martedì 26 dicembre 2023

Essere John Bagnai (il Dibattito e i dibattiti)

 (...davanti al caminetto...)

Questa mattina mi sono svegliato tardi, intorpidito, stordito da una sensazione opprimente. Col progressivo dissolversi delle nebbie si faceva più nitida la coscienza angosciosa di questa impressione spiacevole: avvertivo un suono sordo, continuo, così avvolgente da essere impercettibile, come lo sono certi rumori di fondo che percepisci solo dal sollievo che ti procurano quando finalmente si interrompono, perché sei totalmente immerso in essi da filtrarli inconsciamente. Ma anche lo sforzo di separare il segnale dal rumore, per quanto il nostro corpo sia una macchina perfetta, e lo operi in automatico, un po' lo si patisce. Tendendo l'orecchio cercavo di capire da dove provenisse, quale ne fosse la natura... E improvvisamente sono stato traversato da una inquietante, dolorosa consapevolezza: quel suono sordamente assordante era un frinire di grilli. A dicembre? A inverno iniziato (bene) da cinque giorni? Ma allora... ma allora ha ragione (e certo che ce l'ha!) chi dice che le temperature stanno crescendo!

Del resto, chi si occupa di vino lo sa: la stagione della vendemmia progressivamente si è anticipata, ormai in Abruzzo si comincia ad agosto, e mi ricordo di quando invitammo a questo convegno di a/simmetrie uno di passaggio che ci raccontò un paio di secoli di vendemmie nella valle del Reno, come mi ricordo i racconti di mio padre su quando a Montepulciano nevicava ogni inverno, come ho letto i diari di guerra dei soldati della Wehrmacht di stanza alla Stazione di Palena ottanta anni fa, memtre oggi a Pizzoferrato, nelle mie montagne, la temperatura è a due cifre...

Nulla di strano quindi che a dicembre friniscano i grilli:


ma siccome, a differenza de Lascienza, la scienza i suoi progressi li fa, capita che arrivi il para-diclorodifeniltricloroetano sub specie di cortese osservazione del Cavaliere Nero:


Sgamato, colpito e affondato. D'altra parte, non era esattamente la HMS Valiant!

A tutela della mia reputazione (perché desidero sappiate che in realtà il cattivo è Borghi: io sono quello buono) segnalo, incidentalmente, che prima di raderti al suolo io un colpo di avvertimento lo sparo sempre. Non è neanche un fatto di indole: è semplicemente che per dodici mesi della mia vita ho dovuto organizzare, da sottotenente, i turni di guardia, e quindi so come funziona. Avevo fatto presente che qualcosa non mi convinceva, che andava bene ma non benissimo, e che per avere effettiva capacità di coinvolgimento, nonché per fornire a chi come me o Claudio è al fronte delle cartucce non bagnate, c'era un'operazione da fare:


citare le fottute fonti!

Il suggerimento, costruttivo, non era stato raccolto, e ora capisco perché: un comune interesse non esisteva, non poteva esistere, perché con l'azoto dell'antipolitica, con gli ortotteri, qui abbiamo già dato. Essi sono il soffocante Male, punto. Poi su tutto il resto con tutti gli altri si può e si deve serenamente discutere. Ma non si può discutere con chi ha fatto della delegittimazione della mediazione e della rappresentanza, cioè, in definitiva, del dialogo politico, la propria bandiera. Se non ti interessa mediare, se il compromesso è corruzione, la dialettica si semplifica: se vinci tu, mi metti al rogo tu, ma se vinco io (e il popolo, piaccia o dispiaccia, non è così cojone da farti vincere per sempre)...

Il Bagnai del climatismo dobbiamo ancora trovarlo, come dobbiamo trovare il Bagnai del vaccinismo. Circolano esilaranti wannabe:


(adoro! Mi raccomando, follouatelo tutti, e mi raccomando seriamente: date un’occhiata al suo sito, quello citato dal suo profilo Twitter, perché è interessante...), ma alla fine il problema è quello evidenziato da un infiltrato ai nostri convegni:

ed è un problema che vorrei veramente aiutarvi a risolvere: vorrei aiutarvi a essere Bagnai, perché ce ne sarebbe tanto bisogno, di Bagnai, su tanti altri fronti, e del resto a/simmetrie voleva essere anche un modo per spersonalizzare il Dibattito, prima che cominciassero a pullulare altri dibattiti, e creare un incubatore di Bagnai.

