(... vi ricordate la SUA?...)
Eh, vorrei proprio incontrare uno dei simpatici pasdaran della spending review! Oggi ho sentito perfino Luigi Paganetto, persona normalmente molto sensata, dire alla radio che "sì, certo, a quanto pare lo scorso anno il rapporto deficit/PIL in Italia ha sfiorato (o sforato?) la soglia del 3% [#GAC, aggiungerei...], ma per fortuna il governo ha in mano uno strumento potente: la spending review".
A me quando si usano parole straniere superflue già girano di default (!), ma fosse questo il problema! Il problema è un altro, e lo sappiamo. È veramente triste vedere illustri colleghi non andare oltre il livello di analisi del tassista del mio ultimo libro, quello che "sse sò magnati tutto". Ormai che il problema non sia esattamente "'a coruzzzzione de li politichi che sse sò magnati tutto" lo sanno in effetti tutti, con la limitata eccezione del famigerato areale stepposo alla periferia orientale della capitale, perché lo ha spiegato molto bene uno che se ne intende.
Ora, questo non è un dibattito puramente accademico (e se anche lo fosse, meriterebbe di essere fatto con serietà). Il problema è molto più concreto: quando si cura la malattia sbagliata e con la medicina sbagliata (per di più sapendo che è sbagliata), il risultato è la Grecia, e infatti la Grecia è fra noi, anche se forse non ce ne siamo accorti.
Oggi ero in dipartimento per organizzare questo incontro, al quale verranno presentati lavori piuttosto interessanti (tipo questo), e una delle nostre collaboratrici mi ha chiesto se mi ero reso conto di quello che gli è capitato. Una cosa molto semplice: da agosto scorso il loro stipendio è stato decurtato di 300 euro lordi per la soppressione dell'IMA, che, a differenza dell'IMU, erano soldi che entravano, non che uscivano (IMA sta per "Indennità mensile di Ateneo"). Per approfondire i torti e le ragioni di questa vicenda c'è Google, perché i giornali ne hanno parlato, anche se io non ne sapevo nulla, se non per un accenno molto partecipe del nuovo direttore di dipartimento quando ci siamo fatti gli auguri di Natale. Perché va anche considerato che con 300 euro di stipendio e 70 euro di buoni pasto in meno, non è che per il personale amministrativo il lavoro sia diminuito, anzi!
Al contrario!
Perché oltre alle cose che ci chiede il MEF ("sopprimete l'IMA"), poi ci sono anche le cose che ci chiede l'Europa (es.: "fate gare europee anche per soffiarvi il naso"). Una autostrada a tre corsie, lastricata di ottime intenzioni, che conduce verso l'inferno della burocrazia, dell'inefficienza, e degli stessi sprechi che ci si proporrebbe di evitare. Capita che si facciano aste competitive, per poi trovarsi a pagare abbonamenti a riviste scientifiche mille euro di più (e non di meno) di quanto accadeva prima (ma non eravamo in deflazione?), capita che quello che prima richiedeva una mezz'ora di lavoro e una telefonata (organizzare il coffee break di un convegno) oggi richieda tre preventivi fatti sul mercato telematico (del cappuccino al bar), con ovvia rottura di balle per i fornitori, che evidentemente te la mettono in conto, e dispendio enorme di energie per il personale, sottoposto infatti a lunghi e tortuosi percorsi di aggiornamento.
Eh, ma così, badate bene, se non sempre si risparmia, almeno si combatte l'idra della corruzione! Capirai, volessi mai fare la cresta sui miei fondi di ricerca per offrire un caffè a un collega...
Ma naturalmente non può mancare anche qui una spolveratina dell'ingrediente tanto caro ai nostri media, e ancor più caro ai nostri Quisling. Per lottare contro la corruzione, ad esempio, si è deciso che i segretari amministrativi, che sono il cardine di un dipartimento, la figura alla quale tutti noi facciamo capo per risolvere i nostri problemi organizzativi e di finanziamento della ricerca, adesso potranno fare al più due turni, e poi dovranno "ruotare": non su se stessi, ovviamente, fra dipartimenti! Motivo? Eh, perché il contatto con gli stessi docenti, forse, potrebbe corromperli! Questo significa che quando una persona che ha un ruolo dirigenziale e che comunque è sottoposta con frequenza a controlli da parte di organi di auditing interno ha cominciato a capire quali sono le esigenze dei docenti (che non sono le stesse in ogni campo della ricerca scientifica), e a stabilire un rapporto umano con loro, si riparte: altra persona, altri learning costs...
A beneficio di chi, o di che cosa, esattamente?
A beneficio di una interpretazione sbagliata della crisi, e di una concezione profondamente distorta del concetto di riforma.
