mercoledì 9 dicembre 2015

La lezione greca e la Sinistra Italiana: Tsipras vs. Aristotele



(dalla mia email...)

Il 07/12/2015 10:58, Wsgctreu Qwshaskjdf ha scritto:

Ciao Ho visto il tuo nome nella lista del seminario di Sinistra Italiana,in realtà sono stato anche sorpreso di vedere il mio...

avevo giusto risposto che era interessante l'iniziativa e sarebbe stato interessante sapere come sarebbe andata avanti, ma poi ieri mi sono ritrovato nella lista.


Scusa il ritardo, sai dov'ero.

Il tuo indirizzo ovviamente non l'ho dato, anche perché non me l'hanno chiesto, dato che io non ho mai detto a nessuno che ti conosco. L'apocalisse (etimologica) riserverà molte sorprese al nemico!

Quanto a Sinistra Italiana, io ci sono stato. Galli ha esordito con un "basta col più Europa" (argomentandolo in un modo estremamente problematico e interessante che vedrai quando verranno pubblicati i verbali), D'Antoni ha aggiunto la lista degli errori della sinistra dai quali sarebbe opportuno guardarsi (riprendendo quella che avevo compilato qui), e ha anche chiarito che la globalizzazione non premia necessariamente realtà "imperiali", e che non si può sconfiggere il nazionalismo con una supernazione (costruita sul nulla), Brancaccio ha proseguito con un "il mercantilismo conduce all'imperialismo e alla guerra", facendo una sfilza di casi storici interessantissimi e molto calzanti, io ho rincarato con un "un progetto che si basa su Schengen e Maastricht, cioè sulla libera circolazione di lavoro e capitale, cioè su una fiducia sterminata nel mercato, non è di sinistra", ecc.
Ovviamente è una sintesi, gli interventi sono stati molto più articolati, ma serve a rendere un'idea del clima: diciamo che sembrava incoraggiante.
Poi sono andato a casa a dormire perché avevo un altro convegno di sera ed ero sfatto.

Mi ha riferito (e ci ha riferito) Barra Caracciolo che nel pomeriggio la musica è cambiata: è stato tutto un "adesso c'è la Ciiiiiiiina", "dove andremmo con la nostra lirettaaaaaa", "i nazzzzzionalismiiiiiiiii", ovviamente preceduti dal rituale "io non sono un economista ma...". Insomma: pattume di una povertà intellettuale, prima ancora che culturale, sconcertante. Aveva fatto bene Galli ad invocare, nel suo esordio, la necessità di una radicale svolta culturale della sinistra, di un ritorno della sinistra alle sue radici. Questo, certo, sarebbe necessario. Ma non basta. Questa gente per lo più difetta di intelligenza, cioè è in deficit, è deficiente: non è in grado di maneggiare le più elementari categorie della logica aristotelica (in particolare, il principio del terzo escluso), e la pattumiera differenziata della storia li ha già collocati nell'organico (intellettuale).

Poi c'è il caso di Fassina e D'Attorre. Io della loro comprensione dei fenomeni e onestà intellettuale sono ragionevolmente certo (salvo essere smentito dai fatti), e comunque comincio ad averne i coglioni pieni di quelli che chiedono loro sempre "di più"! Si diceva che non sarebbero mai usciti dal PD perché bla bla bla. Sono usciti. Ora cosa devono fare? Andare a Montecitorio e darsi fuoco in piazza come Jan Palach? Può anche essere un'idea, ma un po' in controtendenza con la retorica del global warming, no? Cosa fosse SEL lo sapevamo, no? E chi può pensare di bussare alla porta della casa altrui per dettare legge? Ma chi può pensare che sia meglio lasciare due persone che hanno capito fuori dalla porta, a crepare assiderate? L'unica strada che hanno per fare qualcosa, per tentare di influire sulla maturazione culturale della sinistra, è ritagliarsi uno spazio in quella realtà, nel deserto che anche loro, a suo tempo, contribuirono a creare (e questo occorre che se lo ricordino e Alfredo lo ammette con grande onestà), l'alternativa essendo il folcloristico Civati, dal quale ci aspettiamo presto un referendum per la libertà di culto della foca monaca della Jacuzia (le grandi battaglie civili...).

Certo, anche a mio avviso i due hanno fatto e stanno facendo poco.

La loro retorica del "ma dobbiamo trasformare questo discorso in un messaggio politico, laggente non capiscono..." si scontra con il successo crescente in termini di comunicazione della mia esperienza (considerando che continuo ad avere contro tutti i canali di informazione mainstream) e con l'allargarsi della platea di politici che opportunisticamente sfruttano la mia immagine per un endorsement dei beati cazzi propri (e anche qui il più furbo fu, come ricordi, Casaleggio, che mi mando sul suo blog una settimana prima delle politiche del 2013). I politici, quando vedono 700 persone paganti concentrate, preparate, attente, come al Goofy4, si stupiscono, dicono che non sarebbero in grado di ottenere numeri simili. E allora perché non provare a dire la verità?

La loro retorica del "ma è impossibile combattere una battaglia culturale all'interno del PD", o di SI, o di quel che l'è, la capisco e sono sicuro che sia fondata in grandissima parte (lo dimostra quello che ti ho detto), ma poi si scontra col fatto che Galli mi ha detto: "se ha notato assonanze col suo pensiero è perché io ho letto i suoi libri, che mi hanno fatto capire alcune cose". Allora: se Salvini il libro lo porta in giro, e voi no, è colpa di Salvini? Certo, i deficienti ci sono, Natura è matrigna. Ma molti sono semplicemente ignoranti. Una visione del mondo diversa e più coerente non è mai stata offerta loro. La visione c'è, è nei miei libri, è pronta per l'uso. Devo fare io il piazzista? Non è il mio lavoro, non saprei farlo, e sarei poco credibile perché in conflitto di interessi. Ma ai vari compagni che "hanno capito" mi preme dire che se mi fai i complimenti in privato e poi mi ignori in pubblico evidentemente crei un problema, e lo crei a te...

A te come a me è evidente che in questo momento la stretta attualità offre autostrade a cinque corsie per veicolare il messaggio anche ai più incancreniti esemplari della piddinitas antropologica (non parlo della PDnitas partitica, sottoinsieme della prima). Dio è con coi, perché anche lui odia gli imbecilli, e li sta sterminando. Qualcuno di questi imbecilli, parlandogli, guarirebbe. La mia idea che un messaggio chiaro sarebbe dirompente in termini politici resta secondo me degna di considerazione.

Mi dicono invece che Stefano e Alfredo abbiano scelto la linea della massima prudenza.

Potrebbe essere la tattica del polpo. Sai bene che se vuoi estrarlo dalla sua tana non devi tirare, ma spingere (se tiri, lui si aggrappa con tutte le ventose...).
Speriamo che funzioni.

Come sai, io ho una attitudine da trader (mi viene da Dostoevskij): scommetto. Su SI non scommetto. Troppe scorie, troppi riflessi pavloviani da poracci. Ma su Stefano e Alfredo sì. Quindi ovviamente non intendo mettermi di traverso al loro progetto (se c'è), anche qualora sia SI. Il punto, però, è che così come non accetto lezioncine, non voglio farne. Mi sentirò di dire "siete dei pirla" se e quando avrò deciso di farmi eleggere in Parlamento e ci sarò riuscito. Fino ad allora, per quel che mi riguarda, la mia onestà intellettuale mi impone di pensare che se alcuni loro atteggiamenti mi sembrano sorprendentemente autolesionistici (insomma: perdenti), questo potrebbe dipendere dal fatto che viste dalla loro prospettiva le cose sono oggettivamente più difficili che viste dalla prospettiva di uno che per ora (e grazie a Dio) non è ancora nessuno (a parte aver detto quattro anni prima di tutti gli altri come stavano le cose - e quaranta anni dopo alcuni altri, che peraltro quasi nessuno ricorderebbe se non li avessi citati con la mia consueta e alquanto démodé onestà intellettuale).

Se vorrò criticarli, prima proverò a farmi eleggere, poi potrò dire: "Visto com'era facile, poveri fessi!?". Ma finché non mi sarò fatto eleggere, mi sembra evidente che non posso permettermi di criticare in termini di strategie politiche chi comunque questo passo l'ha fatto. Posso criticare le loro analisi e l'ho fatto (ma ormai siamo quasi perfettamente allineati), posso dire come la penso e l'ho fatto, ma mettermi di traverso mi sembra stupido.

Di conseguenza, a questi seminari credo che continuerò ad andare, se però chi li coordina prenderà atto del fatto che non è possibile dare dieci minuti a chi è stato un precursore, mettendolo sullo stesso piano di una sterminata platea di luogocomunisti. Questa gente ha bisogno di formazione, e il vero segnale che esiste una volontà di cambiamento sarebbe organizzare seminari di formazione (anziché queste sedute di autocoscienza anni '70, della cui utilità dubito).

Il paradosso è che, a Frattocchie chiuse, e con Alfredo che dichiara che il mio testo andrebbe adottato dalle ipotetiche "nuove Frattocchie", io vengo chiamato a far formazione per i quadri politici da una variopinta congerie di formazioni che vanno dal nero al verde... con un buco nello spettro fino al rosso scarlatto del PC di Rizzo (l'unico che aveva capito e si era espresso quattro anni fa). Mi duole quando dico a un fascista: "sì, sono d'accordo, ma lei non lo dica così: dica 'esercito industriale di riserva', che è la stessa cosa, e nessuno le darà del nazista". Insegno comunicazione al nemico, ti rendi conto!? Ma chi è il mio nemico? Chi mi ha sputato in faccia per quattro anni perché lo scongiuravo di non far vincere la Le Pen (e gli spiegavo come fare e cosa dire), o chi si pone il problema di salvare il salvabile in questo paese? A chi non ha ancora letto il mio libro ho sinceramente sempre meno da dire. Oggi basta sfogliare il FT per vederci scritte certe cose...

Sintesi: lì, a parte Galli, D'Antoni, Brancaccio (ottimo), Cesaratto (idem), Barra Caracciolo (non ho potuto sentirlo), e uno che non mi ricordo, nessuno è disposto a uscire dalla logica pavloviana per aderire a quella aristotelica. Non hanno imparato dalla crisi greca perché non hanno imparato dalla filosofia greca. Quindi, non ti sei perso niente. Chi può influire su queste persone sono i loro leader, certo non noi. Ma i loro leader, ad oggi, sembrano irrecuperabili.

Così è, se vi pare.




Il 09/12/2015 17:45, ha scritto:
> Wow, un post ad personam, che sorpresa! :D
> Grazie della risposta articolata e delle info sul seminario, al quale in realtà mi sarebbe davvero piaciuto partecipare.


