giovedì 5 gennaio 2017

Rivalutare l'euro: io non sono un economista ma...

Ho sentito il dibattito su Radio3 di oggi. Quando ha iniziato a parlare tal Ferrera ho pensato "Ma questo ci tiene a premettere di non essere un economista e poi centra tutto il suo discorso pro Euro su argomenti prettamente economici? Mah, è come dire non so di cosa sto parlando ma voglio dire la mia lo stesso! Spero glielo facciano notare". Poi c'è stata la tua replica, e ho sorriso.

Se posso avrei tre domande: 
1) capisco bene che gli USA vogliono un euro più forte per vendere i loro prodotti sul mercato europeo, e che quindi non sono contenti che l'europa (leggi Germania) non rivaluti? Se ho capito bene sorge la domanda
 
2) Che strumenti di pressione hanno gli USA sulla Germania per ottenere una rivalutazione dell'euro?

3) Se ce la fanno vorrà dire che in Europa per recuperare la competitività perduta in seguito a rivalutazione si dovranno svalutare ancora di più i salari o mi sbaglio?

Ciao e grazie

Massimo

---
Massimo Turatto PhD
Professor
Center for Mind/Brain Sciences (CIMeC)
University of Trento




Credo che la risposta sia molto semplice. Gli USA già con Obama hanno esperito tutte le possibili strade aperte alla moral suasion: prima hanno inserito la Germania nella lista dei paesi manipolatori di valute, poi hanno fatto scoppiare una serie di scandali tirando fuori segreti di Pulcinella vari assortiti (da VW a DB), poi hanno fatto parlare il partigiano Joe, ma la Germagna gnente: sta lì, convinta (come lo erano tutti i miei interlocutori odierni) che chi esporta è bravo, e che quindi al mondo tutti dobbiamo essere esportatori netti.

Verso dove?

Non si sa, ma il punto è che dobbiamo essere tutti sopra la media, come competitività, e quindi sotto la media, come prezzo. Il prezzo medio di un chilo di qualcosa è 3 euro? Dobbiamo tutti esportare, e quindi dobbiamo tutti produrlo a 2.5 euro al chilo.

Sì, c'è un problema, lo so. Ma i tedeschi non lo sanno.

Ecco, forse il problema del professor Ferrera, se posso, non è tanto di "non sapere l'economia ma" volerne parlare ricorrendo all'auctoritas di persone che questa auctoritas non hanno (come ha dimostrato Mario Nuti sul Manifesto e come ho puntualizzato io sul Fatto Quotidiano, smontando i loro scenari bufala quando ancora non si parlava di debunking), quanto il fatto di non rendersi conto che la media fra 3 e 2 non può essere 1 (vi risparmio la dimostrazione). Il professor Ferrera potrebbe allora dirmi di "non essere nemmeno un matematico quindi", e allora io resterei sconsolato a constatare che i politologi non hanno ancora voluto prendere in considerazione una cosa che sta sul libro di mio figlio (nel triennio delle superiori), cioè la relazione fra mercantilismo e imperialismo.

Un naturalista che non riconoscesse un elefante quando lo incontra avrebbe la mia solidarietà, nel senso che lo accompagnerei da un oculista. Ma una volta accertato di aver rimediato ad eventuali deficit percettivi (e su questi Massimo ci è stato maestro), fermo restando il rispetto che si deve a tutte le persone e a tutte le opinioni, tenderei a non prenderlo in considerazione qualora mi trovassi a decidere se l'animale che ho davanti è un cobra o un cerbiatto.

Lo stesso vale per un politologo che non riconoscesse, quando lo incontra, un progetto imperialista sul quale molti suoi colleghi hanno seri e motivati dubbi, e si baloccasse con l'idea che un progetto difeso con le unghie e coi denti dalla grande finanza internazionale sia stato concepito a beneficio degli umiliati e offesi...

Sed de hoc satis.

Il professore mi era sembrato persona equilibrata: difendere l'euro in nome dei redditi della povera gente mentre il paese è distrutto dalla deflazione necessaria per riportarci in surplus non collima esattamente con questa mia impressione. Devo ammettere di essermi sbagliato, elaboro il lutto e tiro avanti.

Tornando al punto, con le buone gli USA ci hanno provato, ed era ovviamente loro interesse tentare prima questa strada perché, come ho chiarito svariate volte, è chiaro che l'uscita avrà costi anche e soprattutto per il Nord, e che il sistema finanziario statunitense è così legato a quello tedesco da voler rinviare il redde rationem, nel quale ci sarebbero costi anche per le banche USA. Ancora più importanti sono i risvolti politici. Diciamo i "democratici" non vedevano un particolare interesse nel far scoppiare un disastro prima delle elezioni USA, né ora credo nessuno lo veda nel farlo scoppiare prima delle elezioni francesi. Poi ci sono quelle tedesche (prima ci saranno state quelle olandesi) e a quel punto sai come si fa a far rivalutare l'euro dei tedeschi? Lo si fa ridiventare il marco! Molto dipende, naturalmente, da come andranno le cosa in Francia.

Ma anche su questo stiamo lavorando: c'è tanto da studiare, per chi desideri farlo con umiltà ed onestà intellettuale.

Se le cose andranno così, questo vorrà dire, ovviamente, che i tedeschi non potranno più esportare deflazione salariale. Il loro surplus commerciale si tradurrà in un apprezzamento della loro valuta, e non nella necessità per i loro "competitori che però sono anche compagni di squadra" (ben strano ruolo) di svalutare i propri salari. Si tratta insomma del meccanismo che Meade auspicava nel 1957 (sessanta anni or sono) e che ho descritto a p. 389 de "Il tramonto dell'euro": non impedire ai tedeschi di rivalutare. Naturalmente molto dipende da come la cosa verrà gestita, e anche su questo il mio testo del 2012 è piuttosto esplicito. Chi non lo ha voluto leggere con onestà intellettuale, sproloquiando di uscita a sinistra, ha regalato al capitale cinque anni di tempo per fare il porco comodo suo, anni che il capitale ha usato per tagliare le pensioni, fare il Jobs Act, ecc. Fra questi non c'è il professor Ferrera, che però occorrerebbe riflettesse sul fatto che la sua giusta preoccupazione per i deboli è un pochino fuori tempo massimo: bisognava preoccuparsene prima che arrivasse Monti...

Ovviamente ci saranno anche dei problemi di transizione: ad esempio, nell'imminenza del botto il dollaro diventerà un bene rifugio e quindi, invece di deprezzarsi per la rivalutazione attesa del marco, tenderà ad apprezzarsi perché visto come un safe haven.

Questo è come la vedo io, tenendo presente che sarebbe meglio avere un governo amico di Trump piuttosto che nemico della Merkel, per il semplice motivo che in ogni caso Trump e Merkel (o chi per lei) devono mettersi d'accordo per spartirsi i costi dell'operazione, e i tedeschi vogliono le nostre case e il nostro oro, come hanno chiarito a più riprese.

Perdonatemi se non metto molti link, ma vado veramente per uno. Quando saprete perché mi perdonerete se per una volta non ho potuto essere la vostra segretaria.



(...a proposito: spettacolare Daveri che liquida il "dividendo dell'euro"! I tassi ora sono scesi a causa di tendenze globali, non della moneta unica! Stranamente è quello che noi abbiamo sempre detto, perché era scritto nella letteratura scientifica. Ma il suo discorso richiede un commento più approfondito: ora devo occuparmi di altre persone che lui stesso non esiterebbe a riconoscere come meritevoli di più immediata attenzione. Con immutata stima...)

64 commenti:

  1. Se l'Euro cesserà cosa ne sarà dei saldi Target2 delle singole Banche Centrali Nazionali ?
    Come verranno regolati ?
    Saldi a Ottobre 2016:
    Germania: +694093
    Italia: -362320
    Fonte: www.eurocrisismonitor.com

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La vedo brutta (per i crucchi)...

      Elimina
    2. 700 miliardi = 40% del loro debito (70% -> 100% del PIL)
      360 miliardi = 15% del nostro debito (130% -> 110% del PIL)

      Saremmo praticamente pari :)

      E quindi potremmo pure chiederne 200 di miliardi al MEF, invece dei nostri 60. Ovviamente per "fare le riforme strutturali". Con un 10% del PIL lo vedi che riformone che vengono ;)

      Tanto poi, liberi tutti (no?).

