giovedì 10 maggio 2012

Quoniam ipsi saturabuntur

Egr.gio Professore,
voglia accettare le mie sentite scuse.
Grazie ancora per il lavoro che fa.



Carissimo,

non devi scusarti (anche se in effetti hai intuito bene, sei uno di quelli che me le hanno fatte girare). Io ti capisco: tu hai fame e sete di giustizia, e quindi vai di fretta.

Ti ricorderai che in Manhattan Woody Allen, all'amico che lo incalza "Tu ti credi Dio!?", risponde serenamente "A qualcuno devo pure ispirarmi".

Io ho messo l'asticella un po' più in basso, non essendo un intellettuale newyorkese ma solo un accademico di provincia, e quindi mi ispiro al figlio di Dio (che poi sarebbe la stessa cosa, per chi ci crede, o giù di lì: non l'ho mai capito bene, ma quella è una delle tante cose fatte apposta per non essere capite come i moltiplicatori negativi, l'austerità espansiva e i concorsi a punti dei supermercati: servono a fidelizzare il cliente).

Il quale figlio di Dio, come ci ricorda il Vangelo della messa di Ognissanti, si rivolse proprio a chi aveva fame e sete di giustizia. Ora, nel mio personale Vangelo apocrifo (che posso prestare solo a Schneider) sono anche riportati gli atti del workshop della montagna. Il keynote speaker, al termine della ben nota prolusione (Beati pauperes spiritu, quoniam ipsorum est regnum caelorum...), nella quale venivano portate avanti alcune proposte che oggi sarebbero veramente innovative (nesciat sinistra tua quid faciat dextera tua), venne assediato dagli astanti (secutae sunt eum turbae multae), i quali (e questo Matteo non lo dice) lo sollecitavano su tanti temi (ma quando usciamo dal sesterzio? e se usciamo dal sesterzio la svalutazione non ci rovinerà? e quando? e come? e dove? e perché?), ma lui non rispondeva, perché aveva già risposto: sufficit diei malitiae suae.

A ogni giorno basta la sua pena.

Chi ha fame e sete di giustizia sarà saziato (anche tu, anch'io), ma, vedi, nemmeno nostro Signore ha detto quando e come. Mi lusinga molto che voi chiediate a me data e ora, anche se un po' mi preoccupa, e confesso di non poter rispondere. Tu però guarda il lato positivo: certo, rimani nell'incertezza, ma almeno non devi prenotare il ristorante. A quello ci pensa Lui. Al quale invece non posso chiedere di prenotare il ristorante per il gala dinner del convegno sull'euro. Ecco: quello devo farlo io (oggi) fra le tante altre cose. Sufficit diei malitiae suae... che nel mio caso sono sempre malitiarum suarum.


Morale della favola: ai buontemponi che chiedono "che fare?" rispondo "capire". Da capire c'è ancora molto, vedrete. O meglio: per molti di voi c'è poco, nel senso che l'intuizione ormai l'avete, o addirittura l'avevate già: ma qualche dato in più male non farà. Restate in contatto.

Seconda morale della favola, per i laici: nemmeno Keynes, con tutta la sua eloquenza, è riuscito a evitare le due catastrofi più grandi degli ultimi due secoli (la seconda guerra mondiale e la recessione interminabile che stiamo vivendo, e che è appena all'inizio). Non possiamo illuderci di ottenere risultati migliori dei suoi. Quindi, come dire, visto che stiamo comunque andando contro un muro, io tanta fretta non ce l'avrei...

Terza morale della favola. Ichino, che tanto ti interessa. Dai proceedings del Mountain workshop: a fructibus eorum cognoscetis eos.

18 commenti:

  1. Buongiorno Professore,

    Non riesco a comprendere la natura dell’indebitamento privato verso l’estero. Mi spiego meglio, Lei già ha chiarito il punto, ma ciò che ancora non ho quadrato è come questo indebitamento si crea considerando il fatto che le banche accreditano i c/c con un click di mouse.
    In pratica io vado in banca, chiedo un prestito,e questa, una volta accertate le mie garanzie mi accredita i soldi.
    DOMANDA : La banca quei soldi li deve raccogliere all’estero (come lei ha già spiegato) oppure lo fa sulla base proporzionale delle proprie riserve bancarie?
    In base a quanto letto su FInanzcapitlaismo di Luciano Gallino, uno dei problemi delle crisi bancarie è stata proprio la facilità con cui le banche hanno concesso questi prestiti . Comprendo dunque la crisi bancaria, perché come lei dice se il debitore non paga è il creditore ad essere nei guai. Ma perché debito privato verso l’estero?

