Il mio visiting a Parigi volge al termine: ho lavorato molto, vi ho trascurato troppo.
Va anche detto, per riequilibrare, che i dubbi su quanto valga la pena di spiegarvi "lebbasi" dell'economia crescono col passare del tempo, per motivi soggettivi ed oggettivi.
Quelli soggettivi li spiegavo ieri ai lettori parigini, convocati nel ristorante sbagliato (quello giusto era questo): sottrarvi al vostro stato di beatitudine è un'impresa titanica, e sono costretto ad ammettere il mio fallimento. Un fallimento congiunto ad un miracolo: riuscire a convincere di aver capito una legione di persone (sareste voi) che in effetti non ha capito una beneamata fava, ma che per qualche motivo ha trovato convincenti argomenti che non sa utilizzare, proprio perché non ne afferra il fondamnto (da qui una infinita serie di frustrazioni e relative querimonie quando uscite sconfitti dall'ordalia col piddino di turno...). Non è colpa vostra (l'economia, come il pianoforte, va studiata da piccoli) e non è colpa mia (da solo e in pochi anni non si sovvertono quarant'anni di propaganda).
Possiamo restare amici, soprattutto considerando che intervengono i motivi oggettivi: sbattersi per spiegarvi, ad personam o coram populo, cosa c'è che non va nelle idiozie dei propagandisti, è del tutto inutile, perché la SStoria sta facendo il suo porco lavoro. In tempi rapidi (se Trump vince la guerra civile che vediamo imperversare in America), o meno rapidi, saranno i media a dire a voi, e a quelli che voi non riuscite a convincere (vedi alla voce: motivi soggettivi) come stanno le cose. Paesi diversi non possono avere una stessa moneta, l'imperialismo tedesco è pericoloso per la pacifica convivenza dei popoli europei, ecc. Banalità, insomma. Ma proprio per questo, quando la televisione ve le dirà (venit autem fortior me, cuius non sum dignus solvere
corrigiam calceamentorum eius...), le troverete limpide come acqua di fonte: un liquido relativamente banale, per esempio rispetto al Beaumes-de-Venise che ha accompagnato la mia parca cena, ma fisiologico. Ne siamo fatti, anche se non ce ne rendiamo esattamente conto. Ecco: oggi il vostro corpo è fatto del 60% di acqua, e il vostro cervello dell'80% di propaganda (non è colpa vostra: ci siete immersi). Domani il vostro corpo non so, ma il vostro cervello sarà fatto per l'80% di una diversa propaganda...
(...so che voi non sapete di non sapere che i balsami non c'entrano nulla, e ancor meno c'entra Venezia: ora lo sapete: piccolo gradino nel gradus ad Parnassum che dovrebbe farvi membri della cosiddetta élite...)
E la cosa più divertente (anche se oggi si deve dire "ironica", che secondo me è un barbarismo... ma lasciamo perdere) sarà che il compito di battezzarvi con questa nuova verità sarà affidato a persone totalmente inadeguati e incompetenti. Ma, appunto, l'incompetenza (documentata) ne sancirà l'inadeguatezza soggettiva, che però sarà ampiamente compensata dal fatto che oggettivamente il capitale avrà deciso di servirsi dei soliti scagnozzi per ammannirvi una diversa propaganda. Voi penserete di aver cambiato i suonatori: sarà cambiata invece la musica... perché i suonatori restino gli stessi!
Non vi disturbi il mio pessimismo, e non temete: torneranno i post tecnici, quelli che vi fanno sentire intelligenti (son qui per servirvi). È solo che sono reduce dal dibattito televisivo nel quale Melensone ha presentato ai francesi il proprio programma: un dibattito che mi ha insegnato solo cose che sapevo, ma va bene così: anche le conferme hanno un loro valore pedagogico.
La prima cosa è che per essere giornalista "economico" bisogna essere laureato nella qualunque, tranne che in economia, e non avere un intelletto particolarmente brillante. Il giornalista economico di riferimento per la Francia è questo qui (quello per l'Italia lo conoscete e non lo nomino). I colleghi di Paris XIII mi hanno riferito che in un dibattito questo povero infelice ha dichiarato che la BCE non poteva continuare a stampare moneta perché i biglietti di banca devono mantenere un certo rapporto con le riserve auree. Non so se sia vera, non mi hanno dato la fonte, ma senz'altro collima con la fisiognomica del personaggio.
A fronte di questo sonoro pezzo di fesso, troneggiava (si fa per dire) Melensone. Uno scontro fra Titanic del quale ho visto solo la parte che mi interessava, quella sull'Europa: il famoso piano B.
Tallonato dal vulcaniano e dalla belloccia libanese, il povero Melensone snocciolava le sue coglionaggini, che suonavano più o meno così: "No, io non sono come la Le Pen, che è populista, perché io ho un piano B, il che significa che per me l'Europa è un valore, ma non può essere dominata dagli interessi germanici: quindi noi andiamo a negoziare, e poi se ci dicono di no noi ce ne andiamo dal tavolo, e vedrete: la Francia è un grande paese, quindi se ce ne andiamo ci inseguiranno nel corridoio per dirci di restare, e così avremo delle condizioni migliori". E la belloccia: "Ma se non vi inseguono? Lei prenderebbe questa decisione autoritaria?" E Melensone: "Non sia mai, io non sono come la Le Pen, che è fascista: la parola spetta ai cittadini, ai quali faremo fare un referendum!" E il vulcaniano: "Ma insomma, lei e la Le Pen avete tanto in comune nel programma economico, ad esempio il protezionismo!" E Melensone: "Ma il mio non è un protezionismo nazionalista, come quello della Le Pen: è un nazionalismo solidale!" E il vulcaniano: "Sarebbe?" E Melensone: "Sarebbe che noi prima negoziamo....".
Un inetto, un perdente che vuole trascinare nel fango l'onore del proprio paese, i cui abitanti ha tradito appoggiando a suo tempo Maastricht (così non fecero tutti), un povero illuso (o un falso) che si avvia a un ovvio fallimento, ma che se riuscisse (cosa impossibile) potrebbe al massimo far percorrere alla Francia la stessa traiettoria che ha percorso con Tsipras la Grecia. Perché alla fine questo gegno della politica cosa riusciva a trasmettere, col suo palpabile impaccio? Semplice! Quello che la comunicazione incentrata sul concetto di piano B ti trasmette naturaliter, ovvero che il piano A sarebbe l'alternativa preferibile, per cui l'uscita sarebbe comunque l'esito di una sconfitta politica. Mi sembra un'ottima idea, nel paese di Vichy (nota stazione termale) impostare un percorso politico ponendone le basi sulle sabbie mobili del revanscismo. Questi apprendisti stregoni scherzano col fuoco, nel vano tentativo di nascondere le proprie responsabilità. Ho orrore di loro, e del futuro cui ci condannano...
