martedì 9 aprile 2019

The awanagana approach to monetary theory and policy (chapter 1)

Tutto nasce da questo mio tweet. Nella discussione si inserisce, senza nemmeno che me ne accorga, il nostro eroe, che elargisce varie perle di saggezza, fra cui segnalo questa:


che in un primo momento non collego nemmeno al mio tweet iniziale.

Mi colpisce però immediatamente un dato: l'autore del tweet sa poco di moneta, ma in compenso non sa molto di asset pricing. In effetti, l'idea che il prezzo delle azioni sia correlato al capitale fisico da esse rappresentato (?) non l'avevo mai incontrata nei miei studi. Nei modelli il valore fondamentale di un'azione è associato al flusso prospettico di dividendi futuri (più esattamente, è il valore attuale medio di questo flusso di dividendi): basta aprire il Blanchard-Fischer o qualsiasi altro testo post-graduate. In pratica contano anche altri fattori, come lo stato delle aspettative, che può determinare fenomeni di bolla speculativa (lo "scollamento" del prezzo dal suo valore fondamentale, dovuto al fatto che gli investitori per qualche motivo si aspettano che il prezzo cresca, innescando un ciclo di aspettative autorealizzanti: una parte della spiegazione è qui).

Più in generale, l'idea di associare le banconote (anzi, scusate: i soldi...) alle azioni muove al sorriso, ne converrete, soprattutto se la si motiva con l'ipotesi che l'emissione di azioni sia legata all'esistenza di un sottostante (il capitale fisico dell'azienda), e questo per il semplice motivo che l'emissione di moneta invece non è (mai stata) legata a un sottostante (le riserve auree o qualsiasi altra cosa avesse in mente l'autore del tweet). Sappiamo infatti che il gold standard è morto con la Seconda guerra mondiale e che il gold exchange standard è stato sotterrato da Nixon nel 1971. Andrebbe anche aggiunto che pochi sanno come funzionasse effettivamente il gold standard: perfino in quel sistema l'offerta di moneta non era esogena (cioè predeterminata dallo stock fisico di oro disponibile nei forzieri della banca centrale), come ci spiegò a suo tempo uno di voi, e i cambi non erano rigidi (perché predeterminati dal contenuto aureo delle monete), ma avevano un discreto grado di flessibilità nominale che rendeva il sistema meno assurdo di quello in cui viviamo, come ci ricordano Catao e Solomou. Quindi la prima legge del gold standard è che se uno vi parla del gold standard quasi certamente non sa di cosa vi stia parlando (a meno che non sia un lettore di goofynomics): è un po' come per Adam Smith: se ve lo citano, non lo hanno letto.

Ma questa è accademia, per voi, che avendo avuto l'umiltà di seguirmi in tanti anni e di leggere i testi che vi proponevo, come io ho letto i testi che mi proponevate voi, siete ormai degli specialisti. Un percorso di arricchimento comune che ha innalzato il livello culturale del dibattito, a un punto tale che capisco che chi oggi vi si affaccia da turista possa trovare qualche difficoltà.

Comunque, la faccio breve: a questo sproloquio reagisco sconsolato così:


Perché, sinceramente, tutto va bene: ma uno che identifica la moneta con "i soldi" sinceramente a me sembra che farebbe meglio ad esprimersi in ambiti del pensiero prudentemente distanti dall'economia monetaria, e forse dall'economia tout court.

Non mi ero reso conto del fatto che le cose stavano molto peggio di così.

Piccato, il nostro esperto ingaggia una discussione, che io tronco subito, senza fare attenzione a un dettaglio:


In effetti, da uno che dice castronerie simili non potevo aspettarmi che fosse un collega (e invece lo è, e anche bravo, come poi vi mostrerò: ma bravo come il dottor Cottard, naturalmente...). Eppure, il "marker awanagana", come lo chiamerebbe il nostro amico Pedante, avrebbe dovuto mettermi in guardia: "analogia con equity è parziale", cioè: "l'analogia con le azioni è parziale"...