Quello che mi interessa, di questa vicenda, ripeto, non sono i torti o le ragioni amministrative: se ci sono stati illeciti, ci penseranno i tribunali. Qui è la logica macroeconomica ad essere radicalmente errata. Curare la recessione coi tagli è un errore blu, e oggi lo ammette perfino chi ieri diceva il contrario. Chi non lo capisce, è perché non vuole capirlo, e anche per questo ci sarà un tribunale: quello della SStoria.
Naturalmente, siccome c'è la spendingriviù, c'è anche il pablichengeiggement... E cos'è? Questa è un'altra storia che ho imparato oggi, dai due colleghi che si sono presi sulle spalle la croce della SUA (Scheda Unica di Autovalutazione: acronimi e anglicismi, la libidine del moderno burocrate...). Dunque, pare che nella valutazione del dipartimento si debba anche considerare il suo impatto complessivo sulla società, e quindi:
Ganzo, no?
Ora, nota bene: l'approccio lo condivido, per carità.
Certo che è importante che l'Università dialoghi col mondo e che chi ci sta dentro magari provi a svolgere la sua funzione di intellettuale con un minimo di passione civile. Al simpatico Giorgio Rodano che nel seminario di presentazione del suo paper faceva estemporanee allusioni al fatto che un argomento serio come l'uscita dall'euro andava trattato da persone serie come lui (leggetevi il paper) e non con la logica del talk show, dove chi urla di più ha ragione, ho detto (sottovoce) che se il dibattito su una cosa così importante per la vita degli italiani era finito in mano a dei cialtroni (e qui ne abbiamo visti!) la colpa era essenzialmente dei nostri colleghi, che si erano rifiutati, per pavidità o conformismo, di svolgere la propria funzione di intellettuali.
Va bene così?
Altrimenti posso dirlo in modo più chiaro, ma sempre senza urlare... non è mia intenzione offendere il timpano di Rodano, del quale avevo un caro ricordo essendo stato mio insegnante di qualcosa al dottorato, e che fra l'altro è stato così cortese da citarmi nel suo lavoro, anche se in pessima compagnia (la differenza fra la lana e la cioccolata è evidentemente difficile da apprezzare, ma passons...).
Quindi, per carità, benissimo una valutazione complessiva, che ci adegua fra l'altro agli standard internazionali. Tanto per dirvi, una delle prime volte che incontrai Brigitte Granville, lei mi ringraziava molto, e io non capivo esattamente di cosa. Poi ho capito che avendola citata nel mio blog, che è piuttosto visibile anche in termini scientifici, avevo in qualche modo contribuito ad alzarle il punteggio nella sua SUA, e ho così potuto constatare che alla Queen Mary di Londra tengono conto dell'impatto che un economista ha nel dibattito. Ora cominciamo a farlo anche noi, ma, naturalmente, ogni dipartimento può presentare solo tre esempi di pablichengeiggement, se non capisco male. Come dire: ogni tanto si premia la qualità, e ogni tanto la quantità, senza che sia mai esattamente chiaro il perché o il per come si faccia una o l'altra cosa, ma non entro in questo.
Così, io che come sapete col pablichengeiggement ho poco a che fare, mi trovo nell'imbarazzo di decidere cosa sottoporre ai colleghi che poi dovranno scegliere cosa presentare al Ministero. Che so? Avere scritto un paio di bestseller? Avere il blog di economia più importante in Italia? Essere stato ascoltato dalla Commissione Finanze? Avere organizzato conferenze internazionali aperte alla cittadinanza, cui hanno assistito centinaia di persone? Avere partecipato a decine di incontri pubblici? Essere ospite ricorrente di trasmissioni televisive nazionali?
Secondo voi, nella testa di un burocrate, che cos'è più importante?
Ecco, io vorrei veramente mettere nella mia shortlist qualcuno dei nostri convegni, di quei convegni che non avrei mai potuto organizzare senza l'aiuto efficace, generoso e professionale delle persone alle quali, come vi ho appena detto, ad agosto è stato tagliato un po' più del 20% dello stipendio...
(...ricordo quando all'inizio io ammonivo, e qualche lettore diceva: "Ma in Italia non sono stati tagliati gli stipendi!" Ecco: ora l'avete visto. Serve altro? Sì, forse serve che lo facciano a voi, perché se lo fanno a un dipendente pubblico, eh, si sa, quello è fannullone, gli sta bene! Dai, che lo so che anche fra di voi c'è qualcuno che lo pensa... E allora sappiate che da tutto il porco mondo, dal Wisconsin all'Uttar Pradesh, dal Brabante alla Catalogna, dall'Estonia all'Ulster, mi hanno tutti - capito: tutti! - fatto i complimenti per la qualità del personale amministrativo del nostro dipartimento, che per me è anche, come lo siete voi, un po' la mia famiglia. Quindi "fannulloni" non direi. Aprite gli occhi, in nome di Dio, perché sulla croce potreste finirci anche voi. La stagione, in effetti, è questa...)