Ma di quale pasta fosse fatto quest'uomo abbiamo già parlato quando servì da utile idiota di Hollande (qui in francese e qui in italiano), capendo che non era esattamente cioccolata. E di quale Caporetto comunicativa fosse il piano B, anche di questo, abbiamo sufficientemente parlato (qui in francese e qui in italiano). Quindi per voi (e soprattutto, se permettete, per me) nulla di nuovo, anche se, a dire il vero, qualcosa ci sarebbe. Intanto, è spettacolare che dopo la lessata presa in Grecia gli "altreuropeisti",
quelli che pensano che il dialogo col capitalismo tedesco sia possibile,
siano ancora lì, imperturbabili. Il colonnello Melensone non si arrende mai, nemmeno davanti all'evidenza (non a caso il protagonista era francese). Poi, ma di questo non parliamo oggi, sono esilaranti i metodi vichysti coi quali questo personaggio e i suoi accoliti fanno intorno a sé pulizia etnica del buon senso. Ma oggi volevo parlarvi del colonnello Melensone: del maresciallo Melensone vi parlerò, se avrò tempo, un altro giorno.
Una cosa è certa: al secondo turno questo perdente chiederà di votare per l'Europa. Avevo, lo confesso, qualche dubbio, ma me lo sono tolto guardandolo parlare.
E così sia...
(...e la morale della favola è fatta di un bicchiere mezzo vuoto, e di un bicchiere mezzo pieno. Comincio dal secondo, per consolarvi: voi non avete capito una fava - vi sfido a dimostrarmi il contrario - ma tanti hanno capito meno di una fava, come quanto precede ampiamente dimostra. E il bicchiere mezzo vuoto? Ah, sì, ci sarebbe quel dettagliuccio: quelli che hanno capito meno di una fava sono la classe politica che governerà, o farà l'opposizione. No way. Colgo l'occasione per ricordarvi che quest'anno si festeggia un centenario. M'ha detto micuggino che un nostro amico lo celebrerà con un bel libro...)
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
sabato 25 febbraio 2017
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Grazie
RispondiEliminaForse dovrebbe tenere conto che ognuno è anche troppo preso a sbarcare il lunario per collegare ogni fenomeno alle sue cause e ai suoi possibili effetti nel medio periodo....le fonti informative non aiutano ma qualche buona lettura certamente sì.
RispondiEliminaPoco tempo per pensare in un mondo votato alla produtttttttività, alla concorrenzzzzzzzza, al Jobs Actttttttt e al fiscal kkkkkkompakkkt.
Goofynomics è stata un'ottima idea. Veramente.
Caporetto?
RispondiEliminaDirei la rivoluzione russa, perché:
Elimina- mi viene di primo acchito (ora si dice "di pancia", no, nella situazione attuale visto che la mia personale è diminuita, oppure "a naso", e questo non c'è dieta che possa ridurlo), ma tutto ciò non è né prova né indizio, quindi non conta:
- ipotesi da "si festeggia" , tenendo conto che la suddetta rivoluzione era per un po' di giustizia sociale - come sembra, da anni e dagli scritti, l'orientamento dell'autore del presente articolo (notare l'understatement di "un po'");
- Caporetto non è festeggiabile, almeno vista da parte italiana.
Se poi l'ipotesi di Caporetto era una boutade, ipotesi da non escludersi circa l'ipotesi, vuol dire che ci sono cascata.
Caduta sempre più confortante, per me, che tornare a leggere, come mi tocca, che nel I canto dell'Inferno Dante incontra una volpe e una leonessa, idea (???) a fronte della quale non vedo conforto possibile.
Premessa :
RispondiEliminaDialogo con un laureato in giurisprudenza che lavora pero' come consulente Nel Private di Mps " ma pensavo tu ti interessassi solo di economia non di politica " ( sic )
Questo , mentre commentavo la fuoriuscita di Vasco Errani , mio concittadino, per seguire Bersani e D'Attorre ... ( riSic) .
Vediamo se ho capito : Se dico che voto Lega ( in quanto unica forza politica ad essersi espressa apertamente per l'uscita da €uro) vengo accusato da di rosso brunismo , se mi interesso alla nuova forza politica nascente , I Sovranisti , NO che di partiti ce ne sono anche troppi . Insomma mi sembra siamo in Impasse , e la Storia fara' il suo corso .
Unica soddisfazione avere avuto grazie a Lei le informazioni a suo tempo per sapere che e' inevitabile .
ps : il Generale Petain ricorre anche le " Voyage " e averlo incontrato a Verdun non porto' molta fortuna al nostro Ferdinand .
Certo che scegliere un vino della valle del (che a Piddinia) Rodano non lo vedo così casuale.
RispondiEliminaPerò almeno l'uvaggio e l'annata per sapere se è uno dei migliori Cru, potevi scrivercelo?
A parte i scherzi, sul resto hai ragione, dal canto mio ho due grossi difetti: a scuola, invece di studiare, preferii fare il deficiente, il lavoro mi sta assorbendo troppo tempo e troppe energie.
Cosa posso fare per evitare di fare danno?
Limitare al massimo i miei interventi sui social e non perdere più tempo con chi ha capito molto meno di ciò che ho capito io e continuare a donare ciò che posso ad asimmetrie.
At salòt, a vag a mettar in frigo al Lambrosc
Io tutto tutto mica l'ho capito certo...
EliminaOccorre studiare e anche seriamente!
Non credo sia questione solo di tempo, io mi sono arenato al capitolo tre delle dispense del Prof ( maledette noci di cocco...).
Nonostante la matematica utilizzata fosse ampiamente al mio livello, la mia mancanza di motivazione nel comprendere la "tecnica economica" mi ha fatto desistere.
Rimane il discorso politico. Molto più interessante.Per quello credo sia sufficiente ciò che il Professore chiama "orecchio musicale".
Ah qualcosa di tecnico mi è davvero rimasto impresso: molti "top" economist non conoscono la differenza tra X e 1/X....
Stigranc***
Molti ingegneri conoscono la differenza tra X e 1/X, ma non va molto meglio.
EliminaP.s. viene (X-1)(X+1)/X
Melensone e più Europa rimarranno molto sorpresi l'otto maggio....non ci curiam di questi e andiamo avanti.
RispondiEliminaDall'otto maggio in poi come si fa a non far fare danni permanenti ai "governativi" italiani??? Questo è il dilemma!
Nel senso che Marine potrebbe risultare eletta al primo turno?
EliminaCi spero.
Anch'io! Ma mi sembra impossibile.
EliminaAl secondo, visto che il primo turno è il 23 aprile.
