giovedì 9 aprile 2015

Nocella sul modello tedesco: chiagn' e ffotte

Chi è Gianluigi Nocella? È un bravo ragazzo, anche se un tempo frequentava dei blog discutibili, e assisteva a tavole rotonde un po' eterogenee, organizzate da gagà periferici. Poi però pare che abbia messo la testa a posto, che si sia messo a studiare (quindi c'è speranza anche per il Palla), ed ha prodotto un'analisi del modello tedesco che va oltre lo "svalutazzzzzionebbruttanemicadelproletario" (cui, come abbiamo visto, non corrisponde però una "rivalutazzzzionebbellaamicadelproletario", poiché nei casi documentati di major devaluation la quota salari diminuisce anche nei paesi che rivalutano, e spesso più che negli altri...).

Dai, un giorno in cui ci vogliamo divertire andiamo a leggere gli articoli di quelli che "la svalutazione deprime la quota salari" e poi non ti dicono cosa succede a chi ha rivalutato. Disonestà intellettuale? No, distrazione, e soprattutto giusta assegnazione delle priorità: ora è il momento di concentrarsi sul tema più urgente per il nostro paese: dimostrare che "Bagnailafafacile"...

(...dice: "Ma così gli dai importanza!" Amici, lasciatemi divertire: a una roba simile nemmeno io riesco a dare importanza!...)

Vabbè, oggi, però vogliamo lavorare, e allora, con mio grande piacere, vi segnalo che nella serie dei working papers di a/simmetrie, che sta crescendo in forza e bellezza, è uscito Competitività e distribuzione funzionale nell'Eurozona, di Gianluigi. Sottoposto a un regolare processo di referaggio anonimo (io che sono l'editor so tutto, ma non ve lo dico), è finalmente uscito in italiano questo lavoro, che io auspico comunque di pubblicare anche in inglese, perché all'estero, come il post precedente dimostra, c'è tanto bisogno. Qui che le cose stiano esattamente al contrario di come le raccontano quei servi (della finanza) dei padroni (delle grandi imprese) ve lo immaginavate già, e io ve l'ho semplicemente confermato. L'euro non è stato fatto per impedire all'Italia di svalutare ma alla Germania di rivalutare (e infatti quando l'euro non c'era la Germania rivalutava più spesso di quanto l'Italia svalutasse, come abbiamo mostrato nella saga di Zingy, che potete leggervi dall'ultima puntata), e la vera Cina è stata la Germania: mentre la prima ha rivalutato in termini reali e ridotto il proprio credito estero, la seconda ha sistematicamente svalutato in termini reali, e incrementato il proprio credito estero (direi anzi: per incrementare il proprio credito estero).

Cerchiamo di capirci sul concetto di rivalutazione/svalutazione in termini reali.

Significa un aumento/diminuzione del tasso di cambio reale, concetto qui ribadito ad nauseam (a proposito: qualcuno mi dà una mano a ristrutturare la sezione didattica?): qui una delle ultime spiegazione.Il cambio reale è semplicemente il rapporto fra i prezzi interni e quelli esteri, espressi nella stessa valuta. In una unione monetaria il problema della valuta non si pone: i prezzi "nascono" nella stessa valuta. Il tasso di cambio reale quindi diventa semplicemente il rapporto fra i prezzi nazionali e quelli esteri: se scende significa che i nostri prezzi scendono di più o aumentano di meno di quelli esteri, se aumenta signidica che i nostri prezzi scendono di meno o aumentano di più di quelli esteri.

Ora, voi ormai siete oltre la beata idiozia piddina: "Figo, prezzi bassi, bello, oooooh!" (quando i piddini fanno "ooooooh"!). Voi avete capito alcune cose evidenti:

1) in mercati oligopolistici i prezzi dipendono da un ricarico sui costi variabili, quindi dire prezzi bassi significa dire costi bassi;

2) i costi variabili principali sono due: materie prime e lavoro;

3) il costo delle materie prime non dipende in genere dalla singola economia, che se lo prende come dato esogeno, perché determinato dal grado di delirio della politica estera statunitense (imprevedibile e incontrollabile).

Da tutto ciò consegue che il paese che riesce a far correre di meno i prezzi, cioè a svalutare in termini reali, è solitamente quello che è riuscito a far correre di meno il costo del lavoro. Attenzione: voi sapete anche che:

4) all'imprenditore ovviamente interessa il costo del lavoro per unità di prodotto;

5) il costo del lavoro per unità di prodotto è il rapporto fra salario unitario (nominale) e produttività media del lavoro.

La formuletta la vedemmo qui, e un'applicazione al caso tedesco (per entrare in argomento) la demmo qui, in un periodo nel quale la televisione non aveva ancora mostrato, grazie a Jago-naaah!, i miracoli del modello tedesco, e io sol uno mi apparecchiavo a sostener la guerra contro un mare di cialtroni i cui nomi sono tutti annotati nel nostro cuore e nei nostri taccuini (perché ci sarà un dopo, questo va da sé).

Chi arriva su questo blog oggi farebbe bene a vedere anche il livello delle discussioni di tre anni or sono...

Insomma, come dire: nel contenimento del costo del lavoro c'è un aspetto che potrebbe suonare bene (l'aumento della produttività), e uno che suona decisamente male: la diminuzione, o comunque il contenimento, delle retribuzioni (il "miracolo" spagnolo si basa su aumenti della produttività fittizi, dato confermato dalla Commissione Europea, come abbiamo visto, e questo motiva il condizionale "potrebbe").

La situazione europea in questo senso è esemplare, e credo che ormai, se avete letto i miei libri, l'abbiate inquadrata:

1) c'è un paese nel quale la produttività cresce e crescono anche i salari: è la Francia;

2) c'è un paese nel quale la produttività non cresce, e non crescono i salari: è l'Italia;

3) c'è un paese nel quale la produttività cresce come in Francia, ma i salari crescono come in Italia (cioè sostanzialmente non crescono). è la Germania.

(il disegnino è a p. 36 del working paper di Nocella).

Secondo voi, in quale paese il costo del lavoro diminuisce? E i suoi abitanti stanno proprio meglio di quelli, che so, della Francia?

Ora, come avrete capito, si dà il caso che la particolare politica dei redditi tedesca, basata sul comprimere la dinamica dei salari al di sotto di quella della produttività, insomma, la politica della quale "Jago-naaah!" ha recentemente scoperto i limiti, equivalga appunto a una svalutazione reale del cambio (i prezzi tedeschi sono troppo bassi rispetto alla qualità del prodotto tedesco). Questa svalutazione competitiva tedesca, determinata non dal libero gioco delle forze di mercato, ma dalla volontà politica di comprimere la distribuzione dei redditi alle classi subalterne per accrescere la competitività dell'industria nazionale, è al contempo la causa dell'apparente successo tedesco (se misurato in termini di surplus commerciale, e senza tener conto del fatto che il surplus tedesco ormai è patologico, come ammonisce perfino Bennie), e dell'effettivo insuccesso tedesco (se misurato in termini di aumento della disuguaglianza e dell'instabilità sociale interna e internazionale), come qui diciamo da sempre (per il semplice fatto che è evidente).

Gianluigi fa un grande lavoro mettendo in relazione la quota salari (cioè la distribuzione funzionale del reddito) con le quote di mercato export dei principali paesi europei settore per settore (s'è fatto un culo, poro fijo...). I risultati li vedete in tanti bei disegnini come questo:


In orizzontale si misura lo scostamento della quota salari dalla media di periodo (1991-2007): gli anni più a destra sono quelli nei quali ai lavoratori è andato meglio; in verticale si misura lo scostamento della quota di mercato delle esportazioni dalla media di periodo: gli anni più in alto sono quelli nei quali il paese ha esportato di più. Come vedete:

1) la nuvola di punti rossa, corrispondente alle osservazioni riferite alla Germania, è quella che presenta più variabilità: gli scostamenti della quota salari dalla media vanno da -9 a +5 punti percentuali. In Italia (nuvola verde) sono minori sia gli scostamenti verso l'alto che, soprattutto, verso il basso;

2) Nuvola Rossa (potremmo battezzare così la Merkel) ha un chiaro orientamento: si vede molto bene che la Germania esporta di più negli anni in cui i lavoratori stanno peggio (i punti rossi in alto a sinistra) ed esporta di meno negli anni in cui i lavoratori stanno meglio (i punti rossi in basso a destra); questa relazione è statisticamente significativa: gli scostamenti dalla quota salari spiegano il 68% della varianza della quota export.

(...una prece per i tronfi coglioni secondo i quali "la Germagna ha fatto gli investimenti": posto che li abbia fatti, spiegano il 32% del suo successo che per il 68% successo non è, visto che è pagato col sangue del proletario tedesco, il quale, com'è noto, alla lunga, si risente, e poi resta attonito, e dice "Chi? Io?"...)