(...secondo voi questo conta come pablichengeiggement?... Non lo so. Quello che so è che alla fine faremo tutto un conto. Sarà uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo. La riviù la faremo noi, e decideremo - democraticamente - noi cosa fare di chi ci ha venduto. Pacatamente, serenamente e democraticamente, lo ripeto, caso mai non fosse chiaro. Ma è chiaro, no, Marco? È chiaro, vero, Jorg? Ecco: basta che sse capimo noi....)
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Es ist kristallklar, mein lieber Alberto. Kristallklar. 😁
RispondiElimina"...Misurare la costosità relativa dei consumi collettivi rispetto ai consumi privati è ambizione di tutti i sistemi statistici, anche se si tratta di una ambizione non facile da realizzare perché dei servizi collettivi si conoscono le spese sostenute dalle amministrazioni pubbliche, ma si hanno solo informazioni limitate sul volume fisico dei beni prodotti con quelle spese: nell’istruzione si conosce il numero degli studenti, ma non quanto è aumentato il valore del capitale umano; nella sanità si conosce il numero degli assistiti, ma non il valore della vita salvata; nella giustizia e nella sicurezza si conosce il numero dei giudicati o dei tutelati, ma poco di più."
RispondiEliminahttp://www.tesoro.it/primo-piano/documenti/2012/gruppo_di_lavoro_bilancio_e_patrimonio_pubblico.pdf (c.d. Studio Giarda).
Il SUA mi pare tutto grasso che cola...dall'ostinata ignoranza sulla misurazione dell'output del settore pubblico.
L'IMPATTO COMPLESSIVO SULLA SOCIETA' non dovrebbe essere essenzialmente il "quanto è aumentato il valore del capitale umano"?
Ma...e se poi prolungate politiche deflazioniste, (incluse reiterate riforme del mercato del lavoro), mirate all'alto livello di disoccupazione strutturale funzionale al target inflattivo desiderato, distruggono 'sto capitale umano, disfacendo ogni sforzo (della parte sana) del sistema universitario?
Va tenuto presente che il dipendente pubblico ha gia' subito anni di blocco dello stpendio. Ora che siamo in deflazione si passa direttamente a decurtarlo. I prossimi sono i pensionati. Boeri ha gia' mandato messaggi minacciosi.
RispondiEliminaHO avuto modo di parlare con diverse persone della mia zona, e tutte hanno avuto improvvisi tagli alla loro pensione (ovviamente il numero non fà statistica) ... Ho la senzazione che la decurtazione sia già iniziata.
EliminaProf. i pensionati come me,pensione d'anzianità,sono tutti pronti a fare la "rivoluzione"ed il suo collega Boeri deve prima togliere le pensioni ai ladri della politica e dell'Amm.ne dello Stato (vd. Dini,Ciampi,Prodi ecc.ecc) che hanno più di una pensione d'oro dopo aver guadagnato quello che un comune mortale non potrebbe guadagnare nemmeno campando per 1000 vite. "Ribellarsi,ribellarsi,ribellarsi fino a che gli agnelli diventeranno leoni"......ho capito che questa è l'unica speranza per questo derelitto paese ed allora i collaborazionisti pagheranno il giusto prezzo.......e non siamo tanto lontani.
EliminaA Roma si dice: "Ciao core..."
Elimina"Secondo voi, nella testa di un burocrate, che cos'è più importante?"
RispondiEliminaDirei con certezza: quello che gli ha detto il suo superiore (salvo casi molto particolari).
"Secondo voi, nella testa di un burocrate, che cos'è più importante?"
RispondiEliminaSe non ho capito male la short list deve contenere tre punti. Allora, il mio voto va:
- al suo secondogenito (L'Italia può farcela)
- alla lezione al liceo/gineceo di sua nipote
- all'ultima edizione di Goofy
Il primo perché è pur sempre una roba che si tocca e questo al burocrate (quasi) sicuramente piddino fa certamente impressione.
Il secondo perché testimonia di un'apertura verso i gggiovani che oggi è as-so-lu-ta-men-te "in" (perché mette al riparo la coscienza - a buon mercato - da quel 42% di disoccupazione ggiovanile così boring).
Il terzo perché testimonia di un'attenzone al territorio che è un altro cavallo di battaglia della vulgata progressista contemporanea (eppoi al Goofy si parla anche inglese e questo al burocrate (quasi) sicuramente piddino, come ha rimarcato anche lei, "gli piace").