Del resto, una delle difficoltà maggiori che ho trovato, nel cercare di difendere la vostra libertà in ambito sanitario, è stata proprio questa: la mancanza di un Bagnai sanitario, cioè di una voce critica credibile nell’affascinante tenzone fra ipocondriaci e complottisti (non devo entrare nel come e nel perché poche fra le tante voci disponibili fossero credibili, e abbiamo visto gli scivoloni cui ci si espone non selezionando con attenzione le voci critiche). Questa è una difficoltà generalizzata: mancano terribilmente voci terze, non politicamente esposte, da spendere in modo credibile nei vari dibattiti. Gli altri ne hanno abbondanza, e il problema non può essere banalizzato al "kittipaka" di grillina memoria. Non è un problema di soldi, di coinvolgimento venale. È un problema sociologico, culturale, ma è anche un problema di metodo.

Visto che "Bagnai logora chi non lo è", vi dico, dall'interno, come si fa a essere Bagnai, così qualcuno si logorerà di meno, e magari, con calma, si riequilibreranno gli schieramenti in campo. Il successo di questo esperimento è dovuto a tre ingredienti:

  1. competenza;
  2. prudenza;
  3. pazienza.

Se ne potrebbe parlare per ore, ma intanto vi fornisco una sintesi:

  1. competenza: parlare solo di ciò che si conosce;
  2. prudenza: scegliere il terreno dello scontro;
  3. pazienza: non inseguire il consenso immediato.
"Esplodiamo" questi punti.

La competenza, nonostante la scadente qualità dei dibattiti e degli interlocutori, serve, e competenza è, in primo luogo, parlare di ciò di cui si sa. Prendete come esempio il famoso tweet di Borghi: il fatto è che nessuno (cioè nessuno) è stato in grado di confutarne un singolo punto. Evidentemente chi lo ha scritto sapeva di che cosa stesse parlando, ed altrettanto evidentemente questo ha aiutato.

La competenza ha un'altra sfaccettatura, che nel dibattito oggettivamente aiuta, visto che la mens piddina è particolarmente vulnerabile al principio di autorità: avere un ruolo accademico, o almeno essere in grado di reperire e utilizzare fonti autorevoli. Qui partivo avvantaggiato: da docente universitario con una lunga esperienza di ricerca sui meccanismi delle crisi nei Paesi in via di sviluppo (quelli privi di sovranità monetaria e quindi esposti al peccato originale, cioè alla necessità di finanziarsi in valuta estera) non mi era stato difficile orientarmi in quantonstava accadendo in un Paese che deve indebitarsi in una valuta che non controlla, né coinvolgere nelle mie iniziative scientifiche colleghi di un certo profilo. Anche in questo momento Twitter pullula di cretini che cercano di sminuire il mio profilo accademico: fatto sta che basta poco per dimostrare che quelli che loro considerano “economisti” spesso tecnicamente non lo sono, e quando lo sono hanno una produzione scientifica di qualità e quantità inferiore alla mia. Scopus e Scholar sono lì per quello.

Avere un minimo di standing accademico e un’esperienza scientifica specifica nella materia su cui avevo scelto di espormi ovviamente aiutava. Se i giornalisti, anche quelli che mi denigrano e non ho ancora querelato, mi temono, un motivo c’è: sanno che ne so più di loro e che so dirlo meglio di loro. In qualsiasi dibattito saranno soccombenti.

E fino a qui mi ha aiutato il caso: se fossi andato alla Normale o mi fossi diplomato a Santa Cecilia non capirei un accidenti di quanto sta succedendo. Poi però ho cominciato ad aiutarmi io, in almeno due modi.

Innanzitutto, fin dall’inizio, ho sempre, sistematicamente, messo a disposizione dei miei lettori le fonti dei miei dati e dei miei argomenti, per tre precisi motivi: evitare che certe posizioni potessero essere derubricate a vaneggiamenti di uno sciroccato (il massimo che certi imbecilli potevano arrivare a dire, come ricorderete, era: “Sì, va bene, questa cosa l’ha detta un Nobel, ma non l’ha detta in un articolo con peer review!” Dopo di che fornivo anche l’articolo con peer review, e l’imbecille morto…), consentirvi di contestarmele (per capire quali fossero i punti dialetticamente fragili o comunque più difficili da assimilare dei diversi argomenti), e infine darvi modo di argomentare in modo resistente nei vostri dibattiti più o meno pubblici.