      Elimina
    3. correzione lapsus: MEF -> MES=troika :)

      Elimina
  2. Mi sono ascoltato il podcast...mi sembra di capire che questa storia delle bufale web e delle postverità ci abbia restituito er cavaliere nero in versione "no mercy" e quindi mo' so' cazzi! Peraltro la citazione dell'Orlando Furioso a inizio trasmissione avrebbe dovuto mettere in guardia i malcapitati ospiti e il già atterrito conduttore del massacro che stava per compiersi.

    RispondiElimina
  3. Bello avere capito per tempo .
    Si' perche ' le forze del Capitale e quindi dell'informazione " Ufficiale " sono predominanti , ma sapere di essere dalla parte giusta da' un'energia speciale , un'energia che ti fa' andare avanti ,avanti anche se perdi compagni del tempo libero con i quali non ti senti piu' in armonia nel condivedere un bicchiere di vino e un boccone di cibo , ti andrebbe di traverso sentendo per l'ennesima volta che la COLPA e delle nostre tare genetiche , del nostro essere italani...
    E dire che come dice Lei Professore basterebbe unire i puntini...

    RispondiElimina
  4. Riguardo i gazzettieri riporto un aneddoto trovato in rete:
    un discorso che risale ben al 25 settembre 1880 direi più che attuale. Lo pronunciò John Swinton, un giornalista allora celebre (ed ora dimenticato) che allora era redattore-capo del New York Times, durante un banchetto a New York. Gli astanti, a tavola, gli chiesero di fare un brindisi in onore della Libertà di Stampa.

    John Swinton si alzò, e col calice in mano cominciò: “"In America, in questo periodo della storia del mondo, una stampa indipendente non esiste. Lo sapete voi e lo so pure io. Non c'è nessuno di voi che oserebbe scrivere le proprie vere opinioni, e già sapete anticipatamente che se lo faceste esse non verrebbero mai pubblicate. Io sono pagato un tanto alla settimana per tenere le mie opinioni oneste fuori dal giornale col quale ho rapporti. Altri di voi sono pagati in modo simile per cose simili, e chi di voi fosse così pazzo da scrivere opinioni oneste, si ritroverebbe subito per strada a cercarsi un altro lavoro. Se io permettessi alle mie vere opinioni di apparire su un numero del mio giornale, prima di ventiquattr'ore la mia occupazione sarebbe liquidata.
    Il lavoro del giornalista è quello di distruggere la verità, di mentire spudoratamente, di corrompere, di diffamare, di scodinzolare ai piedi della ricchezza, e di vendere il proprio paese e la sua gente per il suo pane quotidiano. Lo sapete voi e lo so pure io. E allora, che pazzia è mai questa di brindare a una stampa indipendente?
    Noi siamo gli arnesi e i vassalli di uomini ricchi che stanno dietro le quinte. Noi siamo dei burattini, loro tirano i fili e noi balliamo. I nostri talenti, le nostre possibilità, le nostre vite, sono tutto proprietà di altri. Noi siamo delle prostitute intellettuali."

    [Fonte: Richard O. Boyer e Herbert M. Morais, Labor's Untold Story, United Electrical, Radio & Machine Workers of America, NY, 1955/1979]

    RispondiElimina
  5. Se abbandonare l'€ costava 80miliardi di € ora il dott. Puglisi ha aggiunto all'anno , ma dal suo punto di vista ha ragione , se fossi come lui seguace indefesso della stabilità monetaria direi le stesse parole , suona strano però che uno che dice testuale frase ' insegnate a Borghi e Bagnai che se si mettono i blocchi ci perdono tutti ' e lui blocca il valore della moneta , ora la solita frase , io non sono proprio un economista ma... se ho capito bene il ciclo della moneta in generale , più blocchi il suo valore e più avvantaggi chi ne ha , vecchio proverbio di saggezza popolare , soldo fa soldo e me.. fa me... , certo è che negli anni hanno scolarizzato bene e il mi cuggino , che guidava i camion e non sapeva proprio nulla di economia , quando diceva che il denaro avrebbe dovuto avere una scadenza , se lo usavi bene altrimenti scadeva e non avevi più nulla , utopia certamente ma era un camionista e non un professore universitario che dice esattamente la cosa a rovescio , se è utopica la data di scadenza , penso proprio che lo sia anche la stabilità assoluta : manco l'oro ha questa proprietà divina o sbaglio ?

    RispondiElimina
  6. @Joseph Sezzinger

    Con tanta tanta TANTA vaselina e un approccio carino e coccoloso

    RispondiElimina
  7. Ho sentito e risentito il dibattito su Radio 3. La prima parte (il dibattito vero e proprio) ha visto, tutto sommato, la vittoria del fatti e dei dati scientifici economici (Bagnai; solo in parte Daveri) sull'opinione dell'immancabile "non sono un economista ma..."(Ferrera), nonostante il conduttore abbia voluto concedere comunque a quest'ultimo l'ultima parola. La seconda parte (intervista a Fubini) è stata invece imbarazzante, non tanto e non solo per la solita narrazione pro-euro che ormai fa acqua da tutte le parti, ma per il fatto che Fubini, a differenza di Ferrera, non abbia sentito, proprio ora che è stata dichiarata guerra senza frontiere alla "post-verità", il dovere professionale di incominciare il suo intervento avvertendo gli ascoltatori - che non sono affatto tenuti a conoscerne il curriuculum vitae - di non essere anche un economista, così da consentire a quelli meno avveduti di poter distinguere i fatti e i dati scientifici, illustrati nella prima parte della trasmissione, dalle mere opinioni di un giornalista, che valgono come tali e come tali vanno trattate.

    RispondiElimina
  8. Qui il Fronte (linea del Trasimeno o linea Albert) passò nel 1944. I nonni, soprattutto durante le Feste di Natale, ci raccontavano davanti al camino di quei tragici momenti, infarcendo il racconto anche di episodi buffi o grotteschi per renderlo meno crudo per noi ragazzi, ma ricordando in ogni secondo delle loro narrazione, con le stesse espressioni del viso, l'orrore della guerra. Vi furono qui intorno tragedie assolute, che costarono la vita a tante persone (vedi gli eccidi, come a Civitella in Val di Chiana, San Pancrazio, San Polo, Falzano e tanti altri "minori") ma anche tragedie di altra natura e non per questo meno drammatiche (se non altro perché portarono - anche queste - all'uccisione di persone innocenti, ovvero di chi semplicemente proteggeva le proprie misere cose): mi riferisco alla depredazione dei beni da parte delle truppe tedesche in ritirata. Corsi e ricorsi storici.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Paradossale, ma fino a un certo punto, è il fatto che in quei frangenti si potesse almeno guardare negli occhi il proprio uccisore oppure, riempita un bottiglia di benzina, provare almeno a mettere fuori combattimento un blindato: il sipario sarebbe calato egualmente, ma in modo meno asettico di ora.

      Elimina
  9. In effetti ieri Giannino appariva alquanto imbarazzato... "interessante" oggi la mossa di Obama di spostare forze militari in "zona Ucraina"...

    RispondiElimina
  10. Il tacito patto tra USA e Germania che sta all'origine della UE diceva: in Europa, agli USA la primazia politica, alla Germania la primazia economica. Gli USA accettano i costi economici del mercantilismo tedesco, la Germania accetta i costi politici della rinuncia a uno stabile rapporto di alleanza con la Russia.
    Da più di cento anni, infatti, la "Grande Strategia" dei dirigenti dell'anglosfera è volta a prevenire un'alleanza tra Germania e Russia, cioè il consolidarsi di una direzione politica comune della "Isola Mondo", secondo la suggestiva definizione di Sir Halford Mackinder, proposta per la prima volta alla Royal Geographic Society nel 1904.
    « Chi controlla l’Est Europa comanda l’Heartland: chi controlla l’Heartland comanda l’Isola-Mondo: chi controlla l’Isola-Mondo comanda il mondo ». Così Mackinder nel suo "Democratic Ideals and Reality".