Non ne vale la pena. O questi capiscono che devono fare formazione, e farla fare a chi sa farla, o non se ne esce. E infatti non se ne esce. Ormai è conclamato.

Mi rendo conto dell'oggettiva difficoltà politica del mettere persone che credono di sapere ad ascoltare uno che nessuno sa chi sia, e infatti non mi aspetto né auspico né chiedo che dall'oggi al domani certa gente venga messa sui banchi di scuola a farsi catechizzare da me, o dai più noti Emiliano o Sergio o chi per loro. Non funziona così e lo capisco. Però almeno un minimo di percorso che punti in quella direzione vorrei vederlo (come vuole vederlo Luciano), e invece gnente.

In effetti, quello che mi stupisce, e che forse è all'origine del problema, è che i miei colleghi "dalla mia parte" non hanno letto un cazzo di niente di quello che ho scritto. Non capisco perché. Un esempio? D'Antoni. Ottima, piacevole, acuta e spesso arguta persona (ad esempio su Twitter), ma il suo intervento al seminario, per quanto condivisibile, chiarisce che lui L'Italia può farcela non l'ha letto.

Qual è il problema, mi dirai tu, se tanto poi arriva comunque a certe conclusioni?

Ma è semplice: il problema è la perdita di tempo e di spessore dialettico, quello spessore che io ho acquistato in quattro anni di dibattito serratissimo con chiunque e a qualsiasi livello e che ha fatto di me il martello dei piddini. Sei marxista? E io ti dimostro con le tue parole che l'euro non va. Sei liberista? Idem. Sei uno storico? Pure. Non sei un economista ma? Anche. Sei di destra? E allora perché vuoi un mostro di regolamentazione e oppressione fiscale? Sei di sinistra? E allora perché vuoi buttare al cesso la costituzione nata dalla resistenza? Sei cattolico? E allora perché vuoi una macchina per creare disuguaglianze e povertà? Sei ateo? E allora perché credi all'euro come a un idolo?



Qualsiasi cosa tu sia io posso sgretolare le tue convinzioni e ho condiviso nei miei libri il modus operandi per farlo. E infatti i miei lettori che mi hanno letto, a differenza dei miei lettori che credono di avermi letto, nel loro entourage cominciano ad aprire qualche breccia (aiutati da Renzi). Basterebbe un minimo di segnale dall'alto...

Ma questi preferiscono reinventare la ruota. Dopo di che affrontano in modo tecnicamente ineccepibile il tema delle "dimensioni" nell'economia globalizzata, ma si alza il primo pirla a dire che "oggi c'è la Ciiiiiiiiiiiiina", cosa che con me non si azzarderebbero a fare perché ovviamente, come sai, ormai prevengo (e nella mia platea media chi si alza con argomenti simili viene travolto dalle risate degli astanti). Sarà servito a qualcosa spaccarsi le ossa per anni!? Dopo tutta questa gavetta, non c'è una persona che sia tecnicamente preparate e comunicativamente efficace come me, in nessuno dei due fronti. Ma  alla fine si vede che perdere conviene, o almeno piace, o forse a sinistra ci sono abituati, e nessuno sa come me quanto costi rinunciare alle abitudini. Ci vorrebbe così poco a sbaragliare un pensiero a misura di Oscar Giannino...

Il paradosso è che ho scritto due libri con venti pagine di bibliografia ciascuno proprio per permettere alle persone di dire la verità senza lasciar nemmeno sospettare che l'avessi riferita (non certo trovata!) io, e chi potrebbe giovarsene non li legge perché pensa di essere poi costretto a citarmi! Peraltro, non ho proprio capito cosa cazzo mi chiamino a fare, visto che non sanno chi sono. Perché leggermi, ormai ne ho la certezza, non mi ha letto un cazzo di nessuno, tranne i quattro gatti che passano per qui. Forse mi chiamano perché mi hanno visto in televisione? E allora, scusa, ma in televisione si vedono tante belle ragazze! Potrebbero chiamare loro, e poi dirgli: "Io non sono un economista, ma tu sei proprio carina: andiamo a cena insieme?" Tanto per dire, alle Frattocchie nere ci sono delle signore quote rosa (oltre a un'età media più bassa). Pur essendo tu, come me, un padre di famiglia (e un maschio italiano atipico), se proprio vuoi vedere un seminario interessante, ti consiglio di imbucarti lì: la gente domanda, anche quando non crede di sapere la risposta. Cose mai viste né in un'aula universitaria, né in un seminario "de sinistra"... 



(P.s.: l'ultima aggiunta, ovviamente sessista nazionalista e xenofoba, la faccio per giustificarmi con Emiliano, che con grande sincerità e trasporto, da me molto apprezzato, mi ha fatto notare che la mia "casa" era lì, non altrove, e che quindi dovrei evitare di farmi strumentalizzare dalla destra ecc. Io credo che abbia ragione, nel senso che esiste, evidentemente, un rischio. Un dibattito di questo genere si è posto, e si sta ponendo, in Francia, ad esempio fra Lordon e Sapir. Solo che veramente uno non sa cosa fare. Per me la stella polare rimane quello che mi disse Bernd Lucke quando gli chiesi chi glielo aveva fatto fare di mettersi in un casino simile. Risposta: "I politici hanno paura solo che tu gli tolga voti". Se ci pensi, io accettai di farmi strumentalizzare dai 5 Stelle, e poi tornai a Roma per votarli dopo un nauseabondo editoriale di Scalfari, solo perché questo era, a mio avviso, l'unico modo per dare una scossa al PD di "noi siamo quelli dell'euro". A me sembra che questa cosa abbia funzionato. Io sono di sinistra e vorrei abitare la sinistra. Ma se lascio una casa e trovo una stalla prima disinfetto. Ripeto: Emiliano ha ragione. Ma io non credo di avere tutti i torti. Questi hanno bisogno di avere meno voti e più paura prima di smettere di ragionare per appartenenza - se fanno parte del gregge - o di avere coraggio politico - se sono pastori. Ancora non ci siamo. Il discorso potrebbe continuare...).

(...alle gentili lettrici che stanno con un maschio italiano tipico: cercate di vedere il bicchiere mezzo pieno...)

91 commenti:

  1. Ecco.... adesso cercano LORO di cooptazione... :D
    Torno a ripetere, caro prof Bagnai... Tragga esempio da Ferdinando II di Borbone. Tagli la testa dei giacobini, altrimenti la fot****anno alla prima occasione Buona. Con affetto ML

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    1. Sei solo un simpaticissimo fesso. Quando potrò dirtelo in faccia ti spiegherò l'ovvio perché, e tu mi darai ragione. Believe me.

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    2. Concordo solo sul "simpaticissimo" ;) Per il resto, non essendo io un economista MA... un informatico QUINDI... logica e matematica mi rendono fluidi, già semplicissimi e spesso ovvi i suoi preziosissimi insegnamenti, . I believe in logics first, then in A.B. But I looooong ago stopoed believing in such italiot political humankind :/

      Sono ormai 4milioni di anni che camminiamo in posizione eretta (Cit. A.B.), e da allora le categorie umane non si sono granché differenziate; quelle stesse categorie che danno vita al ripetersi della storia che, agli occhi stanchi di chi si occupa di certi argomenti, cosi noiosamente si ripete...

      "Whatever it takes..." :D ,a prescindere terrò da parte le 200 "mila lire" per offrirle una cena di pesce e parlare di altri auspicabili e successivi smantellamenti monetarid non solo, come la ovvia teoria delle aree valutarie ottimali comanderebbe.
      A Termoli, rist ottimi e facciamo entrambi metà strada ;) Glielo devo!

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    3. Solo un arguto e sportivo sottoprodotto dell'ingengngnieria poteva venire qui a farmi lezione di storia ignorando un dato palese, che Alberto49 (altro ex-piazzaleloretista) ha dovuto ammettere quando glielo ho spiegato. Per ora, a titolo di esercitazione, visto che parli di tagliare teste comincerò dalla tua. Un abbraccio e a presto!

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    4. Benvenuto nell'esercitazione! Ti ho tagliato la testa. Perché ho potuto farlo? Pensaci su un attimo, la risposta si compone di due elementi, ovvi, ma indispensabili. Se azzecchi, ti pubblico. Altrimenti... RIP!

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    5. In realtà gli elementi sono 3:
      1) mezzi
      2) movente
      3) opportunità

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    6. A 10 anni facevo a botte con chiunque mi apparisse prepotente e cattivo;
      A 20 anni se qualcuno voleva attaccar briga io picchiavo per primo (quando si pesa solo 50 kg. non ci si può permettere di subire il primo colpo);
      A 30 anni quando mi saliva la pressione vedevo nero e non mi teneva nessuno;
      A 40 anni pensavo che sarei stato felice se tutti i cattivi fossero morti ad una mia semplice occhiata;
      A 45 anni avrei partecipato volentieri a sollevare per le caviglie molta, anzi, moltissima gente a piazzale Loreto;

      Alla soglia del mezzo secolo, ho ascoltato questo convegno, un intervento capolavoro che è rimasto tra i link speciali del mio pc.
      Mi è bastato il primo quarto d'ora per capire che dovevo buttare nel cesso il mio modo di comportarmi e iniziare a ragionare con più equilibrio.

      Oggi, a 50 anni ormai ahimè raggiunti, ringrazio il buon Dio per avermi fatto conoscere (purtroppo solo virtualmente) il Prof Bagnai e tutto questo blog, per gli insegnamenti ricevuti, che vanno ben oltre la natura puramente economica.

      Prof, posso azzardare ora la mia risposta sperando eventualmente in un più clemente semplice ammonimento? (prometto che cercherò sempre di migliorare :D )

      Democrazia Vs Dittatura?

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    7. (Post privato, se è d'accordo)


      I. Goofynomics è il suo regno, Sire... ;) e, da che mondo è mondo, i regni che durano sono quelli che si difendono anzitutto dalle minacce interne (provi Lei a finanziare qualche gruppuscolo oppositore negli USA. Altro che testa tagliata ;) ...) . Io però non sono un giacobino.

      II. Non so Lei, ma come per babbo natale, ho smesso da un gran bel pezzo di credere alla possibilità di esistenza del sistema democratico. Anche fondamentalmente da un punto di vista antropologico (Lévi-Strauss e le api me lo insegnano). È il piu grande grimaldello sventra-nazioni che sia mai stato concepito. Se ho scelto anche il regno goofynomics è per via dei suoi fondamenti scientifici e valoriali. E se ho scelto il reame illuminato, ne ho scelto anche il Re ;)

      PS:
      - Non sono un liberale. Appartengo a quel periodo plurimillenario in cui le dinastie monarchiche illuminate ci hanno regalato le immense meraviglie (materiali e immateriali)... che gli schiavi del liberal-capitalismo oggi increduli visitano durante le tre settimane annue di ora d’aria. Periodo che ha inoltre prodotto la grandiosa musica che ho il piacere di ascoltare anche dagli ensemble in cui Lei si esibisce.

