si risveglieranno più realisti del re. Ca va sans dire.

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  17. @Piero Giorgi
    uno vota chi vuole..detto questo, il discorso su Landini e ad esempio Vendola è semplice: VISTO CHE IL SISTEMA EURO è nemico di democrazia e lavoratori (e ricordo l'arti.1), uno non può contemporaneamente dirsi a favore del lavoro e dell'euro (la stabilità..).
    E' SEMPLICEMENTE INCOMPATIBILE.
    o lo si capisce altrimenti si è deficienti o venduti che vendono

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    1. Non credo Landini abbia mai detto di essere a difesa dell'euro (e non credo lo sia). Paolo Ferrero (stessa area) è contrario come da riunione col prof. a casalbertone. Vendola è altra cosa.
      Certo uno vota ciò che vuole.... Poi ci ritroviamo tutti nella stessa m.

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    2. Né Landini né Ferrero hanno mai preso una posizione definita e contraria alla moneta unica. Ferrero a Casalbertone ha ripetuto la fuffa che, come gli ho fatto notare, era passata di moda in Francia da un anno: tenersi l'euro, che è irreversibile perché c'è un Trattato, ma disobbedire ai Trattati (senza capire che questi sono irreversibili perché c'è l'euro)! Dopo il deludente incontro di dicembre, e l'ovvio fallimento di questa piattaforma, il buon Nutella ha promosso un bel ciclo di seminari di approfondimento dove le "mie" tesi sono state citate solo con intento diffamatorio, con un'unica eccezione che non vi dico. Ora vanno al congresso e cresce la fronda interna, che porterà alla scissione dell'atomo.

      A proposito: perché ne stiamo parlando? Dovrei dargli una seconda possibilità? Conta troppo poco, scusatemi. Massimo rispetto per chi mi rispetta, ma chi non lo fa deve poterselo permettere. Sapremo alla fine se questo era il caso.

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    3. Ha ragione Prof. è stata un operazione un pò sporchina quella der Nutella ( però mi dispiace associare il gusto dolce e cremoso di un prodotto così amato ed apprezzato a certi soggetti che di dolce hanno ben poco, transit) soprattutto per il dibattito che hanno fatto seguire con i loro seminari. Ma in quei seminari sappiamo bene chi erano i "tecnici"informatori (e chissà come avranno soffiato su fuoco ) Ma si sa l'autocritica a sinistra è un processo tortuoso di autoanalisi che alla fine porta sempre ad un autoassolvimento e mai ad un cambiamento di direzione di rotta. Non gli rimane che giocare la carta della contrapposizione ideologica (il populismo della destra xenofoba che avanza) per rilanciare quello che la storia ha già sentenziato. Fosse per loro (quelli dello 0,...) non rappresenta un problema ma daranno linfa per la disinformatja che un' area ben più stratificata del potere nazionale soprattutto mediatico cerca ancora di opporre. Per quanto riguarda ieri complimenti veramente per il suo intervento a Milano che ho fatto ascoltare a dei miei zii ormai della terza età (ancora in attesa del sol dell'avvenir ahimè) con qualche mio piccolo commento integrativo giusto per meglio spiegare certi passaggi. Beh alla fine hanno capito confermando la sua analisi come corretta ed arrabbiatissimi con "quella" certa parte politica che continua a parlare del vacuo e non del profano lasciando ad altri il compito di appropriarsi di un dibattito che è allo stato delle cose è il cuore del momento.

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  18. I punti in comune sono tanti: sulla scia del revisionismo storico sono nati diversi partiti che propongono l'autonomia del sud. Nessuno di questi ha mai minimamente accennato alla trappola rappresentata dall'euro, tema imprescindibile per non diventare una sub colonia (eppure collegare i puntini per quelli che abitano nel mezzogiorno dovrebbe essere una banalità). Un'altra occasione persa

    La lega ha prontamente intuito le potenzialità del dibattito. Ho già avuto modo di farmene una ragione.

    Abbiamo deglutito centinaia di amarissime aranciate provenienti dal nord italia (a proposito di quella bevuta dal prof. Borghi che ha subito puntualizzato il "meccanismo")

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    1. guarda che anche in Napolitania e Sicilia ci siamo accorti del progetto macro-regionalista eurista di Esposito.