Perché dire in inglese, o meglio in ingliano, una cosa che potresti dire in italiano? L'amico mi incuriosiva, e così vado a curiosare nella sua TL, che si rivela un'autentica miniera di perle:




La mia prima riflessione è stata: "Ecco un poraccio che si ammanta di un po' di termini gergali per conferire a se stesso un'autorevolezza che non possiede!" Una riflessione condivisa da alcuni di voi:


che con una certa leggerezza, e con l'amabilità di chi ha letto qualche libro senza figure, ironizzavano sul nostro nuovo amico:

(facendosi riprendere dai tanti precisazionisti in agguato sulla mia TL...). Tant'è che le mie risposte si facevano un pochino più affilate...



...stimolando il nostro nuovo amico a cacciare l'argomentone: le correlazioni di Mervyn King, tratte da No woman no cry... anzi, no: No money no inflation! (C'è un po' di confusione, ma doesn't matter, come direbbe Daniele: sono solo due canzonette, una particolarmente priva di senso...).

A questo punto mi viene un dubbio: cerco meglio, e mi accorgo con raccapriccio di essermi sbagliato: Daniele Condorelli pare sia questa roba qui, ed è oggettivamente roba buona. Journal of Political Economy e Review of Economic Studies sono due fra le riviste top 10 in economia, il che significa che Daniele, che fra l'altro è più giovane di me, potrebbe meritatamente diventare un professore ordinario molto prima di me.

Una buona notizia per lui: una pessima per noi, e più specificamente per la reputazione del mondo accademico, quando vi avrò fatto capire che cosa non capisce: una cosa che voi capirete, perché è piuttosto intuitiva, e che lui non ha capito, anche se non gliela ho nascosta (strano, per uno così bravo).

In un modo un po' sfilacciato, a causa dei miei impegni, la discussione infatti proseguiva:


(vorrei dire a Daniele che non deve chiamarmi Prof. Dott. Sen., ma semplicemente Presidente: solo che uno che non capisce cosa sia una correlazione spuria cosa volete ne capisca di etichetta!?).

Le mie obiezioni circa la validità di "silver bullet" di questo tipo (le correlazioni fra tasso di crescita della massa monetaria e tasso di crescita dei prezzi, cioè inflazione) sono di due ordini, e sono chiaramente espresse: la prima è che la natura endogena della moneta le rende particolarmente prive di senso, nel senso che impedisce di stabilire se il comovimento osservato dipenda dal fatto che una delle due variabili causi o meno l'altra. Ma di questo parliamo un'altra volta: sono concetti troppo raffinati per lui - non per voi - e non vale la pena di sprecarsi troppo (ho incontrato venti persone in dodici ore, sono piuttosto stanco). La seconda obiezione è che correlazioni di questo tipo sono verosimilmente influenzate da osservazioni anomale (outliers). Questo, invece, voi potreste non capirlo immediatamente, perché qui non ne abbiamo mai parlato. Tuttavia, a capirlo non ci vuole molto. Prendetevi il grafico 1 di Bob Marley:

e leggetevi la didascalia: le osservazioni in cui una o l'altra delle variabili eccedessero il 100% di crescita sono state espunta dal grafico. Certo, perché storicamente si sono presentati casi di paesi con inflazione (o crescita della moneta) anche a quattro cifre!

Volete vedere com'è fatto il grafico "completo"? Basta prendere i dati e rifarlo. La fatica l'ho fatta io, mentre volavo verso la Morte Nera:


I dati sono dall'edizione 2017 dei World Development Indicators (li trovate qui, mi scuso per il disordine, ma almeno c'è tutto) e dovrebbero quindi coincidere sostanzialmente con quelli di Bob Marley, a parte il fatto che 16 anni dopo ci sono 16 dati in più. Ma visto che il nostro amico Awanagana tiene molto al long run, questo non dovrebbe essere un particolare problema! In effetti, la retta interpolante ha un R-squared di 0.68 e la correlazione semplice fra le variabili è un bello 0.83. Risultati sostanzialmente analoghi a quelli di Marley. Apprezziamo anche il fatto che Bob King (o Mervyn Marley) abbia espunto le osservazioni eccedenti 100 dai suoi grafici. Ciò li rende molto più leggibili.

