sabato 7 aprile 2012

L'aritmetica del debito pubblico

La Ruritania aveva un problema di debito pubblico. L’anno si era chiuso male. A fronte di un Pil di 5 miliardi di scellini ruritani, il debito pubblico era stato pari a 6 miliardi. Il rapporto debito/Pil quindi era stato di 6/5=1.2, cioè il debito era arrivato al 120% del Pil. Se vi siete già persi siete piddini, non preoccupatevi, ci pensa lui.

I ruritani, popolo di antica cultura, veneravano l’unità. Che avete capito? Non l’unità politica: non erano certo così baggiani da volersi unire al loro ingombrante vicino, la Cracozia. No, solo un continente a guida belga (with all due respect) può credere che “uniti si vince”! E i ruritani, nella loro storia secolare, avevano già assistito all’implosione dell’Unione Europea. Solo che forse non l’avevano capita bene, perché anche se avevano una visione piuttosto lucida di cosa significhi “unità” in politica (qualcosa di simile a quello che succede quando un luccio incontra un persico), loro continuavano a venerare l’unità matematica, il numero uno: 1. Forse un antico retaggio pitagorico, la monade, l’origine di tutte le cose... Comunque, a loro questo fatto che il rapporto debito/Pil fosse 1.2 invece di 1 li disturbava proprio tanto. E quindi decisero virilmente di porvi rimedio.

Immaginatevi il consiglio dei ministri ruritano. “Dovremmo prendere esempio dalla Cracozia! Guardate: lo scorso anno il loro rapporto debito/Pil era all’80%, ma riducendo la spesa sono riusciti a portarlo al 75%, in un solo anno. Austerità ci vuole! In fondo il nostro bilancio è in pareggio: basta un piccolo sforzo. Riduciamo gli sprechi e portiamolo in surplus! In questo modo il debito diminuirà e il suo rapporto al Pil arriverà a 5/5, che poi è uno degli infiniti modi nei quali si può esprimere la venerata monade: 5/5=1. E comunque, siccome l’austerità deve essere temperata dalla carità cristiana, e prima caritas incipit ab ego, propongo che si tagli un miliardo di scellini di spesa, senza aumentare le imposte. Che poi è esattamente quello che hanno fatto in Cracozia.”

Plauso degli astanti.

Si va, si taglia. Il popolo borbotta, ma la risposta è bell’e pronta: lo vuole la monade. E se lo vuole la monade, devi essere un mona per opporti.

Un anno dopo.

Arriva trafelato il governatore della Banca Centrale Ruritana (la BCR), con le ultime statistiche sul rapporto debito/Pil. Il consiglio dei ministri, fiducioso, attende di sapere qual è stato l’esito della manovra, ma non è difficile leggere sul volto del governatore della BCR un certo imbarazzo.

“Allora, governatore, esponga, sciorini i dati: abbiamo la monade? Siamo al 100%?”

“Be’, veramente le cose sono andate in un modo un po’ diverso”

“Sì, immagino, l’errore statistico, i ritardi nell’implementazione delle politiche, qualche incomprensibile resistenza alla santa austerità, ma insomma, noi si è tagliato, e il rapporto, se non proprio fino al 100%, sarà sceso almeno al 105%, al 106%? Non saremo da meno della Cracozia, voglio sperare!”

“Be’, veramente le cose sono andate in modo un po’ opposto (n.d.r.: notate la delicatezza): gli ultimi dati parlano del 125%”

“Coooooooooooooosa!? Il rapporto è aumentato di 5 punti, da 120 a 125? Ma noi abbiamo tagliato!”

“Sì, però, sapete, c’è un piccolo problema tecnico. Vedete, il fatto è che la spesa pubblica entra nella definizione del Pil. Noi siamo un’economia di mercato, e quindi il valore totale della produzione coincide con quello della spesa effettuata per acquistare i beni prodotti, che poi a sua volta coincide con la somma dei redditi percepiti da chi li ha prodotti. Sapete, la famosa identità: Y = C + G + I + NX. Il Pil, somma dei redditi (cioè valore della produzione effettuata) coincide con la somma delle spese per consumi privati, C, consumi pubblici, G, formazione di capitale fisso, I, e esportazioni nette. Del resto, pensateci: non è difficile: se nessuno spendesse, se nessuno acquistasse nulla, nessuno guadagnerebbe, e non avrebbe nemmeno senso produrre (visto che nessuno comprerebbe e che quindi non si sarebbe ricompensati per il proprio sforzo). Sì, lo so, è troppo semplice per essere capito. Ma rassegnatevi: la realtà è semplice! Dovrete fare uno sforzo. Ed è per questo che il totale del prodotto/reddito coincide col totale delle spese di famiglie (C), Stato (G), imprese (I) e estero (NX). Ora, voi avete ridotto G di una unità, tagliando tanti sprechi e qualche stipendio, e avete fatto senz’altro bene: in questo modo il bilancio pubblico, che era in pareggio, è andato in surplus di una unità, lo Stato cioè ha risparmiato, e con i suoi risparmi ha ridotto il debito da 6 a 5. Solo che purtroppo... per colpa dei tagli anche il Pil è sceso, da 5 a 4. Si chiama recessione, sapete. E il risultato è che mentre lo scorso anno il nostro rapporto debito/Pil era di 6/5=120%, oggi è di 5/4=125%”.

“Ma come? Anche la Cracozia era in pareggio di bilancio, si è portata in surplus per un miliardo, e il suo rapporto debito/Pil è sceso! Forse che in Cracozia la spesa pubblica non entra nel Pil? Hanno truccato i conti? Si saranno mica rivolti alla GS anche loro? (n.d.r.: non quella dei supermercati)”.

“No, no, la contabilità nazionale è uguale per tutti, e se vogliamo anche l’aritmetica. Sì, so che voi la chiamate matematica, ma sapete, qui stiamo parlando di aritmetica, di cose che avete tutti, compresi voi, lettori, studiato alle elementari, di cose che usate nella vita di tutti i giorni con grande scioltezza, ma che poi, quando si tratta di ragionare sui numeri dell’economia, accantonate, abolite, come se partiste dal presupposto di non poter capire. Eppure è semplice. La Cracozia aveva 4 miliardi di debito e 5 miliardi di Pil: 4/5=0.8=80%. Ha fatto anche lei il suo bel taglio degli sprechi: il debito è sceso a 3, il Pil è sceso a 4, e oggi la Cracozia à un rapporto debito/Pil a 3/4=0.75=75%. A cosa gli serva non si sa, ma comunque l’operazione in quel caso ha funzionato, perché aritmetica voleva che funzionasse. Non so se è chiaro. Comunque, è chiaro che dobbiamo prendere una decisione. Cosa intendete proporre per la prossima finanziaria”.

