giovedì 20 luglio 2017

Banche: i nodi vengono al pettine

Abbiamo detto tante volte (l'ultima volta qui grazie a Charlie Brown) che la crisi bancaria non è terminata. Per farvi capire dov'è la magagna non ve la butto tanto sul tecnico (mi scuseranno quelli che vogliono a tutti i costi sentirsi intelligenti): buona parte dei crediti erogati dal nostro sistema bancario sono "assistiti" da garanzie reali, non nel senso di rex, ma nel senso di  res (che in latino vuol dire "cosa"). La "cosa" che garantisce il credito di solito è una casa, o comunque un immobile. Sì, proprio quel tipo di bene nel quale ci viene detto in modo assolutamente bipartisan che abbiamo investito "troppo".

Va da sé che se il prezzo degli immobili crolla, o anche semplicemente cala, la garanzia da reale diventa immaginaria: chiedi un mutuo di 80 per acquistare una casa che vale 100, mettendoci magari i 20 di tasca tua, ma se quando hai ripagato 10 ti trovi con la casa che vale 60, è chiaro che anche vendendola la banca non rientrerà dei soldi che ti ha dato (le cifre ovviamente sono immaginarie e tonde solo per esemplificare il concetto).

Ora, ieri il Sole 24 Ore ci ha informato che i prezzi delle case stanno risalendo ovunque nell'Eurozona, tranne che in Italia e in Croazia. E oggi Morya Longo, caro a quelli di voi che gli inviano appassionate missive dimenticando le sagge parole di Upton Sinclair, ci informa dell'ovvio: la crisi bancaria si autoalimenta e provoca una massiccia distruzione di valore degli immobili, cioè una effettiva distruzione di ricchezza reale delle famiglie. Questo per il semplice motivo che quando le banche in difficoltà escutono i loro debitori, ottengono due risultati:

1) che vengono immesse sul mercato grandi quantità di immobili (e l'offerta deprime il prezzo) per di più attraverso il meccanismo dell'asta immobiliare (che Longo chiama giustamente un harakiri economico);

2) che i proprietari (o ex proprietari) degli immobili escussi, sapendo che il loro bene andrà alle banche, rinunciano ovviamente a spendere i soldi che non hanno per manutenerlo, il che ne provoca un ulteriore rapido scadimento di valore intrinseco.

Inutile dire che questa è una perdita di ricchezza vera: è la diminuzione del prezzo di un asset nella valuta del paese, non in una ipotetica valuta estera. Se la tua casa vale il 20% di meno in dollari, la cosa non ti interessa e nemmeno te ne accorgi, a meno che tu non sia intenzionato a venderla per andare a stabilirti negli Stati Uniti (capiterà pure a qualcuno, ma non è la norma). Se la tua casa vale il 20% di meno in euro, sei più povero del 20%. Questo è il motivo per il quale, a differenza di quanto dicono certi tromboni stonati, le precedenti esperienze di svalutazione non sono mai state accompagnate da un drastico calo della ricchezza. Ma questo calo, invece, ora, dentro l'eurone che ci protegge, è alle porte. O meglio: è alle porte una sua accelerazione, perché il processo di calo del valore della nostra ricchezza è in corso dal 2007, come vi ho fatto vedere qui, e come certi giuristi (ma anche certi economisti e comunque certi guitti) ignorano.

Per inciso, questo è il motivo per il quale nel 2016 si è "semplificato e snellito" il diritto fallimentare! Per FARE PRESTO! prima che il valore degli immobili a garanzia si liquefacesse. Ma naturalmente, siccome i giuristi fanno le pentole, ma i coperchi li fa il mercato, se "snellisci" (cioè acceleri) l'immissione di immobili sul mercato non fai che accelerarne, pardon: snellirne il prezzo, che diventa in effetti tanto più smilzo quanto più FAI PRESTO!

Quindi: per evitare di vendere un immobile cadente, svendi un immobile che sta in piedi. Ma il risultato, in termini finanziari, è lo stesso, ed è un disastro.

Segue un breve commento del solito Charlie Brown:

ARTICOLO IMPORTANTE (Ndr: quello di Longo) – FANNO VENIRE (INAVVERTAMENTE) A GALLA LA VERITA’

Questi biscazzieri bancarottieri vogliono lucrare sulle aste immobiliari.

Ma se leggi tra le righe (ancora una volta : non tanto) vedi che alla prova del nove le garanzie dei bedlòns (Ndr: bad loans, crediti non esigibili o difficilmente esigibili) che sono stati venduti a 40-45%  valgono meno di un terzo del loro valore di libro.

Il che vuol dire che quei bedlòns “immobiliari secured” sono per lo più in realtà praticamente equivalenti ai bedlons non garantiti.

DUE SEMPLICI CONTI DELLA SERVA (COME FACEMMO PER GLI NPL QUASI DUE ANNI PRIMA CHE IL TEMA VENISSE FUORI)

se la garanzia immobiliare era stimata in 60% del bedlòn ora non ne vale più del 60/3,5 =  17% 

(Ndr per quelli di sette mesi: 3,5 si ricava dividendo 88 per 25: l'articolo di Longo vi spiega a cosa corrispondono questi valori, ma siccome anch'io ho avuto due figli prematuri, per solidarietà chiarisco: 88 è quanto si pensava valessero gli immobili complessivamente posti a garanzia, 25 è quanto Longo confessa che in effetti valgono oggi sul mercato. Il resto sono proporzioni, che anche Uga sa fare: 88:25 = 60:17 - con qualche lieve errore per arrotondare le cifre. Alles klar?)

Considerando un 40% di bedlòns del cazzo che valgono sì e no 5%, 40% di falsi bedlòns secured che valgono 17%, 10% di bedlòns ben secured che valgono il 40%, e 10% di bedlons  che valgono non più del 10% otteniamo 14%, ossia PIU’ O MENO QUANTO HA PORTATO A CASA MONSIEUR MUSTIER (Ndr: che ha portato a casa il 13%, come ci ricordava il Sole 24 Ore).

Ps1. Queste le rilevazioni d’asta “as is” – inondando il mercato di immobili  garanzia in una economia stagnante per l’euro  i prezzi degli immobili andranno sempre più giù

Ps2 : la storia delle banche che si organizzano internamente per rivitalizzare il mercato delle garanzie con tanti bei portali IT è puro bullshit (Ndr: non me ne voglia il dr. Longo. Relata refero). Serve a imbonire analisti ed azionisti ed a dar da lavoro a bancari che altrimenti sarebbero già disoccupati.

[Nota per i diversamente familiari con i libri senza figure: qui finisce la citazione di Charlie Brown, che, come tutte le citazioni di autori terzi in questo blog, è scritta in font Courier].

Che dire? Ma... non molto. Aspettando che Leuropa decidesse quali erano le sue regole per gestire il nostro sistema bancario, abbiamo fatto deteriorare ulteriormente la situazione. Il diavolo, ovviamente, è nei dettagli. Il Sole 24 Ore ci informava dell'accordo concluso da Mustier in questi termini. E il solerte Charlie Brown commentava per me pochi giorni addietro (ricomincia il Courier):

ARTICOLO IDRAULICO MOLTO IMPORTANTE (Ndr: per Charlie Brown "idraulico" significa: "che spiega il funzionamento dei flussi finanziari"):

Se leggi bene tra le righe (ma neanche tanto) vedi la “gabola”.

Come fa Banco-Bpm ad ottenere il 38% quando Unicredit ottiene solo il 13%?

Vogliamo dire che i milanesi avevano solo sofferenze immobiliari garantite da “immobili di pregio”?

E poi questi “immobili di pregio” quanto si pensa valgano oggi con un mercato in devastante crisi di domanda ?

Quindi i bilanci bancari  non sono leggibili ad un operatore finanziario esterno – e l’equity delle banche non vale un cazzo: se ci investi sicuramente perdi valore! Strano come quello che ha chiesto ed ottenuto 13 miliardi d al mercato vero dietro promessa di trasparenza  ora non riesca a vendere al 30% ma solo al  13%.


(...forse non è chiaro: vogliono le nostre case. Hanno mandato un ampio spettro di economisti, da Monti a Piketty, a dirci che - in fondo - ce lo meritiamo, l'esproprio: la casa è "improduttiva". Sono arrivati questi espertoni, a rincalzo di un frame comunicativo lanciato dalla Bce - quella che ha scritto il programma del PD - sul quale perfino De Grauwe, un finto "non allineato", ha avuto da ridire. Ma si sa: è la Bce che traccia il solco, e il Bruegel che lo difende... Sì, certo, i colleghi "problematizzano", dicono che c'è una ricca research agenda, dicono che è strano che un paese che risparmia tanto come la Germania appaia in media così povero - qui va anche detto che parte di quei risparmi sono delle imprese, non delle famiglie: profitti reinvestiti, ecc. - ma intanto il messaggio che passa è che noi cialtroni del Sud siamo ricchi e quindi siccome noi abbiamo fatto il danno - non le loro banche - ora dobbiamo metterci una pezza con le nostre case. Oggi Cristiano Manfrè su Twitter ha espresso la sua disperazione. Una torma di improvvisati patrioti si è alzata cingendo la testa dell'elmo di Scipio e accusandolo di disfattismo. Ma è anche vero quello che mi diceva ieri sera Marco Basilisco: "Gli italiani, perché non reagiscono? Gli hanno toccato i redditi, poi i figli, ora anche le case: che altro ci vuole?" Non lo so. Io so solo che per molto tempo ho abitato all'angolo fra via degli Scipioni e via Fabio Massimo. Una interessante intersezione. Deve avermi influenzato subliminalmente. Ma... non è questo il momento di temporeggiare: lo staff mi aspetta, dobbiamo fare un sopralluogo... Voi riflettete, e cercate di capire qual è la vostra linea del Piave: il Jobs act non ha funzionato, la Buona scuola meno che meno, la svendita delle vostre case sembra non vi interessi... Così, però, lo straniero passa, cari amici...)