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  19. 1995.Alle origini del "fogno"

    Il cavallo di Troia ideologico


    NON SPARATE SULLA GERMANIA


    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/12/27/non-sparate-sulla-germania.html?ref=search

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  20. Io l' opera di Miglio posso anche studiarla, anche se ricordo, a Bergamo, in occasione della presentazione di un libro, qualcuno che rispose ad un marxista, ormai leggo solo i libri che mi piacciono. Comunque a prescindere dall' altezza d' ingegno del compianto, ma anche no, Miglio, la nefandezza della proposta resta. A me sembra che riguardo al concetto di onore, almeno all' interno della nostra civiltà, dove mi interessa coltivarlo in questo momento, possa significare sia dignità che orgoglio. La differenza di significato la dà, a mio avviso il momento storico. Non so lei, ma secondo me, in questo momento storico a più a che fare con la dignità, dei calpesti e derisi: dalla Vetta d' Italia a Lampedusa. Ma in tutta onestà, per essere più sintetico l' onore, lo relazionarsi con il concetto di amor proprio.

    Le scrivo dalla Calabria, dove mi tocca ricordare un posto che ho amato e apprezzato per 12 lunghi anni. Il Nord Italia!

    La saluto con rispetto è considerazione, nella consapevolezza di essere ormai: due terreni, si fidi su questo ho più esperienza.

    Dino Trapasso

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  21. Sto guardando l'ultima puntata di Servizio Pubblico e penso che se Landini sembra aver capito qualcosa e se Salvini porta così incisive ragioni, da qualcuno avranno pur imparato.
    Grazie di cuore, prof.

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  22. Salvini cerca un salvagente per rilanciare un movimento naufragato nel Tevere. E' più sveglio di altri, ma quando parla di un euro in funzione antipadana fa ridere... c'è chi non può permettersi un ego oversize.

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  23. Un grazie a chi ha messo i video su youtube (da twitter). Me li sono sparati in palestra... l'incazzo mi fa sollevare piu' pesi...
    E ovviamente grazie al prof.
    Mi piacrebbe sentire sul cosa succede dopo in Europa, ovvero riusciranno i sassoni a uscire dall'isolazionismo culturale senza ambizioni di dominio? Fino ad ora non ci sono riusciti.

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  24. Costanzo Preve,onore al merito e alla persona,condoglianze di cuore da parte mia

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    1. Stamattina ho pianto.
      Qualche anno fa, in disperata solitudine, mi trovai a cercare risposte alle domande sul mondo sempre più difficile e incomprensibile che stavo vivendo e vedendo (l'erosione dei diritti, la "cultura" di sinistra, la morte del lavoro e della solidarietà...): ho incontrato gli scritti, le interviste, i libri (procurati attraverso mille sforzi) di Costanzo Preve, che mi hanno illuminato e sorretto. Se sono giunto da queste parti è anche merito suo.
      Buon viaggio, Costanzo.

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  25. Premesso che non sono un leghista, ho seguito con molto interesse via streaming l'evento. Questo è un tema molto importante, se non il più importante, che i nostri politici dovrebbero affrontare con urgenza ma allo stesso tempo con ordine. E' un tema trasversale che dovrebbe unire più partiti. Complimenti alla Lega e a Salvini che stanno affrontando e diffondendo informazioni utilissime. Ma gli altri dove sono????

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  26. Verrà il giorno in cui Alberto, finirà a parlare nella sede del PD, ergo sarà un PDino? No sarà un uomo coraggioso che ha raggiunto il suo migliore risultato! Poi i PDini/ pudini ci diranno che in fondo lo avevano sempre capito. Date loro una pacca sulle spalle.

    @mariof è però vero che attraverso il sist€ma la macchina da guerra del Nord Italia è stata saccheggiata e devastata, a prescindere dal fatto che lo dica Salvini, perché c' è chi ha capito che la situazione è grave, ma preferisce parlare di illusione del vincolo esterno presso i " sindacati acocelliani" e chi mette la sua carriera politica in gioco, come Salvini. Il suo è un atto di coraggio. Avremo tempo di stare dall' altra parte della barricata( che per l' €uropeista convinto è un tipo di botte), pensate in futuro magari voteremo tal dei tali mentre dall' altra parte ci sarà candidato Claudio Borghi( si scherza naturalmente Claudio). Ma questo domani cin fede migliore, stasera è più forte il terrore... Quello di vedere un solo giorno in più del necessario i pudisti al potere.

