venerdì 27 giugno 2014

L'uomo propone, il CINECA dispone

Dublino

Forse vi ho raccontato di quella volta che andai a una conferenza all'University College di Dublino, keynote speaker Bob Mundell. Era il 2007, agosto, la conferenza era sulla Cina, e gli irlandesi erano tutti contenti. Mundell parlò di moneta unica mondiale, dal che capii che è sempre un errore mettersi con una donna troppo giovane quando si è passata una certa età, ma questo non c'entra. Io abitavo abbastanza vicino all'University College. Andando dall'aeroporto verso il b&b dovevo passare accanto al Trinity (se non sapete perché, è spiegato qui). E cento metri dopo il Trinity vedo un enorme cartello giallo che mi segnala dei lavori in corso, con possibilità di code, suggerendo percorsi alternativi. Ma io, non vedendo nessun problema (abituato a Roma), decisi di proseguire. Me ne ero già dimenticato quando, un chilometro dopo, altro cartello! Io credevo di averli superati, i lavori, perché a Roma normalmente il cartello "lavori in corso" lo mettono in fondo alla voragine, così quando ci sei caduto sai perché! Invece no, i lavori erano "ahead", ma quanto "ahead" purtroppo non potevo saperlo, essendo poco ferrato in toponomastica celtica. Però non si vedeva niente, e allora continuai a tirare dritto.Due chilometri dopo, altro cartello di avviso. E sempre gnente...

Insomma: ve la faccio breve: cinque chilometri e cinque cartelli dopo arrivo di fronte al mio b&b (guidando rigorosamente a sinistra, va da sé), dove, lievemente infastidito da una piccola strettoia causata dagli operai del gas che avevano aperto un tombino, trovo con italica disinvoltura parcheggio e scarico i bagagli.

Ma...

Improvvisamente mi trafigge la consapevolezza che i lavori per i quali la municipalità di Dublino si era sentita in dovere di avvisarmi con largo anticipo erano quel trascurabile intervento di routine, che provocava una coda di 20 metri.

Bologna
Da più di un giorno il mio spazio web sul server di ateneo è inaccessibile, e con esso tutto il mio materiale didattico per gli studenti, inclusi alcuni grafici che uso in classe ma anche su questo blog. Siccome non sono complottista (non credo che né la Merkel né la Sinagoga di Satana abbiano particolare interesse ad hackerarmi), ho pensato a problemi come quelli che abbiamo avuto altre volte, e che mi si riportò essere dovuti ad incursioni esterne sul server unich non particolarmente indirizzate alla mia umile persona. Dopo di che, sono andato a controllare le pagine personali dei miei colleghi, constatando che anch'esse erano inccessibili dall'esterno. Quindi, Bilderberg e rettiliani potevamo tranquillamente escluderli.

Oggi, incuriosito dal protrarsi della situazione, e considerando che siamo sotto esami, e che quindi gli studenti potrebbero aver bisogno di informazioni che sono sul mio sito, scrivo al supporto tecnico.

Risposta: "Devono essere riattivati i proxy pass ma può vedere il suo sito all'indirizzo http://www.ch.unich.it/docenti/bagnai/".

Controrisposta: "in un sito web il problema non tanto è l'accesso del titolare, quanto di chi ci si deve recare per avere informazioni (in periodo di esami piuttosto numerose). Io quello che ho scritto nel mio sito lo so e non mi interessa molto, ma non ho modo di avvisare del cambio di indirizzo le persone interessate, perché non so chi sono. Mi occorrerebbe quindi sapere se i proxy-pass dei quali lei parla verranno riattivati in tempi brevi."

Replica: "L'attività di sistema viene gestita dal CINECA".

A questo punto, evidentemente, mi taccio, dal momento che se così stanno le cose il nostro supporto non c'entra.