“La situazione non ci lascia altra scelta: dobbiamo insistere sulla via dell’austerità. La monade lo vuole”.

Appunto.



Bene. Questa è la versione semplice. Quella complicata è ancora più divertente: ma prima vediamo se digerite la differenza fra 6/5 e 5/6...

106 commenti:

  1. Ho letto e... mi sono sentito un cretino. Due giorni fa: una serata intera a discutere con amici piddini (marito e moglie) e a questo esempio non ci ho pensato. La mia autostima è irrimediabilmente distrutta.

    p.s. qualche risultato, comunque, credo di averlo raggiunto lo stesso se la moglie, ad un certo punto, mi ha implorato di smetterla perché (letterale) "nella vita è importante anche sognare". Ma se avessi potuto esibire il ragionamento 6/5 Vs 5/6...

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    1. Sì, questa storia del "sogno" torna spesso quando si parla con sellini e piddini. Ma siccome i piddini si piccano di essere uomini (e donne) di cultura, forse potevi consigliare alla tua gentile interlocutrice di leggere "Fogno e vifione nel suicidio della sinistra", il racconto centrale di Eurodelitto e eurocastigo. Sai, Dostojevskij devono far finta di capirlo per forza...

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  2. Magnifico il sapore pitagorico del frazionario 6/5 e 5/4 ma i "tecnici" hanno ben altre operazioni da svolgere.
    Al vocabolo "monade" consiglio la sostituzione (con)sonante "g" ... suona meglio GONADE
    http://www.youtube.com/watch?v=ZITh-XIikgI&feature=related
    That's all, folks!

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    1. Ti vedo preparato anche su diapente e diatessaron. Fra monade e gonade la differenza è una sillaba...

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    2. Più intriganti gli apogrifi cancellati dai "quattro" moschettieri e dal diapentico "quinto" statistico frazionario che il Pitagora aveva rimosso, fortuna sua.
      Noi, cementati nel razionalismo cartesiano "epochè" del "cogito" abbiamo perduto il senso del "sum".
      Io ti sono sinceramente grato per le dimostrazioni aritmetiche delle falsità "statistiche" che costantemente ci inebriano.
      Sei un appartenente.

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  3. ALberto Bagnai,
    stai stravolgendo con Pitagora il paradigma della comunicazione goebbelsiana.

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  4. Buongiorno Prof.,lettura veloce con riflessione istantanea (devo uscire con la famiglia per andare a pranzo da mamma).

    Diciamo che se la Ruritania fosse la mia impresa per ridurre il rapporto % debito/fatturato (PIL)basterebbe aumentare il fatturato ma siccome l'aumento di fatturato è incerto (si vede a fine anno)per essere sicuro agirei anche sul versante dei costi, e se ci fossero,taglierei quei costi che di fatto non sono funzionali alla gestione complessiva dell'impresa (anche se dubito di averne) per essere più sicuro del risultato agirei sul versante dei fornitori,non necessariamente su una riduzione dei costi dando per scontato che quelli sono ottimali (parlo sempre della mia impresa non della Ruritania) ma gestendo al meglio i flussi di cassa chiedendo una dilazione dei pagamenti (ce sempre un beneficio economico,o paghi meno interessi o maturi interessi). Ecco se parliamo solo di rapporto % debito fatturato farei così.

    COME COMPARARLA CON LA RURITANIA?

    Se la Rurutania riduce la spesa pubblica che è una componente del PIL deve fare in modo di aumentare le altre voci di entrata, per fare questo deve rendere aggressivo il suo sistema produttivo e lo può fare in due modi a breve termine, riducendo le tasse o svalutando la moneta.Ma purtroppo per noi Ruitani la prima soluzione richiede una assunzione di rischio e la seconda è una mia licenza visto che do per scontato che la Ruitania sia a moneta sovrana e fiat cosa che lei però non ha scritto,in quanto è molto probabile che faccia parte della versione più complicata.

    PS: rileggo nel pomeriggio ma nel frattempo invio a tutti gli auguri di Buona Pasqua.

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    1. Facciamo una cosa: la fiat è una fabbrica di automobili (Fabbrica Italiana di Automobili Torino). La moneta fiat non so cosa sia: conosco lo scudo fiat, il fiorino fiat, il doblò(ne) fiat, ma la moneta fiat non l'ho mai vista. Andrò a informarmi da un concessionario. Nel frattempo, siccome siamo italiani e dedonaldizzati, e qualsiasi brillante idea di ingegneria finanziaria possano avere a Manhattan noi a Fiorenza l'abbiamo avuta sette secoli prima, proporrei di fare anche finta di essere italiani, e di parlare di moneta a corso forzoso (eventualmente).

      La moneta fiat mi dà l'urto di nervi, scusate, ho le mie piccole sensibilità isteriche.

      Uno Stato NON è un'azienda. Se un'azienda taglia i costi non necessariamente subisce il contraccolpo degli effetti moltiplicativi di questo taglio in termini di minori entrate. Una intera nazione invece sì.

      Ricambio gli auguri. Fiat pax.

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  5. Post "socratico", manca solo un titolo adeguato. Se mi posso permettere suggerisco: "L'omodosso".

    Schneider

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    1. Ma il fatto è che questo titolo allude a quello di un famoso articolo di economisti, sai... roba da introdotti... meglio non farsi introdurre, comunque: non ne vale tanto la pena!

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  6. Vorrei emendare l'incontro ittico per renderlo più pertinente: quando la Trota (la, non il...) incontra il Persico, ecco che nasce il Boccalone :)

    norma

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    1. Cara norma, io sono un tecnico. Non ce la vedo una trota ad attaccare un persico, ma può anche darsi. Diciamo che il luccio mi evocava di più i nostri fratelli nell'euro.

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    2. ....Casta diva...

      http://www.youtube.com/watch?v=1rEx2M5zRX0#t=219s

      Alex

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    3. L'attacco mi sembrava più subdolo...e non tanto tra la specie di pesce dominante vs. quella sottomessa, quanto piuttosto imbastito dalla loro genetica ibridata (che si sa, spesso produce figli tarati). Quando la trota e il persico, nelle romantiche scorribande evolutive, mescolano il corredo genetico in modo improprio, nasce il persico trota (Micropterus salmoides) meglio conosciuto come "boccalone" che, nella fattispecie, ben rappresenta la tara da cui siamo affetti... (per non parlare di ligri e leoponi, metafora che forse tornerà utile a proposito delle superpotenze economiche)

      @Anomimo Grazie per la bella interpretazione di Mariella Devia :) In effetti la Norma ci dice qualcosa sugli esiti infausti delle relazioni, quando il romanticismo si confonde con la realpolitik: tutti appassionatamente sul rogo...