Le fonti, le fottute fonti: senza di loro non c’è discorso scientifico. Chi non le cita non capisce che sui social esiste un a.G. e un d.G. Nel 12 d.G. (che ovviamente vuol dire “dopo Goofynomics”) chi parla ex cathedra senza sostenere con dati o fonti scientifiche le proprie esternazioni (come fanno, del resto, molti operatori informativi) potrà anche strappare un like, ma ha una capacità di persuasione e coinvolgimento limitata.

Poi (e questo è il secondo modo in cui mi sono aiutato), mi sono ferocemente, accanitamente attenuto all’ambito delle mie competenze. È stata una scelta tattica, prima che professionale: ho deciso di scegliere io il terreno dello scontro, sia in termini di argomenti che in termini di piattaforme (e infatti l’infrastruttura del Dibattito resta questa). Questa scelta, rigorosa al punto di essere castrante, è però servita a consolidare la mia credibilità, rendendomi spendibile. Ripeto: è stata una scelta che in alcune circostanze si è rivelata miope. Io, da economista, capivo l’euro. Quindi, quando all’inizio di questa lunga storia mi cercò Stefano D’Andrea per coinvolgermi nella sua critica all’Unione Europea io fui piuttosto freddo. Non avevo competenze giuridiche e non mi sembrava opportuno né aprire un fronte troppo ampio, né affrontare un avversario rispetto al quale ero disarmato. Eppure, aveva ragione Stefano: dopo tredici anni, di cui cinque passati in Parlamento, posso dire che il nostro Paese può sopravvivere (male) perfino all’euro, ma avrà sempre enormi e crescenti difficoltà all’interno di un progetto goffamente disfunzionale come quello europeo: basta pensare al tempo infinito che va perso nel monitoraggio di quanto arriva da Bruxelles e nel prendere parte alle varie sterili pantomime che la partecipazione fittizia dei Parlamenti nazionali al processo legislativo europeo richiede. Stefano aveva ragione, ma io non avevo torto: concentrandomi su un solo obiettivo, quello più attimente alle mie competenze professionali, ed evitando le lusinghe del “famoerpartitismo”, sono riuscito a ottenere qualche risultato…

E poi la pazienza, che forse è solo il risvolto del disinteresse, come l’impazienza di altri è il risvolto della loro ambizione, del loro sgomitare, del loro s’offrire. Per ottenere risultati ci vuole tempo, soprattutto se si opera in condizioni di inferiorità numerica e tattica, se nei dibattiti mediatici ci si trova schiacciati sulla difensiva, sulla dimensione “no” (noeuro, novax, ecc.). E i falli di reazione vanno evitati, perché sono dialetticamente perdenti. E le querele si fanno, non si annunciano: il passaparola incute maggior timore al mondo dei vermi di quanto ne incutano le minacce.

E sopra a tutto, l’adesione alla religione civile che predico perché pratico: l’appostismo!

Mentre viaggiavo verso il caminetto pensavo a perché mai siamo così a corto di persone spendibili, perché non riusciamo ad avviare ai palinsesti che ce le chiedono persone in grado di argomentare una visione diversa del mondo, e la risposta che mi sono dato è in quanto ho cercato di condividere oggi qui con voi.

Esempio: sei un docente universitario di materia medica, sai comunicare, hai un track record decente, mi aiuti a capire svariate cose che non tornano in quanto sta succedendo… ma chi te lo fa fare di intervenire su temi geopolitici o economici? Posso anche essere d’accordo con quello che dici, ma il tema è un altro: un discorso, così come un contrappunto, credibile si costruisce attenendosi a dei vincoli, in particolare il vincolo delle proprie competenze. Intervenendo in materia altrui mi impedisci di coinvolgerti nella tua materia: ma questa rientra nel novero delle cose che se potessero essere capite non andrebbero spiegate, questa è vera umiltà, questa è vera consapevolezza che siamo in guerra, distinta dalla fatua retorica bellicista di cui tutti si gonfiano le guance anche per dispensarsi dal fastidioso esercizio di un minimo di vera intelligenza tattica.