    La violenta opposizione a Trump si spiega anche così, con il timore che una distensione tra USA e Russia apra una finestra di opportunità per un riavvicinamento tra Russia e Germania, una ipotesi inaccettabile per le direzioni anglo (inaccettabile = ci si fanno le guerre mondiali).
    Il problema politico europeo più importante, grave e ricorrente è la Germania unita. Nel suo "Le conseguenze politiche della pace" (1920), Jacques Bainville prevedeva con esattezza in che modo sarebbe scoppiata la IIGM, e riconduceva il conflitto a venire all'errore politico più grave del Trattato di Versailles: conservare l'unità politica del Reich tedesco, invece di ricondurlo alla situazione pre-1870.
    Se davvero Trump riuscirà a mettere in opera la distensione con la Russia, e se la Russia riuscirà a dare sufficienti garanzie di non perseguire una politica di alleanza con la Germania, l'UE avrà i giorni contati, perchè sarà revocato il patto originario USA/Germania. Si riaprirà però,per tutti gli Stati europei, un periodo di "grande politica", in cui ridefinire tutti gli equilibri e le alleanze.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio come sempre per come arricchisci il blog con le tue riflessioni. Aggiungo un dettaglio "triviale" (direbbe un economista), cioè banale (direbbe un italiano): quando questa concettualizzazione dell'"isola mondo" nasce, la Cina contava per pochi punti del Pil mondiale, grazie alla sapiente politica britannica (guerre dell'oppio ecc.) e a fattori endogeni. Ancora nel 1978, il Pil cinese era equivalente a quello del Nord Italia. Ora le cose stanno in modo diverso, e ho come la sensazione che la linea del fronte si sia spostata. Ho anche la sensazione - ma non sono uno storico quindi - che questo spostamento vada nel senso di rendere più probabile lo scenario sul quale chiudi il tuo intervento. Sicuramente qualche storico ci sta lavorando. Notizie?

      Elimina
    2. L’immutata morale di fondo che se ne ricava, coniugando in loco circostanze e riflessioni riportate da Buffagni con l’affermazione di John Swinton nell’intervento di Marcus (ed ovviamente con le puntualizzazioni dell’anfitrione), è che la multiforme realtà manifestata sia sempre alquanto più complessa del visibile e assai riottosa ad essere ridotta in modo unidirezionale, il che conferma ulteriormente – ce ne fosse ancora stato il bisogno – quanto irresponsabile sia voler ridurre la varianza umana verso l’omologazione d’ogni genere (economico, culturale, comportamentale etc), simulandola per via d’altre componenti: funziona per il tetrapak, ma non per l’essere umano (il che non significa debba essere il mondo un variegato ambiente clownesco lasciato in balia dei propri istinti), sempre che non s’intenda assimilare l’essere umano al tetrapak per semplificarne l’esistenza.
      Conseguenza di una così elevata variabilità è quantomeno il richiedere la presenza d’una costante, pervicace e coltivata buona fede, la quale tuttavia nemmeno in se stessa è garanzia di scongiurare errori (figurarsi allora quando manca…).
      Un precetto del Bushido recitava: “Non ho nemici: i miei nemici sono l’imprudenza”; riecheggia, in altri termini, nel titolo della nota opera del Goya “Il sonno della ragione genera mostri” (pur proponendo il dubbio costante se si abbia, di volta in volta, accesso al solo intelletto passivo, o anche a quello attivo, essendo tale la differenza tra ragione discorsiva e ragione direttamente intuitiva).
      Bisognerebbe dunque, tra le altre cose, arrivare a comprendere, e con sottile pienezza, come anche un danno perpetrato inutilmente ai propri simili, e soprattutto se in modo voluto e consapevole (certo debbo pensare di poter danneggiare, se non altro a scopo difensivo, chi cerca di danneggiarmi, ma non posso vivere pensando soltanto come danneggiare per ricavarne un utile), riveli essere alla lunga anch’esso un’imprudenza che riverbera, prima o dopo, come danno rivolto verso se stessi e il proprio ambiente.

      Elimina
    3. ["...che la linea del fronte si sia spostata..."
      quote from host]
      Io temo, decisamente verso est.
      Dove la pressione è più forte, la diga necessita di più cemento. Tipo, di quello Russo e Americano insieme.
      È sempre l'Espresso, prendere con le molle; magari è una mia suggestione, ma i numeri ci sarebbero tutti. http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2015/09/21/news/siberia-dove-la-russia-diventa-cina-1.230548

      Magari sono scemenze, ma ci ragiono da un po'.
      Un abbraccio, Emilio.

      Elimina
    4. Grazie a te, Alberto, per l'ospitalità generosa e soprattutto per il lavoro prezioso che fai qui e altrove.
      Provo a rispondere, premettendo che non ne so abbastanza per dare una risposta esauriente.
      La Cina non è, tradizionalmente, una potenza espansiva (è centripeta). Nel XV secolo sviluppa una politica marittima: sette grandi spedizioni di esplorazione in Indonesia, Malesia e oceano Indiano. Più che allo scopo di fare profitti, le spedizioni intendono mostrare agli stranieri lo splendore del Celeste Impero. Si tratta di flotte gigantesche, con i vascelli più grandi mai costruiti: giunche altissime a ponti multipli, come accampamenti galleggianti. Nel 1405, la flotta dell'ammiraglio Zheng He conta 317 navi e 28.000 uomini. I cantieri navali funzionano a pieno regime, e tra il 1405 e il 1407 armano circa 1700 navi, la flotta più grande del mondo. Poi però la pressione mongola, che convince l'imperatore a spostare la capitale da Pechino a Nanchino, e l'opposizione dei mandarini, che temono la concorrenza dii marinai e commercianti, portano a una rapida e totale rinuncia alla politica marittima (che, detto per inciso, è la causa principale della povertà cinese). A fine XV secolo, chi costruisce una nave con più di due alberi è passibile di condanna a morte, gli armatori vengono imprigionati, la flotta d'alto mare distrutta. Il primo vascello cinese che solcherà l'Atlantico è del 1851, inviato per partecipare all'Esposizione Mondiale.
      In questi ultimi decenni, la Cina ha dato impulso alla sua Marina da guerra e alla sua Marina commerciale. Da qui alla creazione di una politica marittima cioè espansiva, la strada è lunga e non priva di ostacoli, primi fra tutti il Giappone e gli USA.
      Per quanto sia diversa e maggiore la potenza della Cina rispetto al 1904, non credo che il ruolo chiave della "Isola Mondo" sia mutato. Ragioni: intanto, l'estensione (in confronto, la Cina è molto piccola), che consente una profondità difensiva senza pari, stessa ragione per cui è impossibile conquistare la Russia, finchè la sua dirigenza non perde la volontà di combattere o finchè non la si distrugge con un attacco termonucleare totale. Poi la posizione: chi domina l'Isola Mondo domina anche la Cina, perchè può ambire a dominare anche il Tibet e il Nepal, dai quali scaturiscono i grandi fiumi che irrigano la Cina. E poi perchè la civiltà europea è tuttora la più potente, in termini di creatività scientifica e tecnologica, con una riserva di materie prime come quella russa non teme confronti, e può puntare, in caso di bisogno, all'autarchia economica.
      [segue]

      Elimina
    5. [segue dal post precedente]