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    1. Salvini pensa solo ai padani, che, credendosi i bavaresi del sud, stanno soffrendo fuor di misura (ah, quanta ammirazione malriposta!). Se ne fotte di tutti gli altri, i mediterranei del nord, che tanto bene non sono mai stati. Esempio lampante di visione ristretta e agile a fronte di quella ampia ed epocale (dal comintern all'eurozona) di una sinistra (?) che ha perso la misura delle cose e fa un passo al secolo. Evidentemente i PiDdini non stanno ancora soffrendo abbastanza...

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  27. [non per pubblicazione]

    Mi duole di fare il precisazionista, ma nella locuzione "divide et impera" anche il primo imperativo ha l'accento ritratto: dìvide et ìmpera.

    Mica che poi il Boldrin rispolverasse qualche appunto liceale e la mettesse in cattiva luce per queste sciocchezze, in mancanza d'altri argomenti.

    Buon lavoro e grazie di tutto quel che sta facendo a servizio della Verità.

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    1. Per una volta che dico una cazzata, lasciami esporre nelle mie umane debolezze. Ma non temere: presto la pigrizia der Palla mi costringerà a fare i conti anche con gli accenti greci (figurati i latini)!

      Sono molto fiero di voi.

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  28. Ho visto il dibattito in differita su youtube (un grazie a chi aggiorna la knowledge base multimediale).
    Essendo nato e abitante nella Roma "ladrona", devo dire che, come evento, per come percepito da uno spettatore remotizzato, è stato un assoluto successo.
    Salvini ha fatto gli onori di casa con cordialità e la platea, dalle domande sollevate alla fine (tranne quella del giovanotto 5 stelle sui dazi), mi è sembrata interessata, attenta, e arricchita di conoscenza. Come ha detto loro giustamente Alberto alla fine: "Mo' dateve da fa' " (esortazione cara anche un grande pontefice del recente passato).
    Ma i nostri tre moschettieri (Claudio, Alberto e Antonio), ognuno col suo carattere e la propria personale capacità comunicativa, hanno esercitato quel particolare "pinpointing concettuale" che è il giusto complemento alla logica ferrea e analitica del LIBRO.
    Mi spiego meglio.
    Mentre un saggio così articolato e profondo presuppone nel lettore un'apertura mentale e una concentrazione che lo sostenga in tutta la ricostruzione storica e analisi scientifica dell'economia del nostro Paese negli ultimi quarant'anni, ogni layman e laywoman (che NON hanno letto il libro) presente in platea, non avendo visto cadere come birilli tutti i luoghi comuni, arriva in sala con la testa intasata di timori, di slogan, di dogmi, di assiomi sedimentati da vent'anni di propaganda PUDE.
    Come sfondare e sgretolare queste muraglie culturali individuali, in teoria diverse da persona a persona, e aprire le menti a un messaggio di verità?
    Qui scatta il "pinpointing concettuale".
    Marcando giustamente la differenza rispetto al "blabla" dei luogo-comunisti, Claudio, con una pacata linearizzazione dei ragionamenti, si è subito focalizzato sui capisaldi: la disoccupazione, il progressivo deficit commerciale con l'estero, la decadenza del tessuto produttivo interno, con causa comune una moneta unica troppo forte per noi, il "sudden stop" a seguito della crisi dei subprime, la relazione Nord-Sud (riferita all'Italia: tema delicato, tenuto conto dell'audience), l'iniquità del valore del tasso di cambio fissato (che rende impossibile la nostra competitività), lo spolpamento e vendita degli asset industriali in conto pagamento debito, la necessità del riconoscimento di una causa unica di tutti i problemi suddetti (tutto il resto è tecnicismo).
    Antonio ha generato un'empatia immediata, che ha fatto saltare sulla sedia anche i più distratti, sulle ragioni politiche della moneta unica, la formulazione e gli automatismi aggiunti di soppiatto dei trattati europei dopo la riunificazione tedesca.
    Alberto ha svolto un'analisi ancora più mirata alle caratteristiche della platea, citando alcuni "mantra" luogo-comunisti e dimostrando che sono "trappole" (è stato davvero un grande momento), e andando addirittura a passeggiare nel campo minato degli slogan leghisti, riposizionandoli ad uno ad uno nell'ottica della sistemica del LIBRO (altro grande momento). M'immagino che i presenti (a partire da Salvini) si siano proprio sentiti ribattezzati in un nuovo credo.
    E tutto ciò (ecco dove volevo arrivare) in due ore e senza necessariamente aver letto il LIBRO.
    Chapeau!
    Mi sono permesso di fare tutta questa analisi dettagliata non solo come apprezzamento del lavoro professionale dei Nostri, ma soprattutto perché credo fermamente che il risultato più importante e prezioso di quest'opera corale di verità che stanno compiendo sia di risvegliare un senso profondo di solidarietà e fraternità di popolo (al di là del frazionamento partitico e delle vecchie tassonomie di schieramento politico che sono evidentemente tutte saltate), di cui ci sarà bisogno non solo per andare tutti all'assalto di Palazzo Carlomagno a Bruxelles, ma per suddividere equamente i costi della riconquistata libertà di sperare in un futuro più felice del presente che stiamo vivendo.