Ora, io come sia esattamente andata questa cosa non lo so: non so se qualcuno ha pensato ad avvertirci che i nostri siti sarebbero scomparsi, non so per quanti giorni ancora saranno giù, non so se e quando potrebbe succedere di nuovo. Son sicuro che tutti si saranno comportati secondo gli standard professionali locali, e che certamente sono stato avvertito, e mi son perso io l'email, va bene così? Certo, so anche che qualche studente si starà lamentando del barone Bagnai che non mette le informazioni sul web (ho cominciato a farlo nel 1996, il mio dipartimento forse non aveva nemmeno un server), e che ho già fatto un paio di figure di merda con colleghi esteri ai quali avevo dato dei link sul mio spazio web per scaricare dei miei materiali di ricerca.

Sintesi
Guardate che quando io dico che l'euro è un problema, quello principale, non sto dicendo che sia l'unico. Io, nella pubblica amministrazione, ci vivo, e quindi so come funziona, e credo nell'iniziativa privata, tant'è vero che mettendo a sistema queste due informazioni ho deciso di costituire un'associazione per finanziare ricerche come questa. Credo anche in una moderata concorrenza, e diffido dai monopoli, tranne nel caso in cui le economie di scala ne giustifichino l'esistenza, e ci sia un minimo di controllo politico. Non sono assolutamente sicuro che cose come queste non accadano all'estero. Certo, a Roma non ti avvertono che una strada è bloccata finché non sei incolonnato nella tonnara senza possibilità di scampo, quando sarebbe bastato mettere un cartello 100 metri prima per evitare lutti infiniti. Un comportamento che ricorda abbastanza quello che è successo al mio sito, no? (anche se magari io sarò stato avvertito).

Questo ovviamente non significa che dove ti avvertono cinque chilometri prima del fatto che ci sono lavori in corso, l'eventuale monopolista dei servizi informatici universitari sia così gentile (se c'è) da avvertire chi di dovere che questi servizi saranno sospesi (del resto, ripeto, magari hanno avvertito e non me ne sono accorto...). Però, come dire: difficile che chi non fa le cose semplici (mettere un cartello) faccia quelle più complesse (scrivere un'email). Ed è anche difficile che in posizione di monopolio possa maturare quella cultura del servizio, dell'assistenza al cliente, che, inutile negarlo, una sua connotazione culturale e quindi geografica ce l'ha. Più facile che maturi quella sbrigativa attitudine che fa rima con palazzo, come nel sonetto di Belli.

Insomma: la rimozione dell'euro è una condizione necessaria, ma ci interessa poco perché di essa se ne occuperà la SStoria. Non è però sufficiente. Poi bisogna anche mettere i cartelli (o inviare le email), e quello, invece dovremo farlo noi.

L'Italia può farcela, e sapere come non è poi così difficile: basta guardarsi intorno.

E ora aspettiamo fiduciosi...


Aggiornamento delle 15:15: l'Ufficio Stampa del CINECA mi ha contattato per chiedermi di spiegare il problema, cosa che ho fatto. Li ringrazio per questa attenzione che decisamente li mette su un piano diverso (molto migliore) rispetto ai sovrani del mondo antico di belliana memoria. Nel frattempo, il supporto di UNICH mi dice che il problema è risolto (ma io non navigo nel sito) e che non dipende da loro che in effetti si occupano solo di gestire i contenuti e non le macchine (e io ne sono lieto: sapete bene quanto tenga a difendere la mia appartenenza alla D'Annunzio...). Ma voi nel mio sito riuscite a navigare? (navigare, non vedere la home page...)

Aggiornamento delle 15:37: la navigazione è tornata attiva grazie all'intervento del CINECA, ma continuano ad essere inaccessibili i materiali che ho depositato nel mio spazio web, come ad esempio i grafici di questo post (ricordate? Era già successo!) I rettiliani però non c'entrano.

Aggiornamento delle 18:18: mo pare che cce semo, io nel frattempo mi ero dedicato ad altro, sapete, domani sono a Varese per un concerto e dovevamo decidere come regolarci data l'infausta meteo dell'Insubria. Sono stati molto disponibili il dr. Calci di Unich e la dott.ssa Coluccia di CINECA, e a loro va il mio sentito ringraziamento, anche perché i miei amici americani avevano scommesso che non avrei risolto il problema prima di lunedì, e hanno perso.

L'Italia può farcela.