Lo stesso chiaro orientamento manca a Nuvola Verde e Nuvola Blu: i punti non sono così chiaramente allineati lungo una retta. Nel caso di Nuvola Viola (gli USA) i punti sono allineati lungo l'asse delle ascisse, a indicare che la quota di mercato USA nel resto del mondo è lì, rock-solid, pressoché indipendente dalle vicende distributive interne al paese. Ma gli Stati Uniti hanno scelto di essere il compratore di ultima istanza dell'economia mondiale, e la Germagna di essere il venditore di prima istanza! Certo, questa differenza di orientamento politico, prima di portare all'inevitabile conflitto armato, nei dati si dovrà pur vedere, no?

Andate a leggere il lavoro di Gianluigi. Fra l'altro, Gianluigi non ha il dono della sintesi: ci fa assaporare fin nei minimi dettagli il gusto acre e rivoltante della presa in giro cui i media ci sottopongono (spettacolare il colpo d'occhio a p. 42)! Il suo lavoro, in qualche modo, è per stomaci forti, ma voi siete preparati. E poi, guardate il lato positivo: se le 51 pagine le stampate su carta di grammatura adeguata, e dopo averle lette le arrotolate strette strette, potrete usarle per ammaestrare un cane piddino, ovviamente non facendogliele leggere, ma battendogliele (dolcemente) sul musetto, con mano ferma, pronunciando con tono imperativo le note parole dell'unica lingua che crede di capire: "Sitz! Platz!"

Un giorno una mia amica mi disse: "Eh, un cane è come un figlio che non cresce mai!" Così è il piddino: il "sapere di sapere" che lo contraddistingue gli preclude qualsiasi tipo di sviluppo spirituale, e ne fa quindi un animale di compagnia uggioso, sulla distanza. So che molti di voi non mi crederanno: animati da sacro zelo missionario, e dimenticando la Grundnorm della didattica, si accaloreranno col loro piddino preferito, cercando di convertirlo al buon senso, e riuscendo solo a farsi il sangue marcio. Ragazzi, non omnes possumus omnia. Quello che a voi sembra facile, perché ci siete arrivati attraverso un certo tipo di percorso, per altri è obiettivo irraggiungibile. Le parole di Preve sull'antropologia del piddino, sulla sua natura identitaria, gregaria, ed eterodiretta, sono illuminanti, e assolutamente confermate dalla mia esperienza (in molti casi, voi ne siete stati testimoni insieme a qualche decina di migliaia di telespettatori). Del resto, se così non fosse, perché tanto gesuitismo oggi?

Con animali simili non c'è nulla da fare.

Ma guardate il lato positivo: almeno, non dovete portarli a defecare fuori, quando piove!

Ubi commoda, ibi et incommoda...

100 commenti:

  1. Reviewer n.2: nel post non è specificato che il "processo di referaggio anonimo" si chiama #pirreviù

    #pirreviù-certified-blog™

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  2. due cose:

    uno, attenzione alla ù di troppo al punto
    2) c'è un paese nel quale la produttivitàù non cresce, e non crescono i salari: è l'Italia;

    due, considerare nel calcolo della produttività (es: spagnola) anche i disoccupati mi sembra un abominio, è come considerare tra le mie conquiste femminili anche quelle alle quali ho mostrato uno sguardo concupiscente ma poi è finita li.

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  3. ah prof. colgo l'occasione anche per segnalare che sul link ideas di Nocella c'è questa frase dove mi sembra ci sia un "ma" di troppo.

    "L’evidenza raccolta ma stimola una riflessione su alcuni temi del dibattito attuale."

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  4. Eheheh. Giusto l' altra sera. stavo sorseggiando una birra al parco al paese. Mi arriva un messaggio: Dino dove sei? Vieni al bar?

    Arrivo al bar e cosa trovo? L' amica mia che discute animatamente con un piddino. Io la guardo attonito e le dico: io mi bevo un' altra birra. Non ci voglio più discutere coi piddini.

    Finita la "discussione",ella viene a rimproverarmi il mancato sostegno! A questo punto, le mostro che bastava farsi un giretto su google per dimostrare l' enorme quantità di fregnacce che il signore diceva. Al solito il cambio basato sull' oro (si, questo signore era ancora al gold standard exchange, o addirittura al gold standard) e sulla castacriccaevasori. Per fortuna che le ho rimediato due risate dopo tanto sangue amaro. Ma il sangue amaro, è figlio della ostinazione a discuterci con i piddini.

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  5. Quelli che "dobbiamo fare come la Germagna": il Volkischer Beobachter salmonato oggi senza firme (mastica).

    Bisogna però riconoscere una certa coerenza agli aedi del "Fate presto" (schnell, schnell!) e dell'"austerità espansiva" : qualunque cosa sia "anticiclica" proprio non la sopportano (a meno che non li riguardi personalmente):

    "...ancora una volta le dinamiche retributive apicali nel giornale di cui Confindustria è azionista di riferimento seguono, sorprendentemente, regole anticicliche."

    Buoni, a cuccia: "Sitz! Hartz!"

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  6. Non perdete tempo ad insegnare la macroeconomia ai Piddini, piuttosto insegnatela al vostro cane che ha, indubbiamente, più possibilità di comprenderla.
    In effetti la prima volta che i miei cani hanno visto Monti in tv si son messi ad abbiaiare...evidentemente son più perspicaci di molte persone.

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  7. Una microriflessione su : "(...una prece per i tronfi coglioni secondo i quali "la Germagna ha fatto gli investimenti": posto che li abbia fatti, spiegano il 32% del suo successo che per il 68% successo non è,...."
    Se poi, considerando il 32% si scopre che magari è il frutto di una maggior spesa pubblica o dei più ampli margini che le imprese hanno in virtù del più basso livello di tassazione visto che la GerMagna non pratica la castità (pardon! l'austerità). Mi verrebbe di esclamare @GraziaArcazzo !!!

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  8. Un giorno andrà fatto un libro sulla mitizzazione della germania di questi anni. Come è stato fatto per la Russia e la Cina, riportando i giudizi "illuminati" di tanti illustri intellettuali.

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    1. Bella idea. Perché non pensare a farlo noi, trovando collaborazione e spunti qui, dove molte persone hanno anche se con percorsi diversi consuetudine con lo studio, il soggetto e la scrittura? - per carità, blogmaster: nessuno ti vuole coinvolgere, nessuno ti chiede di partecipare, nessuno ti chiede un parere, nessuno viene in avanscoperta di nessuno, era solo una voce dal sen fuggita davanti a quel che le sembrava una buona idea che chiede la cortesia dell'ospitalità per raggiungere una persona che non saprei come contattare altrimenti. Grazie.

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    2. Mah, che dire? Alla mia età le tentazioni sono ormai un'arma spuntata, però, però....

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    3. .... be', sappimi dire. Certa saggezza nasce dopo che le tentazioni passano, m'insegni, giusto?

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    4. Potremmo provare a fare una ricognizione, tanto per farsi un'idea. Sei anche su twitter?

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    5. Per carità, già basta "la sentina" dei blog...
      Se Bagnai consente a pubblicare: pellegrinablog@gmail.com

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    6. Ma certo che consento! È il modo migliore di svuotare la sentina!

      Vi ricordate i 101? Quelli che hanno tirato il pacco a mezza Italia finanziando col crowd-funding un film sulla Grecia poi messo al servizio di ambizioni politiche individuali? Si sono conosciuti qui, su questo blog, e li ho messi in contatto (e battezzati) io con un post apposito.

      Contattatevi, contattatevi...

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    7. Alberto: primo, non mi ricordo. Secondo, non m'interessa. Se vuoi pensare ad ogni costo di avere a che fare con personaggi poco chiari avrai i tuoi motivi: magari sarebbe meglio non attribuire ad altri pubblicamente ciò di cui non hai né prove né evidenza. Terzo, grazie della squisita ospitalità.

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  9. OT - Ci si interrogava qui sul blog qualche tempo fa: ecco gli ultimi dati statistici sul numero di suicidi (in Italia) riconducibili a motivazioni economiche (nel triennio 2012-2014).

    Anche i fatti di stamattina al tribunale di Milano temo siano riconducibili a motivazioni economiche.

    http://nicolaferrigni.it/?p=809

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    1. I suicidi in Italia sono nell' ordine delle migliaia ogni anno, bisognerebbe conoscere la metodologia dell' indagine, quello che mi inquieta è che nella stessa pagina c' è un link ad una intervista dell' autore dello studio con Oscar Giannino in cui si sottolinea il fatto che negli ultimi due trimestri del 2014 i suicidi per motivi economici sarebbero in forte diminuzione. Sono troppo sospettoso?

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  10. ...i prezzi tedeschi sono troppo bassi rispetto alla qualità del prodotto tedesco...

    Qualche anno fa Marchionne si lamentava dei prezzi troppo bassi delle auto tedesche, dovute a politiche di prezzo aggressive.
    La signora GraziaGraziella direbbe... per forza, se paghi poco l'Untermenschen che ti produce l'auto!!