    Un immenso ringraziamento a Voi tutti e che la Forza sia con noi!
    Carlo Del Gracco.

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  29. Occhio, che il rischio di essere strumentalizzati è forte, soprattutto da chi si appiglia agli argomenti più inconsistenti per gettare discredito (e non sempre una buona risposta vale più di un buon amico).

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  30. Carissima community di Goofynomics,

    mi piacerebbe poter attingere alle vostre competenze diffuse per poter costruire in breve tempo una bibliografia di studi critici sull'euro. Pertanto, mi sapreste indicare i titoli di monografie, in lingua italiana e non, che affrontino il tema?
    Vi ringrazio molto.

    Cordialmente.

    Luca

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  31. Caro Alberto Bagnai

    premesso il fatto che come tutte le persone che si sono informate un minimo, uscirei domani dall'euro.
    Premesso anche che sono cosciente che in una qualsiasi unione monetaria dove non ci siano flussi di investimenti (seri) nelle aree che restano indietro, una Grecia ci sarà sempre, e che si affamino intere nazioni è davvero disgustoso.
    Lei non ha ancora spiegato (o forse me lo sono perso) perché l'Italia essendo partita nel 96 nelle stesse condizioni della Germania (se non meglio) come mai ora si ritrovi cosi indietro, sostanzialmente non ha risposto all'editoriale di Santoro. E che ora la Lega si possa permettere di poter dire che l'euro è ci sta affamando, quando loro sono stati tra i principali condottieri di questo disastro, è inammissibile. Cerco di spiegarmi meglio: se non ci fosse stato l'euro saremmo stati liberi di svalutare, ok bene, ma dobbiamo anche sottolineare che svalutare la moneta vuole dire che la nostra economia non va cosi bene perché evidentemente esportiamo meno della cara Germania.
    Ancora: se fossimo stati nelle vecchie condizioni (cioè con la lira), i leghisti sarebbero stati i primi stronzi a lamentarsi della svalutazione della Lira per magari fare investimenti nelle zone povere del paese (tipo il sud) che ne necessitano.

    Cordiali saluti
    Antonio De Gioia

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    1. Caro Antonio,

      altrettanto cordialmente: le premesse sono giuste, ma le conclusioni temo siano superficiali (e tali da mettere in dubbio la sua comprensione delle premesse), perché le dinamiche che lei vuole capire sono spiegate chiaramente in questo blog (basta leggere le istruzioni per l'uso) e nel mio blog, e due anni dopo che le ho chiaramente enunciate io le stanno ormai riprendendo tutti, tranne qualche scemetta euronativo su siti del Kappa. Quindi la inviterei a documentarsi meglio, e magari prego qualche lettore (quelli che ho mi bastano, non sto cercando consenso, non sono un politico) di aiutarla nella scelta. Io ho lezione in LUISS fra due ore e quindi ora ho altre priorità rispetto all'ascoltare lezioni altrui. Mi saprà compatire per questo.

