sabato 18 febbraio 2017

Il debito (che ti) pubblico

Poc'anzi, su Twitter, commentando gli ultimi exploit della piccola vedetta lombarda, rosa d'invidia per il successo di questo blog, e perché tutte le interlocuzioni politiche che ha con tanta alacrità cercato si sono rivelate fallimentari, mi sono reso conto di non avervi mai raccontato uno dei più gustosi fra i tanti aneddoti che sei anni di dibattito mi hanno consegnato.

Un fardello a volte un po' pesante, che condivido con voi, senza fare nomi (perché io sono il piccolo scrivano fiorentino, non la piccola vedetta lombarda), dato che ritengo essenziale farvi capire qual è il modus operandi dei volenterosi carnefici dell'euro: tutte brave persone, ma con una lieve torsione nel loro codice etico.

Quale?

Ve lo dico subito.

Dunque: il de cujus, che fa parte su Twitter della compagnia di giro degli Scacciavillani, dei Giannino, e di equipollenti economisti, pur avendo uno standing accademico molto superiore (con un h-index che è il doppio del mio, e presto capirete perché...), aveva fatto un bello studio sulla relazione fra dimensioni del debito pubblico e crisi economiche, dimostrandone la sostanziale inconsistenza (che per voi non è un segreto), e mettendo in evidenza i rischi della finanza privata. Lo studio mi era piaciuto, e siccome a quei tempi ci parlavo e a me piace poter fare un complimento sincero a un collega, gli chiedevo dove lo stesse pubblicando. Risposta:

Siamo stati rigettati piu' o meno da tutti i top journal[...]. E' abbastanza frustrante, soprattutto perche' il piu' delle volte la motivazione e' che il "topic is not of general interest" (!!!) o che i risultati non sono sufficientemente innovativi[...]. Al solito, c'e' una certa distanza tra l'accademia e la relata', che stando qui noto ancora di piu'.

(nota: "qui" era una prestigiosa istituzione internazionale...)

Ecco, parliamone...

Io, per dire, a un top journal non ho mai nemmeno mandato un paper (anche se ho pubblicato su Energy Policy che come ranking sta eventualmente un filo sopra ad alcuni di essi... ma è "di field", e quindi meno considerata, per quello strano ossimoro che fa sì che nel mondo dell'iperspecializzazione all'ammeregana vieni considerato di più se scrivi su riviste specialistiche generaliste - cioè: American Economic Review va bene, ma Energy Policy no...). Il motivo è semplice, ed è lo stesso per il quale non mi spreco a inviare a Repubblica una confutazione delle sciocchezze scritte oggi da Taddei (peraltro, tutte già ampiamente confutate in questo blog), e lo stesso che il mio ex amico evidenziava: la distanza fra l'accademia e la realtà, ovvero il fatto che chi cerca di portare nel dibattito (scientifico o mediatico) temi rilevanti viene "rigettato".

Se avessi mandato ad American Economic Review quella che ad oggi è l'unica spiegazione coerente coi fatti del declino dell'economia italiana, me l'avrebbe respinta, esattamente come Aghion (l'economista di Macron) ha respinto questo nostro paper, nonostante i fatti abbiano dimostrato che quanto meno esso aveva previsto in modo accurato il fenomeno che intendeva descrivere (per rendervene conto, andate a vedere cosa è successo in Vietnam da quando è stata pubblicata la versione working paper...): ma siccome il modello era post-keynesiano, la rivista top lo ha semplicemente desk rejected, non ritenendolo degno di passare per un referee (e l'editor di JPKE ci ha messo due anni a esprimersi...).

Ora, dopo aver guardato il bicchiere mezzo pieno (almeno oggi è passato di moda dar fuoco a chi non la pensa come te... ma se andasse al potere la piccola vedetta lombarda, non escluderei che ci facesse un pensierino!), voglio però sottolineare un punto. Forse un economista, ma diciamo, allargando l'obiettivo, un uomo, dovrebbe avere un obiettivo un pochino più ampio dei top journal. Certo, se gli parli di debito privato i top journal non ti pubblicano (per ora), e magari l'ANVUR ti valuta zero per rappresaglia i lavori che ne parlano (soprattutto ora che i loro amici sono stati costretti ad ammettere che avevano torto!), ma nella vita non ci sono solo i top journal.

Forse c'è una cosa che sfugge a certi miei colleghi, anche bravi. Siamo passati dal publish or perish al publish and perish: I publish (rubbish) and (you) perish.

Lo scollamento dell'accademia dalla realtà non è una cosa irrilevante. È un ingranaggio cruciale nella macchina delle fake news. Io non riesco più a prendermela con i giornalisti (limitandomi a non toccarli nemmeno con uno stecco) per le scemenze che dicono, quando vedo che personaggi nei quali loro hanno tutti il diritto e i motivi di avere la massima fiducia si esprimono in modo tanto impreciso. Pubblicare pattume conformista solo per far carriera poteva andare benissimo quando la nostra professione era irrilevante in termini di crescita sociale e civile di una nazione. Ma oggi le menzogne di certi economisti, lo stravolgimento della realtà fattuale, i riferimenti partigiani, incompleti e inattuali a teorie o studi economici datati, stanno avvelenando i pozzi della democrazia. Le imprese muoiono perché c'è qualcuno che si è divertito a raccontare che i moltiplicatori erano negativi, e che quindi tagliando redditi l'economia sarebbe cresciuta, quando gli studi che avvaloravano questa astrusa tesi si basavano su un sistematico e intenzionale travisamento della realtà (come dimostra, nel caso del Canada, questo studio di un collega parigino, che offro ai francofoni del blog).

Insomma: questa gente che ci racconta che paesi che hanno svalutato del 20% e fischia sono ripartiti "perché hanno fatto austerità" non può sottrarsi alla responsabilità morale e politica di aver mentito, ma soprattutto i loro allievi più giovani e bravi, come il de cujus, quello che ora uggiola nella muta di Scacciavillani, loro, dovrebbero prendere atto che se l'accademia è scollata dalla realtà, la colpa è anche loro, del loro conformismo, del loro desiderio di entrare nei "salotti buoni" accademici, della loro generale, assoluta e irredimibile mancanza di attributi.