Esempio: sei uno che ha seguito il percorso dall’inizio, che ha seduto alla mia mensa, e io alla tua, che ha avuto modo di apprezzare le mie motivazioni e che è in grado di esporre in modo convincente una visione alternativa del mondo. Ora saresti prezioso, in posizione di indipendenza, per recarti in trasmissione ad argomentare, ma sei finito nei frantumi di qualche partituncolo perché avevi fretta, perché non ti fidavi, perché non sai che la mia prima legge è “no man left behind”… Valeva la pena di non stare al posto tuo, come io per anni sono stato e tuttora sto al mio, per condannarsi all’irrilevanza, per essere messo nell’impossibilità di fare qualcosa dopo aver berciato per anni “fate qualcosa”?

Ecco: diciamo che se Bagnai logora chi non lo è, anche essere Bagnai può essere logorante per chi non ha un minimo di autodisciplina e di umiltà. Studiare, stare al posto proprio, lasciare che il nemico si avvicini senza rivelare la propria posizione… Perché quello che a me sembra così ovvio non si riesce a ottenere? Un pezzo credo siano anche le dinamiche dei social. Il loro uso, congiunto a una scarsa dimestichezza coi numeri, credo crei dei pericolosi abbagli. La nostra community ha ottenuto grandi risultati (ad esempio oggi ha mandato in tendenza #borghidimettiti e #bagnaiarrogante!), ma dobbiamo essere consapevoli di essere minoritari. Quante volte ho insistito su questo punto?

Bene.

Collocarsi è un’arte difficile. Ho provato ad aiutarvi, ma ora mi aspettano a cena…

Ci sentiamo presto!




21 commenti:

  1. Mi vanto spesso di essere tra gli ultimi arrivati ma sospetto, poiché intanto qualche anno è passato, di avere intuito chi sia il docente universitario di materia medica. È un'intuizione che terrò per me, poiché è il concetto che conta

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    1. Cosentino: che non è medico ma farmacologo e si è suicidato con Mario Bianchi.

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    2. O era Paolo Rossi? Mi sa che non sai di che cosa stai parlando.

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  2. Io aggiungerei un quarto elemento, non totalmente avulso dal primo:

    4. cultura profonda.

    Credo che questo elemento sia stato molto importante, perché se è pur vero che bisogna "parlare solo di ciò che si sa", credo che la possibilità di dibattere attingendo da "altri campi" del sapere (nel suo caso mi vengono in mente quelli storici, letterari, geografici) dia molta più forza alla capacità di dibattere. Lo abbiamo visto tante volte nelle ospitate televisive: del resto, come lei insegna, nessun fenomeno umano è isolato dagli altri, men che meno l'economia monetaria.

    E questo è forse un altro ostacolo nella ricerca di un Bagnai della medicina, o della scienza, etc.

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  3. Caro Alberto, l'uso massivo di Google e di Amazon ci ha illuso di poter avere tutto a portata di click. L'illusione di poter avere tutto ciò che desideriamo nel breve volgere di 24/48 ore ci ha fatto dimenticare quanta fatica e quanto tempo ci vuole per deliberare che varietà di arbusto si andrà a piantumare nell'aiuola del condominio. Io che negli anni '90 frequentavo il consiglio comunale della mia città, rammento che, per quanto forte fosse, sia politicamente che numericamente la maggioranza, certi equilibri fu meglio meglio cambiarli armandosi di furbizia e delicatezza. Nel porgerti i migliori auguri per questa fine e per l'ormai prossimo inizio anno ti ringrazio unitamente a tutta la mia famiglia per il più bello, gradito quanto inaspettato regalo. Sempre vostro affezionato sostenitore. Alessandro.
    Ad maiora

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  4. Quanto ho insistito su questi temi, quanto ho cercato di convincere.
    Pochi comprendono subito, altri dopo. Molti invece no.

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  5. Professore, a proposito di studio e umiltà avrei voluto spulciare più da vicino il sito , ma non si può accedere.

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    1. Hai ragione, devo metterci delle risorse e riattivarlo. Perdonatemi, non riesco a star dietro a tutto.