      - Nessun piazzaleloretismo. Dettagli! Se per la precedente mattanza l’hanno squallidamente battezzata “rinascimento”, mi incuriosisce invece sapere come battezzeranno l’attuale di dimensioni europee. Altro che le cazzate di Magaldi e compagni ;)

      - Al R.I.P. prediligo il S.I.B. (stay in background). Non mi interessano i wahrol-iani 15minuti di notorietà. Tendo a stare dietro le quinte... pertanto, non mi interessa l’essere pubblicato. Al massimo mi stra-basta che Lei legga. Sono (anche) un informatico, so cosa è un blog, do per scontato che chi modera decida cosa far passare e cosa no. La cosa non mi sconvolge affatto.

      - In risposta alla Sua esercitazione di patibologia applicata  avevo scritto ieri 5 fogli di appunti da incollarLe, ricchi di un bel po di riflessioni ‘purtroppo’ interessanti e “nuovamente” noiosamente attuali. Ma, forse, non molto adatte ad un blog... Pertanto, ho deciso infine di limitarmi a postare l’incipit. In un futuro, se mai ci sarà, le manderò.

      - Su MegaTune e SoundCloud ci sono formazioni barocche molto interessanti (sto ascoltando adesso “Altri Stromenti”), non sarebbe male trovarvi li ;)

      - Buon compleanno!

      Sportivamente arguto, suo ML.

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    8. Lisanti, sei un poraccio. Ti assumi la responsabilità di quello che dici, come lo faccio io, e non seccarmi più.

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  2. "Di conseguenza, a questi seminari credo che continuerò ad andare, se però chi li coordina prenderà atto del fatto che non è possibile dare dieci minuti a chi è stato un precursore, mettendolo sullo stesso piano di una sterminata platea di luogocomunisti. Questa gente ha bisogno di formazione, e il vero segnale che esiste una volontà di cambiamento sarebbe organizzare seminari di formazione (anziché queste sedute di autocoscienza anni '70, della cui utilità dubito)."
    Fenomenologicamente questo è il punto essenziale che dovrebbe riguardare OGNI sede di discussione sull'argomento.

    Ma mi rendo pure conto che vale sul piano logico-razionale: cioè "teorico".
    In pratica, non pare altrettanto...
    Però: sono preferibili diverse sfumature di suicidio indotto da inconsapevole sconnessione con la realtà esterna (filosoficamente stravolta da processi deduttivi e riduzionistici)?

    In parole più semplici: che D'antoni e Galli si "aggiungano" - e che Brancaccio sia sostanzialmente sinergico (non mi interessa defnire oltre)- non è un sufficiente risultato tanto rilevante da pensare di procedere in avanti da questo "fatto", capendo come e perchè sia avvenuto?

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    1. Certo. Ma appunto, come sai e vedi, il dato è che Stefano e Alfredo a questa riflessione (comprendere come e perché si sia andati avanti) non sembrano interessati.

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  3. Oltre a meditare queste tristi verità, chi si riconosce nella posizione di Fassina e D'Attorre, cosa dovrebbe fare? Il buon vecchio entrismo, per spingere il polpo dal basso, e supportare i due "leader" contro i "leader" sellini? Forse se fossimo abbastanza potrebbe essere utile. Anche perché fra mandati affanculo e convinti non ho più nessuno con cui fare polemica...

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    1. Meditando e rimeditando ho trovato che posso investire meglio il tempo per trovare un po' di mezzi. Professore, avrà notizie dal mio commercialista.

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  4. Buongiorno Professore,
    noto una certa rabbia in questo post, la condivido in pieno. Ma ha scritto due bei libri, non facili, ma di successo. Perché non fare un ciclo di lezioni video postate su youtube?

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    1. Noi peones dell'economia che abbiamo iniziato a riflettere grazie a questo blog ne saremmo felicissimi. Ma la prima regola è non dire al Cavaliere Nero ciò che deve fare. Lui lo sa già (e sono 4 anni che lo dimostra).

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  5. "Chi può influire su queste persone sono i loro leader, certo non noi. Ma i loro leader, ad oggi, sembrano irrecuperabili." Fortunatamente ha detto "sembrano". Non sara' che i loro leader sembrano irrecuperabili solo perche' sono ignoranti e "brainwashed" come tutti gli altri? Guardiamoci intorno ragazzi, quanti siamo i miracolati del Tramonto? Come eravamo qualche tempo prima?
    Se dunque non vale la pena di fare il piazzista nella piazza di ignoranti che sanno di sapere (non se lo merita e non serve), resta l'azione mirata ai singoli leader: uno alla volta. Insomma si scelga il prossimo, se con Stefano e Alberto ha funzionato, magari funzionera' con Gianni? Dico un po' a caso eh, da estragneo estrapolato altrove che sa nulla dell'Italia ormai. A parte qualche tuitterata e i blogghesssss
    Insomma grazie.

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  6. Poco prima di leggere il riferimento alle Frattocchie, anche a me sono venute in mente le Frattocchie d'antan. E, secoli fa, per quanto ho potuto, ho sempre consigliato la "simpatica" galassia di sinistra "radicale" (allora era meno frammentata) di mettere in piedi qualcosa del genere. Ma niente, picche! Già allora il giorno si vedeva dal mattino.

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  7. A proposito di clima (se n'era gia' parlato?): Giappone: Blanchard e Olsen suggeriscono di ridurre il peso del debito alzando i salari reali.
    Se fatto bene, si spera in una serena vecchiaia.
    Se fatto male, mi ricorda la storia dove zio Paperone torna a coltivare la terra, quando tutti si trovano qualche milione di dollari in piu'.

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  8. Sono molto d'accordo con questo post, prof.
    Per me il nucleo del problema resta sempre il solito: anche se sono cose spiegate al primo anno di economia, si tratta di cose difficili da capire e che nessuno dei grandi economisti che scorrazzano sui social si prende la briga di spiegare (anzi, quelli spesso insultano chi lo ha fatto e spargono fumo, magari anche per l'imbarazzo); è questo che rende così importante il suo lavoro, questo blog, i suoi libri.
    Per me, l'ho sempre vissuta così: è una cosa che a un certo punto, grazie a questo blog, ho CAPITO. E che in seguito i fatti non hanno fatto altro che confermare (a non prenderli a calci, i fatti, come suggerisce Canfora).
    L'altro giorno ne parlavo con la solita amica de sinistra (è quattro anni che le trifolo i coglioni, poraccia anche lei, e poi mi lamento se non mi chiama mai), cercavo di farle notare quanto poco senso abbia oggi dirsi "di sinistra" se non si prende posizione sulla questione dell'euro, se non si capiscono i suoi effetti sui lavoratori, sul Paese, la sua urgenza e importanza. E lei, dopo una serie di "ma non c'è solo l'euro", "ma ci sono anche altri valori", "ma Salvini è razzista...", "ma Borghi è della Lega..." a un certo punto mi risponde "Ma sai, o uno fa come hai fatto tu, che hai trovato uno di cui ti fidi e partendo da lì hai iniziato a informarti e farti un'idea...". Totale: pare che il suo problema sia che non riesce a trovare uno di cui si fidi da cui partire. Chi dice una cosa, chi un'altra, lei conosce anche personalmente economisti che sull'euro dicono altro... E quindi, nel dubbio... Per sentirsi di sinistra ci zono comunque Tsipras (che dopo tanto sventolio di bandiere adesso è sparito dai radar, manco si sa più cosa combina, quindi anche se la Grecia sprofonda tutto bene), i matrimoni tra gay e le scuole laiche senza presepe, che su quello non ci piove (e comunque questo la dice lunga sul ruolo deleterio di certi economisti sedicenti di sinistra che in realtà la pensano esattamente come Monti).
    Se uno non accetta che può non avere capito tutto e non si mette a leggere qualcosa con quel minimo di voglia di capire e di apertura mentale indispensabile a lasciarsi stupire... se uno continua a ripetere come un sordo e un cieco quello che discende dalle sue convinzioni (formatesi non si sa neanche bene come, tra l'altro)... Come dice Manzoni, il naufrago dovrà pure mollare la manciata di paglia per attaccarsi al tronco, ma se non lo fa...

    In ogni caso, ai primi veri e dolorosi bail-in, all'alzarsi della temperatura sono pronta a giurare che qualcuno aprirà improvvisamente gli occhi e magari la rana non sarà poi ancora così bollita, nonostante tutto.

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    1. Nat che scrive parolacce e non sorveglia minuziosamente la prosa....La situazione non è grave,è tragica(e non è una battuta)

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    2. Concordo pienamente. Ci vuole voglia e tempo di studiare a 50 anni una materia nuova. Studiare cose che non fanno parte del proprio lavoro. Studiare per capire e non per la pagnotta.
      Inoltre, ci si deve riprendere da almeno 37 ani (lapsus significativo che per questo lasciai) di lavaggio del cervello sistematico (da Moro in poi le barzellette).
      Secondo me questa perdita di coscienza delle regole fondanti la Democrazia vale anche per molti leader politici. Sono poracci in quanto ignoranti. Non solo la sinistra classica.
      Sono convinto che la maggioranza dei leader e quadri non capisce proprio. Per esempio i radicali (io ero radicale... mi definivo liberal-socialista e adoro ancora Pannella checcepossofa'). Secondo me il 99% dei radicali (compreso Pannella) non sa di cosa parla quando dice ci vuole piu Europa e proclama la salvaguardia dello Stato di Diritto. Forse contano poco(?) ma i radicali sono in una contraddizione pazzesca che dovrebbe essere sfruttata, soprattutto sul secondo punto. Che c. di Costituzione hanno letto? Secondo me meglio che spiegar loro l'economia.

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    3. @Nat
      la tua amica di sx coglie il punto "hai trovato uno di cui ti fidi". Parlo per me, non essendo un economista, qualsiasi altro economista puo' raccontarmela diversamente dal Prof, e mi servirebbe un'altra vita per confutarne le tesi nei necessari dettagli tecnici. Non so esattamente quanto sia la mia formazione e/o la mia esperienza e/o il mio dna a farmi propendere per le tesi del padrone di casa. Istintivamente, direi che se sei davvero di sinistra, stai qui, punto.