    (http://www.corriere.it/economia/12_luglio_26/marchionne-volkwagen-politica-prezzi_d53aa66c-d6fa-11e1-a7bb-b1b271585285.shtml)

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  11. Interessante il grafico di Nocella. Evidenzia una cosa che sapevamo, ossia che il successo dell'export tedesco è conseguenza della riduzione dei salari, ma anche una cosa che almeno io non sapevo, ovvero che in condizioni di espansione della domanda interna l'export tedesco va peggio degli altri.
    A prescindere dalle motivazioni di questo comportamento, su cui si può discutere, a me sembra che il grafico di Nocella evidenzi che i governi tedeschi non solo non vogliono adottare politiche espansive ma soprattutto non possono farlo. L'economia tedesca, per il modello mercantilista che si è voluta dare, è costretta a fare austerità per non andare in crisi, condannando tutti gli altri a morire della stessa morte. Quindi abbiamo un gigante economico che convive in un nano politico che ha legato il suo destino all'euro e che inevitabilmente cadrà quando l'unione monetaria si romperà.

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  12. Sfortunatamente per i piddini, non solo l'economia è una scienza, ma anche la psicologa e la psichiatria lo sono.

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    1. La motivazione di un suicidio non è un dato autoptico, qualche volta è persino difficile distinguere tra omicidio, suicidio e accidente.
      Il recente esempio della corruzione percepita mi spinge ad essere prudente nelle conclusioni.

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  13. Anche in terre lontane (ma per noi dietro l'angolo) si stupiscono che la svalutazione della loro moneta sul dollaro non abbia impattato sui prezzi
    http://www.jornada.unam.mx/ultimas/2015/04/08/historico-que-la-devaluacion-no-impacte-precios-carstens-7409.html

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  14. Ecco dunque un altro motivo per cui, pur non disprezzando alcun essere bipede o quadrupede (seppur con le dovute eccezioni…), trovo decisamente più “gnostico” frequentare il gatto (il quale, probabilmente, pensa affettuosamente dell’uomo ciò che l’amica del prof pensa del cane).
    Al sottogenere piddino, adesso in particolare, viene ad addirsi assai il monito di Masamune, che ho ritrovato tra le mani oggi: “La convenienza spinta oltre i giusti limiti diventa menzogna” (citato in “Bushido. L’anima del Giappone” di Nitobe Inazō). Circola una variante, per certi versi ancor più catastrofica, che getta lumi sulla genesi dell’ipocrisia: “La virtù spinta oltre i giusti limiti diventa menzogna”. Credo non serva ricordare che la stessa, lasciata egualmente al di sotto d’altri limiti, non sia virtù.

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  15. @Ippolito Grimaldi
    un numero "fisso" non può essere determinato ma è assodato che ci si suicida per la crisi.
    Il problema è che esistono i fantocci del regime che devono denigrare su tutto.

    Un piccolo appunto personale.
    all'inizio della crisi nessuno la vedeva.
    Nel senso, molti pensavano ad una questione "soggettiva", individuale ovvero in un mondo in cui ti insegnano che tutto dipende da "te" (il "super te" insomma) allora il fatto che perdi lavori e non ne trovi più significherebbe che sei una schiappa e non meriti quindi di vivere.
    Sei una nullità.
    Perdi il lavoro o l'azienda va male.

    Quando ero all'università leggevo sui suicidi in giappone dove si affermava che erano maggiormente tra i manager che tra gli operai.
    Hanno taroccato pure quelle statistiche?
    è quel senso di vergogna (non motivata.. se uno fa le cose con coscienza non dovrebbe vergognarsi di nulla) che distrugge.

    Ora le cose sono cambiate.. ormai è chiaro a tutti che c'è crisi.
    e che è questione di fortuna tenersi un lavoro o trovarlo.
    una ruota insomma

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    1. Qualche anno fa ebbi modo di leggere quanto diceva il maestro buddista Thich Nhat Hanh in merito alla sorte. Ora non riesco a reperire il testo e vedrò d’andare adeguatamente a braccio nel riportarne il senso. Nel solco della tradizione d’una saggezza senza nome, Thich ricordava come vi siano una infinità di cause, la maggior parte delle quali ignote, che contribuiscono a quel che chiamiamo “successo” o “insuccesso”, le quali possono giungere a vanificare, come cause pregresse, perfino il più strenuo, lecito e dedicato tentativo d’imprimere una direzione specifica all’esistenza, facendo magari emergere ed affermare, pur sempre in modo contingente e paradossale, elementi quantomeno contrastanti, tali da poter lasciare finanche perplessi. La storia elenca molti esempi di genialità neglette e inascoltate, o durevolmente male interpretate. Del resto, la stessa tradizione taoista recita che nulla si possa fare innanzi al volere del Chien, il Cielo (non affermò pressoché la stessa cosa Hugo a proposito della giornata di Waterloo?) e che l’autentico “successo” consista nell’intuirne le trame sottili, le quali non sono mai avide e grossolane come quelle precipuamente umane (quanto fece, come paradigma, il saggio sciamano Chu-ko Liang al servizio di Lui Pei, parente della famiglia imperiale, secondo il narrato del “Romanzo dei Tre Regni”, epico poema cinese del quale esiste un interessante adattamento cinematografico).
      In Occidente, Epitteto definì successo e insuccesso semplici giudizi. Ancora hanno valore le riflessioni di Boezio in prossimità della propria esecuzione. Spiazzante può apparire quanto afferma Seneca in “De Providentia”, 6,5: “Dentro ho posto ogni bene; non aver bisogno della felicità è la vostra felicità”, più accessibile invece in “De Tranquillitate Animi”, 11,8: “Io non mi vergognerò mai di citare un cattivo autore in un caso felice. Publilio, più vigoroso dei talenti tragici e comici ogni volta che ha rinunciato alle sue buffonerie da mimo e alle parole dirette alle ultime file del pubblico, tra molte altre frasi di tono più elevato di quello tragico, non solo di quello del mimo, disse anche questo: a chiunque può capitare ciò che può capitare a qualcuno.”. Esempi, tra molti altri. Le suddette e polimorfe dissimulate cause, presenti simultaneamente in noi e in ciò che è considerato all’infuori di noi, intrecciano miscele esistenziali talora difficilmente prevedibili, sicché affidarsi a quelle più visibili e certe, ove più agevole è ritenuta la potestà di decisione, impoverisce il sentore della vita invece d’arricchirlo, e inaridisce l’anima, a discapito proprio e altrui. Se è indubbiamente sgradevole e penoso affrontare la disgrazia, viepiù lo è il farlo gravati dal senso di inadeguatezza e macchia personale che la vulgata, sempre più oppressiva, per cui tutto possa dipendere da noi, induce a creder come vero: ci si ritrova, solitari, a sostenere un peso simile a quello d’un peccato originale mal compreso. Come direbbe ancora Epitteto, il dramma fallace non è tanto nel risultato in sé, che mai dipende interamente da noi, ma nel giudizio che di quello si dà, che da noi soltanto dipende. E un giudizio che invero sia pregiudizio, peggio se inconsapevolmente collettivo come spesso accade, è un terribile veleno. Credo sia in queste circostanze che si apprende appieno, con la richiesta d’un imprevisto sforzo consapevole perché sia scevra da falsità retoriche o partigianerie, il senso reale della solidarietà, precipuamente “umana” ancora prima che fattivamente materiale.

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    2. «Si tratta con molta probabilità – continua il direttore di Link Lab – dell’ennesima iniezione di fiducia degli italiani, in linea con quella registrata dall’Istat a fine marzo che vede imprese e consumatori più ottimisti sulla ripresa dell’economia e del Paese e che riaccende dunque le speranze».

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  16. Allora, c'è un'altra perla di Barisoni: martedì ne ha dette di tutti i colori contro la liretta e contro la svalutazione. A favore dell'euro. E mi sono messo a ridere, per non piangere, tutto il giorno.
    Dopo 2 soli giorni, oggi, ha intervistato Paul De Grauwe, il massimo conoscitore dell'Unione Monetaria europea, escluso Bagnai.
    Ovviamente Paul De Grauwe ha criticato l'euro e l'Eurozona.
    A questo punto penso che Barisoni non stia troppo bene :-)

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    1. Ma che si aspettava che dicesse? Le posizioni di De Grauwe sono note a chi segue questi argomenti. Evidentemente....

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    2. De Grauwe ha pure affermato che o l'Europa diventa un vero Stato, solidale, che trasferisca fondi per evitare "imbalances", o tutto il "cucuzzaro" crolla; Barisoni gli ha chiesto di ripeterlo "n" volte, e la risposta e' sempre stata: si, l'eurozona crollera' se non cambiera' l'approccio Tedesco alla soluzione dei problemi economici.

      Tradotto: e' un problema politico: la Germania vuole uno Stato Europeo? Si, no? Ovviamente (per me) NO! Alla Merkel va bene cosi' com'e'.