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    4. Cara Norma, quante cose imparo da voi! Adesso so che posso chiamare il piddino "Micropterus salmoides". Non mi risultava però che fosse un ibrido, anche se sapevo dei danni che fa il persico trota. Mi risultava invece che fosse importato, come la (pseudo)austerità alamanna. Però ora capisco la profonda saggezza del cameriere che a un mio amico che chiedeva acqua rispose, con aplomb maremmano "nell'acqua ci scopano i pesci". Come dire: il vino è più igienico. E io che pensavo che i pesci passassero tutto il giorno a mangiarsi gli uni con gli altri! Invece, evidentemente, ogni tanto devono divertirsi, altrimenti... chi mangerebbero l'anno dopo? Ecco, diciamo che si potrebbe dare una lettura macroeconomica anche di questa storia...

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  7. Troooppo divertente!!!
    A proposito della digestione:
    se il numeratore è maggiore del denominatore e i due numeri diminuiscono per sottrazione di una stessa quantità, il denominatore (che abbiamo supposto più piccolo) diminuirà percentualmente di più (tolgo la stessa quantità), quindi: numeratore diminuisce, denominatore diminuisce di più -> quoziente aumenta. A parità di ipotesi accade il contrario se il numeratore è più piccolo del denominatore: numeratore diminuisce, denominatore diminuisce di meno -> quoziente aumenta.
    Chiedo scusa per le banalità e spero di non aver fatto casino nel qual caso la prego di cestinarmi.

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    1. Sì, naturalmente è così, ma poi bisognerebbe complicare il discorso tenendo conto della dinamica. Il punto che volevo mettere in evidenza è molto semplice: stiamo parlando di un rapporto, e i rapporti sono lineari nel numeratore e nonlineari (iperbolici) nel denominatore. Quindi... attenti alle sorprese!

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    2. wow, vuoi dire che tra 4 anni in Ruritania avranno debito pubblico infinito?!?!?! :)))

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    3. Caro Diego: non un debito pubblico: un rapporto debito/Pil. Sono due cose diverse, e il post è stato scritto per far capire questa differenza. Una volta capita questa differenza, si può andare avanti e introdurre nel modello un po' di realismo. Potremo così accorgerci del fatto che in un contesto dinamico una crescita nominale pari a zero implica un rapporto debito/Pil divergente verso più infinito se il fabbisogno è sia pure di un epsilon sopra lo zero, e di tante altre belle cosette, la cui sintesi è la famosa frase di Evsey Domar: "il problema del debito pubblico è un problema di crescita del reddito nazionale".

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    4. sì sì, vero intendevo dire "il rapporto", non il debito di per sè. :) Solo che ormai il 120% in ogni dibattito è "il problema".
      Grazie per la precisazione :)

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    5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. http://www.emilianobrancaccio.it/2012/04/06/sky-tg24-dibattito-sullausterita/

    "un azzardo" è ovviamente "una puttanata" nell'espressione interna di Brancaccio. sia chiaro.

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    1. Continuo ad apprezzare la tua capacità di filtrare l'informazione essenziale...

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  9. Io non so nulla di economia, voglio iniziare a studiarla da autodidatta, ma prima voglio passare per matematica. L'unica cosa che mi pare di aver capito chiaramente è che siamo di fronte, di questi tempi, ad un qualcosa che assomiglia alla religione, non all'economia. Altro che tecnici, noi abbiamo i talebani delle convinzioni...

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    1. Fai una cosa: prima passa per l'aritmetica... vedrai, si può andare molto lontani ricordandosi le quattro operazioni. E chi non se le ricorda è perché non vuole farlo, ovviamente.

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    2. Ma è ovvio che in siamo in campo religioso! Il giudizio di Dio, il giudizio dei Mercati; il peccato, la spesa pubblica e il debito pubblico; la penitenza, il digiuno e l'autoflagellazione, quindi austerità, riforma delle pensioni e del lavoro. Ci sono perfino i teologi, gli economisti; i mistici, i piddini (sogni e visioni) e i ciarlatani...i giornalisti.

      Giuseppe Sini

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  10. "Si va, si taglia. Il popolo borbotta, ma la risposta è bell’e pronta: lo vuole la monade. E se lo vuole la monade, devi essere un mona per opporti."

    sono questi cambi repentini di registro linguistico che mi tengono incollato al suo blog (oltre che i contenuti ovviamente). ;)

    saluti

    Simone

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    1. Sono contento che qualcuno apprezzi. Quando mi rileggo mi diverto molto anch'io. Sai, noi "economisti" abbiamo un sacco di tempo per fare belle letture, non dovendo necessariamente arrancare (con 60 anni di ritardo) dietro ai matematici. E così, quando incontriamo un matematico possiamo parlare su un piede di parità di Proust, anziché fare la miseranda figura dei figli di un dio minore che tocca a certi economisti senza virgolette. Son piccole soddisfazioni. Unicuique suum.

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  11. Non si è capito neanche che se il numeratore influenza il denominatore al variare dell'uno coincide una variazione dell'altro.
    Ecco un articolo sulle frazioni.
    http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2011/mese/07/articolo/5055/

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    1. Be', il concetto che volevo portare avanti è proprio questo, e ovviamente non è un concetto originale. Per di più, la variazione in genere non sarà uno a uno, come nel semplice esempio che ho fatto. Perché?

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    2. Nell'articolo di Halevi citato da Marco Palermo si sostiene che l'85% dei titoli del debito pubblico italiano è posseduto da residenti. Lei, professore, conferma questo dato? A me sembrava di aver capito che all'incirca il 40% fosse detenuto all'estero..

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    3. Ma perché le dovete chiedere a me queste cose? Mica sono uno statistico! C'è tanto bello il sito della Banca d'Italia! Ecco: se vai qui vedrai che appunto il 40% è attualmente detenuto all'estero, ed è moltissimo per gli standard italiani (ma sempre meno del 44% a fine 2010, il dato disponibile quando Halevy scriveva). Io devo dire che di Halevy ne conoscevo solo uno, questo. Anche lui raccontava delle storie. Ma io sono solo un "economista".

      Comunque, forse il debito italiano è il 125% di se stesso (85%+40%=125%). Ti piace questa spiegazione? Così siamo tutti contenti...