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    4. Perché nostro Signore ci dice che molti saranno i chiamati ma pochi gli eletti? Non è ingiusto? No, è giusto. Perché la grazia bisogna anche meritarsela. Chi non è in grado di cogliere, con quella scintilla di divinità, o di quel che l'è, che porta in sé, in che cosa un discorso coerente si distingua da chiacchiere da bar, mi duole dirlo, ma si merita di essere maciullato dalla storia e sputato dalla sua bocca. Non è più difficile di così. Del resto, anche chi non distingue Mozart da Jovanotti merita la stessa fine. Voi mi direte: "Ma imbecilli simili sono arbitri del nostro destino! Il loro rifiuto di capire, la loro pigrizia mentale, ci tira tutti a fondo! Non sarà mai possibile trovare una soluzione politica se non si cerca di coinvolgerli in qualche modo". Giusto. E io vi risponderò: vi rendete conto che da sei millenni (a quanto posso ricordarmi) l'umanità è in guerra? Se la maggioranza fosse composta di persone senzienti, ci sarebbe molto meno da studiare nei libri di storia. Punto. L'amica di Nat non merita giustificazioni: merita solo disprezzo, e ringrazio Nat se glielo presenterà. Dopo di che, bisogna naturalmente amarla, come bisogna amare ogni essere vivente. Punto.

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    5. @Alliv Ti prego! Io ho SEMPRE scritto parolacce! Quanto alla prosa, in effetti quella bisognerebbe sempre sorvegliarla, ma... attenzione: ricordi quanto dice Vasari sulla "sprezzatura"? Guai alle prose che mostrano troppo di essere sorvegliate... sii sorvegliato, ma mostrati libero! Comunque io di natura sono pasticciona (anche se dopo anni di lavoro un po' mi sono redenta), e posso in effetti scusarmi di non sorvegliare abbastanza la prosa, ma MAI di scrivere parolacce. ;-)

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    6. Che poi anche dire "non mi fido di nessuno quindi nel dubbio" è un atto di fiducia. In se stessi. È un po' come dire siccome non mi "fido" di Bagnai, non mi "fido" di Giavazzi ecc. allora scelgo di fidarmi di me, punto. Che non so una beneamata fava di economia, punto. Cioè ci si fida dell'unico che di sicuro non sa un cazzo di quell'argomento. Ora, io non voglio apparire relativista, ma sulla scorta della citazione pirandelliana del prof. una cosa vorrei dire: non si può non scegliere e, in fondo, tutto ciò che si fa ha sempre un atto di fiducia come presupposto. Poi sulla base di quali criteri si pone tale fiducia è un altro paio di maniche, ma scegliere di non scegliere è una palese illusione di prudenza. La più cretina, a mio modo di vedere.

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    7. Io non mi "fido" di Bagnai.
      Ho studiato e verificato quello che diceva e comparato con altri. I discorso esposto qui sta in piedi (ho qualche piccola perplessita' ma irrilevante nel complesso), quello propalato nel mainstream sicuramente no.
      Se fossi un economista, sarei sicuramente da questa parte della barricata; non essendolo, ho dovuto ricevere uno stimolo per affrontare la questione in maniera sistematica.

      Dunque non occorre per nulla fidarsi di qualcuno.

      Pero' mi rendo conto di non essere in buona compagnia.
      Fin troppe persone che conosco fondano le loro convinzioni sul principio di autorita' in maniera quasi esclusiva. E' per questo che sarebbe davvero importante avere una figura di grande popolarita' e fiducia che andasse in tv e dicesse "vi hanno ingannato". Con tutto il rispetto per l'attivita' instancabile e meritoria del professore; mezz'ora di Piero Angela alle 21 su rai 1 che spiega i veri problemi dell'Euro e dell'Europa, avrebbe un effetto dirompente.
      Ovviamente non e' facile, e io non ho la ricetta per farlo accadere (sono solo un ingegnere ;o), ma di certo farebbe leva su cio' di cui gli Italiani is fidano, l'autorita'.

      Roberto Seven

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    8. @prof Mi viene più facile disprezzare Giavazzi. E anche Monti. E tutti quelli che sanno e non dicono, i conformisti, i paurosi, chi ci guadagna. E quelli che si mettono in cattedra a vomitare il loro nulla. I ciarlatani che sbraitano per fare affari durante l'epidemia di peste. Ma non chi brancola nel buio, chi ammette di non capire (anche se potrebbe provarci), pagandone tra l'altro le conseguenze... No, la mia amica non la disprezzo comunque e non la disprezzi neanche lei. Solo, mi stringe il cuore vedere che siamo in un periodo di vera, profonda crisi culturale, di cui questi sono i risultati. E poi, dai, Platone l'aveva detto che dalla caverna quelli dentro non vogliono uscire, quando torni a chiamarli... verrà il momento in cui si sveglieranno, speriamo.

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    9. Nat, fossi in te, mi incazzerei come una jena, le toglierei il saluto e le invierei un biglietto di sola andata per un campo di riducazione nella Siberia nord-occidentale.
      Perché la fiducia c'entra con la scienza come mio nonno con la finanza inglese.
      Hai assestato, con il tuo resoconto, un colpo durissimo alla mia credenza che il reale sia razionale (magari di una razionalità differente dalla mia, ma razionale, cribbio).
      No. Siamo alla fiducia. Quella della Galbani. Quella della vecchia pubblicità della Arrigoni.
      Io non mi fido del prof. Ogni volta che cita qualcuno vado a cercarlo (anche perché, di solito, non lo conosco - non sono un economista, quindi...). Non riuscirò probabilmente mai a leggere tutto quello che ho trovato seguendo i suoi link.
      Però posso dire che quel che ho trovato è coerente con quel che il Prof sostiene. Quindi, ritengo che abbia ragione.
      Ma (i credenti non se la prendano, o se la prendano, in fondo sono affari loro) confondere scienza e religione è roba da far riaprire i manicomi.

      Buona vita
      Guglielmo

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    10. Col mio amico filosofo, che ora vive in Germagna, c'ho perso le speranze: l'ultima volta che ho provato a spiegargli che la retorica della corruzione è il mezzo di distrazione che il capitale usa per gestire il dissenso, non so come, ma è finito a mettere in mezzo al discorso che esiste "una sorta di difetto etnico degli italiani, che in qualche modo li porta anche a votare Berlusconi". Gli voglio bene, però me so rotto i coglioni.

      Magari fra i mercanti nel tempio ci saranno state pure brave persone...

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    11. @seven La ricetta ce l'hai. Non hai i soldi per comprare l'ingrediente.

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    12. @Nat

      Il giovine Baroni, ancora più dell'ottimo Odysseos, ti chiarisce perché la tua "amica" (che in realtà è tua nemica, perché attivamente sostiene il progetto che opprime te e la tua famiglia) merita disprezzo: perché la sua presunzione è sterminata come il suo nulla. Per cinque anni mi sono fatto fare lezioni di umiltà da persone che nulla sapevano e nulla eticamente e umanamente erano, ma non mi stavano a sentire perché "volevano giudicare con la loro testa" (rigettando aprioristicamente quanto argomentavo loro). In questi anni ho visto morire con i miei occhi persone e aziende, schiacciate dal sistema di potere che i "pensatori con la loro testa" sostenevano. Stolti superbi scervellati che sermonavano chi si spaccava la schiena per controllare ogni dato, per rispondere a ogni domanda. Ora io queste persone, purtroppo, le odio. So che non dovrei, e così non dovete voi, ma troppo è il carico di dolore che mi avete chiamato a condividere, nella totale indifferenza di queste teste di cazzo. La crisi busserà alla sua porta e io già rido. Dixi.

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    13. Nat, penso che tu abbia fotografato il problema. La tua amica di sinistra non sa più di chi fidarsi perché, dopo anni di messaggi, slogan, tesi smaccatamente destrorse spacciate per distillati di pura sinistra, ha evidentemente smarrito la propria identità. Va dietro alla difesa delle libertà individuali, come una sessantottina qualsiasi, convinta che quello sia lottare per l'emancipazione. Libertà formali, destinate a restare lettera morta, come tutte le forme di libertà borghesi, avrebbe scritto qualcuno anni e anni fa. Ho scoperto il prof. Bagnai leggendo il suo ormai storico intervento sul Manifesto nell'agosto 2011. Sì, si tratta di quel famoso intervento che infiniti lutti addusse agli Achei (intesi come utili Tsiprioti, che fa rima con...). No, per me non fu un pugno negli occhi. Fu un risveglio. Dopo anni in cui a noi elettori (e lettori) di sinistra avevano frantumato i marroni con "il liberismo è di sinistra", che solo a leggere le prime pagine di quel libello a firma Giavazzi e Alesina, due serial killer ancora in circolazione, mi era venuta l'orticaria, mentre nel contempo mi chiedevo se mai avessi capito che cosa fosse essere di sinistra, ecco finalmente un autore, un intellettuale, un economista per giunta, a me peraltro ignoto, che finalmente diceva qualcosa di sinistra, così come mi ero sempre prefigurato che fosse un uomo di sinistra. Anzi, in quell'articolo, ne dice più di una: ribalta la prospettiva, contrasta con l'idea dominante, rilegge la struttura e modifica la sovrastruttura. Critica, pungola e argomenta su basi scientifiche: insomma, sussulto, "Wow, è un marxista!". Poi scopro che non è un marxista, ma è un keynesiano e, mentre su quello che era il mio giornale di riferimento cala su di lui (e, progressivamente, su altre voci critiche che lì scrivevano come il prof. Cesaratto, ma anche su altri commentatori come Luigi Cavallaro, uno dei più feroci critici dell'unico vero divorzio iattura, quello della Banca d'Italia dal Tesoro) un silenzio assordante, vado a caccia delle sue pubblicazioni, anche se per me, medico, risultano di non facile lettura. Ho così ricominciato a respirare aria libera, come quella pura di montagna che il Professore ama così tanto. Ho ricominciato a leggere Marx, che avevo accantonato tra gli scaffali, e l'ho iniziato a rivisitare anche grazie agli stimoli interpretativi che offre Fusaro, e soprattutto grazie agli spunti di riflessione che la rilettura dei fatti storici ed economici che il Prof. Bagnai e i suoi collaboratori costantemente espongono su questo blog e su altri di facile consultazione. Ciò detto, comprendo lo smarrimento della tua amica, Nat. Ma l'ignavia - questo è l'altro aspetto che emerge dal tuo racconto - quella no, non la comprendo. Dopo un periodo di prolungata ridotta mobilità per svariate ragioni (fratture, ictus, ecc), la successiva riabilitazione motoria passa prima per il reclutamento dei movimenti primari e poi per la riacquisizione di quelli progressivamente più complessi e raffinati: così nel caso della tua amica occorre innanzitutto uno sforzo di recupero delle ...bbbasi (per utilizzare un'efficace espressione del Professore). Nat ha subito uno sradicamento e non basta un semplice innesto, non basta una talea per farla rivificare. Occorre che si impegni, che si apra all'ascolto, che ritorni alle radici, che accetti la dolorosa prospettiva di riconoscere di essersi sbagliata, di aver prestato attenzione a chi gli contrabbandava ricette in salsa liberista come panacea di matrice di sinistra o a chi la trascinava in lotte per l'affermazione del divorzio rapido come se fosse la madre di tutte le battaglie della sinistra moderna (imborghesita). Se questo impegno manca, se questo sforzo di autocritica non è neppure accennato, se questa propensione al risveglio non è nemmeno tentata, allora non resta che constatare lo stato vegetativo persistente, che, come è noto, è una condizione di irreversibile stazionarietà e soprattutto di totale dipendenza da terzi.