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    3. Ragazzi, che vi devo dire? Povertà non è vergogna, ma certo la povertà culturale di Barisoni è imbarazzante, non tanto per lui, quanto per il capitalismo straccione e bancarottiere che l'ha assoldato come docile ascaro.

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    4. bhe comunque la peggiore balla mirabolante l'ho sentita dalla DE MICHELI:" se svaluti la tua moneta del 30%, svaluti anche il PIL del 30%" un sottosegretario all' economia che dice una cosa del genere....rendiamocene conto.

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  17. Per Basic Income si intende una quantita di denaro sufficiente per una vita dignitosa, data mensilmente a tutti.
    Donne, uomini, bambini, lavoratori, disoccupati, ricchi, poveri. Vita natural durante.

    Ma é giusto che chi non ha voglia di lavorare, venga pagato?? E perché ai ricchi? E dove si trovano tutti sti soldi?

    A queste domande hanno risposto, economisti, storici, filosofi, sociologi, seri, di varie nazionalitá, tra cui due premi Nobel. Da piú di vent'anni.
    A chi voglia approfondire, in rete c'é di tutto.

    Segnalo solo un punto. Fondamentale.
    Basic income é semplice e bello.
    Tutti gli altri tipi di assistenza sono brutti e complicati. E molto costosi.

    Vediamo. In primo luogo, quando dai un sussidio a un povero perché povero, lo umili. Assieme ai soldi gli dai il certificato di povertá. Ossia di essere un fallito, un escluso, un disgraziato, una paria, una parassita, un buon da niente, un mangiapane a tradimento, etc
    In secondo luogo lo induci a farsi furbo. E allora ci saranno falsi ciechi, falsi zoppi, falsi alzheimer, etc. E lo induci al lavoro nero, ovviamente.
    In terzo luogo il funzionario che decide se dare o meno il sussidio, ha un'arma di potere e puó esigere prestazioni in cambio.
    Ossia con tutte le piú buone intenzioni si alimentano la corruzione, la burocrazia, il clientelismo, la frode, il lavoro nero etc. E si spreca un sacco di denaro pubblico perché per fare tutti gli accertamenti necessari occorrono uffici, funzionari, pratiche, indagini, etc.
    Si calcola che negli stati Uniti per ogni dollaro erogato in assistenza se ne spendono ben 7. Pazzesco!

    Invece con Basic Income spese amministrative zero. Perché non devi accertare niente. Inoltre si risparmiano tutte le assistenze e casse integrazioni varie. E si risparmia in carceri perché con Basic Income si svuotano ovviamente.

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    1. Dianade, quanti anni hai? Magari dimmelo in privato. Ti sento molto spadiniana...

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    2. Io ci sto, siamo in cinque in famiglia. Peccato aver già passato gli anta da un pezzo, sennò tre o quattro li sfornavo volentieri, la rata da'biemmevvu ci usciva.

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    3. "Chi non vuole lavorare, neppure mangi"

      Tessalonicesi 2 (S. Paolo)

      [1]Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore si diffonda e sia glorificata come lo è anche tra voi
      [2]e veniamo liberati dagli uomini perversi e malvagi. Non di tutti infatti è la fede.
      [3]Ma il Signore è fedele; egli vi confermerà e vi custodirà dal maligno.
      [4]E riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore, che quanto vi ordiniamo gia lo facciate e continuiate a farlo.
      [5]Il Signore diriga i vostri cuori nell'amore di Dio e nella pazienza di Cristo.
      [6]Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenervi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi. [7]Sapete infatti come dovete imitarci: poiché noi non abbiamo vissuto oziosamente fra voi,
      [8]né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato con fatica e sforzo notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi.
      [9]Non che non ne avessimo diritto, ma per darvi noi stessi come esempio da imitare.
      [10]E infatti quando eravamo presso di voi, vi demmo questa regola: chi non vuol lavorare neppure mangi.
      [11]Sentiamo infatti che alcuni fra di voi vivono disordinatamente, senza far nulla e in continua agitazione.
      [12]A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace.
      [13]Voi, fratelli, non lasciatevi scoraggiare nel fare il bene.
      [14]Se qualcuno non obbedisce a quanto diciamo per lettera, prendete nota di lui e interrompete i rapporti, perché si vergogni;
      [15]non trattatelo però come un nemico, ma ammonitelo come un fratello.

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    4. Scusami Luca, ma in questo contesto chi se ne importa della Scrittura? C'entra poco. L'idea del basic income (o reddito di cittadinanza o come lo vuoi chiamare) mi piace e ha molto senso sul medio lungo termine se l'automazione continuerà a distruggere posti di lavoro. Ma sul breve termine sono scettico, specie dopo che Grillo si è appropriato della tematica (con basic income == minijob). Chi vivrá vedrà.

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    5. Ovviamente in inglisc, sennò non suona cazzuto :D

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    6. Io vorrei che qualcuno mi spiegasse perchè l'automazione distrugge posti di lavoro??? Io non ho mai visto macchine che si autoprogettano, si autocostruiscono e che si autoproducono i componenti necessari per la loro costruzione. Dovrà esistere qualche essere umano che realizza queste attività, oppure no? Prima ce la smenano con la storia degli investimenti in R&D, delle produzioni ad alto valore aggiunto e poi, quando arriva il momento di fare, qualcuno (Grilo) dice che le produzioni ad alto valore aggiunto distruggono posti di lavoro. Bisogna collegare il cervello alla bocca e soprattutto bisognerebbe avere un minimo di coerenza.

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    7. @toti tot

      Sai che mi sono spesso posto la stessa domanda anch'io? A me risulta che nel medioevo ci fosse, di quando in quando, più disoccupazione, e se non ci pensava la peste ci pensavano le guerre, però qui vado veramente molto a spanna, anche perché, oggettivamente, al di là di testimonianze di disagio sociale (più o meno approfondite a scuola) non è che statistiche economiche precise ce ne siano (soprattutto a livello nazionale).

      Sì, si sente un piacevole frinire...

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    8. Detail: ma sulla tastiera di dianade non ci sono accenti gravi?

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    9. Prof. quello della tecnologia che distrugge i posti di lavoro è un altro dei luoghi comuni che piacciono tanto ai grillini che cercano di evitare la vera questione, ovvero CHI produce l'automazione.
      Corretta la sua osservazione sul medioevo.... io aggiungo che a quei tempi l'umanità era anche molto meno numerosa di adesso.
      Io non ho numeri, però a naso direi che più tecnologia implica più fabbisogno di lavoro, certo non nella forma di lavoro manuale con chiodi e martelli che forse Grillo ha in testa quando parla di queste cose, ma sicuramente nella forma di servizi diretti ed indiretti, prima e dopo la produzione vera e propria.

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    10. @toti tot e @prof la distruzione di posti di lavoro è inevitabile, lo disse poco tempo fa anche Guglielmo Cancelli (adesso non trovo il link).
      In sintesi avvertiva che a breve una quantità industriale di mezzemaniche (impiegati e quadri, non operai) sarebbe stata sostituita da software intelligenti.
      Ora è vero che resterà sempre lavoro per chi progetta il sw che progetta le cose ma la proporzione fra chi viene sostituito da macchine e chi lavora è destinata fatalmente ad aumentare.
      Qualcuno dirà che questa gente libera potrà riciclarsi in lavori più di concetto ma qui ci scontreremo con la mancanza di materia prima, la risorsa "intelligenza" è scarsa (vero prof?) e se uno può essere capace di avvitare bulloni non è detto che sia capace di alta astrazione logica.
      Un obolo che dia la possibilità a chi non riesce in altro modo di almeno mangiare, vestirsi ed avere un tetto sulla testa credo sia necessario.
      C'era un'alternativa nei secoli passati (non sempre) che era la possibilità di trovare un pezzo di terra libero dove coltivarsi l'orto ed un pezzo di bosco dove procurarsi la selvaggina, oggi è praticamente impossibile.

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    11. Caro marco,

      Cancelli, per quanto geniale, è un americano. Ha tre secoli di storia alle spalle, at best. Non può minimamente porre in prospettiva il fenomeno. È intrinsecamente "maadessoèdiversista" (anche se magari non nella versione "maadessoc'èlacinista"). Hai idea di quanti posti di lavoro ha distrutto la ruota (estremizzando)? Siamo sempre qui. L'obolo è e resta quello che è sempre stato: uno strumento di controllo delle masse, per impedir loro di appropriarsi di quanto l'accresciuta produttività porta con sé. Una cosa che va di moda dove sulle tastiere non ci sono le "ù"...

