domenica 30 ottobre 2016

Chi ci ha tradito e chi ci sta tradendo

Il tema del tradimento della sinistra (genitivo soggettivo) ormai è entrato nel dibattito, tant'è che cominciano a parlarne intellettuali riconoscibili come "de sinistra" dalla sinistra di sinistra. Ci siamo lasciati dietro le spalle quelli che vaneggiavano sulla natura "non politica" della categoria di tradimento, in quanto categoria "soggettiva e non oggettiva"... Poveracci che, volendo fare sfoggio di approfondita cultura politica, mostravano solo di ignorare le basi della cultura occidentale. Una ignoranza tattica, naturalmente, volta solo a evitare quella cosa veramente di sinistra che da tempo sto chiedendo e che ora sembra arrivare, con un pochino di ritardo: l'autocritica (si veda qui il punto 3).

Ma la storia, i cui processi sono, in effetti, oggettivi, non aspetta che le fragili soggettività individuali si rendano conto della necessità di un atto di coraggio, di un'assunzione di responsabilità (come quella fatta da D'Attorre pochi giorni or sono sul Fatto Quotidiano), e tira dritto.

Ed è appunto in questo tirare dritto, nell'oggettività dei processi storici, che si materializza l'oggettività del tradimento.

Mi spiego meglio: vi ricordate di quelli che "la svalutazione schianta la vedova e l'orfano e quindi restiamo dentro l'eurone che ci protegge"? Quanto ho fatto, qui, per far capire la natura stolta e dilettantesca di queste affermazioni! Avevamo cominciato il 25 aprile di quattro anni fa, e poi battuto e ribattuto su questo argomento, ad esempio nella serie delle leggende metropolitane (la trovate elencata in calce a questo post). Ma non è servito a nulla. Indisturbati da parte dei politici di riferimento, pochi colleghi privi di scrupoli hanno continuato a fornire dati in contrasto con l'evidenza fattuale, terrorizzando soprattutto il sindacato rispetto alle conseguenze di una possibile uscita.

Perché soggettivamente l'abbiano fatto non lo so, posso solo supporlo. Ma quale sia stato oggettivamente il risultato lo vedete: il sindacato è ancora compattamente eurista, e per difendere l'euro ha accettato il jobs act, fra le altre cose, anche perché gli era stato detto da persone prive di scrupoli e di etica professionale che l'alternativa sarebbe stata un'inflazione al 20%.

Ora, il punto è che chi, con la solfa dell'uscita a sinistra, ha terrorizzato i sindacalisti, paralizzandone l'azione, ha oggettivamente comprato tempo coi soldi dei lavoratori per regalarlo al capitale. La vera uscita a sinistra, infatti, non è quella che propone Tizio che si sveglia nel 2014, scopiazzandola da un libro pubblicato nel 2012. Direi proprio di no. La vera uscita a sinistra è quella che avviene prima. Prima di cosa? Prima e basta. Perché finché continuiamo a comprare tempo da una posizione di debolezza, il poi per noi sarà sempre peggiore.

Secondo voi, sarebbe stato più "di sinistra" uscire prima del Jobs act, o dopo il Jobs act? Chiaro che nel mondo di poi, cioè posteriore al jobs act, i datori di lavoro hanno in mano uno strumento di ricatto che prima non avevano. Quindi, non ci sono santi: in queste condizioni è perfettamente ovvio che una uscita avrà effetti meno favorevoli ai lavoratori di quelli che avrebbe avuto nelle condizioni precedenti.

Del resto, noi qui lo sappiamo bene: la rigidità del cambio serve proprio ad accumulare tali tensioni sulla competitività da rendere credibile il messaggio di chi ci chiede (ma in realtà ci impone) di fare un "ultimo" sacrificio smantellando qualche altro pezzetto di stato sociale.

Il punto è che questi effetti sono largamente irreversibili. La crisi del 1992 è servita a rasare completamente la scala mobile e a introdurre la concertazione. Vi risulta che dopo lo sganciamento si sia tornati indietro? No.