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    14. Il diritto alla comprensione vale quanto quello alla salute. Zero. Il diritto è all'accesso alle cure, che in questo caso ci sono.

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    15. Se posso essere diretto, mi pare che quel che manca ancora all'"amica" di Nat per capire è la paura. Non il "disagio" di non capire la propria parte ma il terrore che stavolta la mannaia cada proprio su di te o sui tuoi cari.

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    16. @giuseppe Un bel post, scritto molto bene e convincente, con un'unica pecca: neanche un a capo! Così un pezzo non respira! Anche un po' lungo, a dire il vero. Però bello, lo dico sinceramente.

      @Odysseos Calma: fiducia non vuol dire fiducia cieca e irrazionale. Ho cercato anche abbastanza a lungo qualcuno che smentisse la ricostruzione del prof e non l'ho trovato. Adesso, poi, ancora meno di prima. Però che mi sono fidata del prof, per un insieme di motivi, lo confermo.

      @Baroni Le dò ragione, alla base di quasi tutto c'è un atto di fiducia. E prendersi un rischio.

      @prof (last but not least) Il problema della mia amica, a me sembra, è che pare non riconoscere la possibilità che esista una verità e una menzogna. Pare convinta che tutto sia sempre e solo un'opinione. Non è così, e lei è una vittima della crisi culturale che ci soffoca.

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    17. Bravo il giovine Baroni! E, per confortare la tua affermazione ti sparo tre citazioni in sequenza (anch'io o scritto qualcosa sulla fede come strumento epistemico, ma non è elegante citar me stesso=

      1)
      «Quasi ogni filosofia insegna che l’oggettività in sé e per sé è un’ubbia. La fede dell’osservatore seleziona e conforma il reale. La fede non è soltanto la sostanza di ciò che siamo ma anche della natura quale ci appare. Non è dato di dimostrare una differenza tra la percezione della realtà e un’allucinazione collettiva costante e durevole: sono infatti la stessa cosa.»
      Elemire Zolla(1990). Verità segrete poste in evidenza, Marsilio Venezia, p.159

      2)
      «L’evidenza è l’informazione che usiamo nel decidere se credere in determinate proposizioni, supporta la veridicità delle nostre convinzioni. Una proposizione può essere chiaramente vera, ma se non vi è evidenza che spinga in quella direzione, non vi è ragione di credere che sia vera»
      Kenneth Goodman (2003), Ethics and Evidence-Based Medicine, Cambridge, Cambridge University Press, p.41

      3)
      «I moderni scienziati non possono essere indipendenti ed autosufficienti, nemmeno nel loro campo di specializzazione. Nella maggior parte delle discipline, coloro che non hanno fede , non possono conoscere, coloro che non hanno fede non possono neppure ottenere le migliori evidenze per le loro credenze. La fede, quindi, è spesso più importante, dal punto di vista epistemologico dei dati empirici o degli argomenti logici: i dati e gli argomenti sono disponibili solo attraverso la fede»
      John Hardwig (1991). The role of trust in knowledge. The Journal of Philosophy 88, pp.693-694

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    18. Un'ipotesi è razionale se spiega le "evidenze" sensibili e finché non confutata da "evidenze" diverse o superata da ipotesi che le spiegano meglio si può fidarsi di prenderla per "vera". Questo è il principio d'autorità: non sarei stata in grado di dare spiegazioni economiche e politiche degli eventi, ma sono in grado di confrontare ipotesi e capire quale spiega più e meglio le "evidenze". La fede che c'entra in effetti è quella in una natura razionale che incide nella storia e non raccogliero'come "evidenza" nulla che dica il contrario.
      Torna @Il velo di Maya?

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    19. Grazie. Ne approfitto per fare alcune precisazioni. La prima è che fatico a comprendere la dicotomia che storicamente si attribuisce a fede e razionalità. La percezione di un senso, di un ordine, di un legame con l'alto, di un'interconnessione intima tra le cose, dell'esistenza di un metafisico, della necessità di un'evoluzione e della presenza di regole universali. Questo intendo con fede e, a mio modo di vedere, non consiste certo in un salto nell'irrazionalità, al contrario. L'ateo interrompe il legame e crede con ciò di fare opera di razionalità. Sceglie di camminare ad occhi chiusi e lo considera razionale. Pagare perché il prete ricordi il nome di una persona a noi cara durante una funzione, quello sì è irrazionale, ma c'entra poco con la fede e molto con gli eterni giochini degli uomini per il proprio pezzettino di terra. Non posso prendermela con Dio ( o come lo si voglia chiamare) per gli errori degli uomini.

      La seconda è che con "fiducia in Bagnai" intendo una cosa ben precisa. Bagnai non è una verità rivelata, ma è un metodo. In quello ho fiducia. Io non ho mai sentito il prof. dire:" Prendete e saziatevene!", certo esprime le proprie valutazioni, ma l'intera sua opera e impostata sul fornire strumenti e spingere alla verifica. Il fatto che poi molte delle sue valutazioni siano verosimili e valide sono una logica conseguenza, tutto qui. La differenza ( abissale) col Giavazzi di turno è questa: Giavazzi ti dice "è così, bevi!" e ha i suoi motivi per farlo. Bagnai ti dice come la pensa, ti dice perché e come ci è arrivato ed è 4 anni che fornisce pure gli strumenti per fare le logiche connessioni. E il fatto che poi ci si arriva anche noi lo dobbiamo per metà a lui, che ha dato se stesso, e per metà a noi che ci siamo messi d'impegno. In Giavazzi c'è disaccordo, in Bagnai armonia, almeno nella mia percezione. Non so se lo sentite.

      L'errore dell'amica di Nat è dunque palese e grave ( per le conseguenze che ciò comporta). Ed è a monte, nel metodo: Lei rinuncia a cercare di capire. Avrà i suoi motivi, anche validi non discuto, ma mette se stessa e gli altri in una situazione di chiaro pericolo. Non so se odio o disprezzo siano la parola giusta per me, di certo non lo apprezzo. Perché evolvere la propria comprensione della realtà è possibilità concessa a tutti, in particolar modo noi che godiamo di diversi agi e possiamo permettercelo comodamente. Non si può non avere un così grande irrispetto per sé, per gli altri, mi viene da dire, per chi intende la fede come la intendo io, per la vita. Cazzo qualcosa vorrà dire che siamo qui, vivi, no? e che se tutti mangiano per sé o se ne stanno in panciolle per sempre prima o poi la pagheranno e la faranno pagare a tutti quanti in termini di sofferenze, del tutto evitabili peraltro. Questa è una legge universale: se pensi di non doverti occupare della realtà la realtà si occuperà di te e di chi non vorresti mai che si occupasse.

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    20. Mi pare che in alcuni commenti si confonda fiducia con cieco appiattimento. La fiducia e' una cosa dannatamente seria. Purtroppo le parole, quelle importanti, sono state stravolte da anni di cazzonismo pop olistico.

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    21. "Punto. L'amica di Nat non merita giustificazioni: merita solo disprezzo, e ringrazio Nat se glielo presenterà. Dopo di che, bisogna naturalmente amarla, come bisogna amare ogni essere vivente. Punto."

      Io sono sempre avverso a questo genere di analisi, poiché ritengo che le persone, in media, siano invece propense all'ascolto e alla comprensione, quando gli viene rivolto un discorso ragionevole e basato sui fatti. Ciò che produce sordità è invece l'accozzaglia di miliardi di input che giungono da tutte le parti e quando va bene sono confusi e approssimativi, quando va male volutamente distorti (e va male sempre più spesso, mi sembra). Da lettore assiduo e grato di questo blog vedo da me che laggente è perduta, che il reazionariato avanza e che la fase di ritirata strategica della sinistra non può che divenire sempre più una rotta dissennata, però vedo anche gli organi di informazione, i partiti, i sindacati e tutto il resto del baraccone di istituzioni che è lì a tutelare la democrazia e invece la sta smantellando. Lei stesso, professore, lamenta che i suoi libri non se li è filati nessuno (in senso lato), ma allora se non se li sono filati coloro che sono del mestiere e che, come dire, quali cani da tartufo, dovrebbero annusare l'odore della ciccia ovunque essa si manifesti, perché dovrebbero farlo coloro che, per formazione, storia, cicli vitali pregressi, non hanno una formazione del suo calibro?
      Insomma, "parrari è arti i leggi", si dice dalle mie parti, "parlare è arte da avvocati". Però lei dovrà pur continuare a comprare il pane da qualcuno e può star certo che colui che glielo sforna non ha un background da decine di pubblicazioni in prestigiose riviste scientifiche.
      Questo non vuol dire che non può capire, anzi, il punto è proprio un altro: se bombardi le persone di messaggi, quel messaggio gli entra in testa. Se il messaggio con cui le bopmbardi è la verità, crederanno a quella. Se le bombardi di cazzate diventeranno dei cazzi.
      Al ruolo di guida delle masse nella democrazia ci abbiamo messo i professori, i politici, i tecnici e quant'altro, stupendemente pagati per servire il padrone. Sono loro che meritano il più profondo disprezzo, per la premeditazione con cui stanno sputtanando la nostra ricchezza.

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    22. La mia esperienza è diversa dalla tua (se c'è). Io non piagnucolerei (come il povero Nicola) sul fatto che "la professione ti ha ostracizzato" o minchiate simili. Semplicemente non è così. La professione non è er Quaresima, Tigellone o Giavazzi. Vi ricordo che ho appena pubblicato un paper sul declino dell'economia italiana ripreso da Munchau in Eurobriefing, e se Munchau dice quello che dice oggi dell'Italia diciamo che è un po' anche colpa nostra. Però non è vero che esista la disponibilità all'ascolto di cui parli nel cosiddetto uomo medio, CHE, LO RIPETO, NON È L'OGGETTO DELLO SFOGO DI MARTINET. Ma al di là dei colleghi italiani "de sinistra" la professione ascolta. Quindi non so quanto il tuo intervento sia a fuoco.