P.s.: approposito di università, oggi e domani a Pastrufazio TUTTE le aule del locale Politecnico occupate dai dodicimilacinquecento candidati ai venticinque posti di infermiere del locale ospedale pubblico… (vedi il secondo dei tre punti della short list)
Esercitare le sante virtù della tolleranza e della misericordia diventa ogni giorno più difficile
RispondiEliminaArriverà per tutti (tranne i soliti noti), ne sono consapevole e da anni, personalmente (ne ho parlato spesso riguardo il comparto pensionistico che è relativo al mio status attuale), basta attendere, molto semplicemente con un GDP che cala del 11% dal 2008, come si fa a tenere i livelli di retribuzione e di spesa? Ma la domanda, caro Alberto, è: gli esiti saranno quelli della Grecia, con un Syriza anche qui? Me lo chiedo perchè se lì dove la situazione è drammatica e senza speranza, la maggioranza politica è per mantenere l' euro, c' è da pensare ad una grave e irreversibile sociopatologia che colpisce le masse in UEM. Ma mi fa riflettere in parallelo anche sull' evento dell' ANSCHLUSS (ma in UEM forse è e sarà peggio) descritto da Vladimiro Giacchè che non sto qui a descrivere nei termini di distruzione di PIL e di potenziale industriale, nonchè di patrimoni, che ancora oggi a distanza di 26 anni mantiene tutto il suo peso nell' ex e per l' ex DDR.
RispondiEliminaVoglio credere che non sia più possibile. Lo voglio perché è precisamente con questo scopo in mente che abbiamo progettato internet, perché la conoscenza potesse essere condivisa, e la sopraffazione resa possibile dall'ignoranza non fosse più praticabile. Fino ad ora, pare, ci siamo sbagliati, ma l'ultima parola non è ancora stata scritta
EliminaScusa Nicola, ma se la Francia che è un Paese che da molti punti di vista (inclusa la teorica consapevolezza di massa del pessimo presente e del futuro di arretramento del loro welfare e della loro economia reale) dovrebbe essere il più maturo per una ribellione, si è di nuovo ripiegato su quel tipo di politica che sta umiliando la ragione, cosa si deve pensare? Speriamo!
EliminaNicola: conoscenza condivisa fra chi e per quale scopo?
EliminaAlla genesi di questa rete di reti — Inter-net — ha contribuito in modo essenziale la (D)ARPA, un'agenzia del dipartimento della difesa USA. Nello specifico, la commutazione di pacchetto è stata inventata per rendere le reti di comunicazione resilienti ad un attacco termonucleare (è una delle tre C indispensabili per le operazioni militari: Comando, Controllo e Comunicazione).
Indubbiamente la comunità scientifica e la controcultura statunitense degli anni '60 apportarono un grosso contributo nel tentativo di cambiare gli scopi a cui dedicare questa tecnologia (pp. 4-5).
Ma già negli anni '90, quando si cominciò a commercializzare in modo massiccio l'accesso a Internet per i consumatori, l'orientamento cambiò di nuovo: non più una rete paritaria, punto-a-punto, dove il patto fra istituzioni (solitamente università e centri di ricerca) era io faccio passare il tuo traffico dati gratis e tu farai altrettanto col mio, ma si cominciò a parlare di punti di interscambio (in Italia ad esempio il MIX) e dorsali, gestite da grosse società, solitamente di telecomunicazione (ma non solo: società commerciali nazionali e sovranazionali, con molte filiali, erano già in possesso di reti di telecomunicazione private che potevano essere rese redditizie se aperte all'accesso esterno).
Arriviamo ai giorni nostri con la battaglia per la neutralità della rete che rende chiaro che non bisogna assolutamente dare per acquisita, per Internet, la funzione di condivisione delle informazioni con importanti valenze sociali che non siano il lucro.
Certo che il progetto originale fu finanziato dal DARPA, ma l'embrione da cui si sviluppò ARPANET era antecedente all'interessamento da parte del governo americano, e gli scopi originali non erano assolutamente in contraddizione con i requisiti (di allora) dell'amministrazione militare.
EliminaAlla comunità scientifica (e più in particolare alla comunità hacker degli albori) occorreva un metodo efficace per scambiare rapidamente informazioni, ai militari occorreva un mezzo di comunicazione affidabile e resistente agli attacchi esterni. L'architettura distribuita degli inizi rispondeva ad entrambe le esigenze.
L'assenza di meccanismi di autenticazione e di filtri nei protocolli di basso livello era voluta, per ottenere un terzo obiettivo che non confliggeva con i requisiti (di allora) ed era ancora una volta utile alle prime comunità hacker: l'informazione contenuta in ARPANET doveva essere accessibile a chiunque avesse le competenze e gli strumenti per collegarcisi (si veda per esempio la natura aperta e cooperativa delle BBS, l'embrione di ciò che più tardi divenne HTTP 1.0).
Ancora oggi i documenti che definiscono gli standard di internet sono aperti, mantenuti da un'associazione non governativa e cooperativi (le famose RFC, Request For Comment).
Lo stesso meccanismo RFC è antecedente ad ARPANET e dimostra che l'interessamento dei militari fu successivo e dato dal fatto che la rete in via di costruzione rispondeva anche ad alcune delle loro esigenze, ma il suo sviluppo cominciò prima e non fu promosso, ma se mai velocizzato dal loro intervento.