EliminaImpossibile? Me lo dicevano anche su Brexit e Trump....
EliminaMamma mia che pessimismo!
RispondiEliminaIn fondo c'è poco da capire:
1) aree valutarie non ottimali (competizione sbilanciata a favore dell'economia più forte/esportatrice, anche se poco a poco sega il ramo su cui è seduta)
2) con brux non si tratta, si subisce e basta, la Germania tirerà sempre la corda, allentandola sempre e solo quel poco che serve per non soffocare, perché tratta con un soggetti che gli servono, ma basta che respirino, non importa se resi inerti, anzi, meglio.
3) uscire dall'euro è condizione necessaria ma non sufficiente
4) serve BC sotto responsabilità politica
5) quanto più gestisce direttamente la politica monetaria tanto più la classe politica deve essere preparata e non guasterebbe se fosse moralmente adeguata (ma forse l'ultima affermazione è soggettiva)
6) liberismo alla Keines
7) problema fondamentale e causa prima di tutti i problemi: l'informazione. Totalmente inadeguata.
E fu così che al blog, accompagnato da un discepolo di Etarcos, si affacciò Keines, il gemello liberista di Keynes. Non sono molto rassicurato...
Elimina:-) discepolo di nessuno..., lei sa che su Keynes mi sono corretto subito dopo, invece mi piacerebbe capire perché non si possa definire liberista Keynes ma non voglio farle perdere tempo.
EliminaForse perché Keynes criticava l’idea che un’economia di mercato non possa soffrire di problemi di domanda?
EliminaNelle “Sei lezioni di economia” di Cesarotto sono arrivato a questo punto: “Keynes ha bisogno di Sraffa, come vedremo tra poco. Per molti aspetti Keynes rimane infatti un economista marginalista che cerca di sollevare obiezioni all’interno della cittadella neoclassica”: non sono ancora arrivato al “come vedremo tra poco”, ma comunque Keynes “per molti aspetti rimane un economista marginalista”, ma non è un marginalista (se non ho capito una mazza qualcuno mi correggerà…).
Occorre anche notare quanto Cesarotto annota subito dopo su Keynes: “(…) timoroso forse che una rottura più radicale lo avrebbe irrimediabilmente isolato dall’opinione pubblica e intellettuale che conta”.
Per fortuna Bagnai è più coraggioso di Keynes...
Fortuna (nostra) pagata profumatamente (da lui).
Elimina@maurizio59 Marginalismo in economia non indica un economista critico dei neoclassici anche perché attiene alla microeconomia. La parabola del fornaio e della produzione del pane (vedi L'Italia può farcela) finisce proprio con un discorso marginalista. I marginalisti attengono alla microeconomia, e quindi non è categoria che attiene alla discussione in questo blog. Forse per questo il tuo discorso su Keynes marginalista da l'impressione di non quadrare. PS questo post è basato su reminiscenze di principi di economia agraria... Esame che ho sostenuto più di 20 anni fa siate indulgenti nel correggere alcune imprecisioni ed errori.
EliminaPenso che tu ti riferisca all'utilità marginale (esempio classico di economia agraria erano le unità di fertilizzante utilizzate su un determinato terreno, che avevano un'utiità decrescente al loro aumentare in funzione del prodotto ottenuto, fino a diventare addirittura negative nel momento in cui un eccesso di fertilizzante finisce per avvelenare il terreno): le mie reminescenze però, purtroppo, di anni ne hanno più di trenta, per cui mi fermo qui anche per non andare in palla :-)
EliminaSi esatto mi sono riguardato gli appunti I marginalisti per le lezioni del prof Dini erano quella scuola che si era occupata di microeconomia di rendimenti decrescenti ecc. Ecc.
EliminaIo però pensavo al marginalsimo così come descritto nel II capitolo delle suddette "sei lezioni di economia", che si fonda sull'utilità marginale (che di per sé, in alcune situazioni e in determinati limiti, ha un senso a livello microeconomico) ma traslata in una visione macro, ponendo in essere delle relazioni che, in quest'ottica, vanno incontro a qualche "mal di capo" (vedi il paragrafo "comida marginale").
EliminaDiciamo che l'utilità marginale ha un senso fino a quando un bene è utile a soddisfare un bisogno ma, da un certo punto in poi, entrano in gioco altre variabili, come il reddito ed il fatto che i beni possono anche essere succedanei tra di loro (e qui, credo, siamo già in un'ottica macro).
Questi commenti li pubblico perché anche i mainstreamers hanno il diritto di farsi una risata. Avete qualcosa sulle scie chimiche per dare una parvenza di scientificità al blog?
EliminaUna delle cose più odiose sono le barzellette di settore (tipo ad esempio il logico che risponde "si" alla moglie che appena partorito gli chiede "è maschio o femmina?").
EliminaQuelle algide freddure che o sei "dentro" o non le puoi proprio capire...
In questo gli ingegneri, soprattutto quelli informatici, sono (cattivi) maestri.
In effetti al mondo ci sono 10 tipi di persone: quelli che non sanno cos'è il binario e quelli che potrebbero facilmente scambiare Hollowenn col Natale.
P.s. il pessimismo di Alberto è purtroppo contagioso, e il livello dei (miei) commenti, inesorabilmente, affonda.
Micuggino appassionato di musica jazz spera che il libro sul centenario riguardi Ella Fitzgerald
RispondiEliminaNon sono un miracolista ma credo si festeggi il centenario della prima apparizione a Fatima.
RispondiEliminaDi minore importanza la battaglia di Caporetto e la rivoluzione Russa.
Ovviamente.
Ma no. La risposta è sulla porta di una chiesa sassone. :P
EliminaCioè lasciamo fare, continuiamo a studiare, sosteniamo chi fa informazione e formazione (nomi non servono, vero?).
RispondiEliminaLa storia non la facciamo noi.
Cerchiamo almeno di capirla.
E non cerchiamo sponde dove non ce ne daranno.
Rassegnamoci e aspettiamo gli eventi.
L'Historia è fatta anche da gente meccaniche e di piccol affare.
EliminaIl forte francese di Douaumont cadde per un pugno di genieri tedeschi comandati da un sergente, tale Kunze, che una volta all'interno lasciò da soli i propri uomini per perlustrare da solo i corridoi sguarniti (la guarnigione si era ritirata nei livelli inferiori a causa dell'intenso bombardamento nemico): fece quindi prigionieri i pochi artiglieri alle cupole di superficie e rinchiuse il resto della guarnigione nei loro alloggi.
EliminaPer i francesi fu un evento catastrofico, perché il forte si era rivelato impenetrabile ai colpi dell'artiglieria tedesca, al contempo presidiando e coprendo una zona rilevante sulla linea del fronte.