95 commenti:

  1. alla domanda ricorrente sul perchè in Italia pare nessuno si ribelli?
    Azzardo che forse tre tra gli altri fattori sono:
    1) Codice Penale di epoca fascista ( con qualche sporadica tosatura della Corte Costituzionale)

    2) "all'inizio del 2013 gli organici dell'insieme delle Forze dell'Ordine in Italia era di 278.461 dipendenti.
    In Germania di 243.201 (35.260 in meno dell'Italia).
    In Francia 184.576 (93.885 in meno).
    In Spagna 181.110 (97.351 in meno).

    Ora va anche ricordato che il territorio tedesco, francese e spagnolo è più vasto di quello italiano." fonte:
    http://scialoja.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/03/23/in-italia-forze-dellordine-con-organici-piu-numerosi-degli-altri-paesi-europei/?refresh_ce

    3) Nuove, efficaci e invasive tecnologie di schedatura della popolazione.

    Sino ad ora chi comanda è riuscito a stroncare ogni ribellione sul nascere?.

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    1. Datemi del centrosocialista, ma io mi ricordo di Carlo Giuliani e che la stragrande maggioranza della popolazione italiana considera giusta la sua morte: che c***o di rivoluzione vuoi fare quando ti sparano in faccia e quelli attorno a te applaudono? Siamo soli, circondato da una manica di zombie più spaventati dall'ammettere di avere torto che dalla perdita di lavoro, istruzione e casa.

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    2. Carlo Giuliani sarebbe stato un rivoluzionario? Devastare Genova era una rivoluzione? Allora ogni domenica in qualche città d'Italia c'è una rivoluzione, di solito in prossimità di uno stadio. Perchè non hanno devastato Montecitorio e il Quirinale? Quella sì sarebbe stata una rivoluzione e gli italiani li avrebbero seguiti! Cercare di tirare un estintore in testa ad un carabiniere di leva non è un atto rivoluzionario, è violenza gratuita (oltre che stupida, visto che poi è altamente probabile che questo ti spari, più per paura che per convinzione). Le forze dell'ordine stanno peggio di tutti e sono loro i primi a doversi sollevare, poi gli italiani li seguiranno.

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    3. Sommessamente suggerirei quanto segue: invece di parlare di rivoluzioni, smettere e far smettere di votare PD e affini. E' un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità.

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    4. Il Quirinale e Montecitorio sono a Genova?
      A Genova però ci stava il G8 e gli italiani non li hanno seguiti. A Genova c'era chi era contro la globalizzazione (e certo non era per l€uropa) e gli italiani non li hanno seguiti.
      A Genova è stato represso l'unico movimento di protesta occidentale anti-Washington-consensus, sarà un caso?
      Ma chissenefrega, addaviniPasoliniamenaGiulianicolleceneredeGramsci.
      P.s. Gramsci, quando gli operai devastavano Torino nel 1919, andò a parlare con leforzedellordine, che allora erano "mercenari" della Brigata Sassari (lui era cagliaritano, d'altronde). Scoprì che i sassaresi erano signorini Livore che invidiavano la paga degli operai. Gramsci ci provò a spiegare loro che la paga, però il costo della vita torinese, era informa, ma gnente, pacca sulle spalle e consiglio da sardo a sardo a farsi gli affari propri.

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    5. da: http://vocidallestero.it/2017/01/28/gli-ultimi-giorni-dellideologia-liberal/

      ...
      Le proteste venivano incoraggiate all’estero, contro nazioni-bersaglio, al fine di “promuovere la democrazia” – mentre in patria venivano represse da una polizia sempre più militarizzata. Si davano lezioni sulla trasparenza e sulla responsabilità in giro per il mondo, mentre in patria c’era solo sorveglianza di massa, spionaggio interno, e una stretta su chi denuncia da dentro quello che non va nelle istituzioni. I leader progressisti si dipingevano come difensori della pace e dell’ordine, mentre moltiplicavano le guerre.
      ...

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    6. per quel che mi riguarda sfondi una porta aperta: ho sempre votato a destra. (ovvvove!)

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    7. @Buffagni

      Onestamente, ci hai spesso insegnato qualcosa, e te ne siamo grati, ma mi pare che ultimamente tu stia facendo di tutto per sembrare una meteora, e questo mi spiace.

      Tanto per capirci, non sono stato io a (stra)parlare di CLN e simili fattispecie insurrezionali (intuendo, fra l'altro, che la battaglia "per la Costituzione" non sarebbe stata politicamente efficace - e se me lo chiedete per cortesia vi spiego anche come ho fatto a capirlo prima, perché dopo è facile). Viceversa, credo proprio di essere stato io ad avere invitato a non votare il PD, non rivolgendomi, peraltro, ai lettori di questo blog (cui fornire un tale invito è non solo una ingiuria, ma soprattutto un segno di scarsa aderenza al principio di realtà), e di averlo fatto con un certo successo comunicativo (misurato dalle più banali metriche social).

      Quindi, in sintesi, non capisco cosa tu vada cercando, ma forse non è qui. Magari potrebbe non essere risultato chiaro il senso della mia metafora: posso precisarla, se occorre.

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    8. @Paolo Giusti

      Mi dispiace: i manifestanti di Genova, fino a prova contraria che senz'altro ci darai, erano gli stessi noglobal che oggi sono noborder, e l'Europa a loro stava benissimo. Hanno perso anche perché avevano le idee molto confuse, e le hanno tuttora confuse.

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    9. Non posso negare che i noglobal oggi siano noborders né che le loro idee siano confuse, perché è verissimo quello che Lei dice.
      Credo, d'altra parte, che non sia corretto dire che a loro l'Europa andasse benissimo, mi pare anzi che fosse loro abbastanza chiaro che era parte del Washington consensus, ma è indubbio che averne fatto una questione secondaria abbia disinnescato enormemente il loro potenziale.
      L'argomento fondamentale che volevo portare però - che per me è inscindibile con la morte di Carlo Giuliani, ma posso capire che non sia così per tutti - è che, nonostante i noglobal avessero idee così confuse, il capitale ha ritenuto necessario reprimerli con la più grande sospensione dei diritti civili dell'Occidente fino ad allora. E tutti dietro ad applaudire.
      Anche perché non credo che se avessero assalito Montecitorio o il Quirinale come sostiene Er Palla, o se avessero gridato "Patria, Lira e Libertà", le cose sarebbero cambiate. Un movimento così di massa era troppo compatto per la società liquida che avevano in mente.

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    10. @ Bagnai

      Non andavo cercando niente, replicavo a un paio di lettori che parlavano di ribellioni e rivoluzioni, argomenti a mio avviso fuorvianti. Se la tua metafora vuol dire, fuor di metafora, "Se non scrivi più qui mi fai un piacere", smetto e amici come prima, questa è casa tua, ci ospiti chi vuoi e non devi darne ragione a nessuno.

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    11. @Paolo Giusti: concordo con entrambi i commenti. Direi solo che oltre che "non negare" è necessario affermare con forza, purtroppo. L'ultima critica che tenesse conto del contesto economico-giuridico (ma certamente non monetario) in atto nella UE fu forse quella alla direttiva Bolkenstein una decina di anni fa. Poi calo' il silenzio. Il che ha più che meritatamente provocato le sanguinose prese in giro dei medesimi, ormai diventati dannosi più che inutili, da parte di questo blog.
      La parola d'ordine "agire localmente" probabilmente favori' questo ottundimento nato in parte anche da una sensazione di impotenza.

      Non escluderei che in alcuni singoli ci sia una solitaria ricerca di comprensione dei meccanismi in atto, ma sono casi eterodossi e isolati.

      Il discorso si restrinse e sta tuttora fermo alla mera questione "migranti si migranti no", avulsa da ogni contesto. Questione apparentemente facile, perché, in entrambi i campi, fa sentire buoni con poco, potenti ancora con meno, e soprattutto non fa pensare alla complicata e scomoda ribellione per la precarietà, per le pensioni, per la sanità... Il "nemico" passa altrove, il problema per quella che ci si ostina ancora, ormai in modo francamente strumentale, a definire "sinistra", diventano se mai "le povertà estreme". Che in quegli stessi anni andassero al governo cespuglietti vari (malgrado le polemiche furibonde) sarà senz'altro un caso.

      D'altra parte è vero che Genova fu forse l'ultima massiccia manifestazione di dissenso degli ultimi vent'anni, poi autodilaniatasi in un'orgia di onfaloscopismo, come se non fosse bastata la sempre elegante sospensione "somala" dello stato di diritto.