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    12. La distruzione di posti di lavoro "tecnologica", avviene sempre ceteris paribus, in regime di lassaiz-faire, e in condizioni di "economia sociale di mercato fortemente competitiva". Il signor Keynes spiegò qualcosina a tal riguardo.
      Tra l'altro, il termine "competitiva" non fa venire alla mente qualcosa di collaborativo o cooperativo, che dovrebbe essere tipico di un "unione".
      Non ho mai sentito sacerdoti o sindaci dire: "Vi unisco in matrimonio affinchè possiate competere (anzi, "dobbiate"), affinchè possiate sbranarvi nella giungla domestica finchè morte non vi separi"

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    13. Caro prof. io non sono "entusiasta" ne dell'obolo ne del controllo delle masse.
      Ad occhio però 8 miliardi di persone con tendenza all'aumento che consumano risorse fisiche in quantità maggiori (per persona) dei loro avi non sembrano sostenibili.
      Lei mi dirà che la soluzione si è sempre trovata e si troverà anche stavolta, io ancora non la vedo.
      Potremmo sempre scavare buche e poi richiuderle oppure fare lavori più utili come rattoppare stradre, aggiustare marciapiedi, ristrutturare case, tenere in ordine giardini ma anche raccogliere cartacce da terra e migliaia di altri lavori simili veramente utili e che renderebbero anche belle le nostre città perché no?
      Per me sta bene, anzi magari! Qui mi riallaccio anche al fatto che uno che sa solo stringere bulloni potrebbe benissimo fare questi lavori con soddisfazione, il lavoro manuale è anche soddisfacente (prof. a me piace molto montare i mobili dell' Ikea, se le serve una mano :-D )
      Allora, lo vogliamo fare?

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    14. C'è un aspetto delle teorie tipo "basic income" o reddito minimo garantito che non ho mai capito. Perchè teorizzare la necessità di garantire a tutti la soddisfazione dei fabbisogni minimi della vita e non l'opportunità per tutti di fare la bella vita!! Dice "ma garantire a tutti la bella vita non sarebbe economicamente sostenibile e poi nessuno lavorerebbe". Ma perchè dare a tutti 1000 euro al mese sarebbe sostenibile e le persone lavorerebbero??? Se proprio dobbiamo sparare, spariamo alto ... almeno cominciamo ad instillare nella mente delle persone l'idea che vivere una vita minima non è esattamente il massimo.

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    15. @ mario () ed @ toti tot

      San Paolo IMHO ci ‘azzecca’ eccome! Ci siamo abituati all'idea della 'fabbrica' come il luogo per eccellenza dove sono riuniti con altissima intensita' capitale e lavoro e ci sembra pacifico che se il lavoro in fabbrica potra’ essere piu' economicamente svolto da automi (invece che da uomini) sara’ inevitabile l’avvento di impianti totalmente automatici (in cui cioe' gli uomini fanno al massimo la manutenzione delle macchine, almeno fino a quando non saranno diventati piu’ economici altri automi, specializzati nella manutenzione).

      Uno scenario del genere e’ stato oggetto di diversi racconti di fantascienza di Philip K. Dick e di Isaac Asimov, ma, si noti bene, sempre in associazione con l’avvento degli ‘automi intelligenti’, automi cioe’ con caratteristiche sempre piu’umane, al punto da provare emozioni ed ‘hubris’ (cioe’ desiderosi di diventare immortali e pure ‘consumatori’).

      Ma c’e’ una cosa che viene sempre dimenticata (come scrisse Marriner Eccles):
      “It is utterly impossible …… for the rich to save as much as they have been trying to save, and save anything that is worth saving. They can save idle factories and useless railroad coaches; they can save empty office buildings and closed banks; they can save paper evidences of foreign loans; but as a class they can not save anything that is worth saving, above and beyond the amount that is made profitable by the increase of consumer buying. It is for the interests of the well to do – to protect them from the results of their own folly – that we should take from them a sufficient amount of their surplus to enable consumers to consume and business to operate at a profit. This is not “soaking the rich”; it is saving the rich. Incidentally, it is the only way to assure them the serenity and security which they do not have at the present moment.”

      In altre parole, la ricchezza dipende dal potere di acquisto degli uomini-consumatori (domanda), per cui anche nel caso di automi-consumatori si riproporrebbero sempre le stesse dinamiche (lotta di classe, in quanto anche gli automi dotati di caratteristiche umane finirebbero per organizzarsi in classi sociali in lotta).

      Per questo mi piace la lettera di San Paolo, perche’ l’uomo va sempre messo al centro delle attivita’ produttive (anche nel sistema capitalistico).

      Come? IMHO condizione necessaria e’ il ritorno agli stati nazione (ed alle monete nazionali), che sono gli unici luoghi in cui si possa pensare concretamente a come ricomporre (democraticamente) il divorzio apparentemente insanabile tra capitale e lavoro.

      Cioe’ ritornare a modi di produzione decentrata in cui piccoli mercanti e piccoli imprenditori investono principalmente in capitale circolante (cioe’ nella materia prima all’inizio del processo produttivo e poi via via nel prodotto semilavorato), in cui il capitale fisso e’ posseduto in prevalenza da ‘artigiani’ ed in cui il capitale finanziario risulta fortemente regolamentato dallo stato.

      In questo contesto “chi non vuole lavorare, neppure mangi”.

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    16. Sono stato semplicistico con il mio "se l'automazione continuerà a distruggere posti di lavoro". Può essere difficile distinguere i fatti che emergono dai dati dalle sparate propagandistiche (tipo chessò questa. Fatto sta che si fa un gran parlare di automazione che distruggerebbe posti di lavoro: quanto poi ci sia di vero, lo ammetto, non so.

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    17. @Marco Caporaletti
      C' è sempre il pianeta rosso da colonizzare, così potremmo smetterla di dire che non si può esportare su Marte.

      @Luca Cellai
      Mi inchino di fronte alla citazione di Philip K. Dick
      Respect!

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    18. Ciò detto, mi sembra solo ragionevole che l'automazione nasca proprio per eliminare lavoro, senza necessariamente produrne dell'altro. In una fase successiva possono nascere nuovi lavori, ma non c'è garanzia che sostituiscano in modo qualitativamente e quantitativamente equivalente i vecchi. Esempio: sto lavorando (aggratis, tralasciamo i dettagli anche se sarebbero interessanti) a un algoritmo per automatizzare un aspetto molto specifico del lavoro di un oculista, l'analisi del fondo oculare per l'individuazione della retinopatia diabetica. Supponiamo che ci riesca (o più plausibilmente che lo faccia qualcun'altro). Quelle ore di lavoro dell'oculista non sono sostituite da altre ore di lavoro di un programmatore e anche se lo fossero non potremmo chiedere a un oculista di diventare programmatore. In questo contesto mi pare più che giusto che l'oculista non finisca per strada e un reddito garantito mi pare cosa buona e giusta. Di conseguenza mi sembra che la posizione per cui "chi non lavora non mangia" perché torneremmo tutti a fare gli artigiani in fin dei conti sia luddismo mascherato.

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    19. @Luca: secondo te questo coso farebbe la lotta di classe?

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    20. @Marco Caporaletti: la risposta e' kkiu' zappe pe' tutti!
      http://goofynomics.blogspot.com/2014/01/logica-eurista-applicazioni.html

      Ma anche no...

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    21. “chi non vuole lavorare, neppure mangi”

      e' cosa semanticamente molto diversa da

      "chi non lavora non mangia"

      Chi non lavora oggi in Italia e' (probabilmente al 99,99 %) una persona che avrebbe bisogno di un reddito per il benessere suo e dei suoi cari (tipicamente si trova al livello di bisogno 2) ma che non trova nessuna occupazione retribuita (vedi percentuale di inoccupati ISTAT), quindi e' una persona che VUOLE LAVORARE ma e' costretta dal contesto sociale a 'mangiare molto poco'.

      Diverso il caso dei 'rentier' di Keynes (cioe' il famoso 0.1% di Krugman): sono queste le vere persone che non vogliono proprio lavorare (cioe' perseguono la pura rendita finanziaria, anche in danno di lavoratori ed imprenditori, solo per soddisfare bisogni che vanno anche 'oltre il livello 5'). Sono questi i ricchi che vanno salvati da loro stessi (nelle parole di Marriner Eccles).

      Ed e' per questi ultimi che vale in pieno IMHO il “chi non vuole lavorare, neppure mangi” di S. Paolo.

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    22. @Il velo di Maya
      Il riferimento alla formula che stigmatizza il matrimonio risulta piuttosto adeguato (anche perché non è inusuale ritrovarsi, anche in quelle circostanze, a sconfessare nei fatti quanto dichiarato a parole… la capacità inconsapevolmente dissociativa della psiche umana è davvero sconcertante).

      Sul discorso del reddito minimo o garantito, al di là della per me inevitabile diffidenza suscitata dal definirlo fondamentale perché “semplice e bello” (e perché non “accattivante” e “cool”? Probabilmente dipende dalla scelta dei vocaboli e dal fatto di possedere io una forma mentis sostanzialmente “talebana”, integralista e moralista, ma questo alone lusinghiero prende a rassomigliare alla metodica di presentazione dell’Angelo Decaduto, com’è noto per nulla scevro dalla logica del “do ut des”, sicché anche citare Paolo di Tarso male male non ci sta… - non me ne voglia Dianade, non ce l’ho minimamente con lei, anzi), ebbene al di là di ciò, occorre ricordare che, laddove non si abbia un temperamento contemplativo, e nemmeno si ambisca a perseguirlo, una qualsivoglia attività decorosa e sociale contribuisce a formare un senso interiore d’identità e utilità (scevra da celati utilitarismi a doppi intenti) in un essere umano: svolgere una attività concorre a riconoscere un senso all’esistenza e alla dignità, laddove non sia nelle corde individuali procedere più in “ampio”. Del resto, se l’elemento si ritrova anche nella regola di un grande e antico ordine monastico (Ora et labora), ove comunque i bisogni sono ridotti volontariamente al minimo, e in nuce, all’interno di testi anteriori (vedi la Bhagavad Gita) e altre tradizioni, un motivo c’è.