Tuttavia, il mio punto (come direbbe Awanagana) resta, ed è il seguente: quando un campione di osservazioni ha anche una sola osservazione anomala, cioè posta molto al di fuori della nuvola di punti, è facile che i dati manifestino una correlazione, anche se sono per costruzione stocasticamente indipendenti (e quindi linearmente indipendenti, e quindi incorrelati: questo voi non lo capite, ma lui dovrebbe capirlo: però non lo capisce, ma questo però è un problema suo - e dei suoi coautori!). Guardate ad esempio quest'altro grafico, la cui struttura, un po' stilizzata, ricalca abbastanza da vicino quella dei grafici di Mervyn Marley (o Bob King):



Sapete qual è la correlazione campionaria fra i dati qui rappresentati? 0.92... Una correlazione almost perfetta, vero, Awanagana? Solo che c'è uno little problema, my friend, e ora provo a spiegartelo. La correlazione in the population, Awanagana, è zero by construction, perché i data rappresentati sono stocastically indipendenti by costruzione, my dear. Surprise, surprise! Se non ci credi, guarda come è stato costruito il grafico (hint: con la funzione CASUALE() di Excel). L'esistenza di un unico outlier basta a produrre una correlazione miracolosa, che però non significa una mazza di niente, visto che le variabili sottostanti sono del tutto incorrelate: fra di esse non esiste alcuna particolare associazione, come del resto non ne esiste, nei grafici del monetarista reggae, fra paesi in via di sviluppo piagati da iperinflazione e paesi capitalistici avanzati caratterizzati da un normale processo inflazionistico.

Mettere in uno stesso grafico paesi in cui il processo inflazionistico ha origini così diverse (dell'iperinflazione abbiamo parlato in altra sede, e comunque che l'Argentina non è l'Italia altri hanno dovuto impararlo a loro spese) è una sottile forma di disonestà intellettuale: consente di drogare la correlazione fra due variabili che da dirsi hanno meno di quanto si creda, semplicemente introducendo osservazioni anomale che "gonfiano" il coefficiente di correlazione campionario per un mero artefatto statistico.

Got it?

Non credo.

Ci sono cose che se potessero essere capite non dovrebbero essere spiegate, e se devo spiegare una cosa così banale a un tronfio giovincello di Essex non posso però illudermi che lui possa capirlo.

Ci vuole tanta umana pietà, e io l'ho dimostrata:



Ho riconosciuto la sua eccellenza (su cui fra un po' torno), ho chiarito il punto, e ho ricevuto solo un modesto ammontare di dileggio, e l'accettazione di un rischio che con me è una certezza: il rischio del ridicolo, perché voi, cari amici neoclassici, un po', ridicoli, lo siete.

Ma siete bravi.

Ed è appunto con una riflessione sull'eccellenza, sulla meritocrazia, che vorrei concludere questa breve nota, scritta al termine di un viaggio nella Morte Nera. Non ci sono dubbi: per i correnti standard di valutazione della ricerca scientifica Daniele è uno scienziato brillante. Perché allora non capisce una cosa così semplice? C'è l'effetto Cottard, e c'è forse anche l'effetto Flaiano: la specializzazione, in effetti, genera mostri. Ma la spiegazione non può esaurirsi qui, con una reminescenza letteraria o con un tagliente aforisma. Daniele è sicuramente accecato dall'ideologia: la moneta merce è un caposaldo del liberismo. E Daniele è anche giovane: io non so tante cose, ma mediamente me ne rendo conto, e non vado a sfottere chi le sa. Quando non so chiedo: è il principale beneficio di possedere un ego dolorosamente strutturatosi.