Insomma: si parla ancora e solo di debito pubblico, nell'accademia e a ricasco nel dibattito, anche e soprattutto perché è il debito (che ti) pubblico se sono un editor di un top journal.

Resta il fatto che i top journal sono letti solo dai top economists, mentre i bottom journal sono letti (spesso) anche da chi ha problemi da risolvere. Ed è soprattutto questo che ai nostri amici comincia ad incutere qualche timore: sanno che presto saranno sorpassati, e non possono accettare che una vita passata a s'offrire possa essere così beffardamente ripagata dalla SStoria.

Me ne spiace per loro, ma non posso farci niente. Se si arriverà a una risoluzione violenta del conflitto in atto è anche e soprattutto in conseguenza della loro rinuncia a svolgere in modo minimamente spassionato ed equanime il loro ruolo di intellettuali. Il rischio di gravi perturbazioni dell'ordine democratico cresce ogni giorno di più (come dimostrano i tentativi di legge bavaglio), e in generale cresce ogni giorno di più il rischio che si arrivi alla violenza, al sangue, per la feroce determinazione del potere e dei suoi giullari di non riconoscere quello che la limpida razionalità economica aveva tanto chiaramente enunciato: una sola moneta per paesi diversi porta fatalmente al conflitto.

Peraltro, qui vediamo un'altra radice del male. I miei colleghi non sono solo dei Cuor di Coniglio, incapaci di prendere posizione contro l'ortodossia dalla quale dipendono le loro carriere, anche quando sanno che essa emette messaggi fuorvianti: sono anche piuttosto ignoranti. Che l'euro avrebbe portato ad un aumento di conflitti, e che quindi fosse tutt'altro che una garanzia contro un conflitto intra-europeo (cioè, in definitiva, che esisteva un serio rischio che l'euro portasse a spargimento di sangue) non è certo una mia idea: è stato argomentato in sedi prestigiose da un economista top ten. Il fatto che la piccola vedetta lombarda mi stia stalkerando citando una mia frase in cui ricordavo questa analisi (ed invitavo i miei colleghi a farsi una piccola iniezione di testosterone, ed esporsi, invece di continuare a sussurrarmi all'orecchio o nell'email che sono d'accordo con me...) dimostra solo che lo spessore etico di certi personaggi è commisurato all'estensione della loro cultura economica. Per un economista, soprattutto se "ortodosso", non conoscere Feldstein non è esattamente un ottimo biglietto da visita.

Ma, e qui la chiudo veramente, oltre al conformismo e all'ignoranza il male ha una terza radice: l'ambizione politica. Se e quando rileggerete questo blog con calma, vedrete che tutti quelli che sono entrati inutilmente, sterilmente, tendenziosamente in polemica con noi avevano una cosa in comune: il bisogno di compiacere il potente (ma anche l'impotente) di turno per soddisfare la propria ambizione di essere parte attiva del processo politico (vuoi come rappresentante dei cittadini, vuoi come "consigliere" del "principe").

Conformismo, ignoranza, ambizione...

Lasciamo dietro di noi questo miserando spettacolo, e prepariamoci alle vere sfide che ci attendono. Nervi saldi, e non rispondete alle provocazioni, come non faccio io, sapendo meglio di voi chi ho di fronte.

88 commenti:

  1. Mai consiglio fu più importante di:
    "Carini e coccolosi"
    Così difficile quanto efficace di questi tempi.

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    1. Vero, però poi uno legge un ex-CGIL, rifondarolo, professore di diritto del lavoro in prestigiosa università che dice che la Fornero ha avviato un processo virtuoso che ha, quindi, abbattuto il contenzioso sui licenziamenti e portato a 700.000 assunzioni e sale il sangue alla testa ed i buoni propositi di coccolisità vacillano.

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    2. Per fortuna noi tra poco ci riapproprieremo della realtà, lui verrà con nostro sommo dispiacere sepolto dalla SStoria.

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    3. @ Guido
      Io non ho potuto fare a meno di notare che una nutrita schiera (quasi tutti i più noti) di sindacalisti, ex-operai, militanti del PCI, hanno calorosamente abbracciato le idee liberiste di cui portano avanti, senza vergona alcuna, i principi di distruzione dei diritti del lavoro ed anche il crudele e spietato accanimento verso i diritti sociali indispensabili, siano pensioni o cure mediche, per questi individui bisogna livellare tutto verso il peggio.

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    4. I "compagni" sono dei conformisti...dove l'avevo letta? Aspe':

      "Se si può dire che un anarchico ha le sue idee politiche, allora io sono un anarcoide. Non avrei mai potuto essere un fascista. Ma capii allora che anche il comunismo, sia pure annacquato come quello di casa nostra, che poco aveva a che fare con quello di stile sovietico, non faceva per me. Troppi soloni che predicavano bene e razzolavano male. E poi mi ero convinto che la vera politica fosse l'arte di coinvolgere le masse in qualche cosa di giusto. Ero uno studente e frequentavo altri studenti. Spesso ho sondato il terreno per cercare di capire".
      Come quel pomeriggio in piazza Duomo. Sul palco, Capanna. "Chiesi a due o tre tipi bardati con l'eskimo di ordinanza, ma che stavano parlando di figa e di dove sarebbero andati a divertirsi la sera: "Ragazzi, ma che ha detto Capanna?". Mi risposero in modo confuso: "Non sappiamo, però lui ha ragione. È uno di noi". Mi allontanai pensando: "Sperem de no". Erano gli stessi che incontravo la sera in San Babila e che frequentavano l'Harris Bar. Che arrivavano al comizio lasciando la Duetto posteggiata a una certa distanza, preoccupandosi di mimetizzare giacche inappuntabili e sgargianti sotto sdruciti eskimo. Be', se questo era fare politica, molto meglio essere ladro e non essere tenuto a indossare un indumento che mi faceva schifo. Avessero almeno portato un abito di Caraceni". R. Vallanzasca, C. Bonini; Il fiore del male, pag 56.