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    23. @Chiaraped mi pare la perfetta definizione del metodo ipotetico deduttivo.
      Per riprendere @Baroni e @Velo mi chiedo: 'ste ipotesi da ndo vengono? E qui piu che fede immagino idee ancestrali, come l'armonia della matematica o delle cose belle e all Jung, incluso lo Jung maggico de Iching.
      @Velo: non ho capito la seconda che hai detto :) Una proposizione "chiaramente" vera non significa troppo. Il chiaramente non serve. Se e' tautologia e' vera sempre senza bisogno di evidenze. Altri casi non ce ne sono. O e' ovvia oppure non e' una proposizione vera ma al piu verosimile (cioe un' ipotesi). Dove sbaglio?

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    24. @Nat, carissima.

      Sarò sobria ed elegante. Non come quando discorrendo con lor signori fuori dal salone delle feste della CdP 25 Aprile (sono uscita dopo la domanda del sindacalista della Telecom)... Ho poi compreso che trattavasi di Roberto Buffagni, Il Velo di Maja e @Gedeo. Ah, Firenze!
      Insomma, “Dante nel tempio la fa, in piazza si netta, e sotto la loggia se l’annusa” (vox populi).
      La domenica invece, di buon'ora, mi sono accontentata di salire a Fiesole da via Boccaccio e ritorno.
      Sulla via di casa, uscendo alla luce dal sottopasso del cavalcavia…peek a boo, mi allungano un volantino che rifiuto (è il giorno dell'orgoglio PD).
      Colui che me lo porge ha dato, con me, il primo esame universitario (scrofole, re taumaturghi e malleus maleficarum). Una parola tira l’altra (Lui: “Ma ti ricordi Lotta Continua”, e via andare).
      No guarda, io sono stata tradita.
      Mi viene l’onco a pensarci.
      Morale della favola, mi sciorina:
      1) Ci vuole pazienza!. Il processo è lungo (messi a pigrecomezzi per l’eternità);
      2) Che alternativa c’è oltre al PD? (c’è vita su Marte?);
      3) Io non sono informata (e tu c’hai proprio ragione);
      4) Lo senti quello che dice Francesco? (si apra il dibattito su immanenza e trascendenza).
      Ecco, al nome Francesco mi arrendo perché comincio a sentire le voci (di Fauré) e soprattutto sento l’insopprimibile bisogno di ricongiungermi con Gògo e Lùlu (le gatte che vivono con me e mio marito). Devo mettermi in salvo prima che mi scoprano così da sottopormi ad un qualche atroce supplizio.
      Incubi, succubi, a me!
      Comunque, costui era solo un conoscente.
      Le amiche e gli amici sinistrati e non solo, o mi evitano o mi insultano (“come sei diventata”, “hai perso il capo”. “Leggi cose che non ti fanno bene”…). Nella mia grande presunzione credo che quelli che mi evitano lo facciano perché si vergognano e si fanno schifo, anche solo un pocolino. Alcuni li ho mandati in culo; con calma ma ce li ho mandati. Qualcuna, qualcuno, ancora resiste seppur in dosi omeopatiche.
      Ci sarà a breve una cena (io non andrò ma mio marito si): si richiede di non parlare di politica. Sic! (pensa te, c’è chi chiede l’abito scuro e una nota di colore per le signore).
      Io andrò a cena con alcune mie compagne di Liceo. Le vedo molto poco. A quella che è stata la mia compagna di banco, con la quale ho mantenuto un filo, ho detto che avevo votato Lega (nella persona del Prof. Borghi) alle Regionali, e lei: “Chi sono io per giudicarti?”. Insomma, il culo con le 40 ore.
      E’ vero, nessun pasto è gratis.

      (Alessandra/Cassandra da Firenze. Colgo l'occasione per salutare i lor signori di cui sopra senza dimenticare Adriana, Valentina e Celso. Oggi resto in casa...comincia la Leopoldona. References I Gufi, Purcell/Deller, Fauré/Popp, Mussorgsky/Abbado, Purcell/Deller)

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    25. @Obli11 dicembre 2015 14:49

      Estasiato.

      ps col cortese permesso del padrone di casa

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  9. Come possiamo vedere qui siamo già al concetto "nuovissimo" del voto utile e dello spauracchio "mamma i Salvini!". Quello che è stato venduto come partito di sinistra autonomo dal PD ha dentro forze potenti che proprio in braccio al PD lo vogliono portare.

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  10. I leader irrecuperabili, chiusi nel loro piccolo antro, cosa sperano di mantenere?
    Una volta i partiti di sinistra erano votati dai lavoratori, ora chi li può votare?
    Giusto chi non si informa, giusto dei nostalgici con il libro aperto come soprammobile e il sushi come alimentazione perché fa chic.
    Sperano di mantenere il 2 e rotti percento?
    Con un'autostrada a disposizione per raggiungere quote più importanti che si fanno sfuggire a vantaggio di chiunque non prendendo l'unica decisione possibile per non sparire del tutto.
    Sono amareggiato per lei, per tutto il lavoro da lei svolto, che questi minchioni rifiutano per ignorante supponenza.
    Speriamo in chi all'interno forse ha capito, che trovi il modo e la forza di far rinsavire il maggior numero di dormienti e imbecilli.
    Sappiano che ormai queste posizioni vengono prese ormai da molti dappertutto, l'ultimo treno sta per partire.

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  11. prof spieghi a salvini che è meglio visitare un campo nomadi in meno e andare alle assemblee dei rentier da deflazione fottuti dal bail in : lì c'è il valore aggiunto elettorale invertendo l'ordine dei fattori ovvero nazionalizzare le banche e uscire dall'euro . per le banche decotte e non ancora asfaltate il bail- in incombe. solo m5s ha capito che nella piazza di montecitorio sabato c'era anche la paura della classe media. troppo ambigua la posizione oggi della lega. sorry per essere off topic

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    1. Attendo una proposta di referendum sul bail-in da parte del m5s.

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    2. No guarda off proprio.
      Il primo a denunciare sui media l'esproprio di obbligazionisti e azionisti e a spiegare tecnicamente perché è addirittura una maggior porcata dell'infame bail in su cui è stato Borghi della Lega, che degli esiti della direttiva europea comunque parla da mo. Di più s'è attivato in Regione Toscana per far approvare all'unanimità una mozione che impegni la Regione ad azioni di tutela dei risparmiatori presso il Governo. 5s corre dietro come sempre, lo ammettesse invece di cercare d'intestarsi risultati di altri.

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    3. Perdonate la noia che infligge a ribadire il punto. Qui Bagnai (che non potrà essere ringraziato abbastanza per questo luogo) non c'entra e men che meno c'entra Paperoga. C'entra la realtà e non la verità (della quale è ben noto l'uso terapeutico). Quando in città le officine passano da mille a cinquanta e un numero rosso su due chiude non c'è bisogno di guardare i media distrattori di massa per sapere che qualcosa non va.
      E cosa mai potrà non andare, quel che c'è sempre stato o l'ultimo arrivato? Che è anche grosso abbastanza da non passare inosservato.

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  12. Dove si possono ascoltare/leggere quegli interventi?
    Resto convinto che occorre federare menti brillanti, vero è che vi è tanto da fare ma un bel giorno conto di vedere Bagnati Brancaccio etc... insieme

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  13. "Insomma: pattume di una povertà intellettuale, prima ancora che culturale, sconcertante."

    Lo scrittore Nikolay Starikov sostiene che sono cinque (in ordine di importanza) gli elementi che contraddistinguono uno stato pienamente sovrano.

    1) territorio riconosciuto - inno - bandiera nazionale;
    2) sovranita' diplomatica;
    3) sovranita' militare;
    4) sovranita' economica;
    5) sovranita' culturale.

    Osserva sempre Nikolay Starikov che il cammino che porta uno stato pienamente sovrano nell'abisso della perdita progressiva delle varie sovranita' inizia sempre con la perdita della sovranita' n. 5, la sovranita' culturale (D. Fusaro - e prima ancora P. P. Pasolini - per esempio data l'inizio di questo processo in Italia al 1969, vedi articolo del 'lungo piano inclinato che porta da A. Gramsci a V. Luxuria).

    Oggi, che assistiamo impotenti al fatto compiuto che in Italia ci e' rimasta praticamente solo la sovranita' n. 1 (da Paese vinto nel 1947 avevamo ancora tutte le sovranita' tranne quella diplomatica e militare), e' facile comprendere perche' le cose possano solo migliorare e perche' l'approccio del Prof. al problema sia quello vincente (io ci sono arrivato solo oggi), cioe' l'approccio di chi rifiuta razionalmente il 'piazzaleloretismo'.

    Questo blog ci sta facendo recuperare A TAPPE FORZATE la sovranita' culturale.

    Dopo un sufficiente recupero culturale (diciamo quando i contatti del blog saranno giunti intorno ai 35 milioni) anche "il pattume" di cui sopra dovra' contribuire, volente o nolente, al recupero della sovranita' diplomatica.

    La sovranita' diplomatica e' quella che ci permettera' di stipulare almeno un 'trattato di non aggressione' con gli USA/UE (esattamente come nel caso di Molotov-Ribbentrop del 1939, che non a caso fecero l'accordo solo immediatamente dopo che Stalin ebbe recuperato in misura sufficiente la sovranita' diplomatica), in attesa che possiamo riguadagnare quell minimo di sovranita' militare necessario per poterci riprende la sovranita' economica.

    Purtroppo, come la Russia di Putin sta dimostrando, temo che senza sovranita' militare non ci ri-daranno mai la sovranita' economica.

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    1. Il primo intervento nel blog lo sfrutto per sottoscrivere in toto il suo commento. Aggiungerei soltanto una piccola nota : la sovranità culturale, secondo me, è irrimediabilmente perduta. Non esiste più la Scuola. Mi vengono i brividi se ripenso agli anni del liceo ( e sono un '92). Chi è Gramsci? ( battuta, ma neanche tanto, dato che le mie conoscenze derivano da cultura autodidattica, stimolante ma pur sempre frammentaria e limitata ). E piazzaleloretismo? E molotov-ribbentrop? ( da interpretare sulla falsariga della precedente ) Me vie da piagne

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  14. Due giorni fa ho chiesto a mia madre, che proprio oggi compie 84 anni,come sia possibile che dopo tanto tempo non abbiano ancora capito, la risposta secca è stata:" hanno capito, hanno capito, ma non sono interessati non gliene importa". E io mi devo
    arrendere, forse è davvero questa la verità e in questo caso sono doppiamente colpevoli perchè lo sanno, hanno capito e non fanno niente!
    Ma anche il nostro approccio dovrebbe essere diverso, più duro, molto più duro.
    Professore, non se la prenda, basterà aspettare.