    Grazie

    Scipione

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    1. Sono sinceramente curioso di sapere dove il prof. Gallino, del quale ho già apprezzato il simpatico catastrofismo di maniera (totalmente infondato nella teoria economica), compri i suoi mouse. Se ce lo dice, forse anche noi potremmo "con un clic del mouse" diventare tutti più ricchi.

      In attesa di un post sull'economia ornitologica (perché qui fra polli e paperi cominciano a farmeli un po' girare), posso suggerirti intanto di rileggerti i post sulla Grecia (primo e secondo). L'intuizione è che se in un paese ci si indebita è perché non si risparmia (spesso perché non si riesce a risparmiare), e quindi quando si va in banca il risparmio che ci si trova non viene dal paese stesso (dove non ce n'è, altrimenti non ci si indebiterebbe), ma dagli altri. Leggi o rileggi, poi torniamo sul punto. Non è difficile. Praticamente quello che mi stai chiedendo è perché se non sei Bill Gates quando compri un appartamento chiedi un mutuo alla banca (la banca, per te, è l'estero, se non hai il mouse di Gallino). E la risposta quindi la sai. Devi solo trasportare il ragionamento su scala nazionale.

      E se Gallino ti dice dove compra i mouse, scrivimelo in privato.

      (ma perché la gente non fa quello che sa fare, se sa fare qualcosa? E non mi riferisco a te, ovviamente...)

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  2. Sull'austerità espansiva ci sarebbe sempre il redivivo Boldrin: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/05/meglio-draghi-hollande/219598/
    Attenzione al passaggio omodosso: "la crescita economica può venire solo da riforme strutturali che aumentino la produttività e favoriscano la concorrenza e che, soprattutto, facciano della spesa pubblica una fonte di servizi produttivi efficienti e non di redistribuzione, inefficienza, acquisto del consenso, parassitismo, corruzione. Tutte cose banali che, ripeto, Mario Draghi andava scrivendo da anni, in italiano, nelle sue relazioni da Governatore." Sono ossessionati dalla spesa pubblica i liberisti, attenzione al passaggio prima che cerca di spiegare perché dovremmo fare austerity, ovviamente sempre col solito ritornello della spesa pubblica: "Perché, come tutti sappiamo, i due grandi paesi europei che si trovano oggi in seria recessione sono l’Italia e la Spagna, ossia i due con il maggiore, non il minore, deficit pubblico. Perché, come tutti sappiamo, il deficit pubblico italiano è stato ampiamente negativo e la sua spesa pubblica è aumentata in ognuno degli ultimi, dieci, venti, trenta… anni e questo continuo e persistente aumento della spesa e del debito non ha condotto ad alcuna, miracolosa, grande crescita economica, ma esattamente al suo contrario. Perché, come tutti sappiamo ma amiamo scordare, i paesi del Nord Europa che non soffrono della recessione ma anzi crescono (non solo la Germania, ma anche la Svezia e altri) i tagli alla spesa pubblica li han fatti in tempo utile (la Svezia, per dire, ha tagliato quasi 17 punti percentuali di Pil di spesa pubblica in vent’anni e cresce a ritmi che noi non vediamo dall’inizio degli anni 70!) e agiscono oggi per mantenere il loro deficit sotto controllo." Notare, che si dimentica di dire che la Svezia è fuori dalla zona Euro. E meno male che non ha un paper in economia internazionale se questo è il livello di analisi degli ammerikani... Comunque, volevo chiederle prof se ci fosse qualche paper di economisti seri che dimostri che l'austerity possa portare alla crescita in situazione di recessione. Utilissimo il lavoro che fa per noi.

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  3. Profe, a proposito di un paese (es. l'Italia) che si indebita perché il privato non riesce a risparmiare, sarebbe interessante vedere la situazione del risparmio in Italia come sia andata calando e restringendosi a partire dall'introduzione dell'euro e, magari, in particolare dal 2007-2008. Questo me lo dicono le mie tasche, ma le mie tasche hanno esperienze empiriche, non macroeconomiche
    (O no?)

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  4. "che poi sarebbe la stessa cosa, per chi ci crede, o giù di lì: non l'ho mai capito bene, ma quella è una delle tante cose fatte apposta per non essere capite come i moltiplicatori negativi, l'austerità espansiva e i concorsi a punti dei supermercati: servono a fidelizzare il cliente"

    hehe! Fideizzare il cliente mi mancava! bella!

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    1. Ma sai, il principio è sempre quello che ci spiega Keynes quando parla degli economisti pre-Keynesiani (quelli che vedi a Ballarò): "That it reached conclusions quite different from what the ordinary uninstructed person would expect [tipo che se sei uno sei pure trino, o che se tagli la spesa la genta ha più soldi], added, I suppose, to its intellectual prestige." E naturalmente il babbaleo si fidelizza a quello che a lui sembra un grande intellettuale...