Ah, a proposito, per l'Insubria, memori dell'esperienza negli antri abduani, abbiamo optato per maglietta di lana, colbacco di astrakan e diapason a 413, anche perché se il flauto cresce lo puoi calare, ma se cala non lo puoi crescere (chi è del mestiere mi ha capito, gli altri sono vergini: mo non cominciamo il flame flautistico, please...).

41 commenti:

  1. Ho provato a navigare sul sito e mi sembra tutto ok.

    Saluti

    Marco

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  2. A me funziona, e sto all'estero, quindi quantomeno i colleghi stranieri dovrebbero essere a posto :)

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  3. Sì Prof, anch'io ho provato e le pagine vengono visualizzate.

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    1. No, ho provato ad entrare anche dal link http://www.unich.it/docenti/bagnai/blog/Hel_01.JPG ma compare il messaggio not found

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    2. No, non si vedono.

      P.s.: nell'attesa, una citazione:

      Il termine «tradizionale» - lo dirò qui una volta per tutte - nulla ha da spartire con il termine «conservatore». Una Società Tradizionale non è tale perché adotta le leggi, i costumi e i precetti morali del passato - il che sarebbe «tradizionalismo», un ridicolo scimmiottamento di ciò che è già superato - bensì perché si rifà al «principio tradizionale», il quale afferma che all’interno di una collettività che voglia dirsi in linea con l’evoluzione del Cosmo, tutti i cittadini si dedicano alla propria realizzazione interiore, ognuno al suo livello e in accordo con le caratteristiche personali. In una società autenticamente tradizionale l’elevazione spirituale dell’individuo è vissuta come l’unico scopo della vita cosciente di un essere umano. Ogni altra attività - politica, economica, scientifica, educativa, artistica - ruota intorno a tale principio e ne è la manifestazione.

      Julius Evola

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    3. Appunto. È cambiato qualcosa di serio nel modo in cui il server viene gestito. Esempio: fino a due giorni fa le directory erano indexable (se mancava il file index.html vedevi comunque il contenuto della directory). Ora se manca index.html ti dà un 404 not found e ti riporta alla home di ateneo.

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    4. (chiarisco: via ftp il file lo vedo, è allo stesso posto. È il server HTML che per qualche ragione non ve lo fa più vedere).

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    5. Magari dipende dal fatto che hanno cambiato il sito di ateneo. Ho notato che molti link non conducono più da nessuna parte.

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    6. Potrebbe essere irrilevante ma il content-type negli header http di risposta e' errato (text/html invece che image/jpg).

      E' come se il server HTTP non "sapesse" che a quell'url corrisponde un file JPG invece di un file HTML. Probabile che sia un problema di permessi (visto che FTP funziona).

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    7. Prof, adesso visualizzo di nuovo la copertina del libro e le immagini del post sui saldi settoriali.

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  4. Finché non vedete la copertina del libro in alto a destra il problema non è risolto.

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  5. Anche questa non è male, aspettando di veder ricomparire la copertina del Libro (a proposito, ma se la copertina non ricompare i piddini come faranno a leggere il suo libro?), dai detti dei padri del deserto:

    Il padre Antonio disse ancora: «Nessuno, se non tentato, può entrare nel regno dei cieli; di fatto – dice – togli le tentazioni, e nessuno si salva»