    Domani è il suo compleanno: sia felice.
    Baci M.

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  15. Io non credo che la condizione economica sia – di per sé – idonea a determinare gli eventi che fanno o muovono la Storia (e la affermazione delle Le Pen appartiene a questa rara categoria).

    La condizione economica è solo una delle condizioni necessarie, ma non è una condizione sufficiente.

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    1. Dai, anto, wuanta piddinitas in un solo tweet! Apodittico, soggettivo, incompleto... Ok: ci hai convinto: sei di ampie vedute. Allora però erudiscici: dacci una definizione di "evento che muove la storia" che esuli dal "secondo me" (io di te mi fido e ti affiderei i miei soldi, ma non la storia), e dicci o una condizione sufficiente, o quali altre condizioni hanno determinato il risultato francese. Ci fidiamo...

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    2. Scusa il wuanta: in macchina e con gli occhiali... Ma tanto ci sei tu che ci vedi bene, quindi...

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    3. Ma chi ti dice che il risultato francese sia favorevole all'economia francese. Ma chi ti dice che una che ama il potere più di ogni altra cosa non venga a compromessi con le oligarchie europee. Lo so che non mi pubblichi ma leggerti e risponderti è molto divertente. UH! UH! che paura che fa bagnai!

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    4. Si sono trovati! Due minus habentes che regolarmente blocco. Grignani: per essere troll professionista bisogna avere il diploma elementare. Lei non credo lo abbia. Credo sia in fulgido esempio di poverino (vedi post successivo). O ha meno di 25 anni, o ne ha più di 70, o sono preoccupato. Non mi faccia stare in pena: mi dice quanti anni ha?

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    5. Affidarmi soldi o storia è un esercizio inutile: la storia non saprebbe che farsene di me, ed io non saprei che farmene dei soldi. Vengo qui solo per imparare (con umiltà, che tu ci creda o meno), non certo per erudire.

      A proposito. Ho letto da qualche parte che oggi è il tuo compleanno: auguroni.

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    6. Grazie. Però non è carino lasciarmi nel dubbio!

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    7. Beh Prof, qualche categoria umana puo' trascendere la "condizione economica", ad esempio l'eremita!
      La Storia si cristallizza proprio nei periodi in cui tutti se magna.

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  16. Se posso permettermi, c'è un punto che ha sempre contraddistinto questo progetto, pur ammettendo l'eventualità di alti e bassi (pur avendo tutti un paio di occhi, ci sono sempre sottili differenze, sia a livello di percezione - occhi - che di rielaborazione - cervello): la coerenza. Non parlo di una coerenza nei dettagli (tutti possono sbagliare... una previsione, un'opinione o un giudizio su una persona etc...) ma sulla prospettiva.
    Mi azzardo ad affermare un "tutti" perché se possono esserci punti di vista differenti sulle singole iniziative-scelte di Bagnai, rimane il punto di vista generale di una prospettiva più che politica, culturale.
    Io mi sono affezionato a questo blog (ri)leggendo alcuni brani di Dostoevskij e trovando in molti commenti (e ovviamente in Bagnai) una sensibilità affine alla mia (alcune persone non le ho più lette... peccato). Tutto il resto è filato via di conseguenza. Non occorre essere economisti per saper riconoscere l'ipocrisia di fondo che ci circonda, è sufficiente un po' di intelligenza, curiosità, un minimo di cultura (le bbasi), onestà intellettuale e il non avere nulla da perdere (non voglio ovviamente minimizzare il lavoro di Bagnai, importante quanto necessario - l'analisi dei fatti è ciò che distingue il lettore dal fedele-credente). Il problema del "piddino" è che ha (o crede di avere) qualcosa (o molto) da perdere. Ciò che giustifica la rinuncia a voler ammettere tutto ciò, è la certezza (per pochi) e l'illusione (per molti) di un rischio che non ci si può permettere, quello innanzitutto di dover fare i conti con la propria coscienza: l'onestà (intellettuale) verso se stessi. Da qui le giustificazioni si sprecano (tengo famiglia, tengo il posto di lavoro, tengo il sussidio di X mila euro al mese, tengo qualche scheletro nell'armadio etc...).
    Una persona davvero non è in grado di comprendere oggi che cosa sta accadendo allo stato sociale e, più in generale, all'idea di Stato? Suvvia... Si ripetono a pappagallo le "giustificazioni" di altri per coprire le proprie vergogne, i propri fallimenti personali (gli ideali di un tempo); si prende a prestito l'odio di altri per coprire la propria vigliaccheria e giustificare i silenzi di tutti i giorni.
    No, anch'io non credo che si possa giustificare a cuor leggero quanto accade. Molti qui dentro non sono stati fulminati sulla via di Damasco leggendo Bagnai, ma semplicemente hanno trovato un luogo dove potersi specchiare senza schifarsi troppo della propria immagine (nasciamo tutti piddini?). Se si capisce questo, si capisce anche il senso "rivoluzionario" di dire un po' di verità e di perseverare in questo. In fin dei conti si semina anche per il dopo (che comunque non durerà... i famosi seimila anni di guerre...).
    Comunque, non pensiamo che tutto ciò sia originale. In passato è accaduto spesso. Ci sarà sempre un "mostro" o un "nemico" più grande della nostra miseria che ci solleverà dalle responsabilità... almeno fino a quando questa non sarà NUDA.

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  17. Grande, grande! Aristotele per tutti è il sogno di un paese che deve e può ricominciare dalla sua tradizione culturale, come dovrebbe fare del resto tutta l'Europa. F.to Classicista Irreversibile.

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  18. Ma quel Sangiovese '85, di terra sabina ha potuto almeno rasserenarti un po', dopo quella serata?

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  19. La matematica è complicata,
    la logica non è per tutti.
    Specie per gente strapagata,
    siano stolti o farabutti.

    La bandiera gira al vento,
    non importa che capisca.
    Ora soffia non più a stento,
    Crescerà la nostra lista.

    Ormai i leader hanno capito,
    e la verità sanno qual è.
    Ma stan meglio dietro un dito,
    che nei ricordi,con Caffè.

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  20. Nel frattempo, mentre Fassina , D'Attorre, e Civati decideranno di essere meno cauti, il sole diventerà una gigante rossa e inghiottirà la terra; insomma, preferisco morire democristiano, neoliberista, conformista... piuttosto che attendere il loro passo che sarà sempre incerto.

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  21. Vorrei ringraziarla per avermi aperto la mente all'ovvio, perché i suoi libri sono un capolavoro dell'ovvio e sono tanto più utili quanto distanti dalla presunzione di fondare un nuovo pensiero.Un pensiero che mi fa tornare alla memoria un'antica passione per un pensatore logico e sensocomunista come Russell, ben lontano dalle nebulose post-moderniste e dalle sue (pardon)supercazzole. Dopo anni di pensatori "profondi" tanto da sprofondare nella retorica più bieca dell'Europa salvifica, madre di tutte le battaglie, il suo libro è stato un toccasana. Mi resta un unico dubbio: se l'economia capitalista ci impone come male minore un cambio variabile e uno spviluppo costante con produttività crescente, dobbiamo prepararci a colonizzare altri mondi quando il nostro sarà consunto? Lei la viariabile risorse finite non la cita mai

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    1. Nulla si crea e nulla si distrugge. Ma puoi trasformare quasi all'infinito. Quando hai finito di sporcare e rompere puoi sempre guadagnarti da vivere, cioè rimanere produttivo, pulendo e riparando. Il collegamento risorse-produttività è più capzioso di quanto non sembri. Tagliare un albero dietro compenso genera PIL, piantare un albero dietro compenso genera PIL. Ovviamente estremizzo, l'utilizzo corretto delle risorse è un valore importante e una economia sana deve trovare il modo per garantirlo nonostante l'espansione, ma non sono le risorse fisiche il vincolo assoluto alla crescita economica.

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  22. Ho come l'impressione che cambieranno più cose nel mondo due mosse di geopolitica di Putin che due secoli di dibattito sulla moneta. Probabilmente sbaglio, mi auguro!

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    1. ...come avevo definito la geopolitica a Roma? Qualcuno se lo ricorda?

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    2. L'ultimo rifugio dei cialtroni... o giù di lì.

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    3. Accetto di buon grado la definizione di cialtrone se questo era l'obiettivo, ma quello che intendevo dire non è affatto contrario alle questioni di ordine monetario. Credo che la caduta dell'unione
      sovietica, sia stato uno spartiacque che ha determinato la crescita impetuosa di una visione dell'economia distruttiva per l'interesse delle masse in tutta Europa. Come andranno le cose in futuro non lo so, ma la politica estera russa se avesse effetti contrapposti all'espansione liberistica dell'imperialismo americano potrebbe risultare più efficace di altri fattori della politica. La questine che ponevo non riguardava chi spetta l'onere e il merito del cambiamento, semmai riguardava la natura del cambiamento e le prospettive che con esso si aprono.

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    4. No, credo di aver detto: dei dilettanti. In un post nel quale lamento e documento che i miei colleghi non mi leggono, il Grignani viene a dimostrare che non mi legge due volte: non legge i miei post, né i miei libri. E va bene. Per evitare che sbloccare un commento a ZVA (zero value added) sia solo una perdita di tempo, motivo la mia insofferenza verso la categoria "geopolitica". Spesso chi la usa pare consideri molto importanti i colori. Sì, quelli delle cartine politiche, appunto. Ma gli Stati come ne modificano la trama? Con la guerra. E come e perché si fa la guerra? Con risorse economiche e per risorse economiche, inclusa la Materia Prima (aka Motore Immobile): i meno addormentati capiranno che mi riferisco al ratto delle Sabine.

      Quindi, de che stamo a parlà, esattamente?

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    5. Dilettanti, sì. La cattedra sulla quale il dilettante si arrampica la ha aggiunta la mia cattiva memoria.