Ciò che poi divenne Internet era già in fase di progettazione, quanto meno a livello concettuale.
Ecco perché (in particolare) gli Stati Uniti spingono per la sostituzione di alcuni protocolli di basso livello (es. IPv4) con altri equivalenti che suportino l'utilizzo di meccanismi di sicurezza avanzati. La ragione principale per cui, nonostante questa spinta, la loro adozione sia ancora ampiamente marginale è che sostanzialmente ciò interessa ad una parte dell'utenza di internet, ma non a chi la rete la plasma nei fatti.
Quanto alla net neutrality, il fatto che tale principio sia stato affermato da una risoluzione del Congresso è sicuramente positivo in quanto dimostra come non sia importante solo per una ristretta cerchia di geek, ma sia ormai percepito come fondamentale dalla maggioranza della popolazione, ma se anche così non fosse l'implementazione di filtri e paletti è qualcosa di destinato a fallire, perché alla base non sono mai stati creati gli strumenti per farli funzionare efficaciemente. Al contrario, è stata presa ogni precauzione perché fosse sempre possibile aggirarli qualora venissero imposti (si veda per esempio il successone del Great Firewall cinese. La maggioranza della popolazione cinese ci è soggetta, nessuno lo nega, ma coloro che hanno un interesse sufficientemente forte ad aggirarne i meccanismi non incontrano grosse difficoltà).
È evidente che in un paese manifatturiero pressoché privo di risorse naturali come l'Italia se la base industriale continuerà a contrarsi, e nell'eurogabbia questo appare inevitabile, prima o poi verrà il momento in cui lo stato non sarà in grado di garantire il pagamento degli stipendi pubblici e delle pensioni, a meno di drammatici tagli in termini reali degli uni e delle altre.
RispondiEliminaGli stipendi pubblici e le pensioni sono fermi da anni e anni. C'è chi non ce la fa più, chi si è mangiato i risparmi e chi ha fatto debiti che non riuscirà a pagare.
E poi c'è anche chi ha in casa o comunque sul gobbo uno, due o più figli o nipoti disoccupati, precari e quando va di lusso a "minijob".
Tagliare anche "solo" del 10% le entrate di questi poveracci, che sono milioni, rendserà loro impossibile pagare il mutuo, l'affitto quando non addirittura fare la spesa.
Non sono sicuro che quando il tappo salterà sarà possibile mantenere l'evoluzione della situazione entro gli argini della normale dialettica democratica.
Non sarebbe facile nemmeno per un governo degno di questo nome, figurarsi per la miserrima corte dei miracoli alla quale l'ottusità di tanti italiani ha consegnato il paese.
La vedo molto, ma molto nera.
Siamo già fuori dagli argini, sono usciti loro smerdando la costituzione. Ora se si reagisce noi fuori da quegli argini... Meglio tardi che mai... Perché mi sa che è già tardi
Elimina"Qualche lettore diceva: Ma in Italia non sono stati tagliati gli stipendi!"
RispondiEliminaFALSO - Basta fare una semplice ricerca google con le parole "taglio indennita' dipendenti pubblici" per farsi una idea dei tagli gia' operati, oppure gia'decisi e che entreranno in vigore nei prossimi anni.
In ottica egoisticamente individuale chi e' informato (cioe' non i piddini....) valuta ed agisce per difendersi: per esempio ho consigliato per tempo ad una persona a me molto cara che avrebbe dovuto al piu' presto fare il concorso interno (e lo ha vinto) per coordinare una diversa area (anche se non di suo gradimento) perche' entro un anno, in conseguenza del taglio delle indennita' deciso nelle leggi di stabilita', avrebbe guadagnato qualcosa di piu' (lavorando di meno) nella nuova posizione (rispetto alla vecchia, dove peraltro coordinava piu' di 30 persone, con grave nocumento della salute).
Il taglio degli stipendi risulta pure implicitamente confermato dal grafico CIPE "spesa delle amministrazioni pubbliche" (in quanto la voce stipendi costituisce la maggiore voce di spesa):
http://www.programmazioneeconomica.gov.it/2014/12/19/1612/
Tempo fa il Prof. ha definito l'Europa il "buco nero della domanda mondiale" e gli effetti del buco nero IMHO cominciano gia' a vedersi:
http://www.zerohedge.com/news/2015-04-02/chart-day-us-already-recession
Come ho scritto tempo fa, gli USA vogliono mantenere la supremazia e per farlo devono in qualche modo rilanciare domanda/PIL nel perimetro che include i 'client states' (di cui tutta l'Europa - senza la Russia - fa parte).
Quindi personalmente non la vedo troppo nera, nel senso che la rottura dell'eurozona dovrebbe essere il primo passo per gli USA per mantenere piu' a lungo la supremazia e contrastare la nuova recessione in arrivo.