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    4. Diciamo che adesso capisco perché si definisce economista con le virgolette. Dio ci scampi da quelli senza...

      Un saluto, un ringraziamento per la sua opera di divulgazione e l'augurio di una buona pasqua da trascorrere con chi desidera.

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    5. Ma di economisti senza ce ne sono parecchi! La definizione è di un loro fan...

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  12. Il moltiplicatore di spesa?

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    1. Il moltiplicatore keynesiano (anche se non è di Keynes). Vedi? Keynesiano si può dire. ;)

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    2. lo sapevo, ma non volevo dire "keynesiano" :D . Ha visto che non leggo solo Donald?

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  13. HO capito fiat non ti piace. Ruritania = Italia,una virtù privata non necessariamente è una virtù pubblica.

    Però leggendo il post,mi sembrava che ci fossero dei vincoli precisi in merito alle decisioni politiche "bisogna ridurre la spesa" il che impedisce il suo opposto (magari è errato ma è un dato di fatto e esclude ulteriore spesa pubblica per aumentare il PIL).
    Gli altri due dati che credevo di avere intuito (ma a questo punto non ne sono più sicuro)erano:i risultati dovevano esserci nel breve termine (massimo due esercizi),il la % debito/PIL inganna perchè a parità di ammontare del debito se si riduce il PIL il suo rapporto % aumenta, e questo può succedere anche se il debito diminuisce di una unità e il PIL di due.

    IL LINK A MONTI MI HA FATTO PENSARE CHE ANCHE SEGUENDO LA SUA VISIONE DELLE COSE MANCAVA QUALCOSA CHE FACESSE RECUPERARE LE ALTRE ENTRATE VISTO I TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA.

    Con questi vincoli l'unica possibilità è l'accettazione di un ulteriore rischio tentando di aumentare il PIL rendendo il sistema produttivo più "aggressivo" (competitivo) nei confronti dei propri avversari.

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    1. Ma mi pare che la fai molto complicata. Uno dei metamessaggi del post era: intanto facciamo le cose semplici. Poi ve le complico io. Diciamo che siccome tu già sai che stiamo parlando di un rapporto (forse) allora per te questo post è inutile.

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  14. Profe, ma nella sua novella lei tace un aspetto importantissimo: i ruritani sono biondi, alti e con gli occhi azzurri oppure bassini, moretti e con gli occhi neri? Eppoi la Ruritania è roba da secolo scorso! Sa, noi qui in Itaglia siamo più moderni, abbiamo certi tecnici al governo davvero bravi, che hanno a cuore il nostro bene.
    Cmq., lo dico a pelle (laddove manca conoscenza istinto supplisce), ma per aiutare i poveri ruritani sarebbe importante conoscere anche la composizione del loro debitopubblico?
    (A viatico: Qui auget scientiam, auget et dolorem)
    roberto

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  15. Ok. azzeriamo i commenti precedenti.

    La mia risposta è, il governo della Ruritania sbaglia politica economica, perchè se la composizione del PIL è fatta dalle voci del Post, la riduzione di una di quelle voci di fatto aggrava il il rapporto % debito PIL anche se il valore monetario del debito rimane invariato o diminuisce in proporzione minore rispetto al PIL.Lo stato della Ruritania a questo punto secondo Keynes dovrebbe agire sulla domanda in tutti quei settori in cui i privati non investono (il perchè e gli effetti sono noti a tutti è inutile ripeterli).

    OT.

    C'era un commento che riprendeva un pezzo del commento e sosteneva che lo stato non è un'impresa.

    Si, anche se è sempre più difficile fare una distinzione in quanto:

    -lo stato può fallire come un comune privato,

    -lo stato per aumentare il PIL si affida esclusivamente al settore privato che se la deve cavare da solo (per privato intendo qualunque settore economico compreso L'ENI),

    - Le politiche progressiste tendono a far convergere i dipendenti e i sindacati all'interno dei vertici decisionali nelle imprese di rilevanza pubblica,

    - si chiede all'impresa di essere responsabile socialmente,

    - A questo punto resta difficile e mi sembrerebbe anche poco razionale attuare la politica economica senza tenere di conto delle particolarità del sistema produttivo del paese,

    Se alla domanda: cosa accomuna la Fiat, L'ENI,e l'ultimo degli artigiani?

    - Se la risposta è lo scopo di lucro, allora lo stato è una cosa diversa,

    -se invece la risposta è che creano buste paga in conformità alle regole condivise, allora siamo sulla buona strada per poter pretendere un cambio di paradigma.

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  16. Gentile Professore, ma lo sa che ho capito?

    Ho scritto 5/6 e 6/5 su un foglietto, ho tolto 1 al denominatore e 1 al numeratore, ho fatto le divisioni e la calcolatrice ha indicato proprio i numeri che ha scritto lei: da 0,835 a 0,8 e da 1,2 a 1,25. Non è che non mi fidassi, ma per capirlo dovevo proprio farlo io.

    Ha ragione è aritmetica, ma non ci avrei mai pensato da sola.

    Posso fare una domanda?
    Diminuiranno anche i consumi privati? E così il rapporto sarà ancor più sfavorevole?
    Spero di non aver detto una stupidaggine.

    GRAZIE per la spiegazione e tanti auguri di buona Pasqua!

    Silvia

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    1. Sì, naturalmente nel quadro più complesso rientra anche il fatto che i consumi privati diminuiranno. Continua a esercitarti con la macchinetta, che il peggio deve ancora arrivare!

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    2. Grazie Professore,
      è la prima volta che ne azzecco una e mi sento rincuorata.

      Ma se teoricamente ed esagerando, il governo italiano decidesse di aumentare la spesa passando da 6/5 a 10/9 non ci avvicineremmo di più alla "monade"?
      Avremmo un PIL migliore solo in forza dell'aritmetica.

      Quindi è meglio aumentare piuttosto che tagliare, almeno fino a quando il numeratore è più grande del denominatore?

      Ma noi dobbiamo arrivare al 60%, come faremo dopo aver raggiunto la "monade"?

      Mi esercito, faccio del mio meglio per prepararmi al peggio.
      È così terribile?

      Ho visto Brancaccio su SKY, dice che ormai l'insostenibilità dell'euro è l'ipotesi maggioritaria tra gli economisti.
      Possiamo sperare in qualche cambiamento nel breve periodo?