E sapete perché?

Perché c'è un altro aspetto perverso, il più subdolo, il più disgustoso, il più vile, il più ributtante, del raccontino di quelli che "bisogna uscire a sinistra altrimenti sarà una catastrofe". E siccome nessuno ve lo ha fatto notare, ve lo faccio notare io, che sono qui per questo. Siccome la catastrofe che i cialtroni paventano non ci sarà, le persone ricominceranno a vivere meglio in termini assoluti (gli entreranno più soldi in tasca), e quindi, fatalmente, si disinteresseranno di come stiano andando le cose in termini relativi, cioè di lottare per avere la loro giusta quota del prodotto nazionale, e le istituzioni che la tutelano.

Capite? Ma c'è poco da capire: è già successo (nel 1992).

Un conto è dire: "sarà una catastrofe, recessione dell'80%, inflazione del 30%...". Chi agisce così è fascista due volte: la prima perché vuole mantenere una situazione nella quale è avvantaggiato solo il grande capitale, e la seconda perché contribuisce involontariamente (ma oggettivamente) a creare la sensazione fasulla che con l'uscita, visto che la catastrofe non ci sarà, sarà risolto tutto.

Insomma: è fascista due volte chi vi chiede di lottare ora per mantenere il sistema che vi opprime, e oggettivamente contribuisce ad illudervi che non sarà necessario lottare dopo, quando questo sistema continuerà a cercare di opprimervi.

Un altro conto è dire, come facciamo qui: ci sono delle criticità, naturalmente, ma sono gestibili e il problema non è il durante, il problema è il prima (in cui non possiamo lottare, perché inseriti in un contesto istituzionale che non lo permette) e il dopo (in cui dovremo lottare, sfruttando ogni centimetro che l'arretramento del grande capitale ci lascerà, senza lasciarci fuorviare dal mancato verificarsi delle previsioni catastrofistiche dei cialtroni).

Ecco.

Vi ha tradito chi non ha fatto abbastanza per far maturare la coscienza, che qui è stata limpidissima e coerente fin dal primo momento, della necessità di un cambiamento. Vi sta tradendo chi prospetta catastrofi, perché oggettivamente coopera a farvi abbassare la guardia nella fase più delicata: quella della gestione del cambiamento.

Ricordateli nelle vostre preghiere, come io faccio nelle mie, e guardate con attenzione al futuro.

52 commenti:

  1. Cristallino.
    Grazie.

    Ps. E sí, bisogna che studi di più, per capire bene cos'è successo nell '92. A due anni ci si rende conto di poco.

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  2. Speriamo nell'uscita,dall'euro,prima della chiusura degli ospedali.

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  3. Leggendo il suo esorto a non spegnere le coscienze, mi è sobbalzata alla mente il seguente stralcio dell'ultimo articolo letto su Voci dall'estero:

    "la ragione per cui continuo a sostenere che progettano di lasciare che i movimenti conservatori ottengano in una certa misura il potere politico il prossimo anno, solo per poter poi staccare la spina al supporto vitale fiscale internazionale e dare la colpa a noi per la tragedia risultante".

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  4. ab inopia ad virtutem obsepta est via

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  5. IL sindacato ... la sinistra ...

    Io ho ricevuto un tanto durissimo quanto prevedibilissimo colpo lo scorso Primo Maggio, quando al comizio in Piazza De Ferrari, culmine della manifestazione che si teneva a Genova, il delegato RSU della Fiom all'Ilva ha esortato dal palco i tre segretari nazionali di CGIL CISL e UIL a impegnarsi per la costruzione di un sindacato europeo, secondo il famigerato schema del pennello grande per dipingere la parete grande.