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  5. un effetto dell'indebitamento con l'estero, anzi con i nostri "compatrioti" alemanni:

    http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1768757&codiciTestate=1&sez=hgiornali&testo&titolo=Lemme+lemme+la+Germania+si+sta+acquistando+la+Sicilia#

    non so se l'IMU è stata pensata apposta per questo, ma certo aiuta, visto che chi ci comanda non mi è ancora chiaro se "è stato" o se "è ancora" consulente di una nota banca d'affari.

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  6. Ahk! Gli orrenti depiti!!! (licenza poetica alla Sturmtruppen)

    http://www.repubblica.it/esteri/2012/05/10/news/bce_lavoro_pil-34828685/?ref=HREC1-4

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  7. piano piano, la verità viene a galla

    http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/7346/

    caro professore, dica la verità, l'articolo l'ha scritto lei?

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    1. No, un articolo così chiaro potrebbe scriverlo solo istwine. Noto con piacere che anche il Manifesto è tornato ad avere fame e sete di giustizia, anziché di mancette pubbliche. Non so se è perché ha capito di non aver più nulla da perdere (compreso l'onore), o perché il vento sta cambiando. Avete sentito ieri Ida Magli dalla Palombelli? E non dico di quello che ha detto la Magli, dico dell'acquiescenza della Palombelli...

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    2. me la sono persa. Grazie al mio primogenito, le poche volte che accendo la televisione è per guardare i cartoni animati (che ultimamente trovo più intelligenti ed interessanti del resto...). Ma c'è sempre youtube! Devo preventivamente prendere un'aspirina?

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    3. Ma infatti appena ho tempo stampo la vostra discussione, me la leggo, e la mando a qualche collega. Aiutiamo chi è rimasto indietro...

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    4. sono finalmente (!) riuscito ad ascoltare il podcast di Ida Magli. Trovo interessante come da un punto di vista non interno all'analisi economica, Ida Magli sia arrivata alle stesse conclusioni sull'insostenibilità dell'euro. Il punto che condivido di più è proprio quello sull'ignoranza dei banchieri: Magli ha espresso molto bene quello che è un sentimento comune inespresso, e cioè l'appiattimento dell'esistenza umana alla semplice sfera economica, nel senso più basso del termine: voler ignorare la storia dei popoli, cancellandola, per ridurre l'esistenza ad una semplice variabile economica. Mi pare anche di capire da esterno al dibattito scientifico applicato all'economia che il grande confine tra keynesiani e omodossi sia nel fatto che i primi adattano le loro teorie alla realtà misurata (metodo scientifico) i secondi obbligano la realtà, cioè le vite delle persone, ad uniformarsi alle loro teorie elaborate a tavolino applicando una forma di eugenetica secondo la quale è degno di sopravvivere solo chi è conforme al modello mentre gli altri (siano essi esseri umani o nazioni) sono invece destinati a scomparire. Da questo punto di vista sono molto più simili ai fedeli ad una dottrina teologica che a scienziati.

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. Ho ascoltato ora la trasmissione in podcast: Ida Magli grande, la Palombelli ne ha tacitamente sottoscritto ogni affermazione. Notevole.

    Qui un articolo del FT "Bundesbank signals softening on inflation":

    http://www.ft.com/intl/cms/s/0/54fa4006-99ed-11e1-accb-00144feabdc0.html#axzz1uSWV4Khg

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  10. ho letto l' articolo del manifesto, ma non sono d'accordo nella parte in cui si legge che "Le date indicano chiaramente la perdita di credibilità internazionale di Berlusconi, per cui nel 2011 crolliamo da paese creditore a paese indebitato, contemporaneamente al peggioramento drammatico dello spread.".
    io seguendo le lezioni del prof. avevo invece capito che l' indebitamento fosse dovuto ad altri fattori che poco hanno a che fare con berlusconi.
    idem per l'aumento dello spread.

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    1. Ma sai, io sono d'accordo con te, cioè con me, ma bisogna anche considerare, nel valutare l'articolo, da dove proviene: da un organo dove di economia non se ne sa molto, e ci si attiene all'atteggiamento "tattico" che consiste nello scaricare tutte le responsabilità sull'avversario politico. Al netto di questo, per lo meno parlano di un problema. Certo, oggi lo spread è sopra 400, e il brillante autore non saprebbe spiegarci perché...

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    2. diciamo che si tratta di un riflesso pavloviano non ancora del tutto esaurito....

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