      GRAZIE e ancora auguri

      Silvia

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    3. E meno male che Brancaccio lo dice su Sky! Sono contento che abbia questa opportunità. Magari il nostro amico Alessandro lo sente e si convince. Ora non fissarti troppo sull'esempio, che è semplice. Dovremo parlare poi di cose un po' più complicate.

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    4. Basterebbe che tu avessi l'umiltà di riconoscere che io la sto combattendo. Ma non posso chiederti uno sforzo simile: sei troppo bello! E a noi piace ricordarti così...

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    5. Te lo sei detto un po' da solo. Scusa tanto, ma quale sarebbe il problema nel limitare i movimenti di capitale, visto che l'evidenza mostra che dove vanno fanno danni? Continui a fare terrorismo... ma io non mi preoccupo. Ecco, se dovessi dirti, le scorie nucleari mi preoccupano di più. Guarda che il tuo catastrofismo non è nuovo. È esattamente quello di chi temeva che dopo Bretton Woods ci sarebbe stato il medio evo e il crollo del commercio. Il mondo ha continuato a crescere al 5% e il commercio al 10% (a spanna): secondo me pure troppo, se vogliamo, ma comunque il passaggio a cambi flessibili non ha creato tutto questo sconquasso. Bisognerebbe approfittare del fatto di essere pensanti per non continuare con questa logica binaria per cui o c'è l'euro o c'è il tornese, o c'è la dittatura o c'è la democrazia diretta con referendum a raffica anche sulla catenella del cesso (di gaddiana memoria), ecc. ecc. Anche perché questa logica binaria porta chi la applica a cadere sempre dalla stessa parte, che non è mai quella del tornese, né quella della democrazia... Non è strano?

      Auream quisquis mediocritatem diligit. È passato di moda?

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    6. Ottima idea. Quando ho un attimo di tempo ti spiego anche perché.

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  17. Non pensavo che fossero così tante

    http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_fictional_countries

    Potresti costruire un modello econometrico di un mondo composto da queste nazioni immaginarie,, caratterizzarlo con un sistema monetario non-asimmetrico. Poi intitoli il tutto "come potrebbe essere"

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    1. Visto? Eh, ma nessuna di queste contrade immaginarie è divertente e paradossale come la nostra!

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    2. per un attimo mi ero preoccupato. Poi ho letto bene e hanno inserito anche Vigata.

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  18. Bellissima, come farmi riappassionare dei calcoli, dopo 5 anni di istituto informatico che me li hanno fatti odiare (e sono passato più volentieri alla storia e....alla mona)

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  19. A proposito di aritmetica:

    http://www.youtube.com/watch?v=umFnrvcS6AQ

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    1. Ma la funzione esponenziale io tenderei a vederla come matematica, più che come aritmetica. Sono sicuro che quando vorremo definitivamente sterminare il nostro capitale umano la insegneremo in terza elementare. Ma per ora...

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    2. ...ci pensa Mario

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  20. Paradigma del Monopoli.
    Regole di base: ognuno tenta di arricchirsi, tra i quattro giocatori uno vince e gli altri falliscono miseramente, tutti, sempre. Possiamo giocare anche mille partite ma va sempre a finire allo stesso modo: uno vince, tutti gli altri perdono. Sembra la fotocopia del libero mercato senza regole. Se tentassimo di giocare con una variazione, passando dal "Via" nessuno riceve niente, come andrebbe a finire?
    Sono sicuro che lei, prof, ha una risposta chiara e illuminante anche per questa domanda.
    Grazie.

    Enzo.

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  21. Mi associo ad Ecodellarete! Pure io mi sono sentito un cretino!

    Però Ruritania ...Cracozia... perché mi fai questo... Maradagal e Parapagal non andavano bene?

    Tu quoque....

    Alex

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    1. Altra risposta non ti rendo
      se non lo far che la dimanda onesta
      si dee seguir con l'opera tacendo.

      Le prossime puntate saranno australi.

      Chiedo venia...

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  22. Avvocato (piddino) del diavolo (Monti):
    "Facile fare i populisti con l'elettorato degli altri. Qui si usa l'aritmetica come una clava. Ma lo sanno tutti che nell'equazione Y = C + G + I + NX se abbasso G di uno non è assolutamente vero che Y diminuisce di uno, ANZI!. Perché se taglio le spese sono tutti contenti, aumenta la fiducia e accorrono gli investimenti!"

    Ho vinto la Colomba d'Oro come miglior interprete?

    Buone feste

    Pietro

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    1. Bravo!

      Ma ti dirò che in effetti è anche più divertente di così. La versione Monti/Giavazzi/Alesina è che se togli soldi ai consumatori (diminuendo G) loro spendono di più perché constatano euforici che il governo sta facendo la cosa giusta e quindi in futuro non dovranno sopportare l'onere del debito. Per festeggiare questa saggia decisione corrono subito a comprare (a credito, cioè a debito, visto che hanno meno soldi da spendere) una bottiglia di champagne e così rilanciano l'economia (francese, credo, ma i modelli neoclassici sono spesso in economia chiusa...).

      Non ci credi? Leggi il par. 3.3 di Crisi finanziaria ecc.

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    2. Non credo che gli economisti che propugnano l'austerità lo fanno perché è espansiva. L'austerità espansiva riguardava solo alcuni casi esaminati da un vecchio paper di Alesina e Giavazzi, poi falsificato da un altro paper del Roosevelt Institute. Ma sono passati due anni eh...

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    3. Ma guarda, carissimo, che invece insistono e come. Non basta certo un "paper" per "falsificare" un assunto ideologico. Guarda i nostri amici. Continuano. Con sfumature, ma continuano. Dicono che bisogna tagliare la spesa (cioè il mio stipendio), piuttosto che aumentare le imposte (sulla loro ricchezza). Ma tagliare bisogna. Poi però, siccome sono furbi, noterai che alla fine mettono le mani avanti sul fiscal compact. Il fatto stesso che voxeu apra un dibattito chiedendosi se l'austerità non sia andata troppo oltre ti fa capire che c'è ancora gente che crede ai moltiplicatori negativi. E se è per quello di anni ne son passati molti di più. Fidati...

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    4. Quel paper l'avevo letto di fretta appena pubblicato...perdonami quindi se mi è sfuggito qualcosa, ma se non sbaglio lì si parla di composizione dell'austerità(cioè se fa meno "male" aumentare le tasse o ridurre le spese), non di austerità espansiva. Inoltre mi sembra che gli economisti di voxeu sostengono che l'austerità è espansiva nel senso del classico periodo t+3, non nel caso vecchio di Alesina in cui l'austerità è subito espansiva! sono due argomenti del tutto diversi.