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  2. aggiungerei anche la perdita secca dei risparmi di una vita nelle "venete" e il Piave avremmo dovuto superarlo da un bel po'.
    niente, tutto tranquillo.
    non sono un sociologo ma se lo fossi studierei il perche'.

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    1. è il teorema della rana bollita: togliendoci poca roba alla volta, sopportiamo meglio il dolore. è fisiologico. succede anche con il dolore fisico: poco ma diffuso nel tempo è sopportabile.

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  3. Non so se pubblicherai questo mio commento.
    Evito ogni ironia.
    Ho paura Alberto, ho paura per la mia famiglia, per i miei figli. Ho paura di perdere il mio lavoro semplicemente perché scrivo qui o su Twitter.
    La mia linea del Piave è questa, il lavoro. Si stringe la cinghia, ma penso con tristezza a tanti giovani precari e disoccupati.
    Penso a chi come mia figlia non ha avuto la fortuna di studiare come me ciò che le piaceva (sai il numero programmato, si dice così). Il numero chiuso l'ha relegata in un corso di studi che non ha nessun valore e futuro.
    Se la scelta elettorale sarà possibile, cercherò di punire chi ci ha ridotti così per dover inseguire questo "fogno in gabbia".
    Vedo chiaramente una deriva liberista che non si arresterà facilmente, uscire dall'euro è necessario, come hai insegnato tu, ma non basta.
    La linea del Piave ancora non si distingue bene, si è capaci di sopportare tantissimo, il canto delle sirene della propaganda ha ammaliato e convinto di tante falsità.
    Vedo persone grate di quel poco che ancora ci concedono, altre desiderose di vedere perdere sempre più diritti al vicino di casa.
    Avevo scritto che avendo finito di pagare il mutuo sono più ricco. In realtà sono meno ricco rispetto a quanto dovrei essere.

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    1. È la bassa inflazione che protegge redditi e risparmi. Mutui a tasso basso e tutti possono comprarsi la casa. Brutti tempi quelli dei mutui al 14% dove facevi l'affare della vita con la prima casa.

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  4. Ho un amico che, per mestiere, fa le valutazioni di NPL da cartolarizzare. In effetti, anche lui mi racconta tante cosette interessanti in proposito.
    La morale è: siamo seduti sul bordo di una piscina di merda con dentro un grosso ordigno a orlogeria.

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  5. Gli immobili perdono valore anche perchè:
    -sono tassati
    -i negozi chiudono o si spostano nei centri commerciali ( città parallele ma private)
    - si fanno meno figli e non c'è l'interesse a comprar "casa ai ragazzi"
    - i soldi che andavane nell'immobiliare vanno nei fondi pensioni perchè la pubblicità a qualcosa pure serve

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    1. -è giusto che gli innobili siano tassati (ad Economia si sostiene un esame che si chiama Scienza delle Finanze, ovviamente pubbliche, per dire...)
      - centri commercali città private. Ma perchè gli immobili dei centri urbani locati ad attività sono pubblici?
      Anche gli altri punti potrebbero essere rivisti ma credo che sia sufficiente questo.

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  6. Da italiano che vive all'estero da 22 anni quando torno al mio paese d'origine in campagna vedo una vocazione al suicidio di chi è rimasto.Vengo dal Veneto e al mio paese hanno rubato pure i risparmi,a chi 50 mila,a chi
    100 mila,a chi un milione.Eppure la gente si comporta come se non fosse successo nulla ed evita di affrontare discorsi scomodi.Mi perdoni professore ,ma qui un economista non basta più, ci vuole uno psichiatra.Aiutatemi a capire perché non riesco a comprendere i miei connazionali .

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    1. I veneti della "kultura del lavoro" (assonanza inquietante con certa kultura del lavoro transalpina) non ammetteranno MAI di essere stati fregato ed impoveriti.
      La kultura subumana-calvinista del povero meritevole di essere povero in Veneto è scolpita nella carne e nelle ossa - comprese le sue ipocriti consegue quali figli di papà arroganti, viziati e convinitissimi di meritare ogni cosa (ciao ciao Piero Maso).
      Aggiungo che moltissimi di loro - fomentati da avvocati criminalmente ignoranti o dolosamente bugiardi - sono convinti di riavere tutto con "'a sivil ascion".
      Non devi cercare la rabbia tra i borghesucci del Veneto. Nenache tra i suoi operai...

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    2. Forse perché lo psichiatra è già al lavoro, ma non per aiutare chi non riesce a vedere la realtà per quello che è. Dietro alla strategie comunicative, alla manipolazione del linguaggio, tra le righe dell'informazione allineata c'è il contributo degli esperti di psicologia. Oggi il controllo della popolazione non avviene solo attraverso forze dell'ordine, media, scuola e chiesa, ma si lavora anche sulla psiche delle persone affinché non vedano la realtà per quello che è o perché scelgano di non scegliere o di scegliere quello che si dice loro di fare.

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  7. Le linee del Piave individuali contano ben poco. E quella comune come la si raggiunge per attestarsi?

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    1. Hai ragione: l'individualismo regna ancora sovrano. Il motto "salvo il mio culo, gli altri si fottano" ce lo hanno inculcato a tutto spiano. La linea del Piave per quanto mi riguarda è stata valicata da tempo. Gli strumenti di dissenso "democratico" (voto) scarseggiano sempre di più e si vede. Ma quali altri strumenti abbiamo per rivoltarci efficacemente in modo non violento? Voto "contro", sostengo asimmetrie...posso anche scendere in piazza rischiando di prenderle...poi?

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    2. l'unica che può far male è boicottare tutto il boicottabile. sapendo però che si ripercuoterà innanzitutto e velocemente sui posti di lavoro italiani. solo dopo molto tempo si avrà un ritorno positivo. i ricchi sono troppo ricchi. i nostri scioperi gli fanno un baffo. loro possono resistere a lungo, noi no.

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    3. La linea del Piave collettiva esiste quando c'è un comando che ti dice: "quella è la linea del Piave, tienila a tutti i costi"; altrimenti c'è il Piave, che continua ad essere Piave e a mormorare, ma mormora per conto suo, non al passaggio dello straniero. Ripeto la mia modesta ricetta: prima di parlare di rivoluzioni o di linee del Piave, smettere e far smettere di votare PD e affini. Del resto se ne parla dopo.

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    4. Mi spiego meglio. Credo che di gente esasperata dagli espropri di diritti, serenità, speranze ce ne sia molta. Ma il nemico combatte con grande successo la sua battaglia, fatta di disinformazione, forze politiche e movimenti gatekeeper, ecc. La confusione, a livello di cittadino medio, è tanta. L'uomo è animale di branco, da solo difficilmente si muove ma è pronto a farlo trascinato da un'idea (i migliori) o da una emozione (tutti gli altri) condivise. Però l'aggregazione (delle individuali linee del Piave) non è mai spontanea, necessita di catalizzatori sufficientemente potenti. Quindi non è questione solo di coraggio e di motivazione, ma dell'assenza di un coordinamento efficace che, nelle condizioni attuali, vedo ancora difficile. Al famoerpartito non ci credo neanche un po' e il panorama di quelli esistenti non lascia grandi speranze di aggregazioni efficaci allo scopo. L'unica battaglia possibile è quella alla disinformazione, ma è lunga e difficile, adatta solo ai più capaci.

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    5. Cercare spiegazioni psicologiche è profondamente sbagliato, al massimo trattandosi di un fenomeno sociale la subalternità italiana potremmo definirla sociologicamente come anomia, dove per anomia intendo l'assenza di una cultura capace di trasmettere gli elementi fondamentali del progresso. Non voglio dilungarmi su questo argomento, ma è così chiara la natura sociale del fenomeno che basta osservarla nella predominanza del consenso verso la classe dirigente del paese. Parlare di inganno e inconsapevolezza non è altro che un modo per nascondere la realtà delle cose: i cittadini si rendono perfettamente conto di come è la realtà e una notevole quantità di essi la condividono. Se non capite questo non valuterete mai gli elementi primari che costituiscono questo stato di cose.

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    6. @luca

      1. La predominanza del consenso verso la classe dirigente dove la vedi? Che il dissenso sia sviato è vero (e torniamo alla disinformazione). Che non ci sia, e diffuso, no.

      2. Traspaiono note di autorazzismo e del suo sempre associato corollario "tutti-io" nelle tue parole, screditandole.

      3. Se avessi ragione e il consenso alle politiche attuali fosse maggioritario e informato come sostieni, allora, per rispetto della democrazia, dovresti accettare la situazione senza recriminazioni.

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  8. Un suggerimento propedeutico: se ogni essere umano che non comprende un altro essere umano invocasse l' intervento dell' istituzione psichiatrica come tu hai fatto, forse con ingenua leggerezza, qualsiasi discorso circa la libera e responsabile convivenza non potrebbe neppure cominciare.

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  9. Non credo che esista alcuna linea del Piave, sinceramente. Gli italiani sono stati abituati a considerarsi delle merde a cui niente è dovuto, perché sono corrotti e c'è, dice, la mafia. Non ci ribelleremo, al massimo qualcuno bofonchierà contro gli sprechi della spesa pubblica e i politici, come da copione. Quando e perché tutto questo sia iniziato non lo so.