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  6. Abuso della sezione commenti per lanciare un appello. Nel caso qualcuno coi requisiti qui sopra descritti fosse "tentato" di rispondere alla chiamata, provo qui a diradare qualche timore. Oggi, per mero cazzeggio, una community che qualcuno ancora crede inesistente, ha mandato, in 6 ore, in tendenza non uno, ma ben due hashtag. Sembra una scemenza, ma se guardassimo l'evento nella stessa ottica del fin-day, ad esempio, si potrebbe comprendere come, un pochettino, un po' il culo possiamo pararlo a chi decidesse di rispondere.
    La community esiste, risponde. Non tutti siamo in grado di andare nei talk-show e di sostenere Dibattiti, ma possiamo fare da megafono. Non sareste soli.

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    1. Onestamente, un po' più di sostegno social durante le apparizioni televisive mie, di Claudio, di Antonio, di Marco, ecc., sarebbe utile. Ma sembra un po' strano doverlo spiegare.

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    2. Mah sinceramente credo che sia abbastanza inutile essere John Bagnai, nel senso che cercare di fare ombra al dibattito sia impossibile. Però dal modello di Goofynomics si può attingere per riempire il vuoto che l'appassionante ingegner Ortottero ha lasciato palesando il suo frinire (devo ammettere che era interessante, anche se la struttura un po' cafona di X non ti lascia spazio per nulla).
      Alla fine basta studiare e avere un metodo universitario (a indirizzo tecnico anche meglio).

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  7. Questa cosa che ci voleva un Bagnai della medicina l'ho pensata sin da subito quando è iniziato lo psicodramma della pandemia. Effettivamente non c'è stato, e la mancanza l'abbiamo sofferta tutti.

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    1. In realtà vennero aperte le porte della Camera, se non erro da Siri, a qualcuno. Non solo uno. Poi quel qualcuno ha pensato più a se stesso che agli altri. I risultati possiamo apprezzarli oggi: dove il sistema non ti ignora ti schernisce usando le tue stesse parole, perché Bagnai ha ragione, senza un metodo, senza prima un substrato comunicativo, diventi un bersaglio.

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    2. Abbiamo cercato in vari modi e in vari tempi di coinvolgere studiosi della materia. Nessuno, fra i ppdm, ricorda quando a inizio aprile 2021 organizzai una conferenza stampa sulle terapie domiciliari, nessuno ricorda la pressione che feci per inserire anche gli infiammatori nel protocollo "tachipirina e vigile attesa" (e ci riuscimmo poco a ridosso di quella conferenza), ecc. In realtà, quasi nessuno sa che cosa è successo in quel periodo, perché pochi erano là dentro, e molti erano fuori, impegnati in un'ordalia fra due insensate paure di morire: la paura di morire per una malattia che aveva una letalità sotto il 3% (sono numeri), e quella di morire per un vaccino su cui nessuno sapeva dare informazioni fondate, per oggettivi motivi di mancanza di tempo, e la cui letalità, alla fine, sarà al più uguale a quella della malattia che pretendeva di scongiurare (senza riuscirci, da cui la necessità di richiami frequenti, che confliggono un po' con l'idea che comunemente si ha di vaccino come presidio medico immunizzante). Ricordo anche che all'epoca l'analisi delle frequenze relative indicava come nella popolazione vaccinata gli esiti infausti fossero percentualmente inferiori: ma questo ovviamente non giustificava obblighi in popolazioni in cui la letalità era zero (tipicamente, i giovani). Inutile rifare qui tutto il dibattito: si farà in Commissione d'inchiesta.

      Quello che ha reso il dibattito sull'euro marginalmente più razionale è che l'economia uccide in modo meno diretto. Al contempo, però, ciò ha impedito a chi è arrivato dopo, grazie alla punturinofobia, di capire che le dinamiche e le logiche del dibattito sono esattamente le stesse nei due casi. Anche l'euro, per come ci era stato raccontato, era un vaccino, di cui nessuno però ha voluto riconoscere né analizzare gli effetti collaterali (pur denunciati dalla letteratura scientifica).