      Si son fatti sorpassare a sinistra pure dal bel Rene'...

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  2. Fortuna che non sono un economista. Leggere oggi alcuni tweet dava il voltastomaco. Poeti, santi, navigatori, e ora anche economisti. Immagino o credo di immaginare quale possa essere il tuo stato d'animo. Per quanto mi riguarda veleggio tra la disperazione, la paura, lo schifo. Sono schifato dal livello del dibattito e dal tenore umano dei protagonisti.
    Già siamo in guerra anche se ancora non scorre il sangue. Ma il mio timore più grande è che la vittoria, certa, arriverà tra talmente tanto tempo che sarà sostanzialmente indistinguibile dalla sconfitta.

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  3. Io il soggetto lo definerei "la piccola vendetta lombarda":
    in fondo per lui è solo un modo per sentirsi meglio, porello...

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    1. Ecco che cosa si perde a non essere subito sul pezzo come me, ieri, perché vendetta lombarda mi è solo venuto in mente poco fa e ora lo trovo scritto.

      Son giorni di lentezza e debolezza, tutto risolvibile, ma appunto molto mi sfugge.

      Colgo l'occasione per un saluto a @Luigi, che ricordo volentieri.

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    2. Ciao Adriana, spero tutto bene. Ricambio il saluto e mi taccio, che questo non è il mio blog 😉.
      Io sono dell'idea che solo l'ironia sia la risposta giusta per certi personaggini. Per gente come MoscoWC (copyright @GrecOfficial) invece ci vorrà qualcosa di più incisivo...

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    3. La parola "vendetta" ha una sua nobiltà. Non mi sembra appropriata al caso.

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  4. Leggerò il posto con calma, ma ci tengo a dire che a piccola "piccola vendetta lombarda" mi sono ribaltato dalla sedia. Ric è veramente il protagonista indiscusso della "linea comica" (Boris docet) del dibattito economico nostrano.

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    1. Rimarranno nella storia i suoi celebri tweet sulla correlazione matematica che riprendevano in chiave moderna la celebre frase: "Gesù è morto de freddo!"

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    2. La linea comica è affollatissima: Becchetti, Piga,Tutta la Bocconi.Ma i cosiddetti giornalisti nostrani sono insuperabili: su tutti Polito. Un vero divertissement.

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    3. La comicità più irresistibile è quella involontaria.

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  5. La verità rende liberi, non solo chi la pronuncia, ma anche chi l'ascolta. In questo postmoderno "noiseworld" , risuona limpida anche per chi l'orecchio musicale non l'ha mai avuto.

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  6. WSJ: The Federal Reserve is dominated by academics who don’t know how finance and the economy really work https://www.wsj.com/articles/former-fed-staffer-says-central-bank-is-under-the-thumb-of-academics-1486551600?mod=e2twcb

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  7. Ah, ma ho capito chi è Ric...però scusate, almeno Oscar Giannino è simpatico! A me ha sempre messo allegria sia vederlo che sentirlo, mentre il de cujus è solamente fastidioso. Se sul piano dello spettacolo non c'è confronto, anche sulla presunta conigliaggine eccepisco a favore di Giannino. Prima del referendum ascoltai su Radio24 un'intervista a Renzi in cui Giannino, dopo tutto quello che gli è successo, poverino, fece delle domande di cui nessun altro giornalista avrebbe avuto il coraggio. Leggendo tra le righe dei tweet, mi pare invece di capire che il piccolo Ric abbia paura persino delle coccole del Prof Bagnai.

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  8. Dopo qualche anno che quotidianamente leggo Alberto sono diventato una bestia.Non riesco più a parlare con coloro che SENTO intellettualmente disonesti ed arroganti. La SStoria è dalla nostra parte, ma la temo: credo che tutte le grosse difficoltà della mia vita le ho vissute perchè ho sistematicamente trascurato la codardia dei miei simili. Adesso li vedo quasi tutti così, per quello che sono. E quello sbagliato ero io. Non ho desiderio di rivalsa. Vorrei in loro solo più coraggio. Ma so che non è possibile. Spero di avere il coraggio
    di prenderne atto. Ma la solitudine è quasi insopportabile.
    Sarai ginnico Prof. nei confronti della realtà, ma hai fatto e stai facendo un lavoro sottile. Anche l' attività fisica può essere sottile, fatta in soggiorno anche solo 15 minuti al dì.
    Adatta a tutti. In pratica una meditazione ginnica. Almeno si è sicuri di meditare. Che Dio ti benedica.
    https://www.google.it/search?q=roma+iyengar+yoga&oq=roma+yengar&aqs=chrome.1.69i57j0l3.23886j0j4&client=ms-android-samsung&sourceid=chrome-mobile&ie=UTF-8&sesinv=1&authuser=0

    Dopo qualche lezione sei, nei limiti, già autonomo per stare bene.

    Pirreviù: http://iyengaryogamilano.it/2016/09/15/tra-scienza-e-iyengar-yoga/

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    1. @ERIK BABINI

      Spesso mi son trovata sola, e non sempre avendo ragione: avevo visto sbagliato me e altri.
      Ci ho rimesso sul lavoro - per fortuna, non il lavoro, e anche altrove tout court.

      Metti che a volte non sia stata in grado di compiutamente spiegarmi e talvolta l'abbia evitato, ma quando ho fatto e detto quel che dovevo, a volte è andata e a volte no.
      Certo c'é la vie.

      Ciò non toglie sia stanca e indebolita.
      Sto dietro giorno per giorno pazientemente, a cominciare da che-cosa-devo-dire-a-chi-e-fare, sul risparmio forze, e poi vedrò.