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  10. Monti stesso era incredulo. Stava sfracellando gli italiani e loro zitti sotto. Ci prese pure per i fondelli, dichiarando a Repubblica:"Gli italiani sono chiamati a sforzi importanti e sorprende la grande maturità con cui li stanno affrontando". Non ci poteva pensare, perché lui lo aveva detto chiaro e tondo. Gli italiani amano troppo il mattone. Bloccano l'economia con questa fissazione retrograda. Mazza e panella fanno 'e figli belli. Senza casa di papà e mamma smetteranno di fare i bamboccioni e si daranno da fare. Addio al posto fisso ecc.(a questo proposito rileggetivi il post del Pedante Quo vadimus?).
    Anche io continuo a farmi la stessa domanda. Cosa serve ancora per ribellarsi?

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  11. E' tanto che avrei voluto farle questa domanda; "Cosa le fa credere, o avere la certezza, che il sistema UE crollerà prima che la nostra generazione, o quella che verrà, smettano di vedere questo cielo?"

    Provo a spiegarmi con un iperbole; c'era l'Impero Romano che creava ricchezza e originava modelli societari che sono ancora in auge...mi correggo, che erano ancora in auge fino a qualche decennio fa.
    Poi arrivò un'ondata "rivoluzionaria" e moralizzatrice e...puff, lentamente e inesorabilmente il moralismo si impossessa della mente umana fino al punto nel quale la repressione economica impoverisce la società e ne imbarbarisce usi e costumi fino alla malnutrizione e alle relative devastanti epidemie di peste etc etc (Ci sarebbe molto altro da dire ma non dilunghiamoci troppo).

    Quella follia è durata circa un millennio.

    Ora, se Laggente si convince, e a quanto pare lo è, che solo la morale mainstream potrà salvarla dalla; Cina, Coruzzzione, Debbitopubblico, Putin e Trump, Terzaguerramodiale, maffia, forestalicalbresi, vitalizi, riscaldamentoglobbale, razzisti etc etc...; non potrebbe essere che Leuropa torni a rivivere un Neomedioevo nel quale Leuro farà da "arma purificarice e l'ignoranza da bosone di Higgs?

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    1. Lei può trovare una mirabile risposta alla sua domanda nel libro "Il Tramonto dell'Euro", spiegazione che l'esiguità dello spazio qui mi impedisce di riportare.

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    2. @ Alex

      Grazie per illei.

      Potrebbe specificare a quale punto di quale capitolo ci sarebbe la risposta mirabile di politica economica (cui il libro principalmente tratta) ad una domanda di filosofia politica (cui attiene la mia domanda?).

      Il Libro lo lessi, e probabilmente mi sfuggì...

      (Prof, non ho ancora capito se posso usufruire della sua magnanimità - cui chiesi sommessamente perdono -, e dalla quale non ricevetti alcun indirizzo circa l'espiazione della pena ...)

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    3. Si è dato mirabilmente da solo la motivazione per cui a me non passa nemmeno per l'anticamera del cervello di suggerirle la risposta.

      Saluti.

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    4. @ Alex

      A me tutta questa pazienza non fu concessa.
      Di certo mi servì come stimolo a studiare e a non scrivere supercazzole come la sua.

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    5. Caro Sandro: lasci perdere. Se lei ha capito che io sono solo un economista, sia coerente, e si risparmi di venire qui, con tronfia e saccente prosopopea, a darmi risposte camuffate da domande per non apparire ciò che sono: il nulla. Lasci il blog ai lettori, la filosofia ai filosofi, e torni a fare ciò che sa fare: aiuterà così il suo paese.

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  12. La gente che si prese la briga di inondare Craxi con le monetine monetine dinanzi all'Hotel Raphael non credo avesse particolari motivi per partecipare al festino, se non fosse stata appositamente e subliminalmente invitata in virtù del linciaggio mediatico creato ad arte dai media dell'epoca.
    Questo per dire che ogni protesta, sommossa o golpe prevede scientificamente un braccio ed una mente, un esecutore ed un organizzatore, come abbiamo plasticamente intuito assistendo ai vari cortei passati dei simpatici girotondini o a quei patetici gruppi di pensionati che vanno spesso in giro sotto il solleone estivo a sventolare ridicole bandierine o cartelli ingiuriosi per un pugno di spicci.
    La realtà è che il fronte della dis-verità è ancora troppo compatto ed organizzato per auspicare una supremazia dei pochi coraggiosi intellettuali, politici ed appartenenti al ceto borghese del Paese che hanno l'ingrato compito di sollevare le masse.
    Tutte le motivazioni logiche e scientifiche che vengono faticosamente illustrate, vengono ancora, come ben noto confutate ed annichilite da un sistema ben oliato di propaganda mediatica.
    Io credo che dovremo ancora scivolare per diverso tempo lungo i gironi danteschi prima di "riveder le stelle".
    L'unica strategia che ritengo ci sia ancora concessa è quella di alimentare la nostra consapevolezza, cercando, in base alle nostre capacità e possibilità, di veicolarla il più possibile e tenendo a freno la rabbia crescente per poterla in futuro utilizzare in maniera chirugica.

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    1. A scuola e in uni ho visto un macello che non ha avuto quasi sussulti. In pochi assistiamo sgomenti alla fine della grande cultura europea. Ma il problema sarebbe avere il Wi-Fi in aula o buttare fuori gli studenti a colpi di 18 per ottenere le quote premiali.

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    2. Per fare le rivoluZZZZZioni servono i SOLDI.... T-A-A-A-A-A-N-T-I soldi!!
      E “er popolo” serve da mera carne da cannone. Stop.
      Quelli con cui ci paghi gli onnipresenti sobillatori interni fino a farli diventare una potenza destabilizzatrice, o semplicemente quelli con cui ci paghi i pullman per portare gente indottrinata sotto l'hotel Raphael o per pagare opinionisti da salotto TV, come anche le navi ONG per traghettare destabilizzatori africani.
      Poi ci sono quelli "aggratis", i fanatici indottrinati dai media di proprietà degli stessi che hanno T-A-N-T-I soldi. E si potrebbe continuare all'infinito da qui fino alle origini e finanziatori della cosiddetta rivoluzione francese, o del cosiddetto risorgimento italiano, o del cosiddetto risorgimento2.0 in salsa U€. "seguite i soldi" (Cit. G.Falcone).

      E, ad onor del vero, non c'è nemmeno un popolo, identificantesi in una Nazione, che senta l'automatico impulso alla ribellione unitaria. Un popolo diviso perchè naturalmente diversissimo nonostante la martellante retorica patriottarda, reso inerme da 3/2 di secolo di botte di Stato. Solo in questo è uguale, nell'ovvia e conseguente arrendevole apatia. E tutto questo lo stanno repolicando in versione continentale, con l’€uro e l’EuGenFor al posto della Lira e dei bersaglieri.

      La storia di questa penisola è un CD graffiato che salta, ma senza che mai nessuno, reso sordo dalle ideologie, senta il termendo fastidio alle orecchie.
      Il popolo che "famo 'a rivoluZZZione" è stato e sempre sarà mera carne da cannone.
      Non serve il popolo, quello ce n'è fin troppo. Serve un'élite culturale e politica, fiera e autorevole, che guidi, educhi ed elevi il popolo, così come antropologia insegna... ma ad aule vuote.

      Un' élite qui assente, distrutta a partire da 150anni fa, eliminata come normalmente lo è in qualsiasi paese colonizzato.

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    3. A proposito di macchinette elettroniche nelle aule della scuola superiore, macchinette di cui in assoluto non nego l'utilità in alcun ambito, qualcuno ne sostiene l'utilità persino per una certa materia per nulla figurativa, che si individuerà da quanto segue.


      Vero è che in Youtube - e bene che ci sia e ci siano - si sentono quattro o cinque letture dell'Infinito di Leopardi di voci di attori e dicitori diversi, tra cui un regista, che tutte ho fatte ascoltare e che tutte reputo interessanti - ciascuna per una diversa caratteristica - a classi mie non solo le quinte nelle quali Leopardi è "in programma".

      Ma, appunto per quella certa materia che non dico, computer e LIM (lavagna interattiva multimediale) non sono necessari, e neppure lavagna e gesso, a meno che di qualche autore e momento della letteratura italiana mi venga la tentazione di uno schema (caratteristiche espresse in sintesi l'una sotto l'altra e NON schema concettuale che aborro, peraltro utile a volte per certificate difficoltà e che allora faccio, se gradito allo studente o da lui richiesto), metodo o mezzo che trovo già antipatico.

      Detto senza parentesi quanto sopra e senza esternare antipatia, mi ha risposto in riunione un coro indignato, peraltro minoritario e comunque, almeno sul momento, di scarso criterio e ascolto, figuriamoci, avendo precisato che per quella tal misteriosa materia gli strumenti elettronici e nemmeno gesso e vecchia lavagna "mi sono necessari".