Tuttavia, anche questo non basta. La giovane età conserva le asperità del carattere: c'è chi rispettoso ci nasce, e chi ci diventa con tante brutte esperienze (c'è anche chi non lo diventa mai, ma non fa molta strada e sono certo che questo non sarà il suo caso). A me però sembra evidente il problema principale: questa sovrabbondanza di competenze, anzi, di coNpetenze, si associa nel nostro amico a un forte isolamento culturale. Gli mancano alcune letture, gli mancano i classici, gli mancano #lebbasi, e non mi riferisco a Proust (non sia mai: troppo lungo, troppo noioso e non abbastanza nazista per Marco Basilisco), non mi riferisco a Flaiano (un oscuro scrittore di provincia), no, no: mi riferisco a lui:


...ecco: sarebbe bastato aver visto un film che tutti hanno visto per capire che quando fai l'ammeregano a sproposito le cose rischiano di finire male. La cultura, dicono, non si mangia... ma intanto ti salva dalle randellate! Le hai cercate, le hai volute, te le ho date, e ora vai nella tua tweet line a spiegare ai tuoi diciotto follower che hai ragione tu. Oppure fatti uomo, cerca di capire quello che ti ho spiegato, e cresci. Il secondo capitolo dipenderà da come reagirai: sta a te renderti ridicolo, screditando la professione. Io ho cercato di evitartelo. Buona notte!




(...sì, lo so, è desolante: questi sono quelli bravi! Non parlo solo del dato scientifico, ma anche e soprattutto di quello umano. La cecità ideologica, l'argomentare solo ad auctoritatem e ad personam, la prosopopea... Questo è il sistema che abbiamo creato. Ma guardate il bicchiere mezzo pieno: per la prima volta nella storia della Repubblica c'è un Presidente di commissione finanze che sa riconoscere una correlazione spuria quando la incontra. E ce lo avete messo voi! Potete essere fieri di voi stessi, anche se non parlate come nel Kansas City!...)





28 commenti:

  1. Impressionante: qui c'è un problema di ignoranza grosso come una casa, che non riguarda più solo la scuola ma anche le Università. L'uso arrogante del nuovo latinorum, poi, per cercare di sembrare smart non so se sia più ridicolo o patetico.

    Mi è rimasta una curiosità: cos'è la Morte Nera? Ha fatto brutti incontri, di recente?

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  2. Sinceramente spero che the awanagana theory sia feconda di nuovi corollary ... Non ho mai riso così tanto in vita mia. Grazie di esistere, Professore.

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  3. C'è dentro tutto. Ci trovo dentro un po' tutti gli errori, che hanno infestato, ma anche rallegrato, la ormai anziana esistenza di questo blog, da quando lo seguo, da "early 2013". E quindi tutti i resolution plans (o in Italiano i prestiti sono al singolare? Boh, lo scopriremo solo sbagliando). C'è un efficientissimo passo di Galbraith, quando amareggia sugli intellettuali "contemporanei" to the current monarchy.
    Quando in azienda ho parlato di valori outlier, mi hanno preso per pazzo. Avevo semplicemente detto che basare un valore su una rilevazione campionaria del 2%, calcolando l'insistenza di valori anomali, è una fregnaccia statistica (come molto probabilmente l'ottimo Fabio Sciatore potrà confermarmi). Se quei valori sono umani, poi (quindi soggetti alla variabilità dell'essere umano), e se la popolazione non è sufficientemente estesa, e, sweet in bottom, rilevata da un ente terSo, stiamo parlando del nulla. Del nulla.
    https://youtu.be/x-zuD1D56L0?t=60

    Viviamo tempi non banali.

    Dio te benedica, Presidè...