      La tua città non è esattamente sulla mia strada, ma il nuovo (da tempo) museo Morandi e lo studio di via Fondazza una volta o l'altra vengo a vederli.
      Buona domenica a tutti.

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    2. @ Eric bambini io ad oggi non riesco più ad guardare trasmissioni nelle quali ci siano Parenzo Geremicca O gli iniuslavoristi, mi inquieto troppo e quindi mi perdo per colpa loro anche il prof o Borghi.

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    3. @ERIK
      La solitudine nasce da un concetto errato della compagnia, poiché spesso si ricerca la seconda per semplice tema della prima (può mai essere davvero sincera una ricerca simile?): pertanto quando la prima falla il timore della successiva si fa mordente nel suo evidente emergere. Chi persegue la realtà s’accorge con frequenza che la verità della solitudine soppianti la falsità di molta compagnia; non è motivo per invocarne l’avvento, ma così succede. Col tempo accade che una sincera solitudine sostenga meglio d’una mediocre e menzognera compagnia; del resto, non che vi sia troppa scelta da potersi fare e l’una cosa, se vera, non esclude l’altra se altrettanto vera (Dhammapada, 61: “Se non trovi compagni che abbiano viaggiato almeno quanto te è meglio camminare solo che accompagnarsi a chi è esitante”, e 328: “Se trovi un compagno sincero che coltiva integrità e saggezza supererai tutti i pericoli in gioiosa e affettuosa compagnia”).
      A mero titolo di paradigma, e a prescindere da quanto assenso s’accordi alle loro esposizioni, pochi si prendono la briga di provare a comprendere, oltre alle medesime, come piuttosto poterono sentirsi in vita quei soggetti come furono Nietzsche o Kierkegaard, ma anche Eraclito ed ovviamente altri (dei quali s’impiega la filosofia ad uso e consumo proprio, salvo derubricarne poi la vita secondo le categorie morali, umorali, o di salute mentale proprie alla consuetudine del tempo in atto – Francesco d’Assisi e Teresa d’Avila avrebbero “sofferto” di allucinazioni e disturbi psichici della personalità…); e pur vale per gli stessi Gautama, prima dell’illuminazione, e Gesù Cristo nel Getsemani.
      Quanto venga lasciato solo e preso non troppo sul serio anche l’autore del qui presente blog – seppur con poche eccezioni significative -, ben sappiamo.
      Perciò non mi abbandono all’infarcirti dei soliti sproloqui sentimentalistici che il galateo dell’iperglicemia sottende; non posso né voglio dirti nulla che ti sia di semplice conforto, né tu lo richiedi o ne abbisogni; pratichi yoga, mi par d’intendere con certa dedizione e serietà: illuminalo secondo le indicazioni sottili di Patanjali e Shankara, e senza lasciarlo languire in un mero esercizio psicofisico, procedi come puoi. Ma già lo sai piuttosto bene (accanto al proprio interlocutore, si parla spesso anche per se stessi – rarissimi momenti in cui si sfiora l’intimità reale sovraindividuale).
      Buon viaggio dunque.

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    4. Chiedo scusa: nel precedente intervento è da leggersi "pertanto quando la seconda falla il timore della successiva si fa mordente nel suo evidente emergere", e non come erroneamente scritto ("quando la prima").
      L'encefalo biologico inizia a richiedere indietro il prestito.

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  9. “Essere re è tanto, che egli non esiste che per questo. Questo bagliore esterno che lo circonda, lo nasconde e ce lo sottrae; la nostra vista si offusca e vi si perde, essendo abbagliata e assorbita da questa forte luce. Il senato decretò il premio di eloquenza a Tiberio; egli lo rifiutò, non ritenendo di potersi sentire onorato da un giudizio così poco libero, quand’anche fosse stato sincero. Come si cede loro ogni superiorità nell’onore, così si incoraggiano e si giustificano i difetti e i vizi che essi hanno, non solo con l’approvazione, ma anche con l’imitazione. Tutti quelli del seguito di Alessandro tenevano come lui la testa inclinata da un lato. E gli adulatori di Dionigi si urtavano fra loro in sua presenza, cozzavano e rovesciavano quello che capitava loro fra i piedi, per dire che avevano la vista corta come lui. Anche le ernie hanno servito talvolta di raccomandazione e di favore. Ho visto affettare la sordità; e poiché il sovrano odiava sua moglie, Plutarco ha visto i cortigiani ripudiare le loro, che amavano. E quel che è più, si è vista in onore la lussuria ed ogni dissolutezza; come pure la slealtà, le bestemmie, la crudeltà; e così l’eresia; e così la superstizione, l’irreligiosità, la mollezza, e peggio, se c’è di peggio: con un esempio ancor più pericoloso di quello degli adulatori di Mitridate, i quali, poiché il loro signore pretendeva all’onore di buon medico, gli portavano a incidere e cauterizzare le loro membra: infatti questi altri sopportano che si cauterizzi la loro anima, parte più delicata e più nobile.” (Michel De Montaigne, “Saggi”, Libro III, cap. VII)

    Rivisto e rivissuto.

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  10. Flassbeck:Infatti, se non sono le imprese a tramutare i risparmi delle famiglie in investimenti, chi altro dovrebbe – nel mondo dei neo-classici – assumersi questo compito? Lo Stato, per carità!, non può farlo, poiché il suo indebitarsi viene da loro dichiarato un tabù assoluto. Allora resta solo l’estero quale debitore. Ma questa, logicamente, non è una soluzione per il mondo preso nel suo insieme. Proprio a questo punto la teoria neo-classica fa bancarotta, poiché, chi non riesce a spiegare come – a livello globale – si giunga alla trasformazione del risparmio in investimento, non è in grado di spiegare proprio nulla.

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  11. OT a metà: Jacques Sapir scrive un post assolutamente esilarante su un giornalista di Le Monde che aveva inserito Russeurope in una lista di siti che diffondono notizie non sufficientemente affidabili e verificate.