      E pensare che un fan di computer e LIM presente mi ha dato ragione precisando che non aveva pensato a quella tal materia.
      Non ci aveva pensato, ma certo avrà colta la parola "necessario" preceduta dalla paroletta "non", attentissimo e cortese com'è alle parole di tutti, senza contare che nella "sua" materia, per la quale invece lavagna e gesso sono "necessari" e, in mancanza o, per chi le preferisce, la LIM e relativa penna.
      Insomma, "uno di matematica" che certo non rappresenta tutti i colleghi di materia come io non rappresento i miei.
      (A proposito o no, sapete che oggidì nella scuola superiore, di questa ho conoscenza, insegnanti della medesima materia o del medesimo gruppo di materie si chiamano Dipartimento, scritto e detto con la maiuscola?
      Da persona priva di senso dell'onore, ah ah, ho detto da subito "gruppo" e scritta la parola solenne nel ferale anno in cui ho dovuto scrivere qualcosa di ufficiale.


      Corollario e scusate tutto lo sfogo: Leopardi o anche il qualunque lo spiegano gli strumenti o mezzi, compresi gesso e lavagna?

      Sì o no?

      Naturalmente, oltre a quanto sopra, sono poi importanti le tesine meglio in Power point (sarà perché gli studenti si esercitino sempre meno a parlare?, ma questa è mia malignità...).
      Devo dire, però, che né dagli indignati né dagli altri ho sentito che le tesine eccetera.
      Ho solo inteso toccare vari punti a risposta - continuazione di quanto scritto da @Vishnu.

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  13. Non c'è una linea del Piave, la vicenda greca, dal punto di vista sociologico, ce lo insegna. La società si adatta a qualsiasi condizione, posto che non ci sarà un altro Brüning.
    Vedo un disincanto diffuso, però, verso il "potere": mamme con i passeggini in strada non si erano mai viste!
    Lo sconfinamento accadrà per caso, temo. E non saremo pronti come potremmo essere.

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  14. Smarrimento? Ignavia? Incapacità di inquadrare il problema reale?
    In un mondo logico, il PD non esisterebbe più, eppure prende ancora voti: chi vota per appartenenza (!?), chi per abitudine, chi perché "mi piace Renzi" e non importa se a queste persone viene fatto un ragionamento logico, semplicemente è così, una di quelle cose immutabili.

    Quando si fanno notare i danni, parlando di jobs act, disoccupazione, distruzione produzione industriale, tagli alla sanità, perdita di valore degli immobili che non è certo una novità, e così via, solo in rari casi si rivede quella fiamma di lucidità negli occhi dell'interlocutore e giunge come un fulmine a ciel sereno l'illuminazione in stile fantozziano "ma allora ci hanno sempre preso per il culo!".

    Non bisogna mollare la presa e insistere, solo educando la gente a comprendere possiamo uscire dal pantano, io non vedo altre soluzioni.

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  15. Poco piu' di 80 anni fa, in pieno regime di "gold standard" e dopo oltre un decennio di politiche deflattive, la situazione non era piu' rosea di oggi.

    Le aziende non risultavano generalmente piu' in grado di ripagare i prestiti ricevuti (erano cioe' sull'orlo del fallimento) e le banche, divenute ormai praticamente proprietarie delle aziende a cui avevano concesso i prestiti 'improduttivi' (NPL), erano di fatto insolventi.

    Ad un problema economico (complesso ed apparentemente irrisolvibile), che avrebbe compromesso la credibilita' e l'esistenza stessa del regime, fu data una soluzione politica: Mussolini si fido' del giovane Beneduce (non ebbe molta scelta, tutti gli altri notabili dell'epoca, inclusi i vertici della Banca d'Italia, non furono capaci di suggerire un qualunque piano di recupero) e con un atto d'imperio nazionalizzo' "dalla sera alla mattina" il sistema bancario e creo' l'IRI.

    Oggi di "diverso" c'e' che al posto del "gold standard" c'e' il piu' rigido sistema dell'eurozona ed che oltre agli NPL delle aziende ci sono gli NPL dei cittadini/lavoratori (all'epoca non era ancora diffuso il credito ai privati per l'acquisto della casa o per i consumi).

    Siccome almeno una soluzione esiste (ed e' sempre quella allora decisa dal duce) non vedo motivi per disperarsi.

    Certo, la soluzione la implementera' un governo di destra, probabilmente molto autoritario, e quindi non mi meraviglierei piu' di tanto se anche oggi, nazionalizzate le banche e ripristinato l'IRI, si facesse poi un bel bando di arruolamento per due milioni di disoccupati da impiegare in una qualche guerra di Spagna o d'Etiopia, magari nei ranghi di un novello esercito europeo.

    A proposito, per chi pensasse che Mussolini fosse piu' indipendente dalle condizionalita' imposte dalla finanza anglosassone (oggi transnazionale) rispetto ai governi 'repubblicani' succedutisi negli ultimi trenta anni consiglierei di studiare....

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  16. Egregio Professore, per dire cose simili sono stato bannato dal sito di BOLDRIN (noysefromamerica)
    Preciso che quando ho parlato di tedeschi che spolpavano le ricchezze degli italiani è intervenuto direttamente lo stesso BOLDRIN dando fuori da matto con insulti e offese anche se con tono sempre misurato (tipo non hai capito un bip) Ovviamente il BOLDRIN non si e' peritato di dare una sua versione dei fatti, ma ha fatto come l'Onnipotente dopo aver dettato i 10 comandamenti a Mose'; ha attaccato il ricevitore. Ora io non pretendo la sua prolissa puntigliosità professorale, ma almeno un paio di considerazioni basate su fatti le pretendo.
    Una precisazione importante almeno per me che sono liberale: BOLDRIN in un suo intervento se l'e' presa con i liberali offertisti; lo dico perché sono decennni che mi sgolo per far capire che Boldrin e la Merkel e Juncker e compagnia cantante nulla hanno a che spartire con noi liberali. Il sistema da loro messo su ha preso il peggio del socialismo e il peggio del liberalismo fondendoli in un tutto armonioso a maggior gloria delle oligarchie

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    1. Non ho capito né cosa vuoi né cosa ti faccia pensare di essere padrone del mio tempo. Come liberale, affacciarti dicendo a chi ne sa più di te cosa deve fare ti rende poco credibile.

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    2. Per Tenerone Dolcissimo...
      "l sistema da loro messo su ha preso il peggio del socialismo e il peggio del liberalismo fondendoli in un tutto armonioso a maggior gloria delle oligarchie"
      Si questo lo abbiamo già detto, socialisti con i ricchi e liberisti con i poveri.
      E quindi che facciamo?
      Combattiamo le oligarchie o abbattiamo l'unico strumento efficace per limitarle (cioè lo Stato), come suggeriscono i tuoi amici liberisti?

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    3. Non mi sembra di averLe impartito alcun ordine o disposizione circa quello che Lei deve fare. Non mi permetterei di fare una cosa simile.
      Ho semplicemente inteso informare Lei e gli altri partecipanti al blog di un fatto che ritengo abbia una certa rilevanza pur nel suo piccolo e fare una precisazione di natura politica

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    4. x El Grigio
      Io direi cominciamo a non spararci nelle chiappe gli uni con gli altri.
      Mi sembra che fosse chiaro che il mio avversario sia il SUPERstato denominato UE
      Fino a prova contraria la frase NO TAXATION WITHOUT REPRESENTATION l hanno inventata i liberali e non Monti e soci cioe' quelli di preservare le decisioni dal problema elettorale

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    5. Quel Blog è una perdita di tempo. Ognuno usa il proprio come crede meglio. Il mio è un pleonasmo quale dovuto segno di.rispetto per il padrone di casa. In realtà penso sia un covo persone che ci sono. O ci fanno.

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  17. Gli italiani, perché non reagiscono?
    Padoa Schioppa nel 2003 auspicava per gli italiani il ritorno alla durezza del vivere, e grazie alla complicità di governi e media servi, come lei ci insegna, il lavoro lo stanno eseguendo con entusiastico zelo.
    Sul perché gli italiani non reagiscano credo sia dovuto al fatto che lo sterminio della nostra classe media sia stato il più grande successo de leuropa. Perché la classe composta da persone che avevano studiato abbastanza da poter elaborare pensieri critici ma comunque bisognosi di lavorare perché nn sufficientemente agiati. Non potendosi quindi permettere il lusso di non pensare, potevano mettere in discussione il (loro) sistema.
    Ne consegue che la nostra metaforica "linea del Piave" non esiste quasi più. Non per la vigliaccheria od il mea culpa strillato ed instillato dai soliti ad ogni pie' sospinto, ma proprio perché non ci sono più fisicamente i "soldati" con cui combattere, sostituti da un EIR sempre più povero, meno istruito ed ovviamente ricattabile.
    Ma se contro ogni aspettativa a Vittorio Veneto comunque gli italiani VINSERO, scegliendo di sacrificare la loro vita, allora ritengo che anche noi qualche speranza la abbiamo.
    Paura, come scrive Antonello Z.? Tutti i giorni.
    Rabbia perché "pare" che il vicino di casa non si renda conto che, nonostante la sua invidia, lui sarà il prossimo della lista? Idem.
    Affermazioni come quelle di Manfre': tutti i santi giorni, basta guardarsi in giro.
    Il mio "problema", però, è che io sono italiana. E malgrado tutto, questo trascende ogni mio controllo.
    Perché "Io non sono cattiva: è che mi disegnano così..."
    E lo straniero non passa.