    Se anche gli anti-parlamentari di sinistra (coccardina rossa sul cuore) desiderano baloccarsi con la dimensione europea invece di lottare qui e subito (cosa che peraltro hanno dimostrato di saper fare con successo) per mettere a ferro e fuoco le armi del capitalismo "de noantri", possiamo parlare di tutte le uscite a sinistra, e a sinistra della sinistra, e a sinistra della sinistra di sinistra che ci facciamo solo ridere dietro.

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    1. All'amico genovese,da un ex Italimpianti:hai ragione le Termopili sono qui adesso e non a Roma fra un anno.

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  6. Comunque vada io ho capito che perderò sempre, e non mi pare una bella prospettiva e nemmeno una soluzione confortante. Quindi se potessi decidere razionalmente sarei a favore del lento declino, prospettato da Cesaratto nel suo ultimo libro, senza uscita dall'euro; a questo punto, considerati i tradimenti a sinistra , l'inerzia della popolazione e la mancanza di un'alternativa reale allora sono per il "muoia Sansone e tutti Filistei".
    Non ci si può accontentare di una sconfitta dopo 30 anni di sconfitte .

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    1. Voti PD o M5S(o anche Forza Italia)?

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    2. Capisco lo sconforto ma in che senso "muoia Sansone..." sarebbe la scelta razionale? Oltretutto una morte dopo lunga agonia! Personalmente la trovo la scelta meno razionale.

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    3. Oddio! Mi lascia senza parole. Sa, avrei un figlio, e nel mio egoismo piccolo borghese vorrei augurargli di poter da grande scegliere liberamente se andare all'estero o rimanere in Italia. E chissà perché mi viene da augurarlo pure alle mie studentesse, ai miei ex studenti (i migliori già all'estero, ovviamente), e ai compagni di scuola di mio figlio.
      Ho una paura fottuta che il prof. Bagnai si sbagli sull'euro, e che ce lo terremo per decenni come per decenni in Africa Occidentale si sono tenuti il franco CFA... Siamo una colonia? Forse sì. Speravo e spererei che almeno un pochetto di resistenza l'Italia la potesse ancora fare.

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    4. Quanti anni hai, Tiberio? Io vado per i 50 e se l'Italia esce dall'euro torno a casa - ci sono stata da poco ed ogni volta mi piange il cuore pero' so che cosi' non c'e' speranza e alla lunga non ci vorro' tornare neanche in vacanza (fa anche rima, inadvertently :-)). Se no, resto all'estero dove non sto poi male - posso chiedere la cittadinanza dopo Brexit e penso che me la daranno perche' pago tasse. Diciamo due anni, come limite di tempo, massimo tre, che sarebbero anche troppi.

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    5. Sono sentimenti, ergo valgono quello che valgono, ma non credo negli aggiustamenti, nelle correzioni di tiro. Il gioco non si cambia finche' si vince, quindi sara' lentissimo declino o rottura. Non so cosa sia peggio. Nel frattempo, fate studiare tantissimo i figli, che possano accedere alla sotto-elite dei tecnici, a cui un osso lo butteranno sempre.

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  7. Che poi è quanto dicevo al (ci)Trullo in una discussione su Twitter quando lui sosteneva che non è vero che il cambio flessibile ci avvantaggerebbe perchè nel '92, quando uscimmo dallo Sme, la quota salari diminuiva comunque e perciò non era quello il problema, ignorando ( e qui rimango basito perchè se ci sono arrivato io che non ho mai compiuto studi economici in vita mia penso possa arrivarci anche lui ) che la differenza in questi casi la fanno la politica ed i rapporti di forza tra le parti sociali, mentre se la stella polare per tutti è il vincolo esterno dell'euro, la sconfitta del salariato, sotto il ricatto della perdita del posto di lavoro, è matematica.
    Sembra quasi che sinistra l'euro abbia funzionato come l'ecstasy per gli appassionati della musica acid-house.

