martedì 5 luglio 2016

La parabola della Brexit

(...carissimi, mi spiace se state a ròta. Capite bene che l'accelerazione degli avvenimenti mi impone altre priorità rispetto a quelle di gratificare il vostro io. Se volete leggere, da leggere ne avete tanto. Se lo aveste fatto, non vorreste farlo più, perché vi annoiereste, come mi annoio io, a registrare nei fatti un monotono, eterno 2+2=4. Almeno fosse ancora rivoluzionario! Macché! Siamo diventati mainstream, come lamentava non so più quale gazzettiere tempo addietro. Non c'è più nemmeno la soddisfazione di distinguersi dalla massa - fatti salvi alcuni casi patologici che chi frequenta Twitter conosce e che non vale la pena di segnalare a chi non lo frequenta. Non annoto più nemmeno i QED: sapete farlo da voi. Voglio però parlarvi della parabola della Brexit. Non è una storia molto lunga...)




La parabola della Brexit: e(t) = -0.0007 t2 + 0.0266 t + 1.1212.





(...chi l'ha capita è ingegnere. Per chi non l'ha capita, domani c'è la spiegazione sul Fatto Quotidiano...)

(... sentire Draghi dire roba simile! Lui! Lui inserito dal Tesoro americano nella lista dei manipolatori di moneta per aver attaccato l'euro dove voleva la Merkel! Lui che svalutando la valuta di una zona in surplus - l'eurozona - ha compiuto un gesto scorretto e aggressivo al quale tutti i maggiori partner mondiali hanno dovuto in qualche modo reagire, a partire dalla Cina! Lui che, non eletto da nessuno, si permette di dire "Temiamo le reazioni dei paesi che provino a correggere ciò che loro vedono come un tasso di cambio errato"! E perché mai un paese non dovrebbe desiderare di correggere una propria variabile macroeconomica, se la ritiene errata? Cosa vuoi fare, Mario? Vuoi decidere tu, che so, quale deve essere il salario reale dell'Indonesia? Quale deve essere il saldo delle partite correnti dell'Iran? Quale dev'essere il tasso di inflazione della Nigeria? E allora vai, caro, vai: prendi una piroga, un brigantino, una caravella, e vai a dirgli cosa ne pensi. Ma si può parlare così? Il più colossale manipolatore di valute della storia economica recente che se la prende con chi sta semplicemente reagendo alla sua sleale provocazione! Basta, devo smettere di scrivere: se uso troppi punti esclamativi Rockapasso mi cazzia. Ma dico: come si fa a mantenere la calma di fronte ad amenità simili? Veramente: il bue - castrato dalla Merkel - che dice cornuto al purosangue inglese - che in realtà è canadese...)

17 commenti:

  1. PROPRO NON PUOI STAR ZITTO !!

    Che dire se non .. GRAZIE a chi ancora non vuol tacere e dar voce documentante a zia T.I.N.A

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  2. Manca la seconda parte è partito l'invio: da un punto di vista religioso non sono un prete ma le parabole servono a dare l'esempio.

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  3. A occhio e croce sembra l'equazione di una parabola.

    È vero si fa molta fatica a rimanere calmi, ma come lei insegna, non bisogna prestare il fianco.

    Saluti.

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  4. Visto che siamo a martedì spero che il blog abbia riaperto e di poter commentare:)
    Mi sembra che Draghi rientri a pieno titolo nella categoria Fuuuuuuuuurbiiiiiii (o paraculi).
    Interessante quello che dice, Brexit (la causa citata da Draghi) può scatenare svalutazioni competitive e calo del Pil (le conseguenze secondo Draghi), quindi in un colpo solo si lava la coscienza della guerra valutaria che ha innescato e avrà la scusa per giustificare la non ripresa in atto e magari una futura recessione.
    Ancora più significativa mi sembra la seconda parte, "non possiamo permetterci di non risolvere i problemi delle banche" (cioè della tedesca DB). Ed anche quì Mario fa il furbo, i problemi delle banche (causa secondo Draghi, di fatto conseguenza degli squilibri causati dell'euro secondo i dati) costringeranno la BCE ad acquistare direttamente o indirettamente una valanga di crediti marci, ovviamente emettendo Opsss STAMPANDO euro, che quindi si svaluterà (conseguenza inevitabile by TINA secondo Draghi).
    Ovviamente se uno scenario del genere si dovesse avverare credo che la Merkel non si opporrebbe visto che gli risolverebbe il problema DB e manterrebbe alto il surplus tedesco.
    Forse faccio peccato a pensare così male.