      Se quanto precede è vero (e non ne sono sicuro) ne consegue che le linee possibili di una amministrazione USA che voglia la distensione con la Russia saranno più o meno queste.
      1) Scopo della distensione con la Russia è il consolidamento difensivo dell’impero = battuta d’arresto della globalizzazione. L’impero USA è troppo esteso e instabile, e la coesione sociale nella madrepatria a rischio. Come suggerito da Luttwak nel suo bel libro recente “La grande strategia dell’Impero bizantino”, per evitare la disgregazione gli USA devono limitare l’impiego della forza (soprattutto non distruggere gli Stati nemici se non portano una minaccia agli interessi vitali USA, sennò alimentano focolai di disordine e anarchia che rendono incontrollabile lo spazio imperiale), adottare una strategia flessibile prevenendo il sorgere di coalizioni nemiche con il metodo della balance of power, e consolidare il centro imperiale, cioè la nazione americana. Così l’Impero d’Oriente è durato mille anni in mezzo a pericoli tremendi e perdendo un sacco di battaglie. Oggi come oggi, agli USA bastano meno di mille anni, ne bastano cento.
      2) La distensione con la Russia otterrebbe immediatamente un risultato politico di grande valore: dividere Russia e Cina, che la politica delle precedenti amministrazioni ha sciaguratamente costretto ad avvicinarsi.
      3) La distensione con la Russia presenta un rischio molto rilevante, anche se non immediato: favorire la politica eurasiatica russa in direzione dell’Europa, e in particolare della Germania (formazione di una egemonia russo-germanica sullo Heartland).
      4) Per controbilanciare il rischio al punto precedente, penso che la distensione russo-americana dovrà comprendere una accettazione russa dello status quo nell’Europa dell’Est (ex Patto di Varsavia). La ex cintura protettiva dell’URSS dovrebbe diventare zona neutra. La NATO si ritira lentamente dall’Est Europa, la Russia non avanza, e il gruppo di Vysegrad si avvia verso la neutralità (armata, e armata dagli USA con il consenso russo).
      [segue]

      Elimina
    6. [segue dal post precedente]

      5) Il problema è sempre la Germania politicamente unita. Penso che la soluzione accettabile per gli USA sarebbe una Germania politicamente isolata, visto che separarla di nuovo non è possibile.
      6) A controbilanciare il peso della Germania e garantire la stabilità europea, gli USA in via di consolidamento imperiale potrebbero vedere con favore la formazione di una alleanza mediterranea, con l’Italia al centro, che si avviasse verso la neutralità vigile (ben armata): Italia, Austria (già neutrale) + sponda adriatica e sponda africana. Vedrebbero bene, penso, anche una espansione della Francia in Africa (perché ci sono i cinesi) e un allontanamento tra Germania e Francia, pagato con un riavvicinamento tra Francia Russia (si riformerebbe la camicia di forza dei due fronti, occidentale e orientale, che impedisce alla Germania di dare in escandescenze).
      7) Gli USA potrebbero così avviarsi su due direttrici: una espansiva nel Pacifico, una centripeta nel continente americano. Per farlo, sarebbe indispensabile una stabilizzazione dell’Europa, quella che la UE + la NATO non riesce più a dare.
      8) In sostanza: la UE non consegna la merce e/o la merce per cui era stata creata dagli USA (prima articolazione dell’espansione imperiale globalizzante) non serve più; in una fase di consolidamento imperiale USA, la UE + NATO diventa una “liability”, non un “asset”. Se l’Europa, e in particolare la Germania, non mostra ambizioni di alleanza politica con la Russia, agli USA può andar bene che la UE si sciolga, e che la NATO diminuisca il suo peso, avviandosi a sparire.
      9) In un quadro come questo, però, non basta la scioglimento della UE e il ritorno agli Stati nazionali. Questo è solo il primo passo, la pars destruens della riconversione. La pars costruens è la più importante e difficile. Quel che è falso nel campo economico (“ci vuole un grande spazio per sopravvivere e prosperare”) è vero nel campo politico: ci vogliono alleanze e/o confederazioni di Stati nazionali europei per sopravvivere e prosperare. Devono essere abbastanza forti per assicurare in proprio la difesa, e tenersi in equilibrio tra Russia e USA. La vocazione politica dell’Europa diventa quella che fu la vocazione dell’Italia unitaria, quella di media potenza “ago della bilancia” tra le Grandi Potenze. Se ben interpretata, può dare grandi risultati; però è veramente difficile interpretarla bene. Ecco perché dicevo che dopo la UE, si apre una stagione di “grande politica”, per gli Stati europei.
      10) Tutti i punti precedenti dipendono da come riuscirà l’amministrazione Trump a realizzare la politica di consolidamento imperiale e distensione della Russia. Non ne ho la minima idea: non ce l’hanno neanche gli analisti USA, per la verità. Le forze avverse a questa linea politica sono grandi e radicate, le forze favorevoli non si sono ancora chiaramente manifestate, e c’è sempre la possibilità di un rovesciamento della situazione in seguito a fatti imprevedibili come un attentato alla vita di Trump. Secondo me noi europei dovremmo recitare tutti una preghierina, la sera, per la salute e il successo del presidente Trump, che Dio ce lo conservi e gli confermi il “mandato del Cielo”.
      Fine, mi scuso per la lunghezza

      Elimina
    7. Casca a fagi(u)olo!

      http://www.lastampa.it/2017/01/07/esteri/trump-cerca-un-alleato-in-italia-per-rilanciare-la-partnership-con-gli-usa-QTYtmZagBagSkP456CvgYP/pagina.html

      Elimina
    8. Molto interessante questa intervista, Alliv.

      Ho trovato questo video, pubblicato da Franco Bechis il 16 Giugno 2016, dove Guido George Lombardi, le cui dichiarazioni sono riportate nell'articolo de La Stampa sopra riportato, spiegava perché Trump avrebbe vinto le elezioni: Conosco Trump, vincerà grazie al muro. E Hillary....

      È forse il caso di fargli avere una copia de L'Italia può farcela? Visto l'argomento del video (sinistra al caviale, deflazione salariale, sindacati deboli e uso criminoso dell'immigrazione illegale) penso potrebbe apprezzare.

      Elimina
    9. Interessante anche questa lettura che ci arriva dal mai banale zerohedge che fonda la sua conclusione geopolitica sull'analisi degli investimenti attuali e in fieri
      http://www.zerohedge.com/news/2016-10-11/eurasian-century-now-unstoppable

      Elimina
    10. Certo che ci vuole un tempismo..ho appena finito di definire zerohedge "mai banale" che il sullodato blog mi endorsa Grillo...

      Elimina
    11. ...ma infatti non è banale che il blog degli austri-ani abbia avallato Grillo. Pensaci...

      Elimina
    12. Cosa avrebbe in comune la democrazia sociale sancita dalla nostra Costituzione con le modalità di governo —effettive— prevalenti nel continente asiatico? Se è insensato voler ammucchiare in un'unione economico-politica culture diverse, come quelle delle nazioni europee, che senso ha promuovere il concetto di "Eurasia", ammucchiando civiltà così diverse?

      È l'ennesimo facciamocome, anche se con un orientamento diverso da quello a cui siamo abituati. Forse un tentativo di riesumare il concetto di valori asiatici, estendendolo e adattandolo anche all'Europa (notare l'accento sulla «unità spirituale dell’Eurasia»: come se fosse indispensabile rivolgersi a soggetti residenti migliaia di chilometri di distanza da noi per farsi prendere per il culo — non è così, fidatevi: potete farvi prendere per culo comodamente a casa vostra e intendo proprio al vostro domicilio).

      C'è un'enorme differenza fra promuovere la collaborazione internazionale e nuove alleanze fra Stati a sovranità democratica e andarsi a cercare nuovi padroni, sulla spinta di concetti che emergono spontaneamente.

      Veniamo al "non banale" del precedente commento: mi sembra un eufemismo ad uso e consumo dei diversamente sagaci. A me pare invece ovvio constatare che nel M5S la fazione casta-cricca-coruzZione, assolutamente strumentale agli obbiettivi dell'€Uropeismo cripto-austri-ano (cfr. Costituzionalizzare Hayek a propria insaputa...(?)) che vuole ridurre il perimetro dello Stato, ha prevalso perché si voleva che prevalesse (altrimenti non si capisce la presenza degli enza e degli azzo sul blog del capo ortottero).

      Gli altri, se non hanno lasciato fino ad ora il movimento, vengono espulsi o minacciati di espulsione e comunque non sembrano influire granché sull'impostazione economico-politica scelta per il movimento. Ogni tanto viene riesumata la balorda idea di indire un referendum sull'euro, a mo' di feticcio incanta burini, invece di prendere sul tema una posizione inequivocabile.

      Elimina
  11. Ho sentito e risentito il dibattito su Radio 3. Ma il signor Fubini che roba assume per affermare che in caso di uscita dall'€ l'Italia sarà costretta a nazionalizzare il 60% dell'economia???