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  8. Grazie . Ma non imparo abbastanza velocemente ...
    Ho sbagliato ...
    Due sere fa' rotta un amicizia piddina (non e' la prima ...abitando a Ravenna spero nelle attenuanti )sul tema immigrazione ( mi aveva dato del fascista perche' sostenevo gli argomenti della regolamentazione indispensabile per evitare la svalutazione del fattore lavoro ed impedire la cosmesi tesa ad allontanare l'attenzione dalle priorita ' della distribuzione del reddito) .
    E' che di fronte ad un atteggiamento fideistico non so' come rapportarmi : consigli letture , mandi Link , parli di esperienze e fatti incontrovertibili sul basso- livellamento che stiamo vivendo..
    Boh... mi sento abbastanza isolato ... immagino Lei Professore .. sara' -anche peggio

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    1. Anch'io ho rotto un paio di amicizie piddine. Se un piddino rompe la tua amicizia per queste cose, allora non era proprio un vero amico.

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    2. Yanez, che ti sia balzato agli occhi un apostrofo usato come accento (che non ci voleva - lo dico sennò correggi anche me), anziché (vedi che accenti giusti?) il concetto "rotta amicizia piddina", la dice lunga. Fa, so: certo Yanez, certo... Bravo.

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    3. peter ... con la minuscola ..e riguardo ai contenuti ?? No perche' so' laurato con 109 e ho 30 dipendenti che pago regolarmente...Mi firmo col mio nome e non col nickname ...puoi dire lo stesso?

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    4. @Franco: ci siamo passati tutti, qui, per un motivo o per l'altro. Lo sbigottimento davanti all'atteggiamento fideistico è forse quello che fa più male: diventi tu il fanatico, o il fascista, a scelta, perché obblighi a cambiare il quadro acquisito di riferimento.
      Un giorno cambieranno loro, ma nel frattempo sarà difficile, lo so. Perlomeno adesso di eurexit si può parlare: qualche tempo fa equivaleva a montare dritti sul rogo, dx o ""sx"" non faceva differenza.
      Vuoi ridere? qualche sera fa, riunione per il no piuttosto antiUE, mi sento chiamare a gran voce da una persona che non riconosco. Risolto l'equivoco, viene nel discorso il gran bene che la UE ci sta facendo e la necessità di rivedere il nostro matrimonio indissolubile. Alla fine: "Ah, se vuoi insistere! Arrivo da Bruxelles" perché nel frattempo ha cominciato a lavorare sui progetti UE.
      Certo, avrei dovuto dirle, bisognerà riqualificarvi e ricollocarvi, nello spirito della nostra Costituzione, se ci sarà ancora (e Jobs act permettendo, ahimé). Costerà caro al nostro debito pubblico, eh, ma sarà sempre meglio che continuare così.

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    5. Franco, da ravennate ti capisco: non sai quante litigate. Il piddino ravennate (specie in calo ma non certo estinta) è ancora fermo alla presunta superiorità morale della sinistra, e comunque "sa di sapere", e contro la fede la ragione nulla può. Come te, ho sperimentato più volte che il proporre il buon senso non porta a ravvedimenti dell'interlocutore. Di solito, sull'immigrazione, passo per leghista (mai stato), sintomo di quanto il prof ha sempre detto e scritto: la sinistra è prigioniera dell'euro, e far loro ammettere che è stata una scelta sbagliata, significa (ai loro occhi) fargli inseguire la lega nord. Non ce la possono fare...

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    6. @Franco Campese
      Il piddino sa che a lui non capiterà mai di trovarsi col didietro per terra.
      Trovo inutile cercare di convincere chi pensa di sapere.
      Non sprecare energia e vai avanti, sapendo ( unica concessione questa ) che quel che pensiamo di sapere non è mai abbastanza o sufficiente, anzi.
      Verrà il giorno...