      Inoltre, capisco la necessità di voler difendere una propia psozione, ma nel mondo reale anche un aumento di G incontra una serie di ostacoli...le analisi, fatte dagli stessi economisti keynesiani, dimostrano che l'aumento di G non porta praticamente a nulla a livello nazionale, una speranza c'è invece solo se tale politica viene attuata a livello europeo.

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    5. Certo Andrea, certo. Ma vedi, tu hai cominciato da poco e lo sai, e io so che lo sai, e insieme cerchiamo di andare avanti. Il dibattito è moooooooooolto più antico. Il problema è estremamente semplice: se tu parti da presupposti neoclassici (microfondazione, attese razionali, ecc.), arriverai come minimo all'equivalenza ricardiana, come massimo ai moltiplicatori negativi. Il dibattito su di essi non si è chiuso. Non so chi siano gli economisti keynesiani di cui parli (spero non i Re Magi!), ma ti assicuro che, keynesiani o monetaristi, socialisti o liberali, chiunque nel mondo quando c'è un problema fa politica fiscale anticiclica, e questa politica funziona. Noi stiamo facendo politica prociclica, cioè stiamo applicando il Washington Consensus in un momento in cui in America Latina stanno applicando l'economia keynesiana (perché grazie a Dio si sono liberati del cancro neoclassico).

      Se il dibattito ti interessa scrivimi che ti mando un po' di articoli. A me non interessa perché lo considero risolto. Ne è prova il fatto che perfino quelli che sostenevano (e talora ancora sostengono) che tagliando la spesa il Pil aumenta, si vergognano un po' di dirlo in certe sedi (ma non in altre).

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    6. Non concordo Alberto, le politiche perseguite sono frutto delle classiche politiche, insegnante anche nella didattica, per combattere l'elevato debito pubblico e la conseguente sfiducia dei mercati finanziari. Se te ritieni che nello stato reale dell'economia domina invece il ciclo, e che le politiche fiscali espansive giocano un ruolo a favore di tutto, a partire dal ciclo, dalla fiducia dei mercati finanziari al riassestamento del mercato bancario, bene. Ma il contrasto si gioca qui. Se poi c'è qualcuno che sostiene la vecchia politica del Washington Consensus, che è vecchia, sbagliata e non coerente con i fatti reali, bè peggio per lui, non ci farà una bella figura.
      E' necessaria la chiarezza, altrimenti recessioni e rapporti debit\pil in peggioramento nel breve periodo, vengono interpretati come prova dell'inefficacia delle politiche di austerità, quando invece è perfettamente coerente con il modello vero, quello delle politiche in presenza di alto debito pubblico e sfiducia, non con quello del Washington Consensus.

      Una delle analisi keynesiane a cui facevo riferimento, era quella del mio professore universitario Paolo Bosi, pubblicata nel sito BNL, in cui metteva a confronto politiche di austerità vs. politiche espansive nel caso italiano; al momento però non sono riuscito a ritrovare quell'analisi.

      Per gli articoli ok, tutte le letture possono essermi utili, adesso ti mando un email :)

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    7. Perdonami, ma non ti seguo. Se inserisci la "sfiducia dei mercati finanziari" (vorrei sapere in quale modello didattico la trovi formalizzata) devi necessariamente ricorrere all'apparato metodologico neoclassico. Mi sembra evidente che i mercati finanziari falliscono regolarmente anche perché sono dominati da una logica di breve periodo. Questo è il motivo per il quale hanno punito sistematicamente tutti i paesi che hanno adottato misure di austerità. Ti era sfuggito?

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    8. Quest'aspetto non l'ho mai approfondito quindi non sò quanto sia irrazionale il mercato finanziario, anche se non ho dubbi che lo sia. A me sembra però che il mercato finanziario sia in grado di influenzare la dinamica temporale della sostenibilità dei deficit annuali, ma il punto centrale rimangono i programmi di governo. Un governo che sà che tra 3 anni non riuscirà piu a ripagare i propri deficit pubblici, e adotta un programma di consolidamento dei conti pubblici che va oltre quei 3 anni, il mercato finanziario colpisce con i suoi equilibri multipli portando il Paese al default dopo il primo anno della manovra di governo...ma questo non vuol dire che il mercato finanziario abbia provocato un default che altrimenti non ci sarebbe stato, lo ha solo anticipato...ma qui stò già teorizzando troppo. Insomma se mi trovi d'accordo sulle politiche fiscali espansive a livello europeo, non sono invece d'accordo che se questa politica dovesse venire utilizzata da una singola nazione, ad esempio l'Italia, sia abbastanza potente da riportare il Paese in carreggiata, come se non ci fossero forze contrastanti...è appunto una questione di aritmetica, bassa crescita e alti tassi non consentono la sostenibilità del debito per un periodo illimitato..

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  23. Ho capito: devo ancora studiare all'Accademia d'Arte Drammatica...

    Il suo articolo su Costituzionalismo.it me l'ero perso, grazie!

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    1. Sì, diciamo che i nostri validi scienziati hanno ritrovato il famoso libro smarrito della Poetica di Aristotele, e attingono da esso a piene mani. Mi dispiace che per la maggior parte di voi certe esilaranti teorie siano di difficile accesso, barricate come sono dietro tanta inutile matematica. Bella da vedere, però, questo va detto...

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  24. ...e non dimentichiamo l'equivalenza ricardiana......che va oggi molto di moda.

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    1. che bella l'equivalenza ricardiana. pensa che ogni volta che qualcuno la tira fuori devo andare a rileggermi cos'è per essere sicuro di aver capito bene. e ogni volta ho capito bene ma non ci credo perché non è possibile credere a quell'idea. come questo:

      http://dash.harvard.edu/bitstream/handle/1/3451399/Barro_AreGovernment.pdf

      ci hanno fatto anche delle repliche ma secondo me troppo prolisse, bastava lasciare un post it sul frigo di Barro con scritto "sì."

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    2. io non sapevo neanche cosa fosse prima di qualche mese fa. Ho scoperto l'esistenza quando un "economista" di NFA scrisse che l'emissione di obbligazioni pubbliche non avrebbe stimolato la domanda per via della dimostrazione di Barro. L'ho chiesto a mio zio che fa l'elettricista e mi ha detto che non conosce né Barro né Ricardo. Mi ha detto però che se il suo stipendio aumenta (in termini reali, perché mio zio almeno l’inflazione la conosce) può comprare finalmente l’auto nuova.

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    3. Ragazzi, mi state facendo crollare il livello del dibattito! Chissà cosa penserà Forattini (l'amico di istwine)...