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  23. @Nat
    "Ma sai, o uno fa come hai fatto tu che hai trovato uno di cui ti fidi e partendo di lì hai iniziato a informarti e a farti un'idea"
    Mi ha fatto sorridere per quanto trovo sia una considerazione disarmante per quel tanto di pochezza che contempla ma nel contempo possiede una verità che inconsapevolmente esprime, poichè lei stessa non comprende, difettando di una qualche necessaria attitudine al caso.
    E' un po'come quelli che ti considerano "fortunato" a prescindere poichè tale appari ai loro occhi e altro non vedono.
    Che dire? Ti viene da sorridere, non vale la pena argomentare con chi capisci che non ha strumenti, ma nello stesso tempo ti senti a disagio dall'evidenza della banalità contro la quale ti ritrovi sconfitto a prescindere.
    Ma è pur vero anche che "ho trovato uno di cui mi fido".
    Ovvio non è fede a prescindere come sembra intendere la tua amica.
    Credo che ciascuno di noi abbia avuto una propria
    modalità nell'entrare in risonanza con il messaggio lanciato dal Prof e in definitiva con Alberto Bagnai punto.
    Quella modalità che è prioritariamente nelle corde di ognuno di noi.
    E' quello che ha fatto sì che si accendesse una luce e che giorno per giorno si sentisse il bisogno quasi impellente di alimentare, poichè il messaggio era forte e chiaro.
    Vuoi che per qualcuno possa essere stata la trasparente onestà intellettuale del Prof, la capacità non comune di divulgazione, il fascino dei grafici e l'approccio più scientifico per altri, o ancora tutto ciò ma poichè condito con ironia, cultura e divertimento, o altro ancora.
    Che la tua amica come ad altri amici difetti di una qualunque "modalità"?

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  24. Caro Prof, un processo politico consapevole e soprattutto elettoralmente fecondo non si improvvisa.
    Grazie a Lei abbiamo gli strumenti analitici e retorici per silenziare le orde neoliberiste, ma il pueblo vuole anche vedere e sentire parole d'ordine e di "guerra".( per i piddini politically correct: "guerra"=determinazione ferrea e visionaria sulle cose da fare).
    Pertanto Le, Vi, propongo di indire gli stati generali di una sorta di CLN redivivo per il bene della nostra amata Italia.
    È giunto il tempo di contarsi.O dentro o fuori.

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    1. C'è solo un problema: quando è giunto il tempo lo decido io. Quindi tu sei fuori. Dice che in Illinois fanno un partito. Vai pure.

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  25. ..so che non hai mai sottovalutato il ruolo geopolitico sulle vicende economiche dell'Europa (anzi). Ne avevamo anche brevemente parlato in una tavolata con altri "cinghialai" in quel di Botteghino di Zocca alcuni mesi fa. Mi sembra di ricordare, ma non lo riferisco a Roma dove non ero presente,che essendo la UE e la moneta unica un disegno americano questo potrà rompersi quando non sarà più conveniente agli interessi dello zio Sam. Aggiungo che prima della rottura dell'euro, gli USA vogliono portare a casa il TTIP da saldare con il TPP, per creare una grande area commerciale a guida stelle e strisce da contrapporre e controbilanciare alle altre aree economiche del pianeta. Poi del domani non c'è certezza.

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    1. Non credo che l'euro sia un disegno americano e non credo nemmeno che lo zio sam possa decidere le convenienze economiche dell'Europa o del mondo. Ho come l'impressione, ma probabilmente mi sbaglio che la Russia si sia ripresa dal crollo iniziato nel 1986 e stia ricominciando ad affermare il suo potere in contrasto con l'egemonia americana.

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    2. Luca: di quello che credi o non credi non ce ne frega niente. Scusami: non è un bar. Ciao.

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  26. Provo un enorme imbarazzo leggendo le esperienze vissute da tutti voi, che largamente coincidono colle mie, con amici/parenti/conoscenti e affini. Ne viene fuori un paesaggio fatto di miseria culturale e pure, la qual cosa é peggio assai, di scarsissima curiosita'. E' la voglia di capirci qualcosa che manca, se e quando (cioé sempre) per capire bisogna uscire dal tracciato della propria vita quotidiana, sempre piu' precaria ma rassicurante come tutte le routines. Capisco le millanta delusioni politiche vissute, la disillusione, il cinismo e il distacco verso la tragedia che viviamo, quel "non cambiera' mai niente" che potrebbe essere stampato sul Tricolore nazionale come massimo pensiero condiviso dal 99% della popolazione italiana. Cio' che non riesco a capire pero' é perché alla ggggente non interessi arrivare al cuore del problema: e va bene, sticazzi se dopo aver capito resterai indeciso su chi votare perché la risposta non te la da un politico (o meglio, te la danno tutti tranne quelli della parrocchietta tua), ma come si fa a dire di non voler cercare di capire? Rifiutare di informarsi, sdegnare lo sforzo mentale, in una logica imbecille di DO (attenzione, concentrazione) UT DES (una facile soluzione): dato per scontato che una soluzione non c'é allora si fottano l'analisi e la comprensione. Forse davvero in fondo il conformismo ha definitivamente trionfato? E se cosi fosse non avrebbero avuto ragione i signori delle elites quando disegnavano una struttura europea che tenesse le decisioni che contano "al riparo dai passaggi elettorali"?. In altre parole, non stiamo forse tutti ignorando che il gioco democratico non é concepibile laddove manchi la forza dinamica dell'opinione pubblica? Opinione pubblica, l'opinione del pubblico...ma se il pubblico se ne frega di farsene una? Cosa si fa? Parliamo sempre dal lato del diritto: a essere informati, a non essere ingannati. Ma i doveri che fine hanno fatto? E' disperante, davvero. Mi trovo a vivere un crescente distacco, non lo nego, anche permeato da un accenno di disprezzo per tutti coloro che non vogliono seguire il nostro discorso. Non mi capacito di cosa serva loro per far partire la scintilla alla maledetta materia grigia. "Ma sai il lavoro, la famiglia, gli impegni...dove lo trovo io il tempo?" Tutte scuse penose che non fanno che accrescere la mia intolleranza. Ho sempre vissuto la politica in modo mediamente piu' attento rispetto al mio "milieu" ma qui si esagera, qui rischiamo l'isolamento sociale! Come regolarsi?
    (Chiedo venia per la punteggiatura, tastiera straniera e pigrizia nel cercare i caratteri accentati).

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    1. Hai perfettamente ragione. Il trionfo del capitalismo strutturalmente è trionfo del conformismo, semplicemente perché in un mondo di economie di scala il profitto richiede standardizzazione dei bisogni per una produzione di massa. Gli uomini ideali del capitalismo sono quelli dei modelli neoclassici: tutti identici all'agente rappresentativo, del quale un solo economista (vincendo il conformismo) si è chiesto chi o cosa rappresentasse. Quindi il trionfo del capitalismo è la morte dell'individuo, quindi della libertà, quindi della democrazia. Ma né liberali né, in definitiva e all'atto pratico, "marziani" sembrano preoccuparsene.

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    2. Se questo pensiero fosse parte imprescindibile della filosofia e della vocazione per l'uso del marchio sinistra®, quante revoche alla concessione bisognerebbe far partire per R/R ? 'na marea mi sà !

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  27. Temo che Fassina e D'Attorre abbiano visto giusto.
    SI è quello che è: ma probabilmente di più non si può pretendere.
    Il fatto è che ormai l'euro è il tema di Salvini e della Le Pen: e l'autostrada aperta che c'era fino a qualche tempo fa si è richiusa.
    In effetti se dopo quattro anni ancora la sinistra non riesce a fare un serio discorso critico sull'euro, dobbiamo concludere che non lo farà mai.
    Se era difficile prima dire semplicemente "ci siamo sbagliati" è forse più facile ora dire "ci siamo sbagliati: e Salvini l'ha capito prima di noi"?
    No, questi vivono di logiche di appartenenza: cercano di buttare tutto nel calderone del populismo per non ammettere i loro errori; ma così facendo rendono sempre più difficile un ravvedimento.
    Gli "sventurati" oggi dovrebbero «dire un no più strano, più inaspettato, più scandaloso che mai, o ripetere un sì tante volte detto».
    E lo ripeteranno.
    Fino a che non saranno spazzati via.
    Per cui i pochi che hanno un minimo di timore della logica (e delle sue conseguenze) probabilmente si accontentano di tenere viva la fiammella, in modo da non rimanere tagliati fuori dalla gestione del dopo.
    Intanto si sono sbarazzati del simbolo del PD, che comporta un fardello di europeismo non da poco...
    Poi, magari anche il compagno Fassina e il compagno D'Attorre ci riserveranno delle delusioni: ma obbiettivamente, per il momento, non vedo cos'altro potrebbero fare...

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    1. Una cosa molto semplice: dire in pubblico quello che dicono in privato e che peraltro è ovvio, vale a dire che rinunciare a esprimere alcune banali verità tecniche "perché sono un tema di Salvini" è una dimostrazione di subalternità culturale che nessuna persona veramente di sinistra può accettare. Io non la accettai e scrissi al Manifesto (che il Signore abbia lui e chi ci lavora nella sua Santa e Degna guardia, ASAP). Chiaro? Se la sinistra è fatta di coglioni o di poverini (vedi post seguente) allora qui siamo tutti di destra, a partire da me.

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    2. E infatti io ho smesso di votare chi mostra di ragionarè con certe logiche...

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  28. Fassina ha salvato sè stesso. La sua salvezza però contemplava la fine del Fassina politico, che doveva morire. E così è stato. Riguardo al resto credo che un altro PD non sia possibile. Detto altrimenti quando ti accorgi che stai in una casa demmerda sogni di lasciarla e quando riesci a farlo non sogni di sterilizzare e tornare. Semplicemente non vuoi tornare.
    I piddini hanno distrutto questo paese dal 68 a oggi. E anche se la sinistra, ma non il PD, è stata la mia casa io non ci voglio più tornare. Mi fa schifo. Insieme a chi la abita.

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  29. L'altro giorno su RaiStoria c'era un documentario sulla Resistenza ai tempi di Roma occupata dai nazisti e tra le altre cose venivano mostrate vecchie interviste ai leader dei GAP torturati in via Tasso (come Antonello Trombadori). Non avendo visto il documentario dall'inizio, vado a fare una ricerca sul significato dell'acronimo GAP che veniva tanto spesso citato e scopro questo: https://it.wikipedia.org/wiki/Gruppi_di_Azione_Patriottica cioè c'è stata un'epoca in cui il concetto di Patria era anche "de sinistra"! Questo aneddoto per dire che sulla sponda sinistra della politica si devono recuperare quei valori che hanno alimentato la Resistenza, tutto il resto verrà di conseguenza.

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    1. Ehmm ti consiglio di leggere quel periodo. Storicamente parlando 65 anni dopo sono ancora nel campo giornalistico. L'analisi è, per ora, ancora molto di parte. Ovvero la Storia la scrivono i Vincitori

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