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma soprattutto, anche se lo stato dovesse nazionalizzare qualche banca o azienda strategica, sarebbe davvero un disastro? Di fatto molte privatizzazioni hanno tolto introiti e/o reso il sistema meno efficente e/o costose alcune merci e servizi.

      Per esempio immagino una telefonia mobile nazionale e statale sarebbe ben più efficente che prendere inculate epiche in roaming, non ci sarebbe il problema di perdere business per mancata copertura da parte di un operatore piuttosto che un altro e via dicendo.

      Questo é solo un esempio a mio avviso lapalissiano, ma penso che potrebbe esserci maggior razionalità in moltissimi altri ambiti senza il culto dei Furbini per la superiorità del privato.

      Elimina
  12. COSA CAMBIEREBBE SE AVESSIMO LA SOVRANITA' MONETARIA ?


    A) SITUAZIONE ATTUALE : Tasse sui redditi e Inps 50% - Tasse indirette sui consumi imponibile + iva 71% tasse totali 88%, 900 MLD € anno. CREAZIONE MONETARIA PUBBLICA ZERO – CREAZIONE MONETARIA PRIVATA BANCARIA 1.800 MLD EURO ANNO.


    B) SOVRANITA’ MONETARIA : "Tasse" sulla creazione monetaria 100% = 1.800 MLD € anno.
    Tasse sulla ricchezza reale prodotta 0% - Abolizione del diritto tributario e degli interessi sul denaro.

    1.800 MLD di creazione monetaria :


    Ai Servizi = 600 MLD
    Alle Pensioni sociali/minime = 400 MLD
    Al Reddito disoccupazione = 100 MLD
    Utili di Stato = -200 MLD
    ----------------------------------------------------
    A prestito 900 MLD in Banca Pubblica a tasso 0%
    Conseguenze


    1) Salari = +70/90% (operaio 2.400€ mese)
    2) Prezzi di beni e servizi = -60/66% (Caffè 0,34 €)
    3) Pensioni Sociali = 1.000 €
    4) Pensioni Minime = 1.500 €
    5) Reddito di disoccupazione 500 € + eventuali spese
    6) Pensioni contributive dal 5°/10° anno X.000 € che vanno
    a sommarsi alla Pensione minima.
    7) Margini di ricavo sui Prezzi di beni e servizi in esportazione, in paesi con prelievo fiscale sul reddito +30/60%, con importi inferiori almeno del 20%.
    8) Obbligo delle aziende, al di sopra di determinati ricavi, ridistribuzione del “surplus” ai dipendenti ed al reinvestimento aziendale, riqualificazione, espansione.

    INFLAZIONE : Se si crea tanta moneta quanta merce si produce, non ci dovrebbe essere ne deflazione ne inflazione ed i prezzi rimangono stabili. Comunque, ogni anno, pagate tutte le spese avanzano 900 MLD di Euro, che il tesoro non è sempre obbligato a generare, se servono li crea altrimenti no, e così può controllare eventuali inflazioni/deflazioni della moneta, oltre ai 200 MLD di utili di stato che rastrella dalla moneta circolante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chiedo l'aiuto degli esperti del blog. Nn ho capito molto

      Elimina
    2. Con tutto il rispetto penso sia un analisi piuttosto dozzinale, é normale non capirci molto. Per esempio io e i colleghi se guadagnassero tutti 2400 euro al mese netti il caffé ve lo faremmo pagare di più, non certo di meno.

      Poi il discorso sulla sovranità monetaria che si fa sul blog verte più sulle asimmetrie a cui il tasso di cambio fisso ci costringe.

      Elimina
    3. Ti faccio una proiezzzzzione. Se passiamo alla lira è perché ce lo fanno fare. Ovvero ci costringono dall'esterno. In Italia le solite facce dovranno sparire dalla scena politica drammaticamente e qualcun altro gestirà le cose.
      Se questo fosse un genio ce la potremmo passare benino e risollevarci nel mediobbbbreve. Ma è difficile che un genio possa esser preferito perché "Essi" cercheranno un'altra comparsa sulle quale accenderanno i riflettori e le migliori penne e lingue (...). A quel punto gli italiani dovranno scegliere tra lui e un altro.
      Speriamo l'altro. Per es. Salvini, che di nascosto s'era anche letto la Storia d'Italia e l'aveva capita come ha capito il Tramonto, ma non lo diceva e ci andava piano coi suoi.
      Così, zitto zitto, ci ritroviamo LBC come PdR, Borghi alle finanze e il Cav.Nero agli Interni. Fusaro ministro dell'educazione e Sgarbi si incazza ma poi diventano amici. Bagnai non smette di fare i suoi due lavori (perché si diverte troppo coi suoi dottorandi e la mosica è la mosica) ma si mette anche a scrivere romanzi. Immagino in romano. Spero roba alla Montalbano, cioè alla Camilleri, lo so che Montalbano è piddino ma non è colpa sua e se lo legge il Tramonto lo capisce, spero. Questo è il mio sogno Europeo. Potrei continuare ma forse ho osato troppo.

      Elimina
    4. Bel sogno; manca solo un po' di foca, che Dio la benedoca. Almeno una Monica Bellucci alle Pari Opportunità non ce la mettiamo?

      Elimina
    5. Bagnai ha scritto più volte che vorrebbe il ministero all'Istruzione - e secondo me Fusaro potrebbe esserne il segretario-consigliere oppure l'ideologo del gruppo, ma con qualcuno che gli ricordasse che gli omosessuali non sono funzionali al capitalismo - o allora lo siamo tutti da qualunque parte ci collochiamo, visto che molto spesso non manca di parlare di omosessuali in questi termini. Allora sono funzionali pure i neonati, che ancora non hanno un ruolo sessuale "vissuto".

      In generale, tutte le specificazioni sessuali sono sempre esistite, dunque prima del capitalismo - oppure decidiamoci a vedere come capitalismo anche la preistoria e allora, solo allora, si potrà dire che capitalismo e storia umana anche sessuale vanno assieme, ma con un'aporia: come la mettiamo con i regimi comunisti?
      Ah sì, dimenticavo che il comunismo è capitalismo di stato, secondo certe analisi che non sono in grado di confermare o criticare.
      Quanto al singolo Fusaro, con quel faccino angelico e quell'espressione algida nonché voce algida può dire ciò vuole e forse è per tale insieme che i simpatizzanti evitano di obiettare, e/o perché i suoi discorsi vanno a tacitare qualche loro inquietudine di stampo censorio.
      Ovvio che queste ultimi sono miei personali sospetti non comprovabili.
      Più in generale, sono piuttosto sospettosa verso i critici e i riformatori qualsivoglia che, gira gira, finiscono col parlare di sesso.
      Peraltro, i fan di Fusaro sul blog non ho sentiti finora separare le (sue) idee strutturali da quelle sovrastrutturali, se ancora tali termini li si ritenga non rottamabili.
      Vero è che "i valori dominanti sono quelli della classe dominante" (Gramsci), ma credo si riferisse a "scala di valori" oppure, se "si pensa" pensasse anche ad abitudini sessuali, non si può non obiettare che ciò rimane da provare in base agli scritti incluse le Lettere.
      Inoltre obietto non a Gramsci, ma a Fusaro e simpatizzanti, che, visto che in tutto ìl mondo è dominante l'eterosessualità, allora bisognerebbe definirla uno dei valori della classe dominante capitalista e, pertanto, valore contestabile cioè sbagliato.
      Inoltre - mio personale giudizio - un qualunque progetto politico desideroso di intromettersi nella sfera intimo-individuale è a priori errato in quanto una delle declinazioni della dittatura ed errato comunque, a maggior ragione in un democratico che così diventa un po' meno democratico.

      Sgarbi: ministro ai Beni culturali e ambientali (il paesaggio rurale-montano e quello urbano, con abbattimento degli scempi deturpanti come, a caso, il palazzo di giustizia di Firenze e molte pale eoliche, rovina del paesaggio e nocive per specie animali causa il rumore ininterrotto che producono), che sono anch'essi beni culturali e vitali, cioè condizionanti la vita anche estetica di tutti i viventi.