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    23. @Ippolito su Marte ci stanno i marziani, è già occupato, inoltre l'aria che tira non è tanto respirabile infine vai a sapere se hanno una moneta forte, poi chi li sente quelli che "i pianeti uniti dell'universo" ?

      Il problema delle risorse è un problema ma qui la tecnologia che da una parte toglie (lavoro), da questa parte restituisce aumentando l'efficenza e sfruttando il riciclo, quello che ancora manca è soprattutto l'energia a buon prezzo ma spero ci arriveremo.

      @Luca, sono molto in sintonia con le tue parole e soprattutto con quelle di Marriner Eccles.

      @Tiziano, tu non fai testo, sei uno scienziato pazzo :-D :-D :-D.
      Senti, ci sono stato in ammerrica, a Washington DC e li ho visti i neri a fare i buchi sulle strade, ho visto le loro case ed ho visto quelle dei parenti di mia moglie, tutti bianchi, tutti impiegati di alto livello e con belle ville quindi? Certo che lavorano quasi tutti ma dipende da cosa fanno.
      La sai quella che in ammerrica quando esci dall'aereo ci sta il tizio che ti indica se devi andare a destra o sinistra mentre qua si usa un cartello con le frecce?
      Se vogliamo divagare quanto sarebbe bello poter lavorare mezza giornata, tirar su il giusto per campare e poi godersi veramente la vita e la famiglia l'altra mezza giornata?
      A quelli che c'hanno l'ambizione lasciamogli pure godersi ville, ferrari e yatch, ad ognuno il suo, basta che ognuno sia soddisfatto.

      @Velo di Maya, mi piace l'accostamento. Della mente dissociata se n'era parlato diverso tempo fa se non erro.

      Spero di non aver detto troppe cazzate, non mi sento tanto brillante stasera.

      PS, NOTIZIONA! Non sono l'unico cazzone al mondo, vuoi mettere questi?

      Lavoro, l’Fmi ci ripensa: “Liberalizzare il mercato non spinge l’economia”

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    24. Molto interessante la discussione.

      L'automazione e meccanizzazione, pur se in effetti tolgono posti di lavoro nel settore, hanno lo scopo di emancipare l'uomo da fatiche usuranti e malsane in modo che ci si possa occupare di altro. E' una questione filosofica e presuppone un indirizzo di società, un miglioramento delle condizioni generali: emanciparsi dalle brutalità e dalla violenza, ricordate? fatti non foste per viver come bruti...
      Certo che se il concetto è; questa è la condizione normale dell'uomo e voglio essere ricco, allora stabilisco ciò che è meglio e la meritocrazia farà selezione.
      Ma se immagino una società più evoluta, libero risorse umane dove è possibile per impegnarle a migliorare altro.
      Il ragionamento dei posti di lavoro persi è abbastanza miope e limitante.
      Bisognerebbe aver letto Keynes per capire il concetto delle buche che tanto viene tirato in ballo dai libberisti che sfogliano libri pieni di figure.

      Keynes dice che sarebbe all'incirca la stessa cosa pagare qualcuno che scavi e ricopra buche riferendosi a quanto il governo inglese spendeva per creare miniere alla ricerca di oro e pietre preziose.
      Qualcuno saprebbe spiegarmi l'UTILITA' dell'oro e delle pietre preziose in relazione alla quantità di ricchezza (sotto forma di denaro) spesa per ottenerli?
      Forse non sarebbe meglio spendere quei soldi in asili e scuole che facciano della qualità la loro vocazione?

      Fino a che si confonderà la ricchezza col denaro o cose ritenute preziose e non con un sistema sociale equilibrato dove tutti potrebbero essere utili non se ne esce.

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    25. @sandro, per quanto sia d'accordo con te ci vuole un minimo di razionalità.
      Se non ti limiti al mercato interno oro e pietre preziose puoi scambiarle con qualche altra nazione per ottenere ferro, rame ed altre materie prime che ti mancano, le buche ricoperte con chi le scambi?

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    26. Sul tema dell'impatto dell'automazione sul lavoro consiglio di leggere un esperto, Martin Ford, che sta anche per pubblicare: "Rise of the robots"

      http://www.amazon.com/Rise-Robots-Technology-Threat-Jobless-ebook/dp/B00PWX7RPG/ref=sr_1_1_twi_2_kin?s=books&ie=UTF8&qid=1428565634&sr=1-1&keywords=rise+of+the+robots

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    27. Credo che, a proposito del concetto di lavoro, sia illuminante la lettura della Costituzione della Repubblica italiana (tanto per chi ci si chiarirà le idee, che per gli irriducibili avversari). D'altra parte JPMorgan l'ha sfogliata e ha capito subito (anche se forse non sanno che in Italia vige la "costituzione materiale" che è loro assai più gradita) .

      Si può anche dire che il lavoro in aziende di grossa taglia è privo di senso per tutti. I padroni delle ferriere fanno ristrutturazioni periodiche ma non si azzardano a spingere fino alle possibilità consentite dalla tecnologia disponibile. Forse perché diverrebbe evidente quanto anticipato e il consenso pubblico al modello della grande impresa potrebbe cadere ai minimi termini.

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    28. @ Marco

      Allora scava per cercare ferro, rame, e altre materie prime, non fai prima? Questa mi pare razionalità.
      Anche perchè tutto l'oro ricavato dalle miniere non è stato in grado di ripagare gli investimenti impegnati per l'estrazione.

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  18. In realtà di razze che hanno un pedigree ne abbiano almeno 2 in Italia...Dimenticato la razza ortottera?

    Secondo me li dentro sono anche peggiori...alcuni arrivano a livelli di volgarità e violenza verbale che non mi sarei mai aspettato...altro che democrazia!

    Io ne starei alla larga!

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  19. Letto tutto, la mia ammirazione per la Francia, addirittura nei servizi il salario reale è aumentato di più della produttività, e comunque sul totale come società hanno redistribuito molto meglio...

    Sembra un paradosso, ma si potrebbe dire che si sono comportati come se l'euro non esistesse, non si sono messi a competere al ribasso coi tedeschi, anche perchè come struttura dipendono molto di più dai servizi: mi chiedo: è sostenibile una cosa simile, dato il loro sistema elettorale che probabilmente non permetterà alla LePen di vincere?

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    1. Con tutta l'ammirazione per la Francia, purtroppo essa sta sciaguratamente cominciando a dover essere coniugata all'imperfetto. La legge Macron fatta passare a forza e le politiche del governo Valls sono in pieno accordo con quanto l'euro ha fatto imporre in tutta la UE. Era rimasta un'isola, andava sommersa, e sta avvenendo. Purtroppo.

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  20. @AlbertoBagani: L'obolo è e resta quello che è sempre stato: uno strumento di controllo delle masse, per impedir loro di appropriarsi di quanto l'accresciuta produttività porta con sé. Una cosa che va di moda dove sulle tastiere non ci sono le "ù"...
    Basic Income non é un obolo ma giustamente il contrario, un modo di appropriarsi di quanto l'accresciuta produttivitá porta con sé. Se io ho sufficiente denaro per vivere e non ho l'angoscia di perdere il lavoro, ma chi mi controlla!? Sono libero!
    Effettivamente ho un tasto incagliato.

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  21. @Luca Cellai
    Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni!
    Questa frase di Marx é presa dagli Atti degli Apostoli.
    Basic Incom sarebbe appunto la realizzzione di quasta idea.

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    1. In Svizzera, Paese molto ricco, dove gli strumenti della democrazia diretta vengono utilizzati con una certa regolarita', il referendum sul 'basic income' non e' passato: tradotto - niente reddito di cittadinanza.

      http://www.blitzquotidiano.it/politica-europea/svizzera-referendum-propone-reddito-di-cittadinanza-da-2mila-e-al-mese-1684637/

      Osservo che i bisogni umani vengono oggi classificati in questo modo (ce ne sara' pure uno migliore, ma io non lo conosco).

      http://it.wikipedia.org/wiki/Bisogno

      Non sono nemmeno sicuro che i bisogni a cui pensava Marx (immagino al piu' di livello 2) siano esattamente gli stessi a cui si fa riferimento negli Atti degli Apostoli.

      Comunque, come osserva giustamente il Prof., non ci sono pasti gratis.