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  9. Il problema è che l'inconsapevole e fallace propensione favorevole all' euromantenimento è più forte e diffusa nel Paese, di quanto i cialtroni citati, siano in grado di insinuare nelle coscienze; la paura del trapasso nel popolo precede in un processo di autoesaltazione, addirittura ogni induzione di coloro che senza alcuno scrupolo fomentano la fallace paura del salto nell' inferno.
    Purtroppo da ciò che percepisco intorno a me, la consapevolezza che prendere ancora tempo aumenti inesorabilmente la massa del monte che ci cadrà addosso è del tutto assente e di solito capita sempre così e la storia purtroppo non fa sconti.

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  10. L'Euro è servito da illusione alla Classe Politica Italiana;
    illusione che l'entrata nell'Euro avrebbe loro garantito vita facile: minore interessi sul debito pubblico e maggiore facilità a finanziarlo mediante il più facile accesso ai mercati finanziari esteri (o visto da una diversa prospettiva, minor rischio valutario per i cosidetti investitori esteri).
    Insomma hanno servito su un piatto di argento l'Italia.
    Tutto questo, hanno pensato, li avrebbe messi al riparo dal rischio di dover Gestire in maniera più rigorosa il Bilancio dello Stato per i 20-30 anni a partire dal famoso 2002. Però non è andata come previsto.
    La crisi Li ha costretti a venire allo scoperto perchè i creditori dell'Italia hanno imposto le loro condizioni e dettato le loro condizioni.
    Hanno tamponato tassandoci a morte e inimicandosi l'Italia Intera.
    Ora giocano il gioco della propaganda tramite i mezzi di informazione e tentano con il Referendum e la Legge Elettorale di trasformare la loro minoranza nel paese in Maggioranza di Governo. Non illudetevi, non cambieranno, hanno vinto troppe volte con gli Italiani e sono convinti di poterlo fare ancora, all'infinito: dopo tutto fino ad oggi ci sono sempre riusciti.

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  11. Ulteriore conferma, qui, di quanto osservavo a commento di O vos omnes, circa la pietà che dall'alto del suo spessore umano dimostra il prof. verso i traditori (a proposito di ignoranza: non dico "pietas", come invece farebbero i buonisti incompetenti - buonisti perché incompetenti - ché vuol dire altro, seppure anche quella possegga Bagnai).

    Il tradimento è Storia e davvero perderemmo tempo, quando di tempo ve n'è poco, ad inseguire sul terreno della loro miseria i SOGGETTI delle tante frodi oggettive a nostro danno - sarebbe un altro modo della fallacia ad personam, distraente dalle Questioni (al netto di quel po' d'ironia con cui prendere giusto per il culo i de quibus su Twitter).

    Conta lo studio, invece, solo quello, e il prof. qui è maestro, non banalmente polemista (la Storia insegna, ma non ha discepoli, dicono dicesse Gramsci, ma se qualcuno aiuta a leggerla...).

    Ho scritto l'ennesimo commento inutile, dunque, non dando il benché minimo contribuito in termini di conoscenza o informazione. Ma continuo a studiare, e l'apprendere mi è diventato imperativo ineludibile, quasi un assillo, dato che so ad oggi una miseria e comprendo un decimo di quanto vorrei.

    L'ho scritto per dire che ho colto (tardi) il senso di questo blog, che va ben oltre l'urgenza immane di ciò che denuncia. Ormai è chiaro quale sia la coscienza intenzionale di esso, tutto intero. Qui c'è un'etica, ancora prima che un'idea (corretta) su euro e correlati.

    Insomma, è l'ennesimo grazie. Se posso azzardare, prof., lei è un serio economista perché ha letto (e capito) Proust e Dostoevskij (e...), mentre è un bravo economista perché ha studiato. Questo di per sé non garantirebbe nulla, tuttavia: anche Draghi è preparato...

    Quanto al tradimento, terremo la guardia alta sui suoi effetti.