      Per tornare all'ideale team: Borghi, che ultimamente ha dichiarata la contrarietà a ministro dell'Economia in quanto si devono fare conti su conti e non vi si sente portato, lo vedrei come divulgatore di temi economico-finanziari legati alla politica, in compagnia del poliedrico Bagnai -che non pare così disinteressato all'Economia come spesso dice - nonché alto divulgatore di arte contemporanea, settore artistico di suo seconadario ma costante impegno.
      In tale compito potrebbe collaborare con Sgarbi.

      Elimina
    6. (Per una volta mi permetto il seguito).

      Quanto a Bagnai, uomo di punta comunque collocato, credo riuscirebbe, anche da ministro all'Istruzione cioè alla PUBBLICA Istruzione, a fare tutto ciò che fa ora, tranne forse a tenere il blog, che già da solo deve essere un bell'impegno di tempo e di cervello, oppure potrebbe scrivere ogni tanto.
      Penso comunque che potremmo far balzi di gioia se, a fronte del diradato o dismesso blog, ci fosse l'intero "pacchetto" di lavoro di Bagnai e degli altri nominati Dimenticavo che Luciano Barra Caracciolo lo vedrei benissimo alla Corte Costituzionale e colei che ogni tanto
      ha scritto col nome di "Sofia", di cui non richiamo nome e cognome perché non sono sicura lo voglia, a rivedere la legislazione sul lavoro e riformulare i criteri di "occupazione" e di "disoccupazione", campo spinosissimo e ricco di alibi.
      Per Lidia Undiemi, al momento mi viene in mente un possibile impegno in cause di diritto del lavoro.
      Le donne per par condicio? come potrebbe malignare qualcuno...
      Sì cioè no, visto che, a prescindere dall'innegabile valore, pari non sono, in questa compagnia.

      Ora però, nella severità civico-moralistica che mi connota, mi sto chiedendo perché dovrei usufruire di tanto bengodi senza dare/fare nulla pur nella mia comprovabile pochezza.
      Mi propongo dunque come correttrice di bozze e come sotto-sotto-sotto-divulgatrice di arte non solo contemporanea.

      Per concludere: soddisfatta di aver annoiato abbastanza,
      saluto tutti caramente e mi ritiro.

      Elimina
    7. Addendum: a forza di cancellare durante la formulazione allo scopo di rientrare nel numero permesso dei caratteri, ho eliminata causa fretta l'aspirazione di Bagnai, spesso dichiarata, a Imperatore d'Occidente; se solo aspirazione, non è imossibile che vi rinunci, ma se aspirazione-progetto, non è impossibile gli riesca, sia per ferrea sua volontà, sia perché le vie del Signore sono infinite.
      Chissà come starebbe con la corona in testa.
      Diocleziano era uno di quegli imperatori illirici nati generali che i manuali lodano come condottieri valenti.

      Nel frattempo, in qualità di maestra del cerimoniale, ricordo che Diocleziano in riunione, quando e se decideva, col "concilium principis", era l'unico a poter star seduto per tutto il tempo che voleva - e già questo dice qualcosa.
      Ricordo inoltre che tale concilium aveva potere solo consultivo, sempre che Diocleziano decidesse di consultarlo, MAI deliberativo.
      Se eliminiamo la persecuzione dei cristiani, che "non istà bene", e la tetrarchia, troppo logica per poter funzionare, e infatti divenne un gran pasticcio ma non per colpa di Diocleziano, gli essenziali elementi bagnaieschi
      ci siano tutti.
      Borghi e Barra Caracciolo potrebbero rivedere il sistema di tassazione inventato dall'Imperatore (quale?), mentre Pozzi sarebbe adatto a ottimizzare (brutta parola ma rende) il lavoro agricolo e minerario,
      Per concludere, l'Imperatore e Barra Caracciolo stilerebbero un un sistema di pene per i contadini rifiutantisi di arruolarsi e soprattutto per i vescovi istigatori di tale disubbidienza (all'epoca di Diocleziano la dinamica era questa: il potere religioso si opponeva al potere laico a favore dei latifondisti e non per risparmiare i contadini dalla morte in guerra: scordarsi tante belle idealità esistenti solo nella testa di noi [?] giovani).
      A entrambi toccherebbe infine disciplinare i decurioni alla guida dei centri urbani ma sostenendo la produzione agricola, loro fonte di guadagno dato che erano tutti latifondisti e quando venivano aumentate le tasse ci rimettevano di persona, se parte dei cittadini non poteva pagare..
      Anche i piccoli proprietari terrieri venivano impoveriti sempre più - e per tutti dovrebbe intervenire un sistema di tassazione equo a firma Barra Caracciolo e Borghi, in team con l'Imperatore che intanto vorrebbe sorvegliare comunque.
      Anche le zone amministrative dell'impero dovrebbero essere stabilite dai tre.

      Ancora una volta mi ritrovo brava a ideare cose inutili, situazioni vane e, soprattutto, a scoprire quel che altri -beninteso, sempre altri - quel che dovrebbero fare.

      Tranquilli, che domani cioè oggi devo sbrigare ciò che non ho fatto in almeno due giorni e presumibilmente sarò qui
      al massimo solo a leggere.
      Con rammarico, perché per me il blog è un riposo (l'alibi per rinviare fino all'ultimo cose urgenti).


      Elimina
    8. Ops, ritorno solo per correggere due marchiani errori, di cui non accuso l'ora tarda nella quale sono stati scritti.

      Il primo, marchianissimo, è "concilium principis" (riga 10) che va corretto in conSilium principis.
      Il secondo, discreto anche questo, "gli essenziali elementi bagnaieschi" (vuoto) "ci siano tutti" (righe 16-17), va integrato con "mi pare".
      Il terzo, meno grave ma sempre errore, "imossibile" (riga 4) voleva e doveva essere "impossibile".

      Il salto Bagnai-Diocleziano, apparentemente immotivato, è in realtà un salto piccolo, dato che Diocleziano era un despota...
      Non che il successore, il cristiano Costantino, non lo sia stato, ma mi piace meno perché ha create banche per i cristiani; il suo pregio riconoscibile è la tolleranza di tutti i culti nell'impero, dichiarata ancor prima di divenire governante unico, e in tale tolleranza Bagnai non stona.
      Politicamente accorto l'uno e l'altro, il più antico ha edificata una nuova capitale marcata col proprio nome, per affermare la differenza rispetto ai predecessori e, credo, rispetto a tutta la precedente plurisecolare "romanità".

      Sia Diocleziano che Costantino non erano imperatori d'Occidente ma di tutto o quasi, come sospetto desideri per sé Bagnai.
      D'altra parte, se si pensa che l'ultimo imperatore "di tutto", cioè Teodosio, ha imposto il cristianesimo come religione di Stato per di più ubbidendo al vescovo Ambrogio e ha iniziato a perseguitare non solo i pagani come logica consequenza dell'imposizione, ma anche i cristiani ariani, quelli considerati eretici già dall'epoca costantiniana (325) e lasciati quietare pure dagli "ortodossi" Costantino e vescovi, cioè la maggioranza di loro, ecco che Teodosio sbiadisce di fronte ai suddetti due - o tre, incluso Bagnai.

      Per concludere: perché non Giustiniano?
      In precedenza condottiero anche lui, despota per forza, col senso della scena e del cerimoniale, con abiti e pietre preziose per impressionare barbari, cioè non-greci, quando ammessi alla sua augusta presenza dopo lunghe attese anche di giorni e di settimane, accortamente sostenuto dalla moglie in un momento cruciale quando avrebbe voluto mollare il potere, ieratico quanto basta, se lo si guarda nei mosaici di Ravenna in cui compare vicino alla moglie (Deo gratias), fermo restando che il volto rappresentato pare non sia il suo ma non sottilizziamo.
      Ha affidata la guerra a due generali e si è dedicato a rivedere il diritto romano tutto nonché a formulare un corpus di nuove leggi - ma storici e giuristi malfidati e gufi, non solo dell'epoca (quelli hanno fatta una brutta fine) sostengono che l'impostazione di fondo e le norme più raffinate e complesso siano opera dell'archigiurista cioè giurista-capo LUciano Barra Caracciolo.
      Inoltre Giustiniano ha chiusa la Scuola filosofica di Atene in quanto residuo di paganesimo cioè di libero pensiero, salvandone il gran maestro Fusaro poi da Giustiniano nominato non archifilosofo ma Archifilosofo e precettore di corte.
      I soliti maligni dicevano e dicono che, a prescindere dall'innegabile valore di Fusaro, la nomina debba attribuirsi a lunga frequentazione dello stesso di parenti, amici e conoscenti dell'Imperatore ben prima che divenisse tale.