      Purtroppo le persone che ho coinvolto, invece di affidarsi al mio buonsenso e al mio metodo, sono andati dietro a vari arruffapopolo, perché avevano fretta, bruciandosi, con un danno netto per la collettività. Ma io non potevo né volevo essere eccessivamente "entrante": un pezzo della valutazione sulla qualità della persona era anche nella sua capacità di capire da sé certe cose!

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  8. Intervengo per segnalare che il prof. dott. Marco Cosentino è imho un ottimo professionista, esperto di farmacologia. È competente, è paziente, è prudente e ha un profilo accademico eccellente. Si muove inoltre in modo assolutamente onesto intellettualmente (che è il quarto pilastro che aggiungerei ai tre indicati da Alberto, e per chiarezza e non essere frainteso ricordo che in commenti antichi su questo blog ho attribuito proprio all'onestà intellettuale di Alberto buona parte della sua "forza").

    Ricordo anche come sono venuto a sapere dell'esistenza del prof. Cosentino: grazie ad una audizione al Senato la scorsa legislatura, audizione organizzata (anche o solo? Vorrei saperlo) dal padrone di casa di questo blog.

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    1. Caro Stefano, tu ti sei da lungo tempo autoescluso da questa community facendo delle esternazioni sinceramente infime. Ho preferito dimenticarle ma ti sarei grato se tu non mi ricordassi la tua esistenza. Hai voluto schierarti con chi ha perso, hai voluto tradire il patto di fiducia che qui ci lega, goditene i risultati da un'altra parte. Il semplice fatto che tu creda di dovermi segnalare Cosentino è di per sé indicativo del fatto che sei inutile. Cosentino all'epoca lo segnalai io, ovviamente. Perché si sa, io non facevo niente e avevo tradito, facendo sclerare i punturini come te. Torno a dirtelo: qui sei diventato persona non grata. Mi dispiace perché quando parli di ciò che sai hai anche cose interessanti da dire. Ma se permetti queste è casa mia (non della Lega o di chissà chi) e a casa mia decido io chi entra. Tu no, quello che hai fatto è stato troppo offensivo e tu sei troppo inutile ai fini del Dibattito perché si possa ragionare sull'opportunità di tenerti dentro. Questo ovviamente nulla toglie al tuo essere un'ottima persona, un bravo professionista, uno sposo fedele e un padre esemplare (immagino). Semplicemente, qui per te non ci sarà mai più posto. Nessuno deve permettersi con me quello che ti sei permesso tu. Nessuno, ovviamente, fra quelli che mi hanno conosciuto e hanno seguito il percorso. La pseudointellettuale della Magna Grecia tronfia e disgrafica che si imbatte per caso su Twitter in quello che immagina essere un "senatore della Lega" può essere perdonata! Povertà non è vergogna. Tu no, perché i casi sono due: o sapevi chi stavi attaccando, e quindi il tuo attacco era particolarmente vile, o non lo sapevi, e quindi, mea culpa, ti avevo molto sopravvalutato dandoti tutto lo spazio che ti ho dato nel blog.

      Errore che non ripeterò più.

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  9. capisco la sindrome del gladiatore ma immagino che l'arte della politica tenga conto anche della capacità di fare sintesi a supporto di un processo mentale di tipo problem solving, senza cui l'azione politica/amministrativa rimane fine a sè stessa; altrimenti una qualunque IA saprebbe fare meglio nell'esporre meri dati numerici e statistici. Sono sicuro che lei ha qualità e capacità, utili al bene comune, ben superiori alle tre citate. E' d'altra parte vero non scoprire mai, tutte e subito, le proprie carte :)

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  10. Il "Bagnai sanitario" potrebbe non essere un medico ma uno statistico con capacità di modellazione matematica coadiuvato da un medico anche non italiano che abbia posto subito in evidenza gli errori che commettevano gli stati europei (es.: dott.ssa Barrientos di El Salvador ) . Il partito ha presidenti di regione che possono tirare fuori i dati . Vi sono dei metri di misura brutali perché economici :
    -costo sanitario medio fra vax e no vax per anno e per fascie di età
    -costo inps per giorni pagati fra vax e no vax
    -costo inail per giorni di intervento fra vax e no vax
    E questo perchè non ci si può fidare di strutture come il Mario Negri in una azione sociale o politica: giocano nell'altra squadra .
    Non è di sanità che si deve parlare ma di società .
    Negli anni 80 facevo i programmi con cui l'istituto Mario Negri tabulava le ricette.
    L'obbiettivo che avevano era castigare i medici che erano iper prescrittori .
    Non comprendendo che erano quelli che evitavano i ricoveri .
    Testuale in mia presenza questo ricordo dell'epoca:
    Suona il telefono , il medico solleva la cornetta.
    Ascolta per un po' poi dice : "Facciamo così, o la smettete di rompermi i c.....i oppure ve li ricovero tutti ."
    Che avesse ragione quel medico condotto lo prova il fatto che oggi è un luminare di cardiologia.