      Yours.

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    2. (p.s.: in questo blog e nel mio libro: ma questo non lo dico, perché quando uno non sa certe cose, poi non sa nemmeno che con i libri non si fanno i soldi, e allora se ne esce con battutine che pongono fine al dialogo, con mio immenso rincrescimento).

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    3. Non svaluteremmo noi perché siamo stati cattivi, rivaluterebbero loro perché hanno barato con un dumping salariale all'interno di un'unione monetaria.
      Ma dov'è che s'è informato? Le manca un bel pezzo della storia, sa?

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    4. Antò ma che minchia vai scrivendo? Non l'ha ancora spiegato?? Di questo blog evidentemente non hai letto (o capito) niente o quasi: non fa altro che spiegarlo dal primo articolo pubblicato!

      Vai a leggerlo: I “salvataggi” che non ci salveranno.

      La risposta in breve è: in Germania, con la riforma del mercato del lavoro Hartz IV(§), si è attuata una «deflazione competitiva che equivale a una svalutazione reale competitiva». Cioè una parte consistente della forza lavoro ha stipendi così bassi che se non fossero integrati dal welfare non permetterebbero di sopravvivere. Ti è chiaro cosa significa? Sovvenzioni statali indirette alla propria industria, in spregio ai trattati.

      Questo in un regime di cambi fissi comporta una graduale perdita di competitività dei nostri beni.

      § Sulla Hartz IV si possono leggere interessanti articoli tratti dalla stampa tedesca e tradotti in italiano sul blog Voci dalla Germania: a questo link gli articoli selezionati dalla ricerca delle parole chiave "Hartz IV".

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    5. Applausi e ringraziamenti al Correttore per aver ricordato ad Antonio e a noi tutti l'essenza della questio

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    6. Aggiungo alla risposta di CorrettoreDiBozzi, ... una drizzatina al timone su una frase che malcela il solito moralismo e che rivela solo un dettaglio tecnico che sfugge. La frase in questione è quella che chiude l'intervento:
      "se non ci fosse stato l'euro saremmo stati liberi di svalutare, ok bene, ma dobbiamo anche sottolineare che svalutare la moneta vuole dire che la nostra economia non va cosi bene perché evidentemente esportiamo meno della cara Germania"
      Non è detto. Noi oggi abbiamo "accumulato" la necessità di una svalutazione a seguito dei ripetuti surplus commerciali di cui la Germania si è avvantaggiata. In regime di cambi fessibili però, botte di surplus annuali da 200 miliardi (di eventuali marchi), avrebbero comportato un apprezzamento inesorabile del marco rispetto alle altre valute. La lira sarebbe stata tra queste. Oggi puoi verificare il medesimo fenomeno osservando la "forza" relativa dell'euro rispetto a dollaro, yen, et cetera: l'euro è "forte" perchè l'europa nel suo insieme è artificiosamente in surplus. Su questo mi riprometto di farti una citazione, più sotto però. Ora riprendiamo il filo del discorso: l'apprezzamento del D-mark rispetto alla lira di un 20%, ad esempio, sarebbe corrisposto simmetricamente ad una svalutazione della lira della stessa misura. L'occorrenza di tale evento, avendo una lira sostanzialmente stabile o addirittura in apprezzamento con le altre divise che non fossero il marco. Si tratta perciò di rapporti di cambio relativi. Lasciar funzionare il mercato delle valute, costituisce il meccanismo naturale di stabilizzazione macroeconomica: la Germania, al primo anno di surplus da 200 miliardi, non avrebbe potuto inanellarne di ulteriori e di tal proporzione, non tanto perchè gli altri svalutavano, quanto perchè essa stessa rivalutava. In una trasmissione in RAI, ho sentito il Professor Giuseppe Di Taranto, anch'esso firmatario del Manifesto di Solidarietà Europeo, riportare un dato storico caratteristico delle politiche macroeconomiche tedesche: negli ultimi 60 anni, per raffreddare il D-mark che necessariamente tendeva a rivalutazioni, la Germania "esportava capitali". Ciò avveniva, credo, comprando valuta straniera e mantenendone il corso ad un livello più alto. L'ultima asserzione la cito, sperando di averla in primo luogo ben capita e in secondo luogo ben ricordata. In sintesi, l'atteggiamento "mercantilista" è dunque peculiarità storica dell'elite che ha guidato e guida la Germania. Anche Alberto Bagnai specifica più e più volte ne "Il Tramonto dell'Euro" che le svalutazioni della lira, sono state o per ammortizzare gli shock esterni (vedi i due shock petroliferi degli anni '70), o per difendersi dall'atteggiamento della gemella d'oltralpe. Spesso, le svalutazioni della lira sono state quindi difensive.
      Riguardo alla citazione che ti avevo premesso, ti esorto a considerare l'affermazione "l'euro è forte perchè l'europa è artificiosamente in surplus". Nel commento a questo articolo un certo Tony Maher suggerisce che il fatto che un aggregato come l'europa sia strutturalmente in surplus, è un problemone per il mondo intero: agli Stati Uniti, e non solo agli Stati Uniti, questa cosa non piace. Ti traduco solo l'ultimo capoverso del precitato commento:
      "Nel tempo il commercio deve equilibrarsi - anche quello tedesco. L'economia globale è un sistema chiuso e di fatto ancora non possiamo esportare su Marte. Nel momento in cui il Tesoro degli Stati Uniti riscontra che una intera regione ricca (quale l'Europa germanizzata) apporta solo offerta netta all'economica globale lasciando tutti gli altri ad accollarsi la domanda netta è una regione il cui accesso al mercato degli Stati Uniti (& globale) dovrà essere in futuro ristretto. FOTTERE IL VICINO DI CASA non funzionerà con gli americani - o con chiunque altro."
      Chiaro no?