Aliam parabolam proposuit eis dicens: “Simile est regnum caelorum grano sinapis, quod accipiens homo seminavit in agro suo.
RispondiEliminaQuod minimum quidem est omnibus seminibus; cum autem creverit, maius est holeribus et fit arbor, ita ut volucres caeli veniant et habitent in ramis eius ”.
Matteo, 13, 31-32
Il prof. semina e paziente aspetta.
EliminaPoi, ogni tanto, ranza.
Eh, questo prof, quanto ce fa soffrì. E d'altra parte siamo nati per questo, se sa. Ti ho mai detto che il famoso incubo che in realtà ti manca ancora un esame per laurearti io l'ultima volta che l'ho fatto dovevo dare l'esame con BAGNAI? Eh...
EliminaMa a noi, di diventà noeuro, chi ce l'ha fatto fa'? Restavamo piddini e continuavamo a bearci dei sermoni domenicali di Scalfari (se ancora li fa).
Il prof. anche nei sogni, ma non riposa mai?
EliminaPoi il trovarci qui non è stata una scelta dettata dalla volontà ma da un'esigenza, da un fastidio al quale parecchi di noi, almeno per me è stato così, non sapevano dare una motivazione.
Piddino mai.
O meglio, mai più.
Confesso, ho errato anch'io, prometto di provare a non ricascarci più.
Il centenario evoca un mondo lontanissimo, soprattutto ben altre tempre d’uomini. La sinistra attuale non vuole cambiare la musica e neanche i suonatori, con cui in realtà si identifica. Se pure divenisse di colpo rivoluzionaria (?!) sarebbe comunque capace di dibattere fino allo sfinimento e quindi di dividersi tra l’opzione della presa di Strasburgo o quella di Bruxelles …
RispondiEliminaDa uno che manco sapeva come era fatta una fava, nonostante la genitrice 2 abbia gestito un negozio di fruttivendolo per 42 anni, pensò di essere stato vaccinato da lei su certi personaggiucoli. E, credo, di vedere molti Mele come si chiama in Italia...purtroppo. E sempre purtroppo questi "bo'" lasciano ampie autostrade tipo BreBeMi alla destra. E so solonio quanto mi costa la BreBeMi
RispondiEliminaHo la netta sensazione che finirà male, come dice Alberto. Lo si intuisce dalle conversazioni quotidiane con conoscenti e colleghi. Per esempio, sul tema della lotta dei tassisti il luogo comune dilagante è che comunque Uber è meglio, perché efficiente e rapido, a basso costo.
RispondiEliminaPerché le politiche deflattive vincono e convincono, se il tuo stipendio è sempre più magro.
E qui ritorna il significato del liberismo - 1, il liberismo che "ci fa bene", quello praticato con il culo degli altri, fino a quando tocca a noi. E hai voglia di spiegare che se si distruggono i redditi non sarà possibile ottenere crescita. La risposta luogocomunista (scusa Alberto se uso un tuo apprezzato copyright) è sempre pronta: castacricccccacorrrruzzzzzzioooneeeee !
E tu hai voglia di argomentare, spiegare, ragionare, dati alla mano.
Vi racconto di una sera a cena con amici e parenti piddini, in crisi, ma sempre piddini. Dopo due ore di discussioni interminabili è arrivata l' affermazione svalutazione = iperinflazione = Weimar. A quel punto, nonostante lo sguardo sconvolto dei presenti, ho detto quello che pensavo delle loro argomentazioni senza peli sulla lingua, invitandoli a documentarsi e a studiare prima di profferire scempiaggini. Gelo pesante sulla serata.
Del resto, ve lo confesso, non ho mai amato l' ipocrisia. Se hai davanti un coglione che crede di essere un filosofo, e diffonde imprecisioni a raffica, bisogna che qualcuno si assuma la dura responsabilità di affermare il rispetto della verità storica e del metodo scientifico.
I discepoli di Etarcos e di Giannino sono così, sono impermeabili al dubbio e alla dimostrazione delle evidenze. Il senso di appartenenza e i peggiori luoghi comuni sono le fondamenta di questa presunzione di "sapere", che non accetta contraddittorio, non ammette critica razionale.
Le generazioni più giovani sono ancora più fragili, anche se disponibili al confronto; fragili perché mancano della memoria storica, che dovrebbe essere patrimonio invece di coloro che gli anni dello sviluppo economico e della crescita del paese li hanno vissuti negli anni 60 e 70. Ma la consapevolezza e la capacità di analisi critica, razionale, non sono patrimonio dei più.
Se ne deduce, pertanto, che il nostro lavoro è destinato alla probabile sconfitta, stante la disparità di mezzi a disposizione e l' invadenza dei merdia.
Noi ci sbattiamo ogni giorno con passione e impegno, con risultati spesso inadeguati come dice Alberto, ma l' esito è scontato e la SStoria farà il suo porco lavoro, come sappiamo.
Noi conserveremo l' orgoglio di aver indicato la strada del riscatto e della crescita del paese, rinnovato il senso di appartenenza ad una comunità che amiamo e vogliamo difendere ad ogni costo, insieme alla sua identità e alla Costituzione.
Grazie Alberto.
Poi, accada quel che deve accadere.
Mi associo al 100%. Macchinetta del caffe', qualche anno fa. Illustre collega, primario esperto nel suo ramo, che esordisce con il "io non sono un economista, ma questa storia del ritorno alla lira mi sembra una sciocchezza". Prendo coraggio (illustre collega) e sparo "non mi sembra una gran premessa!". Mi ricordo lo sguardo stupito, piu' che offeso, di chi non e' abituato ad essere contraddetto. Sono certo pero' di aver instillato un dubbietto...
Elimina@a perfect world
Eliminail mondo si divide in chi si fa i cazzi suoi e in chi li deve subire
[...]Scontro tra Titanic[...]
RispondiEliminaGrandioso. Ma come le vengono?
Con affètto, un tonto. ;)
Am 6. April 1917 erklärten die USA dem Deutschen Reich den Krieg.
RispondiEliminaDie tieferen Ursachen für diese Entwicklung lagen zunächst in der Auffassung, dass sich die jeweiligen Vorstellungen einer globalen Nachkriegsordnung gegenseitig ausschlossen und die deutschen kontinentaleuropäischen Hegemonialabsichten und weltpolitischen Ambitionen mit den amerikanischen Interessen nicht in Einklang zu bringen waren. Schon vor dem Krieg war man in den Vereinigten Staaten zunehmend zu der Ansicht gekommen, dass die mit dem Tirpitz-Plan verbundene politische Strategie langfristig den amerikanischen Interessen – unter anderem der Monroedoktrin – widersprach. Weiterhin war die Einstellung führender amerikanischer Gelehrter und Politiker Anfang des 20. Jahrhunderts geprägt von tiefem Misstrauen gegenüber dem deutschen kulturellen Überlegenheitsanspruch und der deutschen Staatsidee.