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  12. Carini e coccolosi.
    Ora più che mai, ora che la paura che esploda il calderone li porta ad esporsi in maniera così stupidamente evidente, visto l'evolversi della situazione, per non ammettere il torto.
    Sono disperati perché continuano a mentire nonostante le evidenze, non sanno come uscirne.
    Lasciamoli fare, s'incartano da soli.
    Mi fanno pena, mi fanno rabbia.
    Maledetti idioti.

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    1. E, a causa del prof, non potranno neanche rifugiarsi nel classico "Chi avrebbe potuto dirlo? Chi avrebbe potuto prevederlo?"
      Per questo stanno dando fuori.
      Purtroppo, non è divertente.

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    2. "A causa del prof..."
      È strano come una causa vista dalla parte degli ultimi sembri un merito.
      Non gli va giù, non gliela perdonano.
      Continuano a sostenere lo status quo con personaggi spendibili e motivazioni ridicole, trite e ritrite, naturalmente senza alcuna prova.
      Sono disperati, all'angolo.
      No, non è divertente, siamo in pericolo.

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    3. Esatto. A una o più bestie ferite non è saggio tagliare le vie di fuga. Ma ormai è fatta. Dopo sei anni, se anche lo volessi, mi sarebbe impossibile nascondervi che chi difende l'euro o è un cialtrone o è un venduto. Sapete quali testi lo dimostrano e chi e quando li ha scritti. I cialtroni, peraltro, a me fanno un po' pena: gli crollerà il mondo addosso e non sapranno perché, quando sarebbe bastato fare quello che dicevano di aver fatto: leggere l'American Economic Review!

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  13. Tunisia (Hammamet), Kenya (Malindi), Oman... come dire: la spiaggia di Hampstead... del resto anche in Elysium, dove credendosi furbi si costruiscono addirittura un paradiso artificiale in orbita, non riescono a sfangarla... forse dovrebbero dare retta a Elon Musk e offrirsi volontari per l'esodo su Marte... perché a un certo punto, come ben sottolinea Samuel Lee Jackson....
    Ezekiel 25:17. "The path of the righteous man is beset on all sides by the inequities of the selfish and the tyranny of evil men. Blessed is he who, in the name of charity and good will, shepherds the weak through the valley of the darkness. For he is truly his brother's keeper and the finder of lost children. And I will strike down upon thee with great vengeance and furious anger those who attempt to poison and destroy my brothers. And you will know I am the Lord when I lay my vengeance upon you."

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  14. ah professor Bagnai, come vorrei aver il tempo di tradurre questo articolo in inglese e mandarlo a un mio ex professore di master. Questo prof pubblica tantissimo in materia energetica/ambientale, con temi spesso cosi' tanto in linea col major donor della sua bellissima universita' ungherese, finanziata da un tristemente famoso miliardario.
    non le dico quando pubblica le sue ideone in materia economica (l'ue e' il meglio del meglio, chi non la pensa cosi' e' ignorante razzista e stupido) o tema di rifugio (accogliamoli tutti o siamo dei nazisti).
    Un saluto

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    1. Ma tu perche' perdi tempo con uno del genere? Quando cambiera' il vento dei finanziamenti cambiera' le sue certezze. Tutto il resto (per lui) non conta.

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  15. Leggendo il post, ho pensato subito al Goofycompleanno di qualche anno fa, al quale partecipò anche il protagonista dell'aneddoto, accolto dal padrone di casa e da tutti i partecipanti all'evento con la simpatia, l'attenzione e il rispetto dovuti ad un economista invitato ad esporre dialetticamente una tesi comunque alternativa. Sembra passato un secolo. Fa davvero impressione constatare come quella simpatia, quell'attenzione e quel rispetto siano ora ricambiati con un diluvio di cinguettii a dir poco stonati e fuori luogo. Non posso nemmeno immaginare il dispiacere e la delusione del professor Bagnai, al quale va tutta la mia solidarietà.

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    1. Ora, però, non esageriamo. Il protagonista dell'aneddoto è un altro (non vi dirò chi). Anche in un aneddoto, il povero Ric non riesce ad andare oltre il ruolo di deuteragonista.

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    2. Ho frainteso in buona fede e comunque mi scuso con Lei e con l'economista citato per l'erronea attribuzione di ruolo.

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  16. “Se la stupidità non assomigliasse tanto al progresso, al talento, alla speranza o al miglioramento, nessuno vorrebbe essere stupido...In stridente contrasto con la stupidità autentica sta quella pretenziosa. Non è tanto
    mancanza di intelligenza, quanto il suo venir meno, quando si impegna in prestazioni che non sono alla sua portata. Può avere tutte le peggiori qualità dell’intelletto debole,
    con in più quelle derivanti da un’indole non equilibrata, immatura e incostante, in breve malsana. Poiché non esiste l’indole “normale”, nella deviazione dalla sanità si esprime, a dire il vero, l’insufficiente cooperazione tra unilateralità del sentimento, da una parte, e incapacità dell’intelletto a dominarla, dall’altra. Questa superiore stupidità è la vera malattia della formazione culturale (Bildung)"
    Robert Musil, "Della stupidità", conferenza del 1937. Gratis qui: http://www.sciacchitano.it/Alle%20soglie%20del%20sito/Sulla%20stupidit%C3%A0.pdf

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  17. Buonasera Professore, avrei una domanda da porle. Premetto che non conosco affatto il mondo accademico e anche avendo letto i precedenti post sull’iter di pubblicazione dei papers, non sono riuscito a soddisfare questa mia curiosità. Essere coautore (giovane) di economisti con un h-index molto piu elevato del proprio, quanto giova al proprio “standing accademico”. Cioè, Il giovane economista può raggiungere un numero di citazioni e un h-index che vanno al di la dei propri meriti? Grazie per la cortesia.