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  12. "Insomma: è fascista due volte chi vi chiede di lottare ora per mantenere il sistema che vi opprime, e oggettivamente contribuisce ad illudervi che non sarà necessario lottare dopo, quando questo sistema continuerà a cercare di opprimervi".
    Che dire di più, o di meglio? Dopo queste parole, venute a loro volta dopo tantissime altre altrettanto fondate, forse solo meno icastiche, l'unica cifra che accumunerà gli uscisti da sinistra sarà la malafede. La storia, costoro, la vorrebbero risolvere a loro piacimento nel "prima", mentre continuerà, materialisticamente, nel dopo. Solo a queste condizioni "la vera uscita a sinistra è quella che avviene prima". Perché credo che la coscienza della necessità dell'uscita dalla dittatura dell'euro maturata oggi sarà quella che assicurerà domani la tensione verso una società (più) giusta ed equa.

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  13. "Pregate per i vostri persecutori."
    (Ma non siate fessi.)

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  14. Segnalo un "refuso": svalutazione al posto di inflazione nella frase "mi spiego meglio: vi ricordate quelli che era la svalutazione a schiantare la vedova e l'orfano.."

    A presto

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  15. "refuso" è tra virgolette mica per nulla :-)

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  16. Per molti di loro, sarebbe la giusta legge del contrappasso, l'esser messi tra i fascisti! :D

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  17. Ecco, è esattamente ciò che temo: che l'ignavia dell'italiano medio, soprattutto del giovanissimo italiano medio, permetterà il mantenimento delle riforme fatte per mezzo dell'euro invece che portare alla loro abrogazione che sarebbe vista come un tornare indietro quindi come un errore, perché ormai siamo arrivati al punto che "nuovo" viene automaticamente percepito come "migliore" e "vecchio" o "precedente" come "peggiore". Temo veramente che il "Bel Paese" non sarà mai più bello come prima. E dire che dipende tutto solo dalla (mancanza di) volontà politica.

    Vivere lo stesso dramma due volte (come siciliano prima e come italiano dopo) è troppo frustrante.

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    1. Non sarà un lavoro facile, perciò l'ammonimento del post. Ma dovremo ricordare al giovanissimo incolto medio, acculturandolo, che il "nuovo" è ben più vecchio del "vecchio" e per lui assai più pernicioso. La mancanza è prima di cultura e poi di volontà politica.

      "...just as much as laissez-faire individualism and the free play of economic forces, before which latter, almost alone amongst men, the City Editors, all bloody and blindfolded, still piteously bow down."
      "...The idea of the old-world party, that you can, for example, alter the value of money and then leave the consequential adjustments to be brought about by the forces of supply and demand, belongs to the days of fifty or a hundred years ago when Trade Unions were powerless, and when the economic Juggernaut was allowed to crash along the highway of Progress without obstruction and even with applause." (Keynes, 1925)

      Il pensiero "nuovo" era vecchio di cent'anni cent'anni fa, come Alberto ha dimostrato più volte. Sono le riforme di oggi indirizzate al liberismo a rappresentare una restaurazione di idee stracotte, così folle, dal punto di vista dell'efficienza economica per lo sviluppo sociale, che neppure la mente lucidissima e preveggente di Keynes aveva immaginato possibile nel nostro remoto (per lui) futuro.

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    2. Per almeno tre decenni, in politica ed economia, "Nuovo" ha anche implicato "Migliore", dal punto di vista dei lavoratori salariati, dei professionisti e della piccola impresa.
      La relazione si rompe nel secondo lustro degli anni '70 ma nessuno se ne accorge.

      Infatti, a quel punto, occorre iniziare a parlarne.
      Vi ricordate "Il Nuovo Che Avanza"?

      Roberto Seven

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    3. Concordo sulle analisi ma non reputo attuabile la soluzione, per quanto logica sia. Non so se frequentate ambienti ad alta densità di giovani. Io, ogni tanto (perché sennò mi deprimo) sì: la cultura è vista non come uno strumento di rivalsa o una scala da prendere per elevare la propria posizione sociale bensì come una - mi si perdoni il francesismo - rottura di coglioni da evitare il più possibile. E' per me molto difficile trovare coetanei (peggio ancora se cerco fra quelli più giovani) in grado di fare un'analisi politica/economica corretta. Vanno a luoghi comuni e auto-razzismo.
      Onestamente, credo che i meno giovani siano quelli su cui si possa contare di più, perché anche a parità di livello culturale hanno almeno memoria di come era il Paese prima degli anni '80 e forse, dico forse, la lampadina può comunque accendersi.