I cent'anni daa dichiarazziòne de Balfour? November 2nd 1917 Maadètto Pino Gugolìno...
RispondiEliminasi riferisce alle risposte date nel post in cui ci chiedeva di dire la nostra sulla relazione tra art.18 ed euro?
RispondiEliminahttp://goofynomics.blogspot.it/2017/01/che-centra-leuro-con-larticolo-18.html
No, anzi: quelle sono per lo più corrette: poi ognuno ha la sua efficacia...
EliminaDa quando frequento questo blog ho letto più libri di economia che in tutto il mio percorso scolastico e universitario. Il motivo per cui io l'ho fatto è che mi ci ha fatto appassionare lei a questi argomenti. E l'ha fatto mostrandomi un percorso per comprenderli. Sono sicuro che tanti altri suoi lettori hanno fatto lo stesso. Di certo non illudo di sorprenderla con la mia preparazione. E so che per lei quello che io, come dilettante, potrò imparare non sarà mai abbastanza. Ma non offende mica noi se ci dice che non abbiamo capito niente. Offende se stesso, perché significa che non riesce ad andare fiero di quello che è riuscito a fare fino ad ora, che non è poco.
RispondiElimina"Protezionismo solidale"
RispondiEliminaPer le cazzate l'EZ funziona benissimo, ha unito il peggio della sinistra,
è un'AODC (area ottimale di cazzate).
Sono d'accordo con Davide Falchieri, non puoi capire tutto, ma proprio tutto dei tecnicismi, non sarebbe nemmeno una bella notizia: capire in quattro anni roba che un docente studia da trenta, mi sa da "chitarristi in 24 ore".
Quel poco che ho capito credo sia sufficiente a non farmi votare per gentaglia e non perdere tempo leggendo post e articoli che millantano tecnicismi ma sono pipponi moralisti, non è poco.
Grazie e nel mio piccolo sostengo asimmetrie. Al momento posso fare questo, in futuro si vedrà.
Prof, lo sapeva benissimo fin dall'inizio che senza anni di studio e nella giusta eta' si puo' concimare quanto si vuole ma le piante non crescono, stentano. La domanda piuttosto riguarda i suoi colleghi, possibile che nessuno o quasi si sia associato? Il piddino ha sempre buon gioco ad isolarla a Pescara. Comunque sono qui, perche' la buona fede, la coerenza e la profondita' di pensiero sono palpabili. L'altro popolare messia (meno dei Beatles, pero') non e' che avesse poi tanti seguaci davvero consapevoli.
RispondiEliminaAll' obiezione da quando c'è l' € le squadre italiane hanno smesso di dominare le coppe europee i piddini (tutti pure quelli di Forza Italia) hanno un attimo di smarrimento... poi desisto.
RispondiEliminaTocca aspettare il libro di @Comunardo par di capire.
"voi non avete capito una fava - vi sfido a dimostrarmi il contrario"
RispondiEliminaProf. non ci provo nemmeno a sfidarla per darle prova certa che non ho capito una fava.
Ne sono consapevole e questa cosa mi logora ogni giorno che passa.
Com'era bello quando dormivo nella beata ignoranza ed ero convinto di sapere tutto!
Spero di non spegnere il barlume della speranza che noi si possa capire dicendo dove sta il mio livello. Io sono fermo qui:
L'economia è un insieme di regole semplici (ma allo stesso tempo irraggiungibili per chi non si sforza di capire e per chi crede di sapere tutto) che determinano la gran parte della nostra vita.
Come ogni regola, anche per quelle dell'economia ci è data facoltà di scegliere se seguirle o ignorarle e fare il contrario.
Da queste scelte derivano le relazioni che si sviluppano in una società, determinandone lo stato di Libertà degli individui, che nelle nazioni normalmente racchiudiamo nel concetto di Democrazia.
Alla fine penso che qui non si discute di Economia ma di Democrazia, di Libertà e Pace.
Riguardo la Storia, questa va avanti puntando sempre all'equilibrio lineare e naturale di quelle poche regole di cui sopra. Ogni volta che noi decidiamo di non perseguire l'equilibrio mettiamo un ostacolo alla ruota della storia. Questa può vacillare per un po' a causa degli ostacoli ma il punto di l'equilibrio è più forte.
Se l'ostacolo posto sul cammino è piccolo si spezza subito e non fa grossi danni, se è grosso o se sono tanti quando si spezzano fanno danni maggiori e sul percorso rimangono un molte più macerie e morti, come l'energia accumulata in una faglia che si scarica di colpo in un sisma che può essere di varia potenza (e il paragone in Italia è purtroppo facile da capire).
L'informazione in questo contesto gioca un ruolo fondamentale nelle scelte; se è in mano a ciarlatani e incapaci diventa tutto più complicato.
Ad ogni informazione sbagliata può corrispondere scelta sbagliata ma, prima o poi, la ruota della storia risterzerà verso il suo percorso naturale.
Tra le mie mille domande c'è come e quando scatterà il terremoto della storia. Quale carica di energia si sarà accumulata al momento del terremoto.
E riusciremo mai a raggiungere un equilibrio o siamo condannati ad un eterno rimbalzo tra limiti contrapposti (come in un'onda sinusoidale)?
Nell'attesa del terremoto della storia ora sono preoccupato anche dal suo verdetto a cui ho scelto incoscientemente di sottopormi ma non dimentichi la premessa in calce. ^_^
Melensone è falso al 136%, un Vendola più serio e più solido perchè immanicato sul serio con la massoneria francese, che è una cosa molto seria.
RispondiEliminaSperare in costui nuoce gravemente alla salute.
È un caso che hai preso proprio il doppio del '68, o ci hai pensato?
EliminaChe noi non si sia capito una fava ci sta.
RispondiEliminaA me di sicuro mancano le bbasi, e anche questo è vero.
Una cosa però l'ho (l'abbiamo) capita: ci hanno fregati.
Ci manca probabilmente la capacità di capire tutte le implicazioni, premesse e conseguenze, di questo semplice fatto, ma che siamo stati fregati lo abbiamo ben chiaro.
Probabilmente non siamo in grado di spiegarlo agli altri, ma ormai abbiamo ben chiara la differenza tra i derivati del cacao e quell'altra sostanza che giornalisti e politici vogliono farci credere che sia cioccolata, e quindi non mangiamo più di quella roba.
In fondo averci fatto capire questa differenza è stato un dono incommensurabile da parte sua, e noi non possiamo che essergliene grati, visto le differenti qualità nutrizionali ed organolettiche delle due sostanze.