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  6. I rettiliani non sono sicuramente stati, perché non esistono.
    Potrebbero per essere stati gli Annunaki, no perché non esistono nemmeno loro.
    Sicuramente non è un complotto o il Mossad.
    Però è anche vero che è una precisa tecnica di comunicazione quella di mettere accanto a cose così palesemente assurde, inverosimili, ridicole delle verità per annientarle. Ciò è spesso criminale.
    Vengono anche prodotti una miriade di documentari, tra l’altro fatti anche molto bene, dove in mezzo ad una notevole serie di verità indiscutibili e documentatissime vengono ficcate delle questioni false per inverarle (scusi il termine). Anche ciò è spesso criminale.
    Quindi secondo me non è “vincente” tacciare come ridicolo, non chi crede ai rettiliani, piuttosto chi ha il coraggio di mettere in discussione le proprie convinzioni, magari anche confrontandosi con documenti veramente al limiti dell’accettabile.
    A parte quanto sopra è indiscutibile che ci siano persone che sistematicamente si muovono in direzione contraria all’interesse collettivo, credo che il fatto che siano umani piuttosto che alieni cambi poco, anzi forse rende la situazione ancora più grave e meno gestibile.
    Che certi personaggi si muovino pressoché alla luce del sole piuttosto che all’ombra di qualche oscuro complotto è altrettanto inquietante, piuttosto che rassicurante. Oltretutto gran parte delle persone che detengono il potere in questo mondo si muovono nell’ombra, poi certe aziende, organizzazioni, consessi internazionali pressoché sconosciuti alla massa chiamiamoli pure oligopoli, invece che poteri forti, ma non cambia molto. Potremmo chiamare i potenti, diversamente insignificanti, oppure i ricchi, diversamente poveri, anzi meglio i poveri, diversamente ricchi. Al solito la sostanza non cambierebbe, anzi diverrebbe più fumosa e informe.
    Non andiamo oltre.
    Piuttosto voglio tornare al tema da lei proposto: la sicurezza informatica o piuttosto la inefficienza di certi servizi pubblici.
    Della prima avrei veramente molto da dire, diciamo che potrebbe anche risultare noiosa la cosa anche se penso che siamo degli idioti al di fuori degli Stati Uniti a non occuparci minimamente del problema “INFORMATICA”.
    A proposito invece della “cosa pubblica”, siamo sicuri che il problema è solo di poca efficienza, competenza, organizzazione, competitività delle nostre aziende che inevitabilmente sono troppo costose e quindi … !
    Non è che magari questa situazione di generale inefficienza diciamo dello Stato è voluta, provocata per favorire certi interessi particolari e non collettivi ?
    Sento già i vari “ecco chi ha scoperto l’acqua calda !!!”.
    Si, è vero, ho solo scoperto solo l’acqua calda ma penso che sarebbe utile cominciare a scambiarsi testimonianze e opinioni sui vari meccanismi che negli anni sono stati messi in piedi per distruggere e svendere le aziende pubbliche, sono certo che questi meccanismi verranno utilizzati e rafforzati per demolire la scuola e la sanità, oltre che finire di svendere le varie Enel, Eni e Finmeccanica.
    Ma cosa c’entra questo con la flessibilità del cambio ?

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    1. A parte il fatto che aziende strozzate dalla domanda insufficiente sono più facile preda degli investitori esteri, e che governi corrotti tirano più facilmente a campare in un'area finanziariamente integrata, direi niente, almeno dal punto di vista economico. Mi sembra di capire che per te sia poco, ma su questo NON potremmo discutere.

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    2. Scusi prof., forse ho espresso male espresso una battuta che pensavo scontata.
      Ovviamente tutto cio' è strettamente in legame con l'euro compresa la presunta e da lei provocamente riportata inefficienza della sua università.
      Volevo solo rafforzare il concetto.
      Come farei qui, anche se ne fossi convinto, ha sostenere che l'euro non è un problema.
      A scanso di equivoci sono fermamente convinto che l'euro è un grave problema da almeno dua hanni prima della nascita di Goofynomics, lei poi mi ha ben fatto capire perché.
      Sono altrettanto convinto che la questione avrà dei risvolti ancora impensabili dai più se non ne prendereranno coscienza.
      Quello che volevo dire è che magari questa situazione è più voluta di quanto non si percepisca.

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    3. Ma poi: mi spiega come fa una persona con un minimo di buon senso a non essere d'accordo con lei ?
      Si lo so che ce ne sono molte che hanno interesse a non esserlo, ma cavolo io inserisco commenti da anni ormai, magari saranno poco interessanti, ma apostrofarmi come uno con il quali NON si potrebbe nemmeno discutere sulla questione euro !

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    4. Ehi, relax! Il mondo è pieno di persone di buon senso che non sono d'accordo con me, e va benissimo così. All'ultima lezione Felice Ippolito uno degli astanti, persona di buon senso, ha detto che la Gran Bretagna non va meglio dell'Eurozona per via del cambio, perché il pound è peggato sull'euro. Mi segui?...