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  25. http://www.lemonde.fr/ameriques/article/2012/04/08/hugo-chavez-augmente-le-salaire-minimum-de-30_1682314_3222.html

    Intanto dall'altra parte del mondo aumentano i salari minimi. Che strana cosa! Ragionando al minimo se alzi il salario aumenti la capacità di spesa dei cittadini che richiedono più merci e quindi creano un ciclo virtuoso. Esiste una formuletta aritmetica che illustra questa situazione?

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    1. Sì, è il moltiplicatore keynesiano. Ma non si può dire perché è una parolaccia. Se ti sente un economista senza virgolette sono problemi seri!

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  26. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Una presenza breve ma intensa. Grazie per il contributo.

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    2. Ho cancellato i miei commenti in quanto lei li considerava "stupidi". Posso chiederle di fare altrettanto visto che mi dipinge come un fascistello ignorante ecc...?
      Veda professore, a parte il fatto che io le davo del lei e lei mi dava del tu, probabilmente ho sbagliato a darle del neoliberista, lei però ci è andato giù duro, anche se aveva ragione. Mi è dispiaciuto il fatto che, in quanto la ritengo un economista autorevole, le avevo fatto una domanda per vedere qual'era la sua posizione in merito non per provocarla ma per conoscere un parere tecnico, tutto qui. Mi scusi per il tempo che le ho sottratto.

      Massimiliano Coraggio

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    3. "Stupidi" non è il termine esatto. Comunque diciamo che visto che sei ancora da queste parti, avrai capito di esserti sbagliato, e visto che lo hai capito, evidentemente mi sono sbagliato anch'io. Potremmo ragionare sui motivi di questi equivoci, che sono poi riconducibili, in buona sostanza, al gran polverone sollevato dall'ex GCDR (giornalista coraggioso di regime), improvvisatosi docente di economia, e alle salve di insulti preventivi e consuntivi ricevuti dalla mia professione e da me (che me ne fotto) da parte sua e dei suoi seguaci. Rimani con noi. Verrà anche un post sulla spaghetti MMT dove ci divertiremo a capire il perché tante fesserie che si sentono in giro sono fesserie. Non è una mia priorità, ma prima o poi bisognerà farlo.

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  27. mi riferivo al commento su Monti/Giavazzi/Alesina e alla perfetta razionalità dei consumatori che prevedono anche quale sarà il debito pubblico futuro.

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  28. In questo Focus di BNL(che devo ancora leggere)ci sono due grafici (pag.7 e 8)che indicano la spesa delle famiglie nell'area Euro e nei paesi del BRIC. in Cina fra il 2010 e il 2011 la spesa è aumentata di 4,5 punti, leggendo alcuni articoli sui quotidiani sembra che questo sia dovuto al fatto che il governo cinese non ha ostacolato negli ultimi anni le rivendicazioni salariali,oltre ad essere stato fin dall'inizio della crisi il governo che più ha investito in opere pubbliche.

    IO NON HO UNA GRANDE SIMPATIA PER IL MODELLO CINESE CHE CONSIDERO UN ICOCERVO FORTEMENTE DIRIGISTA E PRIVO DELLE PIU' ELEMENTARI FORME DI DEMOCRAZIA.

    Ma ciò non toglie che in un periodo di crisi le politiche del governo cinese puntino ad un maggiore equilibrio macroeconomico agevolando la crescita interna. In fondo keynes quando sosteneva che bisognava alimentare la domanda interna con le opere pubbliche lo faceva perchè non si fidava dei banchieri e dei ragionieri di stato,e sapeva che il reddito delle famiglie che proviene dal lavoro subordinato e in gran parte speso per i consumi e di conseguenza entra subito nel ciclo economico.

    PS: Ma Ricardo non rinnego l'equivalenza?

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  29. Prof. una domanda, sto cercando di vedere il rapporto fra crescita del PIl e occupazione sui dati storici dell'ISTAT, siccome il PIL è a prezzi correnti se dalla crescita del PIL dal 1999 al 2010 che è del 37% tolgo l'inflazione accumulata che è del 25% è una operazione corretta per avere la % crescita reale? da comparare con la crescita dell'occupazione in termini di unità lavorative. Il dato mi dice che a ogni punto di PIL reale aumenta la forza lavoro dello 0,42%.

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  30. 'sera prof, mi piacerebbe sapere (se ha il tempo di leggerli) cosa ne pensa di questi due articoli:

    http://www.keinpfusch.net/2012/04/illusioni-apocalittiche.html

    e

    http://www.keinpfusch.net/2012/04/illusioni-ancora-piu-apocalittiche.html

    Secondo costui un disavanzo delle partite correnti non può essere la causa (o tra le cause) dei problemi dell'Euro. Anzi, qualunque disavanzo non può essere la causa di nulla. A mio parere sta sparando una fesseria, ma bella grossa. Lei che ne pensa?
    Saluti
    Marco

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    1. Sentite: io so bene che è difficile orientarsi, ma se voi leggete anche semplicemente la prima frase del secondo link già capite di aver a che fare con un dilettante di razza donaldiana: non sto parlando dei contenuti, magari sono diversi (non mi interessa), ma del metodo: la stessa propensione all'insulto e alle affermazioni apodittiche, e via dicendo. Io vorrei che voi non mi chiedeste di esprimere giudizi. Questa è l'ultima volta che lo faccio. Continuo a dire che sarebbe bene che ognuno facesse il suo lavoro. Chiaro, no?

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    2. Marco,

      io l'ho letto. pensavo, secondo te uno che dice che in Italia c'è un disavanzo tra nord e sud da sempre e non è un problema e che quindi neanche a livello europeo è un problema, sa di cosa parla?
      e se lo sa (e non lo sa, visto che dopo si contraddice tre quattro volte), dici che c'è bisogno di avere quel modo di porsi? ne conosco diversi sul web che hanno quel modo (ben prima del più noto) e non sanno il 100% delle volte di cosa parlano e comincio a pensare che il modo di porsi sia un modo di nascondere questa evidente mancanza.

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    3. Certo che lo è. E visto che ne stiamo parlando con un altro coraggioso buontempone, mi permetto di far notare a tutti che l'archetipo di questo modo di porsi è proprio Donald, del quale tu, caro istwine, conosci a fondo l'insipienza. Io invece so solo che ha fatto parte del sistema della disinformazione di regime. Eris sacerdos in aeternum...