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    7. Chiarissimo. E per soprammercato faccio notare ad Antonio che la politica "fotti il vicino / la vicina" non può funzionare con gli americani ANCHE perché questi hanno 10.000 atomiche E la capacità di "deliver" (per dirla alla loro maniera) ...
      P.s.: visto che io - scusate il pronome - non ci guadagno nulla a farlo, mi permetto di suggerire ad Antonio la lettura del libro del prof. Bagnai; sono soldi e tempo spesi molto bene.

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  32. Provo a spiegartela così: se consideri la svalutazione una dichiarazione implicita di insuccesso economico, e una moneta debole una patente di inadeguatezza morale e inefficienza industriale, dovrai anche convenire che una rivalutazione è indice di successo e di superiorità morale... Ma allora, ti sei chiesto perché la Germania non rivaluta la sua moneta rispetto ai paesi periferici? Non sarebbe, nella tua logica che vede nella svalutazione qualcosa di ingiusto e immorale, il suggello di una sacrosanta superiorità? E allora perché si oppongono strenuamente a farsi riconoscere come superiori?
    Ecco, adesso prova a rileggere la storia senza dare patenti morali, ma secondo la legge della domanda e dell'offerta applicata alle monete: vedrai che ti sembrerà di vedere un film diverso.
    Dopodiché, sul perché noi non siamo la Germania ci possono essere mille spiegazioni. Il punto non è dover essere uguali, che a questo mondo mi pare una legittima aspirazione quando si parla in astratto di diritti degli individui, ma un obbiettivo difficile da raggiungere in pratica (e anche vagamente totalitario). Il punto è come governare le asimmetrie senza generare squilibri e permettere prepotenze.

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  33. Scusate, una domanda : nel caso del cosiddetto "pacchetto Treu" e/o della "legge Biagi" si è attuata una «deflazione competitiva che equivale a una svalutazione reale competitiva» ?

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    1. Certo. Giusta osservazione. Solo che in quel caso la rivalutazione nominale della lira ha annullato l'impatto della caduta dei salari, mentre la Germania, avendo adottato quella che per lei era una lira camuffata (una valuta più debole del marco) ha moltiplicato i vantaggi. Cerca "cosa sapete della slealtà" e "il mio primo maggio". Vedrai che in Italia agli imprenditori è stata offerta la flessibilità del salario in contropartita della rigidità del cambio. I poveri coglioni hanno accettato, e così, dopo essersi preclusi i mercati esteri, hanno distrutto quello interno.