      Il reddito di cittadinanza potrebbe rendere massimo, in un Paese sufficientemente sviluppato, il soddisfacimento generalizzato dei bisogni di livello fino al 2 incluso (e gia' non sarebbe un risultato da poco).

      Ma per arrivare a rendere un Paese 'sufficientemente sviluppato', tanto da potersi permettere l'erogazione del reddito di cittadinanza, potrebbe darsi che quest'ultimo si riveli un ostacolo insormontabile per continuare a rimanere un Paese sviluppato (in Italia credo sia proprio questo il caso).

      Temo pero' moltissimo, al tempo nostro del 'Capitalismo Trionfante' (D. Fusaro), la frase "ad ognuno secondo i suoi bisogni": visto il culto capitalistico generalizzato dell'illimitatezza, chi sa quali assurdi 'bisogni' verrebbero fuori.....

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  22. IN TOPIC:

    Giannini chiagn' e ffotte - Dal Volkischer Beobacher salmonato una polemica a futura memoria:

    Ricolfi su Ballarò

    "Perché delle questioni fattuali si parla come se si stesse discutendo di opinioni, per cui se io dico che il Pil è aumentato e tu dici che è diminuito sono affari nostri, manifestazioni della nostra libertà di pensiero?
    [..]
    Però è troppo tempo che mi chiedo perché nessuno interviene, perché tutti accettiamo questo modo barbaro, e ben poco professionale, di fare informazione."
    [..]
    Mi piacerebbe un programma in cui il conduttore conosce i dossier su cui fa litigare gli ospiti, e quando vengono dette cose false se ne accorge e le fa notare. Mi piacerebbe un programma in cui si è tenuti a rispondere alle domande, senza cambiare argomento."

    Replica Massimo Decimo Meridio Giannini, il Fognatore del Circo Massimo:

    "Anche io, come lui, mi chiedo «perché delle questioni fattuali si parla come se si stesse discutendo di opinioni, per cui se io dico che il Pil è aumentato e tu dici che è diminuito, sono affari nostri»
    Uno dei motivi per cui, dopo 28 anni di lavoro nei giornali, ho deciso di accettare una sfida nuova e di condurre «Ballarò» è stata proprio questa: dire e far dire “la verità” a chi entra in quello studio televisivo e si siede su quelle poltrone.
    [..]
    Concordo con Ricolfi anche quando invoca programmi [..] in cui «il conduttore conosce i dossier su cui fa litigare gli ospiti, e quando vengono dette cose false se ne accorge e le fa notare» (e [..] questo, dopo tanti anni di onesta professione giornalistica, [..] lo faccio sempre, secondo alcuni lo faccio anche troppo).
    [..]
    Il “sogno” di Ricolfi, insomma, è anche il mio sogno."

    Al mio segnale spegneteli tutti!

    E per la serie ffotte (prima) e chiagn' (dopo), un'altra puntata della serie "dobbiamo fare come la Germagna": Deutsche Bank Libor Alles (in die Welt).

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    1. @ porter

      Ma Ricolfi c'è o ci fa? Non ci vorrà mica far credere che non ha capito, perchè tutta l'informazione politica ed economica televisiva funziona in un certo modo?

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    2. Quella che conta è la replica del nostro Gladiatore, alla luce di questo.

      Se qualcuno dei "nostri" dovesse mai approdare a Ballarò, spero gli sbatta in faccia le sue stesse parole alla prima menzogna.

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  23. Dichiarazione Universale dei Diritti Emergenti di Monterrey 2007:
    ” Il diritto al reddito di base o di cittadinanza universale, garantisce
    ad ogni persona, indipendentemente da età, sesso, orientamento sessuale, stato civile o condizione lavorativa, il diritto a vivere in condizioni materiali dignitose. A tale scopo, si riconosce il diritto ad un reddito monetario incondizionato e continuativo, finanziato con riforme fiscali a carico del bilancio statale, in quanto diritto di cittadinanza, ad ogni membro residente della società, a prescindere da altre fonti di reddito e adeguato a permettere la copertura delle necessità di base.”
    Basic Income é un diritto, non una elemosina!

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    1. La dichiarazione di Monterrey? Amigo, mi casa es tu casa...

      Ma daje a ride, su. Mi casa es tu casa, ma mi blog es mi blog. Tanto se nessuno vi fila un motivo ci sarà, no? Sì, appunto, è un complotto dei poteri forti (lo sai che mi finanzia Nomura, vero)?

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    2. Comunque, ricapitolando: sei arrivata qui a marzo di quest'anno dicendo che non avevi tempo per approfondire questo blog e invitandomi a leggere una stronzata dello zio Bordie. Poi hai detto che stavi approfondendo questa idea meravigliosa. In meno di un mese sei tornata qui a pubblicizzarla.

      Fine.

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    3. La dichiarazione universale dei diritti emergenti di Monterrey 2007 la chiamano anche Hartz IV 2003/4.

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    4. Dichiarazione dell'habanera: mi bollo es para tu pinga (con un po' di reddito minimo garantito pagato anticipatamente)

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    5. dianade 10 aprile 2015 14:33

      Chiedo venia, ma tale dichiarazione è superata dall'accordo di Guernica, che peraltro la Repubblica italiana ha ratificato con i protocolli di Lomazzo.

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    6. Faccio notare come con qualsiasi antecedente dichiarazione di diritti umani ci si pulisca ancora abbondantemente le terga un po' dappertutto, sul globo (appare maggiormente questa la vera sostanza della globalizzazione, per l'appunto), pur continuando ad ispirarsi alle medesime dichiarazioni. Potere della parola (assai diversa dal Verbo): basta dichiarare e tutto ne conseguirà d'incanto, come in un esorcismo (ma anche lì occorre conoscere certe dinamiche precise, e non improvvisarsi). Ancora stupisce il detto di quegli italici settentrionali che commentavano la rivoluzione d'oltralpe così?: "Liberté egalité fraternité: i franses in carossa e nualter a pè" (variante attuale: "i tudesc in carossa...").

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    7. Io vorrei capire come mai invece del rdc non si provvede ad un lavoro di cittadinanza,transitorio e che serva per acquisire competenze,in questo caso lo stato darebbe servizi e ci sarebbe un paracadute per chi perde il lavoro.

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    8. Gentile dianade, nel mentre che le legislazioni europee si muovono per adottare una congrua misura di basic income per tutti, io le suggerirei, per rispondere anche nel breve periodo, di chiedere a Mario Draghi di dirottare l'attuale acquisto sul mercato secondario dei titoli di stato e bond per 1.100 MLD dalle banche (detto QE) alla distribuzione diretta del suddetto importo ai cittadini europei. Sono sicuro che sarebbe un ottimo mezzo per sconfiggere l'attuale deflazione che sta attanagliando l'Europa!
      In fin dei conti che ci vuole: basta fare una piccola modifica allo statuto della BCE e forse aggiungere anche un piccolo comma al trattato di Maastricht... Occorre solo una biro.

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  24. Cara Dianade quello descritto nel sito da cui prendi i testi, che mi pare una perla di ortotterismo internazionale, con tutto il rispetto e' il paese delle fate. Nella mia somma ignoranza elenco due motivi che mi balzano agli occhi:

    1. Al contrario di quel che semplicisticamente si sostiene NESSUNO e' più ricattabile di chi basa la sua esistenza su quel tipo di reddito. Sarebbe del tutto indipendente se glielo versasse l'arcangelo Gabriele o l'imperatore dei Vogon. Ma invece glielo deve versare lo Stato, il quale procede secondo leggi che possono essere cambiate. E il versamento dell'obolo - per quanto la parola inglese possa farlo apparire figo, quanto il Jobs Act con lo smantellamento dei diritti del lavoro - e' e sempre sarà' una forma di controllo. Ci si mette un secondo a porre una condizionalita' - un minuto a trovare il sostegno nell'opinione pubblica "tu schifoso improduttivo! per avere i miei soldi gratis devi camminare a testa in giù!". Alla prima condizionalita' il marchingegno e' morto.

    2. Noi siamo primati sociali. Il nostro ruolo sociale e' all'incirca importante quanto i reni o i polmoni. Guadagnarsi da vivere, contribuire alla prosperità' della famiglia, della comunità e' essenziale per gli esseri umani. Le eccezioni a questa regola sono gli adolescenti [anche prolungati] a cui una vita di ozio e ricca paghetta può sembrare eccezionalmente appetibile e i santi e/o angeli, che la biologia umana se la sono lasciata alle spalle. Cosa faranno i milioni di disoccupati con paghetta del mondo delle fate? Meditazione yoga tutto il giorno? Scriveranno opere di filosofia morale? O si abbruttiranno davanti a una slot machine con una lattina di birra in mano?

    Infine mi gelano il sangue tutti quegli argomenti che bollano come "brutta, costosa, inefficiente e puzzolente" la difesa del diritto al lavoro ("cassa integrazione bruttabruttabrutta contro obolo-in-inglese bellobellobello"). Su questo e quello che era ed e' il progetto della nostra Costituzione ti rimando al blog di Quarantotto,
    (per esempio http://orizzonte48.blogspot.it/2015/04/parte-prima-diritto-al-lavoropieno.html)

    chiedo venia per la tastiera americana. Sono alla merce' del correttore automatico.
    E non sono riuscito ad attivare il secondo link.