Vero è anche che non abbiamo imparato a produrre cioccolata, mentre l'altra sostanza ci viene naturale produrla, ma è la natura umana, le cose buone richiedono apprendimento e fatica, il resto invece è fisiologico.
Che poi, da buoni italiani allevati a "Promessi sposi", noi si debba aspettare la "Provvidenza" per vedere risolti i propri problemi può anche essere vero, ma il problema di non continuare a consumare quanto sopra ce lo ha risolto Lei. Grazie.
@Bruno Dell'Aquila
EliminaIn effetti è stato distorto, da maestri davvero poco acuti e non pensanti con la propria testa, il messaggio vero dei P.S., cioè la fede in Dio, non l'attesa che la Provvidenza risolva tutto.
Lucia, a cui i guai piombano addosso senza che se li sia andata a cercare, ha fede incrollabile nella Provvidenza, ma intanto si dedica eccome a migliorar qualcosa e cercar di uscir da un grande guaio: per esempio, parla col tiranno Innominato e cerca di persuaderlo a liberarla e ha umanissimamente paura, lo prega sì in nome di Dio ("Dio perdona tante cose, per un'opera di misericordia!"), e intanto è lì lei, senza alcun sostegno e ha solo le proprie parole.
Attende la volontà della Provvidenza e spera coincida con la propria, ma agisce.
E agisce in tante altre occasioni, compresa quella in cui cerca di moderare i bollenti spiriti, e di possibile esito nocivo a tutti, di Renzo e compresa quella in cui si mette ad argomentare contro il matrimonio a sorpresa, tentativo che poi accetta.
Sono ricorsa a Lucia come esempio massimo, nel romanzo, di fiducia in Dio, di fermezza di carattere - che non sembra ma c'è (evito esempi prolissi che poi non stanno nel numero stabilito di lettere per ogni commento) -, di persona certo timida, che non è un difetto, pronta e attiva.
Lei non "aspetta" anche se nel suo Dio spera.
Detto ai vari maestri bigotti e superficiali, bastava leggere non fra le righe bensì le righe.
Poi chissà quanto altro mi sfugge...
Il fatto d’aver preso un generico colpo alla testa dovrebbe venir registrato come certo da un individuo di capacità cognitiva media, dopodiché si chiede il responso dell’esperto non tanto per avere la conferma qualificata e certificante (dolore ed ecchimosi al capo dovrebbero già esser sufficienti), quanto per essere edotti sulle cause specifiche della circostanza, le dinamiche, le modalità: a questo punto potrebbe pure scattare la riflessione d’approfondimento ed assimilazione, tanto per ribadire non solo formalmente d’appartenere a una specie biologica in grado di esperire e apprendere attraverso ciò che transita nella testa e non per ripetizione altrove; questa facoltà umana innata è sovraspecifica ed interdisciplinare: ed è soprattutto su questa, piuttosto che sull’aspetto informativo e nozionistico, che gioca in modo deleterio l’assopimento da rincoglionimento indotto da un certo cliché sociale ampiamente diffuso ad arte. Chi ha avuto esperienze di pericolo diretto e costante, oppure si preoccupa di come tener allenato il senso desto dell’intuito, può presentire l’incombere della minaccia senza conoscerne ancora causa, modalità e forma: però comincia a prepararsi per non essere colto alla sprovvista.
Elimina@Adriana
EliminaTu hai ragione, peccato che al contrario di Lucia che aveva perfettamente idea di chi fosse e di quali fossero le proprie priorità non si possa dire la stessa cosa degli italiani...
Grazie Adriana.
EliminaMa perché il problema di quel magnifico libro è che viene studiato a scuola? Perché?
Confido nella Sua inclinazione ad insegnare.
RispondiEliminaComunque grazie per quello che ho potuto decodificare, del molto che ha trasmesso. Cercherò di contribuire anche nel 2017
So di non sapere sostanzialmente nulla di economia, giusto po' più della media causa laurea vecchio ordinamento in Economia e Commercio. Anzi anche di meno perché quel poco che credevo di sapere mi è stato spiegato, da te, che erano emerite fregnacce. Quindi il post non mi colpisce anche se mi ricomprende il perimetro dal medesimo tracciato. Credo però che tu, che fesso non sei, lo sapevi che il pianoforte, l'economia, le lingue, il chi quadro e la t di student, oltre ovviamente alla gnocca, sono argomenti da trattare a tempo debito. E quindi il post è pleonastico. Per certi versi o per certi lettori, me ad esempio, anche ridondante.
RispondiEliminaMa mi consente di toccare un punto che da tempo mi premeva toccare, al punto da indurmi a scrivere lunghi commenti mai inviati.
Quanti fanno professione di fede? Senza peraltro capire una beneamata fava? Possibile che esistano tutti questi gegni in Italia? È il QI medio così alto?
Dato che le ultime due sono domande retoriche, quello che resta è la prima. Questione non da poco in un posto dove ci si vanta, ovviamente da parte nostra, di una supposta superiorità culturale nei confronti del piddino imbecille.
Sto leggendo, dopo aver fatto un paio di giri di Bagnai 2, anche Bagnai 1, contestualmente a Cesaratto appena iniziato, una dispensa in rete. Proprio considerato che ho appena iniziato il mio non può che essere un giudizio sommario ma ancora una volta debbo prendere atto che non solo scrivi bene, e come giustamente riporti non tutti lo fanno e chi legge lo sa; non solo ad evidenza sai di quello che parli, come credo sia anche per Cesaratto e per molti altri. Ma riesci a rendere semplici argomenti complessi, mentre leggere Cesaratto è simile a leggere un testo di diritto pubbblico dell'economia o un qualunque altro manuale per l'università. Insomma, un po' ci si rompe i coglioni ecco, ci si assopisce insomma. Per dire che hai delle capacità didattiche fuori dall'ordinario. Quindi finché continui a scrivere, io continuo a leggere. Peraltro spesso i commenti sono interessanti e quindi questa comunità, pur detto da me che la vivo marginalmente, merita di essere vissuta e detto francamente se non ci fosse mi mancherebbe.
Concordo completamente.
EliminaProfessore,
RispondiEliminaè vero l'economia va studiata (da piccoli).
Ho sempre ammesso i miei enormi limiti da dilettante, quindi non mi sento offesa da quanto ha scritto.
Per quanto abbia cercato di leggere e documentarmi, non ho mai approfondito gli argomenti più "tecnici" perché non sono economista e non voglio diventarlo.
Proprio perché sono consapevole della fragilità delle mie conoscenze economiche (che comunque reputo superiori a quelle della maggioranza dei normali cittadini come me) ho sempre preferito regalare un suo libro o segnalare un articolo a chi sembrava minimamente critico e mostrasse un certo interesse.