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  18. Non succederà nulla. Andremo avanti così per molti anni e saremo sempre più etichettati come i lazzaroni d'europa. Gente che non merita quello che ha perché l'ha ottenuto con la tipica furbizia italica. E' un film già visto. Dura da 150 anni e si chiama unità d'Italia, con la differenza che ora la parte che ha fatto il mezzogiorno nei confronti del nord Italia lo fa l’Italia intera nei confronti del nord europa. Finalmente ci sono riusciti. Hanno tra le mani l'oggetto dei loro schifosi sogni e noi glielo stiamo consegnando come un pacco dono. Troppe sarebbero le cose da fare per riappropriarsi di un minimo di sovranità, a partire da quell’esterofilia e autorazzismo che così bene ci hanno inculcato. Per settant’anni ci hanno proibito di pronunciare le parole Patria, Nazione. Ora nemmeno la parola Confine ha più un senso. Le nuove generazioni crescono in questo brodo malefico ed ammorbato di menzogna senza ideali e spirito critico, preoccupati solo di portare a casa un lavoro da sevo della gleba a 600 euro al mese. I vecchi comunisti sono completamente rincoglioniti e vedono fassisti dappertutto fuorché dove sono realmente, in casa loro. Non succederà nulla neanche con le prossime elezioni, troppo incanalato il dissenso verso gli utili idioti a 5 stelle. Faranno un altro governo tecnico per garantirsi la spoliazione finale senza ostacoli. Si deve solo sperare che avvenga un crollo, un implosione del sistema come il crollo dell’unione sovietica, come ha paventato il Professore nell’ultima intervista a Messora. Mi auguro che avvenga presto questo radde rationem, in alternativa rimane l’occupazione e la riduzione a colonia ed il ricordo di una ex Nazione.

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    1. da mio commento precedente ri-posto:

      "E, ad onor del vero, non c'è nemmeno un popolo, identificantesi in una Nazione (Googlare definizione di Nazione), che senta l'automatico impulso alla ribellione unitaria. Un popolo diviso perchè naturalmente diversissimo nonostante la martellante retorica patriottarda, reso inerme da 3/2 di secolo di mazzate (botte) di Stato.
      Solo in questo è stato reso uguale, nella ovvia conseguente arrendevole apatia. E tutto questo lo stanno replicando 157 anni dopo in versione continentale, con l’€uro e l’EuGenFor al posto della Lira e dei bersaglieri."

      Paghiamo questo vulnus e continueremo a pagarlo in U€: il non aver detto la verità sul passato ci ha condannato a riviverlo... questa volta da patrioti €uropei, cornuti e felici.

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    2. Non sottovaluterei la diffusione della droga: i giovani sono molto sfruttati ma anche molto drogati. La trasgressione si è normalizzata in sottomissione.

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  19. Molti italiani credono che quanto dicono giornali e tv sia la verità inconfutabile. Partendo da questo principio, da parte mia cerco di sovvertire ciò, citando e inoltrando articoli dal Prof, facendo da 2 anni la donazione 5x1000 e regalando, per compleanno e Natale, i libri del Prof ad amici e parenti. Il loro sguardo alle volte è incredulo, sorpreso, quasi deluso, però qualche riscontro positivo l'ho avuto. Informare come fa il Prof diventa primario. Poi ci vorrebbe l'azione.

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  20. IL 24/10/2017 ricorre il centenario della disfatta di Caporetto. Poi venne il Piave con la vittoria del 4/11/1918 Per ragioni di simmetria storiche e non per portare sfiga aspettiamo la finanziaria ed il crak bancario a partire dal mese di ottobre 2017 . Nel 2018 ci saranno le elezioni politiche (forse ) .Speriamo nel Piave ( forse) per quella data

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  21. Spero tanto nel bel tempo, nel cielo sereno, nel mare calmo, nelle notti stellate e nei venti lievi e a favore. Spero tanto nella solidarietà pelosa. Spero tanto che Macron, Merkel e gli austriaci non mi deludano e tengano "dritto il timone". Spero tanto nel pregiudizio nei nostri confronti di tutti i popoli europei.
    A questo punto solo l'Africa ci può salvare e Gheddafi non sarà morto invano.
    Last chance: il Canale di Sicilia

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  22. Ragionavo su una cosa, dopo aver letto questo: [...Ma è anche vero quello che mi diceva ieri sera Marco Basilisco: "Gli italiani, perché non reagiscono? Gli hanno toccato i redditi, poi i figli, ora anche le case: che altro ci vuole?" ...]
    e dopo aver letto alcuni dei commenti sopra. Forse, il sentimento che blocca la rivolta, è lo stesso che ha portato (e porta tutt'ora, evidentemente) al suicidio alcune persone. Mi riferisco al quel senso di impotenza, di incapacità di affrontare (e rispondere ad) un sistema monolitico, struttuato in maniera rigida ed impermeabile. E progettato per fare si che, comunque vada, vincono Loro.
    Ci riflettevo ora per esempio sul piano della invasione programmata. A fronte di una situazione del genere, un autoctono può:
    1) Acettare salari sempre più bassi (sempre che trovi lavoro)
    2) Andare a fare la fame in un altro paese (e vincono Loro in ogni caso)
    Era solo un esempio ma credo uno dei punti sia questo, e cioè il senso di impotenza che si prova a fronte di questo progetto di capitalismo globale, non tanto per mancanza di oppositori, ma per la estrema difficoltà e complessità nel dover trovare soluzioni efficaci, e che siano "democratiche".
    Uno dei problemi infatti 8a mio avviso) sta nel fatto che qui bisogna confrontarsi con gente che gioca sporco (su tutti i fronti) e non perde occasione di infrangere (o quantomeno raggirare) le Leggi, ma pretende che il tuo dissenso si manifesti in maniera "democratica"...
    Mah... secondo me, se continuano a fare finta di non "sapere" finirà male. Ma può darsi che sia quello che vogliono...

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    1. In primo luogo, morte a franz viva Oberdan.
      Il problema è questo cercare una soluzione democratica, a un problema che nasce dalla distorsione più ignobile e meschina della democrazia.
      Il problema è anché la totale mancanza di un chiaro e ben definibile avversario, o comunque l'incapacità-causa media-degli italiani d'identificarlo e quindi di combatterlo, anche violentemente come credo che sia necessario, senza una chiara distinzione del nemico ma anche degli alleati sarà impossibile una qualsiasi efficace reazione da parte degli italiani.
      Poi capiamoci le chiacchiere le sanno fare tutti, noi siamo qua belli seduti dietro un pc o con uno smartphone in mano a sofeggiare di rivoluzioni e linee del piave, ma quanti avrebbero le palle di condurre e partecipare ad un rivoluzione, una vera non quella versione fantasiosa della rivoluzione dove tutti insieme chiediamo con vocina flebile "per favore smettete di opprimerci e sotto pagarci", quanti sono pronti a rischiare qualcosa magari anche la vita per ottenere qualcosa al di là del suo meschino godimento?
      Quando sapremo qual è il palazzo sotto il quale andare, quando saremo disposti a rischiare senza certezza allora potremo sperare d'invertire il declino.

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  23. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  24. Secondo me non siamo alla linea del Piave.
    Siamo ancora un pò prima di Caporetto.
    Ci portano il rancio in trincea (leggasi:occupati e precari), si qualcuno muore ma non è stato attento (leggasi:disoccupati e disperati) e ci arriva la posta (leggasi: ancora abbiamo moglie e figli).






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  25. Ricordo Piller da Vespa qualche anno fa.
    Disse una cosa tipo:
    I risparmi dei tedeschi sono per lo piu' investiti in titoli borsistici. Quelli italiani in case. Troppo investiti nelle case...

    A me mi sembrava chiaro il piano:

    Convertire la carta straccia crucca in "improduttivo" mattone italico.

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  26. Aumenteranno i suicidi. Anche l'emigrazione e' una specie di suicidio, del Cittadino Italiano. D'altronde, se mi portassero via la casa, il primo istinto, nonche' il piu' razionale, sarebbe di prendere a fucilate tutti quelli che cercano di farmi uscire, per poi bruciar dentro con la mia famiglia. Invece solitamente vince l'irrazionalita', la debolezza, e si fugge, trasformando se' stessi ed i propri cari in senzatetto ergo senzaniente, pronti solo per partire. Loro lo sanno, e non hanno paura di noi.

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  27. Dovremmo forse mettere insieme tutti quelli che subiscono da sto sistema? Tipo ... se ci pensiamo bene tutti i casini (scuola, sanità, vaccini, lavoro, perdita di valore, ecc.) sono tutti accomunati dalla stesso elemento scatenante: abbiamo perso la nostra bella e cara sovranità soprattutto monetaria! Invece vedo ciascuno lamentarsi per i propri problemi (vedi esempio marcie contro i vaccini ... migliaia di persone ...) senza vedere da dove originano ... se tutti lo facessero alla fine ci troveremmo tutti nella stessa piazza magari ad invocare la lira ....

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  28. Ha permesso che non si tratta di un post tecnico.

    Le segnalo comunque, per eventuali futuri approfondimenti, che la stima, formulata da Charlie, sulla corretta valorizzazione dei crediti secured (17% del nominale) è completamente sballata.
    Così come la ricostruzione della cartolarizzazione di Unicredit.