      A mio avviso, buona parte della generazione dei quarantenni (che spesso a me sembrano dei bambinoni intrappolati in corpi da adulti) e pressoché la totalità della generazione dei ventenni sono perse, sul piano culturale. E siccome sono siciliano e discendo da chi ha subito quindici anni di scuole chiuse a seguito della cosiddetta unificazione, posso garantirvi che i danni causati dall'avere avuto una generazione di ignoranti, in un secolo e mezzo, non la riesci a recuperare. L'ignoranza è praticamente un tratto ereditario...ci vuole tanta tanta terapia genica per debellarla...ma tanta. E non mi risulta ci sia la volontà politica.

      Non sono per nulla fiducioso e quando mi si dice che si vuole puntare sui giovani io sono il primo a scoraggiare l'impresa. Meglio puntare sui meno giovani (se non proprio sui vecchi), finché campano. I giovani, se vedranno miglioramenti, seguiranno per inerzia. Perché l'inerzia è proprio il loro modo di vivere.

      Questa la mia opinione.

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    4. Io penso che la società tutta soffra di inerzia e ignoranza, giovani o meno giovani. Anche i meno giovani pensano in termini di autorazzismo e luoghi comuni. Basta sentire qualsiasi argomento inerente la politica, sono tutti uguali(pensiero unico) con distinguo puramente formale( etichette politiche). Nulla di strano, vengono buttate informazioni superficiali per distarre il pubblico e fargli il lavaggio del cervello facendogli perdere di vista le cose che contano.
      Quando parli di euro o ti guardano con uno sguardo patetico o ti definiscono fascista o alla fine si ritorna a parlare di casta cricca corruzione.
      La cosa che ti da piu' fastidio è quando ti dicono "la fai difficile". L'apprendimento è molto faticoso e comporta impegno e dedizione.
      Alla gente piacciono le frottole, se non era cosi' questo blog o altri blog come quello di Luciano traboccavano di visite e Bagnai sarebbe diventato come notorietà Michael jackson, alla fine rimaniamo quattro topi di biblioteca isolati in una nicchia, che come Cassandra(anche lei dileggiata e umiliata anche se aveva ragione) aspetta l'inevitabile.

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    5. Non volevo intendere che secondo me il resto della società sia fatta di premi Nobel e medaglie Fields mancati. Ho preso come riferimento la fascia 20/40 perché caratterizzata dal fatto che avrebbe insieme un'aspettativa di vita piuttosto lunga e - ma qua siamo nel campo della fantascienza visto che i fatti smentiscono - un certo livello di maturità e di consapevolezza proprio di chi vorrebbe farsi un futuro, magari una famiglia (o che addirittura ce l'ha già).
      Cioè, se un ragazzone classe '30 se ne frega di capire perché il Paese va a rotoli perché tanto lui le sue giornate le passa a metà fra la parrocchia e i cataloghi delle pompe funebri posso pure capirlo, se lo fa un ventenne o un quarantenne ecco che lì magari capisco un po' meno ed è lì che concentro le mie critiche.