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    5. Non ho detto che una persona di buon senso non possa prendere degli abbagli !
      Ma quando una questione è oggettivamente in un certo modo, appunto si prendono abbagli !
      Non c'è niente di male, a volte.
      Io comunque mi ritengo uno di generale buon senso ma di cantonate nella vita ne ho prese in quantità, comunque non mi arrendo !
      Grazie delle risposte.

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  7. Il monopolista dei servizi informatici ci serve perchè dobbiamo conseguire le economie di scala !

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    1. Però sono stati bravi. Twitter comunque serve: er villaggio globale un suo perché ce l'ha.

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  8. Sempre grazie per l'impegno.

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  9. signor Bagnai cosa ne pensa?

    https://www.youtube.com/watch?v=BwaN78EixnI

    sono le composizioni più interessanti che abbia ascoltato in questi dieci anni (sui mensili del settore solo striminzite recensioni)

    un artista con cui ho avuto il piacere di collaborare

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  10. I dublinesi mettranno pure cinque cartelli per segnalare una strettoia di 20 mt, ma riguardo alla burocrazia dell'etichetta tutto il mondo (paludato) è paese. Io per andare al Trinity nel 2004 mi son dovuto comprare, debitamente avvisato, una delle poche giacche che posseggo nella mia vita adulta e un paio di pantaloni a essa consoni, oltre che a tirar fuori dal cassetto una delle mie due cravatte, sennò niente da fare

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    1. Me raccomando, famose riconosce... Io al Trinity non ci son mai andato, è dei protestanti. L'UCD è dei cattolici, se la tirano di meno.

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    2. Ora mi spiego il clima greve che percepivo. E mi spiego anche perché un amico italiano che là insegna è diventato buddista

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  11. “L'Italia può farcela”

    L'Italia sì. Renzi mi sa di no.

    Aver vinto le europee con appena 11 milioni di voti su oltre 49 milioni di aventi diritto, per di più grazie alla momentanea inconsistenza della destra, ha convinto i dirigenti Pd di poter dire qualunque cosa gli passi per la testa. Ma quando le teste sono quelle di Simona Bonafè e Sandro Gozi i risultati sono tragicamente ridicoli.
    Bonafè, ad esempio, si è espressa con fermezza in merito all'elezione del presidente della CE: «"Prima l’agenda strategica, poi i nomi. C’è una nuova Europa da costruire partendo da crescita, lavoro, immigrazione, energia. Siamo in Ue per cambiare verso all’Europa, e non certo per farci dettare l’agenda dalla Germania e da Angela Merkel”.
    [Ancora più surreale Gozi, secondo il quale] "Abbiamo ottenuto quanto volevamo: ampi spazi di manovra" sul fronte della flessibilità con l’impegno a tenere conto delle riforme strutturali e la possibilità di sviluppare strumenti finanziari per progetti di investimenti nel lungo periodo"».

    In realtà Renzi non ha ottenuto altro che il secco rifiuto di Merkel di discutere le norme fissate dai trattati, e per di più ha dovuto anche accettare la candidatura di Juncker - che poi è sempre quello che quando lasciò la carica di presidente dell'Eurogruppo tenne un "discorso di commiato" per denunciare che l'Ue è un coacervo di aspettative deluse e di fallimenti conclamati.. Così ha rimesso le pive nel sacco e ci ha messo sopra l'etichetta: “chi fa le riforme ha diritto alla flessibilità”, ma senza considerare che gli italiani non hanno tutti l'anello al naso come quelli che lo hanno votato.
    Prima o poi anche Renzi si renderà conto di non essere in grado di cambiare alcunché in Europa, e che la sua carriera politica si è arenata a Bruxelles.

    E mentre Renzi continua a ripetere che il suo è “il partito che in Europa ha preso più voti in assoluto”, e che ciò “rafforza il ruolo dell'Italia in Europa”, salvo poi flettersi come un giunco davanti a Merkel i più concreti austriaci, incuranti dei veti posti dall'Ue, firmano con la Russia «un’intesa a Vienna per l’estensione del gasdotto South Stream fino al territorio austriaco».

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    1. Ma poi, 1000 GIORNI ( di te e di me), non era di Baglioni??? ;-)
      Ci si vede a Viterbo, Prof.!