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    2. I link ai due articoli citati:

      Cosa sapete della slealtà?
      Declino, produttività, flessibilità, euro: il mio primo maggio.

      Comunque il concetto di fondo, come Alberto ci ha spiegato innumerevoli volte e illustrato con i dati, è che irrigidire il cambio fra valute di economie molto diverse crea degli squilibri: avvantaggerà le economie che partono più forti, facendole diventare ancora più forti, e svantaggerà le economie più deboli, indebolendole ancora di più. Analogamente, interventi come abbassare i salari e introdurre flessibilità nel mercato del lavoro non hanno lo stesso effetto per tutte le economie.

      Lo abbiamo visto con le esperienze del Serpente monetario e del Sistema Monetario Europeo (SME). La moneta unica è ovviamente la forma di cambio più rigida che ci possa essere.

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    3. "... in Italia agli imprenditori è stata offerta la flessibilità del salario in contropartita della rigidità del cambio. I poveri coglioni hanno accettato, e così, dopo essersi preclusi i mercati esteri, hanno distrutto quello interno."

      Allora la destra ha tradito quanto la sinistra, cioè i partiti di destra e Confindustria sono stati sleali quanto la sinistra rispetto agli interessi degli imprenditori, ovvero sapevano dal principio che la rigidità del cambio combinata all'abbassamento dei salari avrebbero distrutto le imprese, specie quelle medio-piccole che sono la maggioranza nel nostro paese.
      Quindi non c'è un "nemico" che abbia portato avanti con lealtà e trasparenza gli interessi (per quanto non condivisibili, avidi ed egoisti) di chi rappresentava.

      Non credo ai pentimenti sinceri e non mi fido di nessuno di loro, comunque vada l'uscita sarà gestita da traditori.
      D'altra parte abbiamo visto di che forza sono le "facce nuove" del M5S, il "movimento che viene dal basso".

      L'uscita è necessaria, ma una volta che i più scaltri avranno cavalcato l'onda del NO-EURO da nessuno mi aspetto niente di buono. Mi sento in un vicolo cieco.

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  34. @Peter Yanez
    sì, trattasi di deflazione salariale.. chiaro!
    il problema di fondo è che
    a) non abbiamo per duemila motivi (pure geografici) la struttura economica della Germania che ricordo tra le altre cose che si è sviluppata con un bacino di consumatori di circa 100 ml di abitanti (consideriamo Germania ovest, olanda, belgio, parte della francia, austria, parte della svizzera).

    2) i cermanici hanno spinto sull'acceleratore con la riforma hart IV che in pratica ha legalizzato il lavoro nero.. e sì!
    all'estero corruzione e lavoro nero sono legalizzati e quindi non esistono per definizione.

    detto questo, PURTROPPO, quando ti vincoli con un cambio fisso il risultato è questo.
    tanto che a Pescara il prof ha spiegato che ci sono studi che mostrano che in media i paesi che lo adottano hanno una crescita inferiore rispetto a quelli che utilizzano il flessibile.
    il che è ovvio!
    da un lato ci sono i danneggiati ma dall'altro (gli avvantaggiati) ci sono pur sempre paesi (ad esempio la Germania nel nostro caso) che non possono "crescere" perché altrimenti alimenterebbero una maggiore inflazione.
    e quindi reprimono la domanda interna per vendere all'estero.
    e infatti se l'italia è risultata l'ultima per crescita prima della crisi, la Germania era penultima!

    di converso, se alla Spagna chiedessero di rientrare nel vincolo di deficit del 3% allora il loro PIL crollerebbe del 10% ed oltre in un biennio (consideri un moltiplicatore della spesa pubblica prossimo a 2.. si parla di 2,2 per l'Italia).
    la Francia che ha un defict del 5% e oltre per ritornare al 3% avrebbe una mazzata nei denti..

    questa idea di Europa è la cosa veramente più stupida vista dalla Storia.
    o no? ecco.. pensiamo che sia cmq una scelta ponderatamente atroce

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  35. Mariof, va da sé che io ho grossa fiducia nella nomina di Salvini come capo ultrà del Milan. Solo che oggi meglio un Salvini che un Civati.