      Sul fatto che in generale laggente (quella con due "g") ami chi racconta storielle siamo d'accordo, ovviamente. Voglio dire, stai scrivendo ad uno regolarmente scomunicato per apostasia. Ciò su cui volevo rimarcare è il paradosso del trovarsi nelle condizioni di dover contare più sul nonnetto che non sul ragazzetto, perché il primo ha memoria di come era il Paese prima della svolta liberista e del direi terzo tradimento della sinistra in meno di un secolo (nell'ordine: Mussolini, Togliatti, Berlinguer e/o Napolitano, in base ai gusti) mentre il giovane di oggi è proprio bianco sia di Storia che di valori (e lo scrive uno che ha una visione assolutamente cinica dello stare al mondo e che come tale non sempre si trova in linea col comune agire e sentire, pensare). Ecco: ciò che volevo sottolineare è il paradosso, amaro, in cui si fa prima a contare su chi essendo ormai a fine corsa può anche non avere interesse a curarsi del futuro del Paese e quindi degli altri che non invece su di un giovane che dovrebbe essere il primo a lottare per garantirsi la possibilità di arrivare al lusso di potersi disinteressare, da vecchio.

      Non so se sono riuscito nel tentativo di essere più chiaro. Mi vado a fare n' cafè che forse è meglio e casomai riprovo! :)

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  18. Oltre a ricordarmene nelle preghiere Prof, me ne ricorderò il 4 dicembre con un bel NO al referendum. Un bel NO a questo governo e questo PD asservito ai poteri forti, che ha eliminato l'articolo 18 e, spero di non dire una castroneria, trasformato il precariato a vita nell'unica forma di lavoro, dato che l'indennizo dato è veramente irrisorio.

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  19. Questo post è molto profondo. Sembra semplice ad una prima lettura, e forse per molti assidui frequentatori del blog lo è, ma non è per nulla scontato per quanto mi riguarda. Voglio rileggerlo con calma, come se fosse una guida o un prologo per argomenti più specifici. Grazie Prof.

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    1. Qui anche le definizioni di semplice e complesso sono tutte da rivedere. Spesso si usa semplice per banale, complesso per oscuro. In entrambi i casi, mancanza di informazione.

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  20. Il Professore è stato uno dei pochi a muoversi nei tempi giusti.Se nel 2010 gli economisti avessero detto la verità
    avremmo risparmiato qualche morto ma loro si preoccupavano dello smantellamento della sinistra laddove fossimo usciti.

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  21. Del resto JA e suoi equivalenti europei non erano scopi dell'euro?

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  22. Ho i brividi. Per chi come me è di sinistra perché sta male se qualcuno sta male questo post è una preghiera laica.

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    1. Idem. Oggi, però, è uscito un articolo a svariate mani sul fatto. I brividi sono finiti. Resta solo l'amarezza.

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  23. Ho i brividi. Per chi come me è di sinistra perché sta male se qualcuno sta male questo post è una preghiera laica.

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  24. http://www.nextquotidiano.it/luscita-dalleuro-lehman-brothers-al-quadrato/

    E' uscito questo articolo che cita lei e Norvik sostenendo che stareste minimizzando problemi enormi che si verificheranno perché si tratterebbe di una uscita da una unione monetaria senza precedenti per dimensioni....
    Concordo in pieno sulla sensazione che nessuno sappia e tantomeno voglia "preparare il terreno" prima. Figuriamoci gestire il dopo che i giusti "attributi". Da profano a me sembra oltretutto che la crescita indisturbata del debito sia la tagliola con la quale la classe politica rende ancora più impossibile che possa verificarsi una evenienza del genere. Che ne pensa? Grazie

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  25. Posso dire che questa esultanza mi fa schifo?
    Il bello è ignorare la volontà di un popolo quando non rientra nel proprio credo?
    Imho è un tantino autoritario, per non dir peggio.

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  26. GRAZIE PROFESSORE E ......MORTA DI FAME X MORTA DI FAME PREFERISCO FAR LA FAME CON UNA MONETA NOSTRANA INVECE CHE CON L'EUROTRUFFA E GLI EUROTRUFFATORI NOSTRANI E EUROPEI.....RIMANENDO NELL'EURO CI TOGLIERANNO ANCHE LA PELLE DI DOSSO COL PRETESTO DEL -DEBITO (FALSO) PUBBLICO.....USCENDO ALMENO UNA SPERANZA DI RIPRESA L'ABBIAMO-

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