Ha da passa' a nuttata..
@ Luca Cellai (3 aprile 2015 08:50)
Elimina“... personalmente non la vedo troppo nera, nel senso che la rottura dell'eurozona dovrebbe essere il primo passo per gli USA per mantenere piu' a lungo la supremazia e contrastare la nuova recessione in arrivo”.
Recentemente il WSJ ha elogiato Renzi per “i suoi sforzi di riformatore”, che definisce “vitali”, a partire da quelli “per migliorare il mercato del lavoro”. Secondo il WSJ, una delle maggiori barriere alla crescita italiana “è stata la cultura del posto fisso. La quale farebbe sì che i molto tutelati lavoratori esistenti danneggino i giovani che cercano lavoro”.
Tanto il WSJ, quanto il FT e l'Economist, vedono “nel lavoro reso sempre più precario il primo fattore per invertire la tendenza al ridimensionamento dell'economia italiana”.
È noto che Soros è tra i finanziatori del golpe in Ucraina e in una recente intervista ha detto che «“…c’è una nuova Ucraina determinata a diventare più simile a come la Ue dovrebbe essere”. [...] Soros non dice che c’è una Ucraina che vuole uniformarsi all’Eu per mutuarne prospettive e valori ma esattamente il contrario, cioè che l’Europa dovrebbe diventare “più simile” all’Ucraina».
Personalmente ho l'impressione che non saranno gli Usa a favorire la “rottura dell'eurozona” e che la “nottata” sarà lunga e buia.
Come suggerivo in altra occasione, è assai preferibile l'approccio "conflittologico-marxiano" di @kthrcds rispetto a quello "macroeconomico-funzionalista" di @Luca.
EliminaQuando viene fatto notare tutti ti dicono "che scoperta", ma solo pochi, tra cui chi prende le decisioni che contano, hanno ben chiaro nelle analisi questo principio storico e sociologico.
(Nel settore militare ti riderebbero in faccia...)
È semplice, ma non è affatto banale.
@kthrcds - "My two cents"
EliminaSicuramente non accadra' nulla, perche' non sono un indovino, ma ricordo che sia in IPF che nel Tramonto si fa riferimento ad un fine settimana come al momento piu' propizio per....
Ci siamo scambiati da poco gli auguri di Pasqua con dei colleghi Greci con cui collaboro e nel mio subconscio ho registrato tutta una serie di circostanze che mi fanno ben sperare.
6 Aprile (Lunedi' dell'Angelo in gran parte dell'Europa cattolica - ma non per gli ortodossi): Cipro rimuovera' i controlli ai movimenti di capitale (cioe' si apre la 'porta di servizio' con cui il governo Greco potrebbe accedere ai mercati finanziari internazionali in caso di emergenza).
8 e 9 Aprile: Tsipras incontra Putin a Mosca.
9 Aprile giovedi': scade una rata del pagamento degli interessi all'IMF (che pare che se pagata metterebbe a rischio il pagamento degli stipendi ai dipendenti pubblici - e delle pensioni - del mese di Aprile).
10 Aprile: quest'anno e' il venerdi' santo ortodosso, banche greche come da noi (poco) attive e con orario ridotto.
11 Aprile: sabato, le banche greche sono chiuse.
12 Aprile: Pasqua ortodossa (n.b. anche in Russia), le banche greche sono chiuse.
13 Aprile: Lunedi' del rinnovamento (analogo al nostro lunedi' dell'Angelo), le banche greche sono ancora ancora chiuse.
Se fossi Tsipras (ed avessi deciso di rompere) utilizzerei proprio la domenica di Pasqua ortodossa (12 Aprile) per annunciare il gran passo:
Pensate la potenza simbolica del gesto (la Grecia, che come Nostro Signore muore in croce per mano di Pilato e del Sinedrio - cioe' di Eurogruppo/BCE e IMF - risorge il terzo giorno grazie alle garanzie di sostegno finanziario dei fratelli ortodossi d'oriente - guidati da Putin).
E' un sogno, ma mi piace sognarlo.
@ Luca Cellai (3 aprile 2015 14:21)
Elimina“E' un sogno, ma mi piace sognarlo”
È un'eventualità da non scartare.
Da diversi giorni si intrecciano dichiarazioni di alti esponenti del governo greco e di alti funzionari russi riguardanti la possibilità di un intervento di Mosca a sostegno dell'economia greca.
Alla fine di giugno, quando scadrà la proroga di quattro mesi del piano di “salvataggio” europeo, potrebbe accadere che «la Grecia volti le spalle ai suoi creditori europei e si rivolga verso est, verso la Cina o la Russia, per ottenere un prestito con meno vincoli. Il premier greco ha in programma una visita Mosca dove incontrerà il presidente Vladimir Putin, il 9 aprile».