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    1. Io ho qualche dubbio. A giudicare da come guida, Salvini sarebbe un credibilissimo ultrà del Napoli, believe me. Il che me lo rende piuttosto simpatico. Va da sé che con i politici, come con gli studenti, non mi lascio guidare dalle simpatie, anche quando i politici non studiano, cosa che però Salvini HA fatto. Questo non lo sottovaluterei, se fossi un suo avversario.

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  36. (off topic - riflessione personale estemporanea)

    Senza nulla togliere alla dialettica del prof. Bagnai, sono molto in sintonia con il modo di comunicare di Claudio Borghi. Non solo trovo i suoi paragoni (per es. infarto : acne = euro : corruzione) assolutamente efficaci; ma mi pare anche di distinguere un'altra notevole qualità: quella di saper seguire l'evoluzione del "luogocomunismo", tarando il discorso di conseguenza.

    Ad esempio, fino a poco tempo fa, molte delle resistenze del grande pubblico dipendevano probabilmente dal mantra "l'euro è un alibi per evitare di assumerci le nostre responsabilità" (lo abbiamo sentito anche a Servizio Pubblico). Conseguentemente Borghi insisteva molto, da un lato, sul rassicurante riconoscimento di queste “responsabilità”, dall'altro sul giusto ristabilimento delle proporzioni.

    Più di recente, invece, mi ero fatto la convinzione che il centro del dibattito sul tema si stesse spostando sui timori legati all'operazione di uscita, vissuta come un'incognita imponderabile (secondo l'adagio che chi lascia la strada vecchia, non sa quel che trova). Come se mi avesse letto nel pensiero, l'altra sera a La Gabbia, nei pochi minuti a disposizione, Borghi si è buttato proprio su questo tema, cercando di spiegare brevemente come sarebbe possibile gestire il processo senza traumi eccessivi.

    Insomma: posto che probabilmente sarà la storia, e non noi, a tracciare l'ultima riga, mi sembra comunque molto importante, a livello di dibattito, intuire dove conviene andare a parare per far breccia nel muro luogocomunista.

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  37. Sembra che la Scienza Economica sia l'arte di prevedere le cose a posteriori, in grado di confutare le Teorie dell'Avevo detto Io.

    Alla domanda, è possibile usare questa Scienza per ottenere qualcosa di buono per il genere umano?
    La risposta è sempre ed invariabilmente la stessa: In questo momento no, perché a governare ora sono gli Economisti che applicano le teorie sbagliate.

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    1. Carino, se tu seguissi sapresti che l'economia prevede le cose anche a priori. E se non lo segui, perché commenti?

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  38. Caro Prof. Alberto Bagnai,

    Gliela dico chiaramente a scanso di equivoci: pendo dalle sue labbra scientificamente.
    Ho rivisto i suoi interventi a ServPubblico e a Radio Padania, Lei dice che la classe politica da 20 anni è stata pessima, ha detto che le persone di buonsenso devono passare oltre le ideologie. Avrei qualcosa da aggiungere.
    Le faccio presente che tra i milioni di contatti del suo blog (di cui Lei giustamente si vanta) c'è gente come me che non ha tempo di studiarsi politica economica, Le dico che cmq sono bene sopra la media del livello di istruzione degli Italiani. Quindi Le conviene avere la pazienza di dissolvere i miei dubbi (e di altri ancora piu ingenui,anche se sono sicuro che Lei ha gia spiegato tutto) se vuole raggiungere il maggior numero di persone possibile e far sì che l'opinione pubblica (solo quella può riuscirci) ci porti a tornare al sesterzo.
    Lei non cerca consenso politico, invece mi auguro che lei lo abbia, nel senso che i politici (di professione) siano costretti a sposare le sue idee (che poi non sono sue).
    Un appunto ad alto livello: è giusto andare oltre le ideologie, ma è anche giusto non scendere a compromessi. Esempio storico: l'italia post-fascista è stata ricostruita coi fascisti pentiti, e questa fu cosa buona, ma ricostruirla insieme agli americani e i mafiosi ha lasciato che certi germi proliferassero.

    Cordialmente
    Antonio

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