      Per gli altri notevolmente meritevoli che evito di ricordare di nuovo perché devo ancora dedicarmi a un magro pasto - ecco gli inconvenienti della fantastoria pur verosimile e forse probabile -, confermo quanto in precedenza, che non mi par lontano dal Giustiniano novello.

      Includo me stessa non in quanto meritevole ma criptonarcisa che finalmente ha fatto outing o coming out - mai capita la differenza, col sospetto che sia una complicazione bizantina cioè italica.
      Che dire, anche senza corruzione, qualche difettuzzo i bizantini ce l'hanno.

      Elimina
  13. La mia sensazione è che l'amministrazione Trump sarà foriera di cambiamenti epocali; The Donald è riuscito con scaltrezza (alla faccia del piddino di turno che lo crede un imbecille) a ottenere il potere ponendosi come "alfiere" di un pezzo di establishment americano, cioè quello dell'industria pesante e dell'esercito (sarà un caso che il suo governo è pieno di ex generali?), emarginato dalle élites globaliste, che ormai dominano da decenni con i propri piani distruttivi. Basta osservare bene chi accusa la Russia di aver influenzato le elezioni e chi invece non dice nulla (o smentisce), per capire quali sono le fazioni, interne allo Stato americano, pro e anti Trump (il tempo che si farà piazza pulita dentro la Cia e compagnia bella, e non ne sentiremo più parlare). In sintesi, l'agenda Trump sarà questa: ritorno ad un ordine mondiale fondato sullo Stato-Nazione, conseguente rigetto globalizzazione, politica di contenimento della Cina attraverso riappacificazione con la Russia, facendo in sostanza ciò che Nixon-Kissinger fecero con Mao in funzione anti sovietica, però al contrario. Pare addirittura che lo stesso Kissinger voglia, alla tenera età di 93 anni, voler proporsi come mediatore Trump-Putin (non ho a portata di mano il link, ma sono sicuro di averlo letto). In tutto questo, se in Francia vincesse Marine Le Pen, si creerebbe (potenzialmente) un'asse, data l'affinità di "pensiero", USA-UK-Francia + Russia. Chi rimarrebbe fuori? Ah già, la Germania, che potrebbe (forse) contare solo sull'Italia. Ricorda qualcosa? La speranza è di avere questa volta una classe dirigente che si riveli (difficile) meno cialtrona di quanto abbia dimostrato di essere fino ad ora, cogliendo quindi un'occasione potenzialmente storica. Se così non fosse...spero solo di non essere stato troppo fantasioso!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'asse Germania-Russia è inevitabile e naturale.
      Cosa gli Stati Uniti possano inventarsi per impedirlo non è possibile predirlo. Ma la tendenza storica è quella: l'attrazione del capitale, della tecnologia tedesca verso le risorse naturali e demografiche dell'est Europa.
      Questo Vladimir Putin lo sà benissimo e si capisce anche dalla sua posizione attendista nei confronti dell'Ucraina.
      Poi c'è la NATO e l'Unione Europea... ma i tedeschi hanno i denari, la tecnologia e forse anche un nuovo e più vasto mercato di sbocco per i loro prodotti: Federazione Russa + Cina. Dentro questo paradigma dovrà muoversi Mr. Trump e le opzioni sul campo non sono molte.
      Caduti muri e cortine di ferro non si può continuare a voler isolare la Federazione Russa dal contesto internazionale, non è materialmente possibile....almeno in maniera pacifica.

      Elimina
    2. Prendere il treno al volo, basta aggiungere qualche vagone, la via è aperta e transita tra l'altro in Russia e Germania.
      Esiste anche una linea funzionante da più di un anno tra Madrid e Pechino per l'export di olio spagnolo nel Celeste Impero.

      Elimina
    3. Credo che la fonte originale della notizia sulla autoproposizione di Kissinger sia quella del "Bild" del 06/01/2017 08:38
      Il link (per il quale occorre disabilitare Adblock) dovrebbe essere http://www.bild.de/politik/trump/donald-trump/nachrichten-ticker-48914822.bild.html

      Elimina
  14. "Si tratta insomma [...] (di) non impedire ai tedeschi di rivalutare. Naturalmente molto dipende da come la cosa verrà gestita, e anche su questo il mio testo del 2012 è piuttosto esplicito. Chi non lo ha voluto leggere con onestà intellettuale, sproloquiando di uscita a sinistra, ha regalato al capitale cinque anni di tempo per fare il porco comodo suo, anni che il capitale ha usato per tagliare le pensioni, fare il Jobs Act, ecc. Fra questi non c'è il professor Ferrera, che però occorrerebbe riflettesse sul fatto che la sua giusta preoccupazione per i deboli è un pochino fuori tempo massimo: bisognava preoccuparsene prima che arrivasse Monti..."

    Posso stampare ed affiggere fuori ogni sezione dei partitini di sinistra, ammesso che ancora esistano?

    RispondiElimina
  15. Mi scusi Professore, perchè nel 1976, per raccogliere denaro circolante, la Banca d'Italia ha preferito indebitarsi con la BuBa costituendo a garanzia le proprie riserve auree piuttosto che stampare nuova moneta? Solo per questioni di costo dell'operazione?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Avevo sedici anni e già una certa curiosità intellettuale, ma nessun giornale,nessun parente e nessun amico seppe spiegarmi il senso di quell'operazione.

      Elimina
    2. Nel 1975 ci fu una forte recessione internazionale.
      Le normali politiche di bilancio provocarono una inflazione eccessiva e grosse difficoltà a mantenere il cambio al livello desiderato (più o meno a forchetta tra dollaro e marco).
      FMI ed USA ponevano troppe condizionalita' e quindi si richiesero prestiti a Bundesbank e CEE per finanziare investimenti in vari settori industriali localizzati in aree depresse della penisola.
      Si disse anni dopo che la conseguente ripresa economica salvò la democrazia in Italia.
      Personalmente credo che all'epoca la Banca d'Italia fece molto bene il suo lavoro.

      Elimina
  16. Gentile prof. Bagnai,

    le volevo gentilmente chiedere quanto le acquisizioni di aziende italiane, soprattutto da parte di tedeschi e francesi, potranno pesare nel processo di negoziazione dell'uscita dall'euro quando questa immancabilmente avverrà nei prossimi anni? Potranno ricattarci paventando la chiusura degli stabilimenti italiani e lo spostamento di produzione, brevetti, conoscenze nei loro paesi?

    Inoltre quando usciremo dalla moneta unica non basterà la svalutazione, ma occorrerà investire per avere comunque prodotti più competitivi in termini di qualità e novità. La produttività non migliora solo abbassando i salari e aumentando le ore lavorative come credono molti imprenditori, ma soprattutto investendo in tecnologia di produzione, prodotti e conoscenza, aspetti dove le nostre università potrebbero dire la loro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusi sa, ma chi le ha detto che "basterà la svalutazione" e che la produttività migliori "abbassando i salari"? Temo lei abbia le idee un po' confuse, o venga qui per confonderle agli altri. Nel primo caso suggerisco di leggere ancora un po'...

      Elimina
  17. Le Pen: sarà Frexit se vinco e Ue non ci ridà poteri chiave

    Dmo6 gennaio 2017


    Parigi, 6 gen. (askanews) - La leader del Front National Marine Le Pen ha assicurato che se l'Unione europea non restituirà i poteri chiave alla Francia, sul controllo delle frontiere, sulla politica monetaria o economica, e in caso di sua vittoria alle presidenziali, organizzerà un referendum in stile Brexit anche per la Francia.