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  4. grazie Presidente, sto cercando di capire e di imparare e riesco anche a divertirmi

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  5. La vorrei veramente tanto una inflazione del 4/5% causata da bassa disoccupazione e redditi aumentati del 30%, soprattutto il mio :)

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  6. L'arroganza dei modesti.
    Non vorrei scomodare a sproposito un genio ma l'approccio giusto, per chi può, sarebbe questo.
    È, i think, un po' sborone.

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  7. Dove trova Presidente il tempo per fare tutto...questo per me è un mistero

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  8. Ho un nipotino (adottato) che tra un paio di anni dovrà decidere se proseguire andando all'università o entrare nell'azienda di famiglia. Ma se questi sono i professori bravi... Be', spero che scelga la seconda. Altrimenti accendo un cero alla madonna di Caravaggio.

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  9. anche gli àscari parlavano Italiano infatti..

    https://italiacoloniale.com/2017/05/01/viva-il-duce-viva-il-re-lonore-di-scire-lascaro-ancora-fedele-allitalia/

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  10. "Nei modelli il valore fondamentale di un'azione [o anche immobile] è associato al flusso prospettico di dividendi futuri (più esattamente, è il valore attuale medio di questo flusso di dividendi [affitti]): basta aprire il Blanchard-Fischer o qualsiasi altro testo post-graduate."

    Da rammentare ai colleghi di governo che ancora si espongono inutilmente con la speranza di 'miracolose' vendite di immobili pubblici...

    Comunque a me, leggendo il testo, è tornato in mente un episodio di quando, da giovane venditore di strumentazione elettronica, feci una decisiva dimostrazione al direttore scientifico di una primaria istituzione pubblica nazionale.

    La dimostrazione aveva per oggetto le magnifiche virtù di un analizzatore di spettro (quello per cui avrei percepito la commissione) messo a confronto con un altro modello (allora leader indiscusso di mercato).

    La strada per me era in salita, perchè l'ordine dell'analizzatore concorrente era già stato preparato e sarebbe stato firmato dal direttore un attimo dopo che fossi uscito.

    L'analizzatore in contesa avrebbe dovuto essere collegato ad una antenna direttiva per misurare lo spettro radioelettrico (1 Mhz di banda) di una certa porzione di cielo nel corso in una missione scientifica in Antartide.

    Il direttore mi accolse con molta stizza perchè al mio buongiorno rispose 'guardi che sta perdendo tempo, l'altro venditore mi ha già fatto vedere che il suo analizzatore soddisfa i requisiti'.

    Incuriosito gli chiesi quali fossero i requisiti e lui mi spiegò condiscendente che dovevano misurare il livello di potenza di rumore in una banda di 1 MHz, con risoluzione di 1 Hz, inseguendo il passaggio nel cielo, della durata di circa 15 minuti, di un satellite.

    Al che io spensi platealmente l'apparecchio, tolsi la spina dalla presa e cominciai a raccogliere le mie cose.

    Incuriosito il direttore mi disse 'ma che fa? non la fa più la dimostrazione?'.

    Gli risposi 'ad impossibilia nemo tenetur'.

    E gli spiegai che un analizzatore di spettro supereterodina (quindi non FFT) per risolvere un Hz ci mette almeno un secondo e che 1 milione di secondi (11,5 giorni) sono molto di più del quarto d'ora allocato...

    Alla fine giocai sulla sua iperspecializzazione e sul suo senso di colpa per non essersi accorto del problema degli ordini di grandezza per fargli stracciare l'ordine alla concorrenza e fargli firmare l'ordine per il mio apparecchio (abbondantemente scontato per farmi perdonare la mia impudenza).

    Spero che 'mutatis mutandis' questa vicenda abbia un simile epilogo.

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  11. Il nuovo latinorum è l’insegna dei villan rifatti. Andrebbe bandito da qualsiasi interazione pubblica (almeno), soprattutto su argomenti tecnici, dato che cela anzitutto l’incapacità di linguistica di tradurre e concettualizzare. Apprezzo sempre più i Francesi che traducono e spiegano ogni termine e ogni espressione che potrebbero non essere familiari all’uditorio, che sia in aula, sui media, o in altri contesti pubblici. Insomma informano e formano: due cose molto importanti per loro e che dovrebbero essere essenziali in ogni contesto civile e ben chiare a chi ha fatto studi superiori.