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  5. Se tutti svalutano ci dovrebbe essere uno (o due, a quanto pare?) che rivalutano.

    La parabola non è molto lunga ma secondo me sarà ancora più breve.

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  6. Caro professore, proprio vero, ormai è mainstream quello che si dice qui, ma il problema che questo mainstream non dirige nulla nei palazzi del potere. Una situazione sostenibile solo nel breve periodo: o cambiano le politiche, o questo 'mainstream alternativo' viene rimesso in un angolo non so come.

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  7. La variabile t è espressa in numero di mesi, giusto? Calcolando l'ascissa del vertice della parabola con la formula -b/2a cioè -0.0266 / 2(-0.0007 ) ho ottenuto 19 ed il diciannovesimo mese contando da gennaio 2014 è agosto 2015 (e quindi ad agosto 2015 il rapporto euro/sterlina dovrebbe aver raggiunto il picco).

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  8. Non sono un ingegnere ma 0.74 è più vicino all'1 che allo 0.. Sul blog se ne è parlato tanto della posizione dell'€zona vs. resto del mondo e del cambio. E si è parlato anche che l'€ non è mai stato stabile e di fame di euroni nel mondo non se ne vede (purtroppo la fame vera quella si). Ricordo l'articolo sul fatto del prof nell'estate del 14 dove si diceva che l'€ per sopravvivere avrebbe dovuto svalutare. Purtroppo Draghi fece il suo lavoro. Sentire da lui queste cose fa veramente rabbia, ma allora che aspettano gli USA? Quando fanno basta? Dobbiamo aspettare dopo il maledetto TTIP o DB? Oppure ci pensano brics & co.? Mi scuso in anticipo prof. per la prolissità.

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  9. E dire che Galileo ci stava rimettendo le penne per dire una cosa del genere.

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  10. Sì caro professore, lei è ormai noiosamente mainsitream: Mea culpa dell'Economist sulla Brexit: "La responsabilità è dell'élite che ha sostenuto la globalizzazione. Inclusi noi". A far vincere il Leave al referendum sulla Brexit è stata soprattutto la rabbia di chi si è sentito lasciato indietro da globalizzazione e liberalismo economico. Una rabbia “giustificata” di cui sono responsabili i “sostenitori della globalizzazione, tra cui questo giornale”. È il mea culpa dell’Economist, che in un editoriale intitolato “La politica della rabbia” fa il punto sugli errori di tecnocrati, politici e media che hanno portato ampi settori dell’elettorato – dal Regno Unito alla Francia, passando per gli Stati Uniti – a ribellarsi contro il liberismo internazionale. La rabbia di chi ha scelto la Brexit – scrive il settimanale economico – è diretta “all’immigrazione, alla globalizzazione, al liberismo e persino al femminismo”; tutto questo – come mostrano i sondaggi – “si è tradotto in un voto di rigetto dell’Ue”. Nell’ultimo quarto di secolo la maggioranza ha prosperato, ma moltissimi elettori si sono sentiti lasciati indietro. La loro rabbia – riconosce l’Economist – è giustificata. I sostenitori della globalizzazione, incluso questo giornale, devono riconoscere che i tecnocrati hanno fatto degli errori e le persone comuni ne hanno pagato il prezzo. L’adozione di una moneta europea imperfetta, uno schema tecnocratico per eccellenza, ha portato stagnazione e disoccupazione, e sta facendo a pezzi l’Europa. Strumenti finanziari complessi hanno disorientato i legislatori e mandato in crisi l’economia mondiale, fino a risultare in salvataggi di banche pagati dai contribuenti e, successivamente, tagli di budget. Persino quando la globalizzazione ha provocato enormi benefici, i decisori politici non hanno fatto abbastanza per aiutare i perdenti. Il commercio con la Cina ha sollevato dalla povertà centinaia di milioni di persone e portato vantaggi immensi per i consumatori occidentali. Ma molti operai che hanno perso il lavoro non sono riusciti a trovare un altro impiego a un salario decente. Da questo ragionamento deriva una conclusione: “il liberismo dipende dalla fiducia nel progresso ma, per molti elettori, il progresso è ciò che è accaduto ad altri […]. Come mostra la Brexit, quando le persone sentono di non avere il controllo sulle proprie vite e di non condividere i frutti della globalizzazione, si ribellano”. (fonte: http://www.huffingtonpost.it/2016/07/01/economist-mea-culpa-brexit_n_10770722.html).
    A parte l’affermazione “Nell’ultimo quarto di secolo la maggioranza ha prosperato”, che è evidentemente errata atteso che la maggioranza ha votato leave, direi che forse qualcuno che conta ha iniziato a capire d’aver tirato troppo la corda, anche se temo che, invece di agire di conseguenza, impiegherà tutte le sue energie per cercare di guadagnare tempo.
    Con i più cordiali saluti.