Poi ci sono tutta una serie di fattori che vedono la Russia sempre più attiva nel Mediterraneo, a partire dal gasdotto South Stream che dovrebbe arrivare in Turchia, facendo della Grecia uno snodo chiave per il futuro delle forniture energetiche europee. Inoltre, la Russia partecipa all'esplorazione dei giacimenti di gas recentemente scoperti nel Mediterraneo orientale, nell'ambito di un progetto che interessa anche Israele (che ha fermamente rifiutato le sanzioni contro Mosca), Libano, Cipro, Turchia e Siria.
Va anche sottolineato che lo scorso 25 febbraio, Russia e Cipro hanno firmato un accordo di cooperazione tecnico-militare che “prevede l’utilizzo di aeroporti e porti della Repubblica da parte di aerei da guerra e navi da guerra russi nelle operazioni umanitarie e di emergenza, nonché di operazioni antiterrorismo”.
Insomma, la Grecia potrebbe effettivamente avere in mente un “piano B” in grado di sconvolgere il torpido disorientamento che caratterizza gli apparati Ue.
E non si salverà nessuno. Si potrebbe pensare che almeno categorie più potenti e protette del povero lavoratore riescano a uscirne indenni. Ma non è così. La maggior parte dei 70.000 dirigenti industriali fanno parte di quella classe media che verrà distrutta, indicata come nemica del "bracciante" (al pari di negozianti, liberi professionisti, ecc.) e sacrificata ai nobili ideali di ripresa economica a colpi di riforme così cari alla magnanima Confindustria.
RispondiElimina"Il 30 dicembre scorso si è conclusa la trattativa tra Confindustria e Federmanager per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei circa 70.000 dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi, scaduto alla fine del 2013 e già prorogato sino al 31 dicembre 2014...
...Un punto controverso era peraltro la rimodulazione degli importi da erogare in caso di licenziamento... è stato quasi obbligatorio per le parti contrattuali rivedere “al ribasso” gli importi indennitari, per armonizzarli in una certa misura a quelli delle altre categorie...
...L’ altro snodo della trattativa contrattuale era, in ottica di contenimento dei costi, la eliminazione del secondo livello retributivo del trattamento minimo annuo di garanzia, fissato dal precedente contratto in 80.000 euro annui...
...Il livello del trattamento minimo complessivo di garanzia (TMCG) da assumere a riferimento dal 2015, per i dirigenti assunti o nominati dal 1° gennaio 2015, è di 66.000 euro (a fronte dei 63.000 euro del contratto precedente)...
...Il secondo livello del TMCG, che scattava dopo 6 anni, viene definitivamente superato...Si è allora concordato di “cristallizzare” l’ aspettativa maturanda, riconoscendo un livello individuale del TMCG che verrà determinato, in pro-quota, sulla base dei mesi di servizio maturati al 1° gennaio 2015 e calcolato sulla differenza tra i due livelli di 80.000 e 63.000 del precedente contratto."
Cioè, in buona sostanza, parecchie migliaia di euro in meno di trattamento minimo per tutti i dirigenti più giovani. Godi, popolo lavoratore, del nuovo vento di giustizia sociale.
Notizia vecchia fa buon brodo greco...... .....tagli delle risorse agli enti locali e l'emendamento che taglia il 50% del personale delle Province”, cosa che a Brescia metterà in mobilità 390 persone, le quali riceveranno l'80 per cento dello stipendio per due anni e poi “ licenziamento senza nessun ammortizzatore sociale”.
RispondiEliminaBrescia? Non oso immaginare quanta gente rimarrà a casa in Sicilia... auguri.
Eliminasono un dipendente pubblico che si occupa di appalti pubblici e contratti pubblici, acquisizioni le chiamiamo noi, e posso assicurare alcune cose:
RispondiElimina1) nella p.a. è più semplice diventare presidente della repubblica che comprare un paio di bretelle;
2) è più semplice appaltare una opera da 10 miliooni di euro che una fornitura di 500 euro
3) ogni acquisizione della p.a., anche ridicolmente semplice, è proceduralmente equiparata ad un appalto faraonico;
4)i costi di aggiudicazione sono lievitati (quelli burocratici no in quanto basta fottersene e lasciare il personale invariato o diminuito anche se le incombenze sono moltiplicate)
5) nella p.a. lavorano tutti tanto e bene ad esclusione di chi, poveretto, avendo una certa età invece di godersi la meritata pensione arranca dietro ad una innovazione che lo travalica.
Sono anch'io un dipendente pubblico (tra poco non dovremo più dire chi siamo: ci riconoscerete dalla stella gialla sui vestiti. Siamo i nuovi ebrei sotto il nazismo) e confermo parola per parola quanto ha scritto il collega Rossi, almeno per quanto riguarda il mio luogo di lavoro e il mio ente che, vi posso assicurare, è tra i più efficienti in Italia e anche a livello europeo.