    Cordialmente

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    1. Oh! Ecco uno dei nostri troll di lungo corso che riciccia con un commento che è la definizione stessa di troll! Screditare senza argomenti: un lavoro da poracci, quindi, presumo, pagato male. Pensa in tempi di deflazione!

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    2. Yanez je fa na sega a questo qui!
      Stesso metodo, nessuna prova, ma questo sembra più furbo!

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    3. addurre delle argomentazione e delle prove a sostegno della tua affermazione no? o dovremmo fidarci perché lo dici tu?

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  29. Pensavo farle un favore: se riutilizza quei numeri in altri contesti si fa del male...

    Sono certo che, su questo tema, gli altri lettori potranno fornirle un ottimo contributo.

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    1. So che la mia salute ti sta a cuore, e so anche che non hai niente da dire. Le due cose non si escludono e la seconda, a differenza della prima, è dimostrata: se ce l'avessi, l'avresti detta. Ti ho dato una seconda possibilità, ma... ti sei fatto male!

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  30. Se ho capito bene dunque, la mia casa Adesso vale solo un terzo del prezzo di acquisto per colpa delle banche! Maledette! La gente dovrebbe ribellarsi!

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    1. Direi che non hai capito molto bene. Quanto valga la tua, di casa, potrà dirtelo un'agenzia. Certo, siccome i prezzi mediamente stanno scendendo, c'è il caso che valga meno di quanto valeva quando l'hai acquistata. Ma la valutazione che citi, e che è di Moyra Longo, si riferisce ai 357000 immobili all'incanto. Speriamo che il tuo non ci finisca.

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    2. Ok! Sto tranquillo dunque anche perché la mia la avevo pagata in contanti!

      Ma siamo sicuri che tutti i 357000 immobili all'incanto siano tutti immobili residenziali? Non é ci siano anche capannoni, negozi, magazzini (dati come ipoteca a fronte di prestiti a imprese), lottizzazioni di terreni, immobili in corso di costruzioni etc.....

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    3. Ma è chiaro che non tutti i crediti sono erogati a famiglie. Non ho parlato (io) di immobili residenziali. Se segui (cortesemente) i link vedrai chi ne parla: Monti e Piketty. Il messaggio politico che viene dato è chiaro: biasimare la casa di proprietà in quanto investimento "improduttivo", ma in effetti in quanto ostacolo alla mobilità del lavoro. Poi c'è il problema di come risanare il sistema bancario del Nord.

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    4. E quali sarebbero gli investimenti "produttivi"? Giocarsi i soldi in borsa?
      BAAHHH!

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    5. L'unica casa di proprietà che si oppone alla mobilità del lavoro è quella di residenza. Ogni casa aggiuntiva è investimento, al più destinazione di vacanze (dunque un ben modesto ostacolo alla mobilità).
      Una massiccia svalutazione degli immobili non ha alcun effetto sulla casa di residenza, cioè quella che si opporrebbe alla mobilità. Se voglio venderla, ricaverò meno, ma dovrò anche pagare meno per comprarne un'altra, essendo tutti nello stesso mercato (chi vende e chi compra).
      Se mai, la stagnazione attuale del mercato immobiliare ed il crollo del valore si opporrebbe alla mobilità, quando si considerino le case-investimento. Si cerca di evitare fino all'ultimo la svendita dei propri immobili non di residenza, perché c'è la solida realtà che il maddone risale sempre, com'è naturale e fisiologgigo, barola di Robberdo Garlino[1]. E questo porta ad una notevole lentezza nel collocare gli immobili, creando una barriera molto alta che rallenta tutta la reazione a catena della mobilità (vendo->ricompro->trasloco).

      [1] https://www.youtube.com/watch?v=lch3comXqd8

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    6. Al ragioniere: se non sai cosa si intende per investimenti in contabilità nazionale (cioè in macroeconomia), questo è il blog che fa per te, ma forse non è ancora arrivato il momento di intervenire, anche se ti ringrazio per avermi dato l'opportunità di chiarire il mio pensiero. L'acquisto di un'azione non va negli investimenti di CN, quello di una casa sì.

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    7. Al Professore:
      Dopo essermi diplomato ragioniere ho anche studiato all'universitá. Mi pare di ricordare che solamente le costruzioni di nuovi immobili siano considerati "investimenti" e non la vendita di immobili esistenti. Ciò é logico perché un "investimento" (dal punto di vista macroeconomico) accresce lo stock di capital esistente (al netto oppure al lordo degli ammortamenti).
      Non mi interessa peró fare polemiche (nel fondo del mio cuore sono una persona semplice e cioé un ragioniere).
      Mi interessa solo notare che - a mio modesto parere da ragioniere - comprarsi la casa in cui uno abita sia l'investimento piú produttivo di tutta una vita.

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    8. @Rag. Christian
      Sei proprio sicuro Christian? Conosco un mare di persone, soprattutto commercianti e professionisti o loro fidejussori, cui è stata pignorata la casa dopo averla pagata tutta, ma anche lavoratori ed impiegati che sono a spasso e che non potendo più pagare le spese debbono sbrigarsi a vendere perdendo un mare di soldi rispetto a quanto pagato.
      Ma aspettiamo che la situazione peggiori ancora come in Grecia ed allora i problemi suesposti diventeranno generalizzati; allora forse ci si renderà conto del fatto che diceva Alberto, ovvero che non ci sarà più certezza della proprietà immobiliare, di quella patrimoniale in genere, oltre che del reddito e dei salario.

      Caro Christian, credo che tu sia abbastanza giovane e credo che tu non abbia ancora visto cosa possa realmente capitare nella vita; a me sono capitate molte cose, molto pesanti, che mi hanno reso molto guardingo ed attento a non dare per scontate cose apparentemente ovvie.

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  31. Giorni fa incrocio collega con cui non affrontavo l'argomento da tempo, uno che "tirai dentro" prestandogli TDE, e che iniziò anche a bazzicare qui..
    Alla domanda se stesse seguendo le ultime faccende, risponde: "no, no, mi sono un pò sganciato..vedi, se hanno ragione loro, cosa dovrei fare? impiccarmi
    probabilmente.. allora preferisco crogiolarmi nell'idea che le cose non siano proprio così funeste, che ci siano possibilità di miglioramento, e illudermi riponendo ancora fiducia nei 5S". Le parole sono quasi testuali..
    Insomma, guardare il Male dritto negli occhi fa male: più di qualcuno, appena alzato il coperchio, lo richiude inorridito e va in cerca di morfina. Se può..
    Tra le altre cose, c'è anche questa roba qui.

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    1. Questo credo che sia uno stato d'animo diffuso.

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    2. Eccola lì: è quella, la linea del Piave, e dobbiamo superarla noi.

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  32. La maggior parte degli italiani (ma anche degli spagnoli, dei francesi, dei tedeschi, degli inglesi...) non sa neanche cosa sta succedendo a loro e intorno a loro. Ribellarsi? A cosa? Perché?

    Il messaggio non li ha raggiunti.

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  33. e per fortuna che l euro c'è... sai che ridere se la tua casetta mutuata in euri poi diventa una valanga di debito in lirette che si svaluta anno per anno. almeno con l euro hai la certezza del tasso, basso. e sinceramente delle banchette piene di casette non ce ne può fregrare di meno nell era del bitcoin. significherà solo che con un bitcoin compreremo una casetta dalla banchetta quasi fallita.

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    1. Nell'era del bitcoin.... cioe' del ritorno del 'free-banking' (che tanti guasti provoco' a fine ottocento all'economia USA), cioe' della instabilita' finanziaria e del 'Ponzi scheme' eletti a regola di sistema.

      Una decina di giorni fa Putin ha incontrato i vertici di Ethereum per valutare la sua convenienza o meno, ma SOLO come mezzo di pagamento elettronico.

      Chissa' se vedremo mai questi sistemi usati anche per pagare le tasse.... Mi sembra difficile ma non lo possiamo neanche escludere.

      Per quello che riguarda 'le banchette piene di casette' rimango basito.

      Come si fa ad essere cosi' crassamente ignoranti e cosi' cialtronescamente fieri di esserlo?

      Il sistema bancario e' uno dei pilastri della societa' civile, depositario principale del risparmio e motore primo di ogni economia avanzata.

      Vero e' che da quando e' stata abolita la separazione bancaria il sistema e' diventato un po' anche un cancro per l'economia, ma da qui ad augurarsene il collasso.

      Capisco comunque che chi ragiona cosi' probabilmente e' solo un disgraziato, un totale pezzente intellettuale, animato solo da livore, invidia ed odio sociale.

      Se non cambi presto morirai pure disperato (col tuo eurone saldamente conficcato dove non batte il sole).

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    2. La città svizzera di Zug sta già sperimentando l'accettazione di bitcoin per il pagamento di servizi pubblici fino ad un massimo di 200CHF non è chiaro se questo includa anche alcuni tipi di tasse).