Quindi purtroppo il fallimento non è mio.
Lo dico molto sinceramente, non sarcasticamente e soprattutto non certamente per incolpare lei.
Il fallimento non è causato dalle mie limitate conoscenze o dalla mia incapacità comunicativa (o da quelle di una legione di persone convinte di aver capito): non può ricadere sul normale cittadino il compito di informare, istruire e formare i propri simili sulle questioni economiche e politiche.
Non può perché non abbiamo né il titolo, né le competenze per farlo.
Il fallimento è piuttosto dei suoi colleghi che beati non sono (o non dovrebbero essere) ma hanno tradito la deontologia professionale per servire interessi particolari spacciandoli per generali (dell'Italia, dell'Europa, dei lavoratori, ecc.).
Il fallimento è di quei partiti che convenzionalmente vengono definiti di sinistra e di quegli enti/associazioni/corporazioni/sindacati che ugualmente hanno tradito la deontologia professionale, oltre ai loro rappresentati.
Il fallimento è del "quarto potere" che non ha mantenuto la sua autonomia nell'informazione e ha tradito la deontologia professionale.
Il fallimento è del capitalismo che non ha imparato nulla dal passato ed incorso negli stessi errori e nella stessa avidità distruttrice.
Il fallimento è loro.
Non ci colpevolizzi se anche non abbiamo capito.
A fallire saremo comunque noi. Non basta?
Il problema non è l'euro.
RispondiEliminaNon credo che intendesse offendere. Sfottere in modo furioso forse, ma offendere no. D'altro canto non vedo perché qualcuno di voi/noi si possa ritenere offeso, stante anzitutto la mancanza di volontà di offendere e, soprattutto, la verità dell'enunciato. Che tradotto suona come: 'io conosco meglio la macroeconomia di voi e pure se ve la spiego la situazione non muta.
RispondiEliminaVoglio dire che se Maradona affermasse che lui gioca al calcio meglio di me e chioserebbe chiamandomi pippa francamente non ci troverei niente di offensivo. Mi chiedo quindi se non sia auspicabile un intervento dirimente della morte nera travestita da cavajere, anche se ammetto serenamente che potrei anche rischiare la vita.
Peraltro lo sfottò è anche ironico, rectius, divertito perché ben sapendo che è difficile spiegare la macro a un ventenne, figuriamoci a noi, non avrebbe mai intrapreso la strada che ha percorso fin qui. Insomma credo sarebbe stato un ingenuo, come se dopo anni sconfessasse la sua operazione. Resta il fatto che la realtà, piaccia o no, sta nei termini da lui descritti. Termini che da tempo, lungo, mi fischiavano nell,anima. Scusate ma L,iPad ha deciso di inibirmi parte della tastiera.
Ora se io notoriamente nel mio ambiente sono conosciuto come persona intelligente, con un discreto successo professionale, niente di che ma comunque, sono stimato ed apprezzato senza false modestie della fava, se sono laureato in economia con una votazione non eccelsa ma con una carriera universitaria onesta e profittevole, potrei a distanza di Trent,anni ancora citare titolo autore e casa editrice di numerosi testi sui quali ho preparato gli esami, e ovviamente spesso anche il contenuto, insomma fuor di metafora se conosco tanta gente meno preparata di me, come diavolo è possibile che io fatico e tutta sta cazzo di gente dice ok ok ok? Tacchete. Dopo aver evitato per anni di dirlo ecco che lo dice lui. Per la verità già lo aveva accennato di passata diverse volte. Ma stavolta è diverso, inequivocabile. Non abbiamo capito una fava. Ma non è un fallimento. È che lui è un economista e noi no. Ricordo la stragrande maggioranza dei miei colleghi studenti non aver capito nulla di un test statistico. Eppure sul loro libretto hanno la registrazione dell,esame. Molti hanno fatto solo descrittiva, quindi nulla sanno di statistica inferenziale. Io non ho fatto la t di student ma ricordo, e direi bene, il chi quadro. Ma si può spiegare la statistica a un cinquantenne? Direi di no. O meglio tu la puoi spiegare, lui può non capirla. È un coglione fallito? No è un cinquantenne che non ha studiato statistica da giovane, a tempo debito.
L,unica alternativa plausibile al fatto che non abbiamo capito una fava è che tutti i commentatori oltre me siano Bocconi boys magari pentiti, ma mi sentirei di escluderla.
@Maurizio 59 scrive: "Forse perché Keynes criticava l’idea che un’economia di mercato non possa soffrire di problemi di domanda?”
RispondiEliminacriticava i liberisti classici, quindi un liberista progressista... criticava il “lassaiz-faire” in quanto sistema non adeguato a garantire la stabilità e l'evoluzione del libero mercato... qualcuno ha scritto che Keynes protegge il capitalismo da se stesso... non solo è liberista, è il protettore dei liberisti! :-) (IMHO)
La visione di Keynes era di un libero mercato in cui lo Stato agisse con politiche anti-cicliche, in modo che la domanda aggregata fosse stabile in regime di piena occupazione (piena occupazione che il “lassaiz-faire” non può realizzare in quanto apparentemente incoerente con la massimizzazione del profitto).
Keynes propone un motore liberista installato su mezzo con airbag, il fine è di permettere la piena occupazione in regime di libero mercato: liberista progressista :-)
un liberista socialdemocratico! (ogni riferimento alla Genesi di Francesco Guccini è puramente casuale...)
EliminaProf., la mia sintesi del suo lavoro pluriennale è la seguente:
RispondiEliminavisti gli esiti nefasti delle politiche libero-scambiste e ordoliberiste, visto che la Germania ha ottenuto il suo risultato storico, unificazione con ex Germania Est e germanizzazione degli ex paesi del Patto di Varsavia, e visto che la globalizzazione è in fase di ritiro o perlomeno di trasformazione tattica, conviene a tutti ritornare al pre Maastricht, Europa delle nazioni con cooperazione e poco altro.
Se ho frainteso il senso della sua divulgazione ( come anche quella più storico-giuridica di orizzonte48) avrà avuto ragione Lei anche questa volta.
Hai ragione Alberto, sono fra quelle persone che "per qualche motivo ha trovato convincenti argomenti che non sa utilizzare". Ti ringrazio lo stesso per tutto ciò che hai fatto e che continui a fare. Intanto continuo a leggere e sostenere Asimmetrie.
RispondiEliminaA me viene in mente una carta degli arcani maggiori: "L'Eremita". La luce di una lanterna un braccio avanti al corpo, non illumina né scalda come il fuoco del campo dove i pavidi immobili mirano le ombre sui tronchi, ma nella notte buia, può essere l'unica luce da seguire verso un più sicuro riparo dall'imminente temporale.