EliminaDesidero soprattutto ringraziare il professor Bagnai, che seguo sempre con interesse e passione, per essere uno dei pochi che con coraggio ancora spendono pubblicamente qualche parola a difesa dei nuovi giudei, sabotatori della nazione e zavorra da gettare, luridi parassiti da sterminare come batteri nocivi, la causa del male nel mondo. Gli "statali" (smorfia di disprezzo).
Molti non lo sanno ma i tagli alle retribuzioni dei dipendenti pubblici (esseri improduttivi da dare in pasto al pubblico ludibrio) sta già avvenendo da tempo. Quello che segnala Alberto è accaduto e sta accadendo in tante amministrazioni. Arriva l'ispezione della Ragioneria dello Stato che contesta le modalità di erogazione del salario accessorio (quello demandato ai contratti decentrati) e non resta altro che andare in tasca ai lavoratori che si vedono tagliare parte della retribuzione, dovendo pure restituire quanto percepito negli ultimi 10 anni. Mi è stato raccontato da un amico che lavora in un Comune che la sua amministrazione gli ha chiesto la cifra di 9.000 euro oltre a perdere circa 130 euro mensili. Voi pensate che questo finisca? Visto l'andamento del deficit di spesa pubblica c'è da immaginarsi un intervento robusto di altri tagli onde evitare l'automatismo delle clausole di salvaguardia ( IVA ecc). Poi ci sono i soliti esperti come i Fubini o i Sapelli che interpellati dai media lamentano come pur in una dinamica favorevolissima per l'economia (euro svalutato, prezzo greggio, spread e tassi bassi) la nostra economia non riparte prova ne è il dato della riduzione sui profitti delle nostre imprese. Ergo bisogna bastonare le rendite finanziarie, cioè alla fine chi? I grande uomo di finanzia, l'imprenditore di successo? Certamente no questi si sono già coperti e quindi indovinate chi?
RispondiEliminaLa Grecia si avvicina sempre di più.
RispondiEliminaSono un credente molto dubbioso, ma ogni volta che accendo la TV spero che esista un inferno per avere la speranza almeno di una giustizia divina perchè mi sa che in vita certa genta non subirà la giusta punizione.
Sono come i medici mediovali che curavano l'anemia con il salasso.
Peggio. Sono allo stesso tempo a libro paga delle sanguisughe.
EliminaCome diceva giustamente il Prof, per mantenere l'euro si sta facendo svalutazione dei diritti, con il jobs act e con le decurtazioni prossime delle pensioni. Perché nessun giornale ha il coraggio di dire che l'unica vera riforma del lavoro necessaria al paese è quella di render il mercato del lavoro RIGIDISSIMO. Art.18 e contratti a tempo indeterminato come unica forma di lavoro accettata (più piccole deroghe concertate di volta in volta).
RispondiEliminaCrei fiducia nel futuro e propensione al consumo di chi ha il posto di lavoro. I disoccupati saranno riassorbiti dall'aumento della domanda.
Un popolo sicuro è un popolo felice. Un popolo precario è americano: col fucile ai piedi del letto, indebitato fino al collo e blindato nella propria casa assediato dai poveri che vorrebbero rapinarla. E per tirare avanti una guerra ogni tanto.
E' l'effetto psicologico della legittimazione sociale (Benedetto Croce, origine pratica dell'errore).
RispondiEliminaLe agenzie educative maggiori e le istanze politiche più forti dicono A, dunque dire A:
1) conviene
2) è giusto (appropriato+esatto+equo)
3) è doveroso (perchè manifesta riconoscenza per chi ti protegge e potrebbe non farlo)
4) è lungimirante (perchè induce l'approvazione in chi ti protegge e potrebbe non farlo più)
5) è rasserenante (perchè evita la dissonanza cognitiva fra i poteri che ti proteggono - e potrebbero non farlo più - e le opinioni che sostieni)
Dire non A, bè: dire non A è tutto il contrario, quindi...
Per riassumere, la volontà di non vedere quel che non va è NORMALE, nel senso debole di consueto, prevedibile, statisticamente molto frequente.
Ecco perchè il cardinale Richelieu diceva che il ribelle perde META' della sua forza per il solo ed esclusivo fatto di essere un ribelle, di mettersi contro al potere legale e sociale.
Senza tirare in ballo esempi tratti da tempi storici tremendi come le dittature staliniana o hitleriana (non è il nostro caso, per fortuna), basta osservare che
quando lo si desidera e/o se ne ha bisogno, non vedere è molto facile, come sa chiunque abbia sperimentato le sue reazioni istintive di fronte al tradimento di persona amata, o a diagnosi infausta del medico. Poi, certo: la realtà ha un modo tutto suo, imperioso e spigoloso, di aprirci gli occhi (o in casi più gravi, di chiuderceli per sempre)...