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    1. Le citazioni vanno al paper, non all'autore, quindi se sei con uno bravo (o che ha una rete potente) può benissimo darsi che tu riceva in tributo di attenzione che non ti spetta. Tuttavia, in un team qualcuno deve lavorare, e sinceramente non saprei farti esempi di inetti presi in carico sine die da team validi. D'altra parte, se uno non funziona (in qualsiasi modo) lo scaricano, e il suo h-index resta fermo. Il problema esiste, ma è più profondo e complesso: risiede nella definizione fascista di "bravo economista", che è un po' diversa da quella di Keynes.

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    2. Grazie per le precisazioni e per aver soddisfatto la mia curiosita :-)

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  18. "... rosa d'invidia per il successo di questo blog, e perché tutte le interlocuzioni politiche che ha con tanta alacrità cercato si sono rivelate fallimentari ..." : Riccardo Cuor di Peone

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  19. Qualcuno pensa che dato che le esportazioni vanno bene, l' euro non è il problema,

    La semplice conclusione di politica economica, per la massima parte delle nazioni, è che se esse desiderano crescere più velocemente allora devono innanzitutto spostare verso l’alto il vincolo sulla domanda posto dalla bilancia dei pagamenti.
    Innalzare il tasso di crescita della capacità produttiva (migliorando la produttività, ad esempio) senza essere capaci di innalzare il tasso di crescita della domanda a causa del vincolo posto dalla bilancia dei pagamenti condurrà solo a un aumento della disoccupazione.
    Se invece il tasso di crescita corrispondente con l’equilibrio della bilancia dei pagamenti può essere innalzato, rendendo più attraenti le esportazioni e riducendo l’elasticità della domanda per le importazioni al reddito [nazionale], la domanda può essere aumentata senza causare delle difficoltà con la bilancia dei pagamenti; e, entro certi limiti, la domanda può generare la sua stessa offerta incoraggiando gli investimenti, assorbendo la sotto-occupazione, incrementando la crescita della produttività, e così via.
    In questo modo, la spiegazione delle differenze dei tassi di crescita deve innanzitutto basarsi sulle differenze dei tassi di crescita della domanda, e il maggiore vincolo sul tasso di crescita della domanda per la massima parte dei paesi è la bilancia dei pagamenti.
    Il nostro modello e l’evidenza empirica danno un forte supporto ai sostenitori della crescita guidata dalle esportazioni.

    Il problema più profondo consiste nei motivi per i quali il tasso di crescita corrispondente con l’equilibrio della bilancia dei pagamenti è diverso per i diversi paesi.
    Questi motivi devono essere innanzitutto posti in relazione con le caratteristiche dei beni prodotti da un paese che determinano l’elasticità della domanda per le esportazioni del paese al reddito [mondiale] e la propensione del paese ad importare.
    Per le nazioni con un basso tasso di crescita delle esportazioni, combinato con una elasticità della domanda per le importazioni al reddito [nazionale] relativamente alta, il messaggio è semplice: i beni prodotti dal paese sono poco attraenti in termini relativi sia all’interno che all’estero.
    In questo studio ci siamo concentrati sulle differenze tra i tassi di crescita dei paesi sviluppati.
    L’argomento probabilmente ha una rilevanza ancora maggiore per le nazioni in via di sviluppo.

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    1. Mi sono sempre chiesto, senza in verità approfondire, l'effetto della proprietà immobiliare sulla domanda interna: ad esempio, "'a rata der mutuooo" a me costerà sempre meno, a differenza dell'affitto che avrà più o meno sempre lo stesso costo reale. Ergo, un Paese in cui larga parte della popolazione è proprietaria di immobili, dovrebbe avere un maggior reddito disponibile da destinare a consumi e dunque ad importazioni.

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    2. L'affitto viene tagliato oggi anche del 30/40% per evitare che l'inquilino smetta di pagare e vada via. Potrei farti diversi esempi; la banca che impone il taglio dopo aver concentrato le attività in una sola sede, il dentista che avevs ottenuto già uno sconto del 30% e che va via, la giovane coppia che paga quando può, il pizzaiolo amico del locatario che non paga per mesi e poi paga quello che può, etc. tutti casi reali. Si comprende quindi che la domanda è una pia illusione su questo comparto. Sui mutui bisognerebbe aprire un discorso ampio, dico solo che sono preoccupato perchè molti mutui ma anche prestiti al consumo e su cessione deò V•, vengono erogati da banche estere, in particolare c'è anche DB.

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    3. La rata del mutuo potrà anche scendere, ma le tasse e la manutenzione ordinaria e straordinaria, che il proprietario che vive nella proprietà si sobbarca, no.

      E se la casa l'hai ereditata o te l'hanno comprata i tuoi genitori insieme ai genitori del tuo/a sposo/a, capace che hai una casa, ma comunque non il reddito disponibile.

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    4. Sì? Le rate dei mutui scendono? In termini reali? Avete esempi?

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    5. A proposito di rate di mutuo, vi racconto una storia. Un caro amico comprò un immobile di circa 1000 mq in una provincia laziale, nel 2007, si sobbarcò un mutuo trentennale di 5000 euro mese e ci fece un ristorante, pizzeria, acquistando anche le attrezzature, ed un forno rotativo legna/elettrico da 15 pizze contemporaneamente. Fino al 2011, riuscì a ricavarne guadagni sufficienti per pagare tutte le spese e pagare regolarmente il mutuo. Dal 2012, la situazione si fece man mano sempre più difficile e soprattutto l' immobile, sebbene tenuto perfettamente, anzi migliorato, si deprezzò al punto di valere la metà, col mutuo che restava a 5000 euro, un valore ovviamente non più congruo, siè salvato ma ha dovuto vendere un paio di immobili residenziali e ridurre il valore di quel mutuo alla metà. A lui è andata bene, ma a molti altri come lui è andata male.
      Sapete di cosa sono sicuro e gliel' ho anche detto in qualche raid su twitter, a gente carnefice dell' economia italiana? Le loro pippe mentali di economisti fasulli e falsari che si guardano l' ombelico, purtroppo per loro, si scontrano con la dura realtà della gente ed hai voglia a dire che non è l' euro il problema. La gente conosce la semplice economia dei loro conti in tasca, e questi conti sono pessimi e peggiorano e ciò è chiaro come il sole!