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    4. "propensione all'insulto e alle affermazioni apodittiche"

      Colpito e affondato direi...
      :)

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    5. @Marco
      Ti sembra una persona affidabile chi non sa leggere nemmeno i grafici che incolla nel suo blog? E' talmente stupido che, pur incollando un grafico che dimostra il defict della bilancia commerciale italiana, afferma che "la bilancia commerciale dell' Italia e' praticamente in pareggio". E' delirante poi quando scrive "Nel 2011, per dire, la bilancia ha chiuso con un sostanziale pareggio [...]", come se un deficit di 24,3 miliardi di euro della bilancia commerciale (dato istat della bilancia commerciale 2011) fosse un sinonimo di un sostanziale pareggio. Sinceramente questo Uriel mi sembra semplicemente un cialtrone.
      Alessio

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    6. In termini meno appassionati. Quello che sfugge a Uriel è che un numero (2, 3,...) dice poco. L'India è andata in crisi di bilancia dei pagamenti nel 1991 con un current account al -2.5% del Pil, e noi siamo in una classica crisi da current account. Quello che Uriel non vede è la tendenza del current account: negativa dal 1996 in poi, senza alcuna speranza di reversal. E allora come vuoi che vada a finire. Ma io sono sicuro che nel suo lavoro lui sarà bravissimo (o crederà di esserlo).

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    7. (per non parlare della composizione del saldo: quant'è la spesa per interessi?)

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    8. Questo grafico mi sembra che riassuma più che bene la dinamica e la tendenza delle partite correnti italiane [http://1.bp.blogspot.com/-YhRdgztk9Lc/T1otPfuU1NI/AAAAAAAAB8w/EakGEiQolCU/s1600/Immagine+12.png]. Si vede una decisa contrazione a partire dal 1996 e poi il successivo crollo dopo l'entrata nell'euro nel 2002. Comunque ha ragione Prof, bisognerebbe vedere quanto incidono gli interessi sulla composizione del saldo. Sul sito della Banca d'Italia c'è solo la relazione della bilancia dei pagamenti del 2010.
      Alessio

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  31. Si prof, tutto chiaro, ma anche questo è un commento. E poi glie lo avevo scritto io che secondo me scriveva delle fesserie. Mi sa che è come uno di quegli economisti americani che per averci preso una volta la gente continua a dargli retta... Grazie e buona serata.
    Marco

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    1. Mi piacerebbe capire qual è la volta in cui ci ha preso. Ho letto dei suoi articoli piuttosto spiritosi sull'antropologia dell'azienda germanica, dalla quale si capiva più che altro che prima di andar lì non aveva viaggiato molto. Del resto, io ancora trasecolo quando vedo gli italiani all'estero cercare ristoranti italiani. Però evidentemente "siamo" fatti così. Ora, che dal trauma di essere privato dello spaghetto al dente si arrivi a una competenza specifica sulla sostenibilità del current account... non so... mi sembra un salto un po' troppo ardito (non "ar dente")...

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  32. :-) quando uno "è cotto"... bé aveva previsto la crisi dei subprime con qualche anno di anticipo (e non è che ci volesse molto sapendo bene la situazione) e che sarebbe scoppiato il "bubbone delle varie bolle" (e da li la crisi mondiale). Personalmente non era l'unica fonte, avevo altri "puntelli" ben introdotti che più o meno da qualche tempo suonavano la campana a morto per tutto il sistema, come poi è avvenuto. E' che ancora non schiatta del tutto 'sto maledetto....
    Che poi sia un personaggio variopinto non ho dubbi. Sicuramente il blog è suo e ci scrive quello che vuole, comunque in passato ha scritto cose migliori di quei due articoli, in effetti avrei fatto meglio a segnalarle altro. Tipo quello che succederà ancora per qualche mese (vedi post sull' AIFM. In effetti lo spread è tornato a salire, e di brutto..., alla faccia di Monti e delle favolette che racconta). Più tardi mi leggo l'ultimo post sul debito. Buona giornata.
    Marco

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    1. Ma che ci sarebbe stata un'esplosione era chiaro a molti. E che lo spread non sarebbe calato mi sembra che lo avessimo detto anche qui. Ci sono motivi tattici e strategici per i quali non cala. E per capire uno dei motivi devi appunto leggere il prossimo post. Con politiche procicliche i problemi non si risolvono, e questo i mercati lo sanno. Punto.

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  33. Salve professore vorrei avere un chiarimento...secondo questa logica, un paese come la Spagna che al momento ha un rapporto debito pil parecchio piu basso dell'Italia, praticando la famosa "austerity" riceverebbe dei giovamenti (diminuirebbe il rapporto debito pil) mentre noi solo perchè abbiamo il numeratore piu grande del denominatore vedremmo ulteriormente crescere il rapporto?
    Grazie.

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    1. Ma no, certo che no... Ovvero: se la logica corretta fosse questa, la tua conclusione sarebbe impeccabile. Ma la logica di questo post è molto rudimentale, e mi serviva solo ad attirare l'attenzione sul fatto che stiamo parlando di un rapporto, cosa che, te ne renderai conto, molti ignorano. Il post successivo adotta una logica sempre abbastanza semplice, ma un minimo più corretta. Questo blog segue un percorso, se ti interessa seguilo, ma non aspettarti che la risposta sia all'inizio. Per chi la vuole subito, c'è la letteratura scientifica...

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    2. Seguirò questo blog senza dubbio, lo reputo interessantissimo! Anche i temi toccati mi piacciono molto.
      La ringrazio per la puntuale precisazione.
      Paolo

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  34. Il ragionamento fila pero' secondo me manca la componente del debito privato.

    Nella situazione attuale forse e' ininfluente, visto che le banche non prestano; ma in una situazione "normale", se lo stato taglia, le banche "potrebbbero" prestare e quindi permettere l'aumento del PIL.

    Dico bene prof?

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  35. Buongiorno MAESTRO (mi adeguo non per piaggeria, ma per i suoi chiari meriti)
    leggo sul blog del prof. Piga
    http://www.gustavopiga.it/2012/cala-la-stima-della-commissione-europea/#comment-1741

    "Certo c’è questo paradosso che il debito sul Pil 2012 previsto a novembre era del 120,5% e ora salirà a 123,5%"

    Non per il prof. Piga che certo lo sa moooooolto meglio di me, ma per quei suoi lettori che volessero capire le ragioni di questo "paradosso" (e molto altro), ho lasciato il link a questo post (attualmente il mio commento è in attesa di moderazione).
    Spero che la cosa non la infastidisca.

    Grazie e buona domenica

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  36. ((x+1)/x)'=-1/x^2, ((x-1)/x)'=+1/x^2

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