    La Morte Nera potrebbe essere un posto da cui si va e ritorna in giornata. Francoforte? I grattacieli sono piuttosto neri da quelle parti.

    Felice di rileggere post come questi, perché ancora non li capisco del tutto. (La massa monetaria quella si’, perché ho da sempre una passione per le custardedde, come la prima volta che le assaggiai i miei ospiti chiamarono le aguglie.) Pero’ mi ha dato qualche elemento sulla correlazione, concetto che viene spesso opposto oggi a quello di causalità. Penso che ci troveremo l’argomento di fronte nelle prossime settimane.

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  12. "A me però sembra evidente il problema principale: questa sovrabbondanza di competenze, anzi, di coNpetenze, si associa nel nostro amico a un forte isolamento culturale."

    Quando si va tanto 'in profondità' non solamente si guarda troppo l'albero e non si vede più l'intera foresta, ma si finisce 'dentro' e lì, dentro, si rimane intrappolati nell'incompletezza (teorema). E la 'soluzione' si può concepirla solo uscendo fuori (il che non significa necessariamente vincolo esterno).

    PS:
    Il divide-et-impera porta come conseguenza il proliferare di 'agenti Smith'.
    Duri i banchi, Senatore.

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  13. “Non ti eccitare così” disse Adam. “Sembra che non si possa più discutere di niente, che subito lo prendi come un insulto personale.”
    “Forse la conoscenza è troppo grande e gli uomini stanno diventando troppo piccoli” disse Lee. “Forse, inginocchiandosi davanti agli atomi, anche il loro spirito diventa grande come un atomo. Forse uno specialista è solo un codardo, che ha paura di guardar fuori dalla su gabbietta. E pensa a cosa si prendono gli specialisti: il mondo intero, oltre la siepe.”
    “Parlavamo solo di guadagnarsi da vivere.”
    “Da vivere...Soldi” si agitò Lee. “Facile far soldi, se sono i soldi che vuoi. Ma, tranne alcune eccezioni, la gente non vuole i soldi. Vuole il lusso, vuole l’amore, vuole ammirazione.”
    “D’accordo. Ma tu sei contrario al college? Era di questo che si parlava?”
    “Scusa” disse Lee. “Hai ragione, sembra proprio che mi agiti troppo. No, se il college è il posto in cui un uomo può scoprire quel è il suo rapporto con il proprio mondo, non ho niente in contrario. È così, Aron?
    “Non lo so” disse Aron.

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  14. Che spasso leggerla, ma soprattutto una puntina di orgoglio nel comprenderla... almeno I think...

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  15. Non metto in dubbio che lei abbia ragione sul fondo. Ma il pippone sugli outliers (ma la capisco - lei è un vero insegnante e le piace insegnare) è veramente poco rilevante nel caso della figura del King:

    1) Forse non l'ho visto io, ma King non mi pare dia nessun R-squared. Quindi cosa sta criticando lei? La scelta della soglia al 100%?

    2) A qualunque livello uno metta la soglia, e comunque la si voglia misurare, la correlazione mi pare abbastanza evidente e indipendente dai famosi outliers. Anche sul plot che ha riprodotto lei. (Fra l'altro sono andato a vedermi a quali paesi corrispondessero i punti che deviano più dalla diagonale: Zimbabwe da un lato, Estonia e Slovacchia dall'altro... interessante no?)

    Fossi in lei concentrerei sull'altro argomento (in AWANAGANA: correlation does not imply causation) se vuole convincere gente come me che conosce i metodi ma non la materia.