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    6. No, in termini reali ovviamente no, in particolare in deflazione, visto che le banche non pagano il mutuante (ma tanto era una domanda retorica...)

      Però la rata nominale di quello che aveva preso un mutuo a tasso variabile al 7% è scesa, relativamente, ed uno potrebbe sperare sul wealth effect.

      Solo che, di nuovo, ci deve essere una wealth di base. Ovvero, per avere reddito disponibile bisogna intanto avere un reddito.

      Il che è quello che mi spaventa sulla patrimoniale che, quasi sicuramente, verrà: quando chiedi alla gente 15.000 euro perchè ha una casa da 300.000 e presumi che abbiano redditi confacenti, ed invece nella casa, comprata dai rispettivi genitori, ci sono due precari con prole (minima) che 15.000 cash da darti col ciufolo che ce l'hanno... le cose non finiscono bene per nessuno.

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    7. Scende. Ma non riesco a pagarla...
      Che famo?

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    8. Guido pensa che grazie all'euro e UE tra un po' i genitori italiani non esisteranno più concettualmente e sostanzialmente. visto che figli non ne possiamo, fa' me compreso, ammesso che ciò che scrivi sia sensato non mi preoccuperei di ereditare una casetta dell'ikea premontata. Just humour

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  20. Purtroppo la reazione alla scienza impersonata dagli "esperti" non vale solo per l'economia ma anche per altre discipline ad esempio quelle fisico-matematiche. L'esplosione di riviste "predatorie" ormai caratterizza sempre di più l'ambito della vita scientifica. In alcuni settori "critici" per il loro impatto politico-economico ha poi raggiunto il parossismo. Mi riferisco alla Climatologia in cui gli attacchi acquistano una funzione strumentale ad un certo tipo di politica energetica. Non sono esperto di medicina e biologia ma mi sembra che anche lì l'andazzo non si dei migliori.

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    1. Lo Stato e' il piu' equilibrato finanziatore delle Scienze, soprattutto in caso di guerra! Le aziende private fanno danni anche in caso di guerra, facendosi concorrenza a spese dei combattenti. Progresso e profitto possono andar d'accordo? Non mi sembra, in massima parte si vedono solo progressi estetici.

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  21. Professore, l'articolo di Mingardi su Greenspan (sole24ore del 12 febbraio) mi ricorda molto il suo post del 23 agosto 2015 sui bassi tassi di interesse. Non mi dirà che lei che è un austriaco mascherato?

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    1. No. Però ti dico che vengo copiato spesso (in questo caso non so: non capendo perché la gente legga giornali di economia sull'orlo del fallimento, evito di seguirne l'esempio. Tu non hai paura che ti portino sfiga?).

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  22. Ho appena visto il film 'lettere da Berlino'. Diciamo che un tempo vedevo i film sulla seconda guerra mondiale e sulla propaganda nazista con maggior distacco.

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  23. Anche sui merdia mainstream sta iniziando a trapelare qualche sussulto di verità:

    http://www.lastampa.it/2017/02/20/esteri/nella-grecia-ostaggio-della-crisi-fra-ospedali-al-collasso-e-miseria-MyExPRAWlBrVtkvNT9QWSM/pagina.html

    Nella Grecia ostaggio della crisi, fra ospedali al collasso e miseria
    Malgrado i due salvataggi della Ue, il Paese ristagna: stipendi da fame, carenza di liquidità e disoccupazione. Il premier Tsipras: “Basta sacrifici”

    Non perdetevi questo articolo, con tanto di grafico (temo veritiero) sull'andamento del debito pubblico greco negli ultimi 10 anni.

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    1. Però si sono dimenticati, e sono sicuro si sia trattato di una svista, di scrivere anche due sole righe sul debito privato. Le cause della crisi, per loro, sono sempre e solo queste:

      "IL PIU’ GRANDE PRESTITO

      Di questa tragedia si conosce bene l’inizio, e non va mai dimenticato. Anni di scelte politiche sciagurate, posti pubblici regalati a pioggia, armatori tenuti al riparo da ogni legge, l’enorme evasione fiscale. Anni di conti falsificati, all’epoca dell’allora primo ministro Konstatinos Karamanlis. La Grecia ha ricevuto il più grande prestito internazionale della Storia: in tutto 110 miliardi di euro. Lo ha ricevuto anche da Paesi dell’Unione più poveri."

      Una cosa è un sussulto di verità, un'altra cosa è sfruttare fatti reali per perpetrare una menzogna.

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    2. Quello che dici è vero: il passaggio infame sul debito pubblico e il silenzio su quello privato è da manuale...

      Proviamo però a vedere il bicchiere mezzo pieno:

      1)hanno pubblicato il grafico sull'andamento del debito pubblico per legittimare la politica di lacrime e sangue imposta ai poveri Greci, ma nel contempo si sono anche dati la zappa sui piedi perché dimostra ancora una volta che l'austerità non migliora la situazione ma la peggiora;

      2) inizia finalmente a trapelare anche sul mainstream che cosa vuol dire, sulla pelle della gente, il più grande successo dell'euro: fino a poco tempo fa questo argomento era tabù.

      Io ho letto l'articolo, nonostante le sue menzogne implicite ed esplicite, come l'apertura di una falla nel muro: Roma non fu disfatta in un giorno, per cui andiamo avanti coi carri che il resto verrà.

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    3. Oggi cè stato il question time in Parlamento e il ministro dell'Economia e finanze, Pier Carlo Padoan, ha risposto ad interrogazioni sulla posizione assunta dal Governo nell'ambito della recente riunione del Board del Fondo monetario internazionale in relazione alla situazione economica della Grecia
      http://www.raiparlamento.rai.it//RaiParlamento/pub/pagina.jsp?idProgramma=1067075&idArticolo=1070929

      stranamente il video me lo fa vedere solo una volta e basta!