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    1. Ma è abbastanza chiara, no, la finalità narcotica del tutto? Con buona pace della nostra cara dianade, e di chi ce la manda (ma credo sia venuta da sola: con tutto il rispetto, ma uno che si presenta citando lo zio Bordie... Orsù...).

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    2. Ma poi, profe.
      Lo vogliamo chiarire il punto nodale, cioe' ideologico che sta alla base del reddito di.... (chiamatelo come vi pare). A parte che e' la "mitica" riforma Hartz (molto progressista e incline a elevare le libbbbberta' del proletario, come noto) con un nome accattivante.

      La logica e' la seguente:
      Sostituire (progressivamente) TUTTO lo Stato sociale, cioe' i servizi UNIVERSALI erogati incondizionatamente dallo Stato (E PRODOTTI DALLO STATO) con una mancetta-elemosina (tendenzialmente declinante) con la quale uno si deve pagare TUTTI i servizi di base che acquistera' sul libbbbbbbero mercato PRIVATO.

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    3. @Zanzi Barra

      Da Basic Income a Basic In.. stinct.

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    4. @ Bargazzino
      Hai perfettamente centrato la logica, però lo smantellamento del welfare continuerà indipendentemente da qualsiasi reddito di figliolanza e balle varie, a meno che...

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    5. È vero che il progresso tecnologico c'è sempre stato, però mi sembra che ora stia portando il capitale a sopraffare il lavoro; poniamo pure che si riesca a costringere l'azienda a retribuire la produttività del lavoratore, ma se ha bisogno di 10 lavoratori anziché 100 come fanno a consumare quelli rimasti a casa? E come si condivide con loro l'aumentata produttività?
      Forse l'utilizzo ancora una volta di aziende statali che occupano questi cittadini sarebbe il male minore (non nell'esercito, però)

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    6. @Bagnai: la finalità narcotica è chiarissima: fa venire in mente quegli accampamenti di profughi di guerre intestine, gettati in baracche in mezzo alla polvere, occupati tutto il giorno ad attendere un rancio che si litigano finché morte non li liberi da tanto squallore, mentre altri decidono su come spartirsi la loro verdeggiante terra.
      @Bargozzino: d'accordissimo. Lo penso da non so piu' quanti lustri, felice di trovare un'altra persona che lo dica. E' un processo cominciato con la precarizzazione e l'esternalizzazione dei servizi, ora le due cose si sommerebbero.
      Val la pena infine ricordare che sussidi "larghi" di questo tipo, pur se legati alla disoccupazione o non occupazione, esistevano nei paesi del nord e che proprio in questi ultimi decenni, a partire dagli anni'90 sono stati ridotti grazie al meccanismo delle clausole via via introdotte, fino alla perdita del contributo stesso. Chissà perché contemporaneamente sono peggiorate anche le condizioni del lavoro e dei salari.

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    7. @Bargazzino

      D'altra parte lo slogan su cui venne fondato lo stato tedesco e la costituzione europea suona: "economia sociale di mercato" (l'eu aggiunge "fortemente competitiva"); definizione che fu coniata da Müller-Armack (scuola di Friburgo, sottosegretario di Ludwig Ehrardt e uno dei negoziatori del trattato di Roma).
      Naturalmente l'aggettivo "sociale" è una maskirovka, visto che l'idea friburghiana è quella di privatizzare ogni tipo di "social security", la cosiddetta "politica sociale individuale", che fu definita da Rüstow "biopolitica". Questa aveva la forma di una trama sociale nella quale tutto, dagli individui alle piccole comunitä avessero una forma di "impresa". L'assistenza di Stato, sotto forma i basic income, doveva servire solo per assicurare le necessità minime vitali, e non mantenere un potere d'acquisto decente, ovvero non doveva modificare le caratteristiche dei bisognosi come "esercito di riserva"
      Come si può vedere è un'ideologia fatta di ossimori.

      Il passaggio che mi è sfuggito, nel corso di questi anni, è come si sia passati dal vecchi "lavorare meno, lavorare tutti" -che, peraltro, avrebbe senso solo per i "lavori merce", e non per le attività "vocazionali"- al basic income

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  25. Chiarissima, in special modo se si da un’occhio al sito.

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  26. Mi sono preso un'oretta di tempo per leggere l'articolo di Nocella. Lo so che detto da me non conta molto ma mi sembra un gran lavoro. Innanzitutto è molto approfondito, poi è scritto molto bene (solo a pagina 1 mi sono accorto di un errore nel'ultimo paragrafo: "l'evidenza raccolta ma stimola una riflessione..."). Infine ha una bibliografia davvero notevole per un semplice articolo.
    Grazie!

    PS: dopo la lettura una piccola donazione ad a/simmetrie era davvero il minimo che potessi fare.

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    1. Io lo leggerò con calma stasera, ma il bonifico è partito stamattina ugualmente. Ci sono da pagare i working papers precedenti. :-D

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  27. “... questa differenza di orientamento politico, prima di portare all'inevitabile conflitto armato...”

    Dal momento che poche settimane fa Merkel e Hollande si sono recati da Putin per farsi suggerire come uscire dal ginepraio che loro stessi hanno contribuito a creare in Ucraina, mi sa che ai tedeschi non convenga tirare troppo la corda, né che ne abbiano l'intenzione. Non sono aquile, è vero, ma non credo che abbiano tutta questa voglia di perdere un'altra guerra.
    Tuttavia, a proposito di conflitti, si stanno profilando all'orizzonte tutta una serie di minacciose incognite.

    Innanzitutto, secondo la ricostruzione di Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph, «“L'Ue ha servito la Grecia alla Russia su un piatto d'argento”. […] Forzando il partito di Syriza a scegliere tra le sue promesse elettorali e nuovi diktat dell'ex Troika, il premier greco è finito tra le braccia del Cremlino».
    Tale scenario è contemplato anche da anche Jacques Sapir, il quale, dopo aver evidenziato le ragioni storico-politiche per cui la Grecia ha scelto di restare all'interno dell'Ue, sottolinea che il governo greco, avendo sostenuto durante la campagna elettorale che non sarebbe uscito dall'€«, sembra intenzionato ad agire in modo da far ricadere sull'Ue la responsabilità di un'uscita della Grecia dall'EZ. […] Se la responsabilità di questa rottura può essere fatta a ricadere su Bruxelles e Francoforte, ciò comporterebbe una legittimazione supplementare per il governo greco».
    Se ci sarà un progressivo avvicinamento tra Grecia e Russia dovremo attenderci una reazione da parte di Washington e, viste le pregresse esperienze, non sarà uno scherzo.
    Come se non bastasse l'Iran ha inviato due unità della Marina militare «nelle acque vicino allo Yemen. [...] le due navi da guerra iraniane si trovano nelle immediate vicinanze non solo di due portaerei statunitensi, la CVN-71 Teddy Roosevelt e la CVN -70 Vinson, ma anche alla nave d'assalto anfibia Iwo Jima pronta a fornire sostegno qualora la situazione lo richiedesse».
    Il che potrebbe significare che Teheran ha deciso di porre un limite all'avventurismo della Casa bianca e se hanno preso questa decisione significa che sanno di poterselo permettere. Dopotutto sono persiani.

    Ed ecco che nell'immediato futuro avremo di che nutrire i nostri peggiori incubi, stante l'inconsistenza dell'Ue e la ferma determinazione degli Usa a travolgere con ogni mezzo tutto ciò che ostacola la realizzazione dei loro obiettivi.

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  28. Interessante e ben fatto.
    In vista di ulteriori pubblicszioni, segnalo che la fig. 11 ha didascalia invertita fra grafico in alto e in basso.

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  29. Ed invece il reddito di cittadinanza di cui parla @dianade è un'idea (programmatica) niente affatto peregrina.

    Beninteso, se a qualcuno interessa superare il paradigma della Zweckrationalität e recuperare principi di produttività e diritto sociale.

    Difficile, in questo mondo di grafici e punti di pil.

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  30. Reddito di cittadinanza sarebbe una riforma Hartz mascherata. Solo cosi' avrebbe un senso (non per me, ovvio) all' interno dell'euro.

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  31. Certo il basic income potrebbe essere il contentino dopo acer distrutto il wellfare e privatizzato tutto quel che si puó. Cosí ti paghi tu la sanitá, la scuola e tutto il resto. Visione terrorifica.
    Probabilmente in Italia un basic income potrá essere attuato solo dopo un gran movimento di massa del precariato, post dissoluzione del PD.
    Se cliccate: Basic Income Pilots: A Better Option Than QE
    Troverete un articolo interessante di un collega di Bagnai che insegna all'universitá di Londra e che é sato consigliere di Lula a suo tempo.

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