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    1. Caro: io non voglio convincere nessuno. È rifiutando il consenso che sono arrivato in Senato, figurati un po’ se cambio un metodo che ha funzionato così bene! Quindi le tue osservazioni sono radicalmente inconferenti. Forse non hai visto spesso esercizi come quello di King. Il punto è che si usano campioni sezionali totalmente nonsensical per far credere al fesso di turno che i punti giacciano lungo la bisettrice del primo e terzo quadrante. Questo modus operandi è una orrenda mistura di disonestà intellettuale (e di questa ci siamo occupati finora) e ignoranza (e di quella mi occuperò quando avrò tempo e voglia di farlo). Tu, per me, puoi continuare a credere che la moneta sia una commodity agganciata all’oro, e che causi i prezzi. A me i tuoi beliefs spostano poco: devo occuparmi di quelli di persone più importanti di te e me!

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    2. Mi pare che il punto evidenziato dal prof sia che gli outliers falsano il calcolo di correlazione e anche la percezione visiva. Nell'excel prodotto dal prof dove i punti sono generati in maniera casuale, se calcoli la correlazione escludendo l'outlier (B77,C77) la correlazione crolla dallo 0.94 a un valore prossimo allo zero. La morale è che l'outlier "falsa la scala" comprimento i punti restanti in una piccola zona del grafico e dando così l'illusione di correlazione. Tolto l'outlier l'illusione svanisce.

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    3. Alberto, lo so che a lei convincere me interessa ben poco. Ci mancherebbe altro. Sono io che che aspiro a farmi convincere da lei!

      Antonio, sul fatto che gli outliers possano falsare tutta un' analisi, come mostrato dal Prof. sui dati simulati, non ci piove. La questione è se in questo caso particolare (i dati del King) gli outliers sono IL problema. E non mi pare che lo siano.

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  16. anche io ho notato che spesso ci sono persone che sostengono qualcosa perché gliel'hanno sempre raccontata così e non si vogliono prendere il tempo di riflettere e analizzare meglio e vedere se è proprio così. Sapendo che un tempo io ero uno di loro cerco di non sbertucciarli troppo e di spiegare ma a volte è una fatica enorme.
    Post come questi sono molto da apprezzare, speriamo che sempre più di quelli che "sanno" solo per luogo comune abbiano la curiosità di comprendere per davvero - serve curiosità e molta forza per abbandonare le proprie convinzioni e non tutti ce l'hanno.

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    1. Come detto sopra è una guerra di religione e rispettosamente la religione 'si crede' e non 'si spiega'. Ci sarebbe bisogno che ciascuno di noi credesse di meno e cercasse più spiegazioni, insomma ci sarebbe bisogno di più dubbi.
      Brecht.
      Sia lode al dubbio, circa 40 anni fa, però non ricordo il nome dell'antologia. Sto invecchiando.
      Qualcuno su questo blog credo che l'abbia anche postata, almeno qualcosa.

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  17. C'è da dire che Twitter è diventato (non da oggi per la verità, motivo per il quale mi cancellai nel lontano 2015) un luogo invivibile. Ogni tanto do un'occhiata dall'esterno e rabbrividisco; ormai è tutto un proliferare di "conpetenti", di piccoli Sun Tzu da smartphone, di personaggi che un tempo erano di qua e all'improvviso sono di là, senza dimenticare gli immancabili profeti dell'Apocalisse imminente e i dietrologi professionisti. Una volta si potevano leggere anche cose interessanti/simpatiche, adesso mi sembra più mezzo per sfogare (inutilmente) le proprie frustrazioni.

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  18. Quando avevo visto i grafici che aveva postato il tipo mi era venuto in mente https://www.xkcd.com/2048/

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  19. La mia pertinacia mi ha fatto aprire il file dati:
    Fagiano.xslx - Correlazione dei gonzi - (premere ripetutamente F9 per capire perché è meglio lasciare in pace chi ne sa più di te).
    Ho chiuso…

    Comunque credo di avere afferrato il concetto.

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