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  24. Capirai, io ancora non so chi è Aristide, e me sto a fa' vecchio....e ho scoperto da poco che l'economista che raccolse l'indecente "Fogno" era Cesaratto

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    1. Chi è Aristide? Hai presente la differenza fra Superman e Clark Kent o fra Zorro e Don Diego?

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  25. OT
    Balance sheets effects of a euro break-up
    http://www.ofce.sciences-po.fr/blog/balance-sheets-effects-of-a-euro-break-up/

    Italia paese meno a rischio in caso di addio all’euro
    http://www.wallstreetitalia.com/italia-paese-meno-a-rischio-in-caso-di-addio-alleuro/

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    1. Cose dette qui eoni or sono. Stai facendo pubblicità o fai solo rima?

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    2. Mi scusi Prof mi spiace potevo farne a meno.

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  26. Crisi pd: mai fatto parte di un partito ma se una forza di sinistra si abbandona al liberismo come spera di andare avanti? E poi mi piacerebbe sapere: verso dove...?

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  27. Non riesco più a leggere tweet e fake news di regime con annesse dichiarazioni fuorvianti senza pensare incessantemente alla bandiera della Jamaica

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    1. La bandiera della Giamaica la hanno issata google & co..
      Se sei fuori dal coro tentano di tagliano i ricavi della pubblicità.

      http://www.infowars.com/bombshell-major-ad-agency-suspends-infowars-over-support-for-trump/

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  28. Una chicca del ministro delle finanze bavarese:

    BERLINO / BRUXELLES (Reuters) - Il ministro delle Finanze bavarese Markus Söder (CSU) ha legato il pagamento di ulteriori pagamenti degli aiuti per la Grecia all'imposizione di condizioni. Il politico CSU ha detto al quotidiano "Bild" (Lunedi), ulteriori miliardi dovrebbe essere pagati solo se Atene attua tutte le riforme. Ma anche in questo caso, si deve solo dare un aiuto contro pegni ", in forma di denaro contante, oro o immobili"

    Qui il link completo

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    1. Il simpatico bavarese ha dimenticato la deportazione per il lavoro coatto, i figli in ostaggio, l'oro dai denti dei morti ecc. ecc.

      Ma la "C" di CSU non sta per "Cristiani"?

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  29. http://www.economia.unisalento.it/c/document_library/get_file?uuid=5fa048a9-34c2-4747-8339-abccbfbdf009&groupId=840491

    Ma è possibile che nell'università di Lecce invitino ancora personaggi che indicano il debito pubblico come il problema più grande da risolvere?

    Siccome assisterò alla presentazione del libro di Cottarelli avete doomande da proporre?

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    1. Vorrei chiedergli come mai i paesi che più hanno tagliato la spesa pubblica (o moderato) pro/capite tra 2007 e 2015, hanno avuto il più alto incremento di debito pubblico sul PIL nello stesso periodo.
      In eurozona l'effetto è stato amplificato.
      Viceversa è accaduto che chi ha aumentato la spesa, ha avuto minori incrementi di debito pubblico sul pil.

      Esempi:

      Grecia - 1,86k $ deb.+75%

      Spagna + 0,02k $ deb.+65%

      Irlan. - 0,54k $ deb.+74%


      Uk - 0,03k $ deb.+48%

      Svezia + 2,41k $ deb.+ 6%


      DK + 3,44k $ deb.+13%


      Germ. + 2,80k $ deb.+ 9%


      Italia + 0,86k $ deb. +30%

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  30. http://www.affaritaliani.it/politica/euro-sondaggio-tonfo-dei-favorevoli-a-restare-nella-moneta-unica-i-dati-465486.html

    :)

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  31. i nostri intellettuali hanno pensato di risolvere il problema della crescita economica con AUSTERITA' ESPANSIVA.
    Geniale, propongo di risolvere il problema della fame nel mondo con DIGIUNO NUTRIENTE.
    Attendo premio nobel.

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    1. Geniale, ma già lo hanno scoperto alcuni santoni indiani.

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    2. E tagliare un anno di scuola per avere una formazione migliore? Anche questa niente male.

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    3. Dopo aver letto "austerità espansiva" mi è subito tornato in mente Luttazzi che in "bollito misto con mostarda" prendeva per il culo Follini e il "federalismo che unisce".

      <>

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  32. Risposte
    1. È che quando il barile degli argomenti lievemente fuorvianti è prossimo all'esaurimento, l'utilità marginale del raschiamento del fondo di quest'ultimo decresce più rapidamente di quella del raschiamento delle pareti.

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  33. Purtroppo abbiamo a che fare con idioti di questo tipo:

    Sono élite e me ne vanto - http://www.pagina99.it/2017/02/12/sono-elite-e-me-ne-vanto/

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    Risposte
    1. Mai lette tante minchiate liberal-progressiste in un colpo solo (ben capirei se il titolo accennasse all'orgoglio d'essere "étile" - ed è un tutto dire poiché sono ormai pressoché astemio da vent'anni); l'eredità socratico-platonica misconosciuta in una pochezza umana e intellettuale (ed anche lo stordimento dell'autrice, rinsavita per un attimo, lo definisce correttamente "intellettualismo") davvero disarmante, che attribuisce la conferma alla definizione della Piddinitas più volte ripetuta dal Prof.
      La reggia di Versailles, al confronto, era la sede del club dei Giacobini.
      Se questo è intendere l’intellettualità e la competenza, viene spontaneo il replicare lo scambio di battute tra spettatore e tecnico alle luci, che Fellini pone nel teatrino del suo film “Roma”:
      “A’ Pericle! A’ Pericle!”
      “Ninno, che vvoi?”
      “Vattela a pijà ‘nder c**ulo! Ahahahaha..!!!”

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  34. Ti chiedo scusa professore, non funziona il primo collegamento ipertestuale, 'leggende metropolitane

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