    "Non ho cambiato idea su quanto proporrò alla Francia riguardo all'Ue" e se vincerà le elezioni del 7 maggio, inizierà immediatamente negoziati con Bruxelles per ristabilire "quattro punti fondamentali della sovranità: territoriale, economica, monetaria e legislativa".

    I negoziati durerebbero sei mesi, dopo i quali Le Pen, ha annunciato, convocherebbe un referendum sulla Frexit. "O avrò assicurato il ritorno di queste quattro sovranità e proporrò ai francesi di restare nella nuova Europa delle Nazioni o non lo farò e allora dirò ai francesi di lasciare l'Ue".

    (fonte afp)

    RispondiElimina
  18. THE FALL OF BRETTON WOODS (HUBERT ZIMMERMANN)

    PAG 62 IN FONDO:

    Nixon’s Secretary of Treasury, John Connally wrote:

    "I believe we must realise there is a strong element of thinking within Europe that would take advantage of weakness or clumsiness on our part to promote the Common Market not as a partner but as a rival economic bloc, competing vigorously with the dollar and reducing or shutting out, as best as it can, US. economic influence from a considerable portion of the World."

    Litigarono a Bonn per far rivalutare il Marco e la Germania non rivalutò. Pensarono i padri dell' UEM, di imbrigliare la Germania facendo la moneta unica; STOLTI!

    Il programma di RAI 3 qui linkato, ha mostrato che ci si rende conto che non si può più procedere con questo euro, ma ci si rende conto anche, al di là delle solite idiozie dei soliti noti, che la Germania non accetterà di rivalutare il suo euro e sono cazzi amari, perchè non siamo all' epoca di Bretton Woods.




    RispondiElimina
  19. OT.
    Ultime notizie: "Il ministro dell'economia inglese ammette di aver fatto previsioni troppo pessimistiche sulla brexit". Lo fa ora che si iniziano a vedere i primi dati post brexit sulla crescita britannica.

    La stampa nostrana agisce per dimostrare il contrario

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è che qui da noi, con l' eurone, la ristorazione classica e tutto il settore del turismo convenzionale navighi in acque tranquille.

      "SENZA GLI INCENTIVI DELLE IMPRESE TURISTICHE LE CHIUSURE NON SI FERMERANNO"
      I locali storici italiani sono vittime della legge di bilancio? Questo l'allarme che lancia la Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi: in mancanza di politiche fiscali atte ad agevolare e preservare il settore dei pubblici esercizi, il numero di locali che hanno fatto la storia del nostro Paese e che stanno chiudendo i battenti a seguito di costi ormai insostenibili, è destinato a crescere in modo esponenziale."

      Elimina
    2. Ovviamente lo stesso giornalista che scrive che per dimostrare che la chiusura di quei ristoranti è colpa della brexit in UK, scriverebbe che è colpa di imprenditori inefficienti qualora parlasse dei nostri ristoranti.

      Elimina
    3. Come la vedo io Alberto49, i locali storici nei decenni hanno fatto una palata di quattrini che neanche ti puoi immaginare e sotto i miei occhi usano gli avvocati per diversificare il capitale.
      Se hai le spalle grosse come ristoratore i soldi li hai già fatti, adesso il problema è degli attuali dipendenti ridotti vicino alla schiavitù.
      Credimi.

      Elimina
    4. Non é propriamente così allo stesso modo in cui non tutti i tedeschi sono dipendenti a tempo indeterminato alla Volkswagen e come non tutta Confindustria é monoliticamente pro-euro.
      I dipendenti non sono tanto ridotti alla schiavitù, quanto più pochi ristoranti hanno un fatturato tale da poter garantire uno stipendio dignitoso ai dipendenti. Che poi chi potrebbe pagar bene paga male accodandosi al resto della media é ovvio.
      Poi uno puó sempre dire "non sono ristoratore ma.....".

      Elimina
    5. @non ho difficoltà a darti ragione; molti, nel settore della ristorazione hanno guadagnato.
      Non tutti però e non ovunque, potrei portarti esperienze dirette in provincia, molto negative. Ovviamente il settore è uno dei più colpiti dalla crisi dei livelli salariali e delle garanzie occupazionali.
      Ma oggi, molte attività sarebbero ancora in piedi con la lira; il discorso è sempre quello, come si fa a mettere in tasca a chi lavora uno stipendio che gli permetta di fare anche il consumatore se non puoi difendere la tua attività in alcun modo se diminuiscono i consumatori e alla fine si azzerano?

      Se vuoi l' euro, vuoi anche questo che dice Monti:

      "Well, we are gaining a better position in terms of competitiveness because of the structural reforms. We're actually destroying domestic demand through fiscal consolidation. Hence, there has to be a demand operation through Europe, a demand expansion.(Monti aveva capito tutto, distruzione della domanda interna ed espansione della domanda europea)"

      "...poi hanno fatto parlare il partigiano Joe, ma la Germagna gnente: sta lì, convinta (come lo erano tutti i miei interlocutori odierni) che chi esporta è bravo, e che quindi al mondo tutti dobbiamo essere esportatori netti."


      Elimina
    6. Se hai le spalle grosse l'euro ti può essere amico, o perlomeno meno nemico. In altri termini, se possiedi i muri sei più rentier che imprenditore...

      Elimina
    7. Non sempre se stai pagando un mutuo per un locale che hai pagato il triplo di ciò che vale oggi! Però è vero anche quello che dici, ma i casi che conosco sono davvero pochi, soprattutto di gente davvero di tradizione speculativa, nei casi normali, se l' attività muore...

      Elimina
  20. Daveri ha liquidato il dividendo dell'euro, ma al min. 18 circa afferma: “I tassi è vero sono diminuiti dappertutto ma grazie all'euro è diminuito lo spread ITA/GER”.
    Non ha però distinto tra tassi nominali e reali esaltando l'effetto euro; la differenza non è di poco conto.
    Inoltre dice che noi l'euro non lo abbiamo capito perché pensavamo che, una volta entrati e usufruendo di tassi bassi, fosse politicamente insensato non fare spesa pubblica.
    Invece altri hanno ragionato su come aumentare la produttività: essendo venuta meno l'arma della svalutazione della moneta, bisognava eventualmente essere disposti ad accettare la misura impopolare della svalutazione dei salari.
    Avrà le sue ragioni per sostenere questo, ma evidenziare il taglio dei salari come fatto virtuoso senza rilevare ciò che qui si è capito essere in realtà, cioè una misura distorsiva della concorrenza, è lievemente fuorviante.
    Su Maurizio Ferrera, docente di Scienza Politica e collaboratore occasionale del Corriere, dopo la lieve imprecisione sulla svalutazione “probabilmente del doppio del 30%”, spendiamo un No Comment alias stendiamo un velo pietoso.

    RispondiElimina
  21. D'altra parte, vogliono portare la Croazia nell'euro, e in fretta (tradotto da google)

    Ivi si legge:

    A parte un piccolo gruppo di sostenitori dell'operazione di kunizzazione (dei mutui, NDR) tra gli economisti e alcuni dei parlamentari più esuberanti, la nuova euro-agenda di Plenkovic e Vujcic non dovrebbe avere problemi ad ottenere un ampio sostegno pubblico.
    In linea di principio, in quella che è ora la zona euro, anche i più grandi critici della situazione esistente trattano l'euro come un valore. Per esempio, ai greci in nessun momento è mai venuto in mente di lasciare la zona euro, così come non sembra che passi per la mente agli euroscettici italiani, perché il 68% degli italiani sostiene l'euro come moneta nazionale e non è certo felice quando si menziona il ritorno alla lira.


    Anche lì Varoufakis ha fatto vari giri e quindi vari danni :( (e.g.). Non sono qualificato per invitare, ma servirebbe veramente una trasferta di Bagnai al momento giusto.

    RispondiElimina
  22. It all makes sense once again.
    Trump and the USA don't need to demonize Russia and Putin any much more, so what is the reason of keeping NATO and EU still breathing?
    He started to close the oxygen.
    You were right Alberto, not that I ever had any doubts, but seeing history unfold its self as a dejavuu is a trip!
    Thank you for everything
    Biagio

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.