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  11. Nel mio piccolo e senza pretese (e senza contatti all'interno di questa community o fuori) avrei voluto esprimermi di più sui temi medici, l'ho fatto in modo limitato e molto più in ambito privato che in pubblico. Il fatto è che per entrare in quel dibattito, considerando lo tsunami che ti investiva alla prima parola detta, serviva e serve davvero che sia ambito di competenza e io ormai per libera professione faccio qualcosa di sufficientemente lontano da quei temi. È dispiaciuto anche a me vedere praticamente tutte le poche voci critiche in questo settore affannarsi a fare le primedonne

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  12. Non so cosa ne pensa ma a mio parere qualche candidato in altre discipline c'è anche:
    1. In ambito climatico: http://www.climatemonitor.it/ (alcuni suoi autori li conosce già)
    2. In ambito farmacologico: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/ (a volte scrive anche di ambiti affini ma tutti applicati alla propria materia)
    3. In ambito paleontologico: https://theropoda.blogspot.com/ (non so quanto possa essere utile, noto una live tendenza progressista ma sa essere sufficientemente arrogante e saccente)

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  13. (...davanti alla focagna...)

    Non mi aspettavo di vedere tutti questi post in pochi giorni, ma ero venuto a dare un'occhiata perché su YouTube (non ricordo come, ma immagino che le sue grosse credenziali abbiano attirato la mia attenzione) mi sono imbattuto in quella che mi ha ricordato una giovane Bagnai della linguistica (Yasmina Pani), visibilmente annoiata del fatto di dover criticare le improbabili scelte della Treccani per stare al passo con l'attualità. Questa cosa mi ha ricordato subito il blog, anche se purtroppo usa un linguaggio troppo scurrile per i miei gusti (sottolineo che non la sto consigliando come possibile interlocutrice, avendo visto solo un paio di video, ho voluto solo raccontare ei questa coincidenza).

    Riguardo le fonti, aggiungo che all'epoca trovai confortevole non solo il fatto di vederle citate, ma di essere accompagnato e guidato, anche invogliato nel loro uso e nella loro verifica, che si accompagnavano a ragionamenti lineari, tutto a scoraggiare un approccio fideistico. Ho visto diverse volte citare fonti a supporto di ragionamenti contorti, che andandole a leggere dicevano cose diverse da quanto affermato, cosa che trovo molto fastidiosa e non certo fatta per sbaglio, visto che a volte si tratta di presunti "pesi massimi" che hanno "partecipato" al dibattito.

    Riguardo il periodo COVID sinceramente non sono stato in grado materialmente di seguire, e se ci fosse stato un Bagnai sanitario probabilmente non lo avrei notato: di fronte a un giovanissimo amico che stava per morire nonostante fosse il ritratto della salute e che ancora oggi non riesce a riprendersi per i danni subiti ai polmoni, alla moglie di un conoscente che non ce l'ha fatta (come neanche il bambino che portava in grembo), a vedere mio padre scoprire di avere un male proprio mentre la pandemia si portava via i genitori di ex compagni di scuola, era pressoché impossibile pensare di schierarsi tra ipocondriaci e complottisti...a volte penso beati loro che avevano il tempo, la forza o la spensieratezza di entrare in quella tenzone.

    Intanto mi limito a seguire il consiglio di leggere i classici sperando di coltivare un po' di intelligenza umana (anzi le soft skills che fanno curriculum). Essere John Bagnai (o Alberto Malkovich) non fa per me, ma non nascondo che ne invidio le capacità di sintesi (la cui mancanza compenso con lo stare quasi sempre in silenzio).

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