RispondiEliminaChiedo scusa per i numerosi errori che ho visto nei miei commenti, ovviamente anche per quel vergognoso condizionale al posto del corretto congiuntivo. D'accordo le correzioni automatiche del tablet, ma faccio anche un po' di fatica con la piattaforma. Aggiungiamo che l'età è quella che è e che 'non capisco una fava' e il gioco è fatto. :)))
RispondiEliminaDa Sergio Cesaratto, Sei lezioni di economia p. 103
RispondiElimina"E qui parte una storiellina sull' inefficacia della politica monetaria, una storiellina che ho vergogna a raccontare agli studenti-e mi domando a che punto di degrado sia caduto lo studio dell' economia, visto che migliaia di miei "colleghi" la raccontano senza vergogna a studenti e studentesse che la ascoltano senza protestare. È una storiellina dovuta a Milton Friedman (1912-2006)."
Sarò uno studente provinciale Prof. Bagnai, ma Grazie, ti ho cercato per tutta una vita, e chi ti molla più!
Aver capito che il debito pubblico non era e non è IL problema è stata per me una scoperta che non avrei fatto se mi fossi limitato ad ascoltare le orde di pseudo-economisti o millantatori che infestano i mass-media da anni.
RispondiEliminaGRAZIE BAGNAI.
Aver capito che la CORRRUZZZIONE, è si un problema ma non è la causa della crisi e nemmeno della situazione economica, ma un ottimo strumento di propaganda, l'ho imparato (anche sulla mia pelle) sui primi messaggi scritti su questo blog.
GRAZIE BAGNAI
Aver capito che non è intelligente cercare di rimediare ad una carenza di domanda di beni dal lato dell'offerta, ma che questa ricetta ci è stata presentata come risolutiva dalla nostra sinistra mentre distruggevano i diritti sul lavoro, mi ha fatto odiare la nostra sinistra ed ora aspetto che finisca.
GRAZIE BAGNAI.
Aver capito che l'interesse della grande finanza non coincide con gli interessi di gran parte della popolazione non è merito di Bagnai, ma è grazie a lui se ora la propaganda non riesce a fregarmi come prima, perchè ho qualche strumento in più per smascherare le menzogne di decine di incompetenti, venduti, sprovveduti, improvvisati personaggi politici ed opinionisti nemici di questo paese.
GRAZIE BAGNAI.
Sono ancora profondamente ignorante in economia, rimango incapace di scrivere in maniera elegante e grammaticamente impeccabile, ma in questi anni di lettura del Goofynomics sento di essere più consapevole di quel che mi circonda. Sono un pò meglio di prima.
GRAZIE BAGNAI
In primis grazie Prof per il lavoro fatto con sinistra Italiana, qualche giorno fa è stato uno shock sentire Fratojanni dire che sull'uscita dall'euro avrebbe votato con Salvini.
RispondiEliminaCome strategia comunicativa suggerirei di proporre nell'ambito del discorso la storiellina Zen del maestro dell'aspirante allievo della tazza piena di tè che il maestro fa traboccare.... Aiuta a ridurre le obiezioni a tutto campo. Soprattutto quelle che imporrebbero la presentazione di dati sulla bilancia dei pagamenti nel periodo pre SME, durante lo SME uscita dallo SME, fixing del cambio, e magari crisi e precisi del '29.
Ma dove l'hai sentito Nicolone proferire tali parole?
EliminaCe stai a cojona?
Un filosofo si recò un giorno da un maestro Zen e gli dichiarò:
Elimina"Sono venuto a informarmi sullo Zen, su quali siano i suoi principi ed i suoi scopi".
"Posso offrirti una tazza di tè?" gli domandò il maestro. E incominciò a versare il tè da una teiera.
Quando la tazza fu colma, il maestro continuò a versare il liquido, che traboccò.
"Ma che cosa fai?" sbottò il filosofo. "Non vedi che la tazza è piena?"
"Come questa tazza" disse il maestro "anche la tua mente è troppo piena di opinioni e di congetture perché le si possa versare dentro qualcos'altro.
Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?
Il senso del post è che la mia testa è piena di propaganda e non c’è posto per la verità, però ho iniziato a svuotare la mente ed ho smesso di discutere con i piddini colmi di conoscenza: che ciascuno provveda alla propria munnezza e se qualcuno cerca un cestino per buttare la sua, farò sì che non sia la mia mente.
Non sia mai che cerchi di convincerla del contrario, ritengo personalmente l'autocoscienza del non aver capito una fava una grande conquista. Non una di cui sono orgoglioso, purtroppo.
RispondiEliminaNessuno si sforza davvero di capire la fava se dal fatto di non capirla dipende la sua beatitudine. Non era così che suonava?
RispondiEliminaSto leggendo (da parecchio, sono un lettore molto lento..) Controstoria dell'Unità d'Italia, di Gigi Di Fiore.
RispondiEliminaBeh, l'italia di oggi c'è già tutta. Compresa la propaganda monocorde e violenta (grazie alla quale si approvano con 99% dei SI i democrasticissimi "plebisciti") compresa la presenza di insignificanti ominicchi come Francesco Crispi nei posti di comando. Crispi che aveva il merito (a parte quello di essere anticlericale e massone), assieme agli altri grandi patrioti extrapiemontesi, di essere un traditore del proprio paese d'origine. Ed è con traditori riciclati e palloni gonfiati di pedigree sabaudo che, alleati alla Prussia, ci facemmo dare sonore legnate a Custoza e Lissa, tanto che i Prussiani cedettero il Veneto alla Francia, e questa a dei rappresentanti dello stesso Veneto, volendo tutti evitare il passaggio diretto all'Italia dopo le vergognose prestazioni militari.
Se alla storia d'italia ci aggiungete la crisi del '29, mi vien da dire, come quel famoso tale "nulla di nuovo sotto il sole".
E se non mi sbaglio, Trump lo troveremo, l'anno prossimo, a far guerra in Africa.
Per quanto riguarda l'Euro, c'era l'altro giorno in TV il solito esperto che sosteneva che, anche solo ventilando un ritorno alla lira, ci sarebbe la "corsa agli sportelli". Beh, pensare che ci sia gente che vuol riempirsi la materassa di una moneta che non è pagabile al portatore, e non ha uno stato, mi sembra divertente, e potrebbe essere una buona occasione per far raccogliere agli euroentusiasti quel che hanno seminato.
E, mi chiedo, come si porrebbe, ad esempio la Germania, rispetto a risparmi in euro di un cittadino di un paese uscito dall'Eurozona?
Lei si lamenta di noi manla farei parlare con un mio collega che oggi mi diceva che il problema in Italia è che non facciamo le riforme! Ahahhahahahhahaha
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