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  12. ma prof, era a Varese? cribbioooooooooooooooooooooooooooooooo
    ieri sono stato al messicano (eh) vicino Como per festeggiare i miei 6 mesi qua ma..

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  13. ma quando va a Varese? mizziga.. ci vivo a 10' di auto!

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    1. Mi farebbe molto piacere vederti, ma non abbastanza da ripetere quanto ho detto tre volte sul blog (questo post compreso) e infinite volte su Twitter. Sono a Malpensa...

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    2. ops!
      http://www.isolistiambrosiani.com/index.php/events/prossimi-concerti-upcoming-events/146-140628-concerto-28-giugno-varese-biumo-inferiore-festival-musica-sibrii-2014

      Caro Prof... con la deflazione salariale siamo pochi e mi tocca lavorare dalle 8:15 alle 19:30 anche senza pausa pranzo...
      oh, grazie sempre per tutto!

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    3. Allora ti perdono il calo degli zuccheri! Vieni alle 21 che poi se rimani sveglio andiamo a cena all'Amalfitana (il violoncellista è partenopeo...).

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  14. yeeaaaaaaaaaaaaaaaah!
    calo di zuccheri? nervosismo a mille!
    come si può in una giornata riconciliare chiusura del bilancio, ricerca documentazione per il calcolo delle imposte, rendere conto ai revisori, rispondere ai fornitori, quadrare le banche e controllare il cash per pianificare i pagamenti... e fuori programma, sistemare le cose per il trasloco (cambiamo uffici).
    "bisogna essere flessibili" e mi sa che dobbiamo cambiare struttura molecolare

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  15. CINECA... conosco bene, ci ho lavorato per 8 anni; non nel reparto supporto alle universita', ma in quello High Performance Computig. Posso assicurare che ci lavorano persone molto competenti e volenterose, dalle quali ho imparato molto.
    Quanto al monopolio, l'idea secondo me non era cattivissima, ovvero invece che avere tutte le universita' gestire autonomamente i propri servizi, con un'esplosione di diversita' di tecnologie e di gestione dei servizi, il ministero ha optato per un'accentramento della loro gestione.
    I monopoli non funzionano? Non lo so, non e' il mio campo. Non sono sicuro pero' che un monopolista semi-statale che abbia per statuto un regime no-profit (i ricavi in eccesso devono essere reinvestiti in strutture e macchinari per i servizi) sia peggio di 2 aziende private (che devono fare profitti) che magari operano in regime di cartello. Il problema e' come viene gestita la cosa, e qui arriviamo alla nota dolente: la dirigenza (perche' in Italia dobbiamo sempre avere questi dirigenti semi-dei, tipo il megadirettore galattico di Fantozzi? Li avete visti i fondatori di Google?)
    Adesso che (da poco) lavoro nel paese considerato piu' liberista al mondo, sarei gia' in grado di raccontare un paio di aneddoti "soprendenti" ai turbo-libbberisti italiani.

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  16. Professore, il concerto a Varese è stato molto apprezzato, complimenti davvero. La location in effetti è davvero molto bella. Mi auguro di risentirla presto da queste parti (magari all'interno della stagione concertistica dell'Università dell'Insubria).

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    1. Sarà difficile, perché mi sono dimenticato di invitare proprio il mio collega dell'Insubria, l'ottimo Giacchino Garofoli. Volevo farlo, ma fra le mille cose da fare non son riuscito a mettere anche questa. Mi serve una segretaria full time, ma sono povero.

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    2. Sono sicuro che il Prof. Garofoli la perdonerà. Tra l'altro ogni tanto ci sentiamo per questioni tecniche e quindi posso mettere una buona parola.

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    3. Aggiungo che un bravo ricercatore di Economia Internazionale dell'Insubria ha assunto pubblicamente una posizione molto simile alla Sua scrivendo un articolo sul quotidiano locale. Siamo anche riusciti a farlo intervenire ad un incontro organizzato da un circolo Pd dove ha manifestato apertamente il suo pensiero e le critiche alla classe dirigente del partito. Sarà la vicinanza al confine svizzero che ha permesso tutto ció.

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