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  11. Ohiohi quale onta! La sterlina si adagia sul triclinio della sua lussuria monetaria e svaluta pesantemente (?); ma meno male che noi invece, per contrastare questo moto d'immota mollezza, abbiamo austriacamente rivalutate le nostre divise!

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  12. EUR/GBP o GBP/EUR ....?

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    1. Cosa già spiegata mille volte, perfino con un post dedicato ad personam. Il fatto che NON ci arriviate la dice lunga su quello che ci aspetta. Ora ti segno.

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  13. Vado a memoria ma il canada non ha firmato il nafta? Praticamente il ttip solo che tra canada messico e usa, ergo se entriamo in un'accordo di libero scambio che ha come obbiettivo uniformare gli standard con il canada che ha uniformato i suoi standard lavorativi sanitari ambientali con gli usa in effeti anchè noi uniformiamo i nostri standard con gli usa.

    Insomma il gioco delle tre carte.

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  14. Quindi ha costruito una retta di regressione quadratica, usando l'andamento del cambio GBP/EUR e il suo quadrato come "x" e "x^2"...però quale variabile dipendente ha usato?
    (Ho ordinato il libro di econometria di Stock e Watson, prometto di darmi fare quest'estate...)

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    1. Nell'equazione riportata esplicitamente nel grafico, se non erro la variabile dipendente è: e(t), ovvero il valore atteso del cambio EUR/GBP in funzione di t.
      Il tasso EUR/GBP, la cui interpolazione esprime il valore atteso, è la linea blu. Dapprima s'è innalzata, il che significa che GBP si è rivalutata rispetto ad EUR. Una GBP che inizialmente acquistava circa 1,2 EUR era giunta via via fino a poterne comperare circa 1,4.
      Tale rivalutazione della sterlina è stata concomitante con la fase iniziale di svalutazione di EUR rispetto al dollaro, cioè lo "scalino" della linea arancione, prima del quale bastavano circa 0,7 EUR per acquistare un dollaro, mentre dopo ce ne sono voluti più o meno 0,9 EUR.
      Poi, dopo un tempo che mi ha l'aria di un "assestamento" (somiglia molto a quel che succede alla frequenza emessa quando monto una corda di nylon nuova su una chitarra) la sterlina si è nuovamente svalutata rispetto ad EUR (abbassamento della linea blu) riportandosi (almeno suppongo) verso i valori antecedenti se volesismo considerare il cambio GBP/USD.
      Date le dimensioni relative delle tre economie qui coinvolte, suppongo che la svalutazione di EUR (forse mercé il Quantitative Easing o simili azioni del drago?) sia stata la causa scatenante dello scalino arancione rispetto ad USD, e che da tale punto di vista la GBP, ancoirché pilotata da un'Albione perifidissima, non possa aver "causato" granché.
      Penso anche che il successivo riallineamento di GBP verso USD indichi l'esistenza di forti legami economici UK-USA, mentre i piccoli sballonzolamenti dei giorni del Brexit (la parte finale in forte pendenza della curva blu) possano prima o poi riprendersi e non significare granché.
      Dal mio punto di vista, poiché vorrei costruire una nuova chitarra per la quale devo acquistare in USA l'equivalente di qualche decina di USD di laminati in fibra di carbonio che non trovo né qui né in UK né in Germania, ora li pagherò più di prima. Mi fossi deciso più rapidamente avrei risparmiato, ma se non altro, ora sarei un po' facilitato qualora volessi vendere la chitarra in USA. Invece è solo un hobby, perciò quel che più rileva è che per ora - stranamente quanto fortunatamente - continuo ad avere un lavoro con regolare pagamento di stipendio. Questo mi permette di dedicare un minimo di spese al sollievo liutistico dalle miserie quotidiane...

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