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  34. In questo momento e per ragioni disparate che numerose risposte toccano, qualcuna l'una qualcuna l'altra, la linea del Piave è rappresentante dalla possibilità di continuare a vivere dignitosamente. Fino a che questo sarà possibile, e penso che sarà possibile ancora per un periodo molto lungo, troppo lungo, sarei propenso a ritenere altamente improbabile qualsiasi intervento popolare. Anzi credo che la corda continuerà ad essere tirata ancora molto, ma non sarà mai stretta così tanto da costringerci al peggio.
    Quindi nel caso fattori esogeni, eventi estemporanei, potrebbero accelerare un processo di decadimento che per quanto possa apparire in progresso veloce, resta pur sempre estremamente controllato.

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    1. Quest'analisi, riportata anche da altri commentatori, credo sia il motivo per cui continuare a profetizzare sventura (pur ampiamente comprovata ed evidente) non condurrà ad alcun cambiamento.
      L'argomento della catastrofe finale ha funzionato per contrastare, ad esempio, il buco nell'ozono, perché le prove della causa erano schiaccianti ed il danno che ne stava derivando evidente e comune a tutti gli esseri viventi - salvo pochi produttori di gas refrigeranti.
      Non funzionerà per temi economici alieni, diluiti su tempi così lunghi e dagli effetti così ben mascherati dai media - se non a catastrofe pienamente compiuta (cioè saremo tutti dei pezzenti incapaci anche di emigrare).
      Inutile continuare a sbandierare la fine del mondo ed inneggiare alla rivoluzione, quando dall'altra parte hai mille bandiere del sogno eurozonale della ripresina all'1%.
      Quando la cruda realtà è resa incomprensibile, per combattere un fogno occorre un sogno migliore.
      Poi chi avrà il pelo sullo stomaco potrà anche andare a sviscerare le cause della situazione attuale, andare a cercare i colpevoli, e fare una scelta punitiva.
      Ma l'elettore, per sua stessa definizione, è chiamato ad eleggere: elevare, scegliere positivamente, plasmare il futuro. Non negare il futuro (se non si cambia) ed abbattere il passato (che ci ha ridotti così).

      Renzi e Beppe Grillo non sono andati molto lontani finora, con la loro paranoia distruttiva. Berlusconi fece più strada, perché accanto alla fittizia rottamazione post-mani pulite e poi in chiave anti-storicamente anti-comunista, propinava in modo martellante e capillare un'idea di futuro positiva ed entusiasmante (non per me, ma do atto).
      C'è il rischio che questa comunità sia plasmata dalla terribile consapevolezza del passato in un albergo per profeti di sventura disperati e disillusi, che ben poca attrattività potrà esercitare sui movimenti di massa, condannandoci così tutti a veder auto-avverare le nostre più fosche profezie.
      In alto i cuori.

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    2. Purtroppo le statue di Lenin con lo sguardo fiducioso verso il futuro le hanno abbattute. E' stato un trauma da cui non ci si rimette facilmente.

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  35. È talmente ovvio che Alberto scrive bene che il rimarcare è inutile. Alcuni dei suoi post per me più godibili hanno toccato l'argomento.
    Al contrario io non scrivo sì bene, ma solo bene, per cui mi astengo dallo scrivere. A mia parziale discolpa informo che in genere scrivo da smartphone come adesso. Anche se quando uso l'ipad il risultato mi pare addirittura peggiore.
    Chiedo però cortesi amici dove avrei preconizzato la 'catastrofe finale', oppure dove sarei sembrato un adulatore di sguardi fifuciosi di statue.
    Al contrario ho detto in modo piuttosto chiaro che non ci muoviamo come rane bollite o bollende perché stiamo ancora tutti con la pancia ben piena e lo saremo ancora per molto tempo. Alberto sa che il mio primo interloquire con lui e il suo Blog fu relativo proprio al quando. Orbene il come ancora non mi è ben chiaro. Il quando so che è ben distante.
    Credo che alle analisi economiche di Alberto o che comunque da lui ci vengono riportate, alle sue analisi della situazione politica e sociale,debba affiancarsi anche una analisi storica in questo caso. Perché e quando laggente si rompe i coglioni e nel caso come si comporta.
    Prima di postare dono andato a rivedere velocemente due sollevazioni che hanno sempre colpito la mia persona. La guerra sociale und der Bauernkrieg. Ma non ho trovato elementi che potessi in una qualche misura alla situazione odierna.
    Resta che per una volta stavo in tema, sopra c'è molta roba a ruota libera. E continuo a ritenere che la linea del Piave sua quella. Quanto tempo è come eventualmente mi devi rompere i coglioni prima che ti mandi a fare in culo. E continuo a pensare che a meno di eventi esogeni che non vuol dire catastrofe ma piuttosto qualunque diavolo di Cisa possa mutare o anticipare o velocizzare gli eventi in fieri, ci vorrà ancora molto tempo.
    Resta anche serenamente convinto che pure prima avevo scritto lo stesso pensiero.
    Ultimo fatto che vorrei dire è che Alberto è quello che non ha tempo mentre noi siamo i fancazzisti per cui quando leggiamo i commenti dovremmo leggere quello che gli altri scrivono e non quello che noi pensiamo gli altri abbiano scritto.
    Quello che sta sopra è il mio pensiero con pari dignità rispetto a quello di tutti non fisse altro che per il fatto che io penso con la mia testa.
    Spesso mi sono sentito un lillipuziano in questa cingresa di intelligenze. Raramente ho zvuti ragione, pee dure Fassina mi è sempre stato in culo. Ma dono per esempio convinto che tutto, TUTTO l'arco costituzionale sia contro laggente. Qualunquismo. Ognuno la penso come meglio crede ma se non votare PD è lebbasi votare gli altri è patimenti dannoso, la Lega rappresenta l'unica alternativa credibile e forse per meto calcolo elettorale. Tornando in tema pero la domanda era: quanto vi devono rompere i coglioni prima che li mandate affanculo? La mia risposta è: tanto. Anzi tantissimo. E quindi non credo sia questione 'onirica' quanto materiale. Non c'entra nè sogno nè fogno ma pane. E salamella.

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  36. Per rispondere alla domanda sul cosa si aspetta al reagire aggiungerei qualche punto alle diverse cose sovente interessanti e condivisibili già scritte :

    La media borghesia, cioè il ceto che sostanzialmente si esprime e più facilmente viene lasciato esprimere qui, non è molto proclive a reagire apertamente, giudicato poco consono e pericoloso, che inoltre rischia, suprema onta ai suoi occhi, di farla passare per degli scamiciati qualsiasi senza una lira. Piuttosto esprime le sue riserve a qualche amico che frequenta gli ambienti giusti. Dal suo punto di vista fa bene, perché genere tutto funziona, finché gli amici in questione non decidono, come adesso, che anch’essa – fa male, eh ? - è ceto sacrificabile a interessi più ampi e potenti. (Questo spiega bene, tra l’altro, il voto al PD di quella stessa media borghesia che si vuol credere magari anche buona ed indulgente: effettivamente quel partito si è proposto per alcuni decenni come il difensore degli interessi di quel ceto molto più che di quelli inferiori.)

    Per il resto, in generale :

    Scarsa abitudine all’autonomia, di pensiero, di azione e di scelta. Difficile svilupparle quando dalla famiglia in su si favorisce molto più la licenza che la libertà e la crescita autonoma.

    Perpetua situazione di minorità e soggezione che viene favorita dall’università, dalla precarietà, dalla struttura lavorativa (a 35 anni saresti non un adulto nel pieno delle tue forze intellettuali e creative, bensi’ ancora « un ragazzino » indegno di assumere posti di media responsabilità !), ecc. Da li’ discende una scarsa fiducia nella proprie capacità e facoltà di assumere a viso aperto scelte appropriate e impegnative in situazioni difficili o complesse.

    Nessuna abitudine al lavoro collettivo, condotto senza figure carismatiche di mezzo che lo trasformino in altro: conoscenza, discussione, decisione, azione.

    Soprattutto nessuna coscienza salda di avere dei diritti (costituzionali, umani, di rispetto, di sopravvivenza), compreso anzitutto quello di difenderli , quindi di difendersi, quando essi, cioè noi, siamo oppressi e minacciati.

    Scarsa tradizione storica, anche. Se qui il JA è passato nel silenzio totale mentre in Francia c’è stato un mese di proteste (inutile, d'accordo, ma che presuppone conspevolezza, organizzazione e dall'altra parte coscienza della necessità almeno di una valvola di sfogo) è perché dal 1789 al 1936 e poi nel 1945 qualche riflessione l’hanno fatta. Poi certo, non sono più quelle situazioni storiche, con buona pace dei gruppuscoletti smarriti che non parlano dell’euro perché il tal marxista non ne ha parlato quindi esce dalla loro strategia d’azione che prevede la rivoluzione ormai domattina dato che « la gente non ne puo’ più » (si’, vabbe’). E come gli alti livelli dei sindacati francesi si siano affrettati a sedare la propria base lo spiega bene, al solito, anche Sapir (8'50"- 11'50").
    Ma soprattutto la differenza la vedrei nella consapevolezza che (ancora) hanno dei propri diritti e di alcuni principi. Qui crediamo solo di avere il diritto di scegliere alle bizze di quale capo carismatico allinearci : facci lui, noi seguiamo.

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    1. Questo il video di Sapir citato nel commento sopra.
      Repetita iuvant:
      https://www.youtube.com/watch?